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Mozione su stanziamenti per la Difesa e blocco programma aerei F-35 JSF


matteo16

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Scusa Pinto, non capisco il problema.

 

A me non importa nulla se l'ha detto d'Alema o Berlusconi: per quanto mi riguarda, pari sono (pare non per te).

 

Qui si parla di politica di difesa ed economica: e questi dati, da sempre, sono quanto di più fumoso esista.

 

Se qualcuno chiarisse come, dove, sono i posti di lavoro, in che aziende, a fare cosa, con che fatturato (che uno che spara cifre e numeri, da qualche parte li prenderà, no?) sarebbe cosa gradita.

 

pare invece che ognuno prenda i numeri che più gli fanno comodo, per supportare la propria tesi, sia che si chiami Tricarico che Santoro.

 

o no?

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Scusa Madmike .... ma sono io a non capire il problema ....

 

Non ho fatto altro che postare una precisazione.

 

In fin dei conti la "sparata" sulle "cifre sparate a casaccio" ....

 

questa roba qui, che da anni si chiede di chiarire in dettaglio, visto che le cifre sono sparate a casaccio (tipo i 10.000 posti di lavoro nell'indotto...)

.... l'avevi scritta tu ....

 

Se poi ti inalberi per il fatto che ho segnalato che tali cifre le abbia a suo tempo fornite un tale appartenente a quella parte che a te forse è simpatica .... non so proprio che farci ....

 

O no ?

Modificato da TT-1 Pinto
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Scusa Madmike .... ma sono io a non capire il problema ....

 

Non ho fatto altro che postare una precisazione.

 

In fin dei conti la "sparata" sulle "cifre sparate a casaccio" ....

 

 

.... l'avevi scritta tu ....

 

Se poi ti inalberi per il fatto che ho segnalato che tali cifre le abbia a suo tempo fornite un tale appartenente a quella parte che a te forse è simpatica .... non so proprio che farci ....

 

O no ?

 

Mi pare che tu troppo spesso voglia portarla sulla polemica personale.

 

Ho scritto e ripeto: il mantra ripetuto più volte per giustificare l'acquisto degli F35 e' quello della ricaduta tecnologica e dei posti di lavoro.

 

In dettaglio, su questo argomento, non e' mai entrato nessuno, Non Forcieri, non Tricarico, non Pluto, e nemmeno Paperino.

 

Ora, visto che questo e' un argomento molte volte addotto, ma mai dettagliato (e torno a ripetere: quali sono le aziende dell'indotto? cosa faranno? quanti dipendenti sono direttamente coinvolti nel programma F35? per quanto tempo, a fare cosa?) e' opportuno che qualcuno lo dica.

 

Di quale parte politica, a me personalmente non interessa un tubo, visto che come cittadino e contribuente pago gli F35 qualsiasi sia la parte politica che li compra.

 

E' chiaro, adesso?

 

Poi, se tu vuoi dire che la colpa e' 'della sinistra', dillo pure che a me non disturba. A me secca che vengano sparati numeri senza alcuna giustificazione o logica.

 

Un po come leggere che se non compro un F35 costruisco un ospedale: sono due facce della stessa medaglia, la disinformazione.

 

Cascaci tu, se vuoi.

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@ madmike ....

 

Ho scritto e ripeto: il mantra ripetuto più volte per giustificare l'acquisto degli F35 e' quello della ricaduta tecnologica e dei posti di lavoro.

In dettaglio, su questo argomento, non e' mai entrato nessuno, Non Forcieri, non Tricarico, non Pluto, e nemmeno Paperino.

Ora, visto che questo e' un argomento molte volte addotto, ma mai dettagliato (e torno a ripetere: quali sono le aziende dell'indotto? cosa faranno? quanti dipendenti sono direttamente coinvolti nel programma F35? per quanto tempo, a fare cosa?) e' opportuno che qualcuno lo dica.

....

A me secca che vengano sparati numeri senza alcuna giustificazione o logica.

Secondo te, dunque, chi dovrebbe fornire tali informazioni ?

Il Governo, il Ministero della Difesa, le industrie stesse .... o chi altro ?

 

In questo documento, che risale a circa un anno fa ....

 

http://documenti.camera.it/Leg16/dossier/Testi/DI0336_0.htm

 

.... sono comunque citate le aziende partecipanti (non so se siano elencate tutte) .... se riesci a trovare ulteriori notizie ....

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Le notizie, Pinto, non ci sono. Il punto e' questo. Infatti, nell'articolo postato da te, si legge:

 

Le condizioni poste alla prosecuzione del programma da parte della Commissione difesa della Camera riguardano:

 

Ø la conclusione di accordi industriali e governativi che consentano un ritorno industriale per l'Italia proporzionale alla sua partecipazione finanziaria, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali;

 

Ø la fruizione da parte dell'Italia dei risultati delle attività di ricerca relative al programma;

 

Ø la preventiva individuazione di adeguate risorse finanziarie che non incidano sugli stanziamenti destinati ad assicurare l'efficienza della componente terrestre e, più in generale, dell'intero strumento militare.

 

La Commissione ha inoltre richiesto che il Governo renda comunicazioni sugli sviluppi del programma alla Commissione Difesa, con cadenza annuale, e in ogni caso in cui si manifestino scostamenti significativi rispetto alle previsioni effettuate.

 

Le osservazioni della Commissione difesa del Senato si riferiscono invece:

 

Ø alla necessità di assicurare la totalità degli investimenti ricorrenti e non-ricorrenti del programma per consentire la massimizzazione dei ritorni in termini economici e occupazionali, sia per gli operatori industriali nazionali, sia per gli Enti universitari e di ricerca;

 

Ø alla garanzia che la FACO di Cameri sia considerata dagli enti governativi ed industriali statunitensi il Centro Regionale Europeo di assemblaggio e supporto, nel rispetto degli accordi multinazionali in essere;

 

Ø alla assicurazione per l'Italia, in accordo allo status di partner di secondo livello, della concessione da parte statunitense delle autorizzazioni per l'accesso alle tecnologie per i team industriali e governativi;

 

Ø alla definizione degli accordi industriali prima della definitiva formalizzazione contrattuale dei rapporti tra il Direttore Nazionale degli Armamenti e il Joint Program Office statunitense;

 

Ø alla garanzia che le attività di realizzazione della linea di assemblaggio finale siano a maggioranza italiana;

 

Ø alla assicurazione che le aziende nazionali del settore, di proprietà o a partecipazione pubblica, garantiscano procedure trasparenti per il reclutamento della forza lavoro impegnate per la realizzazione del programma.

 

quindi: lo stesso Parlamento, chiede lumi e garanzie su tutto il programma, perchè si vede che nemmeno loro hanno le idee chiare.

 

Immaginati un po.

 

Ed infatti, come sto dicendo da una decina di post, il vero problema è che anche chi e' preposto al programma, continua a sparare cifre (sempre le stesse, e io diffido tantissimo, ad esempio, di un bel numero pari come 10.000 posti di lavoro..... che mi ricordano i milioni promessi anni fa) senza entrare nel dettaglio.

 

Mi spiego meglio, anche se mi pare tutto chiaro. Se dico '10.000 posti di lavoro in Italia', significa che quello e' il risultato di una somma.

 

Ovvero: 1200 in Alenia CHE FANNO QUESTO, 500 in Galileo CHE FANNO QUESTO, 250 in Marconi CHE FANNO QUESTO...... e via cosi per arrivare a 10.000.

 

Non solo: di questi, bisogna dire per quanto lavorano: ad esempio 1200 di Alenia tutti quanti per 10 anni, o 1200 per un anno?

 

Le valutazioni industriali, santo iddio, si fanno cosi', e qui non le sta facendo nessuno.

 

Poi ovvio che Travaglio ha acqua al suo mulino.... ma se quelli che vogliono l'F35 hanno come argomentazione i 10.000 (che magari l'hanno sentito dire anche loro) , il fatto del 'mezzo per partecipare a missioni internazionali' (e che, chi non ha l'F35 non partecipa più? la condizio per missioni NATO è diventato avere o no l''F35? ma per carità....), il 'nemico potenziale alle porte, perchè le guerre ci sono sempre state' ecc ecc, stiamo freschi.

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15 miliardi di € diviso i 10000 lavoratori fa 1 milione e mezzo a lavoratore , diviso 10 anni di lavoro fà 150000€ all' anno per lavoratore, considerato che loro guadagneranno mediamente 20-30000 € il resto sono soldi buttati in aerei che NON CI SERVIRANNO !

dovendo ragionare col buon senso del padre di famiglia è come se , con i debitori fuori da casa, compererei una ferrari perchè ce l'hanno tutti,( e ricordiamoci che ci sono anche i costi d'uso e manutenzione) sapendo che il rivenditore assumerà mio figlio come leccatore di francobolli..............

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15 miliardi di € diviso i 10000 lavoratori fa 1 milione e mezzo a lavoratore , diviso 10 anni di lavoro fà 150000€ all' anno per lavoratore, considerato che loro guadagneranno mediamente 20-30000 € il resto sono soldi buttati in aerei che NON CI SERVIRANNO !

e sto conto da dove esce fuori scusami?

e poi... ammesso fosse un conto realistico... gli altri soldi vanno alle aziende per le quali lavorano questi fantomatici metalmeccanici da 30000euro l'anno.

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Il Ministro della Difesa .... ieri alla Camera dei Deputati .... ribadisce ....

 

http://www.repubblic...aluta-27952056/

 

.... :wacko:

 

sono contrario all'abbandono del progetto (sono scelte che si pagherebbero in futuro), ma favorevolissimo ad un ridimensionamento al fine di avere circa <100 unità. Ma mi chiedo, oltre ai 20 B obbligatori per la cavour, cosa caspita se ne fa l'aereonautica della B??

Ne avete parlato in parecchi qui sopra e so che le perplessità sono diffuse....in un contesto di economia come questo la B, già per e inutile all?aereonautica, doveva essere eliminata immediatamente...:blink:

Modificato da nik978
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  • 3 settimane dopo...

Intanto sul B viene fuori che..

anche se letta in ritardo...e non so se postata...

 

 

L’F-35B esce dal periodo di osservazione

 

22 gen, 2012

 

Sulla base dei progressi compiuti dalla versione a decollo corto/atterraggio verticale (STOVL) dell’F-35 durante l’anno passato, il Segretario alla Difesa USA Leon Panetta ha annunciato la revoca, con un anno di anticipo, del periodo di osservazione dell’F-35B. L’annuncio è stato dato durante un incontro con il personale governativo e della Lockheed Martin coinvolto nel programma alla F-35 Integrated Test Facility presso la Naval Air Station Patuxent River, nel Maryland.

 

“Poichè le prestazioni della versione STOVL dell’F-35 sono ora in linea con le altre due, e come risultato del duro lavoro di tutti i presenti e del progresso del programma, pongo fine oggi al periodo di prova”, ha dichiarato Panetta.

 

Il gennaio passato l’ex Segretario Gates aveva posto una scadenza limite di due anni al termine dei quali la versione B del JSF avrebbe dovuto dimostrare di aver risolto tutti i numerosi problemi tecnici e di poter rispettare quindi la tabella di marcia programmata, pena la cancellazione della variante. Il programma JSF ha risposto alla strigliata con un deciso aumento dei collaudi ed un progresso costante del velivolo, il quale nel 2011 ha completato le prove in mare a bordo della USS WASP (LHD-1), testato il software di missione 1B che incorpora comandi a controllo vocale, e realizzato 268 atterraggi verticali.

 

Dal punto di vista tecnico sono state ridisegnate le sei sezioni di rinforzo in alluminio che sostengono il blocco ala ed il motore, su cui sono state riscontrate in passato cricche da fatica; è stato risolto il problema di surriscaldamento dell’attuatore dell’ugello orientabile, sono state introdotte modifiche alle porte ausiliarie di aspirazione dell’aria, corretta la spaziatura dell’albero motore per evitare un’usura anticipata del componente, migliorato il sistema di raffreddamento e di monitoraggio della temperatura per garantire un corretto funzionamento della frizione della ventola dorsale.

 

La buona notizia della fine del periodo di osservazione è d’altra parte mitigata da una più che probabile riduzione del numero di velivoli che verranno prodotti nell’anno fiscale 2013, dovuta alla contrazione del budget alla Difesa, con conseguente slittamento delle consegne ed aumento del prezzo unitario, problemi che solo nuovi ordini internazionali potranno risolvere.

 

L’F-35B verrà operato dall’U.S. Marine Corps e dalla Marina Militare Italiana.

 

Link

 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=SrkZMkQ0wqY

 

http://www.youtube.com/watch?v=4eW5WA4hvxA&feature=player_embedded

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red giacomo ma tu non eri di estrema sinistra? come fa il tuo credo a trovarsi d'accordo con le liberalizzazioni e le privatizzazioni proposte da vultur?

 

perchè credi che il comunismo sia pensabile in italia nell'immediato futuro? la cosa proposta da vultur è la più ragionevole. Poi scusami tanto non vedo cosa ti possa interessare del mio credo.

 

ps: nik forse vogliono prendere i b per avere in linea più aerei dello stesso tipo, senza differenziare troppo le linee di volo,probabilmente aiuterà a risparmiare qualche soldo.

Modificato da red giacomo
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behhh in fondo in fondo, prendere solo i B non sarebbe male: 80-85 F-35B, 60 x l'AM il resto per la MM. Credo che la LM non farà tante noie in quanto può facilmente vendere altrove le versioni A non prese dall'Italia, mentre l'aumeno del carnet della versione B permette di spalmare i costi di sviluppo della versione STOVL.

Naturalmente è d'obbligo completare gli ordini per la tranche 3B dell'EF-2000. Tanto alla fine a fare il lavoro sporco manderanno EF-2000, Tornado e AMX...... tanto vada che ce ne siano abbastanza di questi (fino ad esaurimento scorte per gli utlimi 2 tipi)

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  • 3 settimane dopo...

15 Feb 2012

 

La Difesa ai tempi di Monti: meno marescialli, meno JSF. Analisi di una rinuncia impostata solo sui conti.

 

«Un'importantissima riforma strutturale dal punto di vista economico». Così il presidente del Consiglio Mario

Monti ha definito la relazione sul «progetto di revisione della Struttura di Difesa» presentato dal ministro

Giampaolo Di Paola in piena coerenza con le sue prime dichiarazioni all'indomani della nomina: ridurre i

numeri per salvare la qualità. Se così fosse, non si potrebbe che essere d'accordo. In realtà i tagli annunciati

- a partire da quello dei cacciabombardieri F-35 indispensabili per mantenere un'adeguata capacità aerea -

vanno in una direzione più vicina al ridimensionamento che non alle responsabilità che competono alla terza

economia d'Europa. Non è forse un caso che l'ennesimo giro di tagli alla Difesa giunga insieme alla rinuncia

a candidarsi alle Olimpiadi. (Si badi: non a organizzarle, ma a concorrere per farlo). Commettendo prima un

peccato di superbia nell'immaginare di vincere a tavolino, e poi uno di modestia nel ritirarsi dalla gara senza

neppure raggiungere i blocchi di partenza.

Per la Difesa l'atteggiamento rinunciatario è dissimulato da numeri che sembrano fatti apposta per

confondere. A una lettura superficiale il comunicato stampa del governo, che parla di innalzare il livello

dell'investimento medio per ciascun militare dagli attuali 16.424 euro alla media europea di 26.458, sembra

quasi anticipare un aumento delle spese per la sicurezza. Pur denunciando una spesa per la difesa dello

0,9% del PIL (poco più della metà della media UE dell'1,61%), l'unica armonizzazione citata è quella della

ripartizione della spesa. Al primo punto la riduzione di 19 punti percentuali della spesa per il personale, da

ottenersi nell'arco di dieci anni: più che a esodi assisteremo quindi al "blocco del turnover". Il grosso saranno

nella fascia dei sottufficiali, che sono 71.500 a fronte dei 90.000 di truppa (con un rapporto di 1,25 a 1), ma

dovrebbero essere sfoltiti del 20% anche gli ufficiali. Numeri - si badi - dati dalla stampa, e non dal governo,

con tutte le implicazioni del caso in termini di trasparenza. Può darsi che vengano fatti nell'annunciato

passaggio parlamentare, ma la sensazione è quella di una formalità.

Lo stesso meccanismo vale per l'annunciata riduzione degli F-35. Il governo nulla dice in proposito,

rimarcando piuttosto la necessità di essere «allo stesso livello tecnologico» degli alleati. Una definizione che

si presume includa gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Norvegia, l'Olanda e la Turchia, tutti paesi

robustamente incamminati lungo quella strada. La traduzione sui quotidiani è invece l'opposto: taglio di 40

macchine. Nessun accenno alle valutazioni strategiche di fondo, all'impatto sul peso internazionale dell'Italia,

all'omogeneità interna dello strumento militare nazionale e alle conseguenze industriali. Non potendosi

toccare la componente imbarcata, pena la vanificazione della portaerei Cavour, ecco che la riduzione

graverebbe su un'unica forza armata. La riduzione dell'acquisto porterà - anche questo è agevole da

prevedere - a un minor ruolo industriale, riducendo in misura almeno pari le ricadute occupazionali. Il

risparmio, in compenso, sarà modesto. Se a regime il prezzo unitario sarà intorno ai 55 milioni ad aereo,

come ha detto giorni fa il generale Claudio Debertolis, tagliarne 40 significa risparmiare 2,2 miliardi. Da

questa cifra bisogna però defalcare come minimo i maggiori costi derivati dal minore utilizzo dello

stabilimento di Cameri. Morale: il taglio della spesa sarà intorno a un decimo, ma quello della capacità sarà di

oltre un terzo. Se a ciò si aggiungono le necessità addestrative e manutentive, si prospetta uno scenario di

un Paese G8 che alle future coalizioni atlantiche o europee potrà contribuire con 20-30 aerei da

combattimento. Quanto questo possa «esprimere un'operatività all'altezza delle aspettative dell'Unione

europea e della Nato», come dice il governo, è difficile da capire.

Intendiamoci: il rammarico è certamente superiore alla sorpresa. Sono due secoli che in Italia il rapporto tra

la prospettiva liberale e le forze armate si svolge all'insegna di un garbato disinteresse nel quale il necessario

apparato militare è in gran parte gestito in modo piuttosto impreciso attraverso la costante limitazione della

spesa anziché agganciandolo agli obblighi e alle ambizioni nazionali.

L'ingresso nella NATO ha modificato tali atteggiamenti solo in parte. Il trasferimento in ambito internazionale

delle maggiori decisioni strategiche non ha contribuito a sviluppare la cultura della difesa e della sicurezza

della classe politica e dei massimi livelli amministrativi, che continuano a ritenere queste ultime come dei puri

costi, fonte di fastidi e di ritardi. Come le Olimpiadi, appunto. Salvo affrettarsi a elargire qualche cavalierato e

farsi fotografare con gli atleti quando vincendo danno lustro all'Italia. Fuori casa, naturalmente.

 

 

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15 Feb 2012

 

La Difesa ai tempi di Monti: meno marescialli, meno JSF. Analisi di una rinuncia impostata solo sui conti.

 

«ridimensionamento che non alle responsabilità che competono alla terza

economia d'Europa.

 

Non è forse un caso che l'ennesimo giro di tagli alla Difesa giunga insieme alla rinuncia

a candidarsi alle Olimpiadi. (Si badi: non a organizzarle, ma a concorrere per farlo).

 

. Nessun accenno alle valutazioni strategiche di fondo, all'impatto sul peso internazionale dell'Italia,

 

Se a regime il prezzo unitario sarà intorno ai 55 milioni ad aereo,come ha detto giorni fa il generale Claudio Debertolis, tagliarne 40 significa risparmiare 2,2 miliardi.

.

 

 

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Ecco, mi pare che siano i soliti pistolotti di chi scrive, gattopardescamente, che 'tutto cambi, perchè nulla cambi'. Accidenti, 'la terza economia dell'Europa'. Accidenti ('si badi bene') rinunciamo a 'proporci per le Olimpiadi', come se il proporsi, che voleva dire una garanzia governativa della spesa da effettuarsi, non fosse poi stato un obbligo in caso di vittoria. Ma forse questi soloni sono abituati all'italico 'parola torna indietro', o magari 'sono stato frainteso'.

 

Il peso internazionale dell'Italia, ma certo, le valutazioni strategiche di fondo, di cui si parla sempre e nessuno che dice quali sono (una per tutte: che ci abbiamo guadagnato in dieci anni e una quarantina di morti in Afghanistan?).

 

E la perla finale: in fondi risparmiamo 'solo' 2,2 miliardi di euro (ad un prezzo di 55 milioni ad aereo che immediatamente tutti gli operatori hanno dipinto come inverosimile) dimenticando che è ca. il 15% della spesa annua per la difesa.

 

Se questi sono i 'pro', lamentiamoci dei pacifisti.....

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è definitivo da 131 caccia si passa a 90 aerei ! -.-"". Forse qualcuno non condividerà il mio pensiero, ma se in Italia non sarebbe una gara tra i politici a chi si frega più soldi e TUTTI pagassero le tasse per quello che dovrebbero ( compresa la **** chiesa, che credo abbia un pò di arretrati e per fortuna ora inizierà a pagare qualcosa con la nuova legge) lo stato avrebbe i soldi per comprare tutti e 131 gli aerei e forse qualcuno in più!.

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... tirando le somme...

90 aerei, di cui 68 F-35A per l'aeronautica e 22 F-35B per la marina? Significherebbero 3 gruppi per l'aeronautica e 1 per la marina. Mi sono invece un po'perso sui numeri dell'Eurofighter, ma credo che anche in questo caso dovremmo essere su un totale di 4 gruppi (di cui 1 sui T).

In sostanza si avranno 2 gruppi di F-35A probabilmente a Ghedi e 1 a Gioia del Colle, ai quali si aggiungeranno i 3 gruppi di ef-2000 sparsi a Nord (?), Centro (Grosseto) e Sud (Gioia?). E'evidente che i numeri non sono elevatissimi. A mio parere sarebbe meglio pensare ad affidare una doppia missione (difesa aerea e attacco al suolo) almeno ad 1 gruppo di F-35 e ad 1 di Typhoon, proprio per rendere un poco più flessibile la struttura...

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sarebbe stato meglio dare una sforbiciata all'ultima trance di Tifone, magari eliminandola del tutto, e mantenere gli F-35. Ora come ora sono da eliminare (penso sia stato fatto) i B per l'AMI, e sarebbe meglio confermare 20 macchine per la Marina, è vero che poi, forse, si potranno acquistare, ma quando mai è capitato... Una volta fatto l'acquisto gli altri sono stati prestiti di roba usata, come i Tornado britannici o gli F 16, non si è mai più aperta una linea di produzione, o anche fosse rimasta aperta mai nessun aereo è stato acquistato ex novo dopo la partita iniziale. Quindi puntare a forse, in futuro, chissà, è sbagliato, quelli che ci prenderemo sarà per l'ordine iniziale verosimilmente, e ci andremo avanti fino al 2040.

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  • 3 settimane dopo...

15:16 - mercoledì 07/03/2012

 

Analisi di costi e prestazioni dell'aereo LM F-35 Lightning II

 

Roma, Italia - Dettagli aggiuntivi di comitati e quotidiani italiani sul malcontento

 

 

(WAPA) - Come più volte affermato da AVIONEWS, le polemiche che ruotano attorno all'acquisto dell'aereo multiruolo F-35 Lightning II da parte dei Paesi che ne hanno seguito, ma soprattutto finanziato lo sviluppo, sono destinate a crescere, così come i suoi costi.

 

Oggi 7 marzo 2012, il "Fatto Quotidiano" riporta uno studio di Gianni Alioti di Fim-Cisl che stimerebbe le cifre per l'acquisto della versione base dell'aereo (ovvero quella a decollo convenzionale) per un totale di 134 milioni di Euro contro gli 80 dichiarati dalla Difesa.

 

Questo dato si unisce alla lunga serie di affermazioni e ripensamenti sul progetto da tempo elencati da AVIONEWS, e tuttavia risulta mancante di alcune informazioni.

 

Bae Systems, colosso inglese e partner di primo livello di Lockheed Martin nel programma, al punto di spostare gran parte del proprio parco azionario in America a discapito del progetto Eurofighter Typhoon cui è impegnata anche l'Italia con Finmeccanica-Alenia Aermacchi (in merito è possibile approfondire con numerose AVIONEWS sui licenziamenti operati in Inghilterra), si è visto recentemente negare l'acquisto della versione a decollo verticale (la più costosa, nonché la più agognata dal nostro Paese) dallo stesso governo inglese, in favore della più economica versione a decollo lungo per portaerei, la "B" (AVIONEWS).

 

Il Giappone, primo cliente internazionale estraneo al programma e che ha siglato un accordo con Lockheed per l'acquisto di 42 "Joint Strike Fighter", sembra essere sul punto di un ripensamento proprio per via degli aumenti, al punto da affermare che rinuncerà interamente all'acquisto se dovessero esserci variazioni di prezzo (AVIONEWS).

 

Va inoltre sottolineato l'impegno italiano nel progetto, già finanziato probabilmente oltre le possibilità del nostro Paese. Il concetto è questo: abbiamo speso soldi e per questo ne verranno spesi altri nella speranza di un tornaconto, la Difesa non rinuncerà all'acquisto dell'F-35, ritenuto "Indispensabile" per ragioni conformi al prossimo scenario bellico, nel quale "L'Italia sembra aver intenzione di partecipare attivamente".

 

Inutile parlare di pacifismo quindi, l'F-35 è un discorso del tutto estraneo a questo ideale. E' un progetto economico, in primis, che "Mirerebbe alla salvezza finanziaria della Nazione produttrice e al controllo del mercato degli armamenti", così come all'intenzione di impiegarlo per attaccare, ruolo per il quale è concepito.

 

L'impegno profuso dall'America risulterebbe essere "La più grande operazione economica nel campo degli armamenti della storia", per la quale essa stessa sta tagliando grosse fette della propria aviazione, ed è probabile che "Un mancato acquisto da parte dei Paesi partner possa risultare a dir poco fatale per l'uscita della Nazione dalla crisi finanziaria attuale". (Avionews)

 

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