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Pearl Harbour


dread

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L'errore Giapponese è stato non neutralizzare definitivamente le Hawaii procedendo con un operazione anfibia contro Midway per preparare poi l'invasione della stessa Oahu, il problema è che i Giapponesi non compresero mai i vantaggi della tecnica a "balzi di caprone" utilizzata da Halsey dalla campagna delle Salomone meridionali in poi, su tutte

l'operazione con cui "saltò" Rabaul risparmiando uomini e inabilitando comunque la base nemica.

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Partecipanti più attivi

Battaglia di Okinawa

 

Inizio con i bilanci finali:

 

oltre 12.000 militari americani uccisi

oltre 107.000 militari giapponesi uccisi

oltre 140.000 civili uccisi

oltre 7.800 velivoli e 16 navi da guerra giapponesi distrutti

36 navi militari e oltre 700 aerei americani distrutti.

 

Questi dati rendono l'idea di quanto fu cruenta e intensa la battaglia, che durò circa 80 giorni.

 

E con oltre 200.000 morti per una singola battaglia, superiori quindi al totale dei morti causati dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, forse comprendiamo bene perchè quelle due esplosioni nucleari, così devastanti ma risolutive, abbiano probabilmente evitato un bagno di sangue di milioni di vite umane.

 

-----

 

Come sappiamo, la strategia americana nel Pacifico, rivolta alla sconfitta del Giappone, prevedeva la conquista delle varie isole una ad una, avvicinandosi sempre di più al territorio del Giappone e utilizzando le isole conquistate come base di appoggio (specialmente per gli aerei) per conquistare quelle successive ("a salto di rana" , così era chiamata questa tattica).

 

L'isola di Okinawa dista solo 500 km dal territorio giapponese, e pertanto era l'ultima isola da prendere prima di passare allo sbarco sul Giappone.

Con i suoi quattro aeroporti già presenti essa avrebbe consentito ai caccia americani di scortare le formazioni di bombardieri sul Giappone e di fornire piena copertura aerea a qualsiasi operazione anfibia.

Pertanto era, a tutti gli effetti, l'anticamera dell'invasione del Giappone.

 

Dall'ottobre del 1944 i bombardieri americani iniziarono a colpire ripetutamente l'isola.

Secondo alcuni analisti ciò fu un grave errore tattico perchè i giapponesi rafforzarono le difese passive per resistere a questi bombardamenti e di conseguenza esse erano meno vulnerabili al tiro di preparazione dell'artiglieria navale.

 

Alla metà di marzo del 1945 la flotta di invasione, composta da 300 navi da guerra e 1.100 navi anfibie e logistiche, con a bordo quattro divisioni dei Marines e dell'US Army per un totale di 60.000 truppe da sbarco, si avvicinò alle coste dell'isola e iniziarono i bombardamenti aeronavali, contrastati dagli attacchi dei kamikaze.

 

Alla fine di marzo una prima forza da sbarco raggiunse l'isola e si assicurò il controllo di alcune spiagge per consentire l'attracco delle navi da sbarco più grandi.

 

Il 1° aprile 1945, dopo un intenso cannoneggiamento, avvenne lo sbarco principale.

Le truppe americano avanzarono senza incontrare resistenza e si illusero che le difese erano state smantellate dall'artiglieria navale.

 

In realtà il Generale Ushijima aveva asserragliato i suoi 100.000 uomini nell'estremità meridionale dell'isola, sfruttando tutte le possibilità di difesa offerte dal terreno e dai rilievi, per trascinare le forze americane in uno scontro prolungato nel quale le forze aeree non potevano intervenire con efficacia.

 

Il piano difensivo prevedeva di spazzare via la forza da sbarco americano, mentre una forza navale incentrata sulla corazzata Yamato, ritenuta praticamente invulnerabile, avrebbe dovuto attaccare le navi americane e farne strage con i suoi cannoni. La Yamato era destinata a una missione suicida: lo sapevano bene i giapponesi, al punto che imbarcarono il carburante sufficiente solo ad arrivare a Okinawa, ma non a tornare.

 

Le cose andarono diversamente. I sottomarini americani avvistarono la Yamato in avvicinamento sin dalla sua partenza, il 6 aprile, e ne fornirono le coordinate alle portaerei, che lanciarono bombardieri e siluranti contro la formazione navale giapponese.

 

Colpita da decine di bombe e di siluri, la corazzata giapponese affondò, e stessa sorte subìrono le altre navi che componevano la squadra navale.

 

Nel frattempo i sottomarini americani avevano affondato anche alcune navi giapponesi cariche di uomini destinati a rinforzare la guarnigione sull'isola attaccata: molte migliaia di soldati giapponesi morirono nelle navi colate a picco, ma queste cifre non sono calcolate nei totali della battaglia di Okinawa.

 

Intanto la battaglia a terra continuava ed era estremamente sanguinaria: agli inizi di giugno gli americani avevano ucciso oltre 62.000 giapponesi ma avevano preso solo 465 prigionari, a testimonianza del fatto che i militari nipponici non avevano alcuna intenzione di arrendersi.

 

Gli scontri terminarono nella metà di giugno ma le operazioni di "bonifica" andarono avanti fino alla fine di quel mese.

 

Il generale Ushijima si suicidò, e così fecero molti dei suoi soldati e migliaia di civili.

 

Le ultime truppe giapponesi si arresero finalmente solo il 7 settembre del 1945, firmando la resa in quella che oggi è la base aerea americana di Kadena.

 

La battaglia di Okinawa costituì l'ultima spinta alla decisione di usare le armi atomiche.

 

Fino a quel momento gli USA erano ancora indecisi se davvero lanciare le bombe, ma dopo quel bagno di sangue compresero che un'invasione del Giappone avrebbe avuto un prezzo devastante sia per gli americani che per gli stessi giapponesi.

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Una cosa.

 

Gianni ha parlato della strategia difensiva dei Giapponesi che consisteva nell'attendere le forze sbarcate nell'entroterra, illudendole con uno sbarco facile.

 

Ora, se non sbaglio, questa strategia era già stata usata durante l'invasione di Iwo Jima, dove i Giapponesi contarono sull'irregolarità e i rilievi dell'isola(oltre che i tunnel sotterranei) e non contrastarono le forze sbarcate sulle spiagge.

 

Quindi non era poi così nuova sta strategia, le forze attaccanti non ne hanno tenuto conto?

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La tattica di lasciar sbarcare le truppe e poi passare all'attacco cominciò ad essere usata

da Iwo Jima in poi, dove una semplice palizzata di palme causò agli americani più problemi di una divisione giapponese.

In ogni caso questi attacchi erano si pericolosi ma davano la possibilità agli americani di attestarsi e respingere il nemico, inoltre gli intensi bombardamenti aereonavali, pur non provocando gravi danni alle truppe trincerate, rendevano impossibile le comunicazioni distruggendo i cavi telefonici predisposti tra le posizioni.

Per non parlare poi degli attacchi Banzai che si susseguirono nonostante servissero a poco a livello tattico....

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  • 2 mesi dopo...
  • 1 mese dopo...
Ospite Folgore

L'obbiettivo principale giapponese all'attacco di paeral harbour, erano le portaerei americane (Hornat, Enterprise,Saratoga,Lexington,Yorktown,Wasp), i 3 campi di aviazione, colmi di P40, e i depositi di carburante. Alla vigilia dell'attacco i giappoensi vennero a sapere che le portaerei americane non c'erano nella baia, ma decisare di attaccare lo stesso. infatti distrussero le corazzate americane, più tanti vascelli minori. :huh:

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  • 2 mesi dopo...

oddio successe anke a me in klasse..kol prof infissato su ste stronzate..e diceva ke lo prepararono loro kosi x attaccare i jappo..kome x l'11 settembre insomma...hahaaha ke barzellettieri esperti!! xD

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beh io sapevo che hanno deciso di non avvertire Pearl Harbor dell'arrivo dei nemici...per farlo un sottomarino ci ha rimesso la vita...e loro non hanno voluto avvertire...

poi bo...mi sembra che c'è la scusa che è arrivato in ritardo..avevo visto un documentario se non sbaglio...

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Onestamente rispondere ai complottisti anche su questo diventa una pena.

 

La storia parla chiaro, e sinora non l'hanno cambiata.

 

I giappponesi si sono arresi, e la loro pianificazione è oggi nota nei minimi dettagli.

 

Qualcuno sostiene che gli americani sapevano e li hanno lasciati fare per avere un casus belli?

Innanzitutto queste sono teorie che non sono mai state dimostrate.

In ogni "attacco" a sorpresa si scopre quasi sempre che c'è qualcuno che aveva intuito ciò che stava per accadere, può ben essere che sia successa la stessa cosa anche a Pearl Harbor.

Molto spesso queste intuizioni, però, si rivelano errate, per cui non c'è da stupirsi se i comandi spesso le trascurano.

 

Rammenta agli amici complottisti che gli alleati prepararono lo sbarco in Normandia con migliaia di navi e di aerei e centinaia di migliaia di uomini ammassati a uno sputo dalle coste francesi, e ciò nonostante riuscirono a sorprendere i tedeschi.

 

Anche in quel caso ci fu chi, tra i comandanti tedeschi, aveva intuito cosa sarebbe successo, ma i comandi generali non diedero loro credito.

 

Cose che capitano: quando si prepara una grossa operazione a sorpresa, si fa in modo di far filtrare al nemico informazioni che servono a ingannarlo su modi, luoghi e tempi.

 

Inoltre, gli americani non avevano bisogno di farsi massacrare per avere il casus belli.

Se davvero sapevano cosa stava per accadere, potevano organizzare una bella trappola e affondare la flotta giapponese mentre i suoi aerei erano impegnati a colpire Pearl Harbor.

Il casus belli ci sarebbe stato lo stesso e sarebbe servito benissimo allo scopo.

 

Ad esempio a Midway gli americani, che avevano capito cosa stava per accadere, riuscirono a trascinare i giapponesi in una sonora sconfitta.

E fu solo il fortunato intuito di un addetto alle intercettazioni, a consentire la vittoria.

Bastava un pelo, e gli americani sarebbero stati sconfitti nuovamente.

 

Queste considerazioni bastano e avanzano a buttare le teorie complottiste nella spazzatura.

 

:)

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A proposito dell'attacco di Pearl Harbor, vorrei ricordare il contributo che diedero italiani ed inglesi, se cosi' si puo' dire, alla genesi dell'attacco.

 

Fino al 1940 un attacco aeronavale portato contro un porto militare fortemente protetto era considerato tecnicamente impossibile.

Contraerea, palloni aerei frenanti, protezione aerea della caccia ne facevano un nido di vespe inespugnabile.

 

La sera dell'11 novembre 1940, la Marina Inglese organizzo' un attacco micidiale contro il porto di Taranto, il piu' importante porto italiano della Regia Marina. 21 aerosiluranti Swordfish partiti dalla portaerei inglese Illustrious attaccarono, in due ondate, il porto di Taranto, impreparato ad affrontare attacchi aerei.

 

Grazie ad un accorto uso dell'intelligence, alla superiore preparazione nell'uso dei ricognitori (che riferirono che molte navi italiane erano alla fonda nel porto), grazie al fatto che un alto ufficiale della Marina Inglese conoscesse molto bene il porto di Taranto per avervi lavorato durante uno scambio tra marine avvenuto pochi anni prima, e grazie ad un pizzico di fortuna (un temporale aveva staccato molti palloni frenanti posti alla difesa del porto), grazie ad un efficace addestramento degli aviatori della Royal Navy che erano in grado di operare anche di notte, gli inglesi si convinsero della fattibilita' di un attacco aereo contro il porto realizzato da aerosiluranti.

 

Con un minimo uso di mezzi, 21 aerosiluranti Swordfish (tra l'altro molto lenti) semiaffondarono la corazzata Cavour e danneggiarono gravemente le corazzate Littorio e Duilio, oltre alle ripercussioni a livello psicologico che un tale insuccesso instillo' nei comandi italiani, pagando come scotto la perdita minima di 2 aerei, un morto e tre uomini progionieri.

 

L'attacco aereo su Taranto ebbe un'enorme risonanza mondiale. L'ammirglio Yamamoto invio' in Italia una delegazione per studiare l'accaduto. Da li' i Giapponesi trassero l'ispirazione per il progetto dell'attacco a Pearl Harbor.

Quindi senza l'attacco aereo inglese su Taranto, non ci sarebbe stata l'attacco a Pearl Harbor.

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Un mio conoscente ha visto da bambino l'attacco al porto di taranto e dice che gli aerei si abbassavano sino a sfiorare l'acqua,passavano sotto il ponte girevole(mi pare si chiami così)sganciavano i siluri e poi in successive passate mitragliavano

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ehm... il contributo di taranto fu la dimostrazione che si potevano usare i siluri nei porti non che i porti fossero attaccabili...

 

il tuo conoscente aveva occhiali da visione notturna?

Modificato da vorthex
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  • 2 settimane dopo...
Ospite Folgore

torniamo all'attacco a pearl.....

 

I giapponesi furono anche stupidi..... si affondarono 2 corazzate, ma tutte le altre, vennero rimesse a galla. Come rimetti a galla una nave colpita da bombe e siluri???? riparandola e i giapponesi non colpirono l'arsenale e i bacini di carrenaggio.......... :thumbdown:

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  • 2 settimane dopo...

se vogliamo parlare di stupidità possiamo solo dire che furono poco furbi a non distruggere i depositi di carburante, gli arsenali stavano anche sulla west coast... ed a pearl si facevano solo rattoppi... non era mica mare island!

 

la vera mossa stupida fu quella di non aspettare per colpire le portaerei e sopratutto quella di entrare in guerra con riserve strategiche irrisorie... basta pensare ai piolti che dopo manco un anno iniziavano a scarseggiare o alla pochezza della capacità cantieristica nipponica.

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  • 1 anno dopo...
Onestamente rispondere ai complottisti anche su questo diventa una pena.

 

La storia parla chiaro, e sinora non l'hanno cambiata.

 

I giappponesi si sono arresi, e la loro pianificazione è oggi nota nei minimi dettagli.

 

Qualcuno sostiene che gli americani sapevano e li hanno lasciati fare per avere un casus belli?

Innanzitutto queste sono teorie che non sono mai state dimostrate.

In ogni "attacco" a sorpresa si scopre quasi sempre che c'è qualcuno che aveva intuito ciò che stava per accadere, può ben essere che sia successa la stessa cosa anche a Pearl Harbor.

Molto spesso queste intuizioni, però, si rivelano errate, per cui non c'è da stupirsi se i comandi spesso le trascurano.

 

Rammenta agli amici complottisti che gli alleati prepararono lo sbarco in Normandia con migliaia di navi e di aerei e centinaia di migliaia di uomini ammassati a uno sputo dalle coste francesi, e ciò nonostante riuscirono a sorprendere i tedeschi.

 

Anche in quel caso ci fu chi, tra i comandanti tedeschi, aveva intuito cosa sarebbe successo, ma i comandi generali non diedero loro credito.

 

Cose che capitano: quando si prepara una grossa operazione a sorpresa, si fa in modo di far filtrare al nemico informazioni che servono a ingannarlo su modi, luoghi e tempi.

 

Inoltre, gli americani non avevano bisogno di farsi massacrare per avere il casus belli.

Se davvero sapevano cosa stava per accadere, potevano organizzare una bella trappola e affondare la flotta giapponese mentre i suoi aerei erano impegnati a colpire Pearl Harbor.

Il casus belli ci sarebbe stato lo stesso e sarebbe servito benissimo allo scopo.

 

Ad esempio a Midway gli americani, che avevano capito cosa stava per accadere, riuscirono a trascinare i giapponesi in una sonora sconfitta.

E fu solo il fortunato intuito di un addetto alle intercettazioni, a consentire la vittoria.

Bastava un pelo, e gli americani sarebbero stati sconfitti nuovamente.

 

Queste considerazioni bastano e avanzano a buttare le teorie complottiste nella spazzatura.

 

:)

 

Però non è neanche giusto bollare quella data come "il giorno dell'infamia", come fu fatto dagli USA, visto che dopotutto la dichiarazione di guerra giunse sul tavolo degli americani prima dell'attacco, seppure con uno scarto veramente minimo, e anche perché, come già ricordato, una buona mano alla riuscita dell'attacco fu data dalla superficialità e inettitudine con cui si mossero le difese dell'isola.

(scusate se riesumo questo topic l'ho visto ora e ma la guerra nel pacifico mi ha sempre interessato molto)

Modificato da Andrew
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