L'impero romano non e' crollato perche' "non aveva niente da conquistare". L'occupazione militare o politica di un territorio e' una fonte di guadagno costante, tra dazi, imposte piu' o meno occulte, decisioni politiche. Quando l'impero romano crollo' (che avvenne in un lasso di tempo di qualche secolo comunque), Roma era ampiamente la citta' piu' ricca e prospera probabilmente del mondo di allora.
A segnare la fine dell'impero non fu un tracollo economico, ma un'oligarchia dominante (l'allora aristocrazia) che perse del tutto la sua primaria ragion d'essere. Tant'e' che il primo ruolo e DOVERE dell'aristocrazia era proprio la Guerra, come da sempre nell'ideologia tripartitica dei popoli indoeuropei poi ripresa in un ottimo libro di Dumezil. La storia di Roma e' molto complessa e dura l'arco di quasi mille anni. La perdita di identita' in un impero sempre piu' eterogeneo, la ricchezza e il lusso sfrenato, il meticciato tra popolazioni e la diffusione di malcostumi gia' evidenziata e condannata da Tacito qualche secolo prima segno' il lento declino dell'impero Romano fino alla complete disgregazione.
La stessa cosa in piccolo avvenne durante la Rivoluzione Francese. Con l'aristocrazia francese ridotta a mignotte e festini che si lascio' ghigliottinare da una borghesia sempre piu' ricca e agguerrita (ma piu' vuota e stupida) da cui venne difatto sostituita.
In ogni ambiente diplomatico, in qualsiasi accordo commerciale, qualsiasi disputa internazionale, qualsiasi contratto industriale estero la potenza militare viene soppesata. Questo accade da sempre e per sempre. E' inutile fingere di cascare dalle nuvole in una sorta di pacifismo stupido piu' o meno inculcato dal dopoguerra in avanti. La verita', verificabile da chiunque, e' questa. Ed e' proprio per questo motivo che gli USA INVESTONO nel settore militare tre volte i paesi dell'unione europea messi assieme.