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Politica - Topic Ufficiale


Graziani

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Ospite intruder
E magari in esilio potete fondare un nuovo movimento come "Giustizia e Libertà"; chissà che non abbia più fortuna degli attuali partiti di opposizione!!! :rotfl:

 

 

Non ci vedo nulla da ridere. Se il massimo di opposizione che un Paese riesce a esprimere, è Di Pietro, questo è il suo fallimento, non un trionfo.

 

 

EDIT: intendo il fallimento come Paese, come società.

Modificato da intruder
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Non ci vedo nulla da ridere. Se il massimo di opposizione che un Paese riesce a esprimere, è Di Pietro, questo è il suo fallimento, non un trionfo.

EDIT: intendo il fallimento come Paese, come società.

Concordo, ma anche ciò è colpa di Berlusconi?!?!?!

 

Sempre e solo, "piove, governo ladro"?!?!?!

Modificato da picpus
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Ospite intruder
Concordo, ma anche ciò è colpa di Berlusconi?!?!?!

 

No, sono gli italiani che fanno schifo. Continuo a dirlo ma nessuno mi ascolta.

Modificato da intruder
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Dai pic, il Presidente della Repubblica dovrebbe garantire il rispetto della Costituzione! Berlusconi ci fa a cazzotti giornalmente, se potesse non la riformerebbe, la eliminerebbe di netto.

 

Si può dire tutto di Berlusconi, ma non che abbia il senso e le doti istituzionali per occupare quella carica. E' un ottimo leader, ha un potere forse fin troppo egemone nella politica italiana, ha un partito forte, ha un conflitto di interesse immane (che forse in Italia comincia a diventare un pregio), un consenso diffusissimo... Ma non ha minimamente il senso delle istituzioni.

 

Altro che facili battute...

 

Riguardo al linux credo che non sia poi così costoso e difficile formare i dipendenti della PA: a scuola lo usavamo tranquillamente e le applicazioni di uso comune hanno interfacce pratiche e praticamente analoghe a quelle degli omologhi (e più costosi) pacchetti di Windows. Esempi lampanti sono i programmi free software come FireFox e ThunderBird, ormai li usa anche chi ha XP o Vista.

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http://borsaitaliana.it.reuters.com/articl...E53G0MA20090417

 

che rabbia... invece di darli ai terremotati li buttano via così, perché non metterli in un inceneritore quei soldi tanto vale

 

@ tuccio14

risparmio netto della provincia di bolzano nell'uso di linux: 1 milione di euro l'anno

Risparmio della camera per linux introdotto da Pietro Folena (PRC) : 2 milioni di euro l'anno

 

Di esempi ce ne sono

 

2009: brunetta firma con Microsoft per la PA

Modificato da Leviathan
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Mamma mia... Come collegare il nulla col nulla spendendo 6 miliardi. Con la lungimiranza dei nostri politici di sicuro si sarà previsto un piano di potenziamento delle infrastrutture già esistenti.

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[...]

 

Il tutto «senza alcuna tassa aggiuntiva» per gli italiani. Prima di andare per Berlusconi una domanda sulle inchieste in corso e le tante polmiche a riguardo. «Quando ci sono questi eventi c'è chi si rimbocca le maniche e chi invece si prodiga a ricercare responsabilità. Io sono diverso, non è nel mio dna». E chiude ricordando una frase del padre: «Mio padre mi diceva che se qualcuno nasce con il piacere di fare del male ha tre scelte: può fare il delinquente, il pm o il dentista. I dentisti però si sono emancipati e adesso esiste l'anestesia».

 

[...]

 

Bravo Silvio, rimbocchiamoci le maniche e rifacciamo tutto com'era prima, senza ferro e con la sabbia di mare. Tanto questi PM che magari vogliono fare un pò di giustizia stanno solo cercando "di fare del male" a chi ha compiuto negligenze gravissime.

Modificato da typhoon
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mi ero dimenticato... vergognoso l'ennesimo attacco alla magistratura.

Indagare su chi ha causato, per motivi economici, la morte di centinaia di persona è una perdita di tempo, meglio che il PM nel tempo libero prenda sabbia di mare e mattoni sottocosto :thumbdown: :thumbdown:

 

non vorrei sembrare assurdo, ma temo che all'orizzonte qualche leggina/condono salva palazzinari ci sarà...

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ed ecco la salva-manager Thyssen

 

Lo denuncia la Fiom. La modifica prevista da Sacconi è retroattiva e scagionerebbe i vertici aziendali. La responsabilità di gravi infortuni solo su lavoratori, medici e progettisti. Se passa la norma, a rischio i processi Thyssen e Umbria Olii

autore: lapaola, da flickr (immagini di Davide Orecchio)

Tra le nuove norme per la sicurezza sul lavoro ce n’è anche una “salva manager” che mette a rischio il processo Thyssen. La norma è contenuta nelle modifiche al Testo unico sulla sicurezza approvate per decreto dal Consiglio dei ministri. A denunciarlo è la Fiom Cgil. “Se passa questa novità contenuta nell'articolo 10 bis – spiega il segretario nazionale Giorgio Cremaschi – i livelli alti dell'azienda non saranno più responsabili di gravi infortuni. È una norma 'ammazza processi', un lodo Alfano per i top manager”. “Le responsabilità - continua Cremaschi - ricadrebbero così sui lavoratori, medici, fornitori e progettisti”.

 

Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, si appella alle Regioni che stanno valutando il Testo e al Capo dello Stato perché venga rimossa questa norma “vergognosa e che pone problemi di costituzionalità”. "Siamo di fronte a un'altra porcata che sta passando nel silenzio generale”, denuncia Rinaldini.

 

"Le aziende erano al corrente della modifica in arrivo: sappiamo di molti casi di lettere di assunzioni di responsabilità fatte firmare a sottocapi e capireparto" ha denunciato ancora Cremaschi.

 

Sono poi gli avvocati che seguono il processo Thyssen a Torino, Elena Poli e Sergio Bonetto, a spiegare come la nuova formulazione dell'art. 10 bis preveda “che la responsabilità del datore di lavoro sia (...) esclusa se l'evento è imputabile a preposti, medico competente, progettisti, fabbricanti e soprattutto ai lavoratori, per violazione delle norme previste dal Testo unico sulla sicurezza". La norma, spiegano sempre gli avvocati, è "retroattiva, per cui il primo effetto si avrà sui processi in corso”. Secondo Poli, “di fatto, si elimina la possibilità di accertare la responsabilità di chi sta più in alto, in molti casi top manager e amministratore”.

 

» Sacconi respinge l'accusa: "processo alle intenzioni"

» Attacco al Testo unico

 

"I morti della Thyssen, della Umbria Olii, e in generale tutte le vittime di incidenti sul lavoro, vengono uccisi per la seconda volta da una norma che il governo ha inserito all'articolo 10 bis del decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro". Lo denuncia anche Paolo Brutti, responsabile delle Politiche del Lavoro dell'Italia dei Valori. "Nel decreto è stata introdotta una norma per cui, di fatto, i livelli più alti delle aziende non sono più responsabili di quanto accaduto in caso di incidente sul lavoro. (...) Bisogna opporsi in tutti i modi a questa norma barbara perché le responsabilità delle morti bianche non ricadano sulle stesse vittime".

 

http://www.rassegna.it/articoli/2009/04/20...a-salva-manager

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Ospite intruder
Ma mi chiedo se non venga il vomito ai signori che mettono al potere chi partorisce certi abomini

 

 

Richiederebbe onestà e intelligenza.

 

dominus mi spieghi perche noi dobbiamo fare pippa?

 

Ti riferisci a Malta? Secondo te che dovevamo fare?

Modificato da intruder
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Ospite intruder

Non era fattibile, primo perché qualcuno ha avuto la bella idea di associare Malta alla UE, e, secondo, perché a quel punto si sarebbero inventati che non potevano assisterli e avrebbero invocato questo o quello e ne sarebbe uscita una crisi che avrebbe finito con lo scaricare ugualmente i profughi da noi con conseguente figuraccia. Se il peso politico dell'Italia fosse diverso... ma non lo è. E quindi non si può nemmeno discutere della cosa in ambito UE.

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A questo punto deve essere una strategia. La continua sequenza di gaffe, frasi inopportune, battutacce, strappi ai protocolli istituzionali, violazioni delle cerimonie internazionali compiuta sistematicamente dal presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi non può essere archiviata come semplice “esuberanza”.

 

L'ultima in ordine di tempo è quella che viene rivelata da un video di cui la Rai non ha parlato, ma che sta girando vorticosamente su Internet, tra Youtube e Facebook. Ed è stato da poco ripreso anche da La7. Si tratta della conferenza stampa finale del G20 di Londra. C'è il ministro Tremonti che sta spiegando la dinamica del vertice e ironizza sul lavoro portato avanti dai responsabili economici.

 

A quel punto interviene Berlusconi che gli siede accanto e dice: «I ministri in compenso stavano al cesso...». Ricapitoliamo e inquadriamo la situazione: conferenza stampa ufficiale a Londra del vertice tra i 20 paesi più industrializzati del mondo, chiamati a elaborare strategie per uscire da una crisi che sta avendo conseguenti pesantissime su tanti cittadini. Giornalisti, italiani e stranieri, radunati per avere informazioni sulle decisioni dello Stato italiano sulla crisi economica, ma Berlusconi ha voglia di scherzare e si lascia andare alla scurrile espressione.

 

Ma non è finita. Osservando una giornalista Rai prendere nota dell'ennesimo scivolone il primo ministro italiano passa direttamente alle minacce e dice, anzi intima: «Che scrivi tu. Non scrivere. Cosa scrivi. Guarda che ci sono le riunioni a casa mia per la Rai. Eh, stai attenta! Ripeto, stai attenta», conclude Berlusconi additando la giornalista . Qualcuno ride, come purtroppo succede spesso alle “battute” del capo di governo, ma la sua minaccia va a buon fine. La Rai non ne ha più parlato.

http://www.unita.it/news/84083/su_internet...tavano_al_cesso

 

 

 

ma che scherziamo? non è in pericolo la democrazia....

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Ospite intruder

REFERENDUM, BERLUSCONI: CREDO SI FACCIA IL 21 GIUGNO

 

'' Credo che si faccia adesso,immagino il 21 ma non posso dirvi di piu' perche' non ho ancora avuto il ritorno dal ministro Maroni che sta avendo colloqui con l'opposizione''. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi .

 

Sulla data del referendum "stiamo decidendo, ma credo si farà... Maroni sta sentendo l'opposizione", ha spiegato il presidente del consiglio, al termine di una riunione nella sede del Pdl a via dell'Umiltà. "Credo che si faccia adesso - ha aggiunto rispondendo a chi gli chiedeva se fosse ipotizzabile un rinvio al prossimo anno -. Immagino il 21 giugno.. ma non posso dirvi di più perché ancora non ho avuto il ritorno dal ministro Maroni che sta avendo colloqui con l'opposizione". "Io - ha proseguito Berlusconi - sono il più interessato al referendum che darebbe al Pdl il 55%, ma non sarebbe esteticamente apprezzabile che io me ne interessassi e per questo ho detto al ministro Maroni: occupatevene voi".

 

"La soluzione ottima sarebbe una leggina in Parlamento con l'accordo di tutti i gruppi, che è molto meglio di un decreto legge". Così Berlusconi a proposito dello strumento da utilizzare per fissare la data del referendum.

"Questa è una tecnicalità di cui non mi sono occupato", è stata la premessa di Berlusconi a proposito dell'ipotesi che per fissare la data del referendum si usi un decreto legge o un ddl. "Credo che la soluzione ottima - ha tuttavia aggiunto - sia quella di fare una leggina in Parlamento che si approvi con l'accordo dei presidenti di Camera e Senato in 4 giorni. Credo - ha proseguito - che ci voglia questo e che sia molto meglio di un decreto legge perché spetta al Parlamento prendere una decisione in merito con l'accordo di tutti i gruppi".

 

"Se l'opposizione volesse veramente evitare la spesa per il referendum, fossero anche 50 milioni, basterebbe presentare una leggina in Parlamento con il testo del referendum". Ha sottolineato Berlusconi. "Invece - ha aggiunto - ne fanno un'occasione di critica, ma in realtà non lo vogliono assolutamente".

 

"Io sono il più interessato al referendum che darebbe al Pdl il 55%, ma non sarebbe esteticamente apprezzabile che io me ne interessassi". Ha affermato Berlusconi.

 

Celebrerò il 25 aprile "perché non se ne appropri una sola parte politica", ma il luogo lo dirò solo più avanti. Lo ha aggiunto il premier.

 

 

 

www.ansa.it

Modificato da intruder
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Torniamo sul MAL governo, con degli articoli sulla più grande presa in giro a danni degli italiani dell'ultimo secolo:

 

ANCORA SULLA SOCIAL CARD

 

Ricordate? Il giorno 26 dello scorso mese di dicembre vi ho raccontato la disavventura di un povero pensionato che ha avuto dal Ministero dell’Economia una social card senza fondi e quindi si è visto rifiutare la spesa dal Supermercato nel quale era andato a rifornirsi; la vicenda era semplicemente la narrazione dell’evento, senza nessuna notizia circa le motivazioni di questo disservizio e senza alcun commento ricavato dai mass-media: insomma era soltanto il racconto di un racconto.

 

Ebbene, adesso sono in grado di fornire qualcosa di più su quanto avvenuto: il numero previsto da Tremonti è stato 1.300mila; a fronte di questo, le Poste avrebbero ricevuto finora 366mila richieste di social card da parte di altrettanti “poveri” (chiamiamoli così i richiedenti); l’INPS, cioè colui che tira fuori materialmente i soldi, ne avrebbe autorizzate soltanto 200mila, che avrebbero ricevuto il “caricamento” della somma prevista, mentre 100mila sarebbero state respinte per mancanza di requisiti e 66mila sono ancora in lavorazione e vengono attivate mano a mano che sono pronte..

 

Ma cosa significa respinte? Evidentemente – lo voglio dare per assunto – c’era qualcosa che non andava nella domanda del “povero” e quindi l’INPS non ha dato luogo all’emissione della social card; il problema è che nessuno si è preso la briga di informare colui al quale è stata respinta la domanda, cosicché la tesserina ricevuta dalle Poste ha cominciato a essere utilizzata, con i risultati che è facile immaginare, in quanto era un semplice pezzetto di plastica senza alcun valore spendibile.

 

Errore del “povero” che ha dato per scontato l’attivazione della social card ? Cerro, ma se proviamo a metterci nei suoi panni, vedrete che non era facile comportarsi diversamente: se nessuno mi dice niente in contrario, vuol dire che va tutto bene e che la tessera che mi hanno consegnato è la social card, regolarmente attivata; questo si è detto la stragrande maggioranza dei “poveri esclusi”.

 

Ma chi doveva dire qualcosa al “povero”? Siamo in Italia e siamo maestri nel rimpallo delle responsabilità: le Poste affermano di non aver titolo per dire al “povero” se la domanda era approvata o meno; non ci resta quindi nessun altro che il ministero dell’Economia che avrebbe dovuto scrivere, con la maggiore celerità possibile, al “povero” per spiegare il motivo della mancata attivazione della tessera.

 

Ma c’è di più: sembra che le Poste e il Ministero avessero due “griglie di requisiti” diverse, per cui il risultato è questa figuraccia che lo Stato sta facendo nei confronti di questi 100mila “poveri” respinti.

 

Sia chiaro una cosa: in questo frangente nel quale veniva data la patente di “povero”, bisognava mettere in moto tutte le energie possibili e immaginabili affinché non avvenisse il minimo errore, poiché qualsiasi dissonanza sarebbe avvenuta sulla pelle del “povero” – dopo averlo marchiato come “povero” – e non gli avrebbe neppure consentito di avere quanto spettante ai poveri come lui.

 

Vorrei concludere con una considerazione: avete sentito parlare di questa vicenda sui grandi giornali o sugli schermi televisivi? La risposta ve la do subito io: non ho visto nessun giornale e nessuna TV parlare dell’incidente, solo il “Corriere della Sera”, a pagina 37, nella rubrica della posta, ha ospitato la lettera di un lettore che protestava per l’inghippo, ma non ha fornito alcuna risposta.

http://visionidelmondo.myblog.it/archive/2...ocial-card.html

 

La grande beffa della social card

Una su tre è senza soldi

di ANTONELLO CAPORALE

 

La grande beffa della social card Una su tre è senza soldi

 

Il ministro Giulio Tremonti

ROMA - Si dice: morire di vergogna. "Avevo il Dixan in mano, anche una confezione di orzo e una scatola di tonno ma mi è venuto un presentimento: vuoi vedere che non funziona? Allora ho preso la tessera e ho chiesto alla commessa di digitare i numeri, io non vedo bene. Non era stata caricata. Avevo i soldi stretti nell'altra mano, già tutti contati, e glieli ho dati e così è finita. Non l'ho più usata". Maria Pia, 67 anni, è fuggita via dal supermercato di Viareggio rossa in viso, e meno male che non c'era nessuno in fila. Comunque in quel supermercato non ci tornerà più.

 

La tessera di Tremonti è di un bel azzurro sereno. Come il cielo di Forza Italia, quello di una volta. Un tricolore ondulato la attraversa da sinistra a destra e sembra la scia delle mitiche frecce. "E' anonima naturalmente per non creare imbarazzo", commentò Silvio Berlusconi il giorno dell'inaugurazione della campagna dei 40 euro mensili ai bisognosi d'Italia.

 

Anonima. Infatti ieri, supermercato Sma di Roma, commessa indaffarata alla cassa, signore anziano in fila: "Ha per caso la social card?". Il no è asciutto e risentito. "Scusi, ma era per capire come pagava".

Lusy Montemarian non ha pagato, anzi è scoppiata in un pianto dirotto quando le hanno comunicato, come fa il medico alla famiglia del congiunto morente, che non ce l'aveva fatta. Un pianto raccolto da una microtelecamera di "Mi manda Raitre" e unito ad altri pietosi casi. Un mattone sull'altro, e un altro ancora. Alla fine si edifica questo incredibile muro della vergogna che attraversa la penisola e la trafigge senza colpa.

 

La Social Card, il circuito Mastercard. Protagonisti di una favola. Una strisciata e via. La pensionata indigente che alla cassa del panificio, come la donna chic di via Condotti, apre il borsello, non tocca i soldi sporchi, ma sfila la carta di credito. Un secondo magnetico. Se la carta è piena. Se è vuota - e lo sono un terzo delle circa 500 mila distribuite - la pensionata deve restituire il pane e ritirare l'umiliazione pubblica.

 

Era il 19 giugno, era estate, e il ministro Giulio Tremonti annunciava una vecchia novità: la carta di credito per i poveri. Vecchia perché l'aveva pensata Vincenzo Visco, nell'arcaico '97: sconti sulla spesa, sugli affitti, sui beni di prima necessità. Vecchia perché l'aveva apprezzata Ermanno Gorrieri, comandate partigiano, fondatore del movimento Cristiano Sociali. Gorrieri è morto nel 2004. Nel 2008 è Tremonti a presenziare e presentare la svolta: una manovrina da 450 milioni di euro, 200 coperti dall'Eni, 50 dall'Enel, altri dalla Robin Tax. Togliere ai ricchi, dare ai poveri: 40 euro al mese, 80 euro accreditati ogni due mesi. Per un anno intero. Quattro mesi di annunci, di serrata organizzazione. Pronti. Si parte il primo dicembre. Attenzione: chi conserva 15 mila euro, in banca o alla posta, pensionato o disoccupato, non ha diritto alla carta di credito dello Stato.

 

Sono in 520 mila a dicembre a chiedere la social card, pensionati con reddito dai 6 mila euro agli 8 mila, coppie di anziani, famiglie con figli a carico, non oltre i tre anni però. Con una sola casa di proprietà, un'automobile e un'utenza elettrica attiva. In fila, per ore, davanti ai 9 mila uffici postali. Perché chi completava le pratiche entro il 31 dicembre, aveva diritto a 120 euro (ottobre, novembre e appunto dicembre) di partenza. Una corsa verso il nulla. Perché il 30 dicembre, con ottimismo natalizio, l'Inps - che doveva accertare il reddito - dichiarava di aver ricaricato 330 mila tessere. Le altre erano vuote.

 

Migliaia di italiani si sono ritrovati in mano una patacca. Una carta azzurra, di plastica, con il retro magnetico, il numero, il logo giallo e rosso della Mastercard. Belle, eccome. E di valore: si stima costi almeno 50 centesimi l'una, più 1 euro per la ricarica bimestrale, più il 2 per cento per le spese del circuito bancario. Uno scherzetto da 8 milioni e 500mila di euro, a pieno regime. Una lotteria per il mezzo milione di italiani che, soltanto alla cassa e davanti al commesso, saprà se la sua carta annonaria è buona oppure è uno scherzo del destino, se può permettere di fare la spese oppure di annunciare la propria povertà a tutti.

 

Duecentomila tessere vagano scoperte di tasca in tasca, sospese o respinte. Duecentomila italiani, forse di più, le possiedono senza poterle utilizzare. Alcuni (pochi) lo sanno. Altri, molti altri, che non sanno, vanno incontro alla sciagura.

 

Ci vuole del metodo per ideare una così lunga e inutile fatica. Prima fila: farsi certificare la povertà, la disgrazia assoluta. Seimila euro all'anno. In fila, naturalmente per vedersi attestata dal patronato la sospirata povertà. Poi l'Inps, le Poste, sempre in fila, sempre allo stesso modo. Infine, coraggio, andare al supermercato ed esibirla questa maledetta povertà. E poi, duecentomila volte finora, vederla svergognata: "La tessera non è carica". Ma ha letto bene?

 

Per la social card un poveretto di Catania è ricoverato (coma farmacologico) in ospedale a seguito di furiosa lite, recita un dispaccio dell'Ansa del 3 gennaio scorso, generata "dalla discussione per l'ottenimento della social card". Giovanni Spatola, imbianchino di 47 anni, si è costituito ai carabinieri confessando di aver fracassato il cranio del conoscente con una chiave inglese. Chi dei due doveva ottenere la social card? A Verona boom di ritiri. Il dato, riferisce la direzione delle Poste, è connesso alla presenza nel luogo di molti istituti religiosi. Trecento tra suore e frati si sono presentati all'incasso. Nullatenenti. Perciò potevano. A Castelletto di Brenzone, minuscolo villaggio sul lago di Garda, ne sono state elargite più di cinquanta. Come mai? Lì ha sede l'istituto delle piccole suore della Sacra Famiglia. Amen.

 

"Disagi e umiliazioni di ogni genere. Accreditategli questi benedetti quaranta euro sulle pensioni, così risparmierete dei soldi anche voi", ha consigliato Pierluigi Bersani ieri alla Camera al ministro dell'Economia. "E' la truffa del secolo, un flop, il più grande bluff tremontiano", dice Franco Laratta, il deputato calabrese del Partito democratico mentre raccoglie le firme per un'interpellanza urgente sulla precoce agonia di questa tesserina azzurrissima, molto patriottica con quel fascio tricolore.

http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/c...ocial-card.html

 

 

Social card vuota,

decine di anziani beffati

Maria Rosa Tomasello

Ogni giorno persone che hanno ricevuto la tessera scoprono che i soldi non ci sono

Il Caaf Cgil: «Pensionati umiliati e costretti a lasciare la merce alle casse».

 

PESCARA. La beffa arriva al termine della coda al supermercato. Al momento di pagare, quando la Carta acquisti viene consegnata alla cassiera, viene digitato il codice e la risposta è inequivocabile: «Disponibilità insufficiente». Per tanti, troppi pensionati che avevano sperato nei pochi spiccioli della social card, una umiliazione immeritata davanti ai clienti in fila dietro di loro. La carta è desolatamente vuota.

A poche settimane dall’entrata in vigore della legge che ha istituito la Carta acquisti da 40 euro al mese, tristemente ribattezzata «la tessera dei poveri», esplode a Pescara come in tutta Italia il caso dei bancomat sociali scarichi. Prima di capodanno, su un milione 300 mila aventi diritto, solo 330 mila carte erano state attivate rispetto a 520 mila richieste: 140 mila erano state respinte. Per una percentuale ancora difficile da definire, ma certamente rilevante, la social card è purtroppo un bluff: i 120 euro che il governo aveva assicurato ai pensionati a basso reddito come arretrati dei primi tre mesi (ottobre, novembre e dicembre) a molti che pure pensavano di averne diritto (qualcuno parla del 40 per cento) non sono stati accreditati. La ragione è oscura anche per gli addetti ai lavori, il personale dei centri di assistenza fiscale dei sindacati a cui i pensionati si rivolgono per informazioni o per la compilazione e la consegna dei moduli.

«Ogni giorno riceviamo quattro o cinque persone che vengono a chiederci perché i soldi non ci sono» dice Silvana Latini, del Caaf Cgil di via Benedetto Croce. «In tutti i casi si tratta di persone per i quali la procedura è stata seguita in maniera corretta: noi facciamo sempre uno screening completo: se la persona ha depositi bancari o postali, se ha una pensione di invalidità o l’accompagnamento, verifichiamo che tutti i requisiti richiesti esistano. Ma nonostante questo, molti tornano perché il bancomat non è stato caricato. Oggi sono venute quattro persone: tre vedove e un signore con moglie e figli che vivono con una sola pensione».

È un pasticcio di leggi e procedure, di tempi e meccanismi farraginosi che colpisce i debolissimi della società: gli anziani senza risorse che sono disposti a lunghe code negli uffici postali o ai Caaf pur di conquistarsi quei 40 euro che sono 1,33 euro al giorno, un nulla, eppure necessari per fare la spesa. Persone con situazioni limite che l’illusione svanita della social card rischia di far scivolare nel dramma: «Sabato scorso ho ricevuto la telefonata di una signora che si era vista respingere la tessera alla cassa del supermercato perché era vuota: il marito è morto da poco, lei è depressa. Era così disperata che ha minacciato di suicidarsi. Ripeteva che era stata una cosa terribile, umiliante. Lei credeva di avere 120 euro, e invece non aveva niente. Ha dovuto lasciare la merce sulla cassa e andare via. Per un’ora sono stata al telefono con lei per convincerla a non fare gesti estremi».

Nel solo mese di dicembre, circa mille persone si sono rivolte al Caaf Cgil, uno dei tanti centri di assistenza di Pescara: di queste, circa 320 avevano i requisiti per ricevere la carta, in linea con dati nazionali che parlano di una percentuale di aventi diritto del 30-35 per cento dei richiedenti. «Ma moltissimi di questi, almeno il 20 per cento» stima Latini, «si ritrova senza soldi sulla tessera».

Il «bancomat», però, è stato inviato a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta. Ricevuto, spesso in ritardo, il pin (il codice segreto) molti hanno pensato che la carta fosse attiva e hanno tentato di spendere il denaro. Ma in troppi casi il loro tentativo è fallito.

«Il problema principale è la mancanza di informazione» sostiene Concezio Apollonio, responsabile del Caaf Cisl di corso Vittorio Emanuele. «La social card è stata lanciata con grande enfasi senza fornire informazioni esatte sui requisiti». «molta gente che rientra nei parametri richiesti per il reddito Isee, magari va “fuori” perché ha ricevuto la quattordicesima a luglio o il bonus incapienti a dicembre» spiega Moreno Renzetti. «Forse appena il 10 per cento riesce davvero ad avere i soldi» osserva Apollonio. «Per quello che ci riguarda, noi trasmettiamo all’Inps la documentazione entro uno o due giorni dal momento in cui lo riceviamo. Il problema è che, alla fine, nessuno si prende la briga di informare il pensionato se avrà o meno i soldi: meglio sarebbe stato spalmare questi soldi sulle pensioni». È così, quindi, che la scoperta avviene nel luogo ultimo di una procedura estenuante: alla cassa del supermercato, o alla posta dopo la coda per le bollette. «Giorni fa è venuta una signora piangendo» concludono alla Cisl. «Aveva in mano la vecchia tessera per il pane del periodo fascista, con i bollini. Ha detto “pensate, all’epoca non l’avevo usata, adesso sono costretta a usare quest’altra”». Sempre ammesso che i soldi ci siano.

 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...ffati/2056993/6

 

Se una simile buffonata l'avesse fatta Prodi... avremo

Su sei TV nazionali anziane che piangono e urlano, gente disperata di essere arrivata alla cassa e aver fatto la tragica figuraccia per la social card vuota; sindacalisti che chiedevano perché non è stata introdotta nelle buste paghe e nelle pensioni, anzichè dare un marcio dispregiativo riconoscibile agli occhi altrui, politici dell'opposizione che la paragonavano al marchio che portavano gli ebrei nel regime nazista ecc....

E tutto questo 24 ore-NO STOP con edizioni speciali e studio aperto e tutti gli altri con un inviato nei vari supermercati.

 

Ma non l'ha fatta prodi.

L'ha fatta Silvio.

Quindi... zitti e mosca!!

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A quanto pare si vuole spostare il G8 a L'Aquila.

 

Speriamo che vada tutto bene, sarà un incubo garantire la sicurezza in una zona terremotata. E poi c'è anche il problema delle svariate decine di migliaia di no-global, black block e compagnia varia che si troveranno in una specie di parco giochi ideale per dare sfogo ai loro istinti....

 

Corriere.it

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Ospite iscandar

Da commenti sentiti stamani a Radio Capitol, l'80% degli intervistati sembra favorevole con le motivazione più varia, da "se può far del bene, vengano pure" al "tanto più caos di così non può essere" oppure "tanto non c'è più niente da distuggere"

Modificato da iscandar
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