lele85 Inviato 18 Luglio 2008 Segnala Condividi Inviato 18 Luglio 2008 (modificato) Girando su internet ho trovato questo interessante articolo,(non priva di errori) sul "soldato del futuro" italiano(e sui mezzi di cui disporra'),e di come nonostante i pochi soldi a disposizione ci sia la necessita di rinnovare l apparato militare per andari a pari della nato;non male come articolo se pensiamo di quanto la difesa di solito sia l ultimo pensiero dei giornalisti Ps:Lo postato sulla sezione "esercito" ma cmq parla anche di marina e di aeronautica(con un numero non so quanto giusti di f35 ) di seguito l articolo: Il rischio: restare fuori dalla Rete militare Esercito tecnologico La rincorsa italiana Il soldato del futuro, equipaggiato come un robot, comincer? lavorare a settembre Immersi nelle acque lungo le coste americane, il sottomarino italiano Todaro e i sommergibili della Us Navy compiono insieme esercitazioni per sventare intrusioni pericolose. Per la nostra Marina Militare ?a prima volta che accade dalla fine della seconda guerra mondiale. Ci?azie ai nuovi mezzi di cui si sta dotando in uno sforzo che unisce Aeronautica ed Esercito, tutti impegnati in un aggiornamento tecnologico senza il quale non si pu?sere adeguati partner della Nato e protagonisti politici con i medesimi diritti. La trasformazione ha scatenato una guerra nei bilanci tra spese correnti, esercizio e investimenti. Questi ultimi, che significano ammodernamento, risultano sempre pi?iacciati e cos?pure nella Difesa, ci collochiamo saldamente in coda alle classifiche europee. Pur nella non facile condizione, le forze armate italiane hanno avviato, appunto, una ristrutturazione per far fronte alle necessit? adeguarsi agli standard degli altri Paesi con cui si opera. Le nuove tecnologie pi?aci e che richiedono meno addetti rispondono alle idee della Netcentric Warfare, una sorta di grande Internet militare. Nata al Pentagono, materializza una rete di informazione in grado di unire il fante a terra, il carro armato tra i boschi, l'incrociatore in navigazione o il caccia in volo. Tutti generano dati con i loro sensori e li possono scambiare in tempo reale in modo che ognuno risulti consapevole della situazione nella quale agisce, che magari non vede, ma che conosce grazie agli altri. I NUOVI AEREI - Dall'ottobre scorso nelle basi di Gioia del Colle e Grosseto prendono il volo i primi 29 supercaccia Typhoon, punta di diamante della difesa aerea, con un costo unitario di 70 milioni di euro. Il secondo gruppo di 46 velivoli arriver?ntro il 2012 e una terza trance di ulteriori 46 ?n discussione. Il jet, nato dalla collaborazione industriale con Germania, Gran Bretagna e Spagna, viene costruito in Italia da Alenia Aeronautica-Finmeccanica e Avio. Il Typhoon dispone di una tecnologia che si adatta alla rete. Perfettamente concepito, invece, secondo i nuovi schemi della Netcentric Warfare ?l caccia di «quinta generazione» Joint Strike Fighter (Jsf), quasi invisibile, che gli americani stanno realizzando con la collaborazione di un gruppo di altre nazioni tra cui Gran Bretagna e Italia. Dalle nostre aziende (Finmeccanica e altre) usciranno le 131 macchine previste dall'Aeronautica e dalla Marina disponibili a partire dal 2014. Il Jsf ?otato di apparati che consentono agli aeroplani di «parlarsi» automaticamente, scambiandosi informazioni. Ideato in versioni diverse per soddisfare le esigenze dell'Usaf, della Us Navy e dei Marines, pu?collare normalmente oppure in verticale. In questa versione sar?dottato sia dalla Marina (20 esemplari) che dall'Aeronautica (40) assieme al modello normale e sostituir?li attuali jet Tornado, il caccia tattico Amx e gli Av-8B Harrier. Il suo ruolo ?ario e sar?i completamento del Typhoon andando dall'attacco al suolo alla ricognizione armata, all'interdizione aerea. Ogni velivolo ha un costo tra i 50 e i 60 milioni di dollari a seconda della variante. Typhoon e Jsf possono obbedire a ordini vocali e il pilota vede tutto nel visore del casco senza abbassare gli occhi sul cruscotto. Volare su questi jet ?omplesso e costoso. Quindi per preparare al meglio i piloti dal 2010 sar?isponibile il nuovo addestratore M-346 Alenia-Aermacchi. Ma anche per l'Aeronautica ?niziata l'era degli aerei senza pilota e dopo i Predator-A gi?mpiegati in Afghanistan e Iraq, ora arriveranno 4 Predator-B pi?ati. Sono infatti in grado di volare ad alta quota senza risentire delle condizioni meteorologiche e con i loro radar svolgeranno attivit?i sorveglianza civile e mi-litare del territorio. Bloccate invece sono altre priorit?ome gli aerei-radar Awacs, la sostituzione dei due aeroplani per l'ascolto elettronico e dei vecchi Atlantic per il pattugliamento marittimo. Nel 2007 l'Aeronautica ha investito 1.267 milioni di euro nell'ammodernamento ma la spesa di normale attivit?idotta a 736 milioni ha costretto a un taglio delle ore di volo dei piloti inferiore al trenta per cento rispetto a quanto sarebbe necessario e ci?cresce i rischi. L'AMMIRAGLIA CAVOUR - Dal marzo scorso la nuova portaerei Cavour sta compiendo il suo rodaggio in mare per essere pronta l'anno prossimo a sostituire la Garibaldi. La Cavour con un'autonomia di settemila miglia, ?a nuovissima ammiraglia della flotta italiana dalla quale effettuare attivit?i comando e controllo. Pur essendo pi?plessa della nave precedente, ha un equipaggio del 12 per cento inferiore e soddisfa le necessit?ormalmente fornite da tre navi diverse: quella del comando e controllo, la sorveglianza marittima e aerea e il trasporto anfibio (il reggimento San Marco). Proprio per la sua completezza la Cavour (costata 1,3 miliardi di euro) ?tata gi?ertificata dalla Nato come sede di comando. Nell'hangar di bordo saranno ospitati i nuovi 20 caccia a decollo verticale Jsf, gli elicotteri Eh-101 e Nh-90 oltre a disporre di 1.200 persone. Nel dicembre scorso la Marina ha ricevuto a La Spezia il primo nuovo cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria al quale presto si aggiunger?l Caio Duilio, entrambi costruiti come la portaerei nei cantieri di Riva Trigoso della Fincantieri. Nati dal Programma Orizzonte (1,5 miliardi di euro) assieme ai francesi, ospita a bordo elicotteri, 48 missili Aster e lanciasiluri; ha radar a lunga portata oltre ad una miriade di sensori per rilevare la minaccia. L'equipaggio ?i soli 210 uomini. La «spina dorsale » della flotta sar?ormata dal 2012 dalle 10 fregate multimissione Fremm (145 uomini d'equipaggio) anch'esse uscite dalla collaborazione con i francesi. Costo 5,6 miliardi di euro. Con un disegno quasi invisibile ai radar, sono un concentrato di tecnologia flessibile a diversi tipi di missione. Dall'unione d'intenti con la Marina tedesca sono emersi, infine, i due nuovi sottomarini Todaro e Scir?ostruiti dalla Fincantieri di Muggiano per 970 milioni di euro. Sono battelli di medie dimensioni con soli 27 uomini e che offrono scarsa segnatura a chi li insegue. Oltre alla dote della silenziosit?dispongono per la prima volta di un motore a celle a combustibile che garantisce un'elevata autonomia in immersione. Tra i compiti importanti della Marina c'?nche quello di garantire la sicurezza dei traffici commerciali nei mari e nei porti. A tal fine si ?ealizzata una rete virtuale che collega via Internet le centrali operative delle marine di una ventina di Paesi aderenti all'iniziativa. TELECAMERE E VISORI NOTTURNI - Per soddisfare la rivoluzione digitale l'Esercito (che nel 2007 ha investito 887 milioni di euro) sta preparando il veicolo blindato medio «Vbm Freccia» sul quale trovano spazio otto uomini e, grazie alla sofisticata elettronica, funziona da posto di comando. Parallelamente si sta introducendo il veicolo tattico leggero multiruolo «Vtlm Lince» dell'Iveco. Le sue tecnologie di protezione sono tali da essere stato scelto anche da altri Paesi, compresa la Gran Bretagna dove ?tato battezzato Panther. Ma oltre questi mezzi sar?l «soldato del futuro» ad essere equipaggiato come un robot (palmare, telecamera sul fucile, radio con trasmissioni digitali, navigatore sull'avambraccio, visori diurni e notturni oltre a giubbetti protettitivi di tessuto a seconda delle operazioni da svolgere). In settembre al 31˚ Reggimento Carri di Altamura si avvier?a prima unit?os?ttrezzata. Determinante per l'Esercito ?a rapida capacit?i spostamento garantita dai nuovi elicotteri AgustaWestland Nh-90 (trasportano 20 uomini) frutto di una cooperazione internazionale e che solo per il 2009 richiedono un investimento di 159 milioni di euro. Fonte corriere.it Modificato 18 Luglio 2008 da lele85 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
wingrove Inviato 18 Luglio 2008 Segnala Condividi Inviato 18 Luglio 2008 il punto è proprio questo: troppi programmi in atto e tutti in una volta. l'aggiornamento ci deve essere ma non può andare a limitare le capacità della forza armata stessa (vedi AMI). in questo modo si sta rischiando (e siamo vicini) al partecipare ai progetti e poi non riuscire a raccoglierne i frutti. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Rick86 Inviato 18 Luglio 2008 Segnala Condividi Inviato 18 Luglio 2008 No, non sono d'accordo (AMI a parte). Grosso modo tutti i maggiori paesi occidentali sono impegnati nel rinnovamento di flotte e linee aeree e nella digitalizzazione delle forze di terra. Il problema (e c'era un bell'istrogramma a rappresentarlo) è che quei paesi spendono molto ma molto più di noi. Vedete dopo la seconda guerra mondiale Mac Arthur impose ai giapponesi di non oltrepassare l'1% di spese militari ritenendo, giustamente, impossibile raggiungere capacità degne di nota con così poche risorse. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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