L’esistenza di un nuovo caccia di progettazione e costruzione cinese fu svelata nel 1994 dalle fotografie di un satellite spia americano che ritrassero il prototipo negli stabilimenti dell’industria aeronautica Chengdu.
Nel 1996 fu diffusa l’immagine di un modello utilizzato per le prove nella galleria del vento e nel 2001 una fonte anonima pubblicò sul Web la fotografia del prototipo, ma fu solo nel 2007 che il governo cinese autorizzò la diffusione delle prime fotografie ufficiali del caccia.
Lo sviluppo del J-10 era iniziato nella seconda metà degli anni ’80 ed il prototipo fece il primo volo nel 1996. I primi esemplari di serie sono entrati in servizio con le forze aeree cinesi nel 2004.
Il caccia appartiene alla classe dell’F-16 Falcon ed esternamente ricorda il progetto israeliano LAVI abbandonato nel 1987: questa somiglianza ha fatto ipotizzare che gli israeliani avessero ceduto il progetto ai cinesi, circostanza ufficialmente smentita dagli uni e dagli altri.
Una serie di elementi, in ogni caso, lasciano ritenere che effettivamente il programma J-10 abbia beneficiato di trasferimenti di tecnologia provenienti dal programma israeliano LAVI e da quello russo MIG 1.44.
Il J-10 è un caccia multiruolo con formula alare delta canard, monomotore, prodotto sia in versione monoposto che biposto da addestramento e conversione operativa. Si tratta di un progetto estremamente avanzato per le capacità industriali cinesi e ne è prevista una produzione di 300-400 esemplari, un centinaio dei quali, a fine 2008, sarebbe già stato consegnato a tre reggimenti da caccia e un centro di addestramento.
Nel corso del 2009 dovrebbe entrare in produzione una versione migliorata (J-10B), con controllo tridimensionale della spinta, che è stata ordinata anche dal Pakistan.
Il governo cinese è molto restio a rilasciare informazioni tecniche sul J-10, e buona parte dei dati sulle sue caratteristiche e prestazioni non sono ufficialmente confermati e sono frutto di stime e indiscrezioni.
La motorizzazione è affidata a un turbofan di progettazione russa, il Saturn AL-31FN che spinge – in due esemplari – i caccia della famiglia SU-27 Flanker. E’ stato sviluppato anche un motore di progettazione nazionale, designato WS-10, che non ha fornito, almeno sino a questo momento, risultati soddisfacenti: è meno potente dell’AL-31FN, più lento nella risposta e meno affidabile. Nonostante le dichiarazioni ufficiali secondo cui il WS-10 ha terminato lo sviluppo nel 2005 ed è pronto per l’impiego operativo, i cinesi hanno continuato ad acquistare dalla Russia motori AL-31FN da installare sul J-10, con ordini e opzioni che coprono la produzione sino a oltre il 2010.
Il sistema di controllo del volo è di tipo FBW e il cockpit è di concezione moderna, con HUD e schermi multifunzione.
La dotazione avionica dei J-10 è stata cambiata più volte nel corso della produzione. I primissimi esemplari montavano il radar israeliano ELTA 2035, mentre su quelli prodotti successivamente è stata installata una versione ridotta del radar russo Phazotron Zhuk utilizzato dal SU-27. Sono stati valutati anche altri sistemi, compreso l’italiano Grifo. Il radar definitivo dovrebbe essere un sistema Pulse Doppler multifunzione ad antenna piana sviluppato dall’industria cinese e conosciuto con la sigla KLJ-10. Il progetto prevedeva anche l’integrazione di un sistema FLIR/TV nel muso del caccia, ma al momento le dimensioni del radar non lasciano sufficiente spazio e si è preferito ricorrere all’utilizzo di pod esterni agganciati alla fusoliera, così come avviene sugli F-16 e F-18.
Il caccia dispone di 11 punti d’attacco per carichi esterni – sei subalari e cinque in fusoliera - ed è previsto che possa impiegare tutte le armi aria-aria e aria-superficie in dotazione alle forze aeree cinesi, nonché vari sistemi d’arma prodotti dall’industria russa e da quella israeliana.
Le difficoltà e i ritardi nella scelta e messa a punto del sistema radar definitivo inducono a pensare che i J-10 sinora consegnati abbiano capacità operative ancora limitate.
Questa circostanza, unita alla carenza di informazioni sulle reali caratteristiche del velivolo, non consente di esprimere giudizi e valutazioni obiettive sulle sue qualità.
Il J-10 è stato sviluppato per fornire all’aviazione militare cinese un caccia leggero e ad alte prestazioni, in grado di opporsi ai caccia F-16 e IDF delle forze aeree di Taiwan. Non è certo un caso che lo sviluppo del J-10 sia stato iniziato contemporaneamente all’avvio del programma IDF.
E’ quindi verosimile che le caratteristiche e le capacità del J-10 siano generalmente confrontabili con quelle dell’F-16, con un margine di vantaggio nella maneggevolezza garantito dalla formula canard.
In ogni caso, il J-10 è un aereo che si colloca in una fascia nella quale ha ben pochi rivali: è un caccia medio-leggero ad alte prestazioni, monomotore, con formula canard.
La scelta monomotore è sinonimo di economicità e pesi contenuti (e in aviazione il peso si traduce inevitabilmente in costi) e la formula canard assicura prestazioni eccellenti nel dogfight.
Le alternative sul mercato sono ben poche: l’F-16 è monomotore, ma non è canard e non si può certo considerare un caccia di nuova generazione; l’F-35 non è ancora in produzione, è un velivolo di tutt’altra categoria (e costi) ed è più orientato all’attacco al suolo che al combattimento aereo; resta solo il Gripen, che però è un caccia molto più leggero e quindi con prestazioni – in termini di raggio d’azione e carico bellico – più modeste.
Inoltre, i tre caccia citati sono costruiti negli Stati Uniti o fanno ampio uso di tecnologia americana, circostanza che ne preclude l’acquisizione da parte di numerose forze aeree nel mondo.
Analoghe considerazioni si possono fare per il caccia giapponese F-2 e per il T-50 sudcoreano.
L’industria russa e quella francese, che da sempre rappresentano la scelta “alternativa” rispetto a quella americana, hanno nei loro listini solo caccia bimotori.
Il J-10 ha quindi concrete possibilità di conquistarsi una significativa fetta di mercato. Oltre al Pakistan, anche l’Iran e altri paesi hanno avviato contatti e trattative per acquisire il velivolo.
Osservando attentamente il J-10, si nota che il caccia è frutto di un compromesso tra le specifiche volute dalle forze aeree cinesi, il contributo tecnologico acquisito dall’estero (Israele e Russia) e le effettive capacità tecnologiche dell’industria cinese: l’accoppiamento tra la presa d’aria centrale e la fusoliera, ad esempio, è decisamente “rozzo” rispetto a quello che si può apprezzare su un F-16 o su un Typhoon; il caccia non sembra concedere nulla alla moderna esigenza di ridurre la superficie radar equivalente.
Non di meno, il J-10 ha incorporato esperienze progettuali di altissimo livello (dal Lavi israeliano e dal Mig 1.44 russo), i suoi sensori e sistemi d’arma sfruttano ampiamente tecnologie israeliane e russe ed ha piene capacità di rifornimento in volo: tutto questo significa che il caccia può rivelarsi un sistema di combattimento estremamente efficace ed efficiente, sicuramente da non sottovalutare.
Aggiornato a Gennaio 2009