Vai al contenuto

Politica - Topic Ufficiale


Graziani

Messaggi raccomandati

il tuo trolleggiare è irritante

 

Questo articolo del Journal of the American Medical Association fa luce sul fallimento del Sistema Sanitario Americano nel fornire una cura medica decente agli Americani.

 

Nonostante i costi crescenti della sanità che forniscono l'illusione che la sanità migliori, il popolo americano non gode di buona salute, rispetto alle altre nazioni industrializzate. Fra tredici paesi compreso il Giappone, la Svezia, la Francia ed il Canada, gli Stati Uniti sono al dodicesimo posto, basandoci sul conteggio di 16 indicatori di salute quali le aspettative della vita, la media del basso peso dei neonati e la mortalità infantile. In un altro confronto segnalato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che ha usato una serie differente di indicatori di salute, di nuovo gli Stati Uniti sono andati male collocandosi quindicesimi fra 25 nazioni industrializzate.

 

Anche se molta gente attribuisce la scarsa salute alle cattive abitudini degli Americani, Starfield (2000) precisa che gli Americani non conducono uno stile di vita tanto malsano in confronto ad altre nazioni. Per esempio, soltanto il 28 per cento della popolazione maschile degli Stati Uniti fuma, affermandosi quindi al terzo posto fra le 13 nazioni industrializzate nella categoria con meno fumatori. Gli Stati Uniti inoltre hanno realizzato un alto punteggio (quinto posto) per il minor consumo dell'alcool. Nella categoria maschile fra i 50 - 70-enni, gli Stati Uniti.sono al terzo posto per quanto riguarda la concentrazione media più bassa di colesterolo fra 13 nazioni industrializzate. Di conseguenza, la percezione che la salute malferma degli americani sia un risultato delle loro cattive abitudini sanitarie è falsa.

 

Più significativamente, il sistema medico ha svolto un grande ruolo nell'insidiare la salute degli Americani. Secondo vari studi di ricerca negli ultimi dieci anni, un totale di 225.000 Americani all'anno sono morti come conseguenza dei trattamenti medici ricevuti:

12.000 morti all'anno dovute a operazioni chirurgiche inutili

7000 morti all'anno dovute ad errori nelle prescrizioni di farmaci in ospedale

20.000 morti all'anno dovute ad errori di vario genere in ospedale

80.000 morti all'anno dovute a infezioni contratte in ospedale

106.000 morti all'anno dovute gli effetti negativi di farmaci

 

 

Quindi, le morti indotte dal Sistema Sanitario Americano sono la terza causa principale di morte negli Stati Uniti, dopo le malattie di cuore ed il cancro.

 

 

Uno dei problemi chiave del sistema sanitario degli Stati Uniti consiste nel fatto che 40 milioni di persone non hanno diritto all'assistenza sanitaria. Le differenze sociali ed economiche, che sono una parte integrante della società americana, sono replicate nella ineguaglianza del diritto di accedere al sistema di assistenza sanitaria. Essenzialmente, le famiglie di condizione socio-economica bassa sono tagliate fuori dalle possibilità di poter ricevere un'assistenza sanitaria decente.

 

Citando queste statistiche, Starfield (2000) evidenzia la necessità di esaminare il tipo di assistenza sanitaria fornito alla popolazione degli Stati Uniti. Il paradigma della medicina tradizionale che enfatizza l'uso delle prescrizioni dei farmaci ed il trattamento medico non solo non è riuscito a migliorare la salute degli Americani, ma ha anche condotto verso il declino il benessere generale degli Americani. (2000) Il confronto fatto da Starfield dei sistemi medici del Giappone e degli Stati Uniti evidenzia le differenze fondamentali nei diversi metodi di approccio al trattamento. Diversamente dagli Stati Uniti, il Giappone ha la popolazione più sana fra le nazioni industrializzate. Invece di contare su sofisticata tecnologia e personale specializzato per il trattamento medico come negli Stati Uniti, il Giappone usa solamente la relativa tecnologia per gli scopi diagnostici. Per di più, in Giappone, i membri della famiglia, piuttosto che il personale dell'ospedale, sono coinvolti nella cura dei pazienti.

 

Il successo del sistema sanitario giapponese testimonia la necessità urgente per gli Americani di cambiare il loro approccio filosofico alla salute e alle cure mediche. Ricorrendo ciecamente ai farmaci, alla chirurgia, alla tecnologia ed all'establishment medico, il sistema sanitario americano ha fatto più danni che bene alla popolazione degli Stati Uniti. L'articolo di Starfield (2000) è di inestimabile valore per la rivelazione degli effetti catastrofici dei trattamenti medici forniti al popolo americano. Per migliorare il sistema sanitario, i legislatori americani e le istituzioni sanitarie devono adottare un approccio completo ed esauriente ed esaminare criticamente il fallimento del paese più ricco nel mondo di fornire un'assistenza sanitaria decente per la sua gente.

 

Riferimenti:

Starfield, B. (2000, Il 26 Luglio). La salute degli Stati Uniti è realmente la migliore del mondo?

 

http://www.medicinenon.it/Medici_causa_di_morte.html

 

se scrivete su google " america causa di morte" troverete articoli con lo stesso studio da molte fonti

Link al commento
Condividi su altri siti

..... naturalmente chi vuol credere alle favole e' libero di farlo!

 

Io più che alle favole credo ai numeri:

 

http://www.who.int/whosis/whostat2007.pdf

 

da dove si evince che l'Italia e' superiore agli USA in:

- aspettativa media di vita (78-84 contro 75-80)

- indice di mortalità adulta (137-81 per 1000 abitanti contro 89-46)

- mortalità infantile (7 ogni mille contro 4, quasi il doppio)

- mortalità neonatale (4 su mille, 3 su mille)

- mortalità alla nascita (14 su 1000, 5 per mille)

 

 

questa la presentazione del rapporto:

 

 

L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il World Health Statistics 2007, il quadro statistico della sanità nei 193 Paesi membri dell’Oms. Il rapporto, che è giunto alla terza edizione, non segnala particolari novità: le diseguaglianze di salute nel mondo sono enormi, come dimostrano i 47 anni di differenza che corrono tra la vita media di un uomo nato in Sierra Leone (39 anni) e quella di una donna nata in Giappone (86 anni).

 

 

Ma le differenze non mancano anche all’interno dei Paesi più sviluppati, e in particolare fra quelli del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Tra i sette Paesi più industrializzati, quello che fa registrare i risultati più brillanti è il Giappone: per esempio, 79 anni di vita media per i maschi, 86 per le donne, una mortalità infantile di 3 ogni 1000 nati vivi. Al secondo posto l’Italia: 78 anni di vita media per gli uomini, 84 per le donne, una mortalità infantile pari a 4 per 1000 nati vivi. Tra i Paesi del G7, gli Stati Uniti hanno la più alta mortalità dovuta a malattie croniche (460 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 398) e la seconda per morti provocate da incidenti (47 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 36). Gli Usa hanno anche la più alta incidenza del contagio da Hiv tra persone adulte: 508 ogni 100.000 abitanti, contro i 300 dell’Italia e i 69 della Germania.

 

Diversa è la situazione per quanto riguarda i servizi sanitari: se infatti gli Stati Uniti sono ultimi nel G7 per numero di posti letto ospedalieri ogni 1000 abitanti (33, contro i 40 dell’Italia, i 75 della Francia, gli 84 della Germania e i 129 del Giappone), sono invece nella media per numero di medici ogni 1000 abitanti (2,56: un dato inferiore rispetto ai 3,37 di Francia e Germania e ai 4,20 dell’Italia, prima assoluta, ma superiore agli 1,98 del Giappone).

 

 

 

Il Giappone vanta quindi la minore presenza relativa di medici tra i Paesi del G7 ma anche le maggiori performance sanitarie del mondo. Agli Stati Uniti spetta invece il primato sul fronte della spesa: investono infatti in sanità il 15,4% della ricchezza che producono ogni anno, contro il 10,6% della Germania, il 10,5% della Francia, il 9,8% del Canada, l’8,7% dell’Italia, l’8,1% del Regno Unito e addirittura il 7,8% del Giappone. La spesa pro capite di un americano è di 6096 dollari all’anno, contro i 3171 di un tedesco, i 2414 di un italiano e i 2293 di un giapponese.

 

 

Gli Stati Uniti sono l’unico Paese del G7 dove la spesa privata in sanità (55,3%) supera quella pubblica (44,7%), mentre in tutti gli altri Paesi la spesa pubblica è pari o superiore al 70%, o addirittura all’80% in Giappone e nel Regno Unito. Negli Stati Uniti, comunque, lo Stato spende di più che in ogni altro Paese del G7: 2725 dollari all’anno a persona, contro i 2440 in Germania, i 2382 in Francia, i 2215 in Canada, i 2209 nel Regno Unito, i 1864 in Giappone. Lo Stato italiano, con 1812 dollari per cittadino all’anno, è quello che spende di meno nel G7.

 

quindi: spendendo MOLTO meno, abbiamo performances migliori degli USA. e SIAMO MESSI COME SIAMO MESSI (ecco cosa intendo quando parlo di sacche di eccellenza da cui prendere esempio...)

 

se poi voi mi dite che e' un caso, o e' sfiga, allora gliela diamo su e parliamo di calcio.

Modificato da madmike
Link al commento
Condividi su altri siti

sottolineo che negli USA il 16% non è coperto da assistenza sanitaria, e questo dato, da solo, basta a far notare quale sistema sia meglio, europeo o americano

 

Tra i motivi della riforma Obama è l'aumento incontrollato delle polizze assicurative, in gran crescita e sempre più lontano dalla portata della popolazione americana

Modificato da Leviathan
Link al commento
Condividi su altri siti

sottolineo che negli USA il 16% non è coperto da assistenza sanitaria

forse, ma dico FORSE, questo 16% è costituito da immigrati clandestini...

 

inoltre, i dati di madmike tengono conto delle abitudini di vita dei singoli paesi e dello stato sociale nel quale vivono gli immigrati clandestini, che ormai non rapparesentano più una piccola minoranza?

lo chiedo perchè sono variabili che influenzano molto dati come la mortalità infantile, l'aspettativa di vita, gli incidenti e l'HIV.

 

inoltre, non è che noi

spendendo MOLTO meno, abbiamo performances migliori degli USA.
noi, semplicemente, abbiamo una sanità mediocre per ogni cittadino... roba da andarne fieri.

qualche piccolo esempio:

- in America gli antidolorifici te li danno sempre, quà, anche se ti spezzi in più parti un braccio, sei destinato a soffrire e non ci sono caz*i, gli antidolirifici non te li danno manco in punto di morte e lo so per direttissima esperienza personale.

- al CTO di Napoli, una delle strutture ospedaliere più intasate del mezzogiorno, non solo i muri ti cadono in testa, ma non sanno manco fare le radiografie e non vogliono farti le TAC perchè sono care, hanno un unica macchina oscena e, se sei mister sfortuna, ti può causare il cancro (con l'ovvio risultato che se non sei raccomandato, la TAC non te le fanno e vai a casa con i pezzi di osso che ti vagano nel corpo).

- da un paio di mesi ho una nevralgia acuta alle gambe ed alla schiena, il medico, anzicchè darmi un antidolorifico e prenotarmi una TAC, mi ha dato degli integratori...

questa, signori, è sanità mediocre.

Modificato da vorthex
Link al commento
Condividi su altri siti

Il secondo, stilato dagli esperti del gruppo Ospedaliero San Donato, il maggiore d’Italia, prende in esame i costi della sanità nel nostro paese e in particolare nella Lombardia. Le conclusioni non lasciano dubbi, nonostante gli episodi di malasanità e le condizioni strutturali inadeguate di alcuni ospedali, il sistema italiano è più efficiente e costa meno.

 

Però mi chiedo. Ha senso confrontare la Lombardia agli USA? Non siamo fuori di qualche ordine di grandezza?

 

 

 

E tu pensi che un centro ospedaliero dirà mai che siamo peggiori?

 

E loro di che mangiano?

Link al commento
Condividi su altri siti

Io più che alle favole credo ai numeri:

Premesso che degli USA io non ho mai parlato, analizzo i dati enunciati da MADMIKE

 

Dunque i posti letto ospedalieri ogni 1000 abitanti sono:

• 129 in Giappone

• 84 in Germania

• 75 in Francia

40 in Italia

Della ricchezza che produce ogni anno (non c’ e’ bisogno di ricordare che la ricchezza prodotta dalla Germania, Giappone e UK non e’, purtroppo, quella prodotta dall’Italia!):

• la Germania investe in sanità il 10,6%

• la Francia investe in sanità il 10,5%

• il Canada investe in sanità il 9,8%

l’Italia investe in sanità l’8,7%

• UK investe in sanità l’8,1%

• Il Giappone investe in sanità il 7,8%

 

La spesa annua per persona:

• Germania 2440

• Francia 2382

• Canada 2215

• UK 2209

• Giappone1864

Italia 1812

Naturalmente, mancano i dati relativi a Svezia, Svizzera Austria, ecc.

C.V.D.

Sempre liberi di credere alle favole!

Link al commento
Condividi su altri siti

leggendo l'accattivante post di dindon, mi sono ricordato di un altro episodio, degno della grande sanità italiana...

 

quando fui ricoverato d'urgenza al CTO (dal quale proviene buona parte dei precedenti esempi), non mi piazzarono mica in ortopedia... no! mi misero in urologia geriatrica, perchè, come è noto ai più, le ossa rotte si curano coi cateteri :asd:

Link al commento
Condividi su altri siti

forse, ma dico FORSE, questo 16% è costituito da immigrati clandestini...

 

eccerto come no...

 

aggiungiamo anche i truffati dalle assicurazioni private ogni anno in america e vediamo di quanto si alza la percentuale

Link al commento
Condividi su altri siti

eccerto come no...

 

aggiungiamo anche i truffati dalle assicurazioni private ogni anno in america e vediamo di quanto si alza la percentuale

 

 

Dove sarebbero questi truffati dalle terribili assicurazioni private?

 

Poi non vedo differenza nel farsi truffare da un privato che dallo stato, il fatto è che il privato lo puoi assoggettare al diritto mentre con lo stato questo non è possibile.

Modificato da Dominus
Link al commento
Condividi su altri siti

Scusa Dindon, con quel discorso cosa vuoi dimostrare? che si potrebbe spendere meglio e di più? e grazie tante!

 

Qui il discorso era nato sul confronto privato-pubblico, che dati alla mano e' assolutamente perdente per il privato, e si era spostato su una sanità 'a pezzi' che, guardacaso, e' smentita dai fatti.

 

Alle favole mi sa che credi tu. Soprattutto a quella del lupo cattivo.

 

Poi: migliorabile? certo, e di molto!

 

ma che sia tutto uno schifo, proprio no.

 

Ps per Vorthex: cambia medico di base.....

 

in America gli antidolorifici te li danno sempre, quà, anche se ti spezzi in più parti un braccio, sei destinato a soffrire e non ci sono caz*i, gli antidolirifici non te li danno manco in punto di morte e lo so per direttissima esperienza personale.

 

??????? decisamente, cambia medico di base.

Link al commento
Condividi su altri siti

??????? decisamente, cambia medico di base.

 

Prova ad andare in un pronto soccorso o in un qualsiasi reparto, vedi se ti somministrano antidolorifici...

 

Il problema è innanzi tutto culturale, il cattolicesimo continua a far danni, e, secondariamente, dovuto al fatto che non sei un cliente ma un paziente che o accetta quello che passa il convento o si attacca quindi il personale sanitario se ne può bellamente strafregare di quello che senti o chiedi e, in un gran numeri di casi, lo fa.

ma che sia tutto uno schifo, proprio no.

 

Anche in burkina faso ci saranno un paio di ospedali decenti: non si può dire che sia tutto uno schifo.

 

P.S. Comunque io feci una proposta nelle pagine addietro, invece di continuare a dire "l'america è brutta, i capitalisti son cattivi" e "noi ce l'abbiamo più lungo" perchè non parliamo su basi serie?

Modificato da Dominus
Link al commento
Condividi su altri siti

Scusa Dindon, con quel discorso cosa vuoi dimostrare?

Qualcuno ha affermato sopra che la qualita' dei servizi offerti ai cittadini italiani dal servizio sanitario mondiale e' quasi la migliore del mondo (per la precisione: secondo posto nella classifica mondiale): tale affermazione, prima ancora di essere falsa, e' assolutamente ridicola e risibile! ... non io, ma i dati forniti da MADMIKE lo dimostrano.

 

Se la verita' e' evidentemente cruda, ... chi vuole puo' sempre consolarsi con le favole!

Modificato da dindon
Link al commento
Condividi su altri siti

Ma le differenze non mancano anche all’interno dei Paesi più sviluppati, e in particolare fra quelli del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Tra i sette Paesi più industrializzati, quello che fa registrare i risultati più brillanti è il Giappone: per esempio, 79 anni di vita media per i maschi, 86 per le donne, una mortalità infantile di 3 ogni 1000 nati vivi. Al secondo posto l’Italia: 78 anni di vita media per gli uomini, 84 per le donne, una mortalità infantile pari a 4 per 1000 nati vivi. Tra i Paesi del G7, gli Stati Uniti hanno la più alta mortalità dovuta a malattie croniche (460 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 398) e la seconda per morti provocate da incidenti (47 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 36). Gli Usa hanno anche la più alta incidenza del contagio da Hiv tra persone adulte: 508 ogni 100.000 abitanti, contro i 300 dell’Italia e i 69 della Germania.

 

non c'e' nessun sordo di chi non vuol sentire, eh?

 

Qui sopra sono valutati i RISULTATI, pur ottenuti con impieghi economici inferiori a quelli degli altri paesi.

 

la salute, evidentemente, si puo' misurare in termini di 'customer satisfaction', e si entra molto nel personale (per dirne una, non so Dominus che competenza abbia per valutare la somministrazione o no di antidolorifici... ma tant'e'), oppure si puo' vedere il risultato finale (aspettativa media di vita, mortalità ecc ecc).

 

E li siamo SECONDI dietro il Giappone che spende, in termini percentuali e, ovviamente, assoluti, MOLTO più di noi.

 

Questi sono i fatti. :rotfl:

Link al commento
Condividi su altri siti

Solo un ingenuo puo' credere che l'aspettativa di vita, dato statistico, per sua natura, puramente ipotetico, sia direttamente connessa esclusivamente, o anche solo principalmente, alle capacita' di un servizio sanitario nazionale.

Io ne conosco almeno uno!

Modificato da dindon
Link al commento
Condividi su altri siti

Solo un ingenuo puo' credere che l'aspettativa di vita, dato statistico, per sua natura, puramente ipotetico, sia direttamente connessa esclusivamente, o anche solo principalmente, alle capacita' di un servizio sanitario nazionale.

Io ne conosco almeno uno!

 

Se hai altre notizie, sicuramente più credibili di quelle evidenziate sopra, spero verranno pubblicate: non si finisce mai di imparare.

 

Attendo.

Modificato da madmike
Link al commento
Condividi su altri siti

Ricordo ai gentili utenti, che le discussioni devono rimanere serene, e ciascuno deve essere rispettoso dell'altro.

 

Questo topic è gia stato chiuso una volta, ed è stato riaperto per miracolo.

 

Il prossimo delirio di sarcasmo finisce con 10gg di consegna.

Link al commento
Condividi su altri siti

Ps per Vorthex: cambia medico di base.....

come ti ha già spiegato Dominus è una prassi comune, quindi non ha senso cambiare medico, anche perchè gli antidolorifici costano un botto e se lo stato può risparmiare... poi ci lamentiamo delle assicurazioni!

 

in ogni caso dindon ha ragione. le statistiche fornite hanno ben poca validità, considerando i numerosi fattori ambientali, esterni allo ssn, che influenzano tali dati e mi cito:

inoltre, i dati di madmike tengono conto delle abitudini di vita dei singoli paesi e dello stato sociale nel quale vivono gli immigrati clandestini, che ormai non rapparesentano più una piccola minoranza?

lo chiedo perchè sono variabili che influenzano molto dati come la mortalità infantile, l'aspettativa di vita, gli incidenti e l'HIV.

di conseguenza, qualcuno conosce il metodo con il quale sono state fatte tali statistiche? altrimenti è cara straccia.

Link al commento
Condividi su altri siti

Sentite, credo che la discussione possa finire qui: se non si prendono in considerazione dati UFFICIALI, ed univoci, su cui si basano TUTTI per una analisi della situazione, credo abbia poco senso continuare.

 

Credo che la credibilità venga data anche dal fatto che fra i primi paesi non troviamo la Russia, o il Burkina Faso, ma il Giappone, e i paesi Europei.

 

vengono presi in considerazione oltre 100 parametri, se le vostre sfortunate esperienze personali contano di più...ok, va bene.

 

http://www.who.int/whosis/en/index.html

 

Poi ripeto, vogliamo dire che facciamo schifo? diciamolo. E diciamo anche che ovunque ti danno antidolorifici a manciate, cosi' siamo contenti (e addolorati).

 

Buona serata.

Link al commento
Condividi su altri siti

Vabbè , ci provo io a cambiare argomento con i due fatti politici del giorno , sono pronto a scommettere che nei prossimi giorni entrambi degenereranno in polemiche furiose distogliendo i nostri politici dalle vere esigenze del paese , e quando mai ? :furioso:

 

Bufera su Porta a Porta in attesa Premier,Franceschini non va

 

 

Feltri: dossier a luci rosse su An Fini: «Pronto ad azioni legali»

Link al commento
Condividi su altri siti

Sentite, credo che la discussione possa finire qui: se non si prendono in considerazione dati UFFICIALI, ed univoci, su cui si basano TUTTI per una analisi della situazione, credo abbia poco senso continuare

 

Cosa sarebbero i dati univoci?

 

Si possono fare 2000 statistiche e nessuna sarà mai definitiva nè globale.

 

Quello che conta, a mio parere, è toccare con mano cosa succede sul territorio.

 

Purtroppo non posso fare gli esempi che vorrei.

 

Poi ripeto, vogliamo dire che facciamo schifo? diciamolo.

 

Io non mi limito a dire che facciamo schifo, cerco di vedere possibili alternatvie mentre continuando così vedrete tra cinquant'anni come faremo a sostenere il SSN...

 

Allora davvero solo i ricchi, e parlo dei ricchi veri, avranno assistenza sanitaria e non in america, ma nella civilissima europa.

 

Feltri: dossier a luci rosse su An Fini: «Pronto ad azioni legali»

 

Sulla storia di porta a porta e ballarò manco mi pronuncio, non è politica ma la solita inutile caciara, mentre riguardo a questa faida interna al PdL c'è molto più di quello che sembra e potrebbe portare a inaspettati colpi di scena.

 

Il problema è che tra voltafaccia e dichiarazioni di comodo non si capiscono ancora i vari schieramenti, l'unica cosa che emerge è che ormai l'uomo forte del governo non è berlusconi ma tremonti, e saranno guai per tutti visto il personaggio.

Modificato da Dominus
Link al commento
Condividi su altri siti

Questo auditel è di sinistra, cribbio! :asd: ...

 

 

No, ma è l'ennesima dimostrazione che finchè la RAI sarà pubblica non baderà al profitto e agli ascolti ma ai dicktat di questo o quel politico.

 

Se faceva più ascolti ballarò dovevano mettere floris, se faceva più ascolti un porno dovevano mettere siffredi, non ha senso scannarsi su ste cose.

 

Tanto la RAI conviene che rimanga pubblica a tutti, di destra e di sinistra, per lottizzara e usarla per i loro comodi, semplicemente quando lo fa l'avversario brucia.

Link al commento
Condividi su altri siti

Dossier sexy su An, Fini querela Feltri

L'avvocato Bongiorno conferma la presentazione dell'istanza contro il direttore del «Giornale»

 

MILANO - Vittorio Feltri lo aveva detto dalle pagine della Stampa, rispondendo alle domande sull'intenzione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, di chiedere conto al direttore del Giornale di quanto scritto in un editoriale evocando dossier sexy riguardanti esponenti di An: «Le querele si fanno, non si annunciano». Detto, fatto. Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, in veste di legale di Fini la querela a Feltri l'ha presentata davvero.

 

L'ANNUNCIO - «Dando seguito al mandato ricevuto dal presidente della Camera, Gianfranco Fini - ha fatto sapere l'avvocato Bongiorno - è stata presentata querela contro il direttore del giornale Vittorio Feltri in relazione all'articolo "Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento. Ultima chiamata per Fini: O Cambia rotta o lascia il Pdl"». La nota ripresa dalle agenzie di stampa parla solo della querela a Feltri e non già anche al Giornale e al suo editore, ovvero Paolo Berlusconi.

 

Velina rossa: «Berlusconi si dissoci». Scontro nel Pdl tra Capezzone e La Russa

 

Feltri richiama Fini e evoca dossier su An

La Bongiorno: «Valutiamo azioni legali»

Attacco su Lodo Alfano e sexy fascicoli del 2000. Della Vedova: «Non è da grande giornalista ammonire»

 

MILANO - Vittorio Feltri lancia un monito al presidente della Camera, ricordandogli - in un editoriale intitolato «Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento» - che «delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. È sufficiente, per dire, ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme». E proprio per questo lo stesso Feltri rischia di vedersi portato in tribunale da Fini, che ha delegato il suo avvocato, Giulia Bongiorno, che è anche deputata del Pdl, di valutare gli estremi di una querela.

 

Giulia Bongiorno (da Camera.it)

«E' UN FATTO GRAVISSIMO» - «Inserire in un articolo che si riferisce a vicende politiche e al presidente Gianfranco Fini una allusione generica ad "un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse" che riguarderebbero personaggi di Alleanza Nazionale - commenta la Bongiorno -, è un fatto gravissimo che lede la reputazione del Presidente della Camera dei Deputati. Valuteremo quali iniziative assumere in sede giudiziaria». Qualora la querela fosse presentata si creerebbe un insolito intreccio legal-istituzionale per cui la presidente della commissione Giustizia della Camera, nella sua veste di avvocato del presidente della Camera, agirebbe nei confronti del quotidiano di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio. :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:

 

Vittorio Feltri (Emmevi)

«FINI SCELGA DOVE STARE» - Non si fa attendere la replica di Feltri: «L'importante non è fare una querela - afferma il direttore del Giornale - ma vincerla. E in questo caso sarà dura. Molto dura». Feltri, nel suo editoriale di inizio settimana, aveva lanciato un nuovo affondo contro Fini riprendendo la polemica già avviata nei giorni scorsi con le critiche alle prese di posizione del numero uno di Montecitorio accusato di essere distante dalla politica del Pdl e della maggioranza di centrodestra a cui l'ex esponente di An deve la nomina a presidente dell'Assemblea dei deputati. Nel suo intervento, dopo avere richiamato il fascicolo risalente a nove anni fa e in cui sarebbero contenute rivelazioni su esponenti aennini, Feltri chiede a Fini di «scegliere» se «cambiare rotta o lasciare il Pdl».

 

SPACCATURA NEL PDL - Inevitabili le reazioni del mondo politico. A partire da quelle all'interno del Pdl. Il portavoce del partito, Daniele Capezzone, si schiera dalla parte del giornalista e dice di stupirsi del «doppiopesismo di chi oggi critica Feltri e il Giornale, ma per mesi non ha espresso solidarietà a Silvio Berlusconi per gli attacchi del Gruppo Repubblica-Espresso» «Sembra che a qualcuno piaccia una sorta di doppio standard - aggiunge -, per cui contro Berlusconi si può fare tutto quello che non può e non deve essere fatto con gli altri cittadini italiani. E questo è un approccio molto strano». Gli risponde il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che di Fini è stato uno dei «colonnelli» all'interno di An: «Se, come dice Capezzone, bisogna supportare tutti l’azione governativa e politica di Berlusconi, credo che la sua dichiarazione sull’articolo di fondo di Feltri di oggi vada in direzione opposta e sia profondamente sbagliata». Per La Russa, «ipotizzare che possa essere condiviso, specie nella parte finale, l’articolo di Feltri, letto da tutti come un attacco minaccioso a Fini significa mettersi nella lista di chi cede all’imbarbarimento della politica e che, oggettivamente, allontana quella serenità all’interno del Pdl ancora oggi facilmente raggiungibile sol che lo si voglia. Mi aspetto che Capezzone rettifichi e chiarisca il suo pensiero». E la chiarificazione è poi arrivata: «Ovviamente - ha poi detto Capezzone a mezzo agenzie di stampa - nessuno auspica, e meno che mai il sottoscritto, che si diffonda o si estenda un clima di sospetti. Su questo sono ovviamente d`accordo con Ignazio La Russa

 

«NON E' DA GIORNALISTI» - Sempre dal Pdl era arrivata una delle prime reazioni, quella del deputato del Pdl, Benedetto Della Vedova: «Forse devo rileggere bene, ma per come l'ho capito io si passa dal giornalismo ad altro: se si ha una notizia la si scrive, altrimenti no, ma ammonire qualcuno perché stia zitto non è giornalismo, né giornalismo di inchiesta: fatico a capire. Feltri è un grande giornalista e il finale del suo pezzo di oggi non l'ho capito perché non è da grande giornalista ammonire, non è nè una notizia né un'opinione». Quanto al riferimento di Feltri a un presunto «fascicolo del 2000», Della Vedova si augura che questa non sia la «china» verso la quale si sta andando e proprio citando quest'ultimo passaggio di Feltri sottolinea: «Un giornalista gli scandali non li monta, li fa esplodere!».

 

«PARLI O SI SCUSI» - Il presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia, interviene con una nota: «Feltri spieghi a cosa fa riferimento quando parla, nel suo editoriale dedicato anche oggi al Presidente della Camera, di 'un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza nazionale'». «Se ha elementi concreti, li tiri fuori - prosegue - altrimenti si scusi, perché queste allusioni e mezze parole non solo non fanno parte della buona informazione, ma costituiscono una seria minaccia, anche di rilievo penale, a un'alta carica dello Stato».

 

LA VELINA ROSSA - Sul tema dei rapporti interni alla maggioranza, e in particolare tra Fini e il premier Silvio Berlusconi, interviene anche Velina Rossa. Il foglio vicino al centrosinistra esorta il presidente del Consiglio a «prendere le distanze dai giornali di famiglia» e sottolinea: «Ha mai smentito il suo giornale? Non ci risulta». Eppure «leggendo alcuni articoli c'è davvero da pensare che si sia tornati in un periodo molto vecchio, quando qualcuno cercava di instaurare con i ricatti un regime autoritario».

Modificato da typhoon
Link al commento
Condividi su altri siti

Ospite
Questa discussione è chiusa.
×
×
  • Crea Nuovo...