Rommel Inviato 7 Gennaio 2017 Segnala Condividi Inviato 7 Gennaio 2017 Pattugliatore classe Bigliani Il pattugliatore classe Bigliani fu, ed è tuttora, un caposaldo della componente marittima della Guardia di Finanza. Varato per la prima volta nel 1987 nei cantieri Intermarine di Sarzana, fu adibito a compiti di sorveglianza, polizia marittima, controllo e presidio in aree costiere e d’altura. Delle unità leggere in forza alla GdF, è la piattaforma di sviluppo più utilizzata (degna di nota la suite elettronica e la buona tenuta a mare), tanto da essere stata sviluppata in 8 serie. La prima serie fu costituita da 2 unità ( la G.80 Bigliani e la G.81 Cavaglià), cedute alla polizia di frontiera rumena nel 2013 a seguito di accordi bi-laterali siglati nel 2005. La seconda serie fu di 6 unità (dalla G.82 alla G.87, Galiano, Macchi, Smalto, Fortuna, Buonocore e squiltieri) cedute nel 2008 alla Libia in due trance (2009 e 2013), successivamente utilizzate per una rappresaglia libica nei confronti dell’Italia in acque internazionali. Nel 2011, a seguito della caduta del regime di Gheddafi, 2 affondarono e le restanti 4 tornarono in Italia gravemente danneggiate. La terza serie è costituita da 4 unità (la G.78 Ottonelli, la G.79 Barletta, la G.88 La Malfa e la G.89 Rosati); sono le ultime imbarcazioni prodotte sul disegno della prima serie tra il 1996 e il 1997. La quarta serie, somigliante alla classe Bigliani ma pesantemente modificata come dislocamento, lunghezza e struttura, costituì una classe assestante denominata Mazzei, utilizzata come nave scuola. Prodotta dal 1998 al 1999, si compone di 2 unità quali la G.1 Mazzei e la G.2 Vaccaro. Sebbene pensata come nave scuola, ebbe tutte le doti di combattimento della classe Bigliani. La quinta serie si presentò come modifica della classe Mazzei con dimensioni leggermente maggiorate. Prodotta dal 2003 al 2004, prense la denominazione specifica in classe Di Bartolo; si compose di 5 unità, dalla G.3 alla G.7 (nell’ordine Di Bartolo, Avallone, Oltramonti, Barbarisi e Paolini). La sesta serie riprese la genealogia interrotta delle Bigliani della terza serie implementando tutte le soluzioni tecnologiche delle classi Mazzei/Di Bartolo, con sistemi d’arma notevolmente migliorati. Costruite e varate tra il 2004 e il 2006, sono presenti in 10 unità, dalla G.116 alla G.125 (Laganà, Sanna, Inzucchi, Vitali, Calabrese, Urso, La Spina, Salone, Cavatorto e Fusco). La settima serie riprese le unità addestrative Di Bartolo di 2 unità: la G.8 Greco e la G.9 Cinus, costruite nel 2008. Rappresentano il più recente lotto di prodizione della classe Di Bartolo, riequipaggiate con nuove motorizzazioni. L’ottava serie aumentò leggermente sia il dislocamento che le dimensioni delle Bigliani di sesta serie e al momento rappresenta l’ultimo stadio evolutivo della medesima classe. Costruite dal 2007 al 2010, sono presenti in 5 unità, dalla G.126 alla G.130 (Salvatore De Rosa, Finanziere zocco*a, Vicebrigadiere Stanisci, Vicebrigadiere Sottile e Vicebrigadiere De Falco). Come le unità della settima serie, sono equipaggiate con nuove motorizzazioni. CARENA E STRUTTURA Tutte le serie condividono la geometria dello scafo ad ala di gabbiano, la cubia dell’ancora Hall in cima al dritto di prora, gli scarichi e le prese a mare appena sopra la waterline nella sezione centrale-poppiera, il parapetto che segue tutto il bordo dell’imbarcazione, il ponte di coperta privo di casseri, il doppio timone semi-compensato, due astucci reggi-albero, uno stabilizzatore lungo la chiglia, uno specchio di poppa e la plancia di vedetta sopra la tuga. Le serie presentano però notevoli differenze l’una dall’altra. La prima serie ha una lunghezza fuoritutto di 27 metri con una larghezza di 6,9 metri, pescaggio di 1,1 metri e un dislocamento massimo di 95 t. Lo scafo è realizzato in resina di poliestere con rinforzi in fibra di vetro. La tuga in alluminio ha due portelli d’accesso laterali e uno nel retro cabina per l’accesso alla zona poppiera. Su una piattaforma sopraelevata a poppa è presente un gommone GC da 6,5 m fuoribordo d’emergenza o ricognizione. L’imbarcazione è stata concepita per 12 operatori, con un numero massimo di 14 persone a bordo. La seconda e terza serie si contraddistingue dalla prima per una diversa disposizione del battello poppiero (non più su piattaforma longitudinale ma su telaio trasversale), modifiche che hanno permesso un allungamento della tuga e un nuovo accesso alla cabina posteriore. Furono ripensati gli accessi alla plancia di vedetta e l’accesso laterale alla plancia di comando e ai compartimenti interni (doppio portello). Il miglioramento della suite elettronica ha obbligato ad una diversa intelaiatura superiore come supporto radar. Dalla sesta serie l’intelaiatura superiore venne ulteriormente modificata e dalla ottava serie la lunghezza venne aumentata a 28,2 m la lunghezza (mantenendo la larghezza e il pescaggio inalterati) e il dislocamento a 100 t. Nella costruzione dello scafo furono utilizzati nuovi materiali compositi e internamente presenta cabine e alloggi sdoppiati e ridisegnati (prestando particolare attenzione al confort di bordo). La classe Mazzei (quarta serie), come accennato, riprende i tratti della prima serie ma con profonde modifiche combacianti con il ruolo di nave-scuola. La lunghezza fu aumentata a 35,5 m, larghezza a 7,5 m e il dislocamento a 116 t. La lunghezza della tuga fu notevolmente ingrandita (così come il numero di portelloni superiori e laterali, gli oblò, la superficie vetrata nelle plance e l’organizzazione dei locali interni), al fine di ospitare 19 operatori. Vennero aggiunti due motori diesel VM HR694HT10 da 140 cv l’uno in funzione di gruppi elettrogeni. Nella quinta serie classe Di Bartolo il dislocamento fu aumentato a 134 t e il personale imbarcato a 22 operatori. I materiali di costruzione dello scafo furono aggiornati e, nella parte superiore della tuga, venne installata una cupola radar; l’intelaiatura dei radar venne ricollocata in posizione centrale. La settima serie Di Bartolo amplia le dimensioni a 36,5 m la lunghezza e aumenta il dislocamento di 4 t, oltre al miglioramento interno dei locali e delle cabine. APPARATO DI PROPULSIONE Le serie Bigliani dalla prima alla sesta adottano due motori diesel MTU 16V396 TB94, ognuno V16 biturbo da 3480 cv a 2100 rpm, alesaggio 164 mm x corsa 185 mm, 63300 cc, quattro tempi ad iniezione diretta, raffreddamento a liquido/acqua di mare tramite cassa di compenso e fasci tubieri, raffreddamento forzato dell’apparato di scarico. A livello prestazionale, consentono un’autonomia di 770 miglia nautiche a 18 nodi e una velocità massima di 35/38 nodi. La settima e ottava serie sono equipaggiate con due diesel MTU 16V4000 M90, quattro tempi a iniezione diretta, V16 biturbo con il medesimo sistema di raffreddamento del 16V396 TB94, 3698 cv a 2100 rpm, alesaggio di 165 mm per corsa aumentata a 190 mm, 65000 cc, per un consumo dichiarato di 684,3 L/h. come prestazione dichiarata, permette una velocità di punta tra i 40 e i 45 nodi e 792 miglia nautiche a 21 nodi. Nella classe Di Bartolo la capienza del carburante è stata aumentata, consentendo un’autonomia di 1320 miglia nautiche a 15 nodi. La propulsione avviene tramite due riduttori/invertitori e due alberi di trasmissione, le eliche sono a passo fisso a tre pale. SISTEMI DI NAVIGAZIONE Tutte le imbarcazioni dispongono di GPS, ecoscandaglio, un radar GEM 3072 ARPA in banda I, un radar GEM Scanconverter 141OA. Nella classe Di Bartolo è presente un terzo radar GEM DSC SC/1210. Dalla quinta serie in poi il sistema di puntamento dell’arma principale è affidato ad un tracciatore optronico Medusa MK3, accoppiato con una videocamera IR. La comunicazione è affidata ad apparati radio Rodhe&Schwarz. APPARATO OFFENSIVO E DIFENSIVO L’armamento principale delle Bigliani pima, seconda, terza serie, della classe Mazzei e della classe Di Bartolo serie quinta e settima è una mitragliera Breda-OTO Melara 30/70 mm situato a prora dell’imbarcazione. Successivamente fu rimpiazzato sulle Bigliani di sesta e ottava serie da una torretta OTO Melara Hitrole 503 NT da 12,7 mm. Su tutte le imbarcazioni sono presenti due mitragliatrici Beretta MG 42/59 da 7,62 mm o un lanciagranate MK19 mod.3 da 40 mm. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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