Vai al contenuto

GEORGIA - Topic Ufficiale


Koli

Messaggi raccomandati

Ospite maxtaxi

E tanto per restare in tema...

 

"LA FLOTTA RUSSA NEI CARAIBI"

Da "LA STAMPA" di lunedì 8 settembre 2008

 

"La flotta russa nei Caraibi" Manovre in Venezuela, basi a Cuba, armi in Iran: Putin cerca alleati nuovi e vecchi Retroscena ANNA ZAFESOVA La geografia della seconda guerra fredda Le navi della Nato gettano ancora al largo delle coste georgiane, e la flotta russa salpa verso i Caraibi. Uno dei principi della guerra fredda era la simmetria, occhio per occhio, missile per missile, amici contro nemici. E così quattro navi russe con mille marinai a bordo vengono invitate da Hugo Chavez alle manovre congiunte a novembre, in un avvicina- mento senza precedenti alle coste statunitensi.

 

La guerra in Georgia ha rimescolato le tessere del puzzle internazionale in un mosaico che si sta ricomponendo, qualche volta seguendo tracciati della prima guerra fredda. L`unico Paese oltre la Russia a riconoscere Abkhazia e Ossezia del Sud è stato il Nicaragua di Daniel Ortega, amico di Mosca dai tempi della rivoluzione sandinista. E` la prima capitale a dare solidarietà e stata l`Avana dei fratelli Castro, che poche ore prima era rientrata al centro delle attenzioni del Cremlino: un gruppo di alti dirigenti molto vicini a Putin sono sbarcati nell`isola procla- mando «il ritorno a Cuba», con contratti, prestiti e soprattutto la voglia di riaprire le basi militari per i bombardieri russi. Il primo leader straniero a visitare Mosca dopo la guerra caucasica è stato Bashar Assad, figlio di un vecchio amico dell`Urss, che ha offerto il territorio della Siria per i missili russi «Iskander».

 

Agli alleati storici si aggiungono new entry come appunto il Venezuela diventato nel frattempo «bolivariano» e in cerca di una «alleanza strategica» anti-Usa. Un al- tro alleato inatteso è l`Iran. Non più comunista, il Cremlino sembra non avere pregiudizi per l`Islam militante, e oltre a Hezbollah e Hamas (che hanno sostituito i vecchi alleati della Olp) sponsorizza più o meno esplicitamente Ahmadinejad. Mentre alcuni analisti militari di Mosca fantasticano su basi militari russe in Iran, esperti occidentali come Dough Richardson di «Jane`s» sospettano che l`arma segreta appena testata dagli iraniani, che permetterebbe di bloccare la rotta del petrolio nello stretto di Hormuz, sia un missile avuto dai russi. E il Cremlino, secondo le Izvestia, vorrebbe mandare un team di scienziati nucleari a Teheran, per dar fastidio agli Usa.

 

Alleanze vecchie e nuove, cementate non più dall`ideo- logia, ma da un generico antioccidentalismo insieme a interessi economici, che intrecciano Mosca, Teheran e Caracas in un triangolo che vede gli ayatollah investire petroldollari nei bolivariani e tutti insieme fare shopping di armi al Cremlino. Il sogno di Mosca sarebbe farlo diventare un quadrato includendo Pechino, che però non cede. L`Organizzazione di cooperazione di Shanghai (Russia, Cina e Asia Centrale ex sovietica) non ha condannato la Georgia sostenendo invece la sua integrità territoriale (per i cinesi era come parlare di corda in casa dell`impiccato, con Taiwan, Tibet e Xinjiang) e rifiutandosi di cooptare Ahmadinejad, voluto dai russi.

 

Ma le delusioni maggiori vengono dagli ex sovietici. Per ottenere la solidarietà del bielorusso Lukashenko ci è voluta una settimana di pressioni da Mosca. E i membri del Patto sulla sicurezza collettiva (Russia, Armenia, Uzbekistan, Tagikistan, Kirgizistan, Bielorussia e Kazakhstan), hanno sì rimproverato la Georgia su richiesta moscovita, ma non hanno riconosciuto Abkhazia e Ossezia del Sud. Come nota il commentatore del «New Ti- mes» Vladimir Kolesnikov, «la Russia non riesce a essere un impero soft», mentre la sua presa «hard» è ormai insufficiente. E così gli ex fratelli danno sorprese spiacevoli come il rinvio del supercontratto elettrico che i tagiki dovevano fare con i russi e che ora, sembra, passerebbe ai cinesi, o come l`aumento del prezzo del metano imposto dagli asiatici a Gazprom. Secondo il direttore della rivista «Russia in Global Affairs», Fiodor Lukianov, piuttosto che guidare il nuovo Patto di Varsavia, Mosca «si avvia a un`autonomia strategica, che possiamo anche definire solitudine».

Link al commento
Condividi su altri siti

Georgia, vacilla l'accordo Mosca-Ue

 

russia01G.jpg

A rischio la missione europea.

Il Cremlino: il dispiegamento diegli

osservatori avvenga intorno e non

all'interno delle "repubbliche ribelli"

 

MOSCA

La tregua tiene, i soldati russi hanno lentamente cominciato il ritiro, ma la tensione tra Mosca e l’Occidente resta alta, con i russi determinati a mantenere il controllo nelle regioni separatiste di Ossezia del sud e Abkhazia.

 

La lunga marcia di mediazione avviata da Nicolas Sarkozy non sembra sortire risultati significativa somiglia sempre più a un gioco dell’oca, dove l’Europa si ritrova al punto di partenza. Il presidente di turno dell’Ue, reduce da una missione a nella capitale russa e a Tbilisi, è stato ancora una volta smentito nelle sue certezze da Sergei Lavrov. «Il dispiegamento di nuovi osservatori internazionali - ha precisato stamane il ministro degli esteri russo in un comunicato - dovrà avvenire intorno il Sud Ossezia e l’Abkhazia e non all’interno delle due repubbliche». Ancora una volta, Mosca si attiene alla lettera dell’accordo mentre all’Ue non resta che richiamarsi allo «spirito» della mediazione europea.

 

«La missione - ha detto l’Alto Rappresentante della politica estera, Javier Solana, intervenuto in mattinata all’Europarlamento - sarà dispiegata con lo spirito di poter andare ovunque», incluse quindi le due repubbliche separatiste. A Tbilisi, martedì scorso, Sarkozy aveva ribadito che la missione Ue, che partirà entro il primo ottobre, porterà circa 200 osservatori in quell’area di crisi e «avrà il mandato per entrare in Sud Ossezia e Abkhazia per osservare, riferire e prevenire le cause che producono effetti negativi». La stessa decisione russa di dispiegare 7600 militari in basi militari in SudOssezia e Abkhazia ha spinto il Dipartimento americano di Stato a parlare di «violazione della tregua» mentre un poliziotto georgiano è stato ucciso dagli spari provenienti da una postazione russa all’ingresso della zona cuscinetto attorno all’Ossezia del sud.

 

Ai russi, dal canto loro, non è bastata la partenza dal Mar Nero delle navi da guerra della Nato per allentare la pressione sull’Occidente. Mosca è orientata a puntare missili contro obiettivi strategici statunitensi nell’Europa centrale, compresi i siti in Polonia e Repubblica Ceca destinati allo scudo antimissile statunitense. L’avvertimento è venuto dal generale Nikolai Solovtsov, comandante della Rvsn, le Forze Missilistiche Strategiche Russe, citato dall’agenzia di stampa Interfax. «La Russia», ha sottolineato, «è obbligata ad adottare misure corrispondenti atte a impedire, in qualsiasi circostanza, che il nostro deterrente nucleare risulti sminuito». Il generale ha poi annunciato che entro la fine dell’anno sono in programma quattro diversi test missilistici, compreso uno che riguarderà il nuovissimo "Rs-24", vettore strategico in grado di trasportare testate multiple e indipendenti.

 

lastampatop2.gif

Link al commento
Condividi su altri siti

di pochi minuti fa su skytg24, forse innervosito dalle affermazioni battagliere del governatore dell'Alaska, nonchè aspirante vicepresidente Sarah Palin, Medvedev afferma che ".... l'ingresso della Georgia nella Nato, non gli eviterebbe un'attacco dell'Unione Sovietica"

Tanto per buttare un pò di benzina sul fuoco :blink:

Link al commento
Condividi su altri siti

GEORGIA: MEDVEDEV, ATTACCO POSSIBILE ANCHE SE FACESSE PARTE DELLA NATO

 

Mosca, 12 set. - (Adnkronos) - La Russia non esiterebbe ad attaccare la Georgia, anche nel caso in cui il suo percorso verso l'ingresso nella Nato fosse ben delineato. Lo ha affermato il presidente russo Dmitry Medvedev in un incontro a Mosca nel quale ha paragonato quanto successo l'8 agosto scorso - con l'attacco georgiano nell'Ossezia del sud - agli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti. "Questa data - ha sottolineato - ha definitivamente cambiato la realta' russa", esattamente come il mondo e' cambiato dopo gli attacchi alle Twin Towers.

 

 

http://www.adnkronos.com/IGN/Esteri/?id=1.0.2480326902

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite galland

Riporto da Google news:

 

Medvedev: Attacco a Ossezia per Russia come 11 settembre-punto

"Avrei mandato l'esercito anche se Georgia candidato Nato"

postato 1 giorno fa da APCOM

 

Mosca, 12 set. (Apcom) - Per la Russia l'8 agosto è stato un pò come l'11 settembre per l'America. E Dmitri Medvedev avrebbe inviato le truppe contro l'esercito georgiano anche se Tbilisi avesse già messo un piede dentro la Nato con il Map, il programma di pre-adesione all'Alleanza Atlantica. Il presidente russo ha raccontato oggi la 'sua guerra' al Valdai Forum, gruppo di esperti e giornalisti riunito ogni anno in Russia da Ria Novosti, a cui partecipa anche Apcom. Una guerra che è stata il suo primo, dichiaratamente non facile battesimo da comandante in capo: "non dimenticherò mai quella notte - ha raccontato - decidere anche solo di reagire a un attacco è cosa molto pesante. Tanto più al 95esimo giorno di mandato. Ma abbiam fatto la cosa giusta, non solo non mi vergogno, ne sono orgoglioso".

 

"E' stato detto che per noi l'8 agosto è stato quasi come l'11 settembre per gli Stati Uniti ed è assolutamente un paragone esatto - ha detto Medvedev durante il pranzo organizzato in un sala all'interno dei grandi magazzini Gum, a Mosca - e se l'11 settembre ha insegnato molto al mondo, noi vorremmo che il mondo imparasse da quanto accaduto l'8 agosto", quando l'Ossezia del Sud è stata attaccata dalla Georgia. Se la repubblica caucasica fosse stata già invitata nel Map, precisa, "non avrei esitato un solo istante a prendere la stessa decisione".

 

Oggi, a guerra finita, il giovane presidente russo difende sia le ragioni della guerra che gli interessi della Russia, nello spazio ex sovietico - "dove semplicemente è impossibile che un Paese vada da una parte e uno dall'altra, siamo troppo vicini e interconnessi", ma non solo: "Ci sino altri posti interessanti nel mondo, dove abbiamo relazioni amichevoli e dove se qualcuno vuole migliori legami economici e anche militari certo non diremo di no". Il pensiero va a Venezuela, Siria, Iran, magari Cuba, ma il leader del Cremlino si ferma prima di fare nomi.

 

Pur "inevitabile", si è lamentato Medvedev, questo conflitto gli ha fatto "perdere un mese". Tempo che avrebbe potuto passare ad occuparsi dei dossier che gli stanno più a cuore: lotta alla corruzione, questioni sociali. E soprattutto dell'economia, che - ammette - attraversa un momento di difficoltà. Ieri lo ha ammesso anche Vladimir Putin e come il suo mentore oggi Medvedev punta il dito contro i fattori esterni, "responsabili per il 75%, mentre il 25% è dovuto a nostri problemi, guerra compresa". Il presidente, però, si dichiara "ottimista malgrado le difficoltà", date le potenzialità e le risorse dell'enorme Federazione russa. E conta anche nei prossimi anni il rublo potrà diventare una moneta di riferimento per le riserve di altri Paesi, "anche perchè il dollaro ha mostrato i suoi limiti". Quanto alla crisi dei mercati: "bisogna avere pazienza e 'lavorare-lavorare-lavorare' per trovare soluzioni".

 

Su gran parte degli argomenti passati in rassegna Dmitri Medvedev non si è distanziato di un passo da Vladimir Putin (incontrato ieri dal Valdai Forum). Ma è stato addirittura più duro sull'Iran, dove uno "scenario militare è assolutamente inaccettabile" e nel giudizio sul presidente georgiano Mikheil Saakashvili, descritto come "una persona instabile, oppressa da tante patologie e che fa uso di stupefacenti". Secondo il capo di stato russo, il collega georgiano ha dato un'intervista lunga due ore in stato evidentemente alterato da assunzione di droghe".

 

Ma la vera cesura da Putin il nuovo presidente la segna parlando del passato sovietico della Russia. "Non voglio vivere in un Paese militarizzato - ha detto, ammettendo che la guerra nel Caucaso accelera il dossier del riarmo dell'esercito - non voglio vivere dietro una cortina di ferro. L'ho provato: era semplicemente noioso".

 

Per il suo predecessore la fine dell'Urss è stata invece "la più grande tragedia geopolitica del 20esimo secolo". Medvedev è giovane. Quando l'Unione sovietica è implosa aveva appena 25 anni. Oggi ne ha 42 e trova ingiusto che il mondo veda la Russia come una minaccia, che gli Usa le attribuiscano ambizioni neo-imperialistiche. "Mi pare che in America ci siano troppi sovietologi e troppi pochi esperti di Russia", ironizza.

 

Però anche nella Russia che non tornerà mai più indietro, nella Russia così diversa resta ancora molto da cambiare, a cominciare dalla sempre diffusa corruzione. Non si pagano le tasse, si fa tutto sottobanco. "Non ideologizzo l'Occidente, osserva Medvedev, ma lì accade di meno.

Link al commento
Condividi su altri siti

Picpus, c'è anche l'editoriale di Andrè Glucksman sul Corriere.

Ne consiglio la lettura a tutti e a te in particolare

 

Corriere - articolo

Grazie Rick, mi era sfuggito ed è ancora più convincente e netto, dell'intervista allo stesso Glucksman che avevo linkato al post n° 811.

Link al commento
Condividi su altri siti

Eccovi il link all'articolo (testo + video) relativo alle dichiarazioni del Segretario Generale dell’Alleanza Atlantica Jaap de Hoop Scheffer, a Tbilisi per la prima riunione della Commissione Nato-Georgia creata in seguito al conflitto con la Russia (presente e visibile nel video, accanto al presidente georgiano Mikhail Saakashvili, il Presidente del Comitato Militare della Nato, l'italiano Ammiraglio Giampaolo Di Paola):

 

http://www.euronews.net/it/article/15/09/2...embership-date/

Link al commento
Condividi su altri siti

SOLDATI-PROSTITUTI, SCANDALO GAY NELL'ESERCITO RUSSO

 

Un forte scandalo rischia di travolgere l'esercito russo proprio nel bel mezzo della crisi in Georgia. I due piu' importanti quotidiani russi, la "Nevisimaja Gazeta" e la "Komsomolskaja Pravda" parlano di frequentissimi episodi di prostituzione e violenza all'interno di quella che un tempo era nota come Armata Rossa. Episodi che sarebbero all'origine di una commissione d'inchiesta ordinata alla Camera dei Saggi dal premier Putin ma che non sono passati inosservati nemmeno all'Onu che, nel rapporto "Un International Panel for Struggle against Sexual Exploitation", ha denunciato il primato della Russia per la diffusione del fenomeno tra i soldati. In particolare, a richiedere a gran voce l'intervento della Camera dei Saggi, composta da 126 personalita' del mondo della cultura, sono state le "Soldatskie Materi", l'associazione russa che riunisce le madri dei soldati vittime dei soprusi. Di recente e' intervenuta persino la Cnn svelando quanto sta avvenendo vicino al Cremlino e negli eleganti viali di San Pietroburgo. Dietro ai 341 suicidi di militari (che diventano molti di piu' se si contano anche i numerosi morti per "uso negligente delle armi") ci sarebbe un avviatissimo e lucroso giro di prostituzione obbligata a cui le reclute sarebbero costrette dai superiori. :blink:

Link al commento
Condividi su altri siti

Non pensavo che la pena di morte fosse nel DNA tuo o dei grillini in generale...

Dai Thunderalex, questa si poteva evitare...

 

Senza stare a dibattere sulla pena di morte, sono episodi da condannare assolutamente. Le condizioni di vita nell'esercito russo sono arcinote, anche se si è sempre cercato di insabbiare i vari episodi che si sono succeduti soprattutto in questi ultimi anni.

 

Uso negligente delle armi...

Link al commento
Condividi su altri siti

Dai Thunderalex, questa si poteva evitare...

 

In che senso, scusa? Il dibattito sulla pena di morte è un caso annoso. Qui siamo profondamente OT. Sono intervenuto perchè l'uscita di Lev non doveva restare senza commento nello spirito, se vuoi, della par condicio. Ma suppongo sia ora fuori luogo andare oltre in questa sede.

Modificato da Thunderalex
Link al commento
Condividi su altri siti

no no tuccio14 non ti rpeoccupare non l'ho preso io personalmente come un attacco, con Thunderalex ho sempre postato con serenità apprezzando sue riflessioni e domande...

 

l'intera questione della vita nell'esercito russo (e questo episodio dei soldati-prostituti) si può affrontare in una discussione apposita essendo OT quà...

 

l'ultima notizia del conflitto che ha visto lo scontro tra russia e georgia riguarda la minaccia russa di abbandonare il consiglio d'europa in caso la UE applichi sanzioni o un documento ufficiale di condanna (notizia datata 17/09)

Link al commento
Condividi su altri siti

no no tuccio14 non ti rpeoccupare non l'ho preso io personalmente come un attacco, con Thunderalex ho sempre postato con serenità apprezzando sue riflessioni e domande...

 

l'intera questione della vita nell'esercito russo (e questo episodio dei soldati-prostituti) si può affrontare in una discussione apposita essendo OT quà...

 

l'ultima notizia del conflitto che ha visto lo scontro tra russia e georgia riguarda la minaccia russa di abbandonare il consiglio d'europa in caso la UE applichi sanzioni o un documento ufficiale di condanna (notizia datata 17/09)

Ah, ok, ho frainteso, chiedo venia... :blushing:

 

Comunque, se puoi, posteresti il link della notizia Lev, sarei interessato. Grazie in anticipo.

Link al commento
Condividi su altri siti

SOLDATI-PROSTITUTI, SCANDALO GAY NELL'ESERCITO RUSSO

 

Che vergonia, sembra che volete denigrare la gloriosa Armata Russa a tutti i costi, visto i risultati in Georgia. Ora volete ficcare il naso nella biancheria sporca di ogni delinquente? Vi devo ricordare di Abu Graib?

 

Comunque, il caso di Dimitri Petrochenko, quale accusava i sue superiori di prostituzione forzata e stato capovolto in tribunale civile il 12 settembre. Lui si è confessato di aver inventato le accuse.

 

Il link è: http://www.regnum.ru/news/884034.html (in Russo, ma la sostanza ho già tradotto)

 

Saluti,

Debugger.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite
Questa discussione è chiusa.
×
×
  • Crea Nuovo...