Nell’architettura generale, gli SPAD non presentavano particolarità di rilievo. Unica eccezione la struttura interalare, che, come già nell’A.2, era costituita da una sola coppia di montanti per parte, anche se i due montanti verticali disposti in corrispondenza dell’intersezione delle crociere, con funzione di rompitratta, davano al velivolo l’aspetto di un biplano a duplice controventatura (anziché singola, come era in realtà). Questa soluzione, insolita ma non rara, conferiva al velivolo la sua proverbiale robustezza. Ad essa contribuivano altri accorgimenti strutturali (in particolare la vicinanza tra i due bilongheroni alari, le generose proporzioni del castello portamotore prolungato all’indietro per sostenere il sedile del pilota, le robuste ordinate di fusoliera), sia pure a costo di un peso a vuoto alquanto elevato.
Dal punto di vista aerodinamico, oltre alla buona linea generale di penetrazione, alla sezione arrotondata della fusoliera e alla felice sagomatura della prua (con radiatore frontale circolare), vanno ricordati l’elevato allungamento della velatura e la forte curvatura del profilo alare. Queste caratteristiche spiegano le notevoli doti di salita del caccia francese, superiori a quelle delle migliori macchine contemporanee inglesi e tedesche, anche se controbilanciate da una manovrabilità non altrettanto superiore.
Lo SPAD non era, in effetti, un velivolo « facile », specie a bassa velocità, ed era caratterizzato da uno stallo secco, determinato dal ridotto spessore del profilo alare. D’altronde, la straordinaria robustezza strutturale assicurava allo SPAD la possibilità di effettuare repentine e prolungate affondate, con successiva richiamata, in piena sicurezza, ciò che gli consentiva manovre sul piano verticale generalmente impossibili ai caccia nemici (almeno sino all’avvento del D.VII). Tutto sommato, anche in combattimento manovrato, lo SPAD poteva dunque battersi in alcuni casi abbastanza bene. Un altro vantaggio gli veniva dall’essere una stabile piattaforma di tiro, oltre che un buon incassatore.
La velatura era composta da due ali a struttura bilongherone. Quella superiore (realizzata in un solo pezzo e con leggera rastremazione inversa) aveva apertura e corda lievemente più elevate di quella inferiore (in due parti); i bilongheroni, formanti una struttura a scatola, erano costruiti unendo diversi elementi (forse per la scarsa disponibilità di lunghe tavole di spruce in Francia) e il bordo d’attacco era ligneo mentre quello d’uscita era in cavetto di metallo.
Entrambe le ali non presentavano alcun diedro. La struttura della fusoliera era lignea. con abbondanti rinforzi metallici specie nelle ordinate principali, su quattro longheroni uniti da elementi trasversali, il tutto rinforzato con diagonali in filo d’acciaio; dorso e ventre della fusoliera risultavano arrotondati grazie ad una serie di correnti e diaframmi trasversali. Il carrello presentava le anse principali monoblocco (ottenute con laminato di pioppo) e l’assale articolato al centro; la funzione di ammortizzatori era svolta, come avveniva normalmente a quell’epoca, da fasci di corde elastiche sistemate tra l’assale e le gambe di forza. Le ruote potevano essere sostituite da pattini da neve o da galleggianti.
Tutte le versioni dello SPAD ebbero il motore Hispano Suiza ad otto cilindri a V di 90°, in vari modelli di potenza crescente (da 140 a 300 cavalli), installato nel muso della fusoliera e raffreddato mediante un radiatore pressoché circolare, munito di persiane verticali di regolazione. Il serbatoio principale del carburante era posto sotto la struttura principale della fusoliera, ed alimentava il pozzetto o « nourrice » al centro dell’ala superiore mediante una pompa azionata dal motore. Pure mosse dal motore erano le pompe per la circolazione dell’olio e dell’acqua.
Quanto all’armamento: era costituito da mitragliatrici Vickers da 7,65 millimetri sincronizzate (una o due) sopra il motore. Le versioni XII e XIV ebbero pure un cannoncino Hotchkiss da 37 millimetri posto tra i due banchi di cilindri del motore e sparante attraverso il mozzo dell’elica. Tra i montanti interalari era possibile applicare dei razzi Le Prieur.
Nelle foto, in sequenza: SPAD VII, SPAD XI Biposto, SPAD XII e SPAD XIII
Dati Tecnici Spad XIII
Costruttore: S.P.A.D.
In ruolo dal: 1917
Motore: Hispano Suiza 8BEc 8cil. V in linea raffreddato ad acqua 235 hp
Apertura alare: 8.2 m
Lunghezza: 6.3 m
Altezza: 2.42 m
Peso a vuoto: 600 kg
Peso al decollo: 820 kg
Velocità massima: 222 km/h
Ceiling: 6800 m
Autonomia: 2 h
Equipaggio: 1
Armamento: 2 Vickers .303