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Combat Boat 90H


Rommel

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Combat Boat 90H

 

Nel mondo nautico bellico, i concetti di polivalenza e modularità hanno conosciuto un notevole sviluppo e, molto spesso, questi termini sono abusati nelle descrizioni di unità minori, ad eccezione di poche imbarcazioni. Una di queste è la Combat Boat 90, forte del successo tattico e commerciale consolidato in molti paesi in tutto il mondo, ha saputo incarnare al meglio la definizione di polivalenza.

 

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Nel 1988 la società Dockstavarvet svedese avviò lo studio (su commissione della marina svedese) per un’unità leggera che potesse sostituire la classe Tpbs 200. La richiesta fu di un’imbarcazione che sapesse unire le caratteristiche di un pattugliatore veloce con quelle di una unità di supporto al fuoco, sbarco e Combat SAR, adattabilità a qualsiasi ambiente acquatico (fluviale, lagunare e marittimo), un certo grado di protezione e la predisposizione multiruolo dipendente dalla dotazione istallata (dal comando e controllo al soccorso medico e anti-incendio). L’anno successivo vennero prodotti due prototipi, successivamente confermati, in un ordine di 120 esemplari nel 1990. La versione prodotta in serie prese la denominazione di 90H, dove la H sta a significare mezzo plotone di fanteria anfibia (Half pluton) composto da 21 uomini completamente attrezzati, trasportabili internamente. La possibilità di sviluppo della CB90 portò alla creazione della 90HS, ordinata in 27 esemplari nel 2002 sempre dalla marina svedese (le cui caratteristiche saranno elencate in seguito). Nel 1996 la marina norvegese commissionò 20 imbarcazioni create con particolare specifica tecnica, sotto la nomenclatura 90N (Norsk utgave). La crescente popolarità di questa patrol boat arrivò anche in Messico, la cui marina ne commissionò 40 unità 90HEX tra il 1999 e il 2001, ottenendo la licenza di produzione in patria per ulteriori 8 esemplari. Le CB90 furono noleggiate dalla polizia marittima tedesca per il pattugliamento durante il trentatreesimo G8 di Heilingendamm e equipaggiano la classe Berlin come unità di rifornimento. Fu inoltre soggetta a valutazione e studio da parte del Navy Expeditionary Combat Command americano in 2 esemplari, per un costo di 2,8 millioni di dollari, nel 2007 a uso fluviale. Successivamente nel 2010 furono acquistate in 18 unità rinominate Riverine Command Boat, in servizio presso la quinta flotta dell’US Navy nel Golfo Persico. Nel 2011, i Royal Marines britannici chiesero in prestito 4 CB90 alla marina svedese in luogo a una cooperazione bi-laterale sull’evoluzione e lo studio delle unità anfibie. Fu sottoposta a test di valutazione per qualche mese dove furono studiate e messe in pratica nuove tattiche di sbarco a terra; furono effettuati ulteriori test fino al 2013 per lo sviluppo di nuove unità costiere adattando le CB90 ad essere calate da unità d’altura. Altri clienti esteri furono la Grecia con 3 unità, la Malesia con 5 90H, 2 esemplari di 90H furono commissionati da un armatore di Abu Dhabi e allestiti al pari dei lussuosi yacht nel 2009.

 

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Gli incidenti più noti che coinvolsero le Combat Boat 90 furono lo schianto in un molo in cemento avvenuto nel 1999 dell’unità appartenente al 2° regg. artiglieria costiera svedese, a 30 nodi, ferendo la totalità dell’equipaggio. Nel 2004, due unità navigavano ad alta velocità con formazione a convoglio quando la perdita di potenza dell’imbarcazione di testa causò lo speronamento da parte dell’unità di coda, causando 2 morti, di cui uno per le gravissime lesioni. La notte del 23 ottobre 2006 fu dichiarato l’affondamento di una CB90H mentre navigava a velocità di crociera; le condizioni di mare mosso allagarono la prua facendola affondare in 10 minuti, nessun ferito tra i 16 operatori a bordo. Il 29 maggio 2010 ci fu un incendio nella sala macchine durante un’esercitazione a Roslagen, un ufficiale riportò ustioni di secondo grado. Il 5 ottobre 2014, un’unità fu dichiarata dispersa dopo una violenta tempesta; fu rilevata a 57 miglia nautiche al largo delle isole Labuan dalla motocannoniera classe Jerung, nessun ferito ma riportò danni alla timoneria e all’apparato motore. Il 12 gennaio 2016 due Riverine dell’US Navy furono prese in custodia con tutto l’equipaggio dalla marina iraniana con l’accusa di violazione delle acque territoriali iraniane; dopo il clamore della notizia in America, sia l’equipaggio che le imbarcazioni furono rilasciate qualche giorno dopo.

 

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https://en.wikipedia.org/wiki/CB90-class_fast_assault_craft

http://www.naval-technology.com/projects/combatboat90/

http://www.militaryfactory.com/ships/detail.asp?ship_id=Combat-Boat-90-CB90

http://ukarmedforcescommentary.blogspot.it/2011/05/royal-marines-cb90-and-future-patrol.html

http://www.dockstavarvet.se/products/combat-and-patrol-boats/combat-boat-90-h/

http://www.royalnavy.mod.uk/news-and-latest-activity/news/2013/february/20/130220-royal-marines-host-swedish-counterparts

 

CARENA E STRUTTURA

 

Le caratteristiche fluviali unite al ruolo di sbarco sotto costa, hanno portato alla forgia di una carena planante da un pescaggio ridotto di 0,8 m; la lunghezza fuori tutto è di 15,9 m per una larghezza di 3,8 m. Tutto lo scafo è in alluminio, dotato di corazzatura esterna base da 18 mm. Il corpo massiccio della struttura, il peso contenuto uniti alla carena permette un’ottima tenuta al mare ed è attrezzato per effettuare atterraggi forzati su spiagge. Sono presenti due appendici a poppavia dello scafo in corrispondenza degli idrogetti semi-canalizzati, con il ruolo di stabilizzatori; ciò permette di effettuare virate strette ad alte velocità, mantenendo l’assetto senza ingavonare; a velocità di crociera svolgono il ruolo attivo di alette antirollio.

 

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La prora è la parte più caratteristica dell’imbarcazione: a differenza dei normali monoscafi a tagliamare, presenta due gavoni distinti corazzati con due paratie stagne; tale geometria va a comporre una passerella centrale che mette in comunicazione i locali centrali interni con l’esterno, dalla larghezza sufficiente al passaggio di un singolo uomo. L’accesso alla passerella avviene tramite una pedana richiudibile ermeticamente sopra l’opera viva. Nella parte superiore, due portelli chiudono la passerella e forniscono (aperti) protezione agli operatori in fase di avvicinamento allo sbarco. Questa soluzione consente il recupero in situazioni d’emergenza consentendo la massima protezione disponibile, anche in posizioni di approdo svantaggiose. La tuga realizzata anch’essa in alluminio è incassata nel castello prodiero con vetratura antiproiettile e ad accesso tramite portelloni laterali, sopra la quale è collocata la suite elettronica. La parte centrale del ponte dispone di un’intelaiatura ad anello per l’istallazione di armi e agganci per stivare carico addizionale come casse portamunizioni e taniche di carburante. L’accesso alla sezione centrale avviene tramite un boccaporto, nella quale trovano posto a sedere 21 operatori completamente equipaggiati. Sul ponte di poppa, ci sono due passerelle laterali per lo scivolamento in mare dell’equipaggiamento bellico (che descriverò in seguito) e le prese d’aria della sala macchine. Lo specchio di poppa è dotato di pedana e intelaiatura di servizio. Ai bordi della parte centrale e poppiera i tientibene assicurano protezione durante le accostate rapide, un ulteriore supporto tubolare è posizionato a fronte della tuga. Nella parte superiore delle murate centrali vi sono 3 oblò rettangolari per lato, per l’illuminazione del locale centrale. L’ancora Danforth si trova a poppa dell’imbarcazione, consentendo il recupero frontale da terra.

 

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La plancia di comando ospita due posti (timoniere e comandante) su sedili ammortizzati, e un tecnico motorista. Il dislocamento standard è di 13 t, mentre quello a pieno carico arriva a 20,5 t.

Mentre la Combat Boat 90H possiede le caratteristiche sopra elencate, la 90HS svolge il ruolo di peace-keeping nella zona mediterranea. Differisce dalla prima per l’aggiunta di pannellature blindate e protezioni NBC, tra cui tutti i locali soggetti ad una leggera sovra pressione interna. Inoltre possiede un sistema di refrigerazione del carburante e un climatizzatore migliorato, adattandola ai climi tropicali; dispone di generatore ausiliario d’emergenza, motori aggiornati in potenza (per sopperire ad un aumento di dislocamento di 3,5 t) e alloggi più confortevoli per l’equipaggio. La sotto versione chiamata 90HI (International) adotta il livello di protezione STANAG 4. Dalla 90H fu creata la 90L destinata al compito di comando e controllo a livello di battaglione, grazie ad un più potente generatore ausiliario e ad apparecchiature informatiche ed elettroniche più performanti. La 90KompL possiede le caratteristiche della 90L, ma le computerizzazioni sono tutte portatili, per azioni di breve durata; si caratterizza per la presenza di un generatore ausiliario sul ponte centrale. Una 90H fu dotata della marina svedese di camera iperbarica interna, mentre altre furono disarmate e convertite in motovedette, istallando brande e alloggi aggiuntivi sulla parte centrale. Come accennato in precedenza, la 90N fu creata “a misura” della marina norvegese, con un armamento diversificato, un salpa-ancora motorizzato a poppa, un ponte più alto al fine di aumentare la capacità della zona centrale (consentendo al personale imbarcato la postura eretta), un bagno in più e la capacità di conversione a unità ambulanza. La 90NL fornisce la capacità di comando e controllo anche alle imbarcazioni della serie N. la 90HEX costituisce un incrocio tra la serie H ed N, destinata all’export per la marina messicana, malese e alla guardia costiera ellenica.

 

APPARATO DI PROPULSIONE

 

La propulsione è affidata a due motori in linea d’asse, paralleli e simmetrici; V8 diesel quattro tempi bi-turbo con intercooler Scania DSI14, ognuno avente 14200 cc di cilindrata, 643 cv a 2100 rpm, successivamente aggiornati a 750 cv a 2200 rpm. Il raffreddamento avviene tramite fasci tubieri e cassa di compenso con scambiatori acqua dolce/acqua di mare, la pompa della presa a mare è studiata per pompare anche la sabbia, garantendo al propulsore un funzionamento d’emergenza a secco per brevi periodi. La distribuzione è a teste singole tramite aste e bilancieri, quattro valvole per cilindro e iniezione ad alta pressione Scania PDE. Al fine di aumentare la resistenza, particolare attenzione è stata posta nella lubrificazione a due stadi, tramite un filtraggio centrifugo. Il limitato consumo di olio durante il lavoro continuato è dovuto al sistema Scania Saver Ring, inserito in ogni singolo cilindro. Tutta la componentistica meccanica è modulare e intercambiabile con tutta la linea dei motori Scania civili e industriali, in modo da semplificare la manutenzione e offrire una piattaforma resistente e collaudata. Dispone di SCR ed EGR per la riduzione delle emissioni (EURO 5).

 

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Due riduttori trasmettono la coppia a due idrogetti Rolls-Royce Kamewa FF parzialmente canalizzati, con corpo collettore in alluminio con apparati di spinta e direzione in acciaio inox, progettato per la bassa emissione di vibrazioni. La manovra è affidata ad un inversore di spinta a comando idraulico. L’apparato di propulsione permette una velocità massima di 40 nodi, per un’autonomia di 240 miglia nautiche a 20 nodi (velocità di crociera).

 

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Fonte: dati forniti da Rolls-Royce Kamewa PDF

Fonte: moteurs-industriels-16-litres-documentation-technique.PDF

 

SISTEMI DI NAVIGAZIONE

 

La navigazione è gestita attraverso radio CB, HF e UHF, radar e GPS incorporato nel pilota automatico. La 90N dispone di un sistema di navigazione GPS migliorato, fornito dalla Kongsberg Seatex AS

 

APPARATO OFFENSIVO E DIFENSIVO

 

La 90H dispone di tre mitragliatrici da 12,7mm Browning M2HB, di cui due gemelle poste a proravia sul lato dritta, mentre la terza è brandeggiabile manualmente da un operatore sull’intelaiatura anulare sul ponte centrale. Le 12,7 mm binate sono a controllo remoto all’interno della plancia di comando tramite controlli di elevazione, a gestione del timoniere, sostituibili con un lanciagranate Mk19 da 40 mm. Lungo il ponte posteriore, come accennato, dispone di corsie sulle quali può far scivolare mine navali o cariche di profondità per un massimo di 2,8 t (4 mine o 6 cariche di profondità). Inoltre, su apposite torrette, permette il lancio (designato a laser da terra) di un missile RBS 17 SSM. Lungo il perimetro dell’imbarcazione, sui tientibene, è possibile istallare quattro mitragliatrici leggere da 7,62 mm.

 

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La 90N differisce per l’adozione di una singola mitragliera da 12,7 invece che tre. Nel 2004 la marina norvegese condusse una serie di test per valutare l’efficacia dei missili Hellfire imbarcati, montati su affusto stabilizzato Protector 151, inoltre la mitragliera frontale fu resa mobile tramite un giunto cardanico, e dotata di sistemi di puntamento quali designatori laser, videocamera diurna e infrarossi. Gli Hellfire imbarcati nella 90N, attraverso la sensoristica più avanzata di puntamento, possono essere lanciati senza l’utilizzo di designatori a terra.

Nelle prove effettuate dall’US Navy, furono eliminate le mitragliatrici frontali e, utilizzando l’alimentazione elettrica tramite connettori, fu permessa l’istallazione e l’uso di Minigun a canne rotanti M134D. nel ponte centrale sono presenti 4 punti di fissaggio per altre quattro M134D e un RWS dietro la cabina. Come la 90H inoltre può montare anche un lanciagranate Mk19 da 40 mm.

La marina svedese nel 2006 ha assegnato un contratto per lo sviluppo e produzione di due prototipi, dotati di torretta mortaio a retrocarica AMOS sul ponte centrale. La costruzione fu affidata alla BAE System e consegnato ai primi mesi del 2011. L’AMOS, sviluppato in joint venture tra la Patria Vammas finlandese e la Hagglunds svedese è un mortaio binato da 120 mm, lo stesso che equipaggia i ruotati Patria e i Piranha, dispone di caricamento totalmente automatico e di giro-stabilizzazione della bocca di fuoco. Progettato per un’alta cadenza di fuoco di 26 colpi al minuto con gittata di 10 Km anche in movimento, programmabile per l’impatto simultaneo MRSI, ad alzo 0 può svolgere anche la funzione di cannone a corto raggio. La marina malese commissionò alcune 90H dotate di cannone da 125 mm montato su torretta PT91, con caricamento automatico e a comando remoto dalla timoneria.

 

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