Il Nieuport Ni.17 fu senza dubbio uno dei più famosi caccia messi in linea dalle aviazioni alleate nel primo conflitto mondiale. Ma non ci si può limitare alla sua descrizione: per l'esattezza storica e giusto soffermarsi sull'intera serie di sesquiplani che la ditta di Issy-Les-Moulineaux mise a punto con originale concezione a partire dal 1914, anno in cui volò il Nieuport Ni.10; una "famiglia" che totalizza una produzione complessiva di circa 7000 esemplari tra il 1915 e il 1918. Con la formula che va sotto il nome di "sesquiplana" si intendeva conciliare la rigidità strutturale della cellula biplana coi vantaggi offerti dalla velatura monoplana, specialmente riguardo la visibilità. Questi aerei risultavano quindi, in pratica, dei monoplani ad ala alta parasole con normale struttura bilongherone, provvisti di una seconda ala, inferiore, monolongherone e di ridotta profondità (corda).
II Nieuport Ni.10 apparve al fronte all'inizio dell'estate 1915, destinato all'impiego come scout (ricognitore veloce), ed era biposto. Progettato da Gustave Delage, venne prodotto in due varianti caratterizzate dalla posizione dell'osservatore, seduto rispettivamente davanti o dietro al pilota. Inizialmente disarmato, a parte ovviamente l'armamento personale dell'equipaggio, ebbe poi una mitragliatrice (Hotchkiss o Lewis) sparante attraverso un'apertura nell'ala superiore, il motore era un rotativo da 80 cavalli, del typo Gnôme o Le Rhône. L'aereo fu in dotazione anche a reparti britannici, belgi e italiani. In Italia fu costruito su licenza dalla ditta Nieuport-Macchi di Varese.
Sotto la spinta delle esperienze belliche si andavano intanto delineando sempre più nettamente le specializzazioni nell'impiego delle diverse macchine. Mentre per la ricognizione la Nieuport metteva a punto il tipo Ni.12 (leggermente più grande, e con motori da 110-130 cavalli), molti Ni.10 passarono all'impiego come caccia (sia pure di ripiego) compensando il maggior peso derivato dall'installazione della mitragliatrice con l'abolizione del posto dell'osservatore. Questi Ni.10 monoposto ebbero l'arma montata su affusto Foster, che consentiva il tiro in avanti con possibilità di inclinare la mitragliatrice per sparare obliquamente verso l'alto e per ricaricarla. Fu da questa prima esperienza, nonché dal progetto prebellico per un aereo da corsa (lo "XB" del 1914), che Delage sviluppò un caccia vero e proprio, il Ni.11, più noto, per le sue ridotte dimensioni, come Nieuport "Bebè".
Lo sviluppo di questo modello fu così rapido che già nell'estate 1915 qualche "Bebè" era presente nelle squadriglie francesi e inglesi sul fronte occidentale e ai Dardanelli. Nel febbraio 1916 il Ni.11 fu protagonista della Battaglia di Verdun rivelandosi il miglior caccia degli Alleati; anch'esso prodotto su licenza in Italia (sempre dalla Macchi) e in Russia. II Nieuport Ni.11 aveva lo stesso motore del precedente Ni.10, pur essendo alquanto più piccolo, e identico era pure l'armamento; con l'aggiunta in molti casi di otto razzi Le Prieur applicati ai montanti alari, per l'attacco ai palloni frenati. Nel 1916 fu realizzata un'edizione migliorata, Ni.16, con motore Le Rhône da 110 cavalli e mitragliatrice sincronizzata, che prestò limitato servizio nelle aviazioni francese, inglese e belga.
Memorabile fotografia dei Ni.17 appartenenti alla Squadriglia degli Assi (91a) possiamo osservare in sequenza l'aereo di Poli, Fulco Ruffo di Calabria ed infine il Nieuport di Francesco Baracca.