Northrop F-5 Tiger II


F-5 Tiger II

A metà anni '50 la Northrop propose all'USAF e all'US Navy il progetto N-156 relativo allo sviluppo di un trainer avanzato (N-156T) e di un caccia leggero (N- 156F) basati sulla stessa cellula, con prestazioni supersoniche.
L'USAF scartò l'N- 156F , ma approvò l'N-156T, che volò la prima volta il 10 aprile 1959 come T-38A Talon e diventò il primo e unico addestratore supersonico nel mondo, nonché il trainer avanzato standard dell'USAF, in servizio ancora oggi.
Nel frattempo la Northrop continuò a sviluppare in privato la versione da caccia, che volò la prima volta il 30 luglio del 1959.
Il Dipartimento della Difesa americano in quel tempo avvertiva la necessità di disporre di un caccia supersonico semplice ed economico da esportare alle nazioni amiche o alleate che non potevano permettersi velivoli più complessi e costosi, e il caccia leggero N- 156F della Northrop aveva queste caratteristiche, per cui nel 1962 fu adottato con la sigla F-5A Freedom Fighter, con la variante biposto F-5B.

Il Freedom Fighter è un caccia leggero, bimotore, molto economico e semplice da pilotare, e moderatamente supersonico (Mach 1,4 in configurazione pulita, Mach 1,2 con due missili aria-aria).
Era il velivolo ideale per molte aviazioni che volevano entrare nel club “supersonico” senza affrontare costi proibitivi, ed ebbe subito un grande successo: fu prodotto in oltre 1.200 esemplari per varie nazioni, compresa la versione da ricognizione RF-5A.
L'F-5 presentava gli svantaggi tipici di un vero caccia leggero: scarsa autonomia, carico bellico ridotto, avionica essenziale.
I suoi detrattori sostenevano che “il suo raggio d'azione è sufficiente appena per attaccare l'aeroporto da cui è decollato” .
Ebbe però il pregio di introdurre al volo supersonico numerosissimi piloti, ed è il capostipite di una linea evolutiva che ha generato caccia come l'F-18 (di cui è il vero progenitore) e l'F-16: si pensi al particolare dei missili aria-aria montati alle estremità alari (wingtips).
L'11 agosto del 1972 volava l'F-5E Tiger, una versione leggermente ingrandita e con motori potenziati, che migliorava le prestazioni del Freedom Fighter in termini di velocità, autonomia e carico bellico.
L'F-5E, assieme alle varianti biposto F- 5F e da ricognizione RF-5E, incontrò lo stesso successo, portando il totale degli F-5 costruiti a oltre 2.700 esemplari per 33 nazioni.
L'F-5 è stato anche uno dei pochi caccia moderni oggetto di scambi e vendite sul mercato nero, e sul quale hanno combattuto molti piloti mercenari, per via del fatto che alcune nazioni utenti, come il Vietnam (che incorporò le forze aeree del Vietnam del Sud), la Libia , l'Etiopia, lo Yemen e l'Iran, diventarono nemiche o sgradite agli USA.

L'F-5 è stato impiegato in vari conflitti: quello del Vietnam tra il 1965 e il 1975; gli scontri fra Etiopia e Somalia nel 1977-1978; la guerra Iran – Irak tra il 1980 e il 1988; la guerra civile in Yemen nel 1994.
In contrasto con i successi di esportazione, l'F-5 non è mai stato apprezzato né dall'USAF né dall'US Navy, che preferivano caccia più sofisticati. Infatti le due forze aeree americane misero in servizio poche decine di esemplari di F-5, utilizzandoli per lo più in reparti di sperimentazione e di addestramento (compreso il ruolo di “Aggressor” per simulare i caccia sovietici MiG-21).
Ancora oggi oltre un migliaio di F-5 di tutte le versioni volano in 25 nazioni del mondo.

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Aggiornato al Febbraio 2005

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