Bruno Cardini
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Ho trovato un vecchio libro dal titolo "guerra di ali" molto ricco di dati e informazioni. L'autore sostiene che prima della guerra nessuno in realtà sapeva bene quali dovessero essere le dimensioni e le caratteristiche del potere aereo e che si imparò dal'esperienza nel corso della guerra. Evidenzia che all'inizio della guerra tutte le principali nazioni, compresa l'Italia, avevano un organico complessivo di 3600 aereai, quello che faceva la differenza era l'età e le prestazioni degli stessi. Ma quello che fece la vera differenza fu la capacità di sostituzione delle perdite e dei modelli obsoleti. In questo quadro la Germania (dichiarazioni di Milch) non costruì 140.000 caccia quando ne aveva le risorse. Sempre la Germania arrivò, per i bombardieri, con due anni di ritardo sull'onda tecnologica americana. Per la Germania poi, dalla fine del 1943, si fece strada l'idea di sostituire il numero con la qualità puntando a progetti avanzatissimo come lo Ju 287 a getto e rinunciando a potenziare le linee dell'He 177. L'America invece scelse di massimizzare la produzione di quello che era immediatamente disponibile, seppure tecnologicamente non eccelso come il B24, del quale si arrivò a produrne uno ogni 63 minuti. Nel frattempo però l'America portava avanti il progetto del B29 che ebbe un costo maggiore del progetto per la bomba atomica
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Volevo segnalare che la battaglia sulla quantità, che avremmo perso comunque, poteva essere condotta molto meglio. Non si è però capito che io volevo anche dire che un progetto "architettonico" buono come quello del G55 poteva essere prodotto molto, ma molto meglio con un po' di engineering, anzi, l'uso di tecniche di costruzione già in atto presso i tedeschi poteva portare ad un aumento delle prestazioni o, quantomeno, del carico pagante
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Lo sbarco in Normandia - Topic ufficiale
Bruno Cardini ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Eventi Storici
Dico e ripeto che l'unica strategia difensiva possibile era di costruire una linea difensiva a 25 miglia dalle coste. Punto e basta! Fin dai tempi di von Clausewitz la strategia è basata sulla mobilità e sulla concentrazione delle forze (es. Clausewitz spregiava le montagne come linee difensive perchè avrebbero immobilizzato le forze e consigliava una linea difensiva ai piedi delle montagne che avrebbe consentito ai difensori di concentrare, mediante mobilità le forze mentre l'attaccanta era impedito, dai monti, a spostarsi lateralmente. Una linea difensiva a 25 miglia avrebbe permesso di resistere finchè non si fossero concentrate le forze disperse lungo tutta la costa francese. Al di là di dove la linea difensiva fosse collocata lo scago degli alleati era che i tedeschi riuscissero a concentrare forze difensive con velocità maggiore dei rinforzi che gli alleati riuscivano a sbarcare (e non solo dei rinforzi, anche della logistica perchè per tutta la battaglia di Normandia gli alleati pagarono la cronica carenza di munizioni). Gli alleati avevano valutato che nella gara di velocità appena indicata sarebbero stati perdenti e attivarono il piano "fortitude" (la minaccia al Pas de Calais) nel quale OBH e Hitler, terragni, cascarono in pieno. Ci voleva veramente una assoluta incompetenza marinara a pensare che gli alleati potessero avere navi e mezzi da sbarco per allestire un secondo attacco. -
Lo sbarco in Normandia - Topic ufficiale
Bruno Cardini ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Eventi Storici
A Gela le colonna della Livorno e della corazzata Hernann Goering furono fatte a pezzi dai 203 dell'incrociatore Savannah, Lo stesso ad Anzio dove i contrattacchi furono respinti dall'artiglieria navale, a Salerno la situazione fu più pasticciata e non vi fu un vero contrattacco tedesco. Dopo tre su tre esperienze i tedeschi dovevano aver imparato qualcosa. Invece non impararono niente. Neanche ad usare la propria artiglieria: il 6 giugno le spiagge inglesi erano sotto il tiro delle batterie di Le Havre che nemmeno provarono a colpirle. Gli alleati invece avevano le idee chiare: in un giorno e mezzo i grossi calibri delle corazzate scoperchierono tutte, ma proprio tutte, le casematte dei cannoni costieri e 3 giorni dopo spianarono la strada all'attacco da Omaha verso Carentan. Che i movimenti di truppe, nel raggio di atiglieria navale, siano impossibili è un dogma accertato. Tutto il piano strategico di difesa dei tedeschi sulla costa era sbagliato, ma nel dopoguerra fece comodo attribuire la colpa del successo dell'invasione a Hitler che avrebbe bloccato il rapido contrattacco pensato da Rommel. La mia non è una "opinione", ma il pensiero di un grande storico appena morto: Luraghi -
Lo sbarco in Normandia - Topic ufficiale
Bruno Cardini ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Eventi Storici
Rommel e Hitler erano terragni, non capirono mai niente di una invasione dal mare. Rommel pensò che sarebbero giunti con l'alta marea per ridurre la corsa d'assalto, ma l'alta marea avrebbe arenato i mezzi da sbarco. Vennero con la bassa marea. I tedeschi pensavano che avrebbero puntato ai porti per poter sbarcare i rinforzi e i rifornimenti invece si portarono dietro due porti artificiali (i Mulberry). I tedeschi (e Rommel in particolare) pensarono che dovevano essere respinti sulle spiagge nel primo giorno, Gela, Salerno e Anzio avevano dimostrato che entro il raggio dei grossi calibri navali non si poteva lanciare alcun contrattacco. L'unico che aveva ragione era Rundstedt che voleva un contrattacco all'interno. L'unica difesa efficacie sarebbe stata una linea di difesa a 25 miglia dalla costa, con l'artiglieria che battesse le spiagge di sbarco, fuori dai grossi calibri navali. Sarebbe stata una linea di difesa più breve dello sviluppo della costa e avrebbe consentito una maggiore densità delle poche forze. I risultati forse sarebbero stati gli stessi, ma con un costo per gli alleati immensament epiù alto. -
Non era solo l'apparato industriale e la debolezza non era tanto di questo. Per fare valvole termoioniche non occorreva ghisa e carbone (che non avevamo), ma teste, che avevamo ma non utilizzavamo. Avevamo la prima galleria a vento supersonica, un apparato di ricerca areonautico di eccellenza, ma una direzione di somari ignoranti. In Gran Bretagna e in USA la ricerca e i risultati erano pubblici e condivisi, vi era il trasferimento di competenze e progetti da una industria all'altra. In Italia non solo vi era il segreto militare, ma anche il segreto industriale. Lo sapete che non esisteva una unificazione delle caratteristiche dell'acciaio? Quando ottenemmo la licenza di fabbricazione del DB601 passarono 7-8 mesi prima che si determinassero le caratteristiche dell'acciaio dei banchi, dei cilindri e del collo d'oca perchè, mentre i tedeschi avevano standardizzato la loro metallurgia su una serie di composizioni in Italia avevamo gli acciai Breda, gli acciai Ansado e via fondendo e le composizioni di ogni lega erano gelosamente tenute da ogni industria. E vi meravogliate che il DB601 prodotto in Italia avesse un centinaio di cavalli in meno del suo omologo tedesco? Fu a seguito di questi ritardi che vennero stabilite le specifiche dell'UNI e creati gli standard della metallurgia italiana. Eppure le competenze isolate c'erano: A Tripoli, citta coloniale di levantini, durante la guerra il genio trasmissioni creò dal nulla, dal progetto alla realizzazione, una serie di cercamine con oscillatore a radiofrequenza utilizzando l'elettronica delle radio a onde medie e ne produsse molti esemplari che vennero utilizzati nell'attacco a Tobruck, ciò mentre in Italia si perdeva tempo a indire appalti.
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I tedeschi avevano perso la guerra quando si incamminarono sullo studio del reattore ad acqua pesante anzichè a grafite come elemento rallentante. Se non avessero capitolato nel maggio 45 in agosto le bombe di Hiroshima e Nagasaki avrebbero incenerito Berlino e Monaco. Ma nel maggio 44, con l'invasione alleata ancora da effettuare avevano qualche chanche di concludere una buona pace. Cmq quello ripostato è il parere del ministro degli armamenti che, a posteriori, considerò la campagna per il petrolio il colpo mortale per la guerra tecnologica
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Il Me109 necessitava per la costruzione di 4700 ore di lavoro, il G55 di 18000 (escluso dal conto il motore). Sarebbe bene guardare il perchè. Anche senza essere ingegneri areonautici, guardando gli spaccati dei vari aerei (molto fedeli) si vede che G55, MC 202-205 hanno un numero di centine per ala che è una volta e mezza quello del 109. Se si raffrontano con il FW190 si vede che gli esterni alari di questo non hanno centine, ma false centine: mentre gli altri hanno centine su cui viene stesa e stirata la copertura (come se fosse in tela) il 190 ha pannelli curvati con nervature interne che vengono fissati ai bordi e al longherone principale. Capite il risparmio di lavoro? Il 109, nella struttura a guscio della fusoliera, ha i pannelli esterni con i bordi curvati verso l'interno che si accavallano con quelli dei pannelli adiacenti. Bastava forarli e farvi passare i correntini e la struttura era fatta. Questo spiega l'immenso divario tra le capacità produttive tedesche e l'artigianato italiano che costruiva velivoli metallici come se fossero di legno e tela. Ma il punto non era la scelta tra tanti e modesti e pochi ma eccellenti, la scelta era alla fine tra cessi e aerei perchè la struttura dei velivoli italiani era così pesante che il carico utile diventava modestissimo e si doveva scegliere tra benzina e munizioni. Credete che non fosse possibile mettere un 20 mm tra i cilindri del motore del 202? era possibilissimo, ma volendo mantenere il peso significava ridurre l'autonomia già scarsa di 100-120 km. Le prestazioni del G55 erano certamente buone, ma in certe e limitate condizioni. Non avrebbe mai potuto essere come il P51 che pesava 5 tonnellate al decollo (una in meno del BF110 e una e mezzo in più del G55), era capace di volare fino a Berlino ed esplicare, una volta consumata una tonnellata di combustibile, il massimo delle prestazioni. Il povero G55 aveva prestazioni di tutto rispetto (e forse anche migliori del P51), ma entro 300 km dalla base di partenza. Si consideri che 40-50 km di questo raggio d'azione erano impegnati per raggiungere la quota di intercettazione restavano 20 minuti appena di tempo utile all'intercettazione. In sostanza poteva essere usato bene solo per difesa di punto, come il tanto vituperato ME163. Il dramma fu che FIAT, Macchi, Gruppo Caproni, tra il 1941 e il 1943 non fecero alcun sforzo per migliorare le linee produttive. Ciò nonostante una delegazione di funzionari ministeriali e di dirigenti industriali fosse andata in Germania a vedere le fabbriche tedesche e avesse steso una relazione dettagliata di tale visita. E le modifiche potevano essere fatte, ma non vi era "cultura industriale" tra chi doveva fare le scelte. I Reggiane (sia il 2000 che il 2005) erano stati progettati dall'ing. Longo che aveva lavorato per Sewersky in america e aveva impostato la produzione sui processi industriali americani (ad esempio le centine venivano prodotte per stampaggio anzichè unendo listelli come con il meccano). Leggetevi i giudizi del ministero dell'areonautica che si chiede come sia stato possibile fare un errore come quello dell'ala stagna per capire con che pozzi di ignoranza tecnica si aveva a che fare
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Del P108 venne tratta una versione trasporto che venne impiegata dai tedeschi sul fronte russo. I pochi aereai di tale versione, secondo "Aerei nella storia" evacuarono 80.000 (ottantamila) feriti tedeschi nel 1944. Non male
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Speer nelle sue memorie indica nel 12 maggio 1944 il giorno in cui la Germania perse la guerra tecnologica. Fu il giorno del grande attacco alleato agli impianti di produzione carburante sintetico