-{-Legolas-}- Inviato 15 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 15 Settembre 2009 La vita della famiglia Ramon si è intrecciata spesso con avvenimenti storici contemporanei, ed oggi è in lutto per la morte del Capitano Asaf Ramon. Ucciso in incidente su F16; il padre morì in disastro shuttle Roma, 14 set. (Apcom) - Israele è in lutto profondo per la morte del tenente Asaf Ramon, figlio del primo astronauta dello Stato ebraico. Il giovane Ramon, 21 anni appena, è stato promosso capitano con nomina postuma. E' rimasto ucciso ieri durante un volo di addestramento dell'aeronautica israeliana, su un caccia F16-A, schiantatosi sulle colline vicino a Hebron in Cisgiordania. Il padre, il colonnello Ilan Ramon, era un eroe nazionale: alto ufficiale dell'aeronautica, primo astronauta israeliano, morì nel 2003 nel disastro dello shuttle statunitense Colombia, esploso al rientro sulla Terra di ritorno dalla Stazione spaziale internazionale. Tale è il lutto che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di rimandare il suo incontro con l'inviato degli Stati Uniti, George Mitchell, per partecipare ai funerali. Asaf Ramon, riferisce il sito del quotidiano israeliano Haaretz, sarà sepolto accanto al padre al kibbutz Nahalal. Il primo febbraio del 2003, il colonnello Ramon morì nell'esplosione dello shuttle assieme ad altri sei astronauti. Aveva una lunga storia di combattente; figlio di un sopravvissuto all'Olocausto, era stato pilota da combattimento ed aveva anche partecipato al raid israeliano contro l'installazione nucleare irachena di Osirak, nel 1981. Era ai comandi di un F16-A, come quello su cui è morto il figlio. Il giovane Ramon, primo di quattro figli, poco dopo quel disastro dichiarò che voleva seguire le orme del padre. Eccelleva nel suo corso di addestramento; si era diplomato in giugno ed aveva ricevuto le alette del grado dal presidente Shimon Peres in persona. La madre Rona Ramon intervistata la scorsa primavera raccontava che il ragazzo aveva sempre voluto volare e da piccolo costruiva aeroplanini con il Lego. L'intero paese è sotto shock; i giornali sono pieni di commemorazioni, le televisioni hanno trasmesso programmi speciali, i presentatori tv vestono a lutto. Il generale Eitan Ben-Eliahu, ex capo dell'aeronautica e amico della famiglia Ramon, ieri sera in televisione ha detto di essere rimasto senza parole: la famiglia Ramon rappresenta "la storia dello Stato di Israele". http://www.apcom.net/newsesteri/20090914_2...fa51_70782.html Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Dominus Inviato 15 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 15 Settembre 2009 (modificato) A riguardo ho letto un bellissimo articolo di fiamma nirenstein. Dispiace sentire notizie del genere. A seguire l'articolo, da il giornale. Vicino a Har Hevron, nel primo pomeriggio, in tutto quel giallo accecante del deserto della Giudea, fra i villaggi arabi e quelli ebraici, il destino si è esercitato di nuovo in una di quelle crudeli giravolte che in Israele gli riescono particolarmente bene. Non è usuale che un F16 A, il più vecchio aereo da guerra che calza come un guanto sui suoi piloti, precipiti durante un’esercitazione: invece ieri in un fungo di fumo nero che hanno raccontato stupefatti sia i palestinesi che gli ebrei che vivono fra quelle pietre, uno di quegli aerei imbattibili è precipitato. Non si perde mai più di un pilota l’anno nelle esercitazioni, le statistiche assicurano che è un evento molto inconsueto. Quei ragazzi sono troppo preziosi, dopo ben sette anni di studi pratici e teorici di qualità unica, in cui hanno stretto i denti e dato l’anima. Invece stavolta decine di soldati e di guardie di confine hanno cercato fra le pietre i resti di un pilota la cui identità era troppo incredibile per far credere che fosse proprio lui. La squadra giunta su un autobus bianco ha cercato fra le lacrime, infatti, il sergente Assaf Ramon, 21 anni, identico nello sguardo deciso e nel sorriso dolce al padre, colonnello Ilan Ramon, che il primo febbraio 2003 rientrando a Houston sulla navetta Columbia dallo spazio dove era rimasto per quasi 16 giorni, venne divorato dalle fiamme insieme al resto della squadra, sei astronauti di tutti i colori e le culture, uomini e donne. Ilan, figlio di un sopravvissuto della Shoah che assistette impietrito a tutta la tragedia dalla stanza di controllo di Houston, aveva volato fuori dell’atmosfera portando con sé l’intero mondo dell’identità israeliana e ebraica: il disegno di un bambino ucciso nel campo di concentramento di Teresinstadt che tracciava con neri graffi il sogno della Terra vista dalla Luna; benché non fosse religioso, mangiava kasher e aveva un bicchierino d’argento per la benedizione del vino del sabato; aveva stivato con le sue cose una piccolissima Bibbia e la bandiera con la stella azzurra di Israele. Con la tragedia, Israele soffrì un’autentica ferita di identità, Ilan era un’Israele meravigliosa che roteava pacifica nello spazio, esplosero i sogni e l’orgoglio di vedere volare il primo astronauta israeliano, la sua cultura, il suo desiderio di pace. Fra le tante imprese cui aveva partecipato come eroico pilota, c’era la distruzione del reattore nucleare iracheno di Osirak nell’81, un’impresa funambolica quanto indispensabile. Sua moglie Rona, una bruna e di poche parole, che Ilan chiamava «l’amore della mia vita», tornò sola da Houston in Israele con quattro bambini e si accinse a tirar su i suoi ragazzi; Assaf ha certo imposto alla madre quel corso di pilota di sette anni, orgoglio e terrore di tante famiglie israeliane, e in queste ore Israele tutta quanta piange il magnifico ragazzo che seguiva le orme del padre, ma anche il suo destino tragico. Famiglie semplici e famiglie importanti, quella di Benny Begin, quella di Rafael Eitan, di David Ivry, hanno perso sugli F16 i loro figli. La legge impone firma della madre se la famiglia è già stata colpita: ma gli uomini del mestiere dicono che nessuno, dopo aver provato a convincere il giovane, impedisce al giovane la sua scelta. Così è stato per Assaf. Rona, descriveva Assaf ben prima della seconda tragedia per le ottime capacità analitiche e matematiche, la propensione musicale, la generosità del carattere. Dall’età di 15 anni era rimasto l’uomo grande di casa. Poi, aveva scelto di volare in alto sulla scia azzurra di suo padre. Adesso affollati intorno alla piccola casa fiorita di Ramat Gan, i militari e i politici più importanti entrano in fila per abbracciare Rona. Fuori sugli scalini siedono i giovani, il fratello piccolo Tal anche lui in divisa dell’aviazione, la sua ragazza. Assaf solo a luglio, alla fine del corso numero 158, ha «ricevuto le ali», come si dice qui: e glorioso si voltò verso il pubblico dove sedeva la sua famiglia orbata. Voleva restituirle la gioia, la gloria, la speranza del padre Ilan, e invece l’ha raggiunto nello spazio. Modificato 15 Settembre 2009 da Dominus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
-{-Legolas-}- Inviato 15 Settembre 2009 Autore Segnala Condividi Inviato 15 Settembre 2009 Incredibile, è bellissimo quell'articolo. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
samurai Inviato 15 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 15 Settembre 2009 gran brutta notizia... mi ha davvero scosso! che padre e figlio riposino in pace!! Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
foxone93 Inviato 17 Settembre 2009 Segnala Condividi Inviato 17 Settembre 2009 La vita della famiglia Ramon si è intrecciata spesso con avvenimenti storici contemporanei, ed oggi è in lutto per la morte del Capitano Asaf Ramon. si era diplomato in giugno Intanto vorrei dire che mi dispiace molto per il crudele destino a cui ha assistito la famiglia Ramon ma leggendo l'articolo di Legolas sono rimasto alquanto shockato...in israele un ragazzo diplomato a giugno a settembre è già su un F-16?? Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
HAWKFIGHTER Inviato 3 Ottobre 2009 Segnala Condividi Inviato 3 Ottobre 2009 Condoglianzie alla famiglia.... R.I.P Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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