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La Finanziaria 2008


typhoon

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si si domani per andare da roma a milano prendero un treno delle ferrovie francesi, vedi sono le solite liberalizzazioni falsa, che senso ha liberalizzare l'ultimo miglio se poi per un intervento i gestori non telecom non possono entrare nelle centrali?

 

Ma che ragionamento è??? non è molto che si è cominciato a privatizzare e non è che tutti possono permettersi di mettere in piedi una società ferroviaria. è ovvio che alcuni servizi sono difficili da liberalizzare. un taxi tutti lo possono comprare e mettersi a fare i taxisisti, ma un treno è un'altra cosa.

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Ma che ragionamento è??? non è molto che si è cominciato a privatizzare e non è che tutti possono permettersi di mettere in piedi una società ferroviaria. è ovvio che alcuni servizi sono difficili da liberalizzare. un taxi tutti lo possono comprare e mettersi a fare i taxisisti, ma un treno è un'altra cosa.

occhio che la licenza da tassista costa 170 mila euro...

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Fatti & Misfatti: Finanziaria, governo restituisce poco e toglie di più

 

È un gigantesco bluff, è la “Finanziaria delle mance”. Una pioggia di spiccioli elettorali che gli italiani devono ancora incassare, ma che già da oggi cominciano a spendere con l’aumento della tariffe elettriche (+ 2,4%) e del gas (+2,8%): naturalmente in prossimità della stagione invernale e dei massimi consumi con l’accensione degli impianti di riscaldamento.

 

Prima di fare festa, i proprietari di case che risparmieranno sull’Ici da cento a 200 euro l’anno (cioè da 8 a 16 euro al mese), si facciano bene i loro calcoli. Novanta euro se ne vanno soltanto con l’aumento di elettricità (15 euro), gas (30 euro), acqua (20 euro), nettezza urbana (25 euro).

 

Ma le quattro associazioni dei consumatori (Aduc, Adubef, Codacons e Federconsumatori) si trovano d’accordo nel calcolare un esborso monstre, per le famiglie, di 420 euro a seguito degli aumenti dei beni alimentari, in particolare quelli di prima necessità: pane, latte, pasta, frutta. Aggiungiamo benzina, ferrovie e trasporti (+140 euro), spese per l’auto (benzina, assicurazione, bollo e revisione, in tutto 95 euro), costi bancari e mutui (+ 168 euro per oltre tre milioni di famiglie) e si arriva ai mille euro di cui sopra. E pensare che questa sinistra, in campagna elettorale, aveva cavalcato la presunta inefficienza del governo Berlusconi nel controllo dei prezzi e la cosiddetta crisi della “quarta settimana”.

 

Secondo il leader della Fiom, Giorgio Cremaschi (a Ballarò), le famiglie ai tempi dell’Unione sono già in crisi alla terza settimana.

Esiste il libero mercato al latte di prodiana memoria si aggiungono il pane, la pasta e quant’altro. Cento, ma dobbiamo ancora vederle, piccole “buone notizie” non bastano a ingannare gli Italiani. E soprattutto non bilanciano quelle cattive: una pressione fiscale che è e resterà la più alta degli ultimi dieci anni (43%, se va bene, nel 2008), lo sperpero dei “tesoretti”, il rallentamento dei consumi, la spesa pubblica fuori controllo, al pari dei prezzi. Questa Finanziaria delle cento piccole cose e del piccolo consenso elettorale ha il fiato corto. Questo governo restituisce qualcosa e toglie di più. È alla frutta e, per di più, la mette in conto agli italiani: +5,6% ai prezzi di ieri.

 

1/10/2007

 

Sarebbe anche da precisare che i prezzi di elettricità, gas, acqua, benzina, assicurazione, bollo auto, interessi sui mutui, pane, latte, pasta e frutta non sono decisi dal governo.

 

Esiste il libero mercato o forse i prezzi dei prodotti sono stabiliti con decreto legge?

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occhio che la licenza da tassista costa 170 mila euro...

 

Una rete ferroviaria, completa di treni, costa svariati miliardi di euro.

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Alitalia e Ferrovie si, Telecom ed Autostrade proprio no.

 

Aggiornati

 

Gia vero, peccato che il governo non ha fatto comprare telecom agli americani, riguardo autostrade, priam le abbiamo fatto ocni soldi deicontribuenti, poi gli facciamo pagare il pedaggio per coprire i costi con la favola di levarlo e dopo le abbiamo vendute, scusa ma se le autostrade non sono dello stato l'anas di chi è? i lavori sulla salerno reggio calabria chi li paga?

 

Per Mirgal il bollo auto è una tassa, non è di libero mercato, sulla benzina gravano non si sa quanti prelievi oggi per il contratto di certi, domani per il teremoto di altri dopodomani per l'alluvione di firenze le mettiamo ma stranamente, ci si scorda di levarle, per il gas ripeto non si sa quanto lo paghi l'eni, trovami un documento aperto a tutti con li presso del gas e poi en riparliamo

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  • 1 mese dopo...

la finanziaria passa in senato...

 

tra le novità la class action

 

Roma, 16 nov. (Adnkronos/Ign) - L'opposizione ha utilizzato tutte le armi in suo possesso, incluso l'ostruzionismo che ieri ha paralizzato i lavori dell'aula e che oggi è tornato a rendere estenuante il dibattito, per rinviare il primo, e più significativo, giro di boa del provvedimento. Ma la spallata, più volte annunciata dal leader della Cdl Silvio Berlusconi, non è arrivata.

 

Nel tardo pomeriggio l'aula di Palazzo Madama ha dato vita alla class action nell'ordinamento giuridico italiano. L'aula del Senato infatti ha approvato l'articolo aggiuntivo 53 bis della Finanziaria, a firma dei senatori dell'Unione Democratica Roberto Manzione e Willer Bordon, con 158 voti favorevoli, 40 contrari e 116 astenuti. Il via libera è arrivato dopo oltre un'ora di ostruzionismo dell'opposizione, che ha sostenuto un duro confronto con il presidente del Senato, Franco Marini. La Cdl ha prima chiesto modifiche al testo, accolte dal proponente Manzione, e poi chiesto la possibilità di subemendare il provvedimento. Alla fine è stato messo in votazione il testo originario dell'emendamento, con l'astensione di Udc, An e Forza Italia.

 

L'aula del Senato ha dato il via libera all'emendamento per un errore del senatore di Forza italia, Roberto Antonione, che ha votato insieme alla maggioranza. Se il rappresentante di Forza Italia avesse votato no, il totale dei voti fra contrari e astenuti sarebbe stato pari ai consensi ottenuti dal provvedimento, causandone quindi la bocciatura, secondo il regolamento del Senato. La proposta sulla class action è infatti passata con 158 sì, 40 no e 116 astenuti. Quindi, se Antonione non avesse sbagliato pulsante, i sì sarebbero diventati 157 e la somma di no e astenuti avrebbe raggiunto la stessa soglia.

 

Arriva poi un tetto per gli stipendi dei manager pubblici, che dovranno essere inferiori ai 274mila euro cha percepisce il primo presidente di Corte di Cassazione. Ma la norma non si applicherà ai contratti in essere, quelli in corso al 28 settembre 2007. L'aula del Senato ha approvato un emendamento riformulato dal relatore, su cui è stata raggiunta faticosamente nei giorni scorsi l'intesa all'interno della maggioranza. Quella sui contratti in essere, è una restrizione che si aggiunge alle altre altre eccezioni già previste dalla precedente versione dell'emendamento: i contratti d'opera della Rai, le 25 unità in deroga corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità, i dirigenti della Banca d'Italia e delle autorità indipendenti.

 

Scatta anche l'obbligo per la Rai di comunicare alla Commissione di vigilanza tutte le retribuzioni dirigenziali e i compensi per la conduzione di trasmissioni di qualunque genere. E' quanto prevede un emendamento a prima firma del senatore Francesco Storace, approvato con voto bipartisan dall'aula del Senato con il parere favorevole del relatore.

 

Via libera all'articolo della Finanziaria che riguarda la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Un nodo su cui, fino a ieri, si giocavano le perplessità dei liberaldemocratici e che stamattina ha visto l'approvazione dell'emendamento presentato dal diniano Natale D'Amico (157 favorevoli, 145 contrari e 2 astenuti).

 

Approvato anche l'articolo 5 che raccoglie, fra le altre misure, la proroga degli sconti Irpef per le rette degli asili nido e una maggiore soglia di interessi per le detrazioni sui mutui prima casa.

 

Via libera dell'Aula del Senato alla Finanziaria 2008. I voti favorevoli sono stati 161, i no 157. «La spallata non è venuta», afferma la capogruppo del Pd-Ulivo Anna Finocchiaro, durante la sua dichiarazione di voto, rivolgendosi alla Cdl. «Avete tentato la corruzione politica».

 

Tra i provvedimenti approvati giovedì dall'Aula, spicca la proposta dei "diniani", firmata dal senatore liberal-democratico Natale D'Amico, sulla quale era stato raggiunto l'accordo nell'Unione: l'emendamento pone alcuni paletti alla stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione (sono, comunque, previsti concorsi per l'accesso circa di 200mila precari in tre anni nella PA, eccezion fatta per i portaborse, ndr). Approvato anche l'articolo che introduce la "class action", vale a dire l'azione risarcitoria collettiva a tutela dei consumatori, e quello sul tetto degli stipendi dei manager pubblici (pari a 274mila euro annui, che varrà solo per i contratti futuri).

 

Anche Dini, così, che aveva mantenuto fino a tarda serata il riserbo sul suo voto, dà il via libera alla manovra e fa dire finalmente al premier Romano Prodi: «La maggioranza c'è». «Credo che il cavalier Berlusconi - aggiunge - dovrebbe dire "mi sono sbagliato"»

 

Nel voto di giovedì il governo è stato battuto una volta - 156 sì, 153 no e un astenuto - su un emendamento di Forza Italia sembra perché Dini (insieme ai senatori Giuseppe Scalera e ad altri senatori dell'Ulivo) non è riuscito ad arrivare ai banchi ad infilare la scheda di voto. La causa? La confusione in Aula.

E in chiusura di voto, la capogruppo del Pd-Ulivo al Senato Anna Finocchiaro se la prende con l'opposizione: «Avete tentato la corruzione». Mercoledì, con i "pizzini", messaggini ma anche con aperte avances avanzate dall'Udc Rocco Buttiglione (che ha invitato i "diniani" «dopo il voto alla finanziaria, ad aprire insieme a noi la discussione sul nuovo governo», ha detto) era proseguito il corteggiamento del centrodestra ad alcuni senatori della maggioranza.

Modificato da Leviathan
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BERLUSCONI: Con le dichiarazioni di Dini e Bordon l'attesa implosione dell'Unione c'e' stata

 

 

“L’attesa e prevista implosione del centrosinistra si è verificata: le dichiarazioni del presidente Dini e del senatore Bordon hanno sancito la fine di questa maggioranza e di questo governo.

 

In sintonia con la grande maggioranza dei cittadini insistiamo quindi nella nostra battaglia politica per mandare a casa questa compagine governativa dannosa per il Paese, incapace di favorire la crescita, incapace di garantire la sicurezza dei cittadini, capace solo di imporre più tasse e più spesa pubblica ma, incredibilmente, di diminuire le risorse per le forze dell’ordine.

Respingiamo infine le ignobili e intollerabili calunnie della senatrice Finocchiaro, espressione di una mentalità stalinista che incita ancora una volta all’odio nei confronti del nemico politico.

 

La realtà è invece che con questa finanziaria la sinistra ha dispensato denaro pubblico effettuando un gigantesco voto di scambio per cercare di tenere insieme una maggioranza esausta che da tempo non esiste più né moralmente nè politicamente.

Domani, sabato e domenica Forza Italia chiama i cittadini a manifestare in tutte le città d’Italia per esprimere la loro sfiducia e la loro indignazione nei confronti di questo governo.” Lo ha affermato in una nota il presidente Silvio Berlusconi.

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da godere queste affermazioni.

Berlusconi ha perso un'altra volta, anzichè dini e bordon (che cercano solo pubblicità per i due rispettivi micro partiti) Berluscoi dovrebbe preoccuparsi dell'implosione della sua opposizione.

UDC e Lega ora andranno per i cavoli loro (come annunciato Calderoli se la finanziaria passava), E AN se ne è andata perchè le TV di berlusconi hanno preso di mira la convivente di Fini.

 

 

Avanti con le riforme ora, Intanto Berlusconi pensi pure al suo inutile raccolta di firme che non andranno da nessuna parte

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Avanti con le riforme :rotfl::rotfl::rotfl::rotfl: , questa è bella!

Per voi è finita, state solo tirando a campare, se siete ancora lì sulle vostre amate POLTRONE è grazie ai senatori a vita e a quei parlamentari che non hanno il coraggio di staccare la spina a questo malato terminale :thumbdown::thumbdown::thumbdown::thumbdown:

Da quando la sinistra è al governo non ha fatto niente per migliorare l'Italia anzi la danneggiata e tu adesso mi vieni ha dire avanti con le riforme ora, ma allora fino ad adesso vi siete solo scannati fra di voi POST-COMUNISTI VS COMUNISTI :furioso:

FORZA VELTRONI IL SALVATORE DELLA PATRIA :rotfl::rotfl::rotfl: FANTASTICO

Se fosse per me il governo non lo butteri giù a spallate ma a CALCI

 

Il GOVERNO BERLUSCONI:

 

A quanti italiani abbiamo migliorato la vita

 

? 450.000 operai occupati negli oltre 70 cantieri aperti per le grandi opere, con 51 miliardi di euro investiti dal 2001 al 2005 a fronte dei 7 miliardi investiti dal 1996 al 2001 dal centro sinistra;

? 6.000 giovani l'anno hanno accesso a tempo indeterminato al servizio permanente nelle forze armate e nelle forze di polizia;

? 20.000 giovani entreranno ogni anno a tempo determinato nelle forze armate e nelle forze di polizia attraverso la ferma prefissata di uno o quattro anni;

? 3.000 veicoli a metano per il trasporto pubblico sono stati finanziati nel 2005 (oltre 200 milioni di euro di investimento),

? 100.000 ciclomotori a basse emissioni nel 2005 (250 euro di contributo per ogni acquisto);

? 300.000 motorini meno inquinanti dal 2003,

? 5.000 automobilisti coinvolti con il car sharing, più di 200 auto (700 euro di premio a chi rottama l'auto per aderire al sistema),

? 46.000 auto convertite a GPL o metano (350 euro per ogni conversione),

? 55 importanti infrastrutture (di cui 25 della legge obiettivo) analizzate e approvate dal punto di vista dell'impatto ambientale;

? + 1,9% l'inflazione nel 2005, la più bassa dal 1999;

? + 3,1% la crescita media delle retribuzioni nel 2005, record: il dato più alto dal 1997;

? Il reddito medio degli italiani è passato da 24,670 dollari del 2001 a 27,119 dollari del 2005;

? + 54% la crescita bella borsa italiana, indice di fiducia dei risparmiatori, dal 2002;

? 45.000 giovani impegnati nel servizio civile, nel 2001 erano solo 181;

? 2.377 morti in meno l'anno, 91.117 incidenti in meno, 73.938 feriti in meno.

? 60.000 italiani guadagnano il 50% in più perché hanno scelto di restare al lavoro, usufruendo del nuovo bonus ;

? 3.701 carabinieri e poliziotti di quartiere, arriveranno a 10.000;

? 130.000 insegnanti precari assunti tra il 2001-2005, 20.000 nel 2006, 10.000 nel 2007, ridotto del 50% il precariato nella scuola creato dalla sinistra; 70.000 nuovi insegnanti;

? 190.000 giovani che prima non lavoravano ora hanno un lavoro;

? 150.000 giovani all'anno già esonerati dal servizio militare obbligatorio (300.000 tra il 2005 e il 2006);

? 30.000 famiglie sono uscite dalla condizione di povertà, nel 2000 erano 2 milioni e 700 mila, nel 2004 sono 2 milioni 670 mila l'indice di povertà relativa è passato dal 12,3% del 2000 all'11,7% del 2004;

? 320.000 imprese non pagano più l'IRAP e circa 3 milioni e mezzo su cinque milioni d'imprese ne pagano meno già oggi. L'imposta sul reddito delle società è stata ridotta al 33%, nel 2001 pagavano il 36%;

? 500.000 italiani hanno smesso di fumare;

? 563.000 donne che prima non lavoravano ora hanno un lavoro;

? 635.000 immigrati si sono integrati pagano contributi e tasse per 500 milioni di € (1.000 MM delle vecchie lire) al mese e aiutano le nostre famiglie. E' il primo passo per diventare italiani. L'ingresso degli immigrati clandestini è stato ridotto del 51%;

? 727.000 pensionati non pagano più le tasse, grazie all'allargamento della "no tax-area";

? 1 milione di ragazzi in più studia l'inglese che diventerà lingua madre;

? 1.079 km di strade portate a compimento e aperte al traffico, di cui 505 km completamente nuovi;

? 20 miliardi di euro in più per la spesa sociale, dal 22,4% del pil del 2000 al 23,8% del 2004, circa 800 euro in più a famiglia;

? 30 MM € in più nella Sanità (+40%);

? 1.200.000 volontari di protezione civile, di cui 600.000 operativi disponibili entro le 36 ore;

? 1.560.000 italiani hanno un lavoro che prima non avevano;

? sono scesi a 1,7 milioni coloro che cercano un lavoro, il dato più basso che si sia mai registrato, la disoccupazione è scesa dal 9,2% del 2000 al 7,1% del 2005;

? 1.835.000 pensionati hanno avuto pensioni minime aumentate a 551€ (domani a 800€);

? 10 milioni di contribuenti non agiati in più non pagano l'imposta personale (Irpef);

? 22 milioni e 600 mila italiani hanno un lavoro, è un record storico;

? 57 milioni di italiani vivono in democrazia e in libertà.

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FINANZIARIA: VOLONTE', discriminate 22 milioni di famiglie

 

Roma, 14 nov. - (Adnkronos) - "L'esclusione del Forum Famiglie, a favore dell'Arcigay, dalla lista delle parti sociali consultate per la Finanziaria e' l'ennesimo atto di manifesta discriminazione del Governo nei confronti delle 22 milioni di famiglie italiane". E' quanto afferma, in una nota, il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonte'. "Ancora un volta - sostiene l'esponente centrista - dobbiamo constatare, da parte di Prodi e Padoa-Schioppa, un disinteresse totale verso il 'milione' di cittadini sceso in piazza San Giovanni per il Family Day, sacrificato per rattoppare la maggioranza e tutelare realta' marginali di stampo anticlericale".

"Che Finanziaria puo' nascere dagli sproloqui di Mancuso e soci? Tra la Bindi ovviamente 'insoddisfattissima' dei provvedimenti per la famiglia presenti nella manovra e le eterne promesse di Prodi, in queste ore il Forum - conclude Volonte' - raccoglie firme per un fisco giusto, che tuteli i contribuenti con un figlio a carico e quindi le vere famiglie italiane".

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Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.

 

La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.

 

Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti).

 

Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.

 

Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia.

 

Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).

 

Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.

 

Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).

 

Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.

 

Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).

 

Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.

 

Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno.

 

Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.

 

Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.

 

"I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.

 

Crescità zero, inflazione, avanzo primario azzerato, più tasse locali, condoni che ci costeranno suon di multe dall'europa, Legge gasparri illegale e liberticida (che ci costa 440000 euro per ogni giorno che non verrà eliminata), leggi a favore dit rust, evasione, anti giustizia e a personal, questi non sono i dati della propaganda, ma della comunità europea e internazionale caro graziani...

 

Non voglio manco sapere la tua fonte, grazie a quella coalizione di governo stavamo andando fuori dall'europa senza contare le inumerevoli crisi diplomatiche provocate da B.

 

Per voi è finita, state solo tirando a campare, se siete ancora lì sulle vostre amate POLTRONE è grazie ai senatori a vita e a quei parlamentari che non hanno il coraggio di staccare la spina a questo malato terminale

Da quando la sinistra è al governo non ha fatto niente per migliorare l'Italia anzi la danneggiata e tu adesso mi vieni ha dire avanti con le riforme ora, ma allora fino ad adesso vi siete solo scannati fra di voi POST-COMUNISTI VS COMUNISTI

Mi apre che in solo anno il debito pubblico si è dimezzato, riabbiamo l'avanzo rimario e il 23% dell'avasione totale è stata recuperata.

Pio volevate gli evasori noi li prendiamo...

 

Em i comunisti non esistono più, anzi in questa legislatura rompono davvero poco (mai quanto l'ala cattolcia della maggioranza).

Roma, 14 nov. - (Adnkronos) - "L'esclusione del Forum Famiglie, a favore dell'Arcigay, dalla lista delle parti sociali consultate per la Finanziaria e' l'ennesimo atto di manifesta discriminazione del Governo nei confronti delle 22 milioni di famiglie italiane"

Volontè è il solito (solo lui può pensare al reato di apologia del comunismo) e ora dice queste minchiate.

Chi gli dice che UDEUR e Margheruita non avrebbero mai approvato questa cosa?

 

 

 

Ma parla lui poi? cosa è stato fatto in 50 anni di democrazia CRISTIANA per la famiglia? NIENTE

Negli stati laici (da sempre alici) la famiglia è tutelata meglio, ringraziamo il suo partito e il rpecedente governo (non che questo investa sulla famiglia).

Il precedente illeberale governo ne ha causati di danni, altro che el minchiate che dici te, come parlare dei precari (che avete portato voi la precarietà diffusa tra l'altro)

 

Fa ridere quello che leggo,s e qualcuno ha smesso di fumare è merito suo. Ma dai

 

leggendo le tue fonti cercavo le schede dell'ulivo sul governo fallimentare di B. ma le avranno tolte epr pietà in quanto nel nuovo sito non ci sono...

Graziani, mir accomando non perdere il TG4

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Se non sbaglio la crescita della nostra economia è inferiore alla media del resto dell'Unione Europea, inoltre vorrei ricordare che quando salì il governo BERLUSCONI ci furono molte brutte situazioni es. Attacco alle Torri Gemelle, guerra in Afghanistan, Crac Cirio-parmalat, crisi Alitalia-Fiat e via dicendo che impedirono al nostro Paese di crescere, ricordiamoci però che tutti i paesi Europei non crescevano perchè esisteva una situazione di stagnazione economica.

Uno dei gravi errori di prodi è stato il cambio lira-euro a 1936,27 anzichè a 1500 lire e ciò ha fatto si che si dimezzassero stipendi e pensioni mentre il costo della vita raddoppiava.

Devi ammettere che il tuo governo ha fatto troppo poco e male, è arrivato il momento di andare a votare perchè ormai non rappresentate più la maggioranza degli Italiani se mai la avete rappresentata con i vostri 20.000 voti in più :rotfl::rotfl::rotfl:

 

Il Coordinamento Nazionale di Forza Italia comunica che alle ore 13 risultano già raccolte 2.471.223 firme :okok::okok::okok:

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Uno dei gravi errori di prodi è stato il cambio lira-euro a 1936,27 anzichè a 1500 lire e ciò ha fatto si che si dimezzassero stipendi e pensioni mentre il costo della vita raddoppiava.

Mica decise prodi ilc ambio.

Fu fatto su base di calcoli matematici (bella fantasia Prodi, pure il virgola 27 si è inventato, la colpa è di chi era al governo alt empo (b.) che non ha controllato a dovere sulc ambio.

 

erno BERLUSCONI ci furono molte brutte situazioni es. Attacco alle Torri Gemelle, guerra in Afghanistan, Crac Cirio-parmalat, crisi Alitalia-Fiat e via dicendo che impedirono al nostro Paese di crescere, ricordiamoci però che tutti i paesi Europei non crescevano perchè esisteva una situazione di stagnazione economica.

La crescità invece ci fu, all'estero ovviamente, diamo la colpa semrpe agli altri.

 

Comunque attualmente l'italia cresce, sul 1.2%, altro che zero come con voi.

 

Devi ammettere che il tuo governo ha fatto troppo poco e male, è arrivato il momento di andare a votare perchè ormai non rappresentate più la maggioranza degli Italian

E se fosse? chis e ne frega mica lo decidono i sodnaggi chi va al governo, ma le elezioni.

 

Il Coordinamento Nazionale di Forza Italia comunica che alle ore 13 risultano già raccolte 2.471.223 firme

Potete raccoglierne 20 milioni, non vcambierà niente.

Azzo solo re milioni (chissa quanti gonfiati)

 

14 ottobre 2007: a 2 anni di distanza, e dopo un crollo di popolarità dello stesso Prodi e di tutto il centrosinistra, ben 3 milioni e 300 mila persone

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3 milioni e 300 mila persone :rotfl::rotfl: , guarda STRISCIA LA NOTIZIA e capirai come mai siete arrivati a questa cifra

Lo so che se anche raccogliessimo 20 milioni di firme voi non abbandonereste mai le vostre POLTRONE pur sapendo di avere un intero popolo contro. L'1,2 % nella situazione economica attuale è troppo poco, non voglio neanche pensare di quanto sarebbe cresciuto il nostro Paese se ci fosse stato prodi nel periodo di stagnazione economica post 11 settembre -10% :thumbdown::thumbdown:

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mi spiate per te ma Pordi è tra i migliori economisti al mondo, sicuramente saremo cresciuto di poco, ma sicuramente il rapporto deficit/pil non sarebbe andato al 4.2% e la spesa pubblcia non sarebbe aumentata così tanto.

Prodi in un'anno ha dimezzato ild ebito da voi causato...

Tornate a favorire i condoni invece di fare propaganda.

Grazieni 6 pieno di propaganda...

 

B. aveva meno consenso e perse tutte le elezioni ma non si dimise.

E poi con sta porcata di elgge elettorale da voi fatta dovremo rilasciare il paese a persone come VOI?

Perchè si dovrebbe tornare a ridere dell'Italia all'estero?

Perchè dovremmo tornare a favorire l'evasione, finire la RAI e sfasciare il resto dei conti pubblici?

 

3 milioni e 300 mila persone , guarda STRISCIA LA NOTIZIA e capirai come mai siete arrivati a questa cifra

L'organo denigratorio di fogna italia? no grazie

 

Rilaggiti i miei dati che sono autentici per favore

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Si avete pure aumentato le tasse a dismisura, avete diminuito i fondi per la sicurezza, avete favorito maggiormente i gay anzichè le famiglie in poche parole avete fatto un sacco di cose brutte.

 

 

Il Fondo Monetario boccia Prodi

Non c’è due senza tre e dopo le critiche della Banca d’Italia al governo e le precisazioni di Lorenzo Bini Smaghi (membro del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea) sono arrivati anche i giudizi durissimi degli organismi economici internazionali. Il World Economic Outlook, il bollettino economico e statistico del Fondo Monetario Internazionale parla di un’Italia deludente per i ritardi nelle riforme a cominciare dalla previdenza e per l’utilizzo sbagliato dell’extra gettito, il cosiddetto tesoretto.

 

Un giudizio particolarmente duro perché accompagna i dati deludenti sulla crescita economica per il prossimo anno. La crisi dei mutui subprime pesa sull’economia mondiale e le stime sullo sviluppo sono tagliate dello 0,4 per cento rispetto alle ipotesi di luglio. Alla sforbiciata non sfugge l’Italia che scende dall’1,7 al all’1,3 per cento. Ma il Fmi mette in guardia sull’evoluzione della congiuntura: i rischi restano fermamente ancorati ai timori che le tensioni sui mercati finanziari continuino, facendo scattare un rallentamento più marcato.

 

Insomma con linguaggio meno tecnico di quello usato dagli economisti di Washington, la situazione volge al brutto e i paesi come il nostro, la cui economia è fortemente debitrice della salute degli Stati Uniti e della Germania, sarebbero più esposti degli altri. E l’1,3 potrebbe essere un dato destinato ad essere ridimensionato poiché il made in Italy verrebbe ad essere colpito nelle sue esportazioni. Ci sarebbe l’alternativa dell’aumento dei consumi interni ma la politica attuale sul fronte fiscale ha fatto molti passi indietro. Ciò che colpisce nel messaggio del fondo è la critica senza veli sui conti pubblici: i paesi dell’area euro che non hanno ancora raggiunto i propri obiettivi di medio termine sono tenuti a fare aggiustamenti di almeno lo 0,5 di Pil all’anno.

 

Obiettivo che sembra improbabile da raggiungere in alcuni paesi tra cui l’Italia dove - dicono gli economisti - il governo ha ridotto l’aggiustamento di bilancio per il 2007 nonostante il significativo aumento dell’entrate.

 

Nell’analisi degli esperti di Washington se il nostro Paese cresce dell’1,7 quest’anno e dell’1,3 nel 2008, ultimo di graduatoria dell’Europa monetaria è perché il governo Prodi pur avendo un programma di riforme ha poi avuto difficoltà ad attuarle. E pesano come un macigno le tesi esposte da Bini Smaghi.

 

Se si vuole risanare veramente le finanze pubbliche italiane e diminuire la pressione fiscale in modo credibile, bisogna cominciare col ridurre la spesa pubblica. Così è stato fatto negli altri paesi, solo dopo si può pensare a fare i miracoli.

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Ue, Corte dei Conti e Banca d'Italia distruggono la finanziaria

L’Unione Europea distrugge la Finanziaria

 

Le critiche alla finanziaria della Commissione europea, del Fondo monetario, del governatore della Banca d’Italia, del presidente della Corte dei Conti, sono tutte giustificate. La manovra di Prodi e Padoa Schioppa non rispetta gli impegni europei e rischia di lasciare una pesante ipoteca sul bilancio dello Stato, soprattutto per l’indiscriminato aumento della spesa pubblica; e quindi, del debito.

 

La finanziaria non rispetta il Patto di Stabilità. In quel documento è previsto che gli Stati di Eurolandia diminuiscano il proprio deficit (strutturale) dello 0,5% all’anno così da raggiungere il pareggio di bilancio nel 2010. La finanziaria riduce il deficit (strutturale) dello 0,2%, e rinvia il pareggio di bilancio al 2011. Da notare che questo pessimo risultato viene raggiunto in circostanze economiche favorevoli (“good time”), condizioni che dovrebbero accelerare – secondo il Patto – gli sforzi di risanamento.

 

Il Patto di Stabilità europeo venne rivisto durante la passata legislatura, su proposta di Silvio Berlusconi. La versione precedente era troppo rigido sul rispetto di determinati vincoli di bilancio, che non tenevano in assoluta considerazione l’andamento del ciclo economico. Al punto che Romano Prodi, presidente della Commissione europea, ebbe a dire: il Patto è stupido. Le modifiche apportate al Patto consistevano soprattutto nel valutare il livello del deficit di uno Stato membro in funzione dell’andamento del Pil. Se questo cresceva – periodi di “good time” – gli sforzi di risanamento dovevano essere maggiori; se scendeva, venivano concessi sforamenti del deficit. Proprio per queste ragioni, nella precedente legislatura, quando il Pil è cresciuto in media dello 0,7% all’anno, il governo ha potuto avere un deficit superiore al 3%.

 

La legge finanziaria e tutta la politica economica del governo violano un altro importante principio del Patto di Stabilità. Quello che prevede che ogni euro di maggior gettito deve essere destinato a riduzione del deficit, e non finanziare nuova spesa. Esattamente il contrario di quel che ha fatto e sta facendo il governo con l’uso del “tesoretto”. Quest’anno Padoa Schioppa ha firmato due decreti: uno in luglio ed uno in settembre. Comportano spese per 15 miliardi di euro: un punto di Pil. I benefici per i contribuenti, però, saranno minimi (quando arriveranno). Secondo la Commissione, quei 15 miliardi di euro dovevano essere utilizzati a riduzione del deficit. Se così fosse stato, il deficit italiano quest’anno sarebbe stato pari all’1,4% del Pil; e quello del prossimo anno, sotto l’1%. Così la finanza pubblica poteva dirsi risanata. Invece, l’extragettito – in barba ad ogni raccomandazione di Bruxelles – è stato utilizzato per finanziare nuove spese.

 

E qui arriva la terza critica della Commissione Ue, ma anche di Draghi e della Corte dei Conti. Un Paese come l’Italia, che ha il terzo debito pubblico mondiale ed il primo d’Europa, tutto può fare tranne alimentare nuove spese. Al contrario dovrebbe, e deve, ridurre la spesa corrente attraverso interventi strutturali in grado di evitare di far pesare sulle future generazioni costi aggiuntivi.

 

Anche in questo caso, il governo di Romano Prodi è andato in direzione opposta. Non solo con la finanziaria ha fatto lievitare la spesa, utilizzando l’extragettito; ma ha anche eliminato e snaturato le riforme strutturali della spesa introdotte durante la precedente legislatura. Una su tutte: quella delle pensioni. L’eliminazione dello “scalone” Maroni che portava tutti a riposo una volta compiuti i 60 anni d’età, dopo 35 anni di lavoro, era un intervento strutturale che dava “sostenibilità di medio-lungo periodo alla spesa previdenziale”: così come previsto dal Patto di Stabilità. Invece, riducendo quello scalone ad uno scalino (nel 2008 si andrà in pensione con 58 anni d’età e 35 di contributi) e le altre modifiche apportate, peseranno sulla spesa pubblica, quindi sul debito, per 10 miliardi di euro.

 

E tutto per fare un favore a Rifondazione comunista ed a Prodi, che rimane incollato sulla poltrona di Palazzo Chigi, ma a danno delle generazioni future. Ed ora Commissione europea e Draghi gli ricordano che non si governa così uno degli Otto Paesi più industrializzati del mondo. Solo Chavez o la Giunta militare birmana fanno peggio.

 

La Corte dei Conti distrugge la Finanziaria

 

La Corte dei Conti auspica maggiore tutela nell’utilizzo del cosiddetto extragettito, di cui non si conosce ancora la natura, ovvero se sia strutturale o meno.

“Il rischio è che le maggiori entrate finiscano per finanziare spese permanenti”, ha detto il presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro nel corso dell’audizione sulla Finanziaria davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Rischio che si aggrava se poi queste entrate non saranno strutturali, ha fatto notare Lazzaro.

 

“Perplessità” viene espressa dalla Corte dei Conti per la scelta del governo di non destinare con la manovra l’extragettito di settembre alla riduzione del deficit e del debito.

“Perplessità - ha rilevato Lazzaro - non possono che accentuarsi in presenza di una reiterazione della decisione di non destinare l’extragettito emerso in settembre a riduzione del disavanzo tendenziale e del debito; decisione che tra l’altro viola il principio fissato dallo stesso governo in sede di Dpef di una copertura dei maggiori oneri esclusivamente con correzioni di spesa”.

 

“Il nodo della questione della finanza pubblica resta, nel breve periodo, non risolto” perché “il quadro alla base della manovra di bilancio per il 2008 ci prospetta una situazione dei conti pubblici e scelte di copertura dei maggiori oneri che non possono non destare perplessità e preoccupazione. Come nel 2006 e nel 2007 – aggiunge Lazzaro - è caratterizzata da una continua revisione verso l’alto delle stime sul gettito fiscale e da un significativo, anche se minore, scostamento della spesa primaria dagli obiettivi programmatici”.

 

La scelta “di rinviare l’individuazione delle risorse necessarie per la definizione dei rinnovi contrattuali del biennio di competenza (2008-2009)” per gli statali è “una scelta non priva di implicazioni negative rilevanti”.

Per la Corte dei Conti con questa scelta si conferma “un sistematico disallineamento temporale tra programmazione finanziaria e decorrenza dei contratti”. In questo modo “viene di fatto istituzionalizzato il rinvio della contrattazione quanto meno all’esercizio successivo a quello di teorica vigenza degli accordi”. La Corte dei Conti sottolinea al proposito le “conseguenze negative in termini di incremento dei costi del personale”.

 

Tesoretto a rischio: secondo la Corte dei Conti infatti potrebbero mancare all’appello 3,6 miliardi rispetto ai 5,9 stimati nella nota di aggiornamento.

La Corte dei Conti critica inoltre il Governo perchè ritiene non sia “chiaro” come sia stato calcolato l’extragettito. Il presidente della magistratura contabile chiede infatti di sapere se sia stato calcolato “tenendo conto dell’andamento di tutte le entrate correnti o dell’aggregato che comprende solo le entrate tributarie ed i contributi sociali”.

“È un dubbio che va chiarito”, dice Lazzaro, “perchè in base al monitoraggio condotto dalla Corte dei Conti risulta un andamento fortemente negativo delle entrate erariali extra tributarie”.

La Corte dei Conti calcola infatti che il cattivo andamento di alcune voci di entrata nei primi 9 mesi potrebbe ridurre l’extragettito stimato nella nota di aggiornamento da 5,9 a 2,3 miliardi.

 

La Banca d’Italia distrugge la Finanziaria

 

La Finanziaria 2008 consentirà solo “progressi modesti” sul fronte del risanamento dei conti pubblici. Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, non nasconde le sue perplessità sull’impostazione della manovra del Governo e chiede maggiore coraggio: “La sfida cruciale della finanza pubblica italiana”, afferma nel corso di un’audizione in Senato, “consiste nel realizzare congiuntamente l’abbattimento del peso del debito e la riduzione del carico fiscale che grava sui contribuenti onesti”.

 

Critico il giudizio sulla decisione di non utilizzare l’extragettito a servizio della riduzione di deficit e debito e di rinviare nel tempo l’obiettivo del pareggio di bilancio.

 

Più in generale, Draghi osserva che “le recenti decisioni di politica di bilancio non frenano la dinamica della spesa”.

Al contrario, quella corrente cresce del 4,3% nel 2008. Si tratta, avverte il governatore, di dinamiche “difficilmente compatibili con gli obiettivi di medio termine determinati nell’aggiornamento del Dpef”. E “lento” appare al numero uno di via nazionale il percorso di riduzione dell’indebitamento delineato dal Governo nel biennio 2007-2008.

 

“La decisione di posticipare ancora gli interventi sulle spese”, sottolinea, “accrescerà le manovre correttive necessarie per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2011. Vi è inoltre il rischio”, aggiunge, “che in futuro condizioni cicliche più difficili possano rendere ancora più complesso il risanamento oggi posposto”. In particolare, osserva Draghi, che il tesoretto doveva essere utilizzato per “il miglioramento del saldo di bilancio. In Germania”, rileva il governatore, “esso è stato utilizzato per raggiungere già da quest’anno, un sostanziale pareggio; per il 2008, si programma un leggero avanzo”.

 

In Italia il Governo ha scelto diversamente. Sono state finanziate nuove spese e neanche le tasse sono state ridotte. “La pressione fiscale nel 2008 rimane ancora sull’elevato livello del 2007”.

 

E anche l’intervento sull’Ici è criticabile in quanto “non appare coerente con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia tributaria degli enti territoriali”.

 

Va invece “nella giusta direzione” la manovra su Ires e Irap. Il risanamento dei conti resta cruciale per ridare fiato all’economia italiana. “La politica di bilancio può essere un fattore fondamentale di crescita”, dice Draghi.

 

La ricetta del governatore ha pochi, chiari ingredienti: “Un sistema pensionistico che incentivi la permanenza sul mercato del lavoro; un sistema fiscale che attenui le forme di prelievo più elevate e distorsive; una scuola che garantisca livelli di apprendimento più elevati e omogenei sul territorio nazionale; un sistema assistenziale attentamente mirato ai cittadini in condizioni disagiate sono i pilastri di tale politica di bilancio”.

 

Serve coraggio: “La sfida”, sostiene Draghi, “è ora ottenere un forte rallentamento della spesa primaria corrente, ridurre il carico fiscale su lavoratori e imprese, aumentare la quota di risorse pubbliche diretta agli investimenti in infrastrutture e in capitale umano, nonché quella destinata al sostegno dei cittadini in condizione disagiata”.

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ecco i link degli articoli di Graziani

http://www.poteresinistro.it/notizie/blg_983.htm

http://www.poteresinistro.it/notizie/blg_992.htm

 

Sono di forza italia ma smontarli lo stesso sarà pur sempre facile? o no?

 

Si avete pure aumentato le tasse a dismisura, avete diminuito i fondi per la sicurezza, avete favorito maggiormente i gay anzichè le famiglie in poche parole avete fatto un sacco di cose brutte.

Ti hanno per caso avvisato che i DICO non sono passati?

ti hanno detto di come era il paese prima di prodi?

ti hanno detto che dimezzare il debito senza condoni illegali e immorali non è semplice?

 

Prodi quando dice che gli industriali sono degli ingrati ha ragione. Hanno tagliato l'IRES, il cuneo fiscale e ropmpono lo stesso... mah

 

Un po' più interessanti le osservazioni degli organismi tecnici. Mario Draghi alla guida di Banca d'Italia sembra pensarla come gli economisti de LaVoce.info, quando afferma: "I progressi nella riduzione degli squilibri di bilancio sono modesti" [ANSA], e anche la Corte dei Conti ha recentemente espresso "perplessità e preoccupazione" sulla manovra, dato che "il nodo della finanza pubblica resta non risolto" [ANSA].

 

Ancora più interessante appare rilevare la percezione che, all'estero nelle sedi opportune, si ha di questa Finanziaria.

Il commissario europeo agli affari monetari, Joaquin Almunia, è stato lapidariamente critico sostenendo che si tratti di una Finanziaria non ambiziosa, e soprattutto insufficiente sul lato del contenimento del debito italiano: "Al di là della correzione del deficit eccessivo, non possiamo ignorare che l’Italia ha un debito pubblico insostenibile, che ogni anno costa il 4,5% del Pil. Questa situazione non può protrarsi all’infinito". [il Tempo]

Le società di rating, come Moody's, Fitch e S&P, non hanno migliorato il punteggio del debito italiano, già degradato circa un anno fa. "Senza interventi sulla spesa pubblica di natura strutturale – dicono da Moody’s – si ritiene che nel lungo periodo possa rivelarsi difficile affrontare il disavanzo di bilancio" [l'Occidentale]

 

Le stime per la crescita italiana sono rivedute al ribasso dal Fondo Monetario Internazionale (nel quale, per inciso, il nostro Padoa Schioppa è stato nominato nuovo Presidente del comitato finanziario e monetario), che dal 1,7% stimato in metà settembre passa al 1,3%, un valore inferiore al 1,5% previsto dall'attuale governo. [ilSole24Ore]

 

È da dire che qualche giudizio positivo è venuto dalla stampa economica, in particolare dal Wall Street Journal e dal Financial Times, mentre rimane estremamente critico l'Economist.

 

In conclusione di questa veloce rassegna, due parole di commento.

Tutte le critiche internazionali vertono sull'occasione mancata di ridurre il debito pubblico impiegando l'extragettito. Prodi ha ribattuto che non si può pensare solo agli aspetti finanziari, e che un paese con i conti in pareggio subito, può diventare un paese morto di fame altrettanto rapidamente.

Personalmente concordo, in astratto, con questa idea di Prodi, anche perché un paese forte dal punto di vista produttivo, che si avvantaggia di un mercato interno per sostenere le proprie imprese, è un paese che può fronteggiare il rimborso futuro di un debito anche molto alto, come hanno dimostrato negli anni passati le esperienze Giapponese e Statunitense.

Tuttavia, c'è da dire che l'extragettito è stato speso male, e non porterà ad un miglioramento sensibile del mercato interno, o della ricerca italiana, o del tessuto produttivo. Questo perché si è scelta una via di microinterventi, di spese una tantum e soluzioni che hanno più della propaganda politica che non dell'intervento economico mirato ad ottenere un risultato.

 

Pare a me o i toni sono vagamente diversi dai tuoi articoli ,apparte che stare un punto percentuale sotto il limite europeo penso sai buono, lo 0% di debito lo vedo poco credibile...

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I link vengono da li ma le dichiarazioni sono del FMI, della Banca di Italia, Corte dei Conti ed Unione Europea, non sono dichiarazioni di Berlusconi Fini o chi per esso. Tu ti informerai sull'UNITA' io ho altre fonti e credo che le mie rappresentino in questo momento il sentimento del 70% degli ITALIANI

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vedi ho dimostrato che le dichiarazioni sono critiche, ma il tono è diverso.

esempio:

nei miei dicono: " la finanziaria 2008 non ci soddisfa "

i tuoi stravolgono le dichiarazioni finchp dicono: "la finanziaria 2008 distruggera l'italia, è la peggiore mai vista"

 

La finanziaria 2008 è cos' criticata perchè rialzera il rapporto deficit/pil dal 2.2 % (era al 4.3 con bewrlusconi quando il limite è 3%) al 2.5% per alcuni investimenti sulle infrastrutture.

Da qui le critiche.

Non criticano certi ben altre novità, finanziamenti e scalo delle tasse...

 

Dimmi quali sono le tue fonti, e porta rispetto per l'Unità che è un bel giornale (non lo compro mai solo perchè non parla del territorio dove vivo, parla di blogna, così come la stampa di torino e così via, non c'è un edizione con notizie su rimini (come il resto del carlino).

L'Unità è di sinistra, ma indipendente a esso, in quanto Furio Colombo ha dato l'anima per un pensiero indipendente nl giornale, cosa che gli ha portato gravi spaccature con al dirigenza DS per le critiche poste a Prodi, tra l'altro L'unità fa scrivere un giornalista scomodo bipartisan come travaglio, e anche questo ha portato problemi...

 

Invece Il giornale e Libero (di dire minchiate su minchiate) sono faziosi, mai una critica, scrivono su dettatura di Berlusconi (e di Feltri, a volte non so cosa sia peggio).

 

Questa è la differenza tra un giornale di partito indipendente ma schierato, tran giornali di cagnolini fedeli (tra cui Fede)

 

Chiudo l'OT (che non centrava nulla, soloa difendere l'UNITà).

 

 

tra l'altro i sondaggi trucati di B. fanno intendere che il 70% degli elettori voterebbero per lui...

Invece se si andasse alle urne vincerebbe Veltroni 6 a 4

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Mi sembra di non essere stato irrispettoso nei confronti del giornale l'UNITA' anzi mi sembra che tu abbia criticato due giornali importaniti.

Voi continuate a parlare di deficit/pil perchè non potete parlare di altro perchè non esiste altro.

Veltroni è meglio che rimanga lì dove stà, prima impari a governare una città poi pensi a governare una NAZIONE.

Comunque io leggo il CORRIERE DELLA SERA

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