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La Finanziaria 2008


typhoon

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Sulla Repubblica di oggi viene riportata la previsione del Sole 24ore ma in modo reale...cioè come riportato da Typhoon.

Previsioni di spesa quantificate in 7 mld che in assenza di copertura finanziaria porteranno ad un aggravio del deficit...

Ma non è per nulla scontato perchè le entrate tributarie continuano a registrare aumenti consistenti e potrebbero bilanciare queste nuove spese.

Attento Graziani che sei al limite della propaganda e, in base al regolamento del forum, vietata... :thumbdown:

Modificato da Paladin
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Come sono al limite della propaganda????

L'articolo postato l'ho preso sul sito del tg5!!!!! :offeso::offeso::asd::asd:

 

Industria in crisi. Dicembre:

 

il dato peggiore dal 2001

 

 

Roma - La produzione industriale è aumentata nel 2007 dello 0,4%, anche se, considerando i giorni lavorativi, è, invece, diminuita. Lo comunica l’Istat specificando che il dato corretto per i giorni lavorativi è in calo dello 0,2%. Nel 2006 la produzione aveva chiuso a +2,2%. La produzione industriale a dicembre è diminuita del 4% su base annua e dello 0,5% rispetto a novembre 2007. Sui giorni lavorativi, il calo annuo è stato del 6,5%, il dato peggiore da dicembre 2001.

 

Trend negativo Il dato della produzione industriale a dicembre conferma il trend negativo cominciato a settembre. A livello congiunturale si tratta, infatti, del quarto calo consecutivo. Se si esaminano i dati tendenziali (a dicembre -4%) non si trova un dato così negativo da 20 mesi. Se si considera poi che a dicembre 2007 c’è stato un giorno lavorativo in più rispetto a dicembre 2006 il dato risulta (-6,5%) addirittura il peggiore degli ultimi sei anni. "L’indice della produzione industriale corretto per i giorni lavorativi - fa notare l’Istat - ha segnato rispetto a dicembre 2006 un’unica variazione positiva per l’energia (+3,5%)". Negative tutte le altre voci: beni strumentali (-10,3%), beni di consumo (-7,3%) e beni intermedi (-7,1%). Se si guarda l’analisi per settori di attività economica a dicembre un aumento è stato registrato solo nel settore dell’energia elettrica, gas e acqua (+6,4%). Le diminuzioni più marcate hanno invece riguardato - comunica ancora l’Istituto di statistica - il settore delle pelli e calzature (-15,8%), del legno e prodotti in legno (-13,7%), degli apparecchi elettrici (-13%) e delle altre industrie manifatturiere (-12,2%).

Modificato da Graziani
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Graziani premetto che la mia è solo un'opinione, non ho nulla di personale contro di te ma contro quello che scrivi...

lo sai a cosa mi riferisco: i tuoi interventi sono SEMPRE finalizzati a parlar male dell'avversario politico anche con notizie non pienamente corrette...e se non è propaganda questa...mi pare di avere Bondi o Bonaiuti nel forum!

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DOVE E' FINITO IL TESORETTO???????????????

 

E' FINITO IN FONDO AL RETTO!!!

 

TESORETTO, PADOA SCHIOPPA: LO SAPREMO TRA UN MESE

BRUXELLES - Il tesoretto? lo sapremo solo a marzo. Così il ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa risponde a chi gli chiede di commentare la frase attribuitegli oggi dalla Repubblica ("il tesoretto non esiste"). "Oggi - ha spiegato il ministro - è il 12 febbraio e tra un mese uscirà la relazione unificata sull'economia e la finanza. Solo in quel momento avremo un quadro aggiornato della situazione economica e dello stato dei conti. Prima di quel momento - ha proseguito - non saremo sufficientemente informati per pronunciarci. E dubito che altri al di fuori del ministero abbiano più informazioni di noi". Dunque, per il ministro, "quello che si legge in questo momento fa parte del dibattito elettorale. E io non intendo pronunciarmi".

 

Rispondendo a ulteriori domande sul "tesoretto", il ministro Padoa-Schioppa ha sottolineato che si tratta "di una parola che ho utilizzato soltanto due o tre volte, e certamente non ho coniato". "Non sono in grado di dire di più - ha aggiunto - sembra che tutti ne sappiano più di me, quindi chi ne sa di più ci mandi le sue analisi e ne terremo conto. Io non posso farmi attirare in questo gioco". Quanto alle frasi che gli sono state attribuite da alcuni organi si stampa, Padoa Schioppa ha tagliato corto: "Ieri ho emesso un comunicato, tutte le parole pronunciate sono sul sito del ministero".

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L'Istat boccia il fisco di Prodi

 

Crolla rovinosamente la produzione industriale e l’Italia di Prodi, quella dei "conti in ordine", dei tesoretti prima sprecati e poi fantasma, si candida a primo Paese d’Europa sulla strada della recessione. Il dato di dicembre, reso noto dall’Istat, è soltanto l’ultimo anello di una lunga catena di record negativi che gettano una pesante ipoteca sul 2008.

 

Con un ribasso del 6,5% rispetto allo stesso mese del 2006, il consuntivo della produzione industriale nel nostro Paese è andato al di là di ogni pessimistica previsione.

Si tratta della quarta caduta consecutiva nel corso di un anno che ha fatto registrare ben otto mesi di cali congiunturali.

È un dato che fa precipitare nel segno negativo il consuntivo della produzione industriale nel 2007: -0,2% a fronte di un +2,6% nel 2006.

È il peggior dato dal 2001, che ci relega in coda agli altri Paesi europei che, pur soffiando il vento della crisi mondiale, registrano rialzi: +0.8% la Germania, +0,7% la Francia.

Il differenziale negativo dell’Italia prodiana, rispetto a questi Paesi, è cresciuto in dimensioni esponenziali: 12,7% con la Germania, 3,2% con la Francia.

Con la flessione della produzione industriale nel quarto trimestre (-2,2%), il Centro studi di Confindustria ha stimato una contrazione del Pil dello 0,1% rispetto al trimestre precedente: è la prima caduta da due anni a questa parte.

L’effetto di trascinamento sul 2008 riduce allo 0,7% la crescita attesa del Pil per l’anno in corso.

Come ben si vede, i segnali di allarme si moltiplicano. Il buon andamento delle esportazioni, in quantità e valore, ha per ora evitato danni maggiori. Ma è dovuto alla straordinaria capacità delle nostre imprese di ristrutturarsi (l’hanno potuto fare durante la legislatura del governo Berlusconi) e di competere sul mercato con prodotti di alta gamma. Il problema è costituito invece dai consumi interni, crollati di pari passo con il clima di fiducia dei consumatori. Colpa delle politiche fiscali oppressive del governo Prodi, che ha ridotto all’osso la capacità di acquisto delle famiglie e ha gettato al vento le opportunità della breve stagione della ripresa economica. Altrochè tesoretti da spendere.

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