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Crisi dei Missili...


Dominus

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Forse se ne sarà già parlato, non ho trovato comunque nessun topic specifico, ma io vorrei conoscere in particolare le trattative che portarono alla risoluzione della crisi, il coinvolgimento dei servizi e del colonnello Politovsky (se solo la metà delle cose che ho sentito su quest'uomo sono vere si merita una CVN col suo nome), le pazzie di Fidel Castro che Gianni cita spesso e in generale tutte le parti buie di questa storia che è raccontata in maniera molto frammentaria nella maggior parte delle pubblicazioni che ho letto, e ne ho lette parecchie.

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Cerchero di dire quel che so...

 

Arei spia localizzarono evidenti rampe di lancio di missili balistici sull'isola cubana.

Informato Kennedy riuni il suo stato maggiore.

LE proposte erano le seguenti:

-bombardamento chirurgico

-assalto anfibio

- bombardamento e invasione dell'isola cubana.

Durante questa riunione il popolo americano ancora non sapeva nulla.

Kennedy che voleva evitare il conflitto si scontro appertamente con il suo stato maggiore che invece volevano la guerra. Kennedy usci dall'aula, ma grazie a microspie senti cosa si dicevano tra loro i generali. Essi lo criticavano aspramente ritenendolo un debole. Un'uomo senza polso.

Insomma i soliti guerra fondai americani :thumbdown::thumbdown:

Kennedy prese la decisione di isolare cuba con blocco marittimo, essenso informato che ben 6 navi battente bandiera sovietica era dirette a cuba.

Una volta presa la decisione informo il popolo.

LE navi dovevano bloccare il transito a qualunque nave che doveva essere interamente analizzata e se avevano qlc che non dovevano venivano rimandate a casa.

Se non si fermavano venivano sparati colpi di avvertimento.

Dopo di che i marines abbordavano la nave.

Krusciov nonostante sapeva che l'armata rossa non era pronta alla guerra, mostro i denti e sembrava intenzionato a non cedere.

Intanto si trattava.

L'unica nave che passo era un'innocuo peschereccio cubano, mentre le altre tornarono indietro.

 

Il patto prevedeva che i russi toglievano da li tutti i missili, in cambio gli USA non avrebbero più accredito Castro.

Una clausola segreta prevedeva che i missili americani stanziati in Turchia venissero rimossi.

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Guarda chhe quei generali spiengevano per la guerra veramente tanto dominus.

Ho parlato di conversazioni registrate sopra che sono una prova per quel che dico.

 

VOLEVANO la guerra Dominus Kennedy a stento teneva buoni i suoi generali

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Non è che volessero la guerra totale.

 

Poco tempo prima c'era stato il malconcepito sbarco nella Baia dei Porci.

 

Molte alte sfere militari insistevano per invadere Cuba, evento che probabilmente avrebbe "autorizzato" i sovietici a prendersi Berlino Ovest, e poi non si sa...

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Si chiamava Oleg Penkovsky.

 

Bisogna partire da un concetto: nel 1962, quando scoppiò la crisi cubana, gli USA avevano una forza nucleare strategica molto potente: centinaia di ICBM basati a terra e di SLBM basati in mare, nonchè molti bombardieri strategici, oltre a missili di gittata intermedia basati in nazioni amiche, come la Turchia.

 

A fronte di questo arsenale, l'URSS poteva contrapporre pochissimi ICBM (meno di una decina) e un certo numero di missili nucleari a corta gittata basati sui sottomarini, oltre a un piccolo numero di bombardieri strategici.

 

La vera consistenza dell'arsenale sovietico fu il principale contributo fornito da Penkovsky.

Gli americani sapevano che l'unica minaccia reale per il territorio USA proveniva dai pochissimi ICBM, mentre c'era la ragionevole certezza di poter impedire ai sottomarini e ai bombardieri sovietici di raggiungere il territorio americano.

 

Per i sovietici, installare i missili a Cuba fu un modo di garantirsi una migliore capacità di minacciare il territorio americano.

 

I militari americani volevano fare la voce grossa, convinti com'erano che i sovietici non avrebbero sfidato la potenza nucleare americana.

Dal canto loro, i sovietici erano sicuri di poter fare la voce grossa, convinti com'erano di essere riusciti a far bere agli americani le loro disinformazioni circa la loro reale forza nucleare.

 

In questo giochetto, Kennedy decise di non rischiare e di cercare una soluzione diplomatica, e pertanto mandò il fratello dall'ambasciatore sovietico in USA, per avviare una serie di colloqui non ufficiali.

 

Non esitò in ogni caso a ordinare il blocco navale, contando sulla propria superiorità nucleare.

 

Fu grazie a questo lavoro che si raggiunse l'accordo: i sovietici ritiravano i missili a Cuba, gli americani in cambio promettevano di non invadere Cuba e di togliere i missili dalla Turchia.

Tra le righe, i sovietici si impegnarono anche a non invadere Berlino Ovest.

 

Certamente i sovietici dovettero chiedersi come mai gli americani si sentivano così sicuri della propria forza e della debolezza sovietica, e cercarono di individuare chi potesse aver informato gli americani sull'effettivo stato dell'arsenale sovietico.

 

Fu così che beccarono Penkovsky, lo arrestarono e, dopo un processo sommario, lo fucilarono.

 

Questi furono i fatti, e non mi pare che dagli archivi della CIA sia uscito nulla, dopo la declassificazione, che faccia ritenere che le cose andarono diversamente.

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Questa è la lettera che Khrushchev scrisse a Castro al termine della crisi.

La lettera è stata resa pubblica dopo la fine della guerra fredda.

 

====

 

October 30, 1962

 

Dear Comrade Fidel Castro:

 

We have received your letter of October 28 and the reports on the talks that you as well as President Dorticós have had with our ambassador.

 

We understand your situation and take into account the difficulties you now have during the first transitional stage after the liquidation of maximum tension that arose due to the threat of attack on the part of the U.S. imperialists, which you expected would occur at any moment.

 

We understand that certain difficulties have been created for you as a result of our having promised the U.S. government to withdraw the missile base from Cuba, since it is viewed as an offensive weapon, in exchange for the U.S. commitment to abandon plans for an invasion of Cuba by U.S. troops or those of its allies in the western hemisphere, and lift the so-called "quarantine," that is, bring the blockade of Cuba to an end. This lead to the liquidation of the conflict in the Caribbean zone which, as you well realize, was characterized by the clash of two superpowers and the possibility of it being transformed into a thermonuclear world war using missiles.

 

As we learned from our ambassador, some Cubans have the opinion that the Cuban people want a declaration of another nature rather than the declaration of the withdrawal of the missiles. It's possible that this kind of feeling exists among the people. But we, political and government figures, are leaders of a people who doesn't know everything and can't readily comprehend all that we leaders must deal with. Therefore, we should march at the head of the people and then the people will follow us and respect us.

 

Had we, yielding to the sentiments prevailing among the people, allowed ourselves to be carried away by certain passionate sectors of the population and refused to come to a reasonable agreement with the U.S. government, then a war could have broken out, in the course of which millions of people would have died and the survivors would have pinned the blame on the leaders for not having taken all the necessary measures to prevent that war of annihilation.

 

Preventing the war and an attack on Cuba depended not just on the measures adopted by our governments but also on an estimate of the actions of the enemy forces deployed near you. Accordingly, the overall situation had to be considered.

 

In addition, there are opinions that you and we, as they say, failed to engage in consultations concerning these questions before adopting the decision known to you.

 

For this reason we believe that we consulted with you, dear Comrade Fidel Castro, receiving the cables, each one more alarming than the next, and finally your cable of October 27, saying you were nearly certain that an attack on Cuba would be launched. You believed it was merely a question of time, that the attack would take place within the next 24 or 72 hours. Upon receiving this alarming cable from you and aware of your courage, we viewed it as a very well-founded alarm.

 

Wasn't this consultation on your part with us? I have viewed this cable as a signal of extreme alarm. Under the conditions created, also bearing in mind the information that the unabated warmongering group of U.S. militarists wanted to take advantage of the situation that had been created and launch an attack on Cuba, if we had continued our consultations, we would have wasted time and this attack would have been carried out.

 

We came to the conclusion that our strategic missiles in Cuba became an ominous force for the imperialists: they were frightened and because of their fear that our rockets could be launched, they could have dared to liquidate them by bombing them or launching an invasion of Cuba. And it must be said that they could have knocked them all out. Therefore, I repeat, your alarm was absolutely well-founded.

 

In your cable of October 27 you proposed that we be the first to launch a nuclear strike against the territory of the enemy. You, of course, realize where that would have led. Rather than a simple strike, it would have been the start of a thermonuclear world war.

 

Dear Comrade Fidel Castro, I consider this proposal of yours incorrect, although I understand your motivation.

 

We have lived though the most serious moment when a nuclear world war could have broken out. Obviously, in that case, the United States would have sustained huge losses, but the Soviet Union and the whole socialist camp would have also suffered greatly. As far as Cuba is concerned, it would be difficult to say even in general terms what this would have meant for them. In the first place, Cuba would have been burned in the fire of war. There's no doubt that the Cuban people would have fought courageously or that they would have died heroically. But we are not struggling against imperialism in order to die, but to take advantage of all our possibilities, to lose less in the struggle and win more to overcome and achieve the victory of communism.

 

Now, as a result of the measures taken, we reached the goal sought when we agreed with you to send the missiles to Cuba. We have wrested from the United States the commitment not to invade Cuba and not to permit their Latin American allies to do so. We have we wrested all this from them without a nuclear strike.

 

We consider that we must take advantage of all the possibilities to defend Cuba, strengthen its independence and sovereignty, defeat military aggression and prevent a nuclear world war in our time.

 

And we have accomplished that.

 

Of course, we made concessions, accepted a commitment, action according to the principle that a concession on one side is answered by a concession on the other side. The United States also made a concession. It made the commitment before all the world not to attack Cuba.

 

That's why when we compare aggression on the part of the United States and thermonuclear war with the commitment of a concession in exchange for concession, the upholding of the inviolability of the Republic of Cuba and the prevention of a world war, I think that the total outcome of this reckoning, of this comparison, is perfectly clear.

 

Naturally, in defending Cuba as well as the other socialist countries, we can't rely on a U.S. government veto. We have adopted and will continue to adopt in the future all the measures necessary to strengthen our defense and build up our forces, so that we can strike back if needed. At present, as a result of our weapons supplies, Cuba is stronger than ever. Even after the dismantling of the missile installations you will have powerful weapons to throw back the enemy, on land, in the air and on the sea, in the approaches to the island. At the same time, as you will recall, we have said in our message to the president of the United States dated October 28, that at the same time we want to assure the Cuban people that we stand at their side and we will not forget our responsibility to help the Cuban people. It is clear to everyone that this is an extremely serious warning to the enemy on our part.

 

You also stated during the rallies that the United States can't be trusted. That, of course, is correct. We also view your statements on the conditions of the talks with the United States as correct. The shooting down of a plane over Cuba turned out to be a useful measure because this operation ended without complications. Let it be a lesson for the imperialists.

 

Needless to say, our enemies will interpret the events in their own way. The Cuban counterrevolution will also try to raise its head. But we think you will completely dominate your domestic enemies without our assistance. The main thing we have secured is preventing aggression on the part of your foreign enemy at present.

 

We feel that the aggressor came out the loser. HE made preparations to attack Cuba but we stopped him and forced him to recognize before world public opinion that he won't do it at the current stage. We view this as a great victory. The imperialists, of course, will not stop their struggle against communism. But we also have our plans and we are going to adopt our measures. This process of struggle will continue as long as there are two political and social systems in the world, until one of these-and we know it will be our communist system-wins and triumphs throughout the world.

 

Comrade Fidel Castro, I have decided to send this reply to you as soon as possible. A more detailed analysis of everything that has happened will be made in the letter I'll send you shortly. In that letter I w/ill make the broadest analysis of the situation and give you my evaluation of the outcome of the end of the conflict.

 

Now, as the talks to settle the conflict get underway, I ask you to send me your considerations. For our part, we will continue to report to you on the development of these talks and make all necessary consultations.

 

I wish you success, Comrade Fidel Castro. You will no doubt have success. There will still be machinations against you, but together with you, we will adopt all the measures necessary to paralyze them and contribute to the strengthening and development of the Cuban Revolution.

 

N. Khrushchev

 

=====

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In pratica la parte importante è quella che Gianni ha evidenziato e dice in poche parole che in un cablo Castro aveva sollecitato un first strike contro gli Americani con i missili sul suolo Cubano e il buon Nikita, in termini diplomatici, gli da del pazzo irresponsabile.

 

Comunque non hai idea di cosa sia uscito dagli archivi sovietici dopo il 91!

Hanno aperto quegli archivi e centinaia di storici, giornalisti ecc ci si sono fiondati ma ancora non hanno finito di esaminare e catalogare tutto il materiale declassificato e spesso esce fuori una nuova sorpresa.

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  • 3 anni dopo...

Secondo me Kennedy ha agito abbastanza bene, non si poteva invadere l'isola senza prima aver provato con le trattative, si rischiava una 3° guerra mondiale con armi atomiche.

 

Invece Nikita ha fallito completamente: l'URSS dopo la crisi ha mantenuto la sua inferiorità negli ICBM, poi togliendo i missili dalla Turchia non cambiò nulla, missili del genere erano presenti anche in Italia. Nikita avrebbe dovuto far togliere almeno anche i missili in Italia.

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Invece Nikita ha fallito completamente: l'URSS dopo la crisi ha mantenuto la sua inferiorità negli ICBM, poi togliendo i missili dalla Turchia non cambiò nulla, missili del genere erano presenti anche in Italia. Nikita avrebbe dovuto far togliere almeno anche i missili in Italia.

 

Dire che Nikita fallì completamente non è corretto, i missili che si trovavano in Puglia furono tolti senza tanta pubblicità (anche se sembra che fosse già previsto), Cuba non fu mai invasa e gli Stati Uniti dovettero sacrificare Penkovsky.

 

Per quanto riguarda gli ICBM riuscirono a colmare il gap in pochi anni (non che questo sia stato un bene per l'Europa).

 

USSR

 

1962: ICBM 38 SLBM 72 Bombers 412 Total 522

1965: ICBM 201 SLBM 72 Bombers 559 Total 929

1970: ICBM 1,546 SLBM 301 Bombers 596 Total 2,443

 

 

USA

 

1962: ICBM 213 SLBM 151 Bombers 6,847 Total 7,211

1965: ICBM 897 SLBM 1,882 Bombers 6,567 Total 9,345

1970: ICBM 1,306 SLBM 4,452 Bombers 6,465 Total 12,223

 

 

Comunque, quella volta, si trovarono veramente ad un passo da un conflitto atomico :ph34r:

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l'ultima ricordo che erano i piani di attacco in europa del patto di varsavia....azz li gli americani si sbagliavano alla grande!

Su cosa si sbagliavano?

 

Comunque, quella volta, si trovarono veramente ad un passo da un conflitto atomico :ph34r:

La crisi di Cuba fu probabilmente il momento in cui si resero conto di quanto devastante sarebbe stto un terzo conflitto mondiale. Un first strike atomico, anche se seguito da una potentissima rappresaglia, avrebbe significato probabilmente l'annientamento di più della metà della popolazione mondiale, situazione dalla quale non uscirebbe nessun vincitore. Da quel momento in poi tutti i conflitti militari tra potenze si risolvono in guerre regionali, come il Vietnam.

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Ma gli stati uniti non hanno uno scudo antimissile?

Quindi anche se gli avessero lanciato dei missili,sarebbero stati distrutti in aria?

I sovietici sarebbero stati disposti a dichiarare guerra agli usa?

Più o meno sapevano che gli usa erano molto più forti di loro, secondo me avrebbero fatto casino ma se sapevano che gli usa gli superavano di 3 a 1 non avrebbero rischiato una guerra nucleare in inferiorità numerica.

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Ma gli stati uniti non hanno uno scudo antimissile?

Quindi anche se gli avessero lanciato dei missili,sarebbero stati distrutti in aria?

I sovietici sarebbero stati disposti a dichiarare guerra agli usa?

Più o meno sapevano che gli usa erano molto più forti di loro, secondo me avrebbero fatto casino ma se sapevano che gli usa gli superavano di 3 a 1 non avrebbero rischiato una guerra nucleare in inferiorità numerica.

 

 

Nel 1962 nessuno aveva la capacità d'intercettare un ICBM in volo, e anche oggi non è così semplice.

 

Ritornando alla crisi di Cuba:

 

Kennedy, quando venne a conoscenza della presenza di missili nucleari a Cuba, chiese al generale Max Taylor, Chairman Chiefs of Staff, di preparare due piani di ritorsione, uno prevedeva un attacco aereo convenzionale per distruggere tutti i missili nucleari presenti sull'isola e, nel contempo, uno sbarco per conquistare Cuba.

Il secondo era il blocco navale.

 

La mattina del 21 ottobre il presidente discusse con i suoi generali dei due piani e la maggioranza di loro proponeva per l'attacco aereo.

 

Kennedy, a questo punto, chiese un opinione in merito a ogni singolo presente nella sala e al generale Walter Sweeney, comandante in capo della U.S. Air Force Tactical Air , chiese la garanzia che ogni missile presente sull'isola venisse distrutto.

Il generale Sweeney così rispose:

 

If we can’t do the job, nobody can. But can I say there is no chance that one or two missiles and nuclear warheads might still be operational, and can still be fired, after the attack? No, Mr. President, I can’t say that.”

 

Tradotto:

 

"Abbiamo la miglior forza aerea del mondo. Se non possiamo fare noi il lavoro, nessuno altro può farlo . Ma posso dire che non c'è nessuna possibilità che uno o due missili a testate nucleari siano ancora operativi e che possano essere lanciati dopo l'attacco? No, signor Presidente, non posso dirlo. "

 

A questo punto Kennedy si trovò a un bivio, lanciare comunque l'attacco e rischiare che un ordigno nucleare distruggesse una o più città statunitensi o limitarsi al blocco navale?

 

A complicare le cose si aggiunse una comunicazione della CIA in cui dichiarava che, probabilmente, i missili dotati di testate nucleari non erano ancora stati consegnati a Cuba ma che si trovavano su una nave a pochi giorni di navigazione dall'isola caraibica.

 

I generali statunitensi, rafforzati dalla comunicazione della CIA, proponevano al presidente ancora l'opzione di un attacco aereo e di un invasione dell'isola per distruggere tutte le postazioni missilistiche, sopportati in questo anche dai consiglieri civili del presidente.

 

Ma a questo punto era già cominciato lo scambio di lettere tra Krusciov e Kennedy, e, nonostante l'abbattimento di un U- 2 sopra i cieli di Cuba, la crisi si risolse con uno scambio di concessioni da ambo le parti.

 

Dire chi uscì vincitore tra Kennedy e Krusciov è solo una perdita di tempo, tutti e due vinsero e tutti e due persero qualcosa.

 

nota: Nel 1964 Krusciov fu allontanato dai vertici del potere con l'accusa di aver commesso errori durante la crisi dei missili e Kennedy fu assassinato nel 1963.

 

Occorre aggiungere che Castro era più propenso all'uso di armi nucleari dei sovietici e sostenne che in caso d'invasione avrebbe utilizzato senza indugio la ritorsione atomica, anche sapendo che ciò avrebbe comportato la distruzione di Cuba e un rischio per tutta l'umanità.

 

Anche il comandante sovietico sull'isola si disse pronto ad impiegare le bombe atomiche tattiche a sua disposizione in caso di un invasione.

 

:ph34r:

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  • 3 anni dopo...

1962 .... i Sovietici a Cuba e .... il retroscena .... 28atdmb.jpg

 

Soviet Docs Shed Light on the Red Army’s Booze-Fueled Nuclear Vacation in Cuba - Poor planning, tropical weather and alcoholism nearly wrecked the USSR’s 1962 mission to put nukes in America.

 

The Cuban Missile Crisis is the closest we came to mutual nuclear Armageddon.

But new documents have provided a glimpse at the Soviet troops sent halfway around the world with dozens of nuclear warheads in tow.

Not surprisingly, the Red Army’s mission during those stressful days in 1962 was pretty arduous.

Bad intelligence, planning, awful tropical weather and drunkenness were just a few of the problems faced by the nuclear missileers.

All of this—and more—were detailed in reports written by senior Soviet missile officers and obtained this month by the National Security Archive at George Washington University.

 

Fonte .... https://medium.com/war-is-boring/5fe82f02b5aa


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  • 5 anni dopo...
  • 3 anni dopo...

Nel 1983 vi fu una crisi che rischiò di far precipitare il mondo in una guerra nucleare fra Stati Uniti e Unione Sovietica.
E, con tutta probabilità, fu assai più pericolosa di quella del 1962 ...

airandspaceforces.com … https://www.airandspaceforces.com/article/the-near-nuclear-war-of-1983/

Per saperne di più ... "1983 - Reagan, Andropov and a World on the Brink" di Taylor Downing (2018) ... (Da Capo Press - Hachette Book Group) ...

 

 

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