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V-22 osprey - discussione ufficiale
Vultur ha risposto a typhoon nella discussione Aerei da Trasporto, AWACS e Aerocisterne
Perchè no mi pare una buona idea. Se l'Osprey richiede una separazione di 80 metri, o li si separa spazialmente o temporalmente. -
V-22 osprey - discussione ufficiale
Vultur ha risposto a typhoon nella discussione Aerei da Trasporto, AWACS e Aerocisterne
Be i modi potrebbero esserci. In fondo una compagnia sarebbero un centinaio di uomini, questo fa tre, forse quattro Osprey. Se prima dell'atterraggio mezza formazione (due velivoli) prende una strada diversa (cosa normale per esempio durante i passaggi di bombardamento) e fa un giro e torna in dietro, potrebbe arrivare sulla landing zone con una rotta perpendicolare a quella originaria. In questo modo i primi due Osprey atterrerebbero dritti e distanziati di 80-100 metri, mentre altri due gli atterrerebbero diciamo sulla sinistra e con il muso orientato di 90° contro i primi due e distanziati sempre di 80-100 metri. Mantenendo un centinaio di metri tra i due Osprey di testa delle due formazioni, la landing zone misurerebbe un 200 x 100 circa. Al decollo prima parte una coppia poi l'altra, la prima (quella che ha fatto il giro) gira ancora di altri 90° e se ne va, la seconda di vira di 180° e scappa dietro la prima. Se poi addirittura si vede che tra due Osprey, ciascuno a 90° rispetto all'altro e muso contro muso, non c'è più bisogno di distanza minima, la landing zone è ancora più piccola. Ancora più sempilce: si atterra uno dopo l'altro e si riparte uno dopo l'altro distanziati che so, di uno o due minuti. Io piloto il primo. -
F-16 Fighting Falcon - discussione ufficiale
Vultur ha risposto a Dark Angel nella discussione Caccia
Se qualcuno ti chiede se ciò che vendi sale anche a 20.000 m a menare un Foxhound in fuga, tu gli devi dire si hi hiihi. Comunque forse non mi sono spiegato: il MIG-31 Foxhound nasce come difensore dei cieli russi, nel senso che nessuno ti attaccherà mai a colpi di MIG-31 (manco la Russia) e inoltre l'F-16 non penso abbia tra le sue specifiche anche la richiesta d'intercettazione di bersagli stratosferici ad alta velocità. Ci vorrebbe un F-15. -
F-16 Fighting Falcon - discussione ufficiale
Vultur ha risposto a Dark Angel nella discussione Caccia
Mustanghino se a te il MIG-25 non fa male io te lo lascerei tutto; vira e vallo a prendere. Io sono dietro di te, un po' più in basso ... (e inizio a darmi da fare come un matto con chaffs and flares...). Rompo anche il silenzio radio: do le nostre ultime coordinate: non si sa mai dove spedire i fiori per gli eroi dell'aria (e pure per quelli del mare). Secondo quel che so io MIG-25 e MIG-31 sono aerei progettati per rientrare a far parte di un articolato sistema di difesa aerea. Il loro ruolo quindi sarebbe soprattutto difensivo non offensivo. Di conseguenza è proprio quando si va a disturbare un paese dotato di questi sistemi di difesa che si dovrebbero avere i problemi maggiori. Cioè è come andare a svegliare il can che dorme, anzi, l'orso Kodiak affamato dopo sei mesi di letargo a digiuno ... Nel senso che la missione primaria di questi MIG sarebbe la difesa e non l'offesa. Per l'offesa ci vorrebbero caccia da superiorità aerea come l'F-15, il SU-27, il MIG-29 che scortino bombardieri e aerei da interdizione. L'F-16 magari potrebbe arrivare al limite inferiore della stratosfera (assumiamo che sia a 20000 metri) dopo una bella corsa con successiva arrampicata. Arrivato lassù potrebbe lanciare prima di scendere. Una missione simile la prevedeva il potente SU-15 Flagon contro gli SR-71 e prima che arrivasse il nuovo MIG-25 stratosferico. Oppure l'F-104. Come si fa ad acchiappare un MIG-31 in volo a mach-3 a 22.000 metri io non ne ho idea: roba da F-15 (ma con il pepe al c*lo però!) o da F-22. Contro MIG-25 e 31 quindi credo ci vanno questi ultimi, o i Mirage 2000 o i Typhoon (se hanno abbastanza fiato). Non so manco se gli AMRAAM sono tutti calibrati per bersagli così alti e veloci (sicuramente lo sono, perchè sennò avremmo un problema ...). -
Tutti gli aerei inglesi in teatro di guerra birmano ovviamente. Quindi si anche i Brewster Buffalo, i P47, i Dakota, i Beaufighters ... Tutti. Lo stemma del Sol Levante invece rappresenta da sempre il Sole, che per i giapponesi è il simbolo del Giappone e rappresenta la Dea Amaterasu Omikami, Dea del Sole da cui discendono tutti gli Imperatori del Giappone da 2.600 anni. Proprio ieri per caso m'è capitato di vedere in TV la storia della vita di Isoruku Yamamoto. Quando nel 1905, ancora giovane ufficiale di artiglieria navale, partì per la storica battaglia di Tsushima (dove venne ferito e perse due dita di una mano) suo padre gli scrisse i suoi auguri: "Figlio mio, nulla è più bello di un guerriero che muore per il suo Paese e per il suo Imperatore. Un guerriero siffatto è come un fiore appena sbocciato, che anche se reciso, non perde il suo profumo ...". Yamamoto, convinto sostenitore dell'aviazione di marina, prese il brevetto di pilota navale a 40 anni. Uno degli ultimi soldati giapponesi della seconda guerra mondiale, il sergente Shoighi Yokoi, si arrese a due pescatori dell'isola di Guam, il 24 gennaio del 1972.
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I colori anche qua variavano da reparto a reparto, io feci un Saetta schifoso molto tempo fà a pennello. In genere i verdi a me mi venivano abbastanza bene anche sui carri armati come lo Sherman se prima coloravo tutto il modello con un ocra, un marrone o un rosso. Una volta usavo i colori ad olio l'effetto migliore mi veniva usando prima un Terra di Siena Bruciata che è come la ruggine, il verde sopra lo davo a colpi di pennello diluito e veniva più o meno sbiadito come se fosse stato esposto al sole, il trucco me lo aveva detto uno, ma non so se è giusto non fo modelli da due decenni. Per il verde della Regia puoi usare varie miscele di Tamiya XF5 e XF-62, mettiamo 2/3 di XF-5 e 1/3 XF-62, o 3/4 di XF5 e 1/4 di XF-62. (Piccolo consiglio: fai diverse prove prima e vedi quale verde ti sembra meglio, comunque ti ripeto i bidoni di vernice cambiavano spesso tra i reparti e non c'è molta uniformità).
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Chiedo pietà, ho preso la prima foto che ho trovato per trattare della colorazione grigio chiaro della Marina. Per ogni aereo ti insegnano come usarlo al meglio (o alla meno peggio) in quasi ogni situazione e in base alle caratteristiche del mezzo (e dei suoi presumibili avversari). Cosa fare e soprattutto cosa NON fare in ogni situazione, offensiva o difensiva, favorevole o sfavorevole, da soli o in coppia, o in tanti ... Contro caccia nemici, contro bombardieri, se si attacca, se si è attaccati ... Es: io adesso non so se il motore dello Zero era a iniezione, ma i primi Merlin degli Spitfire avevano un carburatore che non tollerava G negativi altrimenti la benzina non arrivava ai cilindri, per cui ai piloti dicevano: "Se dovete scappare da un nemico di coda come un Me-109, per l'amor di Dio rovesciatevi prima di picchiare ...". E cose così. Con il P-51 a pieno carico di carburante per esempio: se dovete scappare NON fatelo mai in vite o scaverete un ampio buco per terra. E' chiaro che la mancanza di protezione alla fine si rivelò esiziale per lo Zero, ma i piloti giapponesi sono sicuro che furono addestrati a impiegare al meglio il loro aereo (tenendo appunto anche conto del fatto che non erano protetti).
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Si può essere addestrati eccome per esempio ad attaccare o difendersi il più possibile solo sotto certi angoli e velocità, poi il resto ovviamente è fortuna, un po' come correre evitando le gocce di pioggia: ci riesce solo Remo Williams. Se non ho parabrezza antiproiettile è chiaro che come prima mossa io eviterei di attaccare frontalmente (anche perchè comunque la maggioranza dei successi la si otteneva colpenda da dietro e non visti). I tedeschi per esempio impararono a colpire i Liberators da davanti perchè fino all'H avevano un gran muso vetrato e una sola raffica poteva attraversare tutto l'aereo fino alla coda. Inoltre contro un colpo da 20 mm dirompente non c'è parabrezza, serbatoio o ala che tengano. Solo una blindatura magari lo ferma, il pilota sopravvive, l'aereo no. Riguardo ai paracadute ognuno ha i suoi gusti, io me lo porterei lo stesso quelli erano Samurai: una volta abbattuti perdevano fiducia e interesse per le cose del mondo. Lo Zero sicuramente, manovrabilità e G a parte, avrà sicuramente avuto la sua brava pompa elettrica e la sua pompa meccanica del carburante (se non altro perchè ha l'ala bassa per cui senza pompa dubito che il carburante arrivi ai cilindri a meno di non volare rovesciati). Quello che penso è che comunque fosse possibile travasare il combustibile da una semiala all'altra, per cui se un serbatoio si bucava, forse si poteva provare a fare il travaso, magari spompettando manualmente. Per il resto, anche qui, un colpo esplosivo da 20 mm strappa l'ala e tutto, quindi non è che il serbatoio autostagnante faccia differenza, come Fantozzi che tira su il vetro mentre il bruto invece gli strappa tutto lo sportello della Bianchina...
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La bassa protezione lo Zero ce l'aveva sempre questo non rappresentava un problema insormontabile per i piloti che erano addestrati a tenerne conto. Se i tedeschi avessero usato gli Zero nella Battaglia d'Inghilterra penso proprio che gli inglesi avrebbero avuto un problema. Gli Spitfire si incontrarono routinariamente con gli Zero in Estremo Oriente (Australia) e nel Sud Est Asiatico (Birmania e Thailandia) e ogni volta erano casini soprattutto perchè lo Zero era appunto progettato per avere un'autonomia di combattimento "asiatica", lo Spitfire no per cui gli inglesi dopo un po' erano costretti a combattere solo per tornare a casa mentre i piloti giapponesi avevano appena cominciato a scaldarsi. Penso che Zero, Spitfire-V e Me-109E non fossero molto diversi concettualmente: un ottimo motore unito alla minor quantità possibile di cellula. Sulle prime manco Spit e Me-109 erano protetti, tranne forse che per i serbatoi autostagnanti. L'unica cosa forse era un seggiolino blindato. Il Me-109 non ebbe il paraspalle blindato dietro la testa del pilota fino all'E-4 e anche qui molti dei piloti più "puristi" anche se l'avevano lo smontavano subito perchè limitava la visuale. Preferivano vederci pittosto che essere protetti Quindi il concetto era simile da un capo all'altro del mondo: leggerezza, visibilità, potenza di fuoco. Un'altra simpatica caratteristica dello Zero era che il suo eccezionale tettuccio a bolla con visuale totale non aveva sistema di sgancio di emergenza: si poteva anche correre il rischio di finire allegramente arrosto o affogati, o di non potersi lanciare in tempo ... Parentesi: in Asia gli inglesi e gli americani impararono a proprie spese che il rosso laggiù era appannaggio esclusivo degli arditi Samurai ed era meglio toglierselo dalle ali. Questo per non creare confusione ai propri colleghi piloti, o agli artiglieri della contraerea dal grilletto facile. Motivo per cui in Asia il tondo rosso centrale della coccarda inglese sparì come per magia e venne sostituito dal bianco o dall'azzurro. Stessa cosa per i margini rossi delle coccarde a stelle e strisce di certi aerei. Come su questo Spit del teatro birmano: I colori giapponesi erano i più vari in guerra, molti dicono che avevano problemi di resistenza, ma è anche vero che il clima tropicale e l'ambiente marino sono micidiali per uomini e mezzi per cui i colori sbiadivano e si staccavano mettendo a nudo il metallo sottostante. Molti squadroni da caccia e bombardamento della Marina Imperiale mantenevano la colorazione di fabbrica che era un classico grigio-bruno molto chiaro, che al sole (e al sale) sbiadiva fino a diventare quasi un bianco. I piloti pare che gradissero di più gli aerei così colorati: diventavano meno bollenti al sole tropicale: In realtà pare che esistesse a bordo delle portaerei proprio una tinta grigio chiaro di base, che era in realtà un anticorrosivo navale contro il sale (e forse pure ignifugo) e che spesso veniva dato a copertura del grigio-bruno della ditta. Gli aerei così dipinti risultavano quasi bianchi e la coccarda rossa del Sol Levante non necessitava di margine bianco. Uno dei problemi magari è che i fumi degli spari e del motore li sporcavano quasi subito. Ci possono essere anche altri motivi della colorazione chiara, ma non li conosco. Lo Zero ricevette anche una sua versione biposto, dedicata agli aspiranti Samurai (e al traino bersagli). Si trattava dell'A6M2-K. Con autonomia e armamento ridotti per far posto al secondo abitacolo:
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Il Wildcat fu da quel che so il primo caccia monoplano imbarcato americano perchè deriva dal biplano G-16 della Grumman (XF-4-F1 per la marina), che faceva seguito a tutti gli (ottimi) biplani imbarcati come l'F-3. Lo zero era più "potente" non motoristicamente, ma globalmente. Salita, manovrabilità, quota di tangenza, armamento, autonomia. In questo, complessivamente non c'era un solo caccia navale fino al 1942 che gli tenesse testa. L'"intuizione" dello Zero fu quella di mettere insieme caratteristiche nessuna delle quali, presa singolarmente, risultava particolarmente eccezionale o eccelsa, ma che messe tutte insieme ne facevano un aereo superiore. Il motore dello Zero era "meno potente" di quello del Wildcat. Vero, ma lo Zero pesava quasi una tonnellata in meno e aveva un'aerodinamica più avanzata. Questo permetteva allo Zero per esempio, non solo una manovrabilità superiore, ma anche una tangenza superiore, che nelle versioni turbocompresse superava gli 11.000 metri. Il Wildcat era più robusto e protetto dello zero, ma non aveva la manovrabilità del giapponese, la sua capacità di salita, la sua visuale a 360° e la sua autonomia. Lo Zero poteva comparire sull'oceano letteralmente dal nulla e in zone dove mai si pensava che ci potessero essere aerei giapponesi, a 1.000 chilometri dalla più vicina posizione conosciuta di qualunque base aerea o portaerei giapponese, perchè aveva un'autonomia quasi doppia degli aerei americani. Lo Zero non aveva protezioni reali per il pilota e non c'era parabrezza antiproiettile (!), ma in compenso aveva in ala e fusoliera grossi airbags gonfiabili che lo facevano diventare un battello se il pilota era forzato ad ammarare. La filosofia mi pare chiara: lo Zero almeno inizialmente (a torto o a ragione) era dato dai suoi progettisti come una macchina talmente superiore da non aver bisogno di protezioni contro i colpi del nemico, ma che necessitava solo di galleggiare qualora le sue missioni a lunghissimo raggio sul mare avessero malauguratamente comportato un ammaraggio forzato. Le intenzioni dei giapponesi quindi mi sembrano chiare. Non è che non tenessero in considerazione la vita dei loro piloti, anzi, ma al contrario essi contavano su una guerra lampo, con mezzi superiori, una vittoria folgorante senza dare tempo ai nemici di riprendersi e mettersi a progettare aerei all'altezza. Come scrisse l'ammiraglio Yamamoto: "Passerò di vittoria in vittoria, ma se la guerra si prolungherà non avrò alcuna possibilità di vincere ...". (E' quasi incredibile, ma è lo stesso pensiero di qualcuno dei massimi gradi tedeschi che disse: "Corriamo il rischio di vincere tutte le battaglie e perdere la guerra". L'ala dello Zero era leggera e efficiente, ma allo stesso tempo era robustissima ed ospitava due cannoni da 20 mm, sopportava le sollecitazioni dell'appontaggio e aveva le estremità ripiegabili. L'ala del Wildcat fino all'F-4F4 o FM-2 della General Motors (mi pare), non poteva essere ripiegata, per cui, cosa non da poco, gli aerei imbarcati su portaerei americane erano a parità di tutto meno numerosi per motivi di spazio e la loro movimentazione a bordo richiedeva più tempo rispetto ai giapponesi, specie sulle piccole portaerei di scorta, che appunto erano "piccole". Lo Zero aveva due cannoni da 20 mm, il Wildcat sei mitragliatrici da 12,7 che spesso scendevano a sole quattro per essere più leggeri e avere più munizioni a disposizione. Il carrello principale del Wildcat derivava pari pari dai biplani imbarcati, rientrava in fusoliera, sulle prime versioni era attuato solo a mano dal pilota e aveva una carreggiata ristretta, non molto indicata sul ponte di una portaerei, specie se con mare agitato. Nonostante questo anche il Wildcat rimane un buon caccia imbarcato. Gli inglesi lo usarono con successo sulle loro portaerei e sulle basi a terra del Fleet Air Arm, specie contro i bombardieri tedeschi e addirittura lo preferirono allo Spitfire navalizzato, nonostante in aria il Seafire surclassasse il Wildcat. Questo perchè il Wildcat era progettato per il mare e la portaerei, lo Spitfire no. (Per esempio il carrello ristretto dello Spitfire e il motore in linea con il lungo muso potevano rendere gli appontaggi con mare mosso molto emozionanti). Lo Zero almeno inizialmente si confrontò con aerei sorpassati e inferiori (come vecchi biplani o i Brewster Buffalo degli olandesi in Estremo Oriente), per cui una buona parte della sua leggenda è dovuta a questo. I rapporti dei mercenari delle Tigri Volanti in Cina, che incontrarono per primi i piloti giapponesi (sebbene pare che non incontrarono mai gli Zero), non facevano che esaltare l'addestramento perfetto e la bravura dei piloti imperiali del Sol Levante, cosa che contribuì enormemente alla leggenda dell'imbattibilità degli aerei giapponesi. Nonostante questo lo Zero rimane un caccia imbarcato eccezionale. Gli americani (forse inconsapevolmente) non si resero pienamente conto (o non vollero rendersi conto) di quello che i giapponesi erano riusciti a fare; anche per una certa tendenza isolazionista che cercava di tener fuori gli Stati Uniti dal conflitto, per cui l'idea generale era quella che i giapponesi erano "buoni solo a fare le costruzioni in carta e bamboo" e non rappresentavano una vera minaccia per gli USA, essendo essi solo in grado di "copiare" gli aerei dagli occidentali (in realtà non esisteva allora in occidente un solo aereo dal quale i giapponesi potessero prendere ispirazione per il loro Zero). I primi due anni di guerra in Estremo Oriente tolsero agli americani e agli inglesi tutte queste beate illusioni.
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Il Wildcat era un modesto aereo se paragonato allo Zero, ma quasi tutti gli aerei del mondo fino al 1942 rischiavano di finire a fare una magra figura se paragonati allo Zero. Il Wildcat mi pare fu il primo caccia monoplano dell'US Navy, ma le sue prestazioni non erano all'altezza della potenza esuberante dello Zero. Lo Zero fu una vera intuizione. Come i tedeschi, anche i giapponesi (tutti in malafede, perchè pianificavano da un pezzo la conquista del mondo) crearono un aereo piccolo, potente, estremamente manovrabile e dotato di un armamento che non aveva eguali al mondo, perchè i cannoni da 20 mm a bordo di un caccia, specie se navale erano un'assoluta novità che mettevano lo Zero e il Bf-109 al di sopra di tutti. Chi cavolo costruisce un monoplano imbarcato a lunga autonomia, potente e con cannoni da 20 mm se non sta pianificando una guerra mondiale? Lo Zero saliva come nessun altro, manovrava come nessun altro, sparava come nessun altro aereo del tempo. Inoltre era un caccia imbarcabile su portaerei. Le sue dimensioni (piccole) e il suo carrello principale largo ne facevano un caccia ottimo per muoversi sul ponte di volo. Il tettuccio dello Zero (forse il primo in assoluto su larga scala) era a bolla con visuale su 360°. A tutto questo si aggiunga l'eccezionale preparazione dei piloti imperiali giapponesi, che non solo avevano ricevuto un addestramento perfetto, ma nel dicembre 1941 avevano già quasi tutti quattro anni di esperienza di guerra in Manciuria (come i tedeschi in Spagna)... Chi ha letto "Caccia Zero" di Saburo Sakay forse ricorda sia l'addestramento quasi maniacale che i piloti ricevevano sia le stragi di aerei americani gli i giapponesi facevano nel primo anno di guerra, mi pare che Sakay tirò giù in una sola giornata qualcosa come 15 Wildcat. I piloti imperiali per esempio passavano ore solo ad addestrare la vista, mettendo a fuoco un oggetto vicino come un libro e poi uno lontano, come una stella, o un aereo, o una nave. Questo per tenere in esercizio i muscoli della messa a fuoco dell'occhio e per abituarsi a rintracciare in mezzo al cielo e al mare piccoli oggetti in movimento. Perchè non solo bisogna vedere per primi, ma nel breve lasso di tempo che si impiega a sbattere le ciglia o a girare il collo, un bersaglio può essersi spostato di centinaia se non migliaia di metri e bisogna saperlo ritrovare nel minor tempo possibile. Questa miscela di aereo eccezionale più addestramento perfetto contribuì a creare la leggenda dello Zero, che effettivamente nel primo anno di guerra si dimostrò imbattibile su tutti i fronti. Il Wildcat preso da solo non reggeva il confronto con lo Zero. I piloti americani però impararono tattiche di gruppo per coprirsi a vicenda e spesso anche per passare all'offensiva, ma finchè non arrivarono i Corsair e gli Hellcat furono guai. Lo Zero aveva il difetto di non avere serbatoi autostagnanti e di non avere protezioni per il pilota (cosa che si rivelò fatale davanti ai nuovi caccia imbarcati americani come il Corsair), inoltre il motore dello Zero non venne sostituito con motori più potenti. Dettaglio non trascurabile è che lo Zero fu amato per la sua manovrabilità e per la sua visuale a 360° da tutti i piloti che lo portarono in volo, anche dagli americani e dagli inglesi che poterono metterci le mani sopra alla fine della guerra.
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Ha compiuto il primo grande passo dell'umanità nell'Universo. In fondo siamo fatti di carbonio e idrogeno, proprio come le stelle; dal per me favoloso "Gattaca - La Porta dell'Universo":
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A farci sopra delle strisce o serpentine marrone scuro non ci vuole niente e viene più figo secondo me. Comunque le miscele che puoi fare sono in pratica infinite i carri erano riverniciati dagli equipaggi a ogni cambio di stagione in Russia (se erano ancora interi). L' XF-59 è leggermente chiaro (panzer in Afrika), l'XF-60 è un giallo carico che va benissimo per i carri del fronte orientale ed è pure un giallo più bello per me. Come marrone puoi usare XF-64 che è quasi un rosso. Come verde l'XF-61. O miscele di questi colori i panzer avevano schemi molto "soggettivi" specie nella seconda metà della guerra. In più ci puoi mettere reti, rami con foglie, zolle di terra erbosa qualunque cosa. I panzer di giorno dovevano sparire per non essere bombardati.
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Tiger I o II? Se non vuoi sbatterti più di tanto: mimetica invernale da neve tutti toni di bianco sporco sopra, tutto marrone scuro/nero sotto. Molti carri non venivano manco verniciati in fabbrica per la fretta ed erano colorati direttamente al fronte, anche con scope o stracci imbevuti di colore per cui il pennello va benissimo. Classicamente in Russia e Africa il colore era quello del grano maturo (o sabbia), un giallo come il Tamiya XF-59 (Humbrol dovrebbe essere 063) schiarito qua e là con varie parti di bianco se vuoi ci puoi aggiungere una varia percentuale di XF-60. Molti carri avevano poi i più vari schemi di colori sopra la base di XF59 (ma lo puoi lasciare anche tutto in XF-59 schiarito). In genere righe o strisce ondulate di verdi e marroni-rossicci, spessissimo punteggiati di puntini o triangolini bianchi o anche di tutti i colori della mimetica.
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Lo sbarco in Normandia - Topic ufficiale
Vultur ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Eventi Storici
Golfo di Biscaglia. Buscaglia era quello degli aerosiluranti. -
Passaggio tornado a bassa quota
Vultur ha risposto a PJ83 nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Ma che la Calabria adesso dà sull'Adriatico? L'hanno spostata? A noi Marchigiani ci potrebbero spostare sul Mar Rosso? Quei Tornado possono arrivare da dovunque pure dall'Inghilterra se vogliono. Forse il profilo montagnoso della Calabria gli è utile per addestrarsi magari gli piace infilarsi su per la valle del Crati fino a Cosenza e ritorno. -
9 settembre 1943, l'affondamento della "Roma"
una discussione ha risposto a Vultur in Marina Militare
Secondo me non c'è nave in grado di resistere a un attacco aereo. L'unico modo per tenere lontani i bombardieri nemici e avere una copertura di caccia amici a lungo raggio. Sul mare credo che questo significhi: portaerei e poi ancora portaerei ... Discriminare un punto piuttosto che un altro nell'ambito di uno stesso bersaglio (come una grande nave) penso fosse impossibile all'epoca. La Fritz-X era una bomba radioguidata. Il motore a razzo glielo avevano messo perchè sennò l'aereo aveva la tendenza a superare la bomba in volo e questo era inaccettabile per il controllo della bomba stessa). Il punto in cui è stata colpita la Roma credo sia solo un colpo di fortuna (per il tedeschi ovviamente) La cavalleria in guerra non penso serva a molto. In ogni caso noi non siamo proprio tra i primissimi a dar lezioni di cavalleria. L'Italia è entrata in guerra totalmente impreparata. I tedeschi si sono ritrovati da un giorno all'altro in un paese che credevano alleato e che ora si rivoltava (anche e giustamente) contro di loro. A questo va aggiunto il caos totale creato da Badoglio ("La guerra continua ...". Si ma PERCHE'? Contro CHI? A fianco di CHI? E con che COSA?? Tutti "dettagli" che badoglio ha colpevolmente "dimenticato" di approfondire .... Chissà? Gli sarà passato di mente? Temeva di fare incazzare per davvero i tedeschi dicendo tutta la verità? Bo). Fatto sta che i tedeschi si incazzarono per davvero lo stesso perchè dal loro punto di vista l'armistizio a metà dell'Italia era una roba che astento potevano concepire. Forse avrebbero capito una resa dell'Italia senza condizioni e senza la rivolta antitedesca, ma non che gli italiani del sud si mettessero con gli alleati e quelli del nord iniziassero a fare di botto i partigiani! Io credo che la flotta italiana debbe ringraziare la Royal Navy e l'US Navy, perchè se in quel momento i tedeschi avessero avuto ancora un minimo di controllo sul mare altro che corazzata Roma ... La flotta francese a Tolone, quando i tedeschi nel 1942 occuparono militarmente la Francia di Vichy, si autoaffondò per non spargere inutilmente sangue francese e per non consegnare le navi ai nazisti. E' vero che allora le navi francesi avrebbero avuto enormi difficoltà a cercar di fuggire (fuggire dove?), per cui forse si può dire che non ebbero scelta. Nel 1943 invece gli italiani il 7 settembre facevano piani con i nazisti su come contrastare gli alleati in Italia e l'8 settembre erano già passati al "nemico". Non solo, ma il grosso della flotta italiana faceva la mossa di andare dagli inglesi e questo non mi pare molto "cavalleresco". I tedeschi in quel momento avevano ben altri problemi per le mani, sennò avrebbero fatto ben altro che colare a picco la Roma. Se la flotta si fosse autoaffondata, se Badoglio si fosse assunto le sue responsabilità fino in fondo, specificando che la guerra NON continuava affatto e che l'Italia usciva pacificamente dal conflitto, se l'erede al trono d'Italia non fosse scappato da Roma con la mamma e il papà, forse il caos sarebbe stao minore e forse un sacco di gente non avrebbe continuato a morire inutilmente. -
In campo civile sono più "morbidi", specie all'estero nei paesi anglosassoni. Una volta in campo militare la chirurgia rifrattiva non era ammessa. In campo civile neanche (in Italia). All'estero si. Io a suo tempo feci il laser a ecccimeri con tecnica PRK. A me mi ha cambiato la vita. Ora, adistanza di un anno, grazie a Dio posso dire che è andato tutto benissimo. Ma attenzione: io sono nato fortunato (e forse pure incosciente), altri invece non lo sono stati altrettanto ... Primo: ci sono dei rischi intrinseci che vanno attentamente valutati. Secondo: il risultato perfetto, come nel mio caso, NON è affatto scontato e potresti benissimo fare l'intervento, rischiare la vista (che non mi pare poco) per poi scoprire che la correzione non è stata totale e nei limiti non ci rientri lo stesso e devi comunque rimettere gli occhiali (anche se più "leggeri")! E, terzo, il successo dipende MOLTO da chi è che ti opera, quindi è come sempre necessario informarsi A FONDO e PRIMA dell'intervento e non dopo .... (Come ho visto fare a certi poveri fessi perchè al mondo c'è anche sta gente e poi ci si pente amarissimamente .......). In Italia sono molto esclusivi e selettivi. L'intervento ai miei tempi non era accettato in campo militare. In campo civile si, ma dipendeva dall'entità del difetto in diottrie da cui partivi prima della correzione laser. Scrivi in giro che oggi nel web c'è parecchia roba. Per esempio dà un'occhiata alle norme JAR FCL3 (Joint Aviation requirements). Per vari motivi in Italia i limiti sono più ristretti, all'estero in campo civile invece meno perchè dicono che se entro certi limiti ci vedi 10/10 con la giusta correzione loro ti danno possibilità uguali a quelle degli altri (nel civile ovviamente).
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Bo da quel che so io l'attuazione elettromeccanica dei controlli e del carrello ha proprio il vantaggio di essere leggera e di non aver bisogno dell'impianto a fluido che può perdere e/o congelare. I servo motori elettrici (dotati di frizioncina) e comandati dai movimenti di cloche e pedali, trasmettono la rotazione a un albero filettato o a un albero che monta su di sè un cavetto d'acciaio arrotolato. L'estremo opposto di questo cavetto è fissato direttamente all'asta rigida (o cavo d'acciaio principale) che va agli alettoni, o all'equilibratore, o al timone, ecc... Una cosa simile anche per il carrello d'atterraggio. Che so io il FW-190 aveva due servo meccanismi elettrici per il carrello, uno in ogni semiala (non uno per gamba), per cui era quasi impossibile che venissero colpiti entrambi. Entrambi i servo infatti attuavano entrambe le gambe principali. Questi servo elettrici credo che siano i nonni del fly by wire (perchè si possono collegare pure agli strumenti di direzione e all'autopilota, anche sul FW-190 credo). I servo comandi sono leggerissimi in confronto all'impianto idraulico inoltre sono meno vulnerabili perchè più piccoli (sono delle "scatolette") e si possono disporre per esempio due linee ridondanti per uno stesso controllo, magari un motorino per semiala, in questo modo se ne viene colpito uno, c'è sempre l'altro. Fare la stessa cosa con l'impianto idraulico è possibile, ma molto più pesante e molto più vulnerabile. Il FW-190 e il Me-109 erano piccoli perchè nelle intenzioni dei tedeschi serviva almeno inizialmente un caccia intercettore puro che salisse, colpisse e scendesse a rifornirsi per poi ricominciare. L'autonomia in questo era considerata relativamente. Gli alleati avevano esigenze diverse. La scorta ai bombardieri e il supporto ravvicinato alle truppe di terra comportavano la necessità di una larga autonomia per seguire i bombardieri (se non addirittura per superare l'Atlantico!) e per rimanere il più possibile vicino alle truppe e il carburante a bordo pesa e coccupa molto spazio (in modo teoricamente inutile), se a questo si somma la tendenza americana per le cose grosse e robuste, ecco aerei grandi come autobus e con motori "mostruosi". Con lo svolgersi della guerra, anche i tedeschi sentirono la necessità di avere dei "distruttori" pesanti e con armamento pesante. Il Dornier Do-335 Pfeil forse era pure più grande di un autobus ...
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Se è rimasto come nel '95, per i militari se ricordo bene devi avere 10/10, (che non è "la perfezione", ma il minimo per poter dire che hai una vista sufficiente; alcuni individui, specie alcuni adolescenti, superano, in genere temporaneamente, i 10/10).
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Infatti gli Alleati erano ben noti per la loro sete ... Un'ottima grappa dicono venisse dal liquido dei freni dei carri fermentato. Il problema è che poi bevutisi la grappa dei freni il carro armato non frenava più specie in discesa. I tedeschi bevevano meno perchè di benzina ce n'era meno. Nell'epoca dei motori a scoppio un uomo a cavallo o a piedi non va da nessuna parte anche se è un atleta olimpionico. Esempio: Mussolini si affrettò a spedire gli Alpini in Russia per dar man forte ai tedeschi nel Caucaso (dove guarda caso c'è il petrolio per i motori). Sulla carta, tutto bene. Nella realtà un po' meno. Gli Alpini nel Caucaso non ci sono mai arrivati, ma sono stati usati come fanteria "normale" sull'ansa del Don dalle parti di Serafimovic, a ovest di Stalingrado. Gli Alpini sono truppe da montagna. In montagna ci vogliono i muli, ottimi per arrampicarsi con tutto l'equipaggiamento e gli obici. Questo perchè l'obice è simile al mortaio, cioè prima il proiettile sale e poi scende in una traiettoria a U rovesciata utilissima quando devi sparare da dietro vette montane, ma pressocchè inutile in mezzo a una pianura sconfinata, come sulle rive del Don; dove le vette montane non sanno manco che sono e serve invece una traiettoria tesa come sui mari, specie contro i carri armati nemici. Gli Alpini quindi, si trovarono senza veri cannoni, appiedati e solo con i muli. In poche parole in una pianura aperta erano quasi immobili di fronte a un nemico che invece attaccò con i T-34 (a ondate ...). Come fai a scappare a piedi o a dorso di mulo dai carri armati? Senza motori in guerra NON fai niente. Miri al risparmio e desideri un comportamento ecologico e fai trainare l'artiglieria ai cavalli? Fai la fine di Napoleone in Russia: i cavalli morti di fame (e mangiati) per lo sfinimento di dover trainare tonnellate nel fango e nella neve alta tre metri. A che velocità poi? Mezzo chilometro/ora? Inoltre, tu prova a metterti a sparare cannonate dal sito X/Y e vedi che fine fai se dopo aver sparato tutti i colpi non impacchetti tutto e ti dilegui ... E per dileguarsi è meglio essere veloci (a meno che tu non voglia abbandonare i cannoni al nemico), per cui con i cavalli scappi molto meno che con un bel semovente d'artiglieria cingolato, specie se c'è la neve. Semovente significa in grado di muoversi da solo e cioè a motore. Il che dovrebbe significare che il movimento deve essere rapido, sia in attacco che in ritirata. E i cavalli sono troppo lenti. I bicicli è meglio lasciarli perdere io credo. Un Sdkfz-8 trattore d'artiglieria tedesco in Ucraina, mentre transita sopra un ponte volante. Al traino credo un pezzo da 105 mm con le munizioni.
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Rockwell B-1 Lancer
Vultur ha risposto a -{-Legolas-}- nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Infatti nella fase finale della gara passa all'infrarosso (e forse pure al radar attivo).Ma non li avevano ritirati? -
Se nel 1941 avessimo avuto una diversa composizione delle FF.AA.
una discussione ha risposto a Vultur in Eventi Storici
Io di marina non me ne intendo per niente, ma Hitler per poco non riuscì a bloccare l'Atlantico con gli U-boot e da noi gli inglesi scorrazzavano per il Mediterraneo con le portaerei. I nostri sottomarini dov'erano? Una portaerei è una nave grande, se non si hanno i soldi per costruirle, magari si hanno i soldi per colarle a picco con i siluri. Soprattutto in un mare "chiuso" come il Mediterraneo. O no? Il fatto è che poi comunque gli inglesi si sarebbero limitati a farne arrivare altre via Gibilterra o Suez, mentre da noi per fare navi il Duce requisiva le ringhiere dei giardini .... Ritornando al discorso del colonialismo, è strano anche che, secondo me, i paesi dominati potrebbero essersi accorti di poter essere una nazione proprio grazie alla lotta contro un dominatore straniero. Magari gli indiani si sono accorti di essere indiani proprio contrapponendosi ai britannici. Le strade, i ponti e i mezzi di comunicazione portati dagli inglesi non hanno fatto altro che accelerare il processo, perchè così tutti potevano comunicare prima e meglio. -
Se nel 1941 avessimo avuto una diversa composizione delle FF.AA.
una discussione ha risposto a Vultur in Eventi Storici
E anche così, io non penso saremmo andati da nessuna parte. Italia, Germania e Giappone sono partiti alla conquista del mondo. I loro piani prevedevano la spartizione del globo e l'occupazione di territori la cui vastità andava oltre ogni immaginazione, ma soprattutto non teneva conto di una cosa colossale: il Tempo. Le grandi potenze coloniali nacquero e si espansero nel '500. Cinque secoli prima della megalomania di Mussolini. Prima Portoghesi, poi Olandesi, gli Spagnoli e infine gli Inglesi partirono alla conquista del globo e in effetti lo conquistarono: Spagna e Inghilterra ebbero i più vasti e sconfinati imperi che si siano mai visti. Ma questi imperi secolari già all'inizio del '900 erano alla fine. La stessa Gran Bretagna vinse la seconda guerra mondiale, ma sostanzialmente uscì rovinata dal conflitto: il suo Impero era finito, almeno geograficamente. L'idea vecchia di millenni di colonizzare paesi e tenerli sotto con una mentalità coloniale d'occupazione era storicamente alla fine. Il colonialismo classico era alla fine come lo dimostrò l'India che obbligò gli inglesi ad andarsene, come dimostrò l'Indocina (poi il Vietnam), che obbligò francesi e americani ad andarsene e poi Algeria, Malesia e cosi via. Il mondo era irreversibilmente cambiato non si possono tenere milioni di persone sotto unicamente con la violenza: è impossibile, specie se si vogliono fare affari e specie se le stesse opinioni pubbliche dei paesi colonialisti cominciavano a prendere coscienza del fatto che i loro figli avrebbero dovuto andare a morire dall'altra parte del mondo. E per cosa? Per dimostrare chi sta sopra e chi sotto? Che senso ha fare una guerra fine a sè stessa, quando invece si possono fare buoni affari? Il mondo era cambiato. Quindi, anche se per assurdo Italia, Germania e Giappone avessero vinto, l'idea stessa di colonialismo sulla quale avevano basato i loro presupposti era già moribonda storicamente parlando. Erano partiti con 500 anni di ritardo; non sarebbero andati da nessuna parte comunque. Non sarebbero riusciti a tenere sotto l'immensità che si illudevano di conquistare neanche con le SS e la bomba atomica a meno che il loro fine ultimo non fosse solo quello di incenerire il mondo e basta, ma ripeto: che senso avrebbe avuto?