Vai al contenuto

Flaggy

Membri
  • Numero contenuti

    8047
  • Iscritto il

  • Giorni Vinti

    1203

Tutti i contenuti di Flaggy

  1. Se è un ricognitore che sta in aria parecchie ore e se ha effettivamente quella configurazione e quelle dimensioni che si vedono nelle anticipazioni, dubito che ci infilino dentro un pilota: sotto il corto muso è più probabile tovarci sensori e antenne per le trasmissioni satellitari. D'altra parte la velocità non necessariamente è un elemento che rende più probabile il volo pilotato e poi esistono ormai diversi drone che hanno comunque una velocità anche superiore a quella a cui può ambire un velivolo con una simile allungamento alare e un livello di stealthness comunque elevato. La possibilità di utilizzare opzionalmente un velivolo per ovvi motivi sembra susciti maggiormente interesse per i velivoli da combattimento (la famosa sesta generazione e ovviamente il requisito LRS-B), ma questo non sembra proprio esserlo. In fondo sono diversi i velivoli di cui si sapeva poco o nulla (men che meno se c'era stato un finanziamento) prima che qualche scoop ne rivelasse l'esistenza. Ciononostante non si configura come una piattaforma spendibile e d'altra parete si propone come mezzo più prestante rispetto al Predator e più consono a rimpiazzare il decrepito U-2 in ruoli più delicati dove un pilota sarebbe troppo a rischio e dove un Global Hawk sarebbe sicuramente troppo visibile. Piuttosto legherei il velivolo ai pasticci che si stanno facendo con l'acquisizione dell'RQ-4, che da un lato non soddisfa pienamente il cliente, ma che dall'altro potrebbe aver trovato nell'RQ-180 un alternativa ritenuta più moderna, flessibile e interessante. L'elevata stealthness serve primariamente a compiere la missione indisturbato e poi a proteggere il pilota, che a sua volta non è garanzia, in caso di avaria, della distruzione del velivolo per evitare che possa cadere in mani nemiche qualcosa più di un rottameme bruciacchiato: penso che autodistruggere il mezzo o ricorrere al bombardamento del relitto siano opzioni comunque prese in considerazione. Per il resto aspettiamo: una certa dose di disinformazione e un po' di marketing Northrop Grumman possono contribuire a distorcere i fatti.
  2. Flaggy

    Programma T-X

    Lascia perdere le citazioni: quelle cose le avevamo già lette e ora possiamo anche soffermarci a discutere. Al di là di quello che compare nei comunicati stampa, l’infinita diatriba tra i sostenitori della configurazione mono o bimotore non si esaurisce facilmente. Lapalissiano che un velivolo bimotore sia più affidabile. E quindi? Resta il fatto che un velivolo bimotore sia più complesso e pesante e dotarlo di postbruciatore lo rende ancora più complesso e pesante. Qui parliamo di un addestratore e spesso e volentieri la semplicità costruttiva e l’economicità di acquisto e di gestione hanno prevalso sulle considerazioni relative alla sicurezza. Succede sui velivoli da combattimento che sono molto più maltrattati e anche bersagliati dal nemico, figuriamoci in un addestratore. Un postbruciatore è un elemento delicato e bisognoso di manutenzione, per via delle numerose parti mobili sottoposte a pesanti sollecitazioni termiche e meccaniche. E’ quindi normale che chi voglia limitare questi aspetti, pensi a utilizzare un singolo propulsore (che tra l’altro è gia bello che sviluppato e continuamente aggiornato con gli ultimi ritrovati tecnologici se pensiamo alla famiglia dell’F404-414). Questo vale indipendentemente dal fatto che si parta da un progetto collaudato o da un foglio bianco. E qui sta la mossa intelligente di Alenia-Aermacchi: dotare il velivolo di due motori di potenza esuberante ma privi di postbruciatore. In questo modo il rapporto spinta/peso è comunque eccellente (inarrivabile per tutti i concorrenti privi AB) e tale da consentire manovre e inviluppi di volo tipici di un caccia ad alte prestazioni, mentre l’affidabilità e i costi ne guadagnano dal mancato utilizzo dell’AB e dalla presenza di due unità propulsive che lavorano mediamente in modo meno gravoso visto che la spinta secca è esuberante. I vantaggi del volo supersonico sono stati attentamente valutati dai progettisti italiani e la conclusione è stata che non ne vale la candela, se si considera che oggi il comportamento in volo a velocità comunque blandamente supersoniche non è molto diverso e tale giustificare così tanti scrifici aerodinamici e propulsivi. Insomma, se proprio si vuole quel piccolo plus che manca al 346, si deve essere disposti a pagarlo veramente caro.
  3. Le derive divergenti, diversamente da quello che si crede, non sono state introdotte solo per contenere la traccia radar altrimenti rilevante dell’F-15, ma anzi si abbinano a una configurazione a stabilità rilassata. Il baricentro dell Silent Eagle è infatti arretrato rispetto a quello dell'originale F-15 e questo determina che la coda smette di essere deportante con conseguente beneficio in termini di eliminazione dello “spreco di portanza” alare altrimenti necessario a controbilanciare la deportanza di coda. Anche le derive divergenti contribuiscono ora all’equilibrio e alle manovre intorno all’asse di beccheggio, come d’altra parte succede da tempo nell’F-18, che ha le derive divergenti e che quindi danno un contributo non solo laterale, ma anche verticale se i timoni ruotano in maniera simmetrica. Ciò riduce la resistenza indotta e di conseguenza i consumi, anche se spesso viene associato solamente a una maggiore manovrabilità. Tutto questo però richiede un sistema di comandi di volo fly-by-wire elettro idraulico e senza backup meccanico, perchè senza ausilio dei computer di fatto il velivolo sarebbe impilotabile. Il vecchio sistema meccanico-idraulico dell’F-15 andrebbe di conseguenza sbarcato e il nuovo sistema andrebbe necessariamente sviluppato, con quel che ne consegue in termini di tempi e costi. Non è un caso se il dimostratore del Silent Sagle di fatto adotta solo i nuovi fast pack con stive integrate abbinate alla cellula standard. Il resto dello sviluppo è a carico del cliente, che necessariamente dovrebbe acquistare un numero decente di velivoli per ammortizzarlo.
  4. Purtroppo se i numeri sono quelli non si giustifica assolutamente, dal punto di vista dei costi e delle comunanze logistiche, una macchina così differente come il Silent Eagle. Le derive divergenti d'altra parte vanno in abbinata ad una configurazione aerodinamica molto più evoluta e che richiede un sistema di comandi di volo completamente differente. Con essa anche i nuovi fast pack con stive integrate verrebbero a perdere un po'di valore in quanto la configurazione aerodinamica nuova si proponeva di compensare la perdita di carburante (legata all'introduzione stive) con una maggiore efficienza aerodinamica. Alla fine è meglio proporre un upgrade del K.
  5. Nei prossimi mesi ne sapremo sicuramente di più. La ricostruzione di Aviation Week ha un allungamento alare considerevole, come si diceva probabilmente eccessivo per un bombardiere (o per il suo dimostratore), anche se c'è da dire che le reali proporzioni del velivolo non possono essere facilmente dedotte da poche foto di pessima qualità. Successe già con l'F-117, dove da una singola immagine (http://www.hitechweb.genezis.eu/stealth5b.files/first_official_F-117_photo.jpg) che ne mascherava solo le prese d'aria, fu ricavata una prima ricostruzione che ne sottostimava la lunghezza. Di fatto il velivolo aveva una freccia alare molto più marcata di quanto ipotizzato e di conseguenza una lunghezza maggiore, associata a un velivolo piuttosto grande, delle dimensioni grosso modo di un F-15. D'altra parte le doti di autonomia tipiche di un ottimo drone ricognitore sono effettivamente associate a velivoli dal considerevole allungamento che non è molto compatibile con un bombardiere, per cui quest ultimo può fare tesoro della configurazione generale (in una sorta di family feeling), ma non credo ne possa essere una copia pantografata. In sintesi, se come sembra il velivolo ha dimensioni e proporzioni tipiche di un ricognitore, allora è presumibilmente nato da un progetto diverso da quello che Northrop Grumman vuole proporre per il requisito del bombardiere, ma è quanto mai opportuno non sbilanciarsi troppo in merito.
  6. Flaggy

    Programma T-X

    Se vuoi te lo dico che stai fantasticando troppo : perchè il velivolo dovrebbe avere due motori se la formula monomotore sembra la preferita nelle configurazioni dei possibili competitor? Bimotore è solo il 346, mentre le proposte supersoniche (e l'Hawk di BAE che però credo non abbia nessuna speranza...) sembrano avere in comune la configurazione monomotore, anche per contenere i costi necessariamente più elevati legati alla presenza del postbruciatore che aumenta pesi, consumi e complessità. L'anticipazione "tutta nuova" di origine Boeing è monomotore e d'altra parte, anche se si ricorresse alla piattaforma del Gripen, non avrebbe molto senso cambiare proprio questo aspetto comune a entrambe le opzioni di questo strano team.
  7. Ho qualche dubbio che l'RQ-180 possa in qualche modo sovrapporsi col requisito per il bombardiere. Fra le altre cose mi sembra troppo piccolo confrontato con le autovetture...almeno se è il "coso" nell'hangar. Sebbene l'apertura alare sia notevole, mi sembra che questa sia assiociata a un grande allungamento più che a un grande velivolo. Di conseguenza sembrerebbe più un ricognitore a grande autonomia e relativamente bassa velocità, che un bombardiere di buone prestazioni ed considerevole capacità di carico.
  8. Flaggy

    Sikorsky S-97 Raider

    Come dicevo nel messaggio precedente la configurazione presentata recentemente come proposta per il ruolo Utility (l'SB>1 Defiant) prevede che trasmissione e motori siano portati all'esterno del corpo principale della fusoliera liberando il vano di carico per rispondere al requisito di sostituire il Blackhawk e derivati. D'altra parte il nuovo programma FVL (Future Vertical Lift) si propone di rimpiazzare anche l'Apache e quindi la configurazione più pulita dell'S-97 è probabilmente maggiormente rappresentativa per la "variante" da attacco. Necessariamente la fusoliera sarà la parte con minori comunanze, mentre motori, rotori e parti dinamiche saranno quelle con maggiori punti di contatto. E' un approccio che d'altra parte è gia stato adottato con successo nel binomio UH-1 / AH-1. Il FVL è ambizioso, ma le configurazioni scelte dai vari concorrenti (i competitor sono 4) non hanno molto che non sia già stato in qualche modo sperimentato. E' d'altra parte venuto il momento di far compiere all'elicottero un decisivo passo in avanti per superare le sue limitazioni: dopo anni di immobilismo i requisiti ci sono e i costruttori devono cimentarsi in un salto generazionale che garantisca un incremento del know how e della competitività dei propri prodotti: senza un po' di ambizione un costruttore si suicida e un paese perde una parte della sua competitività tecnologica. Al di là della formula scelta, che è l'aspetto sicuramente più evidente, credo che un ruolo decisivo lo svolgeranno i motori, per la verità un po' fermi al palo da parecchi anni in campo elicotteristico: sarà necessario portare in porto i recenti studi per ridurre i consumi, aumentare la potenza specifica e ridurre nel contempo le esigenze manutentive. Altro aspetto determinante saranno i materiali e le soluzioni meccaniche adottate, e questo per limitare il peso e contenere i costi di gestione di macchine sicuramente complesse. Il FVL è un programma molto importante per le implicazioni tecnologiche e l'attuale JMR-TD (Joint Multi Role-Tecnology Demostrator) si propone di fare da apripista per limitare i rischi ed evitare gli errori passati. http://www.flightglobal.com/news/articles/sikorsky-boeing-confident-sb-1-defiant-wont-be-the-next-comanche-392025/
  9. Dipende da una particolare combinazione di fattori aerodinamici e inerziali della sua configurazione. Essenzialmente il lomcovak è uninsieme di manovre in cui leffetto giroscopico legato al motore è importante, da cui deriva la capacità dei velivoli ad elica di realizzarla, ma la straordinarietà della cosa per un velivolo a reazione che ha un effetto giroscopico necessariamente ridotto a causa di masse rotanti molto vicine allasse di rotazione del suo motore al contrario di quello che succede in unelica che necessariamente ha un elevato diametro. Se ne parlò qui... http://www.aereimilitari.org/forum/topic/4157-lomcovak/?do=findComment&comment=77302
  10. http://www.aereimilitari.org/forum/topic/17563-aermacchi-m-345-con-livrea-pan/?do=findComment&comment=305502 Penso che più che di un rendering si tratti di un moke up, magari ricavato da una vecchia cellula. Da cui l'orrido tettuccio per coprire il nulla sottostante. Quanto al motore è un incognita fino a un certo punto. Non penso si consideri un’unità appositamente progettata (cosa che di fatto darebbe al velivolo un motore di “carta”), ma solo una specifica variante di qualcosa disponibile sul mercato e di conseguenza di già individuato,a nche se non comunicato ufficialmente. Il margine di manovra nel progetto è quindi limitato e di conseguenza anche quello nelle prestazioni che non si discosteranno da quelle intorno alle quali si sta sviluppando il velivolo. Penso che più che un problema di spinta sia una questione di consumi e di adattamento del motore ai requisiti più moderni. Un moderno FADEC e un design più avanzato dei uno o più stadi o della camera di combustione di un motore noto (magari lo stesso di adesso) richiedono comunque un certo sviluppo e accordi con il fornitore. D’altra parte l’AMI non ha ancora acquistato il velivolo e una certa incertezza (forse dovremmo chiamarla prudenza) è magari anche accettabile in questa fase. In ogni caso la PAN è solo la facciata di questa operazione. L'intento necessariamente è sostituire il 339 con un più bilanciato iter addestrativo basato su una macchina meno prestante ma economica e una più potente che si propone di limitare l'uso dei velivoli di prima linea nelle fasi successive dell'addestramento. Quanto al ritiro SF-260 io mantengo una certa cautela perchè la vicenda non è chiarissima. E' vero che il velivolo era molto recente e il prematuro ritiro è stato uno sperco, ma sembra che il velivolo avesse qualche problema che ha determinato l'insoddisfazione del cliente.
  11. Flaggy

    SR-72

    Mah, forse Sweetman sovrastima l’utilità che avrebbe avuto un velivolo da mach 3 in missione d’attacco negli anni sessanta. L’F-111 non è stato un successo planetario, ma questo non significa che il volo a mach 3 avrebbe avuto maggior senso di quello pancia a terra a mach 1.2, che comunque non è certo stato un vicolo cieco dell’Aardvark, considerato il seguito che ha avuto per molto tempo con diversi rappresentanti. La sfida tecnica di conferire a un velivolo siffatto una carico bellico e una precisione sul bersaglio che non lo relegassero a solo vettore di armi nucleari era probabilmente più impegnativa di quanto si possa credere e di fatto non si sarebbe potuto fare un equivalente ipersonico dell’F-111. La corsa al sempre più alto e al sempre più veloce si arrestò per diverse ragioni e non credo che la presunta minaccia di un troppo facile abbattimento da parte di missili o intercettori fosse l’unica, anzi. Di fatto un velivolo per viaggiare a mach 3 è necessariamente frutto di un progetto estremo e parecchio deve essere sacrificato sull’altare della velocità. Un serbatoio di carburante volante di ridotta sezione, dotato di motori “esotici”, necessariamente è penalizzato nei confronti della manovrabilità, del carico bellico, della furtività, del peso, dalla rapida usura di molteplici componenti sottoposti agli effetti deleteri di temperature e velocità estreme e si presta male a svolgere compiti diversi. Il B-70 ad esempio era un enorme bombardiere con un carico bellico proporzionalmente scarso e questo al di là degli infiniti problemi tecnici, a cominciare dalle temperature assurde all’interno della piccola stiva bombe, di fatto inutilizzabile. E’ poi da dimostrare che la velocità estrema si possa trasformare in un moltiplicatore di sortite a fronte di una probabile ridotta disponibilità operativa. E’ vero che gli stealth all aspect sono molto delicati da questo punto di vista, ma è anche vero che la degradazione della stealthness non implica necessariamente la messa a terra del velivolo per ripristinarla, se l’aumento di RCS si verifica nella seconda fase delle operazioni dove la stealthness è molto meno importante. Oggi, le nuove tecnologie probabilmente consentono la soluzione di molte problematiche tecniche legate al volo ipersonico, ma anche l’invulnerabilità di simili mezzi sarebbe già meno scontata, tanto che si punta a un ulteriore incremento di prestazioni, con un conseguente ulteriore innalzamento dell’asticella relativa alle sfide tecniche da affrontare e ai compromessi da accettare. Insomma nulla di scontato e nulla che sia privo di rischi, come nulla di scontato e di privo di rischi vi è nel T-50 e nel J-20 che, fatte le debite proporzioni, rappresentano per russi e cinesi delle sfide tecniche enormi: anche questi due velivoli, come l’F-22, peseranno di più, costeranno di più e, causa minore esperienza, introducono molti fattori di rischio che ne rallentano lo sviluppo, come dimostrato dal velivolo russo, che tra l’altro è il meno stealth dei tre. PS: Pinto, non serve che citi ogni volta i messaggi immediatamente precedenti: il regolamento del forum lo specifica chiaramente proprio per favorire un alleggerimento delle discussioni.
  12. Melius abundare quam deficere...
  13. E son 40 dalla Korea del Sud... http://www.flightglobal.com/news/articles/south-korea-to-obtain-40-f-35as-393402/
  14. Certo. Mi è passato sopra la testa in decollo.
  15. L’italia ha di fatto rinunciato a partecipare attivamente alla fase di sviluppo, tagliando anni fa i due velivoli previsti a suo tempo. Per quella data penso l’inviluppo di volo sarà completamente aperto e si saranno d’altra parte già visti degli esemplari ai saloni europei. Non credo quindi ci saranno scuse valide per trattenere i nostri qui a fronte di presunti rischi nella trasvolata, nemmeno le qualifiche dei piloti che la compiono, visto che a portare di là il velivolo sarà sicuramente qualcuno che ha l’abilitazione a farlo, compresa la qualifica al rifornimento in volo.
  16. Flaggy

    Il mercato dei caccia ....

    Francamente non credo che qualsiasi affermazione o sparata fatta al salone sia degna di iteresse. Certe decisioni sono ben lungi dall'essere prese.
  17. Ha due turboeliche di potenza comparabile alla singola montata sul Reaper. Coi propulsori settati alla potenza necessaria per il pattugliamento (135 nodi che sono ben meno dei 400 cui può arrivare), non credo che a qualche migliaio di metri la rumorosità sia percepibile da terra. Il velivolo poi eredita le caratteristiche del velivolo originario, che è particolarmente silenzioso e adotta un design molto accurato delle pale dei propulsori. Semplicemente è concepito per far altro che l’attacco al suolo.
  18. Non venne scelto dall'USCG, perchè i requisiti prestazionali non erano così stringenti e il minor costo favorì il velivolo EADS. Non è che avere capacità superiori sia un plus, se quelle capacità superano i requisiti e comunque costano care. Ora la situazione è diversa. Gli aerei ci sono e sono disponibili. L'alternativa di parcheggiarli al sole è una scemenza. Poi, per trovare valide ragioni per utilizzarli, come la comunanza col C-130, si fa sempre a tempo. Erano validi motivi anche diversi anni fa, e furono senza dubbio evidenziati, ma non furono giudicati sufficienti. Il fatto che gli aerei ora ci siano, cambia decisamente le carte in tavola in favore della proposta italiana
  19. Come hai intuito sdoppiare la deriva sarebbe solo la punta dell'iceberg. La cellula del P-180 non ha nulla di stealth e le modifiche fatte per renderlo un UAV vanno in direzione opposta. La stiva sarebbe quindi oltremodo ingiustificata per le modifiche strutturali che imporrebbe a fronte di vantaggi minimi in termini di riduzione della traccia radar. Non sarebbe un problema strutturale sdoppiare il timone (o meglio la deriva) ? Lo sarebbe eccome! L'aereo ha un impennaggio a T! La derive regge l'impennaggio orizzontale. Là dietro sarebbe da cambiare tutto, con influssi sull'aerodinamica dell'intero velivolo e come detto non ne varrebbe la candela.
  20. Non sta certo a me stabilire se sia serio o meno annunciare i contratti ai saloni. Sta di fatto che questo lo si fa da tantissimo tempo per sfruttare al massimo la visibilità dell’evento. Anche gli ordini dei velivoli civili "stranamente" calano prima dei saloni e miracolosamente aumentano esponenzialmente durante i saloni... Da parte nostra possiamo però notare come il concetto sia stato sviluppato in questi anni come iniziativa privata, ma le iniziative private si basano su analisi di mercato ed esigenze espresse dai possibili clienti. L’interesse dell’AMI non è mai stato nascosto e non è un fulmine a ciel sereno questo annuncio. Non deve quindi stupire più di tanto. Sia nel caso dell’MC-27 che dell’M-345 si tratta di presentare un concetto che si propone all’esterno e il modo migliore per farlo è con un annuncio a un importante salone di un interesse da parte della propria forza armata, che a sua volta ha interesse che il concetto si affermi per beneficiare essa stessa di tutti i vantaggi di una sua diffusione. I vantaggi ci sono per entrambi gli attori. Spezzo anche una lancia in favore del M-345. Di mio non amo quando il vecchio viene riproposto sine die, ma qui l’idea è di rinnovare profondamente (si spera!) un velivolo con buone potenzialità (e che se fosse nuovo di pacca non adotterebbe comunque soluzioni particolarmente avanzate), per affiancarne un altro troppo costoso per coprire tutto il sillabus addestrativo (e che comunque è un addestatore avanzato). Con il 346 ci si propone di rubare ore di volo ai costosi velivoli di prima linea, mentre con il 345 si può compiere in economia una grossa parte dell’addestramento ora coperto con gli “assetati” Viper monoflusso dei 339. Il tutto porta a un grosso risparmio rispetto all’attuale situazione e segue meglio la crescita dell'allievo rispetto a quanto può fare il solo 339. Queste almeno le intenzioni. Con l’MC-27 si vuole ancora una volta massimizzare l’efficienza dei propri mezzi. Dotare di cannone 3 aerei e usarli quando lo scenario lo permette, non è più opinabile di comprare una dozzina di 346 da attacco o peggio creare una squadriglia di turboelica COIN. Anche questo nessuno lo fa, ma un kit da applicare alla bisogna su 3 velivoli che già si utilizzano per altri scopi è qualcosa di più giustificato. Il C-27 poi è un velivolo robusto e se opportunamente equipaggiato non è nemmeno così facile tirarlo giù. La minaccia si evolve ma anche le capacità delle cannoniere, che volendo possono colpire da più lontano con armamenti di precisione. Gli scenari in cui utilizzarlo credo si siano presentati in questi anni. Nulla da giustificare la creazione di qualcosa di dedicato, ma nemmeno un’esigenza da trascurare i toto avendo i mezzi per poterla attuare, creando nel contempo un’interessante nicchia di mercato e un ulteriore selling point rispetto alla concorrenza e a favore di un velivolo già di suo molto valido. D'altra parte credo che a Dubai non si stia cercando di far passare il messaggio”compratevi una cannoniera”, ma “compratevi il C-27, che volendo può anche fare da cannoniera”.
  21. Penso che quest esigenza sia nata sulla base delle passate esperienze sul campo dove un velivolo del genere forse avrebbe dato un valore aggiunto rispetto ad elicotteri, aerei d'attacco o altro. Il requisito è commisurato alle dimensioni e alle esigenze della nostra forza aerea. 3 sistemi completi e 6 velivoli predisposti ad accogliergli è quanto necessario ad avere sempre qualche velivolo disponibile al ruolo e nel contempo non intaccare l’attuale linea cargo e non creare un gruppo dedicato (uno sfacciato sperco). L’investimento di 100 milioni è tutto sommato modesto. I moduli aggiuntivi (e sbarcabili) possono essere gestiti separatamente dal velivolo, mentre quest’ultimo ha delle modifiche così limitate da non causare una logistica dedicata. Solo con queste condizioni al contorno l’operazione acquisisce un senso e può non essere vista come un capriccio. D’altra parte una cosa simile succede con i C-130J, alcuni dei quali sono predisposti ad accogliere il modulo per il rifornimento in volo, del quale l’Italia ha acquisito solo alcuni esemplari. Credo che sfruttare la flessibilità dei mezzi sia comunque positivo in un ottica di risparmiare risorse e contenere il numero complessivo dei mezzi.
  22. Trattandosi di modifica poco invasiva dei velivoi attuali, che mantengono comunque le capacità cargo, è un modo relativamente economico di rendere più flessibili possibile gli attuali mezzi e ottenere una valida alternativa ad macchine più costose e surdimensionate o comunque non del tutto adatte a certi compiti. Come si diceva il supporto a terra si sta evolvendo e diverse macchine si prestano a svolgerlo a seconda dei casi. Una cannoniera garantisce velocità di intervento, precisione, minimi danni collaterali, elevata persistenza sul bersaglio, capacità ognitempo e relativamente basso costo del munizionamento. Tutte cose utili. Se poi il mercato delle esportazioni premia lo sforzo progettuale, tanto meglio. In ogni caso, da sempre, per l'export è opportuno un cliente di lancio domestico per ambire a un certo successo commerciale.
  23. In passato si è sempre proposto il vecchio sotto forma di riprogettazione e oggi anche upgrade delle vecchie cellule. Spessissimo simili proposte sono state bocciate, rappresentando anche la fine del costruttore che non aveva saputo o potuto competere con qualcosa di più innovativo alla sostituzione del mezzo che produceva. Oggi le alternative non sono affatto numerose, anzi, nel caso dell'F-15CJ, il vero sostituto pariclasse manca proprio. Questo fornisce maggiore vigore a certe soluzioni "tampone" che, a guardare il calendario, mettono in evidenza una grave carenza di idee e di pianificazione, prima ancora che di denaro. Presumibilmente l'aggiornamento degli attuali F-15 da caccia è anche una mossa per guadagnare tempo e valutare le possibilità di sviluppo del caccia indigeno, visto e considerato che il Giappone non ha mai nascosto di puntare a qualcosa di più dell'F-35, che è nato per sostituire velivoli multiruolo di classe inferiore a quella dell'F-15. La specifica richiesta che questo sostituto sia stealth e il divieto di esportazione dell'F-22, non danno alternative se non la via nazionale, ammesso si vorrà ancora seguirla una volta che l'F-35 avrà sviluppato a pieno il suo potenziale AA.
  24. In realtà il PIL italiano è intorno ai 2000 miliardi e la tabella a pagina 10 in cui compare il famoso 3.9% si riferisce a un totale di spesa di circa 500 miliardi... Comunque, al di là di quale percentuale consideriamo, la cifra per la difesa è sempre quella: circa 20 miliardi.
  25. Magari i messaggi di quest'oggi, incluso questo mio, finiranno dove probabilmente era giusto fossero postati fin dall'inizio (nella discussione off topic sull'F-35 che sarebbe opportuno usare...) comunque, per quanto i conti dello Stato non sono certo la mia specialità, forse c'è una spiegazione all'apparente conflitto di cifre. A me sembra che il 3,9% del documento linkato da Fabio non sia affatto riferito al PIL (una cifra enorme rispetto alla quale la difesa è sotto '1%), ma sia una percentuale delle spese dello Stato. Per quanto colossale, quello che spende lo Stato, non è il PIL.
×
×
  • Crea Nuovo...