Nel 1980 il Governo americano sollecitò le industrie aeronautiche a proporre progetti per il proprio programma FX, detto anche Intermediate Export Fighter.
L'idea era quella di realizzare un caccia leggero, economico ma di alte prestazioni, da poter esportare a quei paesi che non avevano la possibilità economica di comprare modelli più costosi (come l'F-16 o l'F-18).
Peraltro in quegli anni moltissimi paesi volavano ancora con gli F-104 e con gli F-5, caccia leggeri di concezione datata, per cui esisteva un mercato potenziale di migliaia di aerei.
La Northrop e la Lockheed risposero alla specifica seguendo due percorsi diametralmente opposti: la Lockheed partì dall'ottimo F-16 e ne sviluppò una versione degradata, spinta dal vecchio turbogetto J79 (lo stesso degli F-104); la Northrop partì dal semplice e maneggevole F-5E e ne sviluppò una versione potenziata, propulsa dal più avanzato turbofan disponibile, l'F404 (lo stesso motore dell' F-18).
Nacquero così l'F-16/79 e l'F-5G che fu presto ribattezzato F-20 Tigershark.
Il Tigershark si rivelò vincente: esso costava 15 milioni di dollari al pezzo, meno dell'F-16/79, il suo motore era affidabilissimo ed economico, le prestazioni eccezionali: il nuovo caccia era bisonico e manovrava fino a 9 G , saliva a 40.000 piedi in meno di 70 secondi e godeva di un rapporto spinta peso pari a 1,13 a 1.
Il suo pilotaggio era semplice e la manutenzione economica.
Inoltre era compatibile con una vasta gamma di armamenti, come i missili aria-aria Sidewinder e Sparrow, i missili antinave Harpoon, i missili aria-terra Maverick ed il pod GPU-5 con cannone anticarro da 30 mm.
L'F-20 fece il suo primo volo il 30 agosto del 1982 e si rivelò superiore all'F-16/79 sotto tutti gli aspetti.
Purtroppo però il bellissimo caccia della Northrop nacque male, perché la stampa definì il progetto FX con l'appellativo “il caccia per i poveri”, e chiaramente la cosa non fece piacere alle nazioni interessate all'acquisto, tanto più che il caccia (al contrario dei suoi predecessori F-104 ed F-5) non era stato adottato dall'USAF.
Pertanto nonostante una intensa campagna promozionale, funestata da due incidenti mortali per errori di pilotaggio, l'unico paese ad ordinarlo fu il Bahrein, in appena 4 esemplari: troppo pochi per iniziare la produzione di serie.
Il terzo e ultimo prototipo dell'F-20 finì i suoi giorni in un museo e l'intero programma fu chiuso nel 1986, e con esso le ultime speranze della Northrop di restare sul mercato dei velivoli da combattimento.
Aggiornato al Febbraio 2005