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4000 soldati USA uccisi in Iraq


Leviathan

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Sono quattromila, secondo l'Associated Press, i soldati americani morti in Iraq dall'inizio della guerra, cinque anni fa dopo l'attentato che domenica sera ha ucciso quattro militari statunitensi di pattuglia a Baghdad. Il Pentagono non conferma la cifra, seguendo una politica di basso profilo per quanto riguarda le vittime del conflitto. I morti dichiarati ufficialmente al 24 marzo sono, secondo il sito icasualties, 3992 ai quali tuttavia debbono aggiungersi 175 militari britannici, 133 di altre nazioni e oltre mille civili "contractors" di varie nazionalità. I morti italiani sono stati 33, il numero più alto dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.

 

L'attacco, con un cosiddetto IED (Improvised Explosive Device) in pratica una bomba rudimentale, è avvenuto verso le 22 (le 20 in Italia) a chiudere una giornata sanguinosa che aveva già fatto almeno 51 vittime in varie parti del Paese.

 

Quelli americani in Iraq sono morti invisibili o quasi, visto che le operazioni di rimpatrio delle salme avvengono quasi sempre con grandissima discrezione. Fino a pochi mesi or sono era addirittura proibito fotografare le salme avvolte nella bandiera a stelle e strisce all'interno degli aerei da trasporto militare. Ora si può (i media l'hanno spuntata grazie al primo emendamento della costituzione Usa, quello sulla libertà di espressione) ma le foto rimangono molto rare alla base militare di Dover, nel Delaware, dove le salme continuano a giungere sul suolo americano dall'Iraq.

 

È vero che articoli sui militari morti in Iraq continuano a riempire la stampa americana. Ma si tratta soprattutto delle pagine locali dei grandi quotidiani e di quelle dei media regionali: ne parlano quando la vittima viveva (o era nata) nella città alla quale le pagine si riferiscono.

 

Decisamente molto più numerose di quelle militari americane sono le vittime civili irachene: spesso invisibili anch'esse, sono soprattutto morti dimenticati, visto che nessuno ne ha tenuto il macabro catalogo, e le stime oscillano tra 82mila (secondo le stime del sito iraqbodycount) e oltre un milione di vittime. La rivista medica britannica The Lancet ha pubblicato qualche tempo fa uno studio dal quale risulta che i morti civili associati alla guerra sono stati almeno 100mila tra il 2003 e il 2004. Un numero che oggi potrebbe essere moltiplicato per tre o quattro se gli assunti dell'articolo restano validi.

 

In base alle ultime cifre pubblicate i militari Usa morti quest'anno in Iraq sono 96, molti meno rispetto agli anni precedenti, visto che su base annua, se la progressione rimane quella attuale, si sarà al di sotto delle 400 vittime. L'anno più letale è stato il 2007, con 901 morti tra i militari americani. Non era andata molto meglio nel 2004, nel 2005 e nel 2006. Le vittime Usa erano state rispettivamente 849, 846 e 822.

 

Ma ai morti si debbono aggiungere i feriti: ufficialmente sono circa 30 mila, ma fonti non ufficiali arrivano a stimarne anche centomila. Ma almeno un terzo dei feriti resta mutilato o invalido. Pesantissima, tra i reduci, l'incidenza delle turbe mentali che sfociano spesso in violenza, contro se stessi o conto gli altri. Ufficialmente i suicidi nei cinque anno di guerra sono stati 151, ma si calcola che siano ben oltre il migliaio quelli tra i reduci rientrati in patria.

 

 

Missione di pace?????

 

In ogni caso chissà nelle campagne elettorali USA come verrà usata la faccenda....

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In base alle ultime cifre pubblicate i militari Usa morti quest'anno in Iraq sono 96, molti meno rispetto agli anni precedenti, visto che su base annua, se la progressione rimane quella attuale, si sarà al di sotto delle 400 vittime. L'anno più letale è stato il 2007, con 901 morti tra i militari americani. Non era andata molto meglio nel 2004, nel 2005 e nel 2006. Le vittime Usa erano state rispettivamente 849, 846 e 822.

 

Ma ai morti si debbono aggiungere i feriti: ufficialmente sono circa 30 mila, ma fonti non ufficiali arrivano a stimarne anche centomila. Ma almeno un terzo dei feriti resta mutilato o invalido. Pesantissima, tra i reduci, l'incidenza delle turbe mentali che sfociano spesso in violenza, contro se stessi o conto gli altri. Ufficialmente i suicidi nei cinque anno di guerra sono stati 151, ma si calcola che siano ben oltre il migliaio quelli tra i reduci rientrati in patria.

 

e quali sarebbero queste fonti non ufficiali, che devono essere talmente fatte bene da rendere inutile i conteggi ufficiali??

e quali sarebbero questi calcoli sui suicidi che anche qui fanno ombra ai dati ufficiali, devono essere anch'essi precisissimi??

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Leviathan, perchè non ci racconti anche dei passi in avanti fatti grazie alla dottrina contro-insurrezionale applicata dal generale Petraeus?

O al fatto che le provincie fuori controllo sono fondamentalmente le quattro sunnite e non l'intero Irak?

 

Ora invece prova chiederti se ti piacerebbero le conseguenze di un prematuro ritiro americano dalla zona.

 

- l'Iran diverrebbe la più forte potenza della regione (Israele escluso naturalmente), si creerebbe una propria sfera di influenza comprendente l'Irak (o quello che ne rimarrà dopo l'inevitabile guerra civile), la Siria e Gaza. Grazie alle riserve congiunte dell'Iran e del sud dell'Irak (destinato a diventare una sorta di protettorato di Theran) diverrà il paese con le maggiori riserve petrolifere del mondo con tutte le ovvie conseguenze.

 

- Guerra civile in Irak, perchè come sai i qaedisti le bombe non le mettono solo contro gli Occidentali ma anche e sopratutto contro gli sciiti. Ci vorrebbe un niente perchè tale guerra coinvolgesse anche i vicini, Arabia Saudita in primis, fino ad arrivare ad uno scontro generale.

 

- a quel punto, visto che la nostra economia non è pronta a funzionare senza petrolio, ci toccherebbe intervenire nuovamente in uno scontro simmetrico contro una coalizione di stati e movimenti terroristici che da Gaza arriva fino a Theran. Questo, per usare le parole di un colonnello americano, "sarà il nostro nuovo Vietnam".

 

Andare a Bagdad è stato un errore gravissimo, di cui Bush ne è personalmente responsabile. E' andato a rompere quel fragile equilibrio che teneva calmo il medio oriente e, sopratutto, teneva a 20 dollari il prezzo del petrolio. Eliminando Saddam non solo Bush ha fatto fuori il più forte contrappeso alla potenza Iraniana ma ne ha anche aumentato la forza consegnandoli il controllo del sud dell'Irak.

Il bello è che tutto questo era prevedibile. Mi ricordo un editoriale del Corriere, "Le ragioni del No" in cui Sergio Romano spiegava di essere contro la guerra non per un pacifintismo antiamericano alla Diliberto ma per ragioni di equilibrio del MO e di costo del petrolio.

Ma ormai la frittata è fatta, abbandonare avrebbe conseguenze ben peggiori del rimanere. L'Irak non è, per le risorse e per la posizione che ha, un paese che anche se abbandonato a se stesso non farebbe danni, tipo Corea del nord o vietnam. Un cambio di regime, o anche solo una guerra civile aperta sono potenzialmente in grado di fare esplodere l'intero MO e/o di alterarne a nostro sfavore gli equilibri

Modificato da Rick86
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Andare a Bagdad è stato un errore gravissimo, di cui Bush ne è personalmente responsabile. E' andato a rompere quel fragile equilibrio che teneva calmo il medio oriente e, sopratutto, teneva a 20 dollari il prezzo del petrolio. Eliminando Saddam non solo Bush ha fatto fuori il più forte contrappeso alla potenza Iraniana ma ne ha anche aumentato la forza consegnandoli il controllo del sud dell'Irak.

Il bello è che tutto questo era prevedibile. Mi ricordo un editoriale del Corriere, "Le ragioni del No" in cui Sergio Romano spiegava di essere contro la guerra non per un pacifintismo antiamericano alla Diliberto ma per ragioni di equilibrio del MO e di costo del petrolio.

Ma ormai la frittata è fatta, abbandonare avrebbe conseguenze ben peggiori del rimanere. L'Irak non è, per le risorse e per la posizione che ha, un paese che anche se abbandonato a se stesso non farebbe danni, tipo Corea del nord o vietnam. Un cambio di regime, o anche solo una guerra civile aperta sono potenzialmente in grado di fare esplodere l'intero MO e/o di alterarne a nostro sfavore gli equilibri

 

Già, andarsene ora sarebbe prematuro e francamente non so quando l'Iraq sarà di nuovo senza militari USA sul suo suolo...e non è nemmeno detto che lo sarà in tempi brevi. Purtroppo come dice Rick l'errore è stato a monte.

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penso sia inutile restare manco tra mille anni di occupazione militare USA cambieranno le cose

 

nella guerra sciiti VS sunniti alQuaida ha un ruolo di secondo piano: è dalla notte dei tempi che le due etnie se le suonano

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Lev grazie a Bush quella guerra ora è più facile che la vincano gli Sciiti (cioè Theran) e questo a noi non va bene, così come non va bene che tale guerra si combatta in campo aperto; tra 40 anni, liberi dalla dipendenza del petrolio me ne importerà molto poco se il MO salta per aria e si scannano per 10 anni in guerra aperta ma oggi il discorso è diverso

Modificato da Rick86
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Ormai gli USA sono li e ci resteranno. Se per farlo hanno avuto 4000 morti e 30000 feriti sinceramente non mi interessa più di tanto, la cosa non mi tocca.

 

Quello di cui sono preoccupato è che a causa delle enormi spese militari dovute all'occupazione, gli USA stanno trascinando tutto il mondo in una crisi economica di proporzioni colossali.

Debito fuori controllo, stampa di denaro a getto continuo, crescita economica bassa, alta inflazione, borse in debito di ossigeno, petrolio a 100 dollari al barile, fallimenti di importanti istituti di credito, cessione di importanti asset industriali e finanziari a proprietà straniere (per lo più cinesi), ecco i risultati di 5 anni di guerra in Irak.

Se continuasse cosi per altri cinque anni il futuro presidente USA dovrà chiedere il permesso a quello cinese anche per andare in bagno; già abbiamo visto come Bush si sia premurato di appoggiare la leadership cinese in occasione della crisi tibetana: meglio evitare di irritare chi ha il potere di mandarti in fallimento.

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Già, andarsene ora sarebbe prematuro e francamente non so quando l'Iraq sarà di nuovo senza militari USA sul suo suolo...e non è nemmeno detto che lo sarà in tempi brevi. Purtroppo come dice Rick l'errore è stato a monte.

 

Quoto Rick e Montgomery

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Guardate che il prezzo del petrolio alla fine non è troppo influenzato dall'intervento Iracheno, visto che il volume di petrolio in arrivo è anche maggiore di prima, ma è frutto di una gigantesca speculazione in cui si dividono le colpe i paesi emergenti che hanno fatto aumentare la domanda e l'OPEC che lucra tenendo una politica idiota riguardo alla produzione.

 

Quanto all'intervento sono d'accordo nel rimanere così come non ero d'accordo nell'intervento.

Comunque adesso il governo sta cercando di chiudere i conti anche con quel buffone dell'imam Al Sadr, che purtroppo è riuscito a espatriare in Iran dopo essersi goduto in prima fila l'esecuzione di Saddam

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Se Al-Sadr ha 2.000 - 3.000 miliziani a disposizione, il principale partita sciita ne ha 20.000 - 30.000 a disposizione; puoi far fuori Al-Sadr ma con gli Sciiti, che sono il 60% della popolazione del paese devi trattare

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La maggioranza degli Sciiti stanno col governo, il problema è che al Sadr è spalleggiato dall'Iran (che comunque non disdegna neanche il premier al maliki, è bene ricordare che i suoi legami col paese vicino sono di lunga data) e non è facile far fuori 3000 miliziani visto che non si combatte in campo aperto.

Poi ci sono gli americani costretti a tenere due piedi in una staffa visto che ormai vanno più daccordo con i sunniti che con gli sciiti.

Forse la soluzione migliore nel lungo periodo sarebbe un bel personaggio autorevole che governi in modo duro, in ogni caso gli americani non se ne andranno mai del tutto dall'Iraq, daltronde hanno ancora truppe in Germania, perchè non tenere un paio di basi anche lì?

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