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ROSSETTI BRUNO

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Tutti i contenuti di ROSSETTI BRUNO

  1. Girano voci su un imminente attacco islamico alla Giordania La cosa mi sembra strano perché l'esercito Giordano gode di una buona fama
  2. Dopo aver letto l'articolo mi chiedo 2 cose: 1) Come faranno a distinguere i ribelli "Buoni"?; 2) Che garanzie hanno che questi "nuovi" 5.000 combattenti non passino armi e bagagli a Sisi come quelli dell'anno scorso? Saluti
  3. E' finalmente cominciata l'offensiva di primavera promessa in autunno dal comando USA, Si vedono i primi effetti RAMADI E' caduta .......IN MANO AI JIHADISTI!!!!!!!!!!!
  4. Pur essendo per lo più d'accordo con te sull'UPA trovo che il comportamento e le motivazioni delle popolazioni da te accomunate sia stato in realtà molto diverso, anche in considerazione della loro storia che nella maggior parte dei casi era diversa Ciao Bruno
  5. mappa al 6 aprile la situazione nel distretto di kobane questa e' più comprensibile attualmente si sta combattendo per il villaggio di Sarrin
  6. La linea del fronte a oggi nel distretto di kobane Purtroppo non sono riuscito a farla meglio Se qualcuno di Voi dotato di maggior capacià informatiche delle mie ci riesce gliene sarei grato p.s. A fine Marzo risultano tornati nel distretto di Kobane non meno di 25.000 civili
  7. foreign fighter contro l'Is bastano Facebook e mille euro" Un foreign fighter Usa nelle Ypg (ap) Il volo, l’addestramento, il fronte. Abbiamo chiesto come si fa a entrare nelle Ypg, i combattenti curdi che in Siria contrastano l’avanzata dello Stato islamico. Ed è bastato un semplice colloquio su Facebook di ANTONIO IOVANE / RADIO CAPITAL 31 marzo 2015 precedente successivo Facebook e mille euro: come ci si arruola contro l'Is ROMA - “Sei benvenuto tra noi”, mi scrivono le forze curde in Siria prima di spiegarmi la procedura per diventare un foreign fighter in quello che sarà un breve dialogo preliminare colorato dalla propaganda. Mettersi in contatto con le Ypg - le Unità di protezione del popolo - non è stato difficile, è bastata qualche ricerca e un po’ di Facebook, perché è anche dai social network che si combatte la guerra, oggi. Le Ypg sono nate in Siria per contrastare Assad, e combattono – con risultati importanti – la guerra contro lo Stato Islamico accanto ai curdi del Pkk, mentre ai peshmerga è affidata principalmente la resistenza in Iraq. Entrare nelle unità di protezione del popolo non costituisce reato, il decreto antiterrorismo approvato il 10 febbraio prevede che sia vietato combattere all’estero (da tre a sei anni di carcere) ma c’è una deroga per chi lo fa contro l’Is o, comunque, senza avere “finalità terroristiche”. È con le Ypg che si sono arruolati, da quel che si sa, cinque italiani. Facebook e mille euro: come ci si arruola contro l'Is Condividi "Entra nelle Ypg, manda i terroristi all’inferno e salva l’umanità" è il messaggio che accoglie l’aspirante “leone del Rojava”, la regione controllata dai curdi a nord della Siria. Tento un abboccamento chiedendo com’è la situazione. E dopo tre ore e mezzo arriva la prima risposta. "La situazione è molto buona. Combattiamo il Califfato per tutta la parte a sud del Rojava, ora". Quanti sono i combattenti delle Ypg in totale? "Sono 50mila". Ci sono molti italiani? "Qui c’è un po’ di tutto". Accettate anche donne straniere nelle vostre unità? "Sì, certo. Le unità di protezione delle donne formano un terzo del nostro esercito". E allora vengo al punto: l’arruolamento. Come potrei fare se volessi entrare nelle Ypg? "Sei benvenuto tra noi. Devi prendere un volo fino a Sulaymaniyah city, in Kurdistan, nel nord dell’Iraq. Ci saranno delle persone ad aspettarti. Ci occuperemo noi di tutto. Devi però prima mandarci una copia del tuo passaporto e, naturalmente, i riferimenti del tuo volo". E come posso fare per il visto? "Per arrivare qui non c’è bisogno del visto". E una volta atterrato a Sulaymaniyah city dove andremo? "Ti porteremo in auto nella base di Derek city, in Siria, a 6 ore di viaggio e 460 chilometri. Lì c’è una speciale accademia per i combattenti occidentali". Ma sulla strada c’è Mosul, controllata dall’Is. "Non passeremo per Mosul, devieremo verso nord". E una volta uscito dall’Accademia? "Spetterà a te decidere se andare sul fronte oppure no". Nel caso in cui decidessi di non stare sul fronte dove starei? "Sarai dietro, nelle retrovie". Potrò portare effetti personali con me, per esempio il cellulare? "No, e non potrai avere con te il cellulare. Ma non avrai bisogno di niente". Ma sarei libero di lasciare l’esercito quando voglio? "Nessun problema, potrai andare via quando vorrai". Cosa succede se un combattente viene rapito dallo Stato islamico? "Non c’è possibilità che tu venga rapito". Perché? "Di questo siamo sicuri. Facciamo in modo che le nostre unità non corrano quel rischio". Quanto durerà questo conflitto? "Nessuno può saperlo, sarà molto lunga." Pensate di vincere contro l’Is? "Vinceremo. Ma il prezzo sarà alto". Per partire per Sulaymaniyah city (la città controllata dalle Ypg) il volo al momento più conveniente impiega 13 ore con due scali: Londra e Amman. Per mille euro ci si può ritrovare a combattere contro il Califfato. © Riproduzione riservata 31 marzo 2015 Articoli Correlati precedente successivo Facebook e mille euro: come ci si arruola contro l'Is
  8. Aldilà delle cifre ufficiali si sa che le truppe saudite affidabili si riducono a qualche migliaio di uomini e un pugno di piloti, non parliamo della manutenzione che è svolta quasi esclusivamente da stranieri
  9. L'offensiva sembra ripresa, stavolta con l'appoggio degli aerei USA a riprova delle difficoltà che stavano avendo
  10. Buongiorno IL 26 Gennaio la 2da battaglia di Kobane è finita, e contro tutti i pronostici è stata vinta dai curdi, Gli islamici hanno ammesso la sconfitta dando la colpa ai raid americani (1) La vittoria è stata aiutata anche dai potenti mezzi a disposizione dei Curdi E’ ancora in corso la campagna per il Distretto di Kobane (2) L’avanzata di YPG continua e oltre che alla città e alle colline adiacenti hanno praticamente liberato interamente il distretto di kobane , se parte di esso risulta formalmente in mano a Sisi è solo perché le truppe della Royava (3) sono sostanzialmente fanteria appiedata, il che li crea problemi logistici, un’altra fonte di ritardo sono le mine (4) che i Jihadisti hanno disseminato dappertutto. Sono comunque avanzati in direzione di Raqqa, però è difficile che l’avanzata sulla città prosegua ulteriormente, questo perché il terreno ancora da percorrere è brullo spoglio piatto e caratterizzato dalla assoluta mancanza di appigli tattici quindi un terreno difficile per una forza composta essenzialmente da fanteria (appiedata) e Gli islamici fanno solo operazioni di retroguardia e non oppongono molta resistenza, risulterebbe che Sisi (5) abbia lasciato nel distretto solo pochi reparti ed abbia rischierato gli altri (6), anche se risulta che i Jihadisti, abbiano rispostato alcune unità dal fronte di Aleppo a quello di Kobane, più precisamente sul fronte a ovest di della città sembra che Sisi intenda bloccare la loro avanzata almeno in direzione di Aleppo. Il rischieramento dei reparti risulterebbe confermato da quello che sta succedendo ad Aleppo, dove da inizio Febbraio gli islamici risultano tornati all’attacco e stanno guadagnando posizioni, inoltre negli stessi giorni i Jihadisti hanno tentato uno “strano” attacco a Kirkuk, il 17 Febbraio hanno attaccato i villaggi di Gwer e Makhmour, posti a circa 50 km a sud est di Mosul sostanzialmente la prima linea, infatti quella zona del fronte era già stata attaccata da Sisi il 10 Gennaio, col bilancio di 50 jihadisti e 30 peshmerga morti, inoltre risultano essere avanzati sul fronte di Bagdagh LE PERDITE I curdi affermano di aver ucciso più di 3.500 Jihadisti, osdh dice che Sisi ha avuto da un minimo di 1.200 a un massimo di 3.000 morti, Il comando americano dichiara di aver ucciso nei suoi raid in Siria più di 1.278 di Sisi e 73 di Al Nusra (7). Poi ci sarebbero i rais dell’aviazione Siriana altrettanto numerosi di quelli U.S.A. anche se molto meno efficaci. Penso di non eccedere stimando in 1.500 morti le perdite di Daesh. Ovviamente come ben sapete il conto delle perdite in una battaglia non si ferma ai morti, per ogni morto c’è un certo numero di feriti e mediamente un ugual numero di altre perdite dovute disertori, sbandati, colpiti da shock da combattimento ecc ecc. Quindi un rapporto di 1/3/1. Quindi possiamo stabilire in 7/8.000 le perdite di Sisi a Kobane diciamo al 31 Gennaio. Sono poche? Sono tante?(8) Considerando che a Daesh vengono attribuiti circa 100.000 combattenti sul piano numerico sembrerebbero gravi ma non decisive, però bisogna considerare la qualità degli uomini impiegati nell’operazione, e qui il discorso cambia. Per l’attacco al distretto di Kobane hanno usato le loro unità migliori in particolar modo unità costituite da occidentali (9) (10) e cecene (11), che hanno avuto perdite molto alte (30/40 pct) tanto che la maggior parte delle unità iniziali hanno dovuto essere avvicendate, pur valutando con diffidenza le notizie che alcuni reparti si sarebbero rifiutati di entrare in linea, è pressoché certo che il morale èin ribasso, che a Kobane molti degli uomini migliori di Sisi sono caduti e che unità scelte hanno avuto un brusco crollo del morale, se sul piano numerico è probabile che le perdite saranno presto colmate, la qualità media dei combattenti subirà un sensibile calo. Non vanno inoltre sottovalutate le perdite di armi, mezzi e munizioni. Le perdite curde vanno valutate in 600 morti quindi con lo stesso criterio usato per Daesh parliamo di 3.000 uomini, perdite alte queste. Però la vittoria le rende meno pesanti, e le forze hanno sicuramente il morale più alto rispetto all’inizio della battaglia, ne hanno ben donde, in fondo hanno sconfitto Sisi!!!!, una cosa che nemmeno i celebrati Hezbollah sono riusciti a fare. Un’altra cosa da non sottovalutare è che le forze curde siriani erano relativamente “acerbe” visto che rispetto agli altri “attori” in siria avevano combattuto poco e quindi potevano mancare di esperienza, Esperienza che hanno accumulato negli ultimi 4 mesi!!! DOPO KOBANE Le forze della Royava (12) stanziate nel distretto di Kobane oltre a dirigersi verso sud avvicinandosi a Raqqa, stanno attaccando verso est in direzione del cantone di Jazira a loro volta le forze di questo cantone si stanno dirigendo a ovest in direzione di Kobane entrambi non sembrano trovare particolare resistenza a sud le avanguardie curde sono arrivate a 20 km da Raqqua la zona da lì alla “capitale” jihadista è sperò spoglia e brulla, priva di appigli tattici quindi a meno di che non ricevano forniture di veicoli corazzati è difficle che le fanterie della Royava si spingano oltre. L’avanzata verso est si è fermata a causa della battaglia della piana di Halasakh che sta impegnado a fondo le forze curde del catone di Jazira. Una nota, ormai la cooperazione fra i curdi e l’aereonautica americana è stata definita “perfetta”, sembra che la maggior parte del merito sia dovuto alla presenza fra i curdi di militari americani originari del distretto che coordinano le operazioni. Dalla vittoria di Kobane i curdi hanno avuto una settantina di caduti almeno 150 sono le perdite Jihadiste oltre a oltre 100 prigionieri catturati dai Curdi, rispetto al passato questa è una novità. La coalizione internazionale ha dichiarato che dalla caduta di Kobane al 22 Marzo altri 518 uomini di Sisi e 17 di Al Nusra sono stati uccisi dai raid aerei HALASAKH Forse per questo Sisi ha condotto le recenti operazioni su alcuni villaggi cristiani.(13) Probabilmente nel tentativo di distrarre parte delle forze della Rojava (14) Nella maggior parte dei villaggi la milizia ha tenuto, in altri ha resistito abbastanza da permettere l’evacuazione degli abitanti, in altri le truppe regolari curde sono arrivate in tempo per respingere gli islamici che hanno lasciato sul campo decine di cadaveri (non tutti uccisi in combattimento) e parecchi prigionieri/disertori. Comunque i villaggi della zona sono stati tutti evacuati. Ad oggi le forze della Royava (15) stanno convergendo sulle principali basi di Sisi nella zona, la concentrazione viene ostacolata da problemi logistici (16) più che dalle forze Jihadiste. È probabile che fra qualche giorno nella zona ci sarà una grossa battaglia che se vinta dai Curdi porterà alla congiunzione dei due distretti curdi. Interrompendo ogni contatto con la Turchia a Sisi Quanto alle perdite e ai rapimenti girano troppi dati difficilmente controllabili. Però si può azzardare una stima di 300 islamisti contro 200 nelle fila dei loro avversari, quanto ai rapiti si può parlare di un centinaio di persone. Il giorno 20 Marzo durante i festeggiamenti per il capodanno curdo i Jihadisti hanno fatto scoppiare una autobomba nella città, facendo 100 fra morti e feriti tanti feriti tutti civili TAL HAMIS Nella parte opposta ad est al confine con l’Iraq, il 21 Febbraio è cominciata una offensiva con l’appoggio dell’artiglieria dei Peshmerga, dell’aviazione americana e anche di qualche reparto dell’esercito siriano, in direzione del saliente Tal Hamis importante centro della zona in mano a Sisi da circa un anno il 2 Marzo la cittadina e stata ripresa, insieme a lei sono stati liberati oltre 150 villaggi. L’offensiva sta continuando, al 3 Marzo si parla di 80 curdi e 200 Islamisti caduti sul campo. Gli islamici stanno cercando di riguadagnare posizioni grazie alla loro superiore mobilità ma finora sono solo riusciti a rioccupare momentaneamente qualche villaggio, per poi ritirarsi al primo segnale dell’arrivo del nemico. Tutti questi attacchi sono stati prontamente rintuzzati tanto che l’11 Marzo il comando centrale Curdo ha comunicato che l’operazione è ufficialmente finita avendo le forze della Royava raggiunto l’obbiettivo (eliminazione del saliente). Liberati 390 villaggi e 2.940 kmq. Perché Kobane? Già perché? Il distretto di Kobane è il più piccolo dei 3 cantoni “curdi”, isolato dagli altri due, forze consci di questo le forze della Royava presenti si sono sempre limitate a difendersi non tentando mai nessun movimenti in avanti, in primavera e in Luglio c’erano stati due tentativi di Sisi di attaccare il distretto, ma erano sembrate più due “prove” tanto per vedere la reazione, entrambe le volte i curdi avevano (sanguinosamente) respinto gli attacchi, ma si erano limitati a difendersi e non avevano mai accennato ad un contrattacco, bisogna capirli verso fine estate, Sisi sembrava imbattibile, avevano sconfitto più volte l’esercito siriano e i suoi alleati distrutto una parte rilevante dell’esercito Iracheno, occupando l’ovest del paese, sconfitto i Peshmerga in Luglio, travolto le milizie scite ed era arrivato alle porte della capitale irachena e di Aleppo. L’unica mossa delle forze della Rojava in accordo col Pkk era stata l’operazione di soccorso degli Yazidi circondati nei pressi del monte Sinjar. Quindi i curdi di Kobane (17) li temevano e cercavano con ogni mezzo di evitare il confronto militare. Nonostante questo verso metà Settembre i Jihadisti attaccavano nuovamente il distretto con circa 20.000 uomini (18) Inizialmente l’avanzata sembrava travolgente anche perché il comando curdo evitava quanto possibile lo scontro in terreno aperto, conscio dell’enorme differenza in uomini, armi e mobilità. Gli scontri erano solo azioni di retroguardia per dare il tempo ai civili di scappare visto che le soldataglie di Sisi agivano commettendo ogni tipo di violenza sui civili che cadevano nelle loro mani. I difensori non accettavano lo scontro in campo aperto stante la superiorità del nemico in numero, armi, mobilità e equipaggiamenti, così dopo pochi giorni ad inizio Ottobre le forze islamiche erano arrivate ai piedi delle colline che sovrastano Kobane, in poco tempo le occupavano. Iniziando poi l’attacco alla città, Verso metà Ottobre nonostante l’inizio dei bombardamenti americani e dell’aviazione siriana, l’80% della città era nelle mani, niente sembra fermarli e si prefigurava una loro nuova vittoria, negli stessi giorni Sisi sembrava sul punto di tagliare le comunicazione fra la capitale Irachena e la Mesopotamia (19) a quel punto tutti i commentatori e gli esperti davano la città ormai persa (20). Quando tutto sembrava perduto inaspettatamente un contrattacco curdo(21) riconquistava parte della citta e le colline che le sovrastavano tornavano disputate, il 30 Novembre arrivavano unità Peshmerga di rinforzo. A metà novembre un nuovo attacco curdo portava i curdi a controllare una delle colline e almeno il 60% della città, in Francia una conferenza stampa del portavoce curdo in europa annunciava la riconquista della citta entro pochi giorni (22), Poi il resto lo sapete 2 mesi di attacchi giornalieri con una coordinazione sempre migliore fra curdi e aereonautica americana (23) e alla fine la ritirata in disordine degli islamici. UN PO’ DI STORIA Dopo la fine dell’impero ottomano la Siria diventò una colonia francese, i confini furono tracciati senza badare assolutamente alla storia e alla geografia, così accadde che far parte della Siria furono inclusi dei territori montuosi che facevano parte del Curdistan turco, al momento di registrare gli abitanti i curdi furono subito discriminati una parte di loro era composta ancora da tribù nomadi e seminomadi che si trovarono improvvisamente divise da un confine, agli esponenti di queste tribù non fu data la cittadinanza ma solo lo status di “stranieri residenti”, i pratica solo ai curdi “stabili” fu concessa la cittadinanza siriana (24). Non bastasse questo, negli anni 60 si fece in Siria il primo censimento serio, dai dati emerse che molti residenti siriani non risultavano registrati, i curdi in questa condizione furono semplicemente non registrati e considerati come delle “non persone”(24). Nei 90 anni che intercorrono dalla creazione della Siria e l’inizio della rivolta ci furono molti altri atti perpetrati contro la popolazione curda, tanto che a segnalarli tutti non finiremmo più. Comunque tutto questo spiega perché all’inizio della rivolta contro Assad i curdi aderirono compattamente alla rivolta tanto che in molte occasione ne costituirono la punta di lancia. Nonostante e questo e nonostante le dichiarazioni contro ogni discriminazione e per la democrazia dei ribelli le istanze curde per ottenere la parità dei diritti, non trovavano risposta se non qualche frase del tipo “a fine guerra vedremo” frasi e comportamenti che rendevano i curdi sempre più perplessi, quindi quando l’Ypg(25) annunciava di aver raggiunto un accordo con il regime che in cambio della autonomia del Curdistan e del riconoscimento della cittadinanza, a tutti i curdi abitanti in Siria, le forze dell’Ypg si dichiaravano neutrali (26), all’inizio una parte delle forze curde rimasero fedeli e unite ai ribelli poi vedendo il comportamento di unità dell’opposizione nei confronti dei curdi e il fatto che il governo siriano manteneva le promesse, le forze curde che ancora combattevano Assad seguivano l’esempio dell’Ypg spesso unendosi a loro. Allo stato attuale i curdi che combattono in reparti delle due parti in lotta sono poche centinaia. Anche se in seguito all’ascesa di Sisi che vede i curdi come degli infedeli sempre più spesso le forze della Rojava combattono al fianco di unita del regime.(27) Non voglio entrare nella polemica, faccio solo notare che i ben più numerosi raid americani in Iraq non hanno impedito a Sisi di arrivare alle porte di Baghdag Ricordiamo che il distretto di Kobane è formato oltre che dalla città da 354 fra villaggi e cittadine Questo termine non ha alcuna valenza politica, in curdo significa Ovest col tempo ha assunto il significato più ampio di “Curdistan Siriano” Solo a Kobane dal 26 Gennaio sono morte oltre 20 persone per le mine Acronimo di Stato Islamico di Siria e Iraq Sempre che non sia una trappola Dato al 22 Gennaio Si consideri che a inizio Febbraio i Peshmerga ( i Curdi Iracheni) hanno annunciato di aver avuto dall’inizio dei combattimenti mille morti con il corollario di 4.500 feriti quindi circa 6.000 perdite. Per occidentali si intendono non solo le unità formate da europei o americani ma anche quelle composte da africani, ex Urss, afgani ecc ecc insomma le unità non costituite da abitanti del luogo, il cui arruolamento nella maggio parte dei casi è obtorto collo. C’è un dato sulle perdite per quanto piccolo, a fine gennaio in Austria si stimava in 180 i residenti arruolati in Sisi di cui 30 morti una percentuale alta. La loro origine è il famoso “battaglione ceceno” che originariamente era la scorta di Bin Laden il significato del nome si è modificato, oggi chiamare “cecena” una unità significa considerarla come una unità della guardia questo indipendentemente dal numero di ceceni presenti. Per definire le forze armate dei 3 cantoni questo è il termine più appropriato visto che al fianco dei curdi siriani combattono arabi sciti e sunniti, turcomanni, yazidi, ismaeliti, cristiani di varie chiese, curdi turchi, iraniani ex urss, siriani della diaspora, cittadini dell’urss, occidentali questi ultimi ormai quasi mille con alcuni che sono caduti sul campo ecc ecc dell’urss, occidentali questi ultimi ormai quasi mille con alcuni che sono caduti sul campo E non solo L’esercito è diviso sostanzialmente in due parti la prima sono i regolari che si muovono sul terreno liberi da ogni vincolo territoriale, la seconda li potremmo definire come “territoriali” sono ovviamente meno preparati armati ed equipaggiati, la loro funzione è di guardia dei villaggi, liberando così i regolari da compiti di guarnigione, la maggior parte di loro sono civili che quando non vi è un pericolo imminente svolgono le loro normali occupazioni di tutti i giorni, Alla battaglia partecipano numerosi reparti formati da cristiani oltre che a 100 Helzabollah Si muovono a piedi Ad essere sinceri in tutta la Siria non solo a Kobane Forze pressochè uguali a quelle che nello stesso periodo attaccavano in direzione di Bagdagh è da notare che i 3 tentativi vengono fatti sempre coincidere con attacchi di Sisi in Irak, nell’ultimo tentativo le forze usate sono uguali. A posteriori si può parlare di un atto di superbia, se le forze jihadiste fossero state concentrate nell’attacco a Bagdagh invece che divise per attaccare un obbiettivo tutto sommato secondario come Kobane forse la capitale sarebbe caduta Sì lo ammetto; anch’io nel mio piccolo. Sembra che il contrattacco sia stato aiutati da alcuni kamikaze, anziani uomini e donne avrebbero fatto finta di arrendersi ai Jihadisti per poi farsi esplodere quando erano in mezzo a loro, altre voci parlano di alcuni di loro che tenevano nascosti nelle vesti dei radiolocalizzatori, in contatto con gli aerei americani che avrebbero sganciato i loro ordigni basandosi sulla loro posizione. Una previsione esatta anche se un po’ prematura. Sembra accertata a Kobane la presenza di militari americani di origine curda Alcune tribù arabe ebbero lo stesso problema però a loro la cittadinanza fu data senza storie A quei tempi le forze dell’YPG includevano solo una parte delle forze curde combattenti. Anche se in molti casi la neutralità di fatto aiutava le forze governative che si trovavano ad avere un fianco coperto dai curdi come ad Aleppo Vedi l’odio di Sisi contro i curdi
  11. ROSSETTI BRUNO

    Ariete

    Comunque non siamo gli unici 12 mar Carri armati dell’esercito austriaco in vendita on line per 12 mila euro <img class="alignleft size-medium wp-image-16379" alt="15.03.12 Carro armato Saurer in vendita sito Mortar - Copia" src="http://diblas-udine.blogautore.repubblica.it/files/2015/03/15.03.12-Carro-armato-Saurer-in-vendita-sito-Mortar-Copia-300x191.jpg" width="300" height="191" />Il suv non vi soddisfa più? La Panda 4x4 non tiene abbastanza quando affrontate la strada di Pramollo dopo un’abbondante nevicata? E allora non vi resta che regalarvi un carro armato e non avrete più problemi su nessun terreno. Ora lo potete fare, perché una ditta della repubblica ceca, la Mortar Investments a.s., ha messo in vendita 56 carri armati Saurer dismessi dall’esercito austriaco, al ragionevole prezzo di 12.180 euro. Per l’acquisto non ci sono problemi: lo si può fare anche on line, dal sito della ditta, dove il veicolo cingolato viene pubblicizzato, con tutte le sue caratteristiche tecniche e con la rassicurazione che “non è mai stato in guerra”. Quindi, senza un graffio, quasi come nuovo. La riapparizione sul mercato di un mezzo corazzato che sembrava destinato alla rottamazione non poteva non suscitare sorpresa in Austria (dove, tra l’altro, non può circolare e non può essere nemmeno comprato da privati, perché considerato “arma da guerra”, anche se privato del cannone e anche se completamente svuotato all’interno dei suoi congegni bellici). Da dove provengono i veicoli messi in vendita dalla Mortar? Come sono finiti in Cechia? Il Ministero della difesa è parco di informazioni in proposito, ma l’”ultimo viaggio” dei Saurer – mai usciti dall’Austria per scopi militari ed esportati soltanto ora che sono praticamente obsoleti per ragioni commerciali – è stato ricostruito dal quotidiano “Kurier”, che ne ha riferito per primo. Tutto incomincia con la decisione presa quattro anni fa del ministro della difesa Norbert Darabos, predecessore dell’attuale, di eliminare 750 panzer della “flotta” austriaca che ne contava 1150. Non servivano più – come non servono più nemmeno in Italia – perché la minaccia di un’invasione dell’Austria da parte delle divisioni corazzate sovietiche di un tempo è cessata e inoltre le forze armate austriache sono a corto di risorse: non hanno neppure la benzina per muovere i loro camion, figuriamoci se ne hanno per oltre mille pachidermi d’acciaio. Da ciò la decisione di eliminare subito i veicoli più vecchi, i Saurer, costruiti negli anni ’60 nella storica fabbrica Steyr di Simmering, periferia di Vienna, senza rimpiazzarli con nuovi. Il provvedimento parlava di “rottamazione” e tutto lasciava supporre che l’”ultimo viaggio” dei vecchi panzer avesse per destinazione le fonderie Voest di Linz, che tra l’altro non dista molto da Ried, cittadina dell’Alta Austria, dove ha sede il 13. Panzerbataillon, che li aveva in dotazione. A Linz, invece, non sono mai arrivati e il “Kurier” ha scoperto che il viaggio è stato molto più lungo. La maggior parte dei carri armati dismessi è stata venduta a una ditta belga, che a sua volta poi li ha distribuiti in Gran Bretagna, in Africa e a una ditta ceca, la Mortar appunto. Naturalmente non è detto che i carri armati siano stati fisicamente trasportati in tutti questi paesi. Forse sono rimasti nei loro depositi, in conto vendita, in attesa di sapere chi sarà il loro destinatario finale, come si fa normalmente con le merci. Tutto legale? Su questo punto il Ministero della difesa è stato più prodigo di parole. Un portavoce ha fatto sapere che è tutto in regola: i carri armati, infatti, si possono vendere a Stati che non siano in guerra e che non violino i diritti dell’uomo, o anche a società private autorizzate a trattare materiale bellico. Per la vendita il Ministero della difesa ha avuto bisogno dell’autorizzazione all’importazione da parte della Cechia e un’autorizzazione all’esportazione, da parte del Ministero degli interni austriaco. Sono state concesse entrambe. La vendita della Mortar è quindi perfettamente legittima. L’offerta on line comprende molte versioni del Saurer, da quella più semplice di veicolo da ricognizione al carro armato di soccorso sanitario, con una enorme croce rossa dipinta sulla corazza, al vero e proprio carro da combattimento (che si può acquistare con o senza cannone, a seconda dei gusti e dell’uso che si intende farne). Il sito web della Mortar assomiglia molto a quello dei rivenditori di auto usate. Vengono evidenziate le qualità del prodotto: peso leggero, guida completamente automatica, cingoli gommati e, come dicevamo, mai usato in guerra. Segue la descrizione dell’equipaggio necessario, le misure, i dati relativi alle prestazioni (velocità, autonomia, pendenze superabili ecc.). Resta qualche dubbio solo sul consumo: leggiamo 80 litri, ma non sappiamo per quanti chilometri. NELLA FOTO, il sito web della società ceca Mortar che promuove la vendita dei carri armati Saurer dismessi dall’esercito austriaco.
  12. Comincio ad avere delle brutte sensazioni riguardo all'esito finale dell'offensiva su Tilkrit
  13. Fra le armi che l'Italia ha fornito ai curdi iracheni c'è un numero imprecisato di lanciarazzi folgore che sono molto apprezzati e popolari fra i soldati
  14. Il controverso addestramento in Turchia di migliaia di combattenti dell’opposizione siriana inizierà tra “quattro-sei settimane”. E’ quanto ha dichiarato il Pentagono, precisando che al momento sono circa 1.500 i ribelli identificati per partecipare ai corsi di formazione, ma solo 100 di questi sono stati sottoposti a controlli per scongiurare infiltrazioni. “Non voglio indicare una data per l’inizio dell’addestramento, ma secondo le nostre valutazioni potremmo essere pronti a iniziare la formazione tra quattro-sei settimane”, ha detto il portavoce John Kirby. Il piano del Pentagono prevede di addestrare circa 5.000 persone l’anno, sotto il monitoraggio di circa 1.000 ufficiali americani. “Le cose stanno procedendo nella giusta direzione”, ma c’è ancora “molta strada da fare”, ha aggiunto. Secondo il memorandum d’intesa siglato il 19 febbraio scorso all’Ambasciatore Usa in Turchia John Bass e dal sottosegretario agli Esteri turco Feridun Sinirlioglu, Ankara metterà a disposizione un numero di addestratori militari pari a quello della controparte Usa. Ieri, un portavoce del ministero degli Esteri turco aveva annunciato l’avvio delle operazioni per il prossimo 1 marzo, senza però precisare se si riferiva ai corsi di addestramento o alle operazioni preliminari. “Posso dire che inizieremo il 1 marzo”, ha detto Tanju Bilgic, citato dal quotidiano Hurriyet. I combattenti siriani addestrati da Usa e Turchia “combatteranno contro lo Stato islamico (Isis) e contro il regime siriano”aveva precisato il ministro degli Esteri turco, Mevlit Cavusoglu, il giorno della firma dell’intesa. Più di recente, il 25 febbraio scorso, il ministro per l’Europa Volkan Bozkir ha dichiarato che l’uso della base aerea turca di Incirlik, nell’ambito dell’offensiva internazionale contro l’Isis, dipenderà dai risultati ottenuti dal programma di addestramento. Secondo il Pentagono, l’obiettivo è di addestrare più di 5.000 siriani nel primo anno. L’ipotesi che questi miliziani possano combattere sia lo Stato Islamico che il regime di Bashar Assad risulta molto improbabile sia in termini politici che strettamente militari. Più probabile invece che, come molti loro predecessori addestrati dagli statunitensi e dai loro alleati in Turchia e Gio9rdania finiscano per unjrsi alle milizie jihadiste dello Stato Islamico o del Fronte al-Nusra. Il ruolo di Washington e Ankara nella guerra all’IS si conferma ancora una volta ambiguo (per usare un eufemismo). OGNI COMMENTO E' SUPERFLUO
  15. Cerchiamo di non esagerare con l'ottimismo
  16. Scusate ho letto che BBC ha appena finito un documentario sui fatti di Euromaidan, qualcuno di voi l'ha visto? ne sapete qualcosa? Ciao Bruno P.S. Novità sul volo MH 17?
  17. Ho controllato, anche la ns. nave più piccola dovrebbe essere armata con una mg da 7,62 oltre ad avere la predisposizione per poter installare altre armi
  18. L'ex calciatore sovietico Aleksandr Zavarov si rifiuta di andare a combattere nel Donbass Aleksandr Zavarov, famoso calciatore sovietico degli anni 80 (militò nella Juventus dal 1988 al 1990) che lavora adesso come aiutante del capo allenatore della squadra nazionale di calcio ucraina, si è rifiutato di partecipare al conflitto armato nel Donbass. La notizia è stata riportata oggi dal sito Tribuna.com. Secondo i rapporti della settimana scorsa, la Federcalcio ucraina ha ricevuto 89 cartoline di chiamata alle armi ed una di queste era indirizzata proprio a Zavarov, che ha adesso 53 anni. "Posso solo dire questo: Non potrò mai combattere dove vive la mia famiglia, dove vivono i miei figli, dove sono sepolti i miei genitori. Questo è tutto quello che ho da dire" - ha detto Zavarov. Zavarov è originario della città di Lugansk (uno dei suoi soprannomi era "Lo zar di Lugansk") dove è nato nel 1961.
  19. "Al largo di Tripoli, intanto, una nostra motovedetta impegnata nel trasbordo di alcuni migranti, è stata assaltata da uomini armati: i connazionali, che non hanno armi in dotazione, sono stati costretti a lasciare loro l'imbarcazione." Scusate ma alcune delle nostre navi militari viaggiano disarmate? Bruno
  20. Premesso che la mia è una stima, mi sembra fi aver tenuto conto che i combattimenti urbani sono in genere più sanguinosi, ho ipotizzato un rapporto di 1 a 3 fra morti e feriti, in genere è più alto nella II guerra il rapporto andava da 1/4 a 1/6-7 le stesse perdite dei Peshmerga parlano di un rapporto di 1 a 4,5, a fine dicembre 2014 i curdi di Kobane parlavano di almeno 1.000 feriti fra le loro fila, gli americani nei loro resoconti delle guerre in Iraq e Afghanistan parlano di un rapporto morti/feriti di 1/10 Comunque insisto Le mie sono stime personali quindi opinabili. Sono consapevole di aver probabilmente abbassato le perdite di Sisi, l'ho fatto perché essendo considerato pro Curdistan cerco di essere cauto. Saluti Bruno Beh Non hanno altro
  21. ROSSETTI BRUNO

    Ariete

    Sì so che un centinaio di carri sono ancora operativi quello che intendevo è che non esiste più come speciaòità
  22. ROSSETTI BRUNO

    Ariete

    Veramente mi risulta che la specialità sia stata già soppressa. Credo che i corazzati siano stati inglobati nella cavalleria. Ciao Bruno
  23. Buongiorno La 2da battaglia di Kobane è finita, e contro tutti i pronostici è stata vinta dai curdi, Gli islamici hanno ammesso la sconfitta dando la colpa ai raid americani (1) E’ ancora in corso la campagna per il Distretto di Kobane (2) L’avanzata di YPG continua e oltre che alla città e alle colline adiacenti hanno liberato anche altri 50 villaggi, ad oggi in un raggio di 20 km dalla città non risultano più unità di Sisi.(3) Gli islamici fanno solo operazioni di retroguardia e non oppongono molta resistenza, risulterebbe che Sisi abbia lasciato nel distretto solo pochi reparti ed abbia rischierato gli altri (4). Il ritiro dei reparti risulterebbe confermato da quello che sta succedendo ad Aleppo, dove da una decina di giorni gli islamici risultano tornati all’attacco e stanno guadagnando posizioni, inoltre negli stessi giorni i Jahadisti hanno tentato uno “strano” attacco a Kirkuk. Però per ora l’avanzata continua e l’intendimento dei curdi è di liberare per ora tutto il distretto e poi di guardarsi attorno. LE PERDITE I curdi affermano di aver ucciso più di 3.500 Jihadisti, osdh dice che Sisi ha avuto da un minimo di 1.200 a un massimo di 2.000 morti, Il comando americano dichiara di aver ucciso nei suoi raid in Siria più di 1.300 islamici (5). Penso di non eccedere stimando in 1.500 morti le perdite di Daesh. Ovviamente come ben sapete il conto delle perdite in una battaglia non si ferma ai morti, per ogni morto c’è un certo numero di feriti e un mediamente un ugual numero di altre perdite dovute disertori, sbandati, colpiti da shock da combattimento ecc ecc. Quindi un rapporto di 1/3/1. Quindi possiamo stabilire in 7/8000 le perdite di Sisi a Kobane diciamo al 31 Gennaio. Sono poche? Sono tante?(6) Considerando che a Daesh vengono attribuiti circa 100.000 combattenti sul piano numerico sembrerebbero gravi ma non decisive, però bisogna considerare la qualità degli uomini impiegati nell’operazione, e qui il discorso cambia. Per l’attacco al distretto di Kobane hanno usato le loro unità migliori in particolar modo unità costituite da occidentali (7) e cecene (8), che hanno avuto perdite molto alte (30/40 pct) tanto che la maggior parte delle unità iniziali hanno dovuto essere avvicendate, pur valutando con diffidenza le notizie che alcuni reparti si sarebbero rifiutati di entrare in linea, è pressochè certo che il morale delle che unità impiegate ha avuto un brusco crollo del morale, se sul piano numerico è probabile che le perdite saranno presto colmate, la qualità media dei combattenti subirà un sensibile calo. Non vanno inoltre sottovalutate le perdite di armi, mezzi e munizioni. Le perdite curde vanno valutate in 600/650 morti quindi con lo stesso criterio usato per Daesh parliamo di 3.000/3.500 uomini, perdite alte queste. Però la vittoria le rende meno pesanti, e le forze hanno sicuramente il morale più alto rispetto all’inizio della battaglia, ne hanno ben donde, in fondo hanno sconfitto Sisi, una cosa che nemmeno i celebrati Hezbollah sono riusciti a fare. Un’altra cosa da non sottovalutare è che le forze curde siriane erano relativamente “acerbe” visto che rispetto agli altri “attori” in Siria avevano combattuto poco e quindi potevano mancare di esperienza, Esperienza che hanno accumulato negli ultimi 4 mesi!!! Saluti Bruno Non voglio entrare nella polemica, faccio solo notare che i ben più numerosi raid americani in Iraq non hanno impedito a Sisi di arrivare alle porte di Baghdag Ricordiamo che il distretto di kobane è formato oltre che dalla città da 350 fra villaggi e cittadine Acronimo di Stato Islamico di Siria e Iraq Sempre che non sia una trappola Dato al 22 Gennaio Si consideri che i Peshmerga ( i Curdi Iracheni)hanno annunciato di aver avuto dall’inizio dei combattimenti mille morti con il corollario di 4.500 feriti quindi circa 6.000 perdite. Per occidentali si intendono non solo le unità formate da europei o americani ma anche quelle composte da africani, ex Urss, afgani ecce cc insomma le unità non costituite da abitanti del luogo, il cui arruolamento nella maggio parte dei casi è obtorto collo. La loro origine è il famoso “battaglione ceceno” che originariamente era la scorta di Bin Laden il significato del nome si è modificato, oggi chiamare “cecena” una unità significa considerarla come una unità della guardia questo indipendentemente dal numero di ceceni presenti.
  24. Non credo che i filorussi si fermeranno, almeno fino a che la sacca di Debaltsevo non sarà stata completamente rastrellata
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