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Obiettivi di Athens

Colonnello (7/11)
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Reputazione Forum
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Una caratteristica costante del comportamento degli "Uomini del Destino", in ogni luogo e in ogni epoca, è il fatto di scegliersi accuratamente uno staff composto soprattutto da imbecilli conclamati, quindi palesemente incapaci di far loro ombra. L'imbianchino austriaco, il baffone sovietico e il nostrano mascellone ne sono storicamente "illustri" esempi. Donald Trump non poteva fare eccezione. In questo caso però esiste il pericolo strettamente connaturato alla struttura democratica delle istituzioni statunitensi, che in caso di visita di San Coccolone al suddetto Trump non porterebbe al crollo della sua amministrazione ma al subentro alla Casa Bianca da parte di questo insigne statista.
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Dopo parecchio tempo di analisi alquanto divergenti, anche Capitini appare abbastanza allineato sulla stessa visione del colonnello. Entrambi concordano sull'imprevedibilità di Trump e non escludono che un prolungamento della attuale sostanziale indifferenza (o anche indisponenza) del Cremlino rispetto alla mediazione americana possa portare l'inquilino della Casa Bianca a reazioni pesantemente punitive nei confronti di Mosca, tornando a fornire un supporto massiccio all'Ucraina (ammesso che sia mai stato realmente "massiccio" in passato). Ok, questa è una possibilità da non escludere, considerando l'umoralità di Trump. Tuttavia, né Stirpe né Capitini sembrano prendere in considerazione l'ipotesi OPPOSTA: ovvero, che l'esigenza della Casa Bianca di mantenere la promessa fatta urbi et orbi di porre fine "in un modo o nell'altro" al conflitto ucraino possa convincere Trump - a cui dell'Ucraina frega il giusto - a mollare definitivamente Zelenskyj, che è il più debole e vulnerabile fra i due contendenti, e a metterlo di fronte al fatto compiuto di accordi russo-americani fatti sulla pelle degli ucraini. Sarebbe una porcata non meno schifosa degli accordi del '38 fra Baffetto e le diplomazie europee, con i cecoslovacchi che in corridoio e col cappello in mano attendevano terrorizzatyi di conoscere il loro destino. Quei due fenomeni (da baraccone) di Chamberlain e Daladier tornarono in patria sventolando il testo degli accordi di Monaco e annunciando trionfalmente che "la pace era salva". Non mi stupirei per niente se Ciuffettone facesse esattamente lo stesso pur di salvare la sua, di faccia.
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Le dimensioni spazio, intelligence e logistica vedono ancora gli USA in grande vantaggio, e non si comprende come si possa colmare questo gap in tempi rapidi. Il problema principale è quello.
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Spiace dirlo, ma a quanto pare l'Ucraina può solo accendere un cero a San Coccolone. Lungi dal determinare un abbassamento della tensione, ogni singola diminuzione del supporto statunitense a Kiev costituisce de facto un aumento dello squilibrio di forze in favore di Mosca e un incentivo per il caro zio Vladimir a continuare la guerra per conquistare la vittoria(*) sul campo, al netto di quanto potrebbe mettere in campo l'Europa per rimediare almeno parzialmente a questo stato di cose. (*) il termine "vittoria" ovviamente non ha più nulla a che vedere con gli obiettivi pomposamente dichiarati il 24 febbraio 2022, atteso che non vi è stata alcuna "denazificazione" (il governo legittimo non è stato scalzato da un pupazzo in stile Lukashenko), non vi è stata alcuna "demilitarizzazione" (le forze armate ucraine continuano a esistere) e non è ancora stato conquistato nemmeno uno straccio di capoluogo di oblast nel Donbas.
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Non so se è una leggenda metropolitana, non ho seguito in maniera estesa la discussione ufficiale sull'F-35, ma ho avuto più occasione di leggere che, a parte i noti vincoli politici sulla riespostazione di tecnologie made in USA, i nostri F-35 sarebbero anche soggetti operativamente (tramite la fornitura di veri e propri codici di accesso all'utilizzo del suo software ogni volta che l'aereo deve essere utilizzato) e/o politicamente ad autorizzazioni all'uso provenienti da parte USA. Se qualcosa del genere corrispondesse a realtà, sarebbe una ragione in più per svincolarsi da questi lacciuoli e "comprare europeo" per garantirsi la completa libertà di azione.
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L'importante è che degli 800 miliardi citati dalla Von der Leyen NEMMENO UN CENTESIMO venga speso oltre Oceano. Dall'industria della difesa degli Stati Uniti non dovremmo più comprare nemmeno una misera cartuccia 22LR, e che sia Ciuffettone a grattarsi la rogna di cui in un modo o nell'altro dovrà rendere conto al comparto industriale militare. Idem, anche prescindendo dalla questione ucraina, dovrebbe valere per le sanzioni europee verso la Russia: non vanno diminuite ma ampliate al massimo, perché non bisogna consentire ai russi di sfruttare gli utili provenienti da una eventuale ripresa del commercio con l'Europa per riarmarsi e risistemare i conti disastrati dalla folle avventura ucraina.
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Se guardiamo ai dati oggettivi, per gli USA fare affari (terre rare comprese) in Ucraina è materialmente impossibile se non vi è l'assenso del governo di Kiev e (soprattutto) se non si arriva a una pacificazione vera, non a un cessate il fuoco aleatorio. Nessuno è così matto da immaginare di investire in un paese in guerra o in preda a instabilità... a meno che l'investimento non abbia il preciso obiettivo di VINCERE la guerra. E non è questo il caso, nella attuale visione della diplomazia americana. Partendo da questo presupposto dovremmo quindi dedurre, secondo logica e buon senso, che una partnership politico-strategica di lungo periodo sia interesse comune di USA e Ucraina: Zelenskyj infatti è disponibile a condizione che si arrivi alla pacificazione di cui sopra, il che non è una pretesa assurda ma una conditio sine qua non per le ovvie e banali ragioni già esposte. Ora, se Ciuffettone da questo orecchio non ci sente, c'è da chiedersi il perché di una posizione oggettivamernte assurda: col rasoio di Occam, dovremmo (purtroppo) giungere alla conclusione che l'obiettivo primario di Washington non è il business con l'Ucraina e che l'accordo capestro e irricevibile per le terre rare proposto a Kiev senza garanzie di sicurezza per l'Ucraina è solo una scusa - pro domo propria - per uscire dal ruolo di "mediatore imparziale" dando a Kiev tutta la colpa del "fallimento" e dedicarsi ad altro, cioè a segare l'asse Russia-Cina che anche a Putin sta palesemente stretto essendo il Cremlino al momento solo lo junior partner di Xi Jinping.
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Volendo rimanere (con uno sforzo sovrumano) il più freddo possibile di fronte al terrificante teatrino messo in atto dai due yankees, posso solo prendere atto che oggi Zelenskyj ha dimostrato dignità da vendere e coraggio pari a quando chiese "munizioni, non un passaggio", offrendosi pubblicamente come agnello sacrificale di fronte ad accuse infamanti e a deformazioni della realtà degne del Volkischer Beobachter. Tutto questo gli è servito per portare a casa un paio di risultati politicamente non disprezzabili: 1. la dimostrazione plateale, di fronte a tutto il mondo, che a Trump (scusate il termine) e al suo galoppino Vance (scusate la volgarità) non può essere riconosciuto il ruolo di mediatori equidistanti nella crisi ucraina, e 2. la solidarietà dell'opinione pubblica occidentale e di quella ucraina, potendo affermare a buona ragione di aver fatto tutto il ragionevolmente possibile per evitare lo strappo con gli USA. Non è molto, ma è meglio di niente. Ora sarà bene che la diplomazia ucraina cominci a tessere una nuova tela con Cina e Unione Europea, che sono gli attori geopolitici logicamente ostili alle trame comuni dello psicopatico arancione e del criminale del Cremlino. E' complicato, bisogna vedere chi ci starà. Gli USA, peraltro, hanno gettato la maschera e oggi possiamo prendere atto che agiscono con finalità che non hanno nulla a che vedere con il raggiungimento dell'obiettivo di una pace giusta e duratura, essendo portatori del colossale conflitto di interessi costituito dal progetto di staccare la Russia dall'abbraccio cinese e staccare la Cina dalla protezione dell'ombrello nucleare russo.
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Se non si trattasse di una disputa in ambito politico ma di carattere esclusivamente giuridico civilistico, dovremmo considerare le pretese di Ciuffettone di riavere indietro talleri e sesterzi come una demenziale follia. Non esiste da nessuna parte, nel pianeta della logica e del diritto, che a un atto di ponderata e consapevole liberalità possa far seguito la richiesta di riavere indietro (e per giunta con interessi da strozzino) quanto già elargito. Sempre secondo logica, Ciuffettone dovrebbe - caso mai - prendersela con l'amministrazione Biden che ha preso tale decisione. Da parte di Kiev l'unica risposta appropriata dovrebbe essere un aristocratico gesto a ombrello.
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Probabilmente è ancora presto per poter trarre conclusioni di carattere "dottrinario" dagli insegnamenti della guerra in Ucraina, il cui quadro è abbastanza peculiare e caratterizzato da "stranezze" dovute allo specifico contesto in cui: 1. è sostanzialmente venuto a mancare l'apporto di una delle componenti fondamentali della guerra moderna, ovver l'arma aerea, 2. il conflitto si è trasformato abbastanza rapidamente da dinamico a statico e 3. si è affermato il drone come sostituto della fanteria. Non sappiamo se queste peculiarità si confermeranno come trend anche in futuro oppure rimarranno confinate a un contesto con bassa probabilità di ripetersi.
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A quanto pare, Ciuffettone ha letteralmente rimproverato Zelenskyj di aver "iniziato la guerra" tre anni fa. Siamo oltre il ridicolo, siamo alla negazione dei fatti e al ribaltamento della realtà. A breve probabilmente apprenderemo anche che il 1° settembre 1939 furono i polacchi a invadere la Germania e che l'incidente di Gleiwitz non era affatto una montatura messa in atto da Goebbels ma un vero e proprio perfido polacco tentativo di assalire il pacifico e inoffensivo popolo tedesco. Francamente, comincio ad avere la nausa di queste quotidiane sceneggiate da bettola dove vale tutto e il contrario di tutto. La cosa più surreale è l'assordante silenzio dell'opposizione democratica negli States.
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Interessanti e lucide considerazioni del Col. Stirpe, al cui confronto viene palesata ancora una volta l'infima e imbarazzante qualità dei nostrani pseudoanalisti-tuttologi che si pavoneggiano e arringano su talk show, social e giornali. https://www.facebook.com/oriogiorgio.stirpe.5/posts/pfbid02YbjEfA4ASdKBjb39VLpxU8nu43MwZLntQ1t7zFiM1g7hACXBBrWcfSZDNQaR6k3Sl Nel frattempo anche il presidente Mattarell, solitamente molto misurato, a Putin non gliel'ha certamente mandata a dire, paragonando l'aggressione russa in Ucraina ai metodi del nazismo. https://video.corriere.it/cronaca/putin-trump-musk-il-discorso-piu-duro-e-angosciato-di-sergio-mattarella/0027b87b-38e3-4fe1-8b06-de305b8c2xlk
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Il punto focale è senza dubbio il fatto che l'Europa, sia come Unione Europea che come costola continentale della NATO, non è un attore rilevante nella crisi ucraina. Da questo punto di vista la posizione americana sprezzantemente critica appare persino comprensibile: ci facciamo crescere una guerra praticamente in casa senza avere un piano B e senza nemmeno mostrare di avere un piano A, nonostante le avvisaglie di questa crisi si siano palesate da almeno un decennio? Abominevole. Le cause di questo disastro sono note, inutile ripercorrerle, ora però proprio Kiev potrebbe diventare l'ago della bilancia se da Washington decidessero di tirare troppo la corda. Dal punto di vista degli ucraini, non si comprende per quale ragione dovrebbero rassegnarsi a regalare a Ciuffettone i gioielli di famiglia (risorse minerarie) come "pagamento" di quanto già fornito dagli USA rassegnandosi nel contempo a vedersi comunque tagliati gli aiuti militari. Non mi sostieni più? Beh, allora prima di tutto non ti pago, e seconda di tutto le mie terre rare le dò a tedeschi, polacchi o persino ai cinesi. Se la geopolitica va gestita come se fosse il mondo degli affari, a brigante... brigante e mezzo. Stessa postura nei confronti di Ciuffettone dovrebbe assumere l'Europa, se fgosse capace di parlare con una voce sola: se non vuoi più essere il primus inter pares nel sostenere l'Alleanza Atlantica, non ti compriamo più nemmeno una cartuccia 22LR. Poi con il tuo comparto industriale militare le rogne te le sbrighi tu e vediamo quanto duri alla Casa Bianca.
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Beh, Hegseth ha detto una cosa ovvia a prescindere dalle sfumature di contorno: trattato alla mano, l'Ucraina oggi non può entrare nella NATO perché è un paese in guerra, e nell'attuale contingenza non potrebbe entrarvi nemmeno se fosse in pace perché Fico e Orban si metterebbero di traverso anche senza bisogno di chiamare in causa l'amministrazione americana. Ma la NATO continuerà a esistere anche dopo Trump, Putin, Hegseth, Fico e Orban, e la guerra in Ucraina prima o poi finirà.
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I nodi, prima o poi, vengono al pettine. E in politica, quando si crea un vuoto, qualcuno o qualcosa lo occupa sempre, inevitabilmente. L'Europa, gigante economico dai piedi d'argilla e ridicolo nano politico, non poteva aspettarsi che la sua totale irrilevanza durasse a lungo senza che altri occupassero lo spazio che in teoria le sarebbe dovuto spettare se non si fosse ostinatamente rifiutata di creare un soggetto capace di parlare con una voce unica e credibile. Leggendo la dichiarazione di Ciuffettone si comprende chiaramente il disegno strategico di riportare il baricentro della Russia verso ovest al fine di staccarla il prima possibile dall'abbraccio di Pechino, che è il vero nemico di Washington e che lo sarà sempre più negli anni a venire. Il rischio concreto è che il prezzo di questo riavvicinamento, che appare perfettamente logico nell'esclusivo interesse statunitense, debba pagarlo l'Ucraina prima e l'Europa poi.