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Giorni Vinti
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Già. L'Iraq non era la Russia per due principali motivi: Saddam non aveva né armi nucleari e nemmeno diritto di veto al Consiglio di Sicurezza ONU, e questo fa tutta la differenza del mondo, tanto da consentire a Gioggino Jr. di mettere in giro la colossale bufala delle "armi di distruzione di massa" per dare alla pudibonda e ipocrita opinione pubblica occidentale la foglia di fico con cui farle digerire la seconda invasione dell'Irak, totalmente ingiustificabile a differenza della prima. Nel caso russo, il caro zio Vladimir mi sta dando l'impressione di voler perseguire un disegno politico/strategico di portata ben più ampia della semplice annessione di Crimea e Donbass: l'ipotesi - poi magari mi sbaglio - è che il conflitto ucraino possa avere lo scopo di fare da catalizzatore di una nuova polarizzazione planetaria "Occidente contro il resto del mondo" in cui o si sta "di qua" o si sta "di là". Ma in tal caso credo che siano state abbondantemente sovrastimate le credenziali della Federazione Russa per tornare a essere l'attore principale di questa Nuova Guerra Fredda, visto che oggi sulla scena geopolitica vi sono diversi protagonisti - Cina e India su tutti - che hanno potenzialità enormemente maggiori rispetto alla Russia e che non è nemmeno detto che ne condividano gli intenti. Staremo a vedere se la partita ucraina si allargherà realmente, in tal senso o in qualche altra direzione.
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Mah, il supporto di intelligence americano a favore dell'Ucraina è veramente un segreto di Pulcinella. Dal punto di vista pratico la polemica è speciosa e ricorda parecchio l'italica surreale diatriba sulle "armi offensive o difensive" (velo pietoso...). Dal punto di vista politico e istituzionale invece la questione appare decisamente più concreta e legittima, esattamente come lo è la richiesta di riferire in Parlamento fatta da alcune forze politiche italiane al capo del governo, il quale nicchia per non correre il rischio di presentarsi di fronte a Biden con margini di movimento ristretti da eventuali mozioni votate alle Camere. Niente di nuovo sotto il sole. Nei sistemi democratici gli esecutivi non possono fare di testa loro ma devono rendere conto alle assemblee parlamentari. Problema che al Cremlino non sussiste. O meglio, se c'è qualcuno a cui il caro zio Vladimir deve rendere conto, non credo che questo qualcuno segga in un'assemblea di rappresentanti del popolo.
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Non è detto che sia affondata. Ma anche se è stata "solo" colpita, i casi sono due: o i missili antinave sono arrivati a un livello di efficienza inaspettato oppure vuol dire comunque che le difese di punto e i sistemi di allarme precoce della nave sono inadeguati e/o gestiti da personale inadeguato. Chissà perché, mi viene in mente Chernobyl.
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Rumors (non ci sono ancora conferme ufficiali) riportasti da Tom Cooper sulla sua pagina Facebook.
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Sempre a proposito di mercato nero, qui https://www.youtube.com/watch?v=Pz6-MCpdYZY&ab_channel=AldoGiannuli trovano spazio diverse previsioni di massima sullo stato dell'economia russa messa sotto pressione dallo sforzo bellico e dal conseguente isolamento internazionale, alcune delle quali mi lasciano un po' perplesso, ma vi sono alcune considerazioni interessanti proprio su cosa comporterebbe la scelta di pagare l'energia in rubli o in valuta pregiata in termini di inflazione. Forse l'ipotesi di servirsi della mafia locale per procurarsi rubli a prezzo più basso rispetto ai canali ufficiali è un po' forzata perché a tutti gli effetti si tratterebbe di una vera e propria operazione di riciclaggio, ma è anche presumibile che in tal caso le transazioni non avverrebbero certamente in vicoli oscuri ma tramite "opportuni" canali bancari. Tuttavia il senso complessivo del discorso resta il fatto che la guerra, da sempre estremamente costosa per le finanze dei partecipanti, finisce quasi sempre per determinare la vittoria del più ricco e la sconfitta del più povero a eccezione dei casi in cui è l'asimmetria del conflitto a far mettere in secondo piano le potenzialità economiche dei contendenti (caso di scuola: l'Afghanistan). Ma in questo caso il conflitto non è asimmetrico, cosa che mette ancor più sotto stress il sistema produttivo dei belligeranti a causa dell'elevato tasso di perdite di costosi materiali, e i contendenti veri non sono Russia e Ucraina ma Russia e Occidente.
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Mi sto chiedendo anch'io, presumo come tutti, quali scenari politici potranno essere determinati dal proseguimento delle ostilità in Ucraina. Ovviamente il focus è sull'amministrazione USA, ove forse si tende a sopravvalutare troppo il ruolo della presidenza, che NON può "fare e disfare" a suo piacimento come un qualsiasi Kim Jong-un. Sbaglierò, ma a Washington non mi pare di vedere particolari avvisaglie di reale instabilità politica nel medio termine. La "lobby degli armamenti" ha stappato champagne il 24 febbraio e si sta già leccando i baffi al pensiero delle ricche commesse che stanno arrivando e che se la guerra non cessa continueranno ad arrivare, e gli apparati del deep state non possono che vedere con favore la spaventosa erosione dell'economia russa e il complessivo peggioramento della salute dell'economia europea, che dall'altra parte dell'Atlantico sono viste ENTRAMBE come competitors a prescindere dalla rispettiva collocazione geostrategica.
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Gli mbt restano e resteranno indispensabili quando si deve sfondare un fronte fino a quando non si troverà qualcos'altro di "meglio", cosa che al momento non vedo all'orizzonte. Poi su tutto il resto si può discutere alla luce dell'evoluzione della tecnologia.
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Sarei anch'io curioso di approfondire un po' di più gli aspetti economici e finanziari di questo conflitto, su cui non ho specifica preparazione. Per esempio, si ipotizzano scenari di crollo verticale del potere di acquisto del rublo se Mosca insistesse a non voler più accettare dollari come pagamento per gas e petrolio. E stante l'intenzione dell'amministrazione Biden di erogare all'Ucraina "finanziamenti di guerra" per circa 30 miliardi di dollari (una somma enorme, che da sola rappresenta circa la metà del budget difesa russo ma che coprirebbe non più di quattro-cinque mesi dei costi che l'Ucraina sostiene per continuare a resistere militarmente), mi chiedo per quanto tempo la Russia stessa può continuare a sostenere i costi del conflitto.
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Sì, ero già andato a riguardarmelo, ma non ho nemmeno ritenuto necessario citare quel 20% (a star stretti) di fondi che "evaporano" perché in fin dei conti - anche senza tenerne conto - i numeri parlano già abbastanza chiaro. L'apparato nucleare costa e sono costi incomprimibili perché, anche se per ipotesi lo si volesse ridurre drasticamente, sono elevatissimi anche i costi di tale operazione. Per non parlare dei costi e dei tempi dell'addestramento, al giorno d'oggi mandare centinaia di migliaia di uomini al fronte non è che lo si possa fare semplicemente dandogli una divisa, un elmetto e un fucile e spedendoli in trincea come in Russia si fece nella WWII. Certo, se poi a tutto questo aggiungiamo il limite strutturale della corruzione e delle tangenti... amen.
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Più che altro, direi eccessivo ottimismo e sovrastima delle potenzialità dell'attuale "sistema Russia" basandosi solo sulla teoria senza tener conto della lesson learned del campo. Quelli in ogni caso sono numeri da economia di guerra, una cosa che la Russia di oggi non è in grado di permettersi a meno di mandare in rovina la sua economia almeno per i prossimi due decenni. E se vogliamo parlare di numeri, basta guardare il budget annuale della difesa russa (circa 62M$) e paragonarlo non dico a quello USA (inarrivabile per tutti) ma semplicemente a quello italiano (29M $, comprendendo anche i CC). I russi spendono il doppio di noi ma in quel budget deve rientrare anche la costosissima manutenzione dell'arsenale atomico.
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Qualche considerazione sparsa. Per quanto riguarda rateo di consumo dei vettori missilistici temo che l'estensore dell'articolo abbia allegramente omesso la TERZA ipotesi, ovvero che al Cremlino abbiano una "certa urgenza" di indebolire le difese ucraine e stiano quindi dando fondo alle scorte per semplice disperazione. Inoltre, se è vero che a Mosca rigurgitano letteralmente di armamento di caduta di precisione, perché non lo utilizzano? Poi, in riferimento alla capacità produttiva di mezzi corazzati, anche ammesso (e non concesso) che le stime in questione siano verosimili, tutti quei mezzi devono essere portati al fronte (e qui già entriamo in un ambito critico) e anche utilizzati, il che significa che serve personale adeguatamente formato sia per la efficace conduzione di tali assetti sul campo di battaglia e sia per la loro manutenzione. I riservisti? Suvvia, non scherziamo.
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In ogni caso, la riuscita di questo attacco è un'ulteriore conferma che da parte russa la gestione delle operazioni è disastrosa. Partendo dal presupposto che sin dall'inizio abbiano - a giusta ragione - considerato l'isola un obiettivo di rilevante importanza tanto da occuparla nelle primissime fasi delle ostilità, mi sarei aspettato la presenza di un qualche tipo di protezione attiva (SAM) o passiva (fortificazioni, ecc.) per tutelare l'avamposto da eventuali attacchi. Forse si sono sentiti erroneamente troppo sicuri e ne pagano il prezzo. Adesso, e fino a quando il sito continuerà a rientrare nel raggio d'azione dei vettori ucraini, per i russi si può considerare degradata la possibilità di acquisire informazioni in tempo reale riguardante quello che succede sullo spazio aereo circostante e sul traffico marittimo nel mar Nero sino alla base NATO di Costanza.
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E buonanotte. Questa notizia che leggo sul sito di Tom Cooper, se confermata, può effettivamente essere considerata la più significativa della giornata, sia per le conseguenze di aver accecato i sistemi di intelligence russa sull'isola dei Serpenti e sia per l'ipotesi dell'utilizzo degli M142 HIMARS. Rimane da capire se siano stati utilizzati come vettori i razzi M26 oppure gli MGM140 ATACSM. Questi ultimi, se effettivamente sono stati forniti agli ucraini, faranno dormire sonni molto agitati ai generali russi.
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Grazie per la opportuna precisazione, non lo sapevo. Se non di secoli, stiamo comunque parlando di anni, suppongo?
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Nel contesto attuale ucraino, l'utilizzo di armi nucleari non ha alcuna logica (il che non basta, purtroppo, per essere ragionevolmente certi che non verranno utilizzate). In ambito tattico, sul fronte al momento non esistono concentramenti di forze ucraine talmente rilevanti da giustificarne l'utilizzo in alternativa ad attacchi aerei o terrestri convenzionali, per non parlare poi delle conseguenze sia in termine di contaminazione di lungo periodo del territorio (che diventerebbe non solo inabitabile ma anche inaccessibile per secoli) e sia di diffusione in atmosfera di radioattività (che comporterebbe il pericolo di contaminazione di aree vastissime anche in territorio amico o addirittura in Russia). Mentre un utilizzo prettamente terroristico dell'arma atomica (colpire una città) sarebbe una follia politica.
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Che disdetta. E che impertinenza da parte degli ucraini. Insomma, gli si offre l'opportunità di terminare la guerra il 9 maggio e loro niente, la buttano via come carta straccia. Senza questo comportamento irragionevole, il 9 maggio decreterebbe la cessazione delle ostilità, il sol dell'avvenire tornerebbe a risplendere, gli uccellini a cinguettare e i campi di grano a fiorire. [ disclaimer: scusate, ma ho deciso di portare anche nel web occidentale reazionario e plutocratico la voce della verità, di cui qui possiamo vedere un ammirevole esempio: Новости. ЛНР: возвращение к мирной жизни // Смотрим (smotrim.ru) ] A parte il fatto che quei mezzi costano un botto (ne sappiamo qualcosa anche noi, che abbiamo saltato un paio di generazioni di caccia prima di poter dotare la linea di volo A.M. di mezzi bellicamente credibili), i paesi citati sono considerati politicamente stabili e affidabili (Israele, Singapore) oppure vengono riforniti di materiale moderno senza lasciar loro la completa libertà di utilizzarli (vedasi per esempio la fornitura di caccia F-15 all'Arabia Saudita).
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Elenco di alti ufficiali russi caduti "in circostanze speciali"... Le alte cariche dell'esercito russo che hanno perso la vita in Ucraina (msn.com)
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Intanto, sul campo... https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2022/04/30/mosca-caccia-ucraino-colpisce-villaggio-russo_167fd5c6-efee-43c9-ad0d-52158a1a9915.html Una figura veramente pessima per la difesa aerea russa. E meno male che l'aviazione militare ucraina "non esiste più". E stando a Tom Cooper... https://medium.com/@x_TomCooper_x/ukraine-war-27-28-april-2022-ceb56f742e3 almeno per me risulta del tutto impossibile cercare di individuare un filo logico o decifrare una qualsiasi prospettiva strategica di ampio respiro per quanto riguarda la conduzione delle operazioni da parte russa. Sara sicuramente un mio limite. Quello che non comprendo è cosa pensano di fare con forze così disaggregate, numericamente limitate, malamente coordinate con il supporto tattico aereo. Al confronto, la Regia Marina e la Regia Aeronautica della WWII rappresentano un modello di integrazione. Gli ucraini invece un pensiero strategico ce l'hanno. Può essere magari discutibile o criticabile, ma almeno c'è.
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Sì, questo è possibile ed è anche già successo: per esempio, dopo Versailles e le durissime condizioni armistiziali imposte alla Germania, nei tedeschi si scavò un solco di risentimento che fu puntualmente sfruttato da Hitler per prendere il potere. Di contro, se guardiamo nel nostro attuale orticello, al verificarsi di qualsiasi sacrificio che ci dovesse venir imposto in collegamento - vero o presunto - con la crisi ucraina, noi italiani ce la prenderemmo prima di tutto col NOSTRO governo. E anche questa è una cosa che in effetti sta già succedendo. Quindi proprio non saprei come potrebbero reagire i russi ad un progressivo aggravarsi della crisi economica del paese: posso solo ipotizzare in maniera molto generica che nelle zone rurali vincerebbe il nazionalismo e nel tessuto sociale urbano culturalmente più evoluto aumenterebbero le critiche nei confronti del Cremlino.
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Sì, questo è vero, ma il cessate il fuoco comporterebbe probabilmente una accelerazione nelle trattative diplomatiche, il che a seconda della "malleabilità" russa potrebbe comportare una rimodulazione verso il basso delle sanzioni. In uno scenario di guerra aperta invece porterebbe nel giro di pochi mesi a criticità piuttosto importanti per l'economia russa: penso per esempio a generi di prima necessità come i medicinali, cose che non puoi nascondere tanto facilmente alla popolazione. Un grosso rebus.
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Sarà interessante, in tal caso, osservare come verrà giustificato questo completo rovesciamento di prospettiva rispetto al fatto che la guerra contro l'Ucraina sia stata insistentemente presentata sin dall'inizio con la surreale definizione di "operazione militare speciale". Nei fatti, Putin sconfesserebbe platealmente sé stesso di fronte al mondo. Io comunque continuo ad avere la sensazione che al Cremlino si desideri chiudere il pasticcio ucraino il più rapidamente possibile e che non si consideri come un'opzione accettabile l'ipotesi di proseguire le ostilità al di là di un arco temporale di 2-3 mesi o giù di lì. Andare oltre porterebbe la Russia in uno scenario di particolare fragilità economica e finanziaria, poiché le sanzioni occidentali farebbero sentire i loro effetti in misura sempre maggiore. Inoltre, dichiarare formalmente la guerra comporterebbe una maggiore difficoltà a fare passi indietro rispetto allo status attuale in cui i russi, se ipoteticamente lo volessero, potrebbero semplicemente ritornarsene a casa e amen. Se invece dichiari la guerra, poi devi anche negoziare la pace. E i negoziati si fanno in due.
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Togliete il cellulare a Gerasimov, altrimenti vi giocate pure lui...
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Ma guarda che il caro zio Vladimir ce l'aveva eccome, il piano: invadere l'Ucraina, farne crollare le istituzioni politicamente rappresentative, mettere in fuga il governo legittimo, sostituirlo nel giro di pochi giorni con un pupazzo pari al bielorusso dirimpettaio e celebrare la vittoria il famoso 9 maggio sulla piazza Rossa. Tuttavia questo piano è crollato miseramente perché, come l'evidenza ci ha poi mostrato, si basava su presupposti completamente sballati. Quello che invece mi stupisce è l'assenza - a quanto pare - di un piano B, ovvero di una exit strategy che gli possa consentire di uscire dal pantano ucraino senza rimetterci la faccia e pure la ghirba. Al momento, guardando sia l'evoluzione dei movimenti a livello diplomatico sia quello che avviene al fronte, tutto sembra indirizzare le previsioni verso un "all-in" da giocarsi nel futuro immediato sul campo di battaglia e non al tavolo delle trattative sia da parte russa sia da parte ucraina.
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Essendo Taiwan un'isola, per conquistarla ci devi arrivare dal mare e la Cina non ha naviglio a sufficienza per portare a termine una simile impresa. Riguardo l'Europa, per un ipotetico intervento militare diretto oltre che di supporto la questione è di volontà politica più che di capacità militare, quindi senza la discesa in campo della NATO, che è l'unico soggetto dotato di reali capacità joint e di una catena di comando riconosciuta a tutti i livelli politici, trovo che sia altamente improbabile che a livello UE possa determinarsi e mantenersi la necessaria coesione. Una guerra non è uno scherzo che si possa far digerire facilmente alla popolazione, e per un sistema democratico già è difficile compattarsi a livello nazionale, figuriamoci in un contesto sovranazionale.
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L'unico reale vantaggio di cui godono i russi è il fatto che - in teoria - essendo loro ad avere in mano l'iniziativa contro un avversario che non sembra disporre della capacità di impostare controffensive di teatro ma che al momento si limita e difendersi, avrebbero la possibilità di concentrare notevoli forze in un determinato punto del fronte da sfondare per poi penetrare in profondità nel cuore del territorio avversario. Il che è esattamente l'opposto di quello che sembra stiano facendo. Evidentemente si sono resi conto anche loro di non avere la capacità logistica e le risorse necessarie per fare questo tipo di azioni.