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GEORGIA - Topic Ufficiale


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La Russia garantirà l'accesso degli aiuti umanitari nell'Ossezia del sud ed è "disponibile" a una missione di polizia internazionale dell'Ue. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini al termine del colloquio a Mosca con il collega russo Serghei Lavrov, definendo ciò un "discreto risultato". "Gli aiuti - ha detto Frattini - costituiscono per l'Italia e per i paesi europei un problema rispetto al quale non si possono porre condizioni".

 

"La federazione russa non solo non contrasterà, ma anzi favorirà l'ingresso di aiuti umanitari nel territorio dell'Ossezia del sud", ha riferito Frattini che si è "rallegrato" della posizione adottata dalla Russia.

Al termine dell'incontro il capo della diplomazia italiana ha precisato che nel vertice di Avignone, in programma venerdì e sabato, i ministri degli Esteri dell'Ue decideranno "i termini" del contributo europeo alla missione internazionale. Infatti se per quanto riguarda la missione internazionale dell'Osce c'è già una decisione, Frattini ha ricordato che questa non esiste invece per il contributo che a essa dovrebbero apportare le forze Ue con compiti di polizia.

 

Per Frattini, è stata "la voce equilibrata" con cui i Ventisette hanno parlato all'ultimo summit a Bruxelles che ha consentito alla Federazione Russa di dire che "sull'aiuto umanitario non ci saranno ostacoli anche ad entrare in Ossezia del sud". Qualcosa che, ha osservato Frattini, non era mai stato detto in modo esplicito finora.

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AVIGNONE - I ministri degli Esteri dell'Ue hanno raggiunto oggi "un accordo politico" sull'avvio di una missione Ue in Georgia che includerà anche compiti di polizia civile e che sarà dispiegata auspicabilmente entro la fine del mese. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini subito dopo la conclusione del Consiglio informale ad Avignone.

 

Il titolare della Farnesina ha spiegato che l'adozione ufficiale dell'iniziativa sarà adottata il prossimo 15 settembre al Consiglio Affari regionali e relazioni esterne dell'Ue in programma a Bruxelles. Frattini ha poi specificato che la forza di polizia dell'Unione Europea sarà composta di 150-200 uomini che si dispiegheranno prima in territorio georgiano e poi nella zona di sicurezza temporanea tra la Georgia ed il confine amministrativo dell'Ossezia del Sud.

 

Sulle forze che comporranno la missione, il ministro ha citato ad esempio la Gendarmeria francese ed i Carabinieri italiani.

 

Fonte: ANSA.it

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CASTELLO DI MAINDORF (RUSSIA) - Il presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno della Ue, ha annunciato, terminati i colloqui della Troika Ue con il presidente russo Medvedev, che le forze russe si ritireranno completamente dal territorio georgiano entro un mese*.

 

Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha precisato che il ritiro sarà completato dieci giorni dopo il dispiegamento degli osservatori internazionali. Medvedev ha poi annunciato che il 15 ottobre a Ginevra comincerà un "dibattito internazionale" sull'Ossezia del sud e sull'Abkhazia.

 

Fonte: ANSA.it

 

* Prima che il solito picpus sproloqui sperticandosi in iperboliche lodi al sig. Bruni, vaneggiando poi sulla puissance francaise in campo diplomatico internazionale è bene precisare che quando dicono che "la Russia si ritirerà dalla Georgia" vuol dire che si ritirerà da quello che i Russi hanno deciso essere la Georgia e questo non comprende Abkhazia ed Ossezia... Insomma: nulla di trascendentale.

Modificato da Thunderalex
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Entro un mese il ritiro russo dalla Georgia, in arrivo 200 osservatori Ue

 

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Sorrisi soddisfatti, la firma di un accordo che sancisce il ritiro delle truppe russe dal territorio propriamente georgiano entro un mese: ma anche qualche dispetto orchestrato dal protocollo del Cremlino ai rappresentanti Ue, un rinvio a momenti migliori del cruciale problema dello status delle repubbliche secessioniste georgiane di Ankhazia e Ossezia del sud, anzi una sorta di avallo dell'influenza russa su quelle zone, dove i militari russi rimarranno.

 

E' una vittoria a metà il risultato del negoziato odierno al Castello di Maindorf, suggestiva residenza del Cremlino vicino a Mosca, fra il presidente russo Dmitri Medvedev e una troika Ue guidata dal presidente francese e di turno dell’Ue, Nicolas Sarkozy, con il presidente della commissione europea Jose' Manuel Barroso e l'alto commissario per la politica estera e di sicurezza europea Javier Solana.

 

L'Ue ha strappato a Mosca tempi e modi del ritiro, ma non si è negoziato sul riconoscimento russo dell'indipendenza. La bandiera europea è stata a lungo assente dal palco della conferenza stampa, dove c'erano due soli leggii per i capi di Stato: il protocollo russo avrebbe voluto dare alla visita un carattere bilaterale. Poi, col prolungarsi del negoziato – in tutto quattro ore, tre oltre il previsto - le stelle europee

hanno fatto la loro comparsa. A Barroso è stato concesso di affiancare in silenzio Sarkozy, mentre Solana sedeva in tribuna.

 

Sarkozy ha presentato come una vittoria dell'Ue, "potente attore internazionale di pace" nella crisi caucasica, l'accordo odierno, che precisa i punti vaghi o controversi di quello del 12 agosto: "Se tutto andrà come deve, in poco più di un mese avrà fine un conflitto che avrebbe essere potuto molto più devastante in termini di sofferenze e di perdita di vite umane". E i negoziati di Nizza sull'accordo di partnership con Mosca, rinviati per la crisi in Caucaso, potranno riprendere a ottobre.

 

Le date sono nero su bianco: entro una settimana spariranno i punti di controllo russi fra il porto georgiano di Poti e la citta' di Senaki, ed entro un mese il ritiro dei russi dal territorio georgiano - tranne che in Ossezia del sud e Abkhazia - sarà completato. Nel frattempo l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa riprenderà la sua missione di osservazione, sostituendo le forze russe nelle cosiddette zone di interposizione e con la possibilita' di varcare i confini abkhazo e sudosseto; dal primo ottobre, l'Osce sarà affiancata da 200 osservatori dell'Ue, il cui numero potrà aumentare se necessario.

 

Il 15 ottobre a Ginevra aprirà un negoziato internazionale sul futuro delle due repubbliche secessioniste. E Sarkozy ha detto di aver consegnato a Medvedev una lettera del presidente georgiano Mikhail Saakashvili, che si impegna a evitare il ricorso alla forza contro Abkhazia e Ossezia del sud. Medvedev al riguardo ha citato una "garanzia francese".

 

Medvedev ha sottolineato che per Mosca il riconoscimento di Abkhazia e Ossezia è "irreversibile", e la comunità internazionale, Europa compresa, dovrà prima o poi prendere atto della nuova realtà. Sarkozy ha risposto con un piccato ringraziamento al leader del Cremlino per "essersi fatto portavoce dell'Ue", e ha ribadito la posizione europea contraria alla secessione delle due repubbliche: "Se stiamo parlando di un dibattito che dovrà iniziare a Ginevra il 15 ottobre, significa che qualcosa da discutere c'e"'.

 

Medvedev ha rincarato le critiche per la "scarsa comprensione europea sugli avvenimenti, in particolare su chi sia stato l'aggressore". Ancora pronto il francese, che ha notato come la risoluzione europea parli di "reazione russa spropositata. Reazione: quindi prima c'è stata una azione".

 

Subito dopo essere stato a Mosca, Sarkozy - con la delegazione Ue - si è recato in Georgia per incontrare il presidente. Al termine del colloquio Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili ha definito "un passo avanti" l'accordo raggiunto fra il presidente russo Dmitri Medvedev e la delegazione Ue: "Penso che stasera sia stato fatto un passo avanti, un passo avanti verso la totale attuazione dei sei punti negoziati dal presidente Sarkozy il 12 agosto", ha detto dopo un incontro con Sarkozy a Tbilisi.

 

Sarkozy ha detto che se Mosca non si ritirerà entro il 15 ottobre l'Unione europea tratta le sue conseguenze.

 

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E' vero, nulla di trascendentale, ma comunque Sarcozy mi sta rendendo orgoglioso di essere europeo.

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MOSCA - Un contingente totale di 7.600 uomini e basi militari in Ossezia del Sud e Abkhazia per "evitare il ripetersi di aggressioni da parte georgiana". L'annuncio del massiccio dispiegamento di forze russe nelle due repubbliche separatiste arriva dal Cremlino all'indomani della visita del presidente francese Sarkozy, ieri a colloquio con il presidente Medvedev.

 

Il leader del Cremlino spiega di aver chiesto al ministro della Difesa di definire, in seguito alla richiesta dei leader delle due repubbliche, "come organizzare la presenza delle truppe russe e di nostre basi militari". Mosca stabilisce anche relazioni diplomatiche con Ossezia del Sud e Abkhazia, e contemporaneamente, annuncia sempre Medvedev, "verranno avviate azioni per firmare accordi per l'amicizia, la cooperazione e l'assistenza reciproci".

 

Nelle due repubbliche ci sarà un contingente totale, quindi, di 7.600 uomini, nettamente superiore a quello presente prima degli scontri con la Georgia dello scorso mese, quando la Russia aveva una forza di peacekeeping di mille uomini in Ossezia del Sud e 2.500 in Abkhazia. Ora quasi quattromila unità, ha annunciato il ministro della Difesa Anatoly Serdyukov, faranno base a Dzhava e a Tskhinvali, in Ossezia del Sud, mentre il resto delle truppe in Abkhazia "staranno dove c'era il nostro contingente di pace ma in futuro dovremo definire posti concreti dove sistemarle".

 

Riguardo alla presenza di osservatori internazionali in Georgia, voluta dall'Unione europea, il presidente russo ha detto che saranno i benvenuti: "Spero che come minimo questo impedirà al regime militare georgiano di commettere azioni idiote" ha aggiunto durante il colloquio con il ministro della Difesa Serdyukov secondo quanto ha riferito un portavoce del Cremlino.

 

Intanto è cominciato il ritiro delle truppe di Mosca dal territorio georgiano (escluse Ossezia del Sud e Abkhazia). Un portavoce del ministero dell'Interno di Tblisi, Shota Utiashvili, ha reso noto che le unità russe si sono ritirate dal villaggio di Ganmukhuri, vicino al confine con l'Abkhazia. "E' il primo segno di ritiro dalla zona cuscinetto, secondo quanto previsto dall'accordo di ieri", ha aggiunto il portavoce georgiano.

 

repubblica.it

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Acc... sono stato vittima della censura. Pardon.

 

Comunque, nel frattempo "La comunità internazionale è unita nel deplorare le azioni militari della Russia e nel condannare i tentativi unilaterali e illegittimi di alterare con le armi i confini della Georgia". Lo ha detto il vice presidente degli Stati Uniti Dick Cheney in una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi seguita al colloquio tra i due dopo gli ordini di oggi del presidente russo Dmitri Medvedev di creare basi militari russe in Ossezia del Sud e Abkhazia.

 

Dal canto suo il nostro Presidente Giorgio Napolitano ha dichiarato in una conferenza stampa che si è svolta alla presenza del presidente della Repubblica finlandese Tarja Halonen: "A mio avviso è assolutamente chiaro che non potranno essere prese a cuor leggero dalla Russia altre decisioni lesive dell'indipendenza di Stati vicini ai suoi confini", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Napolitano ha sottolineato che la posizione assunta dall'Italia nella crisi russo-georgiana non fa rilevare "nessuna contrapposizione con altri partner europei". I rapporti tra Italia e Russia, ha concluso, "non sono diversi da quelli della Russia con altri Stati europei, non sono rapporti personali, sia chiaro, ma fra Stati e governo, rapporti che non impediscono all'Italia di esprimere le sue posizioni di dissenso rispetto alle decisioni della Russia".

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Eccovi il link ad un altro articolo (testo + video):

 

http://www.euronews.net/it/article/09/09/2...a-step-forward/

 

 

Tra i pochi punti da salvare di questa giornata, a mio avviso "nera", da paragonare alla Conferenza di Monaco del 1938, la seguente dichiarazione di Sarkozy:

 

"...Dopo di che i rappresentanti europei sono volati a Tiblisi per discuterne con presidente georgiano Mikheil Saakashvili. “Nessun Paese – ha detto Nicolas Sarkozy – ha il diritto di ridefinire le frontiere di un vicino, membro dell’Onu. Dunque, Signor Saakashvili, non c‘è ambiguità. C‘è un disaccordo tra Unione europea e i russi su questo punto...".

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Eccovi il link ad un altro articolo (testo + video):

 

http://www.euronews.net/it/article/09/09/2...a-step-forward/

Tra i pochi punti da salvare di questa giornata, a mio avviso "nera", da paragonare alla Conferenza di Monaco del 1938, la seguente dichiarazione di Sarkozy:

 

"...Dopo di che i rappresentanti europei sono volati a Tiblisi per discuterne con presidente georgiano Mikheil Saakashvili. “Nessun Paese – ha detto Nicolas Sarkozy – ha il diritto di ridefinire le frontiere di un vicino, membro dell’Onu. Dunque, Signor Saakashvili, non c‘è ambiguità. C‘è un disaccordo tra Unione europea e i russi su questo punto...".

 

 

Però non è giusto, signori moderatori!! Lui mi provoca! :rolleyes:

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Eccovi il resoconto dell'incontro o, meglio sarebbe dire, dello scontro, tra Sarkozy e Medvedev, al link che segue:

 

http://www.lefigaro.fr/international/2008/...iscussions-.php

 

 

P.S. Santa Rosalia (patrona di Palermo) :adorazione: gliela metti una buona parola con Sant'Agata (patrona di Catania) :adorazione: , perché dia una regolata ai suoi fedeli!!! :D

 

 

EDIT

 

 

Traduzione in italiano, dell'articolo del quotidiano francese "Le Figaro".

 

 

 

Russia: Sarkozy è stato sul punto di lasciare la tavola delle discussioni.

 

 

"Ce ne andiamo. Questo non è negoziabile", avrebbe detto il presidente francese ai negoziatori

 

russi, secondo molte fonti, che rivelano i retroscena di una discussione agitata.

 

 

Sono quattro ore che le delegazioni russe ed europee discutono a Mosca, lunedì, dell'applicazione

 

dell'accordo di pace in Georgia firmato in agosto, quando l'incidente si verifica. Il presidente

 

Medvedev si è allontanato, ma i negoziatori russi annunciano che desiderano eliminare una parte

 

dell'accordo che stipula che le loro forze debbano ritirarsi "sulle loro posizioni precedenti all'inizio

 

delle ostilità".

 

 

Congestione di Nicolas Sarkozy. Secondo molte fonti, il capo dello Stato si alza e dice "ce ne

 

andiamo. Questo non è negoziabile, non possiamo accettare l'invasione di un paese indipendente".

 

Ed aggiunge: "il ritiro delle forze russe sulle loro posizioni del 7 agosto, è la nostra linea rossa".

 

 

La delegazione russa va allora a cercare Dmitri Medvedev che "invita alla calma". La discussione

 

può riprendere. E la delegazione europea annuncia alla fine della notte che ha ottenuto dai russi

 

l'impegno al ritiro delle loro truppe della Georgia entro un mese. Esse resteranno in compenso

 

stazionate nelle province autonomiste georgiane dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia.

 

 

 

L'Ue pronta "a trarre tutte le conseguenze"

 

 

Nicolas Sarkozy e la delegazione europea, condotta dal presidente della Commissione Jose Manuel

 

Barroso, sono partiti da Mosca nella notte per la capitale della Georgia, Tbilisi. Vi hanno ribadito il

 

loro sostegno al presidente Saakachvili. "La Georgia può contare sulla solidarietà e l'impegno

 

determinato dell' Unione europea in queste ore difficili".

 

 

"L'Unione europea ed i suoi 27 Stati membri, le sue istituzioni, parlano ed agiscono in modo fermo,

 

unito", ha garantito Jose Manuel Barroso, precisando che 200 osservatori dell'Ue saranno dispiegati

 

in Georgia da qui al 1° ottobre, "nel quadro dei mandati dell'OSCE e della Monug (Missione delle

 

Nazioni Unite in Georgia, nota)".

 

 

E Nicolas Sarkozy avverte: "Il 15 ottobre, non ci deve essere un solo soldato russo che sia su

 

posizioni che non erano quelle dove (le truppe) si trovavano prima del 7 agosto. O ciò è fatto ed in

 

questo caso ciascuno ha rispettato la sua parola, o ciò non è fatto ed allora cinque giorni più tardi,

 

l'Europa ne trarrà le conseguenze". Altra promessa, quella di una "conferenza dei donatori" per

 

aiutare la Georgia, che dovrebbe tenersi "in ottobre", sotto l'egida in particolare del FMI e della

 

Banca Mondiale.

 

 

Da parte sua, il presidente Saakachvili ha firmato una lettera nella quale ribadisce il "suo impegno

 

a rispettare l'accordo" del mese di agosto che esclude il ricorso alla forza, condizione posta da

 

Mosca per il ritiro delle sue truppe del territorio georgiano.

Modificato da picpus
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Da qualche parte ho letto che i russi hanno respinto un convoglio umanitario della UE diretto in Georgia. Qualcuno ne sa di più?

 

http://www.usatoday.com/news/world/2008-09...a-convoys_N.htm

http://www.iht.com/articles/ap/2008/09/08/...rgia-Russia.php

http://www.foxnews.com/story/0,2933,418491,00.html

 

...e molti altri...

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Buongiorno tutti,

IlSole24Ore: L'opposizione georgiana attacca Saakashvili: «Una guerra dalle conseguenze catastrofiche»

...

La "Nuova Destra" contro

Martedì scorso, David Gamkrelidze, il leader del partito di opposizione "Nuova destra" – che rappresenta una parte della comunità degli affari georgiana – ha rotto la moratoria politica dell'opposizione parlamentare, chiedendo le dimissioni di Saakashvili e del governo e la convocazione di nuove elezioni presidenziali e parlamentari. Ha detto, secondo quanto si legge in un dispaccio dell'agenzia russa "Interfax", che «la causa della pesante situazione del Paese risiede nella decisione personale del presidente Saakashvili di bombardare Tskhinvali e assalirla (…) cadendo nella trappola per topi tesa dalla Russia e della quale il presidente era stato avvertito da USA, Europa e dalla stessa società civile georgiana. Tuttavia non ha dato ascolto alla ragione e prendendo l'irresponsabile decisione del bombardamento di Tskhivali, ha fatto sì che noi perdessimo gli stessi territori che prima controllavamo», cioè aree sud-ossetine e abkhaze presso i confini delle due repubbliche separatiste.

Gamkrelidze ha detto di voler convocare al più presto una riunione degli altri partiti d'opposizione per elaborare un piano d'azione comune «nelle condizioni attuali». Anche se è consapevole che questo lo farà dichiarare "nemico" dai mezzi di comunicazione controllati dal potere.

...

 

Saluti,

Bugger

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ROMA - Torna ad animarsi la tensione tra Russia e Georgia. Mentre a Bruxelles si continua a guardare con soddisfazione agli esiti della missione compiuta nei due Paesi dal presidente di turno dell'Ue, Nicolas Sarkozy, dalla Russia arriva una doccia fredda: per Mosca, "non ha alcun significato" la firma a Tbilisi del documento in cui si afferma che gli osservatori dell'Unione europea verrebbero dispiegati nel territorio dell'Ossezia del sud e in Abkhazia. Lo afferma il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, contraddicendo di fatto l'Eliseo. Ma non è tutto. Il Cremlino minaccia di puntare missili contro obiettivi strategici Usa nell'Europa centrale, compresi i siti per lo 'scudo' in Polonia e Repubblica Ceca.

 

E Tbilisi smentisce se stessa: il ritiro delle forze armate russe dal territorio georgiano non è mai iniziato. Inoltre, un poliziotto georgiano è stato ucciso dagli spari provenienti da una postazione russa all'ingresso della zona cuscinetto attorno all'Ossezia del sud. Come spiega un portavoce del ministero dell'Interno di Tblisi, "un posto di polizia georgiano si è trovato sotto il fuoco di un checkpoint russo a Karateli. I russi hanno sparato per due volte". E hanno colpito l'agente, morto in ospedale. Il portavoce ha spiegato che la vittima era di guardia a una postazione ad alcune centinaia di metri dal checkpoint: "I russi hanno detto che ad aprire il fuoco sono stati miliziani dell'Ossezia e hanno promesso un'inchiesta".

 

Momento delicato. Questo incidente arriva in un momento delicato nel processo di pacificazione tra Mosca e Tbilisi. Ieri le forze armate russe hanno iniziato a ritirarsi dal territorio georgiano e avviato lo smantellamento di una postazione nella Georgia occidentale, previsto dagli impegni assunti lunedì a Mosca dal presidente Dmitry Medvedev con il collega francese Sarkozy.

 

 

La smentita. Ma la Georgia ha smentito le notizie diffuse ieri da fonti dello stesso governo di Tbilisi: il ritiro dei russi non è mai iniziato. La notizia era stata confermata dal capo del consiglio di sicurezza georgiano Alexander Lomaia: "I russi si sono ritirati dalle postazioni nella città di Ganmukhuri", nei pressi del confine con l'Abkhazia, aveva detto, aggiungendo però che hanno lasciato nei pressi della cittadina 3-4 blindati e alcune dozzine di truppe.

 

La doccia fredda di Mosca. Sempre in tema di smentite, arriva quella, clamorosa, di Mosca: gli osservatori Ue - afferma il ministro degli Esteri Lavrov, contraddicendo di fatto l'Eliseo - non avranno il diritto di accedere alle regioni separatiste georgiane dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. Tutto l'opposto rispetto all'annuncio fatto da Sarkozy al termine dell'incontro di lunedì con Medvedev.

 

continua

 

http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/e...poliziotto.html

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Venezuela: giunti bombardieri russi

Il ministero della Difesa: compiranno voli di addestramento

 

(ANSA) - MOSCA, 10 SET - Due bombardieri russi strategici a lungo raggio, Tu-160, sono atterrati oggi all'aeroporto militare di Libertador, in Venezuela. Compiranno ''voli di addestramento'' nella zona, riferisce una fonte del ministero della Difesa russo. L'agenzia Ria precisa che i due bombardieri rimarranno in Venezuela alcuni giorni per voli di addestramento in acque internazionali, prima di fare rientro in Russia.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//t..._110266232.html

 

RIA Novosti (in inglese):

http://en.rian.ru/russia/20080910/116695660.html

Modificato da Siberia
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Venezuela: giunti bombardieri russi

Il ministero della Difesa: compiranno voli di addestramento

 

(ANSA) - MOSCA, 10 SET - Due bombardieri russi strategici a lungo raggio, Tu-160, sono atterrati oggi all'aeroporto militare di Libertador, in Venezuela. Compiranno ''voli di addestramento'' nella zona, riferisce una fonte del ministero della Difesa russo. L'agenzia Ria precisa che i due bombardieri rimarranno in Venezuela alcuni giorni per voli di addestramento in acque internazionali, prima di fare rientro in Russia.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//t..._110266232.html

 

RIA Novosti (in inglese):

http://en.rian.ru/russia/20080910/116695660.html

 

Intendi dire che si tratta di una "velata" minaccia all'Occidente? Altrimenti o è OT o è un abile maniera per aggirare il divieto di fare bagarre in questo topic... :rolleyes: Comunque bravo!

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Intendi dire che si tratta di una "velata" minaccia all'Occidente? Altrimenti o è OT o è un abile maniera per aggirare il divieto di fare bagarre in questo topic... :rolleyes: Comunque bravo!

Non e' velata. E' un avvertimento: "Voi entrate nella nostra pozzanghera (Mar Nero), e noi nella vostra (Golfo di Messico)". :D

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Venezuela: giunti bombardieri russi

Il ministero della Difesa: compiranno voli di addestramento

 

(ANSA) - MOSCA, 10 SET - Due bombardieri russi strategici a lungo raggio, Tu-160, sono atterrati oggi all'aeroporto militare di Libertador, in Venezuela. Compiranno ''voli di addestramento'' nella zona, riferisce una fonte del ministero della Difesa russo. L'agenzia Ria precisa che i due bombardieri rimarranno in Venezuela alcuni giorni per voli di addestramento in acque internazionali, prima di fare rientro in Russia.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//t..._110266232.html

 

RIA Novosti (in inglese):

http://en.rian.ru/russia/20080910/116695660.html

No, Thunderalex, non penso che sia né OT, né intento polemico, ma solo per rispondere a quanto era evidenziato in grassetto, nell'articolo riportato al post al seguente link:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=172861 (messaggio n° 770)

 

e che riporto di seguito:

 

"Last but not least, ha messo in luce inefficienze non marginali del suo dispositivo militare. Quattro suoi aerei da combattimento sono stati abbattuti dai missili infrarosso spallabili georgiani di fornitura ucraina, fra i quali un bombardiere bisonico Tu 22 pilotato – scrive Aviation Week - da un colonnello istruttore di 50 anni prelevato in tutta fretta da una scuola di volo dell’Aeronautica, piccolo banale segno di pezze organiche e organizzative messe in fretta e furia. I carri russi che si ritiravano dalla Georgia sono stati fotografati arrancare i passi caucasici sui propri cingoli anziché sui ruotati trasportatori come si usa in tutte le migliori famiglie di corazzati."

 

Evidentemente, ora, i russi hanno trovato i piloti che cercavano disperatamente l'altra volta.

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Esatto. I Tu-160 sono stati portati in Venezuela in grandi scatoloni di naftalina con i cargo portacontainer cinesi noleggiati dalle forze armate russe. :rotfl:

 

P.S. Ah! Dimenticavo. Il pilota di Tu-160 e' uno solo - ottantenne veterano di WWII che sa pilotare solo un IL-2. Era in una piccola scatoletta di naftalina anche lui. ;)

Modificato da Siberia
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Dal link: http://www.loccidentale.it/articolo/missio...oncreti.0057514

 

riporto un interessante articolo di approfondimento.

 

 

Da Sarkò un segno di discontinuità

 

Con la crisi del Caucaso crolla il mito dell’Europa "potenza civile"

 

di Michele Marchi - 9 Settembre 2008

 

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Sarkozy è tornato, per la seconda volta in meno di un mese, a fare la spola tra Mosca e Tbilisi ed è rientrato con una serie di risultati. La promessa di ritiro, entro una settimana, degli ultimi posti di controllo dell’esercito russo dalla Georgia, quello entro un mese delle truppe di Mosca dalle aree cuscinetto tra Ossezia e Georgia, il dispiegamento di una missione di polizia europea, una conferenza per discutere la situazione dell’area a livello internazionale prevista a Ginevra il 15 ottobre prossimo e l’impegno formale di Saakachvili a rispettare l’accordo di agosto.

 

La missione è stata un successo? Si tratta di risultati sufficienti? Si poteva ottenere di più? Il bicchiere risulta inevitabilmente mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda del punto di vista dal quale lo si osservi. Medvedev ha accettato di sedersi attorno ad un tavolo a Ginevra il 15 ottobre prossimo, ma ha già annunciato che sullo status di Abkhazia e Ossezia sarà l’Europa a doversi adeguare. D’altra parte ottenere il dispiegamento di personale Ue, e non Ocse come Mosca avrebbe preferito, è certamente un buon colpo messo a segno da Sarkozy. Fonti interne alla diplomazia francese hanno inoltre testimoniato la fermezza del presidente francese, il quale avrebbe addirittura minacciato di abbandonare il tavolo delle trattative di fronte alle reticenze di Mosca riguardo al ritiro sulle posizioni precedenti al 7 agosto.

 

Ci si potrebbe lungamente dilungare su questo punto, dividendosi tra euro-entusiasti ed euro-delusi ma è pura miopia fingere di non accorgersi che, rispetto ai “chiari di luna” ai quali l’Unione europea ci ha abituati (guerre balcaniche e guerra in Iraq sono solo due dei fallimentari exploit del recente passato), le iniziative del 12 e 13 agosto e del 1, 5-6 e 8 settembre segnano una discontinuità positiva rispetto al passato fatto di inerzie e rotture. Proprio a tal proposito può essere utile tracciare un primo bilancio della crisi russo-georgiana di questa fine estate 2008, osservandola dal punto di vista delle ricadute di politica comunitaria.

 

Innanzitutto la crisi del Caucaso ha direttamente riportato l’attenzione sulla necessità che si arrivi al più presto alla ratifica e all’applicazione del Trattato di Lisbona. Si è più volte sottolineato di come le cose sarebbero state più difficili se al posto di Sarkozy la presidenza di turno fosse esercitata da un Paese minore. Peraltro tra circa tre mesi scatterà il semestre della Repubblica Ceca e nel rapportarsi a Mosca l’Ue potrebbe mostrare qualche difficoltà in più. Sempre a proposito delle innovazioni che il Trattato dovrebbe apportare, proprio nella missione dell’8 settembre si è verificato un incidente tanto simbolico quanto imbarazzante, ma che ben fotografa l’attuale situazione. Il Cremlino ha protestato ufficialmente per la presenza della bandiera europea accanto a quella russa e ha cercato di tramutare l’incontro in un bilaterale Russia-Francia. In aggiunta Solana e Barroso sono stati relegati ad assistere alla conferenza stampa tra le file del pubblico. Ecco allora che ratificare Lisbona diventa condizione necessaria ma non sufficiente. Altrettanto indispensabile sarà scegliere leader forti, ma soprattutto autorevoli e sostenuti dai principali Paesi (Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Spagna e Polonia). Presidente dell’Ue e Alto Rappresentante, se simboli di competenza ed autorevolezza in ambito internazionale, si tramuteranno in un valore aggiunto per le singole diplomazie nazionali, ben lungi dal volerle sostituire.

 

Il secondo punto sul quale la crisi russo-georgiana apporta alcune importanti chiarificazioni riguarda il rapporto euro-atlantico. Il cambio di leadership in Italia e il virage della politica estera francese (Nato, Afghanistan) hanno ri-compattato l’Occidente euro-atlantico. La situazione attuale vede un obiettivo e fisiologico vuoto di potere da parte statunitense, causato dalla assorbente fase conclusiva della campagna presidenziale. Il prossimo Presidente Usa potrà però ripartire potendo gestire un prezioso capitale di unità e coerenza di vedute all’interno del fronte occidentale. Anche nei momenti di massima tensione della crisi non si è mai avuta l’impressione che Washington, Bruxelles e le principali cancellerie europee parlassero lingue diverse.

 

Terzo punto decisivo: l’affaire caucasico rende ancora più necessaria un’accelerazione nel percorso di costruzione di una difesa comune europea. Come ha più volte ricordato Sarkozy, un maggiore impegno francese all’interno della Nato è la chiave per ottenere da Washington il via libera per un migliore coordinamento europeo in materia di difesa. In un Occidente sempre più unito, l’Europa della difesa si inserisce come valore aggiunto accanto alla Nato e non di certo come possibile elemento di competizione. All’appello mancano però un impegno forte della Gran Bretagna, con la Francia massimo investitore europeo in materia di difesa, e della Germania, pronta a lasciare definitivamente il suo limbo di gigante economico ma di nano a livello militare. Peraltro il dispiegamento di una coerente politica difesa potrebbe contribuire a rassicurare ulteriormente i Paesi dell’ex blocco sovietico entrati nell’Ue con l’allargamento del 2004. Come ha giustamente ricordato Stefano Silvestri, direttore dell’Istituto Affari Internazionali, proprio la crisi georgiana ha mostrato i rischi ai quali si sottopone l’Alleanza Atlantica, quando a Washington siede un presidente in fine mandato.

 

Infine le vicende dell’agosto caucasico dovrebbero imporre all’attenzione dell’Ue una riflessione seria e delle decisioni di conseguenza il più possibile definitive sui propri confini. Con che tipo di credibilità l’Unione può sedersi ad un tavolo negoziale con Mosca presentandosi come entità in perenne mutamento territoriale e addirittura facendo sfoggio di un principio identitario che fa dell’allargamento costante il suo tratto distintivo?

 

In sostanza, questa “calda estate” ha definitivamente strappato il velo di ipocrisia della cosiddetta “Europa potenza civile”, dove “civile” è in realtà troppo spesso sinonimo di inerte ed immobile. Dall’alto della teoria, l’Unione è scesa sulla terra dei complicati contenziosi diplomatici e ha scoperto che “fare politica” significa, almeno qualche volta, prendere iniziative e correre qualche rischio. L’Ue è ora a metà del guado: saprà attraversare il fiume delle utopie e dei falsi moralismi per iniziare una storia nuova, fatta di progressivo protagonismo internazionale e concretezza decisionale?

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MOSCA - Indipendenza? No, grazie. Vogliamo far parte dalla Grande Madre Russia. Appena proclamata l'indipendenza, riconosciuta il 26 agosto solo da Mosca, l'Ossezia del sud ha cambiato idea e ha deciso di unirsi con i fratelli della Repubblica autonoma russa dell'Ossezia del nord-Alania ed entrare insieme a far parte della Federazione russa. Lo ha dichiarato il presidente sudosseto Eduard Kokoity citato dall'agenzia di stampa russa Interfax. «Non vogliamo creare un’Ossezia indipendente, perché così vuole la storia», ha affermato Kokoity a un convegno di politica estera organizzato dal Cremlino a Soci, sul mar Nero, città che opsiterà i Giochi olimpici invernali del 2014.

 

ABKHAZIA - Invece l'Abkhazia sembra che voglia restare indipendente, ma la Russia sarà il «garante tramite un patto militare che sarà firmato molto presto, subito dopo un grande accordo di collaborazione simile a quello tra Usa e Taiwan». Lo ha dichiarato sempre a Soci il presidente abkhazo Sergei Bagapsh. «Avremo forze militari dislocate in numero sufficiente per essere sicuri che non ci saranno nuove aggressioni, genocidi, azioni di forza».

 

«UCRAINA CI È OSTILE» - Intanto la Russia ha denunciato l'atteggiamento dell'Ucraina nel recente conflitto in Georgia, definendo «ostile» la politica perseguita dalle autorità di Kiev nei confronti di Mosca. «Da parte ucraina non si sono sentite parole di pietà o compassione per la morte dei civili a Tskhinvali o dei nostri soldati in missione di pace. Al contrario il presidente ucraino ha cercato di incolpare la Russia della carneficina». Il Cremlino inoltre accusa Kiev di aver fornito armi alla Georgia. Lo scorso 27 agosto il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e Olli Rehn, commissario per l'Allargamento dell'Ue, aveva affermto che dopo Sud Ossezia e Abkhazia, Mosca potrebbe avere «altri obiettivi» come «Crimea, Ucraina e Moldavia».

Da Corriere.it

 

Strano, pensavo lasciassero passare più tempo prima di ventilare pubblicamente l'annessione...

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Strano, pensavo lasciassero passare più tempo prima di ventilare pubblicamente l'annessione...

L'ho già detto: la Storia si ripete (e non insegna nulla, purtroppo!)!

 

Vedi link che segue:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=169181 (messaggio n° 523)

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Ospite galland

Ritengo utile segnalare l’uscita, in edicola e libreria del quaderno speciale di Limes – rivista italiana di geopolitica intitolato

 

“RUSSIA CONTRO AMERICA PEGGIO DI PRIMA

La verità sulla guerra in Georgia

Il baseball di Bush e il judo di Putin

Che cosa resta dell’occidente"

 

 

Ecco l’indice degli articoli…

 

Editoriale 7 Il foglio rosa

PARTE I CHE COSA VOGLIONO MOSCA E WASHINGTON

23 Fidor LUK'JANOV - Russia contro America: le poste in gioco di una crisi globale

29 Daniel BENJAMIN - L'America è debole (e la Russia lo sa)

33 Adriano ROCCUCCI - Una Russia forte per un Occidente forte

45 Margherita PAOLINI - Nella partita dei tubi questa mano è di Mosca

53 Fabio MINI - Com'è davvero andata la guerra

67 David SMITH - Dov'era l'America?

73 Konstantin F. ZATULIN - `Nulla sarà più come prima'

PARTE II CHE COSA RESTA DELLA GEORGIA

83 Mikheil SAAKASHVILI - `Ecco come Putin ci ha attaccato'

89 Devi DUMBADZE - Il fantasma del nazionalismo

93 Piero SINATTI - Chi comanda davvero? Gli oscuri connubi tra mafiosi e politici

105 Simona MERLO - La costruzione dell'identità georgiana 121 Mauro DE BONIS - Una guerra annunciata

131 Viatcheslav AVIOUTSKII - Mosca rischia di pagarla cara

137 Maura MORANDI - Tutti uniti dietro Saakashvili, ma per quanto?

143 Giorgi KELAURIDZE - Arrivano i barbari.

PARTE III CHE COSA CAMBIA DENTRO E FUORI L'IMPERO DI PUTIN

149 Orietta MOSCATELLI - Putin, il condottiero ritrovato 157 Aldo FERRARI - La guerra vista in Russia

163 Sergej STARTSEV - Perché noi russi abbiamo perso la guerra dell'informazione

169 Emanuela (.DEL RE - Dal Kosovo al Caucaso e ritorno

177 Paolo MORAWSKI - La Polonia tra America ed Europa

185 Cecilia TOSI - Erevan spera nell'effetto Kosovo

 

 

E quello degli autori…

 

VJATCHESLAV AVIOUTSKII — Ricercatore Ocre-Edc (Observatoire-Centre des Recherches sur l'Entrepreneuriat — Ecole des dirigeants et créateurs d'entreprise), Parigi.

DANIEL BENJA MIN — Direttore del Center on the United States and Europe alla Brookings Institution di Washington.

MAURO DE BONIS — Giornalista, redattore di Limes.

Emanuela C. DEL RE — Esperta di geopolitica e sicurezza, consigliere redazionale di Limes.

DEVI DUMBADZE — Georgiano, ha studiato a Tbilisi e Bochum filosofia e scienze televisive. Si sta specializzando a Bochum in teoria televisiva e storia televisiva della Georgia.

ALDO FERRARI — Insegna lingua e letteratura armena all'Università Ca' Foscari di Venezia. È responsabile dell'Osservatorio Caucaso/Asia Centrale dell'Ispi di Milano e vicepresidente dell'Associazione per lo Studio in Italia dell'Asia Centrale e del Caucaso (Asiac). Nel 2007 ha pubblicato Breve Storia del Caucaso, Carocci, Roma.

GIORGI KELAURIDZE — Esperto di affari internazionali, consigliere del governatore della Regione di Imereti.

SIMONA MERLO — Docente di Storia dell'Europa Orientale, Università Cattolica di Milano.

FABIO MINI — Generale.

MAURA MORANDI — Funzionaria dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) in Georgia, collaboratrice dell'Osservatorio sui Balcani (sezione Caucaso).

PAOLO MORAWSKI— Storico, co-direttore di Pl. it - Rassegna italiana di argomenti polacchi.

ORIETTA MOSCATELLI — Capo desk Nuova Europa dell'Apcom.

FEDOR LUK'JANOV — Direttore di Rossija v global'noj politike.

MARGHERITA PAOLINI — Coordinatrice scientifica di Limes.

ADRIANO ROCCUCCI— Professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Roma Tre, studioso di storia russa.

MIKHEIL SAAKASHVILI — Presidente della Georgia.

PIERO SiNATTl — Esperto di Urss e Russia, collaboratore di Affari Esteri, East, Il Sole24 ore.

DAVID SMITH — Senior Fellow del Potomac Institute for Policy Studies di Washington, direttore del Georgian Security Analysis Center di Tbilisi, giornalista di 24Saati di Tbilisi.

SERGEJ STARTSEV — Direttore dell'agenzia di stampa russa Ria Novosti per l'Italia.

CECILIA Tosi — Giornalista di Left.

KONSTANTIN ZATULIN — Primo vicepresidente del comitato della Duma per la Comunità degli

Stati Indipendenti.

 

 

Ed ecco il link del sito internet della rivista…

 

http://temi.repubblica.it/limes

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