La più recente generazione di aerei da caccia, spesso definita la "quinta generazione" (la prima è quella dei Sabre e dei MiG-15, la seconda quella dell'F-104, del MiG-21 e del Mirage III, nella terza troviamo il Phantom, il Mirage F1, il MiG-23, la quarta appartiene agli F-15, F-16, Mirage 2000, MiG-29 e SU-27) è rappresentata principalmente da tre "campioni": l' F-22 Raptor, l'Eurofighter Typhoon e il Dassault Rafale.
Rafale e Typhoon, peraltro, hanno origini comuni: nei primissimi anni '80 Inghilterra, Francia e Germania avevano la necessità di sviluppare un nuovo caccia, destinato a succedere ai vari Tornado ADV, Mirage F1 e F-4 Phantom II. Analoghe esigenze venivano da altri paesi europei, tra i quali l'Italia e la Spagna.
Nacque quindi uno studio congiunto, denominato FEFA, con l'intento di sviluppare e realizzare un nuovo e unico modello di caccia europeo nel quale dovevano confluire gli studi inglesi (programma EAP) e quelli francesi (programma Rafale).
Subito però vennero a galla profonde divergenze. Infatti i francesi, che già disponevano dell'ottimo Mirage 2000, volevano un aereo con prevalente funzione di attacco. Inghilterra, Germania e Italia, che invece disponevano del valido Tornado, volevano un aereo con prevalente funzione aria-aria.
Ma in pratica, era in gioco la leadership del nuovo programma: leadership rivendicata sia dagli inglesi che dai francesi.
Alla fine, la Francia decise di fare da sè, e uscì dal progetto, nel 1985.
Così, mentre le altre nazioni europee continuavano a progettare quello che sarebbe diventato l'Eurofighter, la Francia seguì una propria specifica, denominata ACX e ritagliata intorno al programma di dimostrazione tecnologica Dassault Rafale, un progetto che il costruttore francese aveva portato avanti sin dal 1983, al punto che il prototipo del nuovo caccia, denominato Rafale A, volò già il 4 luglio del 1986.
Il Rafale/ACX era destinato a sostituire vari tipi di aerei da combattimento: la serie Mirage III/5, il Mirage F.1, il bombardiere Mirage IV, l'aereo d'attacco Jaguar e – per l'aviazione imbarcata – i caccia F-8 Crusader ed i multiruolo Etendard e Super Etendard.
Il prototipo volò con motori americani General Electric F404 perchè la SNECMA non aveva ancora messo a punto i motori definitivi M88.
Solo nel 1990 fu disponibile il primo M88, che fu montato sul prototipo al posto dell'F404 di sinistra.
Nel 1991 volò il prototipo del Rafale C, rappresentativo della configurazione finale monoposto, seguito nello stesso anno dalla versione imbarcata Rafale M e nel 1993 dalla versione biposto Rafale B.
Il primo esemplare di produzione è stato proprio un Rafale M, che ha volato nel 1999, e sempre il Rafale M è stato il primo tipo ad entrare ufficialmente in servizio, nel 2001.
Infatti l'Aeronavale aveva urgenza di colmare il vuoto lasciato dalla radiazione dei suoi caccia Crusader, per cui le consegne dei Rafale M di serie ebbero la precedenza rispetto alle altre versioni, e la Marine Nationale potè imbarcare il primo reparto sul nuovo caccia nel 2002, a bordo della nuova portaerei Charles De Gaulle.
Il Rafale è un delta canard con ali in posizione media, bimotore, costruito in versione mono e biposto. Le alette canard sono mobili. Le due prese d'aria sono ubicate ai lati della fusoliera, sotto l'attacco delle ali.
Il velivolo è instabile per essere più maneggevole ed è governato grazie a un sistema FBW digitale.
Sul muso è possibile montare una sonda per il rifornimento in volo, non retrattile ma amovibile.
Le versioni di serie finora realizzate sono tre: il Rafale C monoposto, il Rafale B biposto e il Rafale M per l'aviazione imbarcata. La Dassault ha lavorato molto sul Rafale A originale, per ridurre la RCS (visibilità ai radar) dei velivoli di serie e venire così incontro alle nuove esigenze del mercato che enfatizzano le caratteristiche Stealth.
La Dassault sostiene che il Rafale abbia caratteristiche Stealth seconde soltanto all' F-22, al punto che ormai il Rafale C è chiamato Rafale D, dove la lettera D sta per "Discrete", per sottolineare la sua invisibilità ai radar, ottenuta mediante largo impiego di vernici e materiali RAM.
In realtà si ritiene che il Rafale abbia una RCS che si aggira intorno a 0,1 metri quadri, un valore decisamente buono, ma in ogni caso paragonabile a quello dell'Eurofighter o del Super Hornet.
La motorizzazione è basata su una coppia di moderni turbofan SNECMA M88-2, che sviluppano una potenza massima complessiva di oltre 15 tonnellate di spinta. In futuro potranno essere integrati i nuovi SNECMA M88-3, in corso di sviluppo, che porteranno la spinta a oltre 18 tonnellate ma richiederanno prese d'aria di nuovo disegno.
Ben 14 punti di attacco sono distribuiti tra la fusoliera e le ali, ai quali possono essere montati svariati tipi di armi aria-aria e aria-terra, oltre a serbatoi sganciabili.
Dal 2008 è prevista anche l'integrazione del pod da ricognizione RNG.
Il Rafale dispone di un cannone da 30 mm interno.
L'avionica è estremamente avanzata: il pilota dispone di HUD olografico, un radar multimodale con antenna a scansione elettronica, sensore IRST e suite di protezione integrata.
Come spesso capita nei caccia moderni, il Rafale è entrato in servizio con un livello di capacità di base, che sono state successivamente elevate e integrate per standard successivi.
Infatti i primi Rafale consegnati (i Rafale M per la marina) avevano un sistema avionico provvisorio, non disponevano del cannone interno e avevano solo limitate capacità aria-aria.
Questo standard era conosciuto come LF1. Tutti i velivoli LF1 sono stati portati allo standard F1.
Lo standard F1 implementa il cannone interno e funzioni aria-aria di base con missili Magic e MICA EM.
Lo standard F2 implementa i missili MICA IR, le funzioni aria-suolo e terrain following, il sistema IRST, la possibilità di trasportare un tanker pod centrale per il rifornimento di altri velivoli, il data link.
Lo standard F3 è quello finale, implementa piene capacità multiruolo, comprese quelle per l'attacco antinave e la ricognizione, ed un casco HMS per il pilota. Il raggiungimento di questo standard è previsto a partire dagli esemplari consegnati nel 2007. Tutti i velivoli già in servizio saranno portati allo standard F3 nel corso del programma di manutenzione.
La Francia sinora ha ordinato una prima serie di 61 caccia cui ha fatto seguito una seconda serie di 59 velivoli per un totale quindi di 120 aerei nelle versioni B (38 aerei), C (44 aerei) ed M (37 aerei). I primi esemplari sono entrati in servizio con la marina nel 2001, mentre l'entrata in servizio con l'aviazione è prevista nel secondo semestre del 2006.
Il requisito totale ammonta a 234 velivoli per l'aviazione e 60 per la marina, ma è difficile che questi numeri siano mantenuti.
Due Rafale M della marina hanno visto un limitato impiego operativo, in missioni di scorta, nel corso della missione Enduring Freedom in Afghanistan (2001-2002), anche se la piena operatività con il Rafale sulla portaerei Charles De Gaulle è stata dichiarata solo nel 2004.
Fino ad oggi non ci sono stati ordini sul mercato dell'esportazione, dove il Rafale è offerto a un prezzo che varia tra i 70 e i 140 milioni di dollari, secondo l'equipaggiamento prescelto.
Il Rafale ha avuto uno sviluppo molto problematico che ha determinato un evidente rallentamento nel programma: il vantaggio iniziale rispetto all'Eurofighter, per essere entrato in servizio sin dal 2001 (nella versione imbarcata M, sia pure ad uno standard operativo molto limitato), si è perso per strada.
Tra le principali cause di questi ritardi vanno annoverate le difficoltà incontrate con i motori M88 e la complessità del sistema avionico.
Va detto pure che il Rafale è sottopotenziato (non ha capacità di supercruise) e le capacità del suo sistema radar RBE-2 (a scansione elettronica passiva: PESA) sono inferiori rispetto ai radar AESA americani e, sotto alcuni aspetti, come la portata, anche rispetto all'ECR90 dell'Eurofighter.
La Dassault conta di rimediare a queste pecche offrendo per l'esportazione motori potenziati (gli M88-3) e una versione del radar (RBE-2 AA) dotata di antenna a scansione elettronica attiva (AESA).
D'altro canto, bisogna evidenziare che la suite elettronica del Rafale, nello standard definitivo F3 al quale appartengono gli esemplari che saranno consegnati dal 2007, è estremamente sofisticata, sia per la presenza del sensore optronico OFS sia, soprattutto, per il sistema ESM/ECM integrato SPECTRA.
Quest'ultimo non solo è in grado di individuare e analizzare ogni tipo di minaccia missilistica ed elettronica, gestendo le relative contromisure (jammers, chaff, flares), ma è in grado di operare come un vero e proprio sensore e – agendo in triangolazione con altri Rafale, grazie al sistema data link MIDS - localizzare con precisione le emittenti elettroniche del nemico.
Il sistema di navigazione e attacco, che si avvale anche di specifiche funzioni del radar per la penetrazione a quote bassissime e alta velocità, è anch'esso molto avanzato e può sfruttare tutto l'arsenale francese di armi guidate, pod elettronici, missili aria-terra e antinave.
Queste caratteristiche tradiscono la predisposizione iniziale del Rafale per le missioni aria-suolo (per le quali non c'era esigenza di un radar AESA nè di una motorizzazione particolarmente esuberante), anche se le sue capacità nel ruolo aria-aria restano formidabili grazie alla piena integrazione dei missili MICA e alle eccellenti doti di maneggevolezza.
Il velivolo ha un prezzo base allettante (l'aereo "nudo" costa intorno ai 50 milioni di dollari) ma in configurazione completa supera abbondantemente i 100 milioni di dollari, e questo fatto, unito alla scarsa potenza dei motori e ai ritardi di messa a punto della suite avionica, gli ha sinora precluso il successo nell'esportazione.
Aggiornato al Luglio 2006