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Afghanistan - Topic ufficiale


Thunderalex

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La bella notizia tra tutto questo trambusto è che l'Iveco ha imparato a fare degli ottimi veicoli

Sarò cinico, ma le operazioni militari servono anche a questo...

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Eccovi, dalla trasmissione televisiva "Primo Piano" di RAI 3, andata in onda il 26 settembre 2008, il video "Afghanistan - Tra guerra e pace", ai seguenti 3 link:

 

http://it.youtube.com/watch?v=z8vQBh-w4Ts

 

http://it.youtube.com/watch?v=nEuYsfv-gJ0&...feature=related

 

http://it.youtube.com/watch?v=J58UVDgoNm8&...feature=related

 

 

:hmm: Chi mai sarà questo "enrrmmi" :adorazione: che ha postato i filmati su YouTube?!?!?! :D

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Da http://www.tempi.it/esteri/002736-gli-eroi...-terra-afghana:

 

Gli eroi senza volto in terra afghana

Per due anni il paese li ha dimenticati per colpa delle cineserie del governo Prodi. Loro intanto rischiavano la vita per bloccare l’avanzata talebana. Parlano i soldati della missione italiana

 

di Gian Micalessin

Farah (Afghanistan)

 

«Vi ricordate i soldati che piantavano i fiori, curavano aiuole e costruivano pizzerie? Bene scordateveli. La guerra adesso è nuda e gli x-files, i dossier segreti, non esistono più». Ci accolgono così gli ufficiali italiani della base all’aeroporto di Farah. E non sono soldati normali. Sono i militari della Task force 45, i soldati invisibili. Militi ignoti di cui per due lunghi anni, dal 2006 al 2008 non sì è potuto né parlare, né favoleggiare.

Militari fantasma, militari cancellati dalla cronaca e dall’immaginazione dell’italiano medio. Soldati speciali, distaccati dai reparti delle più importanti unità d’élite delle nostre forze armate, mandati a difendere questo pezzo di deserto a est di Herat considerato una delle principali rotte d’infiltrazione dei talebani. Sono ancora soldati senza volto e senza nome, come d’obbligo per tutte le forze speciali, ma sono finalmente soldati dotati di parola. Soldati ansiosi di raccontarti quella guerra che per due anni hanno vissuto sulla propria pelle, una guerra che ha lasciato feriti e cicatrici sulla pelle di alcuni loro compagni, una guerra che bisognava combattere e dimenticare nel segno della politica. Ma ora le ipocrisie dell’era Prodi, le cineserie di un governo costretto ad imbavagliare un esercito per sostenere traballanti alleanze parlamentari, sono finite. Dimenticate. E loro possono raccontare.

...

Per raccontarti cosa significhi Vince, un altro ufficiale al comando di un distaccamento della Task Force 45 ti mette nell’orecchio la cuffietta di un iPod, ti spara il martellio di un rock elettronico che scivola nella melodia e si riaccende nei toni cupi di un crescendo. «La senti? Si chiama Toxicity, l’ascoltavamo quella notte nel Gulistan e da allora è la nostra canzone di battaglia». È successo a primavera di quest’anno. «Il Gulistan è un distretto a nord di Farah, il suo nome significa paese dei fiori, anche se l’unico fiore coltivato è il papavero da oppio», rammenta l’ufficiale Vince. Poi i suoi ricordi vanno indietro a quella sera, quando un dispaccio del comando Nato segnala che sulla caserma del comando distrettuale del Gulistan sventola la bandiera bianca con i versetti coranici dei talebani. «L’esercito afghano aveva abbandonato tutto senza aspettare l’arrivo del Tercio, l’unità della legione straniera spagnola che doveva assumerne il controllo. Così quella notte il comando della Nato chiama noi, ci ordina di riconquistare il distretto, di ammainare quella bandiera e riprendere a tutti i costi il controllo della cittadina».

Obbedire non è facile. «Ho solo i miei uomini, un pugno di uomini – ricorda Vince – e il Gulistan è un impossibile imbuto, un budello in cui le trappole esplosive e le imboscate possono farti a pezzi. I soldati afghani ci dicono che siamo pazzi, gli spagnoli del Tercio non sono pronti a partire. Così andiamo solo noi, la nostra canzone e le nostre preghiere. Partiamo all’una di notte, c’infiliamo nel budello, a luci spente, con i visori notturni, bonifichiamo la strada metro per metro, senza troppi indugi perché l’ordine è di far presto. All’alba siamo lì, circondiamo la cittadina, ci avviciniamo alla caserma, facciamo irruzione, la riconquistiamo, issiamo la bandiera della Nato. Dentro è tutto vuoto, distrutto, i talebani sono fuggiti. Ci hanno visto avanzare a luci spente, hanno pensato all’avanguardia di un esercito sterminato e sono fuggiti. In qualche decina d’incursori li abbiamo messi in fuga».

...

A disturbare la consolidata presenza talebana e i loro traffici ci pensano novanta soldati del 66° Reggimento Friuli sotto il comando di Massimiliano Spucches, un capitano trentenne che in tre settimane acquisisce il controllo della fortezza resistendo ad attacchi, imboscate e bombardamenti a colpi di missili e razzi anticarro. «Siamo arrivati ai primi di agosto e ci siamo accampati in questo ex fortino costruito ai tempi dell’occupazione sovietica... Da allora, per tre settimane, non ci hanno mai dato pace», racconta il giovane ufficiale mostrando le mura martoriate dove brecce e voragini recenti si alternano alle vestigia della guerra degli anni ottanta. Anche qui i nostri soldati, i “convenzionalissimi” fanti dell’aria del 66° reggimento hanno reagito colpo su colpo, senza ritirarsi, senza cedere una postazione. «Se loro ci sparavano con i razzi noi rispondevamo con le mitragliatrici pesanti e se non bastava – racconta un tenente - chiamavamo i nostri elicotteri Mangusta. E loro, i talebani, ogni volta, hanno preferito ritirarsi senza insistere troppo».

 

 

In effetti la forma non è il massimo, ma i contenuti mi sono sembrati pieni di passione, ed io lo apprezzo molto!

 

Comunque il silenzio che c'è stato durante il governo Prodi (e che solo in parte ora si è levato, dato che anche il Berlusca è un campione di ipocrisia) è stato vergognoso. In ogni stato i soldati vengono festeggiati come eroi, da noi vengono visti come gente che sta lì per soldi, e se muore è perchè ha voluto la bicicletta e ha pedalato.

 

Bisognerebbe far leggere i dossier di certi interventi a qualche :censura: che afferma impunemente che i mangiaspaghetti non sappiano combattere. :angry:

 

Comunque, permettetemelo, Toxicity come grido di battaglia fa troppo stile... :adorazione:

 

Secondo me invece è bene che di certe cose non si parli, se non dopo anni ed anni. Sempre di Operazioni Speciali si tratta, ed i primi a volere che non se ne parli sono proprio gli operatori. Non gliene frega un accidente che se ne parli, anzi, più se ne tace e meglio è! Benvenuti nelle Forze Speciali.

 

Anche il racconto è molto romanzato. Talebani che fuggono, avanguardie di eserciti sterminati, fortini presi senza sparare un colpo.... come li infinocchiano bene i giornalisti...

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Anche il racconto è molto romanzato. Talebani che fuggono, avanguardie di eserciti sterminati, fortini presi senza sparare un colpo.... come li infinocchiano bene i giornalisti...

 

Non hai capito che utilizzano l'arma segreta SOAD :asd:

 

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Comunque a parte le c*****e se vogliamo che se ne parli bisognerebbe che si formassero nel nostro paese una serie di reporter di guerra che non siano volti famosi inviati per l'occasione o giornalisti non esperti del campo, ma una figura professionale in grado di interagire con i soldati sul terreno di guerra e di raccontare, così facendo, gli avvenimenti in modo esatto e non ideologico.

Modificato da Dominus
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Comunque a parte le c*****e se vogliamo che se ne parli bisognerebbe che si formassero nel nostro paese una serie di reporter di guerra che non siano volti famosi inviati per l'occasione o giornalisti non esperti del campo, ma una figura professionale in grado di interagire con i soldati sul terreno di guerra e di raccontare, così facendo, gli avvenimenti in modo esatto e non ideologico.

Ed ecco che si riapre la discussione sui giornalisti enbadded! :lol:

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Ospite dottoressa

il problema non sono i giornalisti....chi vuole informarsi va su internet, è che l'italiano medio non vuole sapere che i nostri agi il nostro benessere, l'energia che usa è guadagnata sul sangue di innocenti (poco tempo fa sono morti 70 civili quasi tutti bambini)

.........perchè la guerra in Afganistan e iraq è come tutte le guerre, una guerra di interesse, per accaparrarsi importanti fonti di energia.

Modificato da dottoressa
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.........perchè la guerra in Iran ...........

:blink: Cosa è già scoppiata la guerra con l'Iran ed io non ne so nulla?!?!?! :pianto:

 

Ah, ho capito, si tratta delle solite "parole in libertà"!!! 2769470.gif

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Ospite dottoressa
:blink: Cosa è già scoppiata la guerra con l'Iran ed io non ne so nulla?!?!?! :pianto:

 

Ah, ho capito, si tratta delle solite "parole in libertà"!!! 2769470.gif

 

il solito sai che ho ragione e ti attacchi alle c.........te, perchè non hai altro......

 

è superficiale il tuo comportamento, quando ti deciderai a rispondere sui temi, sui contenuti......sulle idee.

 

se ci riesci....altrimenti se vuoi continuare così......................credo di aver dimenticato pure qualche virgola.

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il solito sai che ho ragione e ti attacchi alle c.........te, perchè non hai altro......

 

è superficiale il tuo comportamento, quando ti deciderai a rispondere sui temi, sui contenuti......sulle idee.

 

se ci riesci....altrimenti se vuoi continuare così......................credo di aver dimenticato pure qualche virgola.

 

Sicuramente hai esagerato con i puntini di sospensione. Nella lingua scritta se ne usano solo tre consecutivi e non devono infarcire tutti i periodi: rendi fastidiosa la lettura ed è irrispettoso per gli altri utenti.

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Sicuramente hai esagerato con i puntini di sospensione. Nella lingua scritta se ne usano solo tre consecutivi e non devono infarcire tutti i periodi: rendi fastidiosa la lettura ed è irrispettoso per gli altri utenti.

Detto e quotato questo, ci terrei a rispondere in merito ai contenuti del post di dottoressa.

 

Non posso che condividere quanto ha scritto, le guerre vengono fatte per interesse, verissimo... Ed inevitabilissimo! Se qualcuno non avesse avuto l'interesse di espandersi economicamente in Europa occidentale probabilmente parleremmo tutti tedesco!

 

Come dico sempre, è così dall'alba dei tempi, solo che una volta ci si scannava a suon di clavate per il possesso della zona di caccia, ora ci si bombarda amichevolmente per il controllo di risorse e per evitare di vedersi crollare grattacieli in pieno centro!

 

It's sad but it's true, e purtroppo evitare che muoiano altri innocenti non dipende dalla presenza o dall'assenza dei nostri soldati all'estero. Dipende solo e solamente dall'acquisizione di bombe sempre più precise e dal potenziamento dell'intelligence, nonchè dalla rapidità nel trucidare chi uccide volontariamente dei civili pur di far arrivare all'Occidente la propra bieca e fondamentalista voce!

 

Poi non posso che condividere anche il fatto che è anche colpa dell'italiano che non vuole informarsi, non solo dell'assenza di giornalisti in zona, se si è convinti che i nostri non sparino un colpo... Ma questo è un discorso che vale per molte, moltissime altre questioni.

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Detto e quotato questo, ci terrei a rispondere in merito ai contenuti del post di dottoressa.

 

Non posso che condividere quanto ha scritto, le guerre vengono fatte per interesse, verissimo... Ed inevitabilissimo! Se qualcuno non avesse avuto l'interesse di espandersi economicamente in Europa occidentale probabilmente parleremmo tutti tedesco!

 

Come dico sempre, è così dall'alba dei tempi, solo che una volta ci si scannava a suon di clavate per il possesso della zona di caccia, ora ci si bombarda amichevolmente per il controllo di risorse e per evitare di vedersi crollare grattacieli in pieno centro!

 

It's sad but it's true, e purtroppo evitare che muoiano altri innocenti non dipende dalla presenza o dall'assenza dei nostri soldati all'estero. Dipende solo e solamente dall'acquisizione di bombe sempre più precise e dal potenziamento dell'intelligence, nonchè dalla rapidità nel trucidare chi uccide volontariamente dei civili pur di far arrivare all'Occidente la propra bieca e fondamentalista voce!

 

Poi non posso che condividere anche il fatto che è anche colpa dell'italiano che non vuole informarsi, non solo dell'assenza di giornalisti in zona, se si è convinti che i nostri non sparino un colpo... Ma questo è un discorso che vale per molte, moltissime altre questioni.

 

non avrei saputo esprimermi meglio.

 

quoto in pieno.

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L'allarme del generale inglese: «Afghanistan, non vinceremo»

Carleton-Smith: «Abbiamo tolto il pungiglione ai talebani, ora serve il dialogo»

 

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LONDRA —«Non vinceremo questa guerra»: sono quattro parole esplosive come altrettante bombe quelle pronunciate dal generale Mark Carleton-Smith, il comandante del contingente britannico in Afghanistan. Parlando dalla sua base nella provincia meridionale di Helmand, dove ha a disposizione ottomila soldati, il generale avverte l’opinione pubblica in patria che «non si deve aspettare una vittoria militare decisiva». Bisogna abbassare il livello delle speranze occidentali, dice l’ufficiale, che a 44 anni, con una carriera tutta nelle forze speciali oggi comanda la 16ma Air Assault Brigade dell’esercito e quindi non è sospettabile di essere un animo tenero e pacifista. La sua analisi, tracciata apertamente per il Sunday Times, è che «si tratta di portare questa guerra che non possiamo vincere a un livello di ribellione gestibile, che non rappresenti una minaccia strategica e possa essere tenuta sotto controllo in futuro dall’esercito afghano».

 

Perché non c’è da prevedere che quando le forze della Nato lasceranno il teatro d’operazioni, tra qualche anno, «non ci siano sul terreno delle bande armate in questa parte del mondo: sarebbe irrealistico», conclude il generale. Il ragionamento di Carleton- Smith non è disfattista: rivendica per i suoi uomini il successo di aver «tolto il pungiglione ai talebani per il 2008» (si calcola che quest’anno siano stati uccisi 7 mila guerriglieri), ma guarda anche al numero di perdite che la sua brigata ha dovuto subire in questi mesi: 32 soldati caduti in azione e 170 feriti, che hanno portato il totale delle vittime britanniche dall’inizio della campagna afghana nel 2001 a 120. Il generale chiede di lavorare sul fronte politico: i talebani hanno un seguito tra la popolazione, quindi serve un negoziato: «Se i talebani fossero disposti a parlare di un regolamento politico... ebbene, questo sarebbe esattamente il tipo di progresso che conclude le insurrezioni di questo tipo e la gente non dovrebbe trovarlo sgradevole».

 

Da Kabul arrivano molti segnali. Gli americani stanno preparando un aumento temporaneo delle forze, un surge sul tipo di quello che ha migliorato la situazione in Iraq (il termine surge è stato studiato per evitare di usare escalation, che fu sinonimo di disfatta in Vietnam). Il comandante Usa McKiernan ha chiesto 14 mila uomini, tre brigate per rafforzare il suo contingente di 34 mila uomini. «Pompare sempre più forze non servirà a battere i talebani militarmente: i sovietici avevano il triplo degli uomini della Nato e non ce l’hanno fatta. Il punto è usare in modo più efficace il contingente », ha detto al Corriere Paul Burton, direttore del Senlis Council, un gruppo di analisti che ha molti contatti tra la gente afghana.

 

Ha fatto scandalo anche un commento dell’ambasciatore britannico a Kabul, Sir Sherard Cowper-Coles, secondo il quale la strategia «è destinata al fallimento», perché «la presenza militare occidentale è parte del problema, non della sua soluzione». Secondo Sir Sherard alla fine, entro cinque o dieci anni, l’unico modo «realistico» di riunificare l’Afghanistan sarebbe di trovare «un dittatore accettabile». Le frasi dell’ambasciatore sono state riferite in un dispaccio confidenziale inviato a Parigi da un diplomatico francese e fatte filtrare alla stampa.

 

Il Foreign Office ha reagito sostenendo che il pensiero di Cowper-Coles è stato distorto. Però ora il pensiero del generale Carleton- Smith non si presta a interpretazioni equivoche. La realtà è che politici e militari a Londra sono convinti che non si possa vincere la guerra e serva un negoziato. E siccome gli inglesi di guerre afghane ne sanno qualcosa, dai tempi dell’Impero, forse sarebbe il caso di ascoltarli. Il presidente Hamid Karzai la settimana scorsa ha chiesto al re saudita di mediare con gli insorti e ha proposto al leader storico dei talebani, il Mullah Omar, di farsi vivo.

 

Guido Santevecchi

06 ottobre 2008

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  • 2 settimane dopo...

Nuovo attacco agli Italiani.

 

L'attacco e' avvenuto questa mattina alle 7:40 locali (le 5:10 in Italia) nell'area di Herat, dove e' di base il contingente italiano.

 

L'attentatore suicida si e' fatto esplodere contro una colonna di mezzi italiani. Sei quelli lievemente feriti, mentre due veicoli hanno subito danni.

 

La colonna al momento dell'attacco, riferiscono da Herat, stava effettuando un movimento pianificato.

 

L'unita' di reazione rapida (QRF) e il nucleo artificieri (EOD) sono subito intervenuti e hanno messo in sicurezza l'area per favorire lo sgombero dei feriti, che sono stati trasportati nell'ospedale da campo della base italiana di Herat da dove nei prossimi giorni saranno sgomberati in Italia.

 

Nell'attentato suicida di oggi ad Herat e' rimasto coinvolto anche un settimo militare italiano, che e' stato pero' immediatamente dimesso. Le condizioni di quest'ultimo soldato, infatti, dal primo momento non hanno destato alcuna preoccupazione: ha riportato solo lesioni estremamente superficiali che sono state medicate e non e' stato necessario alcun altro intervento.

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Ringraziamo ancora San Lince

 

Im MdD La Russa ha sottolineato che ''questa volta, infatti, non e' stata una mina, un ordigno posto sul ciglio della strada, ma un vero e proprio attentato suicida. Una modalita' d'azione rara, almeno nella nostra area di responsabilita'. Questo naturalmente ci preoccupa, anche se siamo confortati dal fatto che i nostri militari possono contare su mezzi efficaci, come i 'Lince' che hanno confermato di costituire un'ottima difesa''.

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Ringraziamo ancora San Lince
Im MdD La Russa ha sottolineato che ''questa volta, infatti, non e' stata una mina, un ordigno posto sul ciglio della strada, ma un vero e proprio attentato suicida. Una modalita' d'azione rara, almeno nella nostra area di responsabilita'. Questo naturalmente ci preoccupa, anche se siamo confortati dal fatto che i nostri militari possono contare su mezzi efficaci, come i 'Lince' che hanno confermato di costituire un'ottima difesa''.

Mi associo. Pensate cosa sarebbe successo se fossero stati a bordo di un VM-90... :helpsmile:

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Oggi da segnalare la ferma presa di posizione del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha definito ''del tutto inopportune'' e ''campate in aria'' le accuse ai soldati italiani di stanza in Afghanistan, lanciate da un giornalista pachistano Ahmed Rachid secondo il quale i nostri militari non fanno bene il loro lavoro.

 

Purtroppo lo spostamento in Off-Topic di questo interessantissimo (a mio avviso) thread ha fortemente impoverito il numero di interventi e la partecipazione dei meglio informati, ma qualcuno sa qualcosa di più su queste "accuse"?

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  • 2 settimane dopo...
  • 3 settimane dopo...
Purtroppo lo spostamento in Off-Topic di questo interessantissimo (a mio avviso) thread ha fortemente impoverito il numero di interventi e la partecipazione dei meglio informati, ma qualcuno sa qualcosa di più su queste "accuse"?

 

Se posso dire la mia senza che un mod mi scotenni, concordo. Per l'Afghanistan si potrebbe fare una eccezione, visto che ci combattono dei soldati italiani. Qualcun altro d'accordo?

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