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utilizzo postbellico degli SM.82


Ospite galland

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Circa l’utilizzo postbellico dei trimotori da trasporto Savoia Marchetti SM.82 da parte del SMOM (Sovrano Militare Ordine di Malta) rendo quanto riferito nel dettagliato profilo di tale apparecchio fornito nel IX volume di “Dimensione cielo aerei italiani nella II guerra mondiale” edizioni Bizzarri, Roma, 1976.

Ritengo opportuno data la sottoesposizione che, anche tra gli appassionati, ha lo specifico comparto degli aerei da trasporto una nota di valutazione resa nello steso profilo.

 

"L'SM.82 è giunto in tutti i nostri settori operativi portando i carichi più disparati e lenendo non poco le gravi manchevolezze via via affioranti nel nostro apparato bellico. Si può affermare che se non fosse stato concepito per la Regia Aeronautica un aereo da trasporto delle caratteristiche e della polivalenza dell'SM.82, la nostra guerra sarebbe stata ancora più difficile e disperata. Onore all'aereo e onore agli equipaggi dei Servizi Aerei Speciali che volarono insieme, oltre al dovere e compagna la gloria, verso orizzonti immensi. [...]

In conseguenza del Trattato di Pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 lo Stormo Notturno deve innanzitutto provvedere a salvare i propri aerei da trasporto che sono sovrabbondanti rispetto al numero stabilito. Ciò non dipende da eventuali severi controlli delle Potenze vincitrici... ma da un gruppo economico italiano che ha messo gli occhi sugli SM.82 per acquistarli come surplus dall'Aeronautica Militare a bassissimo prezzo ed impiegarli quindi in un'attività molto proficua ovvero il trasporto di prodotti ortofrutticoli in Gran Bretagna!

In un primo momento il gen. Mario Ajmone-Cat, Capo di Stato Maggiore, cade nell'inganno tesogli e dà un parere di massima favorevole all'alienazione degli SM.82 sennonché si reca a conferire da lui il comandante dello Stormo Notturno, ten.col. Ercole Savi, che si fa portavoce del malcontento serpeggiante a Guidonia fra equipaggi e specialisti che rischiano di trovarsi senza aerei da un giorno all'altro, dopo averli amorevolmente curati specie nei difficilissimi mesi della co-belligeranza. La tesi della conservazione all'Aeronautica Militare è caldeggiata anche da un settore della stampa ed è vigorosamente appoggiata dai paracadutisti che altrimenti si vedrebbero privati della possibilità di lancio. Alla fine Ajmone-Cat personalmente «inventa» la soluzione con il passaggio degli aerei contesi al Sovrano Militare Ordine di Malta che li impiega in compiti umanitari, come il trasporto di feriti a Lourdes, fino a quando non si placano le acque anche di questo stranissimo episodio."

In termini simili l'utilizzo di questi aerei viene reso da Baldassarre Catalanotto, altra chiara firma del giornalismo aeronautico italiano, nella Sua monografia edita da “Bancarella Aeronautica.

Modificato da galland
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