la saetta Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Guarda Dominus, questa frase si commenta da sola. Mi pare che non sia più una discussione, ma il voler far prevalere la propria opinione. Poi vieni al Sant'Orsola e vediamo se non hai servizi degli di un paese civile,. Magari ti faccio conoscere il centro ipertensione che mi cura con visite di controllo gratuite annue, o tutte le donne di Bologna sopra i 40 che ricevono (a casa e gratis) le prenotazioni per la mammografia. Se parliamo di qualcosa, bene, senno' poi si può anche smettere. concordo con questo messaggio per esperienza personale comunque per parlare di politica ecco l'ultima dichiarazione di bossi La Padania un giorno sarà uno stato libero, indipendente e sovrano». Non solo: «Non basterà il federalismo, vogliamo cambiamenti più radicali. Venezia e Milano, se avessero fatto l’accordo secoli fa, non sarebbe arrivato neanche Napoleone». E ancora: «Saremo liberi con le buone o con le meno buone. È un diritto dei popoli essere liberi mi è piaciuta molto la frase su Venezia e Milano Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Guarda Dominus, questa frase si commenta da sola. Mi pare che non sia più una discussione, ma il voler far prevalere la propria opinione. La stessa cosa che fate voi, e non mi sembra di vederci nulla di sbagliato, con la differenza che io propongo delle alternative mentre sembra che per chi mi confuta sia tutto perfetto così. Peso e contrappeso? dove, in Italia rotfl2.gif rotfl2.gif ... in cui tutti fanno cartello, dalle compagnie petrolifere, alle banche passando per la RC auto e finendo con i gestori di telefonia fissa e mobile. Di sicuro un cartello meno potente di quello che può fare lo stato, stanne pure tranquillo. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
madmike Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 La stessa cosa che fate voi, e non mi sembra di vederci nulla di sbagliato, con la differenza che io propongo delle alternative mentre sembra che per chi mi confuta sia tutto perfetto così. Non mi pare che dichiarare cose non vere sia 'proporre alternative', fermo restando che, appunto, una alternativa deve (dovrebbe) essere motivata e non costruita su falsi presupposti. In Italia ci sono zone di efficenza enormi, per quelli che non sono efficenti basterebbe prendere esempio da li. O no? Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 No, perchè quelle zone di efficenza enormi e centri di eccellenza lo sono solo per nomea, ma dietro le quinte non sono affatto a livello. Mi spiego: a livello di pure cure mediche non sono male, ma non è solo quello che conta anche se nel nostro paese pare che solo la parte tecnico/scientifica della medicina abbia importanza. Per il resto dico cose false affermando che metà, o più, degli Italiani, con particolare accento a quelli del sud ma non solo, non ha cure mediche adeguate? Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
typhoon Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 La stessa cosa che fate voi, e non mi sembra di vederci nulla di sbagliato, con la differenza che io propongo delle alternative mentre sembra che per chi mi confuta sia tutto perfetto così.Di sicuro un cartello meno potente di quello che può fare lo stato, stanne pure tranquillo. Lo stato non è un cartello, il suo scopo non è generare profitto, ma raccogliere le imposte e generare servizi, se poi la qualità dei servizi è inferiore all'ammontare delle imposte non è il sistema ad essere sbagliato, ma è colpa della cattiva gestione dei soldi pubblici. E poi concordo nel dire che in Italia ci sono molte zone di efficenza dal punto di vista sanitario. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 (modificato) Lo stato non è un cartello, il suo scopo non è generare profitto, ma raccogliere le imposte e generare servizi Io a queste favole non ci credo sinceramente, lo stato agisce esattamente come un cartello monopolista con i politici, che lo guidano, che si sparatiscono i dividendi, in chiave politica ma anche economica. P.S. Quando ti accorgerai che tutto ha scopo di generare profitto, pure i frati comboniani, sarà sempre troppo tardi, e non parlo solo di profitto economico. Non è un male, è una spinta dell'essere umano ed è grazie a questa che ci siamo evoluti sino a questo punto, ma non per questo devono provare ad infinocchiare il prossimo: lo scopo di lucro deve essere manifesto e la cessione di denaro per generare questo utile dev'essere esplicita. In parole povere non tentino di fregare il prossimo con bassa demagogia. Modificato 13 Settembre 2009 da Dominus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
typhoon Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Io a queste favole non ci credo sinceramente, lo stato agisce esattamente come un cartello monopolista con i politici, che lo guidano, che si sparatiscono i dividendi, in chiave politica ma anche economica. Un politico riceve uno stipendio, e non ho mai sentito che si spartisca i soldi derivanti dalle entrare dello stato. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Un politico riceve uno stipendio, e non ho mai sentito che si spartisca i soldi derivanti dalle entrare dello stato. No? E le tangenti cosa sono? E la gente messa lì per incarico dato dai politici cos'è? E lo stato come più grande datore di lavoro Italiano cosa mi deve rappresentare? C'è una disfunzione dietro questo, la stessa disfunzione che vede i miei onesti profitti decurtati di oltre il 50% per finanziare una spesa pubblica paurosa. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
madmike Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Per il resto dico cose false affermando che metà, o più, degli Italiani, con particolare accento a quelli del sud ma non solo, non ha cure mediche adeguate? Io dico che se l'aspettativa media di vita e' quasi raddoppiata, in questo Paese, negli ultimi 100 anni (e soprattutto al Sud, in proporzione), e se le statistiche ci danno al 2 posto nel mondo come qualità dei servizi, dico che in medio stat virtus. Non mi pare che a Palermo muoiano come mosche, per intenderci. E neanche a Napoli. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 (modificato) Ma non è il morire, è quello il punto mad! Il problema è che un servizio medico non si valuta da quanti muoiono ma dalla qualità del servizio e in Italia abbiamo un servizio schifoso, senza contare che gli ospedali del nord sono intasati di pazienti del sud che per ogni cura un pò più complicata si trasferiscono, quando possono. Per me la professione sanitaria non si può ridurre solo a fare un bel taglia e cuci in sala operatoria, ma nella gestione complessiva del paziente che in Italia viene, nella maggior parte dei casi, trattato o come un pezzo di carne o come un idiota, il tutto perchè il medico ha tutti i poteri non avendo concorrenza nè alcuno stimolo a migliorarsi. P.S. Aggiungo: il modello elencato nell'articolo sottostante è così terribile o pericoloso? Con il “Libro Verde” del Ministro Sacconi si è finalmente aperta una discussione ad ampio raggio sulle necessarie ristrutturazioni del nostro Stato sociale, di cui la sanità è inevitabilmente magna pars. I trend demografici e i progressi della medicina ci impongono un ripensamento profondo, se si pensa che, secondo l’Ocse, a politiche invariate, la sola componente pubblica della spesa sanitaria, inclusiva della spesa per gli anziani non autosufficienti, potrebbe raddoppiare nell’arco di pochi decenni, in Italia come in molti altri paesi. Se i tre obiettivi da tutelare sono universalità dell’accesso, qualità del servizio e sostenibilità finanziaria, è evidente che il nostro attuale sistema non è adeguato. Alla luce di queste considerazioni, nonché dell’evidente e talvolta drammatica inadeguatezza delle risorse pubbliche a far fronte, già oggi, alle crescenti esigenze delle persone, sembra formarsi un consenso sulla opportunità di chiamare attori privati - siano essi fondi, mutue o assicurazioni - a partecipare alla spesa. La questione, obiettivamente molto complessa, su cui il Libro Verde ci impone di riflettere, è come far sì che l’apertura al privato non mini il carattere universalistico, e dunque l’equità, del sistema e contribuisca ad accrescerne la qualità. Sotto questo profilo, un caso di straordinario interesse, che ha già suscitato l’attenzione di studiosi e policy makers nel mondo, è rappresentato dalla riforma olandese entrata in vigore nel gennaio del 2006. Introdotta da un governo di centro-destra, la riforma è stata confermata dal successivo esecutivo di centro-sinistra. In quello che gli olandesi definiscono sistema di “assicurazione privata sociale”, l’universalismo è tutelato dal fatto che tutti i residenti maggiorenni sono tenuti ad acquistare una polizza sanitaria che copre un pacchetto base di prestazioni definito dallo Stato: l’assicurazione non può rifiutare la copertura e non può differenziare i prezzi in base alle condizioni di salute o all’età dell’assicurato. Lo Stato sovvenziona le persone a basso reddito e lo fa attraverso un meccanismo che esalta la libertà di scelta del paziente, ovvero tramite un “buono sanità” che viene devoluto direttamente all’assicuratore scelto dal singolo. Un fondo, detto di equalizzazione del rischio, garantisce la stabilità del sistema attraverso compensazioni a favore delle compagnie che assumono i rischi più elevati (anziani, cronici, disabili, ecc.). Il fondo è finanziato attraverso premi commisurati al reddito e riceve contributi dalla fiscalità generale esclusivamente per la copertura dei minori. Il sistema è calibrato in modo che circa la metà delle entrate che affluiscono complessivamente alle compagnie provenga dai premi in cifra fissa corrisposti dagli assicurati. Nei primi due anni, il valore medio di tali premi si è collocato attorno ai 1050 euro. Secondo i suoi promotori, il modello olandese risolve, o comunque affronta in modo decisivo, il problema della sostenibilità finanziaria, essenzialmente per due motivi: la maggiore efficienza, che deriverebbe principalmente dal fatto che la concorrenza fra assicurazioni le dovrebbe indurre a controllare i costi con maggiore rigore di quanto non possa fare una pubblica amministrazione, e la circostanza che, dal punto di vista della sostanza economica, il sistema diventa esterno al perimetro della PA in quanto è quasi interamente “premium funded”, ossia finanziato attraverso le due tipologie di premi, in cifra fissa e in percentuale del reddito, di cui si è detto. Un eventuale aumento dei costi dei servizi sanitari peserebbe non sui conti dello Stato, ma su quelli delle assicurazioni, che sarebbero costrette a reagire con gli strumenti standard, dolorosi ma inevitabili, di cui dispongono le imprese private: taglio dei costi o aumento dei prezzi. Inoltre cambiano radicalmente le dinamiche politiche che impattano sulle caratteristiche del sistema, perché il contenimento degli sprechi non è più solo una preoccupazione del Ministro dell’Economia, ma un interesse condiviso delle assicurazioni e dell’intera popolazione chiamata a pagare il premio assicurativo. L’introduzione da parte di una compagnia di meccanismi di responsabilizzazione degli assicurati, come un co-payment o una franchigia, non incontrerebbe le stesse resistenze che esso incontra quando la decisione è affidata ad un autorità politica. La libertà di scelta diventa il garante della qualità del servizio: il singolo è in grado di optare per la compagnia che, per le convenzioni e i servizi che offre, è più capace di soddisfarne le esigenze. Da questo punto di vista, è cruciale il fatto che, per legge, gli assicurati possono cambiare compagnia ogni anno e che una specifica autorità di settore, preposta ai controlli sulla qualità dei servizi, pubblichi indicatori sulla performance delle assicurazioni e delle strutture sanitarie Questo modello dunque utilizza la libertà di scelta da parte di cittadini informati e consapevoli come leva per fare emergere la qualità, mettendo in campo i tradizionali incentivi della concorrenza di mercato anche per la fornitura dei servizi alla salute. La libertà di scelta è anche la chiave per risolvere l’evidente conflitto d’interesse che caratterizza i sistemi interamente o quasi intermante pubblici, nei quali la pubblica amministrazione svolge contemporaneamente tre funzioni fra di loro incompatibili. Essa infatti non può al tempo stesso essere il regolatore, il controllore e il produttore del servizio. In un sistema siffatto, finiscono sempre per prevalere preoccupazioni di tipo politico. I controlli sono pro forma e, di fatto, viene garantita la sopravvivenza di tutte le strutture pubbliche, anche delle più inefficienti; la corruzione e gli sprechi sono mali pressoché inevitabili. Visto dall’Italia, l’elemento più rivoluzionario della riforma olandese sta dunque nel fatto che essa espunge quasi completamente la politica dalla gestione del sistema sanitario. Una precondizione per il buon funzionamento di un sistema siffatto è che le aziende sanitarie pubbliche vengano privatizzate o, quantomeno, trasformate in Spa, con identici diritti e doveri delle strutture private accreditate. E, come esse, siano sottoposte al vaglio del mercato e alla libera scelta dei cittadini. Fondi sanitari, eventualmente costituiti dalle parti sociali, possono dare un contributo assai utile, al pari delle assicurazioni, purché non venga messa in discussione la libertà di scelta delle persone e, con essa, il carattere concorrenziale del sistema. Nel 1967, proprio su queste colonne, Bruno Leoni, uno studioso dotato di straordinaria immaginazione e attenzione al buon funzionamento del mercato, suggeriva uno scenario nel quale si concedesse alle persone la possibilità di “impiegare la propria quota contributi... nel pagamento di un premio da pagarsi alla compagnia assicuratrice che credono, in base ad un contratto di assicurazione malattia”. Nell’Italia di allora, la proposta di Leoni non poteva che restare un grido nel deserto. Eppure, la sua attualità - attestata dal “modello olandese” - deve portarci a considerare strade troppo a lungo ritenute impossibili, ma che oggi ci appaiono quasi come vie obbligate per consentire alle regioni, nel quadro del federalismo fiscale prossimo venturo, di affrancarsi dal vincolo di risorse pubbliche sempre più inadeguate ed offrire servizi di qualità ai cittadini. Da Il Sole 24 Ore, 9 settembre 2008 Modificato 13 Settembre 2009 da Dominus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Leviathan Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 No? E le tangenti cosa sono? E la gente messa lì per incarico dato dai politici cos'è? E lo stato come più grande datore di lavoro Italiano cosa mi deve rappresentare? C'è una disfunzione dietro questo, la stessa disfunzione che vede i miei onesti profitti decurtati di oltre il 50% per finanziare una spesa pubblica paurosa. cattiva politica politici che rubano assenza della certa della pena siamo sempre lì finché le combricole di delinquenti è libero di delinquere in santa pace puoi fare tutte le riforme che vuoi. In Europa la sanità funziona, lamentarsi epr qualche coda mi pare troppo e demagogico, considerando che hai bisogno di una visita URGENTE hai un doppia velocità Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
vorthex Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 considerando che hai bisogno di una visita URGENTE hai un doppia velocità ma anche no. ammenochè non hai la raccomandazione o ti è esplosa l'appendice Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Leviathan Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 ma che state dicendo? Ma quando mai, sopratutto in pericolo di vita al pronto soccorso passi davanti a tutti? Ma siete sicuri di risiedere in Italia? O sono l'unico italiano che ha un buono ospedale (gli Infermi di Rimini) Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
vorthex Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 tu hai parlato di visite non di interventi di peritonite... deciditi. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
typhoon Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Ultimamente questa maggioranza e questo governo stanno facendo un sacco ridere: Bossi: «Il federalismo non ci basta più» Fini ha una grande occasione, uscire da questa pagliacciata che è il PDL e dare vita ad una vera destra liberale esterna al PDL libera dalla crème di questo partito cioè: Ex democristiani Ex comunisti Craxiani Picciotti ... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
madmike Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Ma non è il morire, è quello il punto mad! Il problema è che un servizio medico non si valuta da quanti muoiono ma dalla qualità del servizio e in Italia abbiamo un servizio schifoso, senza contare che gli ospedali del nord sono intasati di pazienti del sud che per ogni cura un pò più complicata si trasferiscono, quando possono. Per me la professione sanitaria non si può ridurre solo a fare un bel taglia e cuci in sala operatoria, ma nella gestione complessiva del paziente che in Italia viene, nella maggior parte dei casi, trattato o come un pezzo di carne o come un idiota, il tutto perchè il medico ha tutti i poteri non avendo concorrenza nè alcuno stimolo a migliorarsi. alt: questa frase l'hai detta tu: Conosco più della metà dei cittadini Italiani che per avere uno straccio di cure decenti devono emigrare, e se non possono farlo crepano dove sono, e l'altra metà che non ha servizi comunque all'altezza di un paese civile. di morire, hai parlato tu, io ho seguito quello che mi pare, tuttora, un discorso fasullo. Poi possiamo parlare di migliorare e rendere efficente il servizio, ma non che la privatizzazione del servizio dia, per definizione, servizio migliore: TUTTE le esperienze in tal senso (su larga scala: certo che se sono Berlusconi ho le migliori cure possibili al mondo...) danno risultati esattamente contrari. Il discorso partiva da qui. A meno che tu non ritenga che il privato, riempito di soldi ed inserito in un contesto del SUD, dia risultati migliori e più efficenti del pubblico: e perche', poi? Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Leviathan Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 typhoon dimentichi ex comunisti però la parte dei picciotti mi è piaciuta un mondo Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
typhoon Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 typhoon dimentichi ex comunisti però la parte dei picciotti mi è piaciuta un mondo Ci sono ... :rolleyes: Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
dindon Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 (modificato) .... e se le statistiche ci danno al 2 posto nel mondo come qualità dei servizi, dico che in medio stat virtus. ........... Ho letto bene? l'Italia al 2 posto nel mondo come qualità dei servizi? magari davanti a Francia, UK, Svizzera RFG, ecc? non si finisce mai di imparare! ... ma da dove vengono queste statistiche strabilianti? ... vorrei proprio saperlo! Modificato 13 Settembre 2009 da dindon Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
cama81 Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 Organizzazione mondiale della sanità siamo secondi dopo i francesi e di diverse posizioni davanti all UK (il loro andrebbe preso come esempio di come NON si organizza un sistema sanitario ) Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 13 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 13 Settembre 2009 (modificato) Ma non è il morire, è quello il punto mad! Il problema è che un servizio medico non si valuta da quanti muoiono ma dalla qualità del servizio e in Italia abbiamo un servizio schifoso, senza contare che gli ospedali del nord sono intasati di pazienti del sud che per ogni cura un pò più complicata si trasferiscono, quando possono. Per me la professione sanitaria non si può ridurre solo a fare un bel taglia e cuci in sala operatoria, ma nella gestione complessiva del paziente che in Italia viene, nella maggior parte dei casi, trattato o come un pezzo di carne o come un idiota, il tutto perchè il medico ha tutti i poteri non avendo concorrenza nè alcuno stimolo a migliorarsi. alt: questa frase l'hai detta tu: Conosco più della metà dei cittadini Italiani che per avere uno straccio di cure decenti devono emigrare, e se non possono farlo crepano dove sono, e l'altra metà che non ha servizi comunque all'altezza di un paese civile. di morire, hai parlato tu, io ho seguito quello che mi pare, tuttora, un discorso fasullo. Ah no? Ho visto centinaia di calabresi e siciliani, giusto per fare un esempio, affollare le strutture sanitarie piemontesi per avere un trattamento oncologico degno di questo nome o, addirittura, una semplice PET. E con un tumore non curato bene si muore che io sappia. Poi possiamo parlare di migliorare e rendere efficente il servizio, ma non che la privatizzazione del servizio dia, per definizione, servizio migliore: TUTTE le esperienze in tal senso danno risultati esattamente contrari. Quali esperienze? In Italia non ce ne sono state affatto, mentre all'estero ce n'è a bizzeffe ed è normale che un servizio in concorrenza si migliori. Per esempio il privato negli USA con una buona assicurazione ha diritto ad un ottimo servizio, non paragonabile a nessuna delle strutture d'eccellenza presenti in Italia. A meno che tu non ritenga che il privato, riempito di soldi ed inserito in un contesto del SUD, dia risultati migliori e più efficenti del pubblico: e perche', poi? Perchè i primari non sarebbero scelti dai politici, gli appalti non verrebbero dati per amicizia o convenienza e le strutture in concorrenza per poter campare devono dare un servizio migliore degli altri ospedali. Ma tu l'hai mai vista una struttura ospedaliera del mezzogiorno? Poi, continuo a ripetere, io un modello l'ho indicato, la tua soluzione qual'è? Lasciare tutto com'è? Andrebbe pure bene se ne siete contenti, ma il problema è che entro pochi anni non sarà più sostenibile. Modificato 13 Settembre 2009 da Dominus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
dindon Inviato 14 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 14 Settembre 2009 Organizzazione mondiale della sanità siamo secondi dopo i francesi e di diverse posizioni davanti all UK (il loro andrebbe preso come esempio di come NON si organizza un sistema sanitario ) No no no! .... non e' vero! Io ho letto qualche cosa di diverso e precisamente quanto segue. "Lo ha rilevato l’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’indagine che ha messo a confronto i sistemi sanitari in tutto il mondo, ponendo l’Italia al secondo posto assoluto per capacità di risposta assistenziale universale in rapporto alle risorse investite." http://www.ministerosalute.it/resources/st...bro_ssn_low.pdf Chi conosce un pochino di matematica sa bene cosa significhi " ... in rapporto alle risorse investite " e dunque capisce bene che quel secondo posto, lungi dall'essere automatico motivo di orgoglio, necessita di essere ben analizzato e quindi interpretato. Quanto all'organizzazione in UK (da dove scrivo), fa sorridere il ritenere che gli italiani possano da lezione di organizzazione ai britannici!!! D'altro canto solo un ingenuo che con conosce il mondo e non ha mai viaggiato puo' davvero ritenere che il nostro molto carente sistema sanitario possa essere addirittura migliore di quello francese, britannico, svizzero, tedesco, austriaco, svedese e mi fermo qui! Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Leviathan Inviato 14 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 14 Settembre 2009 Il sistema sanitario italiano è meglio di quello statunitense: è quanto emerge dall’incontro che si è svolto alla fine di ottobre a Milano, dal titolo “Confronto dei Sistemi Sanitari e dei trattamenti cardiovascolari”. Le conclusioni sono state tratte in seguito ad un attento confronto di due studi di settore, il primo a cura del Langome Medical Center della New York University che riguarda i costi del sistema sanitario americano. Il secondo, stilato dagli esperti del gruppo Ospedaliero San Donato, il maggiore d’Italia, prende in esame i costi della sanità nel nostro paese e in particolare nella Lombardia. Le conclusioni non lasciano dubbi, nonostante gli episodi di malasanità e le condizioni strutturali inadeguate di alcuni ospedali, il sistema italiano è più efficiente e costa meno. Dal paragone emerge come negli USA se ne va in spese sanitaria il 15% del PIL mentre in Italia, sommando i costi della sanità pubblica (6,8%) e quella privata ci si ferma all’8%. Il giudizio favorevole sul sistema sanitario nostrano non si basa solo sul costo: negli USA, pur spendendo di più in farmaci e cure, il 16% degli abitanti non ha alcun tipo di copertura sanitaria, sono ben 40 milioni gli americani che in caso di malattia si trovano a dover sborsare di tasca loro l’intera somma delle cure. Anche se paragoniamo il costo delle singole operazioni si vede come negli USA le terapie siano molto più onerose, non certo alla portata di tutti. Infatti, un bypass coronario con angioplastica costa in Lombardia 24.721 dollari, in quanto il sistema sanitario regionale paga questa cifra agli ospedali in cui si esegue l’operazione in questione. Lo stesso bypass, negli Stati Uniti viene a costare per gli over 65 e i disabili 42.266 dollari, se viene effettuato in un ospedale di base. Se, invece, il paziente si rivolge ad una struttura privata di alto livello la cifra cresce di molto e si aggira intorno ai 58.000 dollari. Lo stesso discorso vale per altre operazioni di cardiochirurgia, come ad esempio, gli interventi su patologie e il rimodellamento del ventricolo sinistro: 23.209 dollari in Lombardia, 49.367, negli Usa, il 113% in più. Dallo studio emerge anche come la spesa sanitaria italiana sia una delle più basse di Europa, dopo di noi ci sono solo Regno Unito e Portogallo. http://www.medicinalive.com/costume/societ...mpio-spesa-usa/ Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
-{-Legolas-}- Inviato 14 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 14 Settembre 2009 Il secondo, stilato dagli esperti del gruppo Ospedaliero San Donato, il maggiore d’Italia, prende in esame i costi della sanità nel nostro paese e in particolare nella Lombardia. Le conclusioni non lasciano dubbi, nonostante gli episodi di malasanità e le condizioni strutturali inadeguate di alcuni ospedali, il sistema italiano è più efficiente e costa meno. Però mi chiedo. Ha senso confrontare la Lombardia agli USA? Non siamo fuori di qualche ordine di grandezza? Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Leviathan Inviato 14 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 14 Settembre 2009 erano rapportati Legolas. Quanto viene un singolo trapianto al San Donato e un singolo ed uguale trapianto al Princeron Hospital (quello di dottor House che non esiste tra l'altro) ? Meno da noi. Là poi i dottori prendono davvero troppo rispetto a qua. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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