Vai al contenuto

Il verde degli abitacoli dei velivoli USA della 2 GM


Pete57

Messaggi raccomandati

Chi è nel modellismo da più lustri, sicuramente ricorda i giorni in cui le due lattine di “Zinc Chromate” ed “Interior Green” della Humbrol fossero praticamente obbligatorie nel corredo dei “consumables” del modellista che si cimentava nella realizzazione di modelli dei velivoli USA della II GM (ed anche successivi)

 

Le conoscenze erano un tempo molto fumose, ma la teoria generale sembrava essere Interior Green per le zone del velivolo “abitabili” e Zinc Chromate per le altre.

 

Una prima incrinatura al “dogma Zinc Chromate/Interior Green” avvenne con la pubblicazione, sul numero di Ottobre 1997 della rivista FineScale Modeller, di un articolo pubblicato da colui che, a ragione, si può definire uno dei guru dell’argomento: Dana Bell.

 

Dana Bell, pubblicò in seguito un secondo studio su Hyperscale riguardante l’alclad e l’uso della vernice, delle polveri e delle paste alluminio nelle vernici e nei primers, al link http://www.clubhyper.com/reference/aviatio...rprimerdb_1.htm , ed infine un interessante articolo in tre parti sull’argomento venne pubblicato nel 2004 da Martin Waligorski sul sito dell’IPMS Stockholm ai seguenti, tre links:

http://www.ipmsstockholm.org/magazine/2004..._colours_us.htm

http://www.ipmsstockholm.org/magazine/2004...rs_us_part2.htm

http://www.ipmsstockholm.org/magazine/2004...rs_us_part3.htm

 

Con questo post, non ho la pretesa di scrivere la parola definitiva sull’argomento – è forse impossibile come chiunque potrà facilmente comprendere leggendo tutto il post – l’intenzione è quella di condividere le informazioni che ho raccolto sull’argomento insieme ad alcune osservazioni ed interpretazioni personali, che, senza pretese, potrebbero rivelarsi utili nella realizzazione di un modello di velivolo USA della II GM.

 

Allora, la prima cosa da definire è che cos’è il cromato di zinco e quali sono le ragioni per cui viene usato nelle costruzioni aeronautiche.

Senza scendere in dettagli da trattato di chimica, il CdZ (ZNCrO4) è un sale cristallino di colore giallo-verde che viene aggiunto a specifici leganti per produrre una vernice che stesa sulla superficie metallica le conferisce una maggiore resistenza alla corrosione da parte degli agenti atmosferici (alcune fonti la definiscono un “anodizzazione a freddo”).

E’ importente notare che poichè il CdZ non è una tinta vera e propria ma semplicemente un trattamento anticorrosivo, la tinta del colore stesso è irrilevante ed, a seconda del colore del legante specifico (non sempre trasparente) vi erano diverse sfumature nella tinta del prodoto finale, non solo, ma poichè il prodotto stesso, quando ne veniva stesa una sola mano, tendeva ad essere translucido, assumeva tonalità diverse a seconda del colore del metallo sottostante; tutto questo rende alquanto aleatorio il voler definire un equivalente del Fed.Std.595 a questo colore, che generalmente viene comunque considerato molto prossimo al 33481.

 

Il Zinc Chromate Primer sembra essere stata un’ invenzione della Ford Motor Company, alla fine degli anni 20, e venne presto regolarmente adottato dall’aviazione commerciale, ma non da quella militare, come riportato da un memo della Ford datato 6 Ottobre 1930.

 

Alcune brevi note cronologiche riguardanti l’uso e l’adozione del ZCP:

 

• All’inizio degli anni 30, il ZCP viene prodotto anche dall Berry Brothers ed un memo della Linea Aerea Panagra (Pan-American Grace Airways), del 13 Ottobre 1934 nota come il ZCP della Ford fosse in uso da circa tre anni mentre quello della Berry Bros da circa uno.

• Il 3 Dicembre 1934, un memo del Panama Air Depot richiede una fornitura di ZCP: l’Air Corps lo sta usando ormai da almeno un anno con risultati soddisfacenti.

• Il 28 Marzo 1935 viene approvato l’uso del ZCP della Berry Bros, tuttavia non è ancora stata preparata alcuna specifica mentre il materiale si va depositando nelle latte.

• Un memo del 23 Luglio 1935, lista tre ZCP il cui uso è stato approvato, mantre il primer della Ford viene ora prodotto dalla Sherwin-Williams.

• La revisione “G” della specifica 3-100 (3-100G), del 26 Settembre 1936, cita per la prima volta l’uso dello ZCP, tuttavia anche l’uso del precedente primer a base oleosa è ancora approvato.

• Le istruzioni per l’uso del ZCP, notano l’aggiunta di 4 once di polvere d’alluminio per ogni gallone di ZCP da usarsi nella seconda mano da stendersi.

• La revisione “H” della stessa specifica (3-100H) dell’ 11 Agosto 1938, descrive i seguenti colori da usarsi per gli interni:

una mano di primer all’ossido di ferro o al cromato di zinco, seguita da una mano dello stesso primer contenente polvere d’alluminio, oppure, una mano di uno dei due primers seguita da una mano di smalto o vernice alluminio, oppure, una o più mani di vernice bituminosa (il testo originale è bituminous) alluminio. Non vi sono riferimenti particolari alla verniciatura da usarsi per gli abitacoli.

• Un rapporto del 16 Novembre 1938, della Materiel Division alla Marina riporta come l’Esercito stia ormai usando, da diversi anni, esclusivamente il primer al cromato di zinco.

• La pubblicazione TECHNICAL NOTES – NATIONAL ADVISORY COMMITTEE FOR AERONAUTICS, NO. 736, intitolata “TIDEWATER AND WEATHER-EXPOSURE TESTS ON METAL USED IN AIRCRAFT” , del Novembre 1939, lista a pagina 26 quattro ZCP usati nelle prove di corrosione dell’acqua sui metalli usati nelle costruzioni aeronautiche. Due erano prodotti dalla Berry Bros, e di questi uno era designato “Berry Bros. Berryloid Zinc Chromate Primer 316-A” e si conformava alla Specifica della Marina P27b, mentre il secondo era denominato più genericamente “Berry Bros. Berryloid Zinc Chromate Primer” e si conformava alla P27. Quello prodotto dalla DuPont veniva denominato “Dupont Dulux Zinc Chromate Primer P-63-X-48013 e si conformava alla P27b, mentre l’ultimo, prodotto dalla Sherwin-Williams e denominato “Sherwin-Williams Zinc Chromate Primer 25996” si conformava alla P27a.

• Un memo dell’ 1 Febbraio 1941, cancella infine la lista dei primer in base oleosa approvati che vengono tutti sostituiti da quello al CdZ.

 

In dieci anni circa, da oscura invenzione della Ford Motor Company, il ZCP era diventato il primer d’uso da parte dell’aviazione commerciale e militare; stanamente l’industria aeronautica Britannica, pur avendo accesso a queste informazioni durante i regolari scambi tecnici che avvenivano con quella Statunitense, non avrebbe iniziato ad usare il ZCP, prima del 1944 ed il primo velivolo a farne uso sarà il Martin-Baker MB5.

 

Verde per gli abitacoli.

 

In un memo datato 1 Settembre 1936, si riporta come sarebbe desiderabile giungere ad una standardizzazione dei colori da usarsi negli abitacoli: quelli degli A-17 erano verde chiaro, mentre quelli dei C-33 erano di una sfumatura più scura di verde.

Il 29 Marzo 1937, Wright Field raccomanda l’uso di una mano stesa a pennello di vernice o smalto Bronze Green per eliminare il riflesso della luce nel muso dei C-32, C-33 e C-34.

Il 9 Settembre 1938, viene emessa la specifica 98-24113A che lista il colore Yellow Green (ZCP) da usarsi per abitacoli aperti o con chiusura scorrevole e Flat Bronze Green per gli abitacoli chiusi;

il manuale di manutenzione del B-18, datato 15 Agosto 1939, specifica l’uso di una mano di YZC, seguita da una di vernice alluminata per gli interni, mentre i compartimenti piloti ed operatore radio dovevano essere dipinti in Pine Green Duco 246-30966, pannelli antiriflesso (ad iniziare dal velivolo S/N 36-343) in Bronze Green e dettagli ed apparecchiature interne in Light Grey Duco 258-38141 e Dark Grey Duco 258-38142.

La specifica SR-15C, della Marina, del 19 Gennaio 1940, identifica il colore verde da usarsi per gli abitacoli (Cockpit Green) nel “Dull Bronze Green Lacquer Army Color #9”, mentre un memo, sempre della Marina, in data 28 Novembre 1940, nota come la specifica L-12a “...sia stata riveduta sostitiuendo il colore Dull Bronze Green, correntemente usato, con la vernice [Dark Green #30] ...” ed infine, un memo dell’Esercito, datato 17 Dicembre 1940, accetta l’uso del Dull Dark green per gli abitacoli ed i pannelli antiriflesso.

 

Green Zinc Chromate, Tinted Zinc Chromate ecc.

 

Uno dei problemi che il ZCP aveva dimostrato d’avere, era una bassa resistenza ai raggi UV (era molto sensibile alle reazioni fotolitiche) che rese necessario mescolargli dei prodotti che migliorassero queste sue caratteristiche, e così si decise di aggiungere del nero (Lamp Black) o dell’ossido di ferro (Indian Red) nella seconda mano che veniva stesa.

 

La quantità di nero o rosso da stendersi non venne inizialmente codificata dando origine ad una pletora di tinte, solo in seguito il rapporto tra nero e ZCP venne “raccomandato” nelle proporzioni di 1/8 od 1/10 di gallone per gallone di ZCP. La vernice nera poteva essere sostituita da pasta colorante nera nelle proporzioni di 8 o 2 once rispettivamente, inoltre, fino al 1942, venivano aggiunte anche polvere o pasta colorante d’alluminio in proporzioni variabili.

Il 3 Febbraio 1942, per risparmiare l’uso dell’alluminio (il Paese era ora in guerra) un memo della Marina raccomandava l’uso, nella seconda mano di ZCP, di soli Indian Red, Lamp Black, o di un qualsiasi altro “indicatore adatto” (che indicasse ciè che erano state date due mani di ZCP, mediante diversa colorazione); l’Indian Red troverà uso solo presso la Chance-Vought e per un periodo di tempo limitato.

Per la cronaca, non è ancora stato determinato il periodo esatto in cui ai produttori, visto in non-materializzarsi di una crisi nell’aprovvigionamento dell’alluminio, venne permesso di re-introdurre l’uso di polveri/paste d’alluminio, ma sembra che possa collocarsi fra il 1944/1945.

 

Le ditte costruttrici dei velivoli avevano la facoltà di preparare il primer per la seconda mano mescolando i colori da se’ dando origine a tinte che, a seconda della ditta da cui venivano usate, venivano definite ad es. Curtiss Green, Bell Green, ecc, oppure di acquistarlo pre-miscelato dai vari fornitori (Berry Bros, DuPont , Sherrin-Williams, ecc.).

Alcune di questi Cockpit Greens godono di una denominazione “ufficiale” in quanto il nome era testualmente citato nel manuale di manutenzione specifico del velivolo (es. Northrop P-61) altri sono nate dall’esame di particolari velivoli preservati o di relitti che mostravano una marcata deviazione da quelle che erano le tinte comunemente trovate (Bell Green, Curtiss Green).

Fra queste, il Curtiss Green era effettivamente un colore diverso visto che il fornitore, la Berry Bros. impiegava una polvere di “bronzo d’alluminio” che le conferiva una tinta più “marrone”.

 

Bronze Green

 

Come abbiavo qui sopra visto, il Bronze Green fu il primo colore ad essere effettivamente raccomandato per l’uso universale, negli abitacoli.

Come nel caso del cromato di zinco ci troviamo davanti ad un colore che ha preso il nome dal componemte chimico usato per produrlo: il carbonato di rame.

Normalmente associamo il bronzo ad un colore metallico, giallo-rossastro, in realtà la tinta prende il nome dal carbonato di rame che è il verde che vediamo sui monumenti in bronzo dopo che il metallo ha subito l’azione degli agenti atmosferici.

Il colore aveva una finitura semilucida, la cui sfumatura, secondo gli esperti, non ha una collocazione precisa nel Fed Std 595B, essendo intermedia fra il 24050 ed il 24052 ed il suo uso si protarrà – in teoria – fino alla sua sostituzione col Dull Dark Green, sebbene componenti vengano prodotti in questo colore durante l’intero conflitto ed anche negli anni sucessivi.

La Grumman e la Republic ne faranno un uso maggiore, forse perchè entrambe poste a Long Island, in prossimità di un comune fornitore.

Per la cronaca, secondo alcuni, il Bronze Green usato dalla Grumman aveva un tonalità diversa, simile all’ FS 34058.

 

Dull Dark Green

 

Nel 1940 l’Army Air Force iniziò una transizione nei colori mimetici da usarsi sui velivoli, passando da colori temporanei applicati sul campo a colori permanenti applicati dalla casa costruttrice. La Monsanto inviò per analisi un campione della propria vernice verde R641 che si conformava alla tinta No.30, Dark Green, dell’ Air Corps.

La Monsanto apprese che la tinta No.30 non veniva più usata per la verniciatura delle superfici esterne dei velivoli, tuttavia il campione inviato dimostrò di avere caratteristiche antiriflesso superiori a quelle del Bronze Green e la tinta della Monsanto venne perciò adottata ed usata in quelle aree dove era precedentemente usato il Bronze Green.

L’uso del DDG è confermato per gli abitacoli dei Corsairs, degli Avenger delle ultime serie, B-29, P-51 e P-47, ignorando le specifiche che ne prescrivevano la sostituzione, sui velivoli da caccia, con l’Interior Green.

Il chip del 595B più vicino al DDG è il 34092 (il DDG è leggermente più scuro)

 

Interior Green (ANA 611)

 

Nel Settembre 1942, il Bureau of Aeronautics raccomandò la sostituzione del DDG con la tinta che, nelle intenzioni, voleva standardizzare i mixed-greens che venne denominata Interior Green.

Il DDG, pertanto, sparì dall’edizione del 1943 dell’ANA Bulletin 137 e comparve invece, con il numero 611, la nuova tinta che era stata precedentemente denominata Cockpit Green.

La denominazione venne cambiata nel Marzo 1943 ed il numero 611 le venne assegnato in Giugno dello stesso anno.

Per oscure ragioni, ad alcuni produttori di vernici venne specificato di non produrre vernici o smalti o primers in questo colore, poichè il chip era da usarsi solamente sul campo o dal produttore come semplice guida per colorare il ZCP, mentre altri produttori ricevettero ordini di stock di vernici, smalti o primers di questa tinta.

Per complicare ulteriormente le cose, laddove la Marina ufficializzò la transizione prescrivendo l’uso del 611 presso le ditte che producevano i propri velivoli, l’Esercito, pur mantenendo i riferimenti nelle specifiche ufficiali, non lo adottò e, nell’Ottobre 1943, pur notificando ai costruttori che il DDG sarebbe presto stato sostituito dall’ANA611, raccomandò l’uso del DDG fino a che gli standard non venissero rivisti; un mese dopo l’AAF standardizzò invece una nuova tinta denominata Medium Green!

Secondo alcune fonti, il colore 611 non era molto soddisfacente ai fini di ridurre i riflessi ed un memo di Wright Field del 21 Maggio 1943 nota: “La sfumatura dell’Interior Green 611 è considerata più gialla di quella dello zinc chromate pigmentato (cioè il mixed green – ndr) correntemente usato sui velivoli dell’Esercito...”.

Il colore, come già visto, trovò applicazione canonizzata sui velivoli della Navy con l’eccezione degli Helldivers, prodotti dalla Curtis, che continuò ad usare la propria variante del mixed-green (Curtis Green) e dalle ultime serie degli Avengers che usarono il DDG.

Il chip No. 611 dell ANA Bulletin 137 è generalmente considerato molto vicino al 34151 dell’ FS 595B

 

Medium Green

 

Con l’eliminazione del DDG, l’Esercito si ritrovò con la nuova tinta Interior Green 611 di cui non era per niente entusiasta, sebbene le specifiche continuassero a prescriverla per i velivoli dotati di tettuccio trasparente.

Avendo notato come “il riflesso all’interno dei abitacoli si fosse dimostrato essere un serio problema in tutti i teatri di operazione, particolarmente alle quote elevate”, l’Esercito procedette ad emettere, il 17 Novembre 1943, la Army Spec 98-24113B che stabiliva di usare il colore Flat Black No. 604 per tutte quelle parti interne che si riflettevano sui trasparenti (tettucci, torrette, ecc.) e Medium Green No.612 su tutti i compartimenti interni che erano visibili a tutti i membri dell’equipaggio, in volo, e che erano soggetti all’illuminazione diretta da parte della luce solare.

I sedili e le ricoperture in tessuto rimanevano del colore DDG.

L’equivalente FS595B per il Medium Green è il 34092 che infatti deriva proprio dall’ANA No.612.

L’uso di questo colore è confermato per dipingere l’abitacolo dei P-47.

 

Olive Drab

 

L’Olive Drab 41 ed il suo sostituto Olive Drab 613, hanno visto l’impiego in alcune componenti interne ed eccezionalmente per l’intero interno dell’abitacolo (es. Piper L-4).

 

Bell Green

 

Il termine Bell Green o Bell Cockpit Green viene usato per designare il verde usato per gli interni dell’abitacolo dei velivoli prodotti dalla Bell Aircraft Co.

Il colore avrebbe una tonalità più “grigia” rispetto a quello “normalmente” usato e l’unico equivalente FS595B di cui siamo a conoscenza è quello dell’abitacolo dell’ X-1 che secondo i ricercatori dello Smithsonian è il 34094 – cfr http://www.ninfinger.org/models/rms_tips/colors.html

 

Curtiss Green

 

Un memo della Curtiss-Wright del 31 Agosto 1942, riporta che il Berry Brother 174-G-13 è da usarsi come “Curtiss Cockpit Green”.

Il Curtiss Green o Curtiss Cockpit Green avrebbe avuto una tonalità più “marrone” rispetto a quello “normalmente” usato.

C’è molta confusione per quello che riguarda l’equivalente FS 595B di questo colore, ad es., secondo il sito http://www.modelingmadness.com/splfeat/color/cockpits/us.htm era molto simile al “Green RLM 63”.

Le informazioni derivano da un articolo on line di William Reece che si poteva trovare sul sito http://www5d.biglobe.ne.jp/~bunny/william.html che però è ora stato rimosso, ma sono state riprese da diversi siti (es. http://www.arcforums.com/forums/air/index....howtopic=149739 ).

L’autore consigliava di usare l’RLM 63 della Polly S che è denominato GERMAN RLM 63 LIGHT GRAY e che avrebbe un equivalente FS 595B nel 36375: quindi un grigio!

A mio parere, Reece voleva riferirsi invece al GERMAN RLM 62 GREEN, sempre della Polly S, che ha un equivalente nel 34128.

A percezione soggettiva, il 34128 del mio Federal standard Colors fan deck risulta essere un verde medio con componenti grigia e bluastra che però non ha alcuna tonalità marrone!

In un interessante articolo pubbliacto su “WARBIRD DIGEST # 10 SEPTEMBER/OCTOBER 2006” (http://www.courtesyaircraft.com/images/401WH%20P40%20Images/P40%20Article%20in%20Warbird%20Digest%20Issue%2010.pdf ) che descive il restauro di un Curtiss P-40K da parte della Warhawks Inc., nel Minnesota, il coordinatore del restauro, Ron Fagen, descive come egli si sia procurato un catalogo originale della Berry Brothers del 1944 per dipingere l’interno dell’abitacolo il più fedelmente possibile.

Il risultato finale (con tutti i benefici del dubbio nella fedeltà di colore delle immagini pubblicate) non sembra comunque molto diverso dal comune cockpit green usato in altri restauri, ne’ vi si ravvisa la famosa tonalità marrone.

Questo soggetto, a mio parere, meriterebbe maggiori approfondimenti e ricerche, se non altro per il numero di kit del P-40 disponibili in tutte le scale.

 

Northrop Green

 

La formula per ottenere il Northrop Cockpit Green, come citato nell’ Erection And Maintenance del P-61, consisteva in 12 once di smalto mimetico nero AAF 14109 per 1 gallone di ZCP Spec. No. AN-TT-P-656.

Considerando che 1 USGal = 128 fl.oz., le 12 once sono circa 1/10 di gallone e pertanto il risultato finale sarà una tinta prossima all’ ANA 611.

 

 

Tinte prescritte da alcuni manuali di manutenzione specifici.

 

Technical Order (TO) AN 01-40AJ-2, Douglas A-26A/B, Erection And Maintenance Instructions.

Le istruzioni prevedono che tutte le parti ricevano un trattamento con lo “shop primer coating (zinc chromate)” specificando poi che lo stesso shop primer coating dovrebbe essere scurito (il termine originale è “darkened”) con una quantità specifica di smalto nero ad esso aggiunto e deve venire usato su tutte quelle pari che hanno bisogno di uno starto di primer.

Ancora più avanti, il manuale specifica che nessun colore, oltre allo shop primer, è da applicarsi alle superfici interne in alluminio e leghe d’alluminio del velivolo.

Le seguenti parti doveveno invece ricevere due mani di vernice nera, opaca:

• Pannello strumenti

• “Palpebra” del pannello strumenti.

Le parti interne, in legno (es. Tavolino del navigatore) erano dipinte in Bronze Green.

 

La lista dei materiali indica per il primer, che doveva essere scurito per adeguarsi alla specifica AN-TT-P-656 se prodotto dalla W.P. Fuller & Co., ed alla specifica 3-100 I se prodotto dalla Arco Paint Co.

La Douglas era una delle ditte che, conformandosi alle disposizioni, usava efettivamente l’ANA 611 per i velivoli dell’Esercito e questo colore venne usato anche sui vari C-47, C-53 e C-54, ecc. di produzione Douglas.

 

TO 01-20EG-2, Boeing B-17G, Erection And Maintenance Instructions.

Questo manuale premette che tutte le finiture interne, esterne e di dettaglio devono conformarsi alla specifica Boeing No. D-2304 che consolidava la specifica generale dell’US Army No. 3-100-H.

Specifica poi che tutte le superfici della cabina di pilotaggio dovevano ricevere una mano di vernice Dark Green dopo l’installazione. Le paratie della fusoliera e relativi componenti fra le stazioni 4 e 5 ricevevano, dopo la rivettatura, una mano di primer P-27.

La vernice Dark Green specificata per la cabina di pilotaggio, compartimento radio (eccetto il compartimento macchine fotografiche), i compartimenti bombardiere e nevigatore erano “duPont Duco No. 258-38154, Berry Bros. Berryloid bronze green lacquer No. 234G9 or the equivalent”

 

TO AN 01-20EJ-2, B-29, Erection And Maintenance Handbook.

Le superfici interne, di metallo, esposte, della cabina di pilotaggio ricevevano una mano di zinc chromate primer ed una di vernice dark green, in conformità alla specifica AAF No. 14115, Dupont No. 220-34207 o Berry Brothers Berryloid bronze green No. 234G9.

Per inciso, a questo punto è piuttosto chiaro che un B-17G ed un B-29 hanno lo stesso colore nella cabina di pilotaggio se vengono usate le vernici della Berry Brothers, ma non necessariamente se vengono usate quelle della DuPont!

 

Più avanti, il manuale crea ulteriore confusione sulle possibili tinte quando descrive il modo in cui preparare un sostituito per il Dark Green/Bronze Green:

“Una sostituto accettabile per l’interior green (!!! – ndr) si può ottenere colorando (tinting) il zinc chromate primer, Specifica No. AN-TT-P-656, secondo la seguente formula: 1 gallone di zinc chromate primer, Specifica No. AN-TT-P-656 1 gallone di sostituto di toluene Specifica No. AN-T-8 ed 1 gallone (!!! – ndr) di smalto nero Specifica AN-E-3.

Nota: preparazioni commerciali di questa tinta verde possono essere aprovvigionate presso i produttori di primer approvati i cui prodotti siano conformi in tutti i requisiti, eccetto la sfumatura di colore (!!! – ndr) alla specifica No. AN-TT-P-656.”

Mescolate parti uguali di ZCP e nero, di una qualsiasi vernice di modellismo, ed il risultato sarà un colore molto scuro, discutibilmente verde, e lontano dal bronze green, dal dull dark green, dal medium green e dall’ANA 611: provare per credere! (io l’ho fatto usando i LifeColors ottenendo una tinta molto vicina al 35042)

C’è piuttosto da chiedersi se, sulla linea di montaggio, o durante le revisioni, la “formula” non sia stata effettivamente messa in pratica...

 

TO AN 01-35E-2, MARTIN B-26, Erection And Maintenance Instructions.

Il manuale non indica alcun trattamento per le parti, in generale, in alluminio o in leghe di esso.

Un trattamento in ZCP è previsto per le parti in acciaio che vengono a contatto con metalli dissimilari e per tutte le parti in magnesio.

Le uniche parti in cui è prescritta una verniciatura specifica sono le torrette, per le quali sono prescritte tre mani di ZCP secondo la solita specifica AN-TT-P-656, questo forse perchè le torrette erano così già verniciate dal contraente che le forniva (es. Emerson).

Pertanto sembra che l’interno della fusoliera dei B-26, eccetto le torrette, fosse in Natural Metal con componenti nel colore usato dalla ditta specifica che li produceva.

 

T.O. No. 01-60HB-2, North American A-36A, Erection And Maintenance Instructions.

La prima cosa che colpisce nelle specifiche per la colorazione descritte in questo manuale è la confusione che può creare a noi modellisti!

Nella sezione “GENERAL REQUIREMENTS” viene menzionata una tinta “Lemon-yellow” con un asterico che rimanda ad una nota in cui viene spiegato come il nome sia una designazione generale per il ZCP e che per dettagli si debba far riferimento alla pubblicazione specifica, inoltre la stessa sezione prescrive per l’abitacolo un colore “Yellow-green”.

Poco più avanti, nella sezione FINISH MATERIAL SPECIFICATIONS troviamo i seguenti tre “materiali” che sono relativi al nostro argomento specifico:

Lacquer, flat bronze green No.9 AN-TT-L-51

Lacquer, yellow-green 3-100-H

Primer, zinc, chromate AN-TT-P-656

Qui, pertanto, sembrerebbe che il famoso yellow-green fosse semplicemente una vernice (lacquer) che seguiva i requisiti della Revisione H della specifica 3-100 (uno dei tanti mixed-greens?).

Anche l’uso del flat bronze green non è molto chiaro in quanto è da usarsi, in due mani, “...Per l’anti-riflesso dell’abitacolo...”: gli A-36 erano normalmente dipinti in Olive Drab sulle superfici superiori, il che rendeva l’uso del pannello antiriflesso superfluo, è possibile però che, essendo questa revisione dello 01-60HB-2 datata 25 Ottobre 1944, l’uso del pannello antiriflesso si fosse reso necessario dal fatto che i velivoli venivano ora lasciati in natural metal...

 

TO AN 01-60JE-2, North American P51D & K, Erection And Maintenance Instructions.

La colorazione viene indicate in “Interior Green” per tutte le aree che vanno dalla stazione 101 alla Stazione 184, senza alcun riferimento ad alcuna specifica, e con una nota che dice “ E’ da usarsi flat black Spec. AN-E-7.”; il seggiolino va dipinto in Dull Dark Green.

 

TO AN-75FF-2, Lockheed P-38L, Erection Manual

Il manuale prescrive due mani di “yellow-green zinc chromate” per l’abitacolo ed il comparimento bagali con l’eccezione del seggiolino che viene dipinto in “zinc chromate primer” e la pedaliera e pannello strumenti che vengono dipinti in nero opaco.

 

TO AN 01-110FP-2, Bell P-63, Erection And Maintenance

La Bell inizia con lo stabilire che I fogli di lamiera in leghe d’alluminio da usarsi per la costruzione del velivolo possono ricevere una mano di ZCP prima dell’uso e, quando ciò avviene, non c’è bisogno di ritoccare eventuali graffiature e/o scrostature createsi durante i processi di lavorazione per la fabbricazione del velivolo.

La colorazione prescritta per l’abitacolo, incluso il seggiolino, la pedaliera e la blindatura ed ecluso solo il pannello strumenti che va dipinto in nero opaco, è un colore “dull Army-Navy interior green lacquer”.

Non vengono menzionate specifiche cui questa particolare vernice debba adeguarsi, tuttavia l’unica “lacquer” citata nella sezione “PROTECTIVE AND CAMOUFLAGE COATINGS” che non sia specifica alla mimetizzazione esterna è la “Medium Green Camouflage Lacquer, Shade No. 612 of Bulletin No. 157A” conforme alla specifica AN-L-21.

Se ciò è corretto, il famigerato Bell (Cockpit) Green altro non sarebbe che il Medium Green sopradescritto (l’ FS34092 ha, in effetti, una componente grigiastra), questo però non spiegherebbe perchè l’abitacolo dell’ X-1 avesse un colore così diverso (l’ FS34094 è sostanzialmente più verde del 34092), non solo, ma questo colore, come descritto dalla Bell, sembrerebbe essere un colore standard o quantomeno accettato sia dall’Esercito che dalla Marina il che però escluderebbe il Medium Green...

 

Che conclusioni possiamo quindi trarre? La più ovvia è che una forma controllata di caos regnava incontrastata, cosìcche le direttive venivano emesse, accettate ma non sempre fatte rispettare, anzi talvolta ne veniva scoraggiato l’adeguamento!

Non solo, se è vero che, da un lato, i velivoli della Marina, prodotti dopo il 1943, si adeguarono quasi totalmente all’ ANA 611, dall’altro, in una non indifferente parte dei velivoli prodotti per l’Esercito, ciò non si può dare per scontato o adirittura si può tranquillamente escludere.

 

La mancanza iniziale di una “quantificazione” dei componenti usati per “colorare” il ZC “grezzo” portò ad una policromia di tinte, non tutte – suppongo – correttamente documentate, ed anche quando una parziale regolamentazione venne emessa, le ditte costruttrici e/o produttrici di colori non vennero vincolate ad una tonalità di colore che veniva invece lasciato ad un’interpretazione molto libera.

Rimane poi la mancanza di chiarezza riguardo alle “miscele” di colore descritte nei manuali, se venissero considerati primers o invece lacquers, pur essendo il primer la componente maggiore e, qunado specificate come sostituzione della tinta regolarmente fornita dai produttori, se esse si adeguassero al colore che sostituivano anche nella tonalità.

 

Penso che la strada da percorrere per dare una risposta definitiva sia ancora molto lunga e, forse, una risposta definitiva e completa non potrà mai essere data in quanto ci sono troppe “variabili all’equazione” quali dislocazione geografica di una specifica ditta costruttrice di velivoli che determina una scelta nei produttori di vernici più convenienti (vicini), urgenza da parte della forza armata di ottenere un particolare velivolo che porta a deroghe od a scorciatoie nelle regole relative alla verniciatura ed altre ancora, per ridurre le “possibilità di errore” può tornare utile – mai come in questo caso – esaminare foto a colori del particolare soggetto, comunque non dimentichiamo che il nostro è un hobby che comunque dovrebbe essere finalizzato alo svago, all’evasione e pertanto a rilassarci, meglio pertanto non essere ecessivamente pedanti e ricordiamo che, in mancanza di solida evidenza del contrario, nessuno può affermare che la colorazione scelta per un particolare velivolo sia corretta o no...

 

Happy modelling!

Link al commento
Condividi su altri siti

......Che conclusioni possiamo quindi trarre? La più ovvia è che una forma controllata di caos regnava incontrastata, cosìcche le direttive venivano emesse, accettate ma non sempre fatte rispettare, anzi talvolta ne veniva scoraggiato l’adeguamento!

......

Penso che la strada da percorrere per dare una risposta definitiva sia ancora molto lunga e, forse, una risposta definitiva e completa non potrà mai essere data in quanto ci sono troppe “variabili all’equazione” quali dislocazione geografica di una specifica ditta costruttrice di velivoli che determina una scelta nei produttori di vernici più convenienti (vicini), urgenza da parte della forza armata di ottenere un particolare velivolo che porta a deroghe od a scorciatoie nelle regole relative alla verniciatura ed altre ancora, per ridurre le “possibilità di errore” può tornare utile – mai come in questo caso – esaminare foto a colori del particolare soggetto, comunque non dimentichiamo che il nostro è un hobby che comunque dovrebbe essere finalizzato alo svago, all’evasione e pertanto a rilassarci, meglio pertanto non essere ecessivamente pedanti e ricordiamo che, in mancanza di solida evidenza del contrario, nessuno può affermare che la colorazione scelta per un particolare velivolo sia corretta o no...

......

 

Concordo...mi sono permesso di evidenziare le frasi che trovo più significative..!!

 

Nel mio ultimo "lavoro", userò per gli interni il Tamiya XF-71 cockpit green, senza farmi troppe domande sulla effettiva vericidità o meno dello stesso.

Tra le variabili, a meno che non si intenda riprodurre un aereo appena uscito dalla fabbrica, bisogna considerare anche lo sporco, il logorio del tempo degli agenti atmosferici ecc...per chi come me preferisce invecchiare i modelli, trovo sia tempo perso cercare il colore originale perfetto per poi "massacrarlo" con interventi quali lavaggi ad olio diluizioni, schiarimenti dello stesso e così via...l'importante, credo sia avvicinarsi il più possibile a foto (ovviamente a colori) o disegni del modello da riprodurre, e dedicare più tempo non alla ricerca "maniacale" ma magari alla cura dei particolari e al divertimento senza troppe s*g*e mentali.... ;)

Link al commento
Condividi su altri siti

@ oberst-krieger

Grazie e sono contento che ti torni utile.

 

Tieni comunque presente che un vecchio dipendente della Bell intervistato da dei membri di non mi ricordo che branca dell'IPMS USA, ha affermato che, quando la produzione era al massimo, vi sono stati casi in cui si è usato qualsiasi colore disponibile (incluso il nero!!!)

 

Il manuale del P-63, che, suppongo, rifletta la direttiva interna della Bell per quello che riguarda le pratiche di verniciatura del tempo e che quindi potrebbe forse essere applicato alle ultime serie di P-39, dice: "All metal parts such as struts, forks, etc., which form a part of the alighting gear and which are exposed when the gear is lowered, receive two coats of dull Army-Navy interior green lacquer in addition to the coat of zinc chromate primer specified above. Parts and interior of the wheel well are finished with one coat of zinc chromate primer only."

 

Tieni altresì presente che l'Airacobra negli esemplari conservati, non restaurati, mostra diverse veriazioni nel colore degli interni dei vani carrelli, alcuni mostrano adirittura due verdi ed un CdZ giallo!

 

Le gambe di forza ed i sistemi di retrazione ed, in alcuni casi, le portellerie sono quasi sempre verdi i cerchioni invece sono NM.

 

@ kit

 

Concordo con te, però non arriviamo all'estremo opposto: se un determinato componente, da manuale, dovrebbe essere in un verde medio, anche col beneficio dell'usura, l'esposizione agli elementi e tutti i fattori che possono determinarne una deviazione cromatica, rimarrà un verde madio, più chiaro o più scuro, ma mai ad es. un grigio-verde od un giallo verde: non puntigliamoci sull'esatta sfumatura FS ma, allo stesso tempo, cerchiamo di avvicinarci il più possibiloe alla realtà! ;)

 

Happy modelling :D:D:D

Link al commento
Condividi su altri siti

@ kit

.... però non arriviamo all'estremo opposto: se un determinato componente, da manuale, dovrebbe essere in un verde medio, anche col beneficio dell'usura, l'esposizione agli elementi e tutti i fattori che possono determinarne una deviazione cromatica, rimarrà un verde madio, più chiaro o più scuro, ma mai ad es. un grigio-verde od un giallo verde: non puntigliamoci sull'esatta sfumatura FS ma, allo stesso tempo, cerchiamo di avvicinarci il più possibiloe alla realtà! ;)

 

Ovvio.... (non puntigliamoci sull'esatta sfumatura FS) mi sembrava di aver espresso lo stesso concetto....;)!!!

Link al commento
Condividi su altri siti

Il manuale del P-63, che, suppongo, rifletta la direttiva interna della Bell per quello che riguarda le pratiche di verniciatura del tempo e che quindi potrebbe forse essere applicato alle ultime serie di P-39, dice: "All metal parts such as struts, forks, etc., which form a part of the alighting gear and which are exposed when the gear is lowered, receive two coats of dull Army-Navy interior green lacquer in addition to the coat of zinc chromate primer specified above. Parts and interior of the wheel well are finished with one coat of zinc chromate primer only."

 

Tieni altresì presente che l'Airacobra negli esemplari conservati, non restaurati, mostra diverse veriazioni nel colore degli interni dei vani carrelli, alcuni mostrano adirittura due verdi ed un CdZ giallo!

 

Le gambe di forza ed i sistemi di retrazione ed, in alcuni casi, le portellerie sono quasi sempre verdi i cerchioni invece sono NM.

 

Proprio ciò che cercavo :lol: Non ti ringrazierò mai abbastanza Pete! ;)

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...