ecco il racconto;
Eravamo ai primi di giugno del 1944 [omissis].... la battuta di caccia durò tre ore: il tempo necessario per setacciare bene la zona ed arrivare nelle vicinanze del Rifugio Mulaz dove si erano dati appuntamneto [omissis].....in silenzio presero il sentiero che li avrebbe portati alla Forcella, alla malga Stia ancora senza animali e infine a Gares. Un altro cacciatore che, in questo ritorno, li avesse incontrati, dalle loro facce avebbe capito che la battuta di caccia era andata a vuoto [omissis].... Avevano percorso poca strada quando , quasi contemporaneamente, i cinque videro appoggiata ad un masso che le aveva impedito di rotolare molto più in basso, una grande e grossa ruota di gomma. Ad uno sguardo un pò più attento ne videro altre e pezzi di alluminio tutti accartocciati. Si trattava sicuramente dei pezzi di un apparecchio precipitato, e lo si vedeva su una parete più in alto , perchè un'ala aveva strisciato la roccia. Poichè ormai era troppo tardi, decisero di ispezionare tutto il giorno dopo. [omissis]... L'indomai quando il giorno cominciava ad albeggiare, si trovavano già dove era caduto l'apparecchio. Si presentò loro una scena che nessuno avrebbe mai immaginato. I pezzi più grossi (ruote e motori) erano in qualche buca un pò più grande o appoggiati a dei massi che avevano impedito loro di rotolare. Si notavano solo perchè il loro colore, abbastanza scuro, risaltava sul ghiaione chiaro. I pezzi più piccoli si vedevano solo in parte perchè o erano finiti in qualche piccola fessura o nascosti dai numerosi massi. Tutti si misero a salire a zig-zag per avere un'idea un pò più chiara di quello che era sparso intorno. La scena diventava sempre più raccapricciante. Resti martoriati erano frammisti a pezzi di alluminio, di stoffa, di sedili e di tante altre cose. I due che si erano spinti fino quasi all'attacco della parete, trovarono l'unico corpo rimasto intero. Da una divisa che indossava e da una borsetta in plastica che aveva al collo e che conteneva dei cartoncini con dei nomi, pensarono che fosse il comandante pilota. Intenti com'erano in queste ricerche,, nessuno si era accorto che una grossa pattuglia di soldati tedeschi era scesa dalla Forcella Mulaz e s'era avvicinata a loro......
tratto da: "Noi da Canal" storia di Canale d'Agordo e vicende paesane di Giovanni Tancon Nuovi sentieri Editore