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Democrazia A Guantanamo


nighthawk

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Sulla cultura giuridica ti dico solo che ho preso due lauree in Italia, in materie giuridiche, e in questo periodo, tanto per perdere tempo, ne sto prendendo una terza.

 

Possiamo disquisire di ciò che vuoi, dal diritto civile a quello pubblico, dalla storia del diritto romano al diritto internazionale contemporaneo.

 

E vengo consultato regolarmente dai più alti organi giudiziari italiani.

 

Ah... ho anche studiato per 6 anni il latino e per 5 il greco.

 

Solo per puntualizzare.

 

=====

 

Non si tratta di differenza di cultura giuridica tra un anglosassone e un latino , semmai di diversità di vedute politiche. Perchè è solo qui che gira il discorso, Mirgal, non cercare di portarlo sulla cultura.

 

Con una sola differenza: che io ho l'onestà intellettuale di riconoscere che Guantanamo è amorale, e che un giudice americano avrebbe potuto pensarla diversamente dal governo. E' successo in Italia, e pericolosi terroristi sono ritornati in libertà, perchè giudici hanno deciso che erano "combattenti"..... senza considerare che in quel caso andavano processati militarmente.... (e non venire a parlare di applicazione anglosassone del diritto...... se mi mettessi a parlare della giustizia italiana e di come funziona non finirei nemmeno tra una settimana).

 

Però la mia onestà intellettuale presta il fianco a chi sostiene una tesi a spada tratta, e la usa contro di me.

 

Fa nulla.

 

Ribadisco esattamente quello che ho detto.

 

E aggiungo: la giustizia americana si basa sul diritto consuetudinario, più che su quello scritto. Un giudice gode di un ampio margine di azione, per cui gli americani hanno voluto sottrarre i prigionieri da ogni scappatoia.

 

Inoltre, processi a terroristi, in terra americana, implicano un elevato rischio di attentati, azioni di disturbo, e un elevato dispositivo per i trasferimenti e la custodia.

 

Guantanamo risolve tutto.

 

Poi, tu hai fatto una discussione incentrata sul diritto umanitario di guerra o dei conflitti.

E hai affrontato un argomento dove non c'è speranza di dimostrare la tua tesi.

 

Ancora per onestà intellettuale, ti dico che avresti dovuto fare riferimento ai principi fondamentali dell'individuo, che non fanno parte del diritto di guerra, ma di diverse dichiarazioni di principi.

Lì potresti aver ragione.

 

Ma un buon giurista saprebbe controbattere evidenziando che nel diritto degli stati, è lecito infrangere i diritti altrui se l'infrazione costituisce risposta a una lesione di diritti ricevuta.

E potremmo parlare per ore, ciascuno adducendo solide argomentazioni.

 

Ma c'è un'argomentazione che liquida tutto: finchè lo stato afghano, che oggi ha un governo legalmente riconosciuto, e lo stato irakeno, che oggi ha un governo legalmente riconosciuto, non chiederanno il rispetto dei diritti dell'individuo per i propri cittadini reclusi a Guantanamo, non esiste in concreto alcun organo di giustizia internazionale che possa concretamente imputare qualcosa agli USA.

 

I prigionieri di Guantanamo oggi, sono affare interno.

Dove per interno si intendono USA, Afghanistan e Irak.

 

Un buon avvocato potrebbe eccepire: ma se non sappiamo nemmeno i nomi di quelli che stanno dentro, figuriamoci sapere quali sono gli Stati che potrebbero azionare un processo internazionale.

 

Avrebbe ragione.

 

Non li comunichiamo apposta.

 

EDIT

:)

Modificato da Gianni065
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La mia posizione non è politica, se non in senso lato.

 

Difendo a spada tratta quello in cui credo, e la mia formazione culturale mi fa credere fortissimamente che non ci deve essere nulla al di sopra della legge.

 

Per te il fine giustifica i mezzi, per me no. Per te è lecito abbassarsi al livello di chi combattiamo, usando tutti i mezzi possibili, compresa la tortura, per estorcere informazioni.

Alla fine che cosa ci differenzia da chi ci ripugna se ne usiamo i metodi?

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Gianni, un'ultima cosa che ho controllato per scrupolo:

 

tu hai scritto che il 1° protocollo non è stato ratificato tra gli altri da:

 

Germania, Francia, Israele, UK, Russia

 

Secondo il database della CRI ci sono queste date:

 

Germania: ratifica il 14.02.1991

Francia: ratifica il 11.04.2001

Russia: ratifica il 29.09.1989

Inghilterra: ratifica il 17.05.1999

 

E' specificato che hanno ratificato il trattato con una dichiarazione/riserva, ma non è specificato quale. E' solo specificato che tali riserve "that such reservations

are not incompatible with the object and purpose of the treaty"

 

Mi dici quali riserve sono state avanzate da questi paesi?

Modificato da Mirgal
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Sì ti confermo. Quei paesi non hanno ratificato il trattato in senso formale, ma hanno espresso una dichiarazione unilaterale di adesione al trattato, o meglio, una dichiarazione in cui dicono di riconoscerlo.

 

Dichiarazione che però non ha lo stesso valore di una ratifica.

Infatti uno stato, per essere davvero impegnato, deve firmare il testo attraverso il dignitario delegato, e poi il testo deve essere ratificato dall'organo interno costituzionalmente competente.

La ratifica va poi notificata a tutti i paesi aderenti, nonchè depositata presso l'organo che funge da depositario del trattato.

Solo se viene rispettata questa procedura, il trattato è opponibile allo Stato.

 

Una dichiarazione unilaterale, invece, costituisce solo una manifestazione di principio che, in qualsiasi momento, lo Stato può disconoscere.

 

Per questo alcune fonti riportano Francia e gli altri come ratificanti, altre non li riportano affatto, altre ancora, più correttamente, mettono la nota di avviso (una buona fonte è questa:

http://www.eda.admin.ch/eda/f/home/foreign...1_geprot1_f.pdf ).

 

Tieni conto che una larga parte dei "firmatari" di questo trattato in realtà non ha ratificato, o ha ratificato con svariate riserve, al punto che a tutt'oggi il trattato non è considerato pienamente vigente, non nel suo testo originario, in ogni caso.

 

Per quanto riguarda le riserve, ci ho messo un po' ma sono riuscito a recuperarle in formato elettronico, solo che dovrai accontentarti di come sono.

 

Quella francese:

 

"AYANT VU ET EXAMINE LEDIT PROTOCOLE ADDITIONNEL,

DÉCLARONS Y ADHÉRER ET PROMETTONS QU'IL SERA

 

INVIOLABLEMENT OBSERVÉ.

 

CETTE ADHÉSION EST ASSORTIE DES RÉSERVES ET DÉCLARATIONS SUIVANTES :

 

1. LES DISPOSITIONS DU PROTOCOLE I DE 1977 NE FONT PAS OBSTACLE A L'EXERCICE, PAR LA FRANCE, DE SON DROIT NATUREL DE LÉGITIME DÉFENSE, CONFORMÉMENT A L'ARTICLE 51 DE LA CHARTE DES NATIONS UNIES.

 

2. SE RÉFÉRANT AU PROJET DE PROTOCOLE RÉDIGÉ PAR LE COMITÉ INTERNATIONAL DE LA CROIX ROUGE QUI A CONSTITUÉ LA BASE DES TRAVAUX DE LA CONFÉRENCE DIPLOMATIQUE DE 1974-1977, LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONTINUE DE CONSIDÉRER QUE LES DISPOSITIONS DU PROTOCOLE CONCERNENT EXCLUSIVEMENT LES ARMES CLASSIQUES, ET QU'ELLES NE SAURAIENT NI RÉGLEMENTER NI INTERDIRE LE RECOURS A L'ARME NUCLÉAIRE, NI PORTER PRÉJUDICE AUX AUTRES RÈGLES DU DROIT INTERNATIONAL APPLICABLES A D'AUTRES ACTIVITÉS, NÉCESSAIRES A L'EXERCICE PAR LA FRANCE DE SON DROIT NATUREL DE LÉGITIME DÉFENSE.

 

3. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE LES EXPRESSIONS "POSSIBLE" ET "S'EFFORCER DE", UTILISÉES DANS LE PROTOCOLE, VEULENT DIRE CE QUI EST RÉALISABLE OU CE QUI EST POSSIBLE EN PRATIQUE, COMPTE TENU DES CIRCONSTANCES DU MOMENT, Y COMPRIS LES CONSIDÉRATIONS D'ORDRE HUMANITAIRE ET MILITAIRE.

 

4. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE LE TERME "CONFLITS ARMÉS" ÉVOQUÉ AU PARAGRAPHE 4 DE L'ARTICLE 1, DE LUI-MME ET DANS SON CONTEXTE, INDIQUE UNE SITUATION D'UN GENRE QUI NE COMPREND PAS LA COMMISSION DE CRIMES ORDINAIRES, Y COMPRIS LES ACTES DE TERRORISME, QU'ILS SOIENT COLLECTIFS OU ISOLÉS.

 

5. ÉTANT DONNÉ LES BESOINS PRATIQUES D'UTILISER DES AVIONS NON SPÉCIFIQUES POUR DES MISSIONS D'ÉVACUATION SANITAIRE, LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE N'INTERPRÈTE PAS LE PARAGRAPHE 2 DE L'ARTICLE 28 COMME EXCLUANT LA PRÉSENCE A BORD D'ÉQUIPEMENTS DE COMMUNICATION ET DE MATÉRIEL DE CRYPTOLOGIE, NI L'UTILISATION DE CEUX-CI UNIQUEMENT EN VUE DE FACILITER LA NAVIGATION, L'IDENTIFICATION OU LA COMMUNICATION AU PROFIT D'UNE MISSION DE TRANSPORT SANITAIRE, COMME DÉFINIE A L'ARTICLE 8.

 

6. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE LE RISQUE DE DOMMAGE A L'ENVIRONNEMENT NATUREL RÉSULTANT DE L'UTILISATION DES MÉTHODES OU MOYENS DE GUERRE, TEL QU'IL DÉCOULE DES DISPOSITIONS DES PARAGRAPHES 2 ET 3 DE L'ARTICLE 35 ET DE CELLES DE L'ARTICLE 55, DOIT TRE ANALYSÉ OBJECTIVEMENT SUR LA BASE DE L'INFORMATION DISPONIBLE AU MOMENT OU IL EST APPRÉCIE.

 

7. COMPTE-TENU DES DISPOSITIONS DE L'ARTICLE 43 PARAGRAPHE 3 DU PROTOCOLE RELATIVES AUX SERVICES ARMÉS CHARGÉS DE FAIRE RESPECTER L'ORDRE, LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE INFORME LES ÉTATS PARTIES AU PROTOCOLE QUE SES FORCES ARMÉES INCLUENT DE FAÇON PERMANENTE LA GENDARMERIE NATIONALE.

 

8. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE LA SITUATION ÉVOQUÉE DANS LA SECONDE PHRASE DU PARAGRAPHE 3 DE L'ARTICLE 44 NE PEUT EXISTER QUE SI UN TERRITOIRE EST OCCUPÉ OU DANS LE CAS D'UN CONFLIT ARMÉ AU SENS DU PARAGRAPHE 4 DE L'ARTICLE 1. LE TERME "DÉPLOIEMENT", UTILISÉ AU PARAGRAPHE 3 (b) DE CE MME ARTICLE, SIGNIFIE TOUT MOUVEMENT VERS UN LIEU A PARTIR DUQUEL UNE ATTAQUE EST SUSCEPTIBLE D'TRE LANCÉE.

 

9. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE LA RÈGLE ÉDICTÉE DANS LA SECONDE PHRASE DU PARAGRAPHE 1 DE L'ARTICLE 50 NE PEUT INTERPRÉTÉE COMME OBLIGEANT LE COMMANDEMENT A PRENDRE UNE DÉCISION QUI, SELON LES CIRCONSTANCES ET LES INFORMATIONS A SA DISPOSITION, POURRAIT NE PAS TRE COMPATIBLE AVEC SON DEVOIR D'ASSURER LA SÉCURITÉ DES TROUPES SOUS SA RESPONSABILITÉ OU DE PRÉSERVER SA SITUATION MILITAIRE, CONFORMÉMENT AUX AUTRES DISPOSITIONS DU PROTOCOLE.

 

10. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE L'EXPRESSION ”AVANTAGE MILITAIRE" ÉVOQUÉE AUX PARAGRAPHES 5 (b) DE L'ARTICLE 51, 2 DE L'ARTICLE 52 ET 2 (a) (iii) DE L’ARTICLE 57 DÉSIGNE L'AVANTAGE ATTENDU DE L'ENSEMBLE DE L'ATTAQUE ET NON DE PARTIES ISOLÉES OU PARTICULIÈRES DE L'ATTAQUE.

 

11. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE DÉCLARE Qu'il APPLIQUERA LES DISPOSITIONS DU PARAGRAPHE 8 DE

 

 

L'ARTICLE 51 DANS LA MESURE OU L'INTERPRÉTATION DE CELLES-CI NE FAIT PAS OBSTACLE A L'EMPLOI, CONFORMÉMENT AU DROIT INTERNATIONAL, DES MOYENS Qu’il ESTIMERAIT INDISPENSABLES POUR PROTÉGER SA POPULATION CIVILE DE VIOLATIONS GRAVES, MANIFESTES ET DÉLIBÉRÉES DES CONVENTIONS DE GENÈVE ET DU PROTOCOLE PAR L'ENNEMI.

 

12. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QU'UNE ZONE SPÉCIFIQUE PEUT TRE CONSIDÉRÉE COMME UN OBJECTIF MILITAIRE SI, A CAUSE DE SA SITUATION OU POUR TOUT AUTRE CRITÈRE ÉNUMÉRÉ A L'ARTICLE 52, SA DESTRUCTION TOTALE OU PARTIELLE, SA CAPTURE OU SA NEUTRALISATION, COMPTE-TENU DES CIRCONSTANCES DU MOMENT, OFFRE UN AVANTAGE MILITAIRE DÉCISIF. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE EN OUTRE QUE LA PREMIÈRE PHRASE DU PARAGRAPHE 2 DE L'ARTICLE 52 NE TRAITE PAS DE LA QUESTION DES DOMMAGES COLLATÉRAUX RÉSULTANT DES ATTAQUES DIRIGÉES CONTRE LES OBJECTIFS MILITAIRES.

 

13. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE DÉCLARE QUE SI LES BIENS PROTÉGÉS PAR L'ARTICLE 53 SONT UTILISÉS A DES FINS MILITAIRES, ILS PERDRONT PAR LÀ MME LA PROTECTION DONT ILS POUVAIENT BÉNÉFICIER CONFORMÉMENT AUX DISPOSITIONS DU PROTOCOLE.

 

14. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE LE PARAGRAPHE 2 DE L'ARTICLE 54 N'INTERDIT PAS LES ATTAQUES QUI SONT MENÉES DANS UN BUT SPÉCIFIQUE, A L'EXCEPTION DE CELLES QUI VISENT A PRIVER LA POPULATION CIVILE DES BIENS INDISPENSABLES A SA SURVIE ET DE CELLES QUI SONT DIRIGÉES CONTRE DES BIENS QUI, BIEN QU'UTILISÉS PAR LA PARTIE ADVERSE, NE SERVENT PAS A LA SUBSISTANCE DES SEULS MEMBRES DE SES FORCES ARMÉES.

 

15. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE NE PEUT GARANTIR UNE PROTECTION ABSOLUE AUX OUVRAGES ET INSTALLATIONS CONTENANT DES FORCES DANGEREUSES, QUI PEUVENT CONTRIBUER A L'EFFORT DE GUERRE DE LA PARTIE ADVERSE, NI AUX DÉFENSEURS DE TELLES INSTALLATIONS, MAIS IL PRENDRA TOUTES LES PRÉCAUTIONS NÉCESSAIRES, CONFORMÉMENT AUX DISPOSITIONS DE L'ARTICLE 56, DE L'ARTICLE 57, PARAGRAPHE 2 (a) (iii), ET DU PARAGRAPHE 3 © DE L'ARTICLE 85, POUR ÉVITER DE SÉVÈRES PERTES COLLATÉRALES DANS LES POPULATIONS CIVILES, Y COMPRIS LORS D'ÉVENTUELLES ATTAQUES DIRECTES.

 

16. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE L'OBLIGATION D'ANNULER OU D'INTERROMPRE UNE ATTAQUE, CONFORMÉMENT AUX DISPOSITIONS DU PARAGRAPHE 2 (b) DE L'ARTICLE 57, APPELLE SEULEMENT L'ACCOMPLISSEMENT DES DILIGENCES NORMALES POUR ANNULER OU INTERROMPRE CETTE ATTAQUE, SUR LA BASE DES INFORMATIONS DONT DISPOSE CELUI QUI DÉCIDE DE L'ATTAQUE.

 

17. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE CONSIDÈRE QUE L'ARTICLE 70 RELATIF AUX ACTIONS DE SECOURS N'A PAS D'IMPLICATION SUR LES RÈGLES EXISTANTES DANS LE DOMAINE DE LA GUERRE NAVALE EN CE QUI CONCERNE LE BLOCUS MARITIME, LA GUERRE SOUS-MARINE OU LA GUERRE DES MINES.

 

18. LE GOUVERNEMENT DE LA RÉPUBLIQUE FRANÇAISE NE S'ESTIME PAS LIÉ PAR UNE DÉCLARATION FAITE EN APPLICATION DU PARAGRAPHE 3 DE L'ARTICLE 96, SAUF S'IL A RECONNU EXPRESSÉMENT QUE CETTE DÉCLARATION A ÉTÉ FAITE PAR UN ORGANISME QUI EST VÉRITABLEMENT UNE AUTORITÉ REPRÉSENTATIVE D'UN PEUPLE ENGAGE DANS UN CONFLIT TEL QUE DÉFINI AU PARAGRAPHE 4 DE L’ARTICLE 1."

 

Quella tedesca:

 

Declarations made at the time of ratification.

1. It is the understanding of the Federal Republic of Germany that the rules relating to the use of weapons introduced by Additional Protocol I were intended to apply exclusively to conventional weapons without prejudice to any other rules of international law applicable to other types of weapons.

 

2. The Federal Republic of Germany understands the word "feasible" in Articles 41, 56, 57, 58, 78 and 86 of Additional Protocol I to mean that which is practicable or practically possible, taking into account all circumstances ruling at the time including humanitarian and military considerations.

 

3. The criteria contained in the second sentence of Article 44, paragraph 3, of Additional Protocol I for distinction between combatants and the civilian population are understood by the Federal Republic of Germany to apply only in occupied territories and in the other armed conflicts described in Article 1, paragraph 4. The term "military deployment" is interpreted to mean any movements towards the place from which an attack is to be launched.

 

4. It is the understanding of the Federal Republic of Germany that in the application of the provisions of Part IV, Section I, of Additional Protocol I, to military commanders and others responsible for planning, deciding upon or executing attacks, the decision taken by the person responsible has to be judged on the basis of all information available to him at the relevant time, and not on the basis of hindsight.

 

5. In applying the rule of proportionality in Article 51 and Article 57, "military advantage" is understood to refer to the advantage anticipated from the attack considered as a whole and not only from isolated or particular parts of the attack.

 

6. The Federal Republic of Germany will react against serious and systematic violations of the obligations imposed by Additional Protocol I and in particular its Articles 51 and 52 with all means admissible under international law in order to prevent any further violation.

 

7. Article 52 of Additional Protocol I is understood by the Federal Republic of Germany to mean that a specific area of land may also be a military objective if it meets all requirements of Article 52, paragraph 2.

 

8. Article 75, paragraph 4, subparagraph (e) of Additional Protocol I and Article 6, paragraph 2, subparagraph (e) of Additional Protocol II will be applied in such manner that it is for the court to decide whether an accused person held in custody must appear in person at the hearing before the court of review.

 

Article 75, paragraph 4, subparagraph (h) of Additional Protocol I will only be applied to the extent that it is in conformity with legal provisions which permit under special circumstances the re-opening of proceedings that had led to final conviction or acquittal.

 

9. [Declaration of recognition according to Article 90, para.2 of Additional Protocol I.]

 

10. The Federal Republic of Germany understands paragraph 3 of Article 96 of Additional Protocol I to mean that only those declarations described in subparagraphs (a) and © of paragraph 3 of Article 96 that are issued by an authority which genuinely satisfies all the criteria contained in paragraph 4 of Article 1 can have legally binding effect.

 

La Russia non ha ratificato i protocolli, o meglio, non ha chiaramente espresso la sua volontà di subentrare all'URSS come ratificante.

Quindi abbiamo solo il testo della ratifica dell'URSS, mentre per la Russia non esiste nulla.

 

Testo sovietico (non russo):

 

The Soviet Union's ratification of the Protocols additional to the Geneva Conventions for the protection of the victims of war constitutes an unusual event in the recent diplomatic history of our country.

 

It reflects the spirit of new political thinking and demonstrates the Soviet State's commitment to humanizing international affairs and strengthening the system of international law.

 

At the same time, it exemplifies the spirit of continuity between Russian and Soviet diplomacy, extending back to the 1860s, in seeking to ensure that the principles of humanism and mercy are respected even in the tragic circumstances of war.

 

The Additional Protocols, in whose drafting the Soviet Union played a universally recognized role, were among the first international instruments presented for ratification to the new Soviet Parliament.

 

It should be pointed out that the Supreme Soviet of the USSR chose to ratify the Protocols without any reservation whatsoever. At the same time, our State recognized the competence of the International Fact-Finding Commission in cases where international humanitarian law is violated.

 

We in the Soviet Union hope that the ratification of the Additional Protocols will be duly appreciated by all those involved in the noble cause of humanism and the endeavour to free mankind from the horrors of war."

 

Per l'Inghilterra:

 

a) It continues to be the understanding of the United Kingdom that the rules introduced by the Protocol apply exclusively to conventional weapons without prejudice to any other rules of international law applicable to other types of weapons. In particular, the rules so introduced do not have any effect on and do not regulate or prohibit the use of nuclear weapons.

 

(b) The United Kingdom understands the term "feasible" as used in the Protocol to mean that which is practicable or practically possible, taking into account all circumstances ruling at the time, including humanitarian and military considerations.

 

© Military commanders and others responsible for planning, deciding upon, or executing attacks necessarily have to reach decisions on the basis of their assessment of the information from all sources which is reasonably available to them at the relevant time.

 

(d) Re: ARTICLE 1, paragraph 4 and ARTICLE 96, paragraph 3

 

It is the understanding of the United Kingdom that the term "armed conflict" of itself and in its context denotes a situation of a kind which is not constituted by the commission of ordinary crimes including acts of terrorism whether concerted or in isolation.

The United Kingdom will not, in relation to any situation in which it is itself involved, consider itself bound in consequence of any declaration purporting to be made under paragraph 3 of Article 96 unless the United Kingdom shall have expressly recognised that it has been made by a body which is genuinely an authority representing a people engaged in an armed conflict of the type to which Article 1, paragraph 4, applies.

 

(e) Re: ARTICLE 28, paragraph 2

Given the practical need to make use of non-dedicated aircraft for medical evacuation purposes, the United Kingdom does not interpret this paragraph as precluding the presence on board of communications equipment and encryption materials or the use thereof solely to facilitate navigation, identification or communication in support of medical transportation as defined in Article 8(f).

 

(f) Re: ARTICLE 35, paragraph 3 and ARTICLE 55

The United Kingdom understands both of these provisions to cover the employment of methods and means of warfare and that the risk of environmental damage falling within the scope of these provisions arising from such methods and means of warfare is to be assessed objectively on the basis of the information available at the time.

 

(g) Re ARTICLE 44, paragraph 3

It is the understanding of the United Kingdom that:

 

- the situation in the second sentence of paragraph 3 can only exist in occupied territory or in armed conflicts covered by paragraph 4 of Article 1;

 

- "deployment" in paragraph 3(b) means any movement towards a place from which an attack is to be launched.

 

(h) Re: ARTICLE 50

In the view of the United Kingdom the rule in the second sentence of paragraph 1 applies only in cases of substantial doubt still remaining after the assessment referred to at paragraph © above has been made, and not as overriding a commander's duty to protect the safety of troops under his command or to preserve his military situation, in conformity with other provisions of the Protocol.

 

(i) Re: ARTICLE 51 and ARTICLE 57

In the view of the United Kingdom, the military advantage anticipated from an attack is intended to refer to the advantage anticipated from the attack considered as a whole and not only from isolated or particular parts of the attack.

 

(j) Re: ARTICLE 52

It is the understanding of the United Kingdom that:

 

- a specific area of land may be a military objective if, because of its location or other reasons specified in this Article, its total or partial destruction, capture or neutralisation in the circumstances ruling at the time offers definite military advantage;

 

- the first sentence of paragraph 2 prohibits only such attacks as may be directed against non-military objectives; it does not deal with the question of collateral damage resulting from attacks directed against military objectives.

 

(k) Re: ARTICLE 53

The United Kingdom declares that if the objects protected by this Article are unlawfully used for military purposes they will thereby lose protection from attacks directed against such unlawful military uses.

 

(l) Re: ARTICLE 54, paragraph 2

The United Kingdom understands that paragraph 2 has no application to attacks that are carried out for a specific purpose other than denying sustenance to the civilian population or the adverse party.

 

(m) Re: ARTICLE 51 - 55

The obligations of Articles 51 and 55 are accepted on the basis that any adverse party against which the United Kingdom might be engaged will itself scrupulously observe those obligations. If an adverse party makes serious and deliberate attacks, in violation of Article 51 or Article 52 against the civilian population or civilians or against civilian objects, or, in violation of Articles 53, 54 and 55, on objects or items protected by those Articles, the United Kingdom will regard itself as entitled to take measures otherwise prohibited by the Articles in question to the extent that it considers such measures necessary for the sole purpose of compelling the adverse party to cease committing violations under those Articles, but only after formal warning to the adverse party requiring cessation of the violations has been disregarded and then only after a decision taken at the highest level of government. Any measures thus taken by the United Kingdom will not be disproportionate to the violations giving rise there to and will not involve any action prohibited by the Geneva Conventions of 1949 nor will such measures be continued after the violations have ceased. The United Kingdom will notify the Protecting Powers of any such formal warning given to an adverse party, and if that warning has been disregarded, of any measures taken as a result.

 

(n) Re: ARTICLE 56 and 85, paragraph 3c

The United Kingdom cannot undertake to grant absolute protection to installations which may contribute to the opposing Party's war effort, or to the defenders of such installations, but will take all due precautions in military operations at or near the installations referred to in paragraph 1 of Article 56 in the light of the known facts, including any special marking which the installation may carry, to avoid sever collateral losses among the civilian populations; direct attacks on such installations will be launched only on authorisation at a high level of command.

 

(o) Re: ARTICLE 57, paragraph 2

The United Kingdom understands that the obligation to comply with paragraph 2(b) only extends to those who have the authority and practical possibility to cancel or suspend the attack.

 

(p) Re: ARTICLE 70

It is the understanding of the United Kingdom that this Article does not affect the existing rules of naval warfare regarding naval blockade, submarine warfare or mine warfare.

 

=============

 

Sulle altre cose che hai detto, ci sarebbe tanto da discutere.

 

Non è corretto fare il discorso "ci abbassiamo al loro livello".

E' una frase fatta, senza senso concreto.

Quando spari a uno che ti spara, ti abbassi al suo livello?

Quando metti in galera un sequestratore, ti abbassi al suo livello?

Quando affondi un sottomarino che vorrebbe affondarti, ti abbassi al suo livello?

 

E' sempre una questione di scelte, tra il fine che si vuole ottenere, e il grado di forza impositiva che si è disposti a impiegare.

 

C'è sempre un punto di equilibrio tra difesa e diritti, e storia insegna che quando le cose si mettono male, il punto di equilibrio viene spostato allontanandolo dai diritti (prendiamo ad esempio la legislazione antiterrorismo italiana che servì a contrastare le BR).

 

Solo che a volte le misure di emergenza, quando sono approvate da un intero ordinamento giuridico, tendono a restare in piedi anche dopo la fine dell'emergenza (è appunto il caso della legislazione antiterrorismo italiana, mai abrogata).

E quindi può essere una soluzione intelligente, quella di prendersi una deroga che non comporta lo stravolgimento degli assetti giuridici, una deroga che consenta di tornare rapidamente alla situazione pre-esistente, una volta cessata l'emergenza.

E' stata la scelta americana su Guantanamo.

 

Non a caso, in America è guardato con più sospetto il Patriot Act, che ha introdotto una legislazione che non sarà facile revocare, rispetto alla vicenda Guantanamo.

 

Ogni paese reagisce alle emergenze a modo suo.

Voglio fare un altro esempio.

L'Italia ha avuto un'emergenza immigrazione, e ha reagito in maniera drastica.

Blocchi navali che hanno determinato persino tragedie sul mare, identificazione mediante impronte digitali di tutti gli stranieri non comunitari (anche in barba al principio di reciprocità e persino nei confronti di paesi DOC come può essere un canadese o un giapponese o un russo o un americano) e, infine, i famigerati Centri di Accoglienza Temporanea, dove, leggo il Manifesto:

 

"il manifesto - 26 Giugno 2003 Ecco l'«accoglienza» ai segregati di Trapani

Una visita al centro di permanenza temporanea «Serraino Vulpitta», dove finiscono molti di coloro che sbarcano sulle coste siciliane. Sovraffollamento bestiale (in quindici in una cella, dormendo per terra), condizioni terribili e soprattutto botte, botte, botte. I racconti di chi ha provato a fuggire le testimonianze dei pestati"

 

E allora ti chiedo: sicuro che siamo solo noi americani ad avere la nostra Guantanamo?

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