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Aviazione giapponese WWII


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Sono ritornato dalle ferie, così dico la mia. Vorthex ha ragione sulla sorte degli aerosiluranti giapponesi, soverchiati numericamenti e spesso inviati senza scorta ad attaccare bersagli dotati di contraeree da paura. Però la stessa sorte è toccata anche ad altri velivoli alleati del tempo. Qualcuno ricorda la strage dei Devastator alle Midway?

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Sono ritornato dalle ferie, così dico la mia. Vorthex ha ragione sulla sorte degli aerosiluranti giapponesi, soverchiati numericamenti e spesso inviati senza scorta ad attaccare bersagli dotati di contraeree da paura. Però la stessa sorte è toccata anche ad altri velivoli alleati del tempo. Qualcuno ricorda la strage dei Devastator alle Midway?

 

E' vero quello che dici Gianvito, ma questo nulla toglie alla validità delle macchine in se, soprattutto al momento dello scoppio delle ostilità e nel successivo anno di guerra.

Quanto ai Devastator, quelli erano realmente aerei non particolarmente riusciti e già superati al momento del loro ingresso sul campo di battaglia.

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Si, certo Pablo! Era proprio quello che volevo dire: intendiamoci, qualunque bombardiere o silurante non è stato progettato per duellare con i caccia. Non è il suo mestiere (anche al giorno d'oggi). Scrivo come appassionato di aerei giapponesi, tra i migliori mai progettati. Certo, pretendere che un progetto resti valido per anni, è chiedere troppo. Proviamo però a confrontare i "Kate" con gli Swordfish o, appunto, i Devastator o ancora i Battle! (E la lista può continuare a lungo...).

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  • 8 anni dopo...

Quasi tutte le biografie offrono spunto per accese discussioni. Di recente il libro “Il primo e l’ultimo” di A.Galland è stato criticato per presunti “rimaneggiamenti”. Anche “Il giorno più lungo” di C.Ryan, si è detto, contiene frasi un po’ troppo Hollywoodiane…Detto questo, è possibile che il libro “Samurai” di S.Sakai sia stato anch’esso “romanzato”.

 

La storia, si dice, viene scritta dai vincitori. E se parliamo di dati inesatti, il primo episodio riguarda la “Battaglia d’Inghilterra”. I dati finora pubblicati, di fonte inglese, non concordano con quelli tedeschi. Vogliamo parlare della “Guerra di Corea” e del fantastico rapporto abbattimenti/perdite degli F-86, solo oggi, finalmente, messo apertamente in discussione ? O degli abbattimenti reclamati dai piloti nord-vietnamiti e mai riconosciuti ?

 

Se un pilota mi racconta che da solo ha affrontato 16 P-40 e dopo averne abbattuti 6 è ritornato incolume alla base, devo ritenerla una bufala…O stiamo parlando di Hans Joachim Marseille ? E Sakai ha solo salvato la pelle.

 

Parlando di Muto, Sakai cita i Corsair non gli Hellcat. Ma l’episodio, sicuramente frutto della propaganda, non ha molto a che vedere coi sistemi di attribuzione delle vittorie da parte dei giapponesi. Che preferivano, come gli italiani, attribuirle allo stormo prima che ai singoli piloti. Nishizawa è uno dei pochi piloti ad essersi avvicinato alle 100 vittorie ma quelle confermate “uffcialmente” sono di gran lunga inferiori. Le cinemitragliatrici, purtoppo, non hanno risolto il problema visto che, ancor oggi, molte vittorie sono messe in discussione e velivoli apparentemente spacciati sono in realtà rientrati solo danneggiati. E che dire dei numerosi Hellcat e Corsair dispersi in azione e quindi mai conteggiati come “perdite” per azione nemica ?

 

Il ritrovamento dello Zero alle Aleutine ha permesso di rivedere le tattiche offensive e difensive. Lo stesso è accaduto con gli ME-109, gli FW-190 e, più di recente, l’intera serie dei MiG. Aerei prima temuti poi…Denigrati in modo inaccettabile.

 

Ottimo mettere nella giusta propettiva il discorso “protezione” e “resistenza strutturale”.

 

I cannoni da 20 mm degli Zero non erano, per i motivi visti, molto efficaci ma i pressoché identici MG-FF hanno fatto a pezzi decine di Spitfire e Hurricane alla Battaglia d’Inghilterra…In pratica, anche la loro “inefficacia” era relativa. La 12,7mm era una buona mitragliatrice media se impiegata in numerosi esemplari. Ma inizialmente molti caccia americani ne avevano solo quattro (Buffalo, Wildcat, P-40). Sulle capacità perforanti ?

 

How effective was the armour? It's thickness varied from 8 mm to about 13 mm. The armour was certainly effective against rifle-calibre machineguns, but these weapons were increasingly replaced by far more powerful medium-calibre machineguns or by cannon. The American .50 AP M2 round, a projectile with a high muzzle velocity, was expected to penetrate 1 inch (24.5 mm) at 100 yards (91 mm) and the AP-I M8 round still 7/8 inch. However, such armour penetration figures are traditionally measured against a homogeneous "standard" plate, while the armour plate fitted to aircraft would be face-hardened plate of good quality, to achieve maximal protection for minimal weight. Also important was that before it could hit the armour, the projectile had to pass through the aircraft skin and maybe structural members, which would deflect it or slow it down and was likely to cause tumbling, which would considerable reduce armour penetration. In this way relatively thin plates could greatly increase the protection. Equipment in the aft fuselage could be carefully arrange so that the bullet would have to pass it first, before it could hit the pilot. Finally, typical firing distances were of the order of 300 yards. Most airforces seem to have felt that the armour of their fighters offered substantial protection against .50 and even 20 mm rounds.

 

http://users.skynet.be/Emmanuel.Gustin/fgun/fgun-ar.html

 

Le quasi identiche 12,7 M3 sui caccia F-86 hanno solo “danneggiato” un numero triplo di MiG-15 rispetto a quelli abbattuti. I proiettili sembravano fare il solletico alla struttura dei caccia sovietici…

 

Quel che ha favorito gli americani è stata la mancanza di bersagli “robusti”, visto che le forze dell’asse non disponevano di velivoli simili ai B-29 e la 12,7mm era buona anche contro bombardieri leggeri. Ma la US Navy, come la RAF, aveva già intuito la necessità di passare ai 20mm.

Modificato da Gian Vito
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Il fatto è che se io ho la cinepresa e l'altro non cel'ha, il mio sistema sarà sempre (molto) più affidabile, per forza. E non pensiamo mai che le dozzine e dozzine di caccia Giapponesi trattati come 'danneggiati' magari non cel'hanno fatta a tornare a casa - quindi, possono benissimo compensare per le inesattezze pur delle cineprese.

 

Mi ricordo la discussione su un Forum americano tra un 'tifoso' del P-38 e un altro appassionato invece dello Zero - e ancor più dell' 'erede mancato' dello Zero, il Kawanishi N1K-J, ancor meglio nella variante migliorata 'Shiden-Kai'.

 

Il tutto si era spostato sul particolare discorso dell'armamento. Al 'pro-Zero' sembrava poco plausibile che alcuni autori - che in tempi più recenti avessero meglio analizzato i vari reports dei piloti da caccia US Navy (qualche pilota USAAF anche, ma pochissimi per forza di cose) - sostenessero il non particolarmente egregio comportamento di 4 cannoni da 20 mm. in battaglie a distanza ravvicinata contro aerei a stelle e strisce...

... sembrava quasi che il lodevole proposito di fare più luce su episodi 'mitizzati' lungo un mezzo secolo, fosse controbilanciato dal voler fare prevalere il solito Hellcat anche contro lo Shiden-Kai.

Il 'pro-Lightning' ha fatto notare che, giustamente, un pilota di P-38 abile e con la giusta dose di esperienza poteva stare quasi certo di tagliare a metà un caccia giapponese con la batteria di armi raggruppate nel muso. La dispersione era praticamente nulla, e se la mira era buona voleva dire (in 2 secondi di raffica) circa 20-21 colpi da 20 mm. e circa 110 colpi da .50".

 

Se anche solo 2/3 andavano a segno, per il Giapponese non vi era scampo pur senza esplosione vera e propria dell'aereo. Tra l'altro il proiettile esplosivo di un Hispano MK II del P-38 che pesava 131 gr. ne conteneva circa 13,6 di esplosivo, che è davvero tanto per una 'shell' fabbricata in modo tradizionale (e non come le 'Minen' utilizzate dai Tedeschi).

I quattro 20 mm. 'Type 99' pur nella variante (leggermente migliorata, ma mica di chissà quanto) MK 2 piazzati sullo Shiden-Kai, invece sparavano 65 colpi in 2 secondi - un pò poco, vuol dire che ogni arma spara 8 colpi al secondo (contro gli 11 al secondo dell'unico cannoncino del Lightning).

 

Però:

* la munizione esplosiva dell'arma Giapponese non era eccelsa - 128 gr. di peso, ma soltanto 9,8 di esplosivo contenuto. D'altronde era un quasi-clone dell'Oerlikon-Mauser MG/FF tedesco.

* quattro armi da 20 mm. ma distribuite sulle ali, quindi poca concentrazione se non nel punto di convergenza ottimale (e non si poteva sempre chiedere ad un Hellcat, o chi per esso, di farsi trovare in quel preciso punto come un fatto di cortesia..).

Questo per il caccia Kawanishi; ancor peggio quindi per lo Zero pur se A6M5, dotato con due soli Type 99 da 20 mm. nelle ali. La realtà di quelle feroci, pur se relativamente rapide battaglie aeree degli ultimi dodici mesi di guerra è che il cacciatore Giapponese pur se pilotando un Kawanishi -Kai doveva, più che altro, sperare in eventuali errori del rivale Americano - addestrato finchè vogliamo, ma non sempre necessariamente esperto (sono due cose diversissime).

L'americano seduto in un Hellcat o un P-51D era invece motivatissimo ed ugualmente coraggioso come il giapponese (non si sarebbe trovato lì, diversamente) ma contava su una batteria di 6 armi alari che fungevano da 'seghe a disco', con una valanga di 240 colpi in 3 secondi di raffica.

 

A questo punto, con una simile cadenza di tiro (ma soprattutto in nastri di munizioni contenenti TRE proiettili incendiari ogni cinque colpi) il discorso della dispersione era, per l'Americano, decisamente meno preoccupante.

Modificato da Smersh
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Tutto pienamente condivisibile. Però si perde di vista il fatto che entrambi i tipi di armamento erano ugualmente letali. Secondo una statistica tedesca 4-5 colpi da 20mm erano sufficienti per abbattere un caccia. Mettiamo che ne servano il doppio impiegando dei Type99. Anche così, 65 proiettili in una raffica di 2 secondi, garantivano che un pilota medio potesse abbattere un bersaglio...

Modificato da Gian Vito
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Sì, alla fine penso fosse comunque un buon armamento. Arrivando da dietro e non dovendo praticamente fare i conti con 'deflections' o 'millsrad' vari, ovviamente un pò di roba andava a segno.

 

Se ricordo bene andando a mente, la variante -3 dell'Hellcat (ma penso anche la -5) aveva più o meno 218 Kg di protezioni passive, non so però se include anche il meteriale che avvolgeva i serbatoi - forse sì, o forse no.

Chiaro però che per eventuali grossi squarci causati alla cellula non c'era blindatura che tenesse.

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Thanks very much!!!

Cito ora un aspetto secondario del volare con uno Zero in missione di guerra, forse una cosa insolita ma proprio per questo è interessante almeno quanto discutere delle velocità iniziali di un'arma da fuoco..

 

Probabilmente gli appassionati di queste cose non riescono a 'vedersi' un pilota di A6M Zero che vola indossando la maschera ad ossigeno. Neppure io ci riesco, anzi proprio non riesco... a vederla veramente nella realtà una cosa come questa, pur essendo da più di vent'anni nell'ambito del collezionare 'aviators' headgear' vari ed equipaggiamenti ossigeno di mezzo pianeta.

Quindi un più che raro pezzo di equipaggiamento, ancora ben di più che l'altro irrangiungibile articolo aviatorio del Sol Levante nella 2° G.M. - il malefico, famigerato paracadute del pilota giapponese.

Qualche volta gli Zero avranno pure volato ad alta quota, magari per poco tempo ma sopra i 6.500 metri l'ossigeno era prudente se non proprio obbligatorio. L'aspetto un pò (un pò tanto, direi) 'povero' e ridotto all'osso dell'aviatore giapponese da caccia contrasta in modo preoccupante con la miriade di articoli ed equipaggiamenti estremamente sofisticati disponibili agli Americani - sarebbero notevoli ancora oggi, figuriamoci 70-72 anni fa. Ne ho posseduti ed esaminati a dozzine, e mi hanno sempre estremamente affascinato.

 

Saburo Sakai cita personalmente l'uso dell'ossigeno di bordo a proposito di alcune intercettazioni ad alta quota (intorno ai 9.000 m. se ricordo bene) eseguite nel cielo della Nuova Guinea, tarda primavera 1942. Quindi i giapponesi non erano sprovvisti del dispositivo, e questo giustamente. Non lo erano neppure gli aviatori dell'US Navy, ma neppure di loro si hanno molte foto mentre indossano le maschere in missione operativa.

Invece ne esistevano ben tre tipi che hanno visto l'impiego, e di queste la più moderna e sofisticata (la A-14 della ditta Ohio Chemical Co.) era la stessa identica che invece vediamo così sovente usata dai colleghi dell'USAAF.

 

Sono sempre stato dell'idea che la maschera ossigeno fa la differenza fondamentale tra un display buono e uno super-ottimo nel caso di cuffie di volo + occhialoni di volo, quando montati sulla classica testa di polistirolo. Dovrebbe essere così anche per il pilota di A6M Zero, ma è una cosa che risulta quasi misteriosa ancora oggi quanto a notizie attendibili.

Modificato da Smersh
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Ecco un argomento interessantissimo e ancora poco trattato, dovrei aver salvato l'indirizzo di un sito sugli equipaggiamenti, provo a cercarlo...

 

http://www.salimbeti.com/aviation/aviation.htm

Modificato da Gian Vito
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Sì, lo conosco - un gran bel website per chi ama la 'roba' moderna o comunque, dal 1950 circa in poi. Gli oggetti raffigurati sono interessantissimi specialmente gli esemplari dei modelli rimasti 'experimental' in ambito US Navy (periodo d'oro, fine anni '50 - metà anni '60).

Avevo impiegato quasi vent'anni per mettere assieme una bella raccolta, alcune decine di teste moderne - o comunque in ambito Jet Age - complete al 100%. Certamente vi sono oggetti che nessun collezionista ancora nella 'normalità' potrà mai pensare di ottenere - e se sì, magari dovrebbe rassegnarsi a spendere dei capitali.

 

Comunque niente batte il fascino degli oggetti 2à G.M. ed è lì che mi ero indirizzato più volentieri. Ho portato a termine il mio progetto degli equipaggiamenti completi per un pilota di F4U Corsair (o F6F Hellcat, non cambia praticamente nulla) ma non comincio neppure a pensare ad un pilota di Zero... anche se sarebbe affascinante poter avere i due manichini uno di fronte all'altro, 70 anni dopo.

 

ps, e comunque sarebbe il principio di un'ennesima tentazione. Completati i due piloti vorrei avere, giustamente, anche un Corsair e poi uno Zero... :whistling: :whistling:

Modificato da Smersh
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WOW... splendidi.

O per meglio dire (IMO), il primo sopra è un mostro terrificante. L'altro non mi dice moltissimo..

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  • 1 mese dopo...

Ciao a tutti,

mi inserisco anche io nella discussione proponendovi un piccolo ma molto interessante canale youtube che contiene molte informazioni sullo zero e sull'aviazione imperiale in generale.

All'interno si trovano molte interviste della tv giapponese fatte a vari assi dell'aviazione/marina (incluso Sakai!). Troverete anche alcuni documentari e ricostruzioni di battaglie in CG. Il tutto fortunatamente sottotitolato in inglese.

Ecco il link al canale: https://www.youtube.com/channel/UCi5o00p-yFO0E_XSzP_5PAQ/feed

 

 

Ciao a tutti,

anche se la discussione è vacchia di anni vorrei dare il mio piccolo contributo.

Per rimanere nell'ambito prototipi, ho notato che si è parlato del J7W1 Shinden, un aereo veramente interessante. Non si è parlato però del perchè di questo particolare design a elica spingente.

La versione ad elica era una soluzione temporanea in attesa dello sviluppo di un motore a reazione affidabile con cui equipaggiare il velivolo.

 

308848-13741-56-pristine.jpg

 

Un altro prototipo interessante è l'R2Y

 

r2y-5.jpg

 

Anche di questo aereo era prevista una versione a reazione, rimasta però solamente allo stadio di progetto.

 

cf20757290af3213643fa72035fde742.jpg

 

Nel diagramma le 3 differenti possibili configurazioni:

1 motori alloggiati in gondole subalari simil Me 262

2 motori interni con prese d'aria collocate nelle radici alari

3 motori interni con presa d'aria collocata nel muso.

Modificato da vorthex
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Grazie Cipy per il link,

il canale lo conoscevo già, in particolare mi aveva interessato il video della giornata del 19 Marzo 1945 su Kure. Soltanto quello, ma come pensavo mi pare troppo di parte e troppo verso la moda di trattare con snobbismo i risultati americani, considerandoli semi-falsati lungo il tempo - o qualcosa di simile.

Personalmente tendo a credere che gli altri video, anche, seguano la medesima linea idealisticamente parlando.

 

Forse per i primi 35-40 anni vi è stato l'opposto da parte americana, questo è vero, dopodichè ha preso piede la tendenza dei supposti macelli di caccia USA ad opera di pochi eletti nelle file giapponesi. Leggenda dura a morire e che si è alimentata principalmente con biografie varie di piloti famosi o ultra-famosi (Sakai per esempio) o storpiando episodi rivelatisi in seguito frutto di propaganda nipponica (il combattimento di Kinsuke Muto, le gesta di piloti senza una mano, o privi di un occhio, o che 'rendevano' al 100% in mezzo ai duelli aerei quando pieni zeppi di sakè, oppure protagonisti di cose che onestamente contraddicono il buon senso e le leggi della fisica).

Purtroppo per la verità storica (ma non lo affermo soltanto io) si era installata una mentalità in stile "una massa di cow-boy dell'aria, che stanno in volo per misericordia e ottengono qualcosa solo perchè sono in 50 contro 1".. e questo valeva sia se erano in azione contro i piloti da caccia Tedeschi sia quelli Giapponesi.

 

Nessun filmato di cinepresa giapponese o altre prove oggettive, mentre non mancava l'auto-esaltazione fanatica e il sistema di attribuire al reparto la serie di vittorie che ogni pilota desiderava reclamare (reclamare, non comprovare).

Ho conosciuto ancora di recente appassionati che NON intendono leggere che nel 1945, non poche volte le circostanze tattiche hanno visto in azione (a 8.000 metri di quota, mica in fase di atterraggio... ) 9-10 Messerschmitt 262 dello stormo JG 7 contro 4 P-51 Mustang, risolte con vittorie di questi ultimi o comunque senza perdita alcuna di caccia USA.

Oppure che nei combattimenti a Guadalcanal dell'8 Agosto 1942, a fine giornata le vittorie giapponesi reclamate contro gli F4F Wildcat erano pari al numero di Wildcat presenti in azione l'8 Agosto su tutte le portaerei dell'US Navy.

 

 

sempre con riferimento a quella giornata su Guadalcanal,

 

dopo una rapida 'revisione' da parte Giapponese le vittorie reclamate dai piloti degli Zero erano scese a qualcosa come 40 - 41. In quella serie di azioni l'US Navy in realtà aveva perduto 16 F4F Wildcat assieme a 6 piloti (Squadrons da caccia VF-5 e VF-6), pìù 1 SBD Dauntless.

E non avevano agito male, considerando che non erano tornati a casa (questo da fonti giapponesi di Rabaul) un totale di 5 'Betty', 2 A6M Zero, e tutti i 9 'Val' mandati in missione.

Modificato da vorthex
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Smersh a quale video ti riferisci?

li ho visti praticamente tutti i video di quel canale, forse mi è sfuggito o è probabile che non me lo ricordi...

Se ti riferisci ai video in CG penso anche io che alcuni siano un po' troppo di parte. Penso che il gestore del canale sia giapponese e forse il suo patriottismo ha più peso del dovuto in quelle ricostruzioni.

Ho trovato invece molto interessanti le interviste ai vari piloti realizzate all'inizio degli anni 80. C'è chi definisce lo Zero il miglior caccia che abbia mai pilotato e chi lo definisce un aereo buono solo a fare acrobazie e assolutamente non adatto a combattere una guerra, figuriamoci vincerla.

Un altro documenterio interessante è quello del ritrovamento di uno Shiden-Kai della 343° squadriglia sul fondo di una baia e della costruzione di un museo in onore dei piloti che ci hanno volato.

 

Linko un'altra intervista a Sakai, trovata sul forum di War Thunder, nella quale parla anche della sua vita post bellica.

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Sì è uno di quelli che contengono le ricostruzioni con uso di CG.

Tratta le azioni del 19 Marzo '45 su Kure in quella che probabilmente non è la prima prova in combattimento del Kawanishi N1K, ma dovrebbe essere la prima circostanza di un considerevole numero di caccia Shiden - circa 45-47 impegnati tutti assieme, anche se non tutti erano la variante potenziata N1K2-j "Kai" (molti erano esemplari leggermente inferiori, siglati N1K1).

 

Tutti appartenenti al Kokutai 343°, all'epoca il cosiddetto 'Genda's Blade' - "la lama di Genda", dal nome del comandante di stormo. Il numero di vittorie aeree reclamate dai Giapponesi fu di 51-52, in realtà si trattava di 14 caccia tra Hellcat e Corsairs + 12 bombardieri-siluranti tra Helldiver e Avengers, = 26 aerei (tra cui almeno 3 per opera della contraerea). In pratica meno della metà di quelli reclamati.

Le perdite giapponesi effettive furono 11 tra A6M 'Zero' e KI-84 'Hayate', e 15 N1K 'Shiden' con almeno 13 piloti - in tutto 26 aerei. Una perfetta parità in quanto a perdite, anche se una parte di letteratura, inspiegabilmente (o forse no) ha sempre considerato quel 19 Marzo 1945 una batosta durissima per i cacciatori dell'US Navy.

Modificato da Smersh
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Ah si adesso me lo ricordo!

Effettivamente le ricostruzioni in CG, per quanto fatte a mio parere molto bene, sono decisamente di parte...

La ragione per cui è considerata una batosta per la USN secondo me è data dal fatto che, tenendo conto che ormai la guerra era agli sgoccioli, avere una situazione di parità in quanto ad aerei abbattuti era una cosa a cui probabilmente gli americani non erano più abituati. Teniamo presente che il 343° Kokutai era composto da molti piloti esperti, cosa anche quella insolita durante l'ultimo periodo di guerra.

Tra l'altro, non so se hai letto l'intervista a Sakai, ma c'è un punto nel quale racconta di come inspiegabilmente Minoru Genda (comeìandante del 343°) abbia fatto pressioni sul comando della Marina per far interrompere lo sviluppo dell'A7M Reppu (considerato superiore da Sakai) in favore dello Shidenkai. Secondo lui dietro potrebbero esserci interessi personali di Genda, dato che la Kawanishi non aveva praticamente esperianza nel settore caccia mentre la Mitsubishi ne aveva da vendere.

Modificato da Cipy 8689
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La mia impressione è differente: il fatto di essere finiti in parità è stato portato a conoscenza soltanto in tempi relativamente recenti grazie a pubblicazioni che riportano le ricerche di autori come B. Tillman e H. Sakaida, magari poi ripresi da F. Galbiati e pochissimi altri.

Quindi, per un bel pò di tempo la 'batosta' era tale poichè praticamente dappertutto (enciclopedie, riviste, monografie, racconri in ambito d'aviazione etc.) si è dato credito ai resoconti originali, e questi davano una cinquantina di Hellcat e/o Corsairs eliminati da una 'manciata' di piloti giapponesi ai comandi degli 'Shiden' e 'Shiden Kai'.

Chi leggeva, poteva benissimo crederci - questo non lo nego.

 

La realtà era diversa, e dirò di più: se si guarda attentamente ad alcuni dettagli bisogna ammettere che questi piloti Giapponesi indubbiamente esperti, che pilotavano gli Shiden-Kai, NON riuscivano ad ottenere alcunchè di notevole... che meriti realisticamente l'aggettivo 'notevole'.

E' questo che i lettori per parecchio tempo non conoscevano: il primo gruppo di 22 Shiden (407° Hikotai, secondo B. Tillman) che arriva di sorpresa da quota superiore su una formazione di Hellcat, un giapponese subito si schianta in collisione con un Hellcat, un altro Hellcat è abbattuto dalla contraerea di Kure, e a scontro finito gli Americani hanno perso in totale 8 Hellcat - togliendo questi due F6F, quelli realmente abbattuti a cannonate rimangono non più di 6.. contro altrettanti Shiden perduti (6 - 6 ).

 

Poco più in là, tre F4U Corsairs (il loro # 4 è sparito) di ritorno alla USS 'Bunker Hill' vengono assaliti dagli Shiden-Kai ma si difendono in modo eccezionale, con 3 Giapponesi abbattuti e un altro danneggiato (risultati comprovati dai combat films, in pratica 4 - 0).

E altri episodi simili. In pratica, secondo me l'esatto opposto di cosa ci si potrebbe attendere da un robusto attacco portato da caccia giapponesi che, una volta tanto fossero proprio loro ad avere iniziativa e un grande vantaggio tattico - non roba da poco.

Modificato da Smersh
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Il libro "Genda's Blade: the 343° Kokutai, Japan's Squadron of Aces" di H. Sakaita e K. Takaki tratta in profondità lo Stormo 343° e i caccia Shiden.

Il libro "Whirlwind: the Air War against Japan" di Barrett Tillman tratta principalmente l'epopea dei B-29 contro il Giappone, ma fornisce interessanti dettagli sulle incursioni tattiche anche della Navy, come le azioni del 19 Marzo 1945 su Kure.

 

Il numero 166 della rivista 'Storia Militare Magazine' (Luglio 2007) contiene un articolo di F. Galbiati sulla suddetta battaglia del 19 Marzo. Necessariamente stringato, ma ben fatto e interessante.

 

 

I moderatori mi perdoneranno per un ultimo (tecnicamente parlando ) o.t., il topic in effetti è per lo Zero,

posto ancora un episodio che ha per protagonisti gli Hellcat contro un paio di modelli avanzati di caccia Giapponesi.

 

Il 28 Luglio 1945 una formazione di 8 Hellcat - due 'divisions', nel sistema tattico US Navy- dello Squadron VF-16 (portaerei CV-15 'USS Randolph') furono assaliti da una grossa formazione mista di caccia KI-84 'Hayate' e K1N2 'Shiden-Kai' poco prima di giungere sul campo d'aviazione di Ozuki, Honshu. I piloti americani riportarono il numero in 'circa 20'.

Lo scontro durò probabilmente non più di quattro minuti, comunque una quasi-eternità (stima del Lt. John W. Bartol) e vide precipitare 12 'Hayate' e 1 'Shiden', senza perdite da parte americana. Il Lt. Bartol da parte sua abbattè un Ki-84, il Lt. Cleveland R. Null distrusse altri 3 Ki-84.

Filando poi a pelo del mare gli americani si sganciarono dalla mischia, col carburante ormai basso e stimarono almeno 6-7 giapponesi ancora in aria. Lo scontro era terminato in un 13 - 0 a favore degli Hellcat, pur in netto svantaggio sia di numero sia di situazione tattica all'inizio del combattimento.

 

Molti episodi simili, praticamente sconosciuti entro il più ampio settore della guerra aerea trattata molto genericamente, smentiscono il ritrito discorso della solita, onnipresente 'superiorità schiacciante degli Americani, sovente in misura di 10 contro 1 oppure anche 12 contro 1' (?!!?). Non scherziamo per cortesia, certamente erano in superiorità numerica genericamente parlando, ...

..ma se in un pezzo di cielo teatro della battaglia ci sono anche soltanto 20 caccia Giapponesi (forse di più, ma facciamo soltanto 20), davvero contro di essi troviamo nello stesso pezzo di cielo qualcosa come 200 - 240 americani?

 

Il discorso che si può applicare a queste brevi ma feroci battaglie aeree quando c'erano di mezzo F4U 'Corsairs' o F6F 'Hellcat' contrapposti ai cosiddetti "Frank" o "George", è che probabilmente ben pochi piloti US Navy a quest'epoca erano veramente esperti di combattimento (non fosse altro che per il sistema di rotazione americano, che impediva ad

un pilota di consumarsi in anni di continua azione), ma tutti erano ottimamente addestrati - una cosa tecnicamente diversa dall'essere esperto.

Ed erano aggressivi e pieni di iniziativa, il che poteva compensare per lo svantaggio di trovarsi davanti ad un veterano del Sol Levante. Probabilmente la consapevolezza di cosa li aspettava se arrivavano vivi in mano al 'comitato di ricevimento' su territorio metropolitano giapponese - bersaglio per il tiro con le balestre, o vivisezionati, o bruciati vivi legati

ad un palo - li spingeva a battersi fino ai limite estremo.

Modificato da vorthex
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