Uno dei rpimi esemplari dello SVA 1, la forma del timone rimarrà inalterata fino allo SVA 4 compreso.
SVA 5 dell'87a squadriglia "la Serenissima" di base nell'estate del 1918 a San Pelagio, (la località fu poi ribattezzata Ronchi del Volo) le code dei velivoli erano in alcuni casi, come questo, dipinte con un colore (o con una decorazione) individuale.
ISVA o A.M. (Idro SVA, o Ansaldo Marino). Questo esemplare era stato ottenuto applicando galleggianti con alette idroplane ad uno SVA 5; altri esemplari avevano la cellula dello SVA 4.
SVA 5 Trasformato in biposto (In sostituzione dello SVA 10 prototipo, distrutto durante le prove) per consentire a Gabriele D'Annunzio di partecipare al volo su Vienna. Questo velivolo, sostanzialmente simile al biposto SVA 9, era decorato con le stelle dell'Orsa Maggiore sulla deriva. Il distintivo del reparto (La serenissima) aveva un disegno diverso da quello usuale. Questo esemplare è conservato nel Vittoriale.
SVA 9, Biposto squola: l'esemplare illustrato è quello di Arturo Ferrarin, col suo motorista Cappannini, effettuò il raid Roma-Tokyo nel 1920.
Esemplare utilizzato dall'addetto militare statunitense presso l'ambasciata in Italia. Montava il motore Isotta-Fraschini, con radiatore Lambin ventrale.
Uno dei velivoli impiegati dall'aviazione polacca nelle operazioni belliche contro l'Ucraina e poi contro la Russia.
AP (Ansaldo postale) trasformazione di uno SVA con motore Isotta-Fraschini, con apertura alare maggiorata e carrello irrobustito. Con questo aereo Ferrarin, vinse nel 1922 la gara "Gran Coppa d'Italia". Ne derivarono il bombardiere leggero A.201 e il biposto da addestramento A.202.
Particolare dello stendardo della "Serenissima".
A cura di Blue Sky
2010