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La Folgore in Afghanistan mentre combatte contro i talebani. Spari, un razzo. A mostrare il video il quotidiano spagnolo El Mundo, mentre oggi il ministro della Difesa Ignazio La Russa, dopo un colloquio con Silvio Berlusconi appena rientrato dagli Usa dopo l'incontro con Obama, ha annunciato che ci sarà un aumento fino a 200 unità del numero di Carabinieri con funzioni di addestratori in Afghanistan. La Russa. «Ho incontrato - ha detto La Russa, durante la visita al contingente italiano in Kosovo - questa mattina in aeroporto il presidente Berlusconi, che mi ha raccontato del grande successo ottenuto con la sua visita negli Stati Uniti. Mi ha confermato che non vi è stato alcun impegno ulteriore nel numero dei soldati italiani da inviare in Afghanistan, oltre a quello già annunciato (400 soldati più 50 Carabinieri, più aerei ed elicotteri con i relativi equipaggi)». Semmai, ha sottolineato, «si è parlato di un aumento dei Carabinieri, perché noi siamo molto interessati ad accelerare i tempi della capacità dell'Afghanistan di essere dotato di forze di polizia e forze armate in grado di gestire da sole il territorio. È quindi previsto un incremento fino a 200 unità del numero di Carabinieri con funzioni di addestratori». Nessuna strategia contro gli italiani. In tutto l'Afghanistan, ha detto La Russa commentando gli ultimi agguati, si sta vivendo «una fase di accresciuta pericolosità», ma «non c'è una strategia mirata verso gli italiani» bensì il tentativo degli insorti di bloccare i militari afghani che stanno conquistando territori finora in mano ai talebani. L'aumento degli attacchi, dice La Russa, è dovuto a «ragioni concomitanti anche se apparentemente diverse», primo tra tutti l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali in programma il 20 agosto. «C'è da un lato un tentativo evidente da parte degli insorgenti di creare una situazione di destabilizzazione - spiega - e dall'altra l'accresciuta azione di controllo del territorio da parte dell'esercito afgano, sostenuto da Isaf, che si spinge in zone prima completamente nelle mani del terrorismo e dell'insorgenza». C'è poi un altro elemento da tenere in considerazione: l'azione e la pressione delle forze della coalizione internazionale a sud dell'Afghanistan, stanno spingendo verso altre zone gli insorgenti. «Forze ostili che rifluiscono - dice il ministro - nell'area ovest dove sono presenti i nostri militari, accrescendo le probabilità di contatti e di scontri. Non possiamo parlare quindi di una strategia mirata verso le forze italiane ma di tentativi per impedire alle forze afgane, che lavorano a stretto contatto con quelle internazionali, di estendere ulteriormente il controllo del territorio da parte del legittimo governo». Folgore nei video di El Mundo. Il sito del quotidiano spagnolo El Mundo ha pubblicato un video di circa sei minuti che mostra i militari italiani della Folgore mentre combattono accanto a soldati Usa in Afghanistan e riporta una breve intervista al generale italiano Rosario Castellano. Nel video si vede il forte di Bala Murghab, nella provincia afgana di Badghis, dove soldati americani prendono posizione mentre nelle vicinanze truppe italiane e statunitensi, appoggiate da elicotteri Mangusta, compiono un'operazione contro i Talebani. Al forte arriva anche il generale Castellano, che spiega ai cronisti spagnoli come presto anche le truppe di Madrid arriveranno nell'area, ufficialmente sotto controllo spagnolo, e daranno il cambio agli italiani della brigata Folgore. Il generale sale su una torretta di vigilanza, ma un razzo cade vicino ed i soldati lo scortano fino a un blindato, a bordo del quale lascia il castello. http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=6...&sez=ITALIA
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Non era una parata, era una sagra paesana, con tutte le divise più improbabuili della protezione civile ficcate sui camions, con quell'idea di far sfilare affiancati cadetti, marinai della scuola sottufficiali e allievi del Morosini. In più il regista era più interessato a riprendere i vari politici piuttosto che i nostri ragazzi in armi.
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I rinforzi americani nella regione affidata agli italiani. Che diventerà la prima linea della campagna ordinata dalla Casa Bianca per eliminare i santuari fondamentalisti Americani e italiani, guerra senza quartiere al terrorismo e sostegno alla rinascita dell'Afghanistan. Fino a un anno fa erano missioni rigorosamente separate, con mandati, metodi e finalità molto diverse. Il governo Berlusconi, senza cambiare né le regole d'ingaggio né i numeri complessivi della spedizione, ha abbattuto la barriera. E l'offensiva voluta da Barack Obama renderà le due operazioni sempre più intrecciate. Già oggi nelle mappe della regione affidata al nostro comando spicca una grande macchia ovale, con una sigla esplicita 'Operation box Tripoli'. È una zona sottratta al nostro controllo per volontà della Nato e consenso del nostro governo: territorio di caccia esclusivo dei marines della Task Force Tripoli, dal nome della prima battaglia combattuta due secoli fa dai fanti di Marina statunitensi contro i pirati musulmani. Nessuno degli alleati deve avvicinarsi a meno di 20 chilometri. È considerata uno dei santuari dei talebani, utilizzato per organizzare le spedizioni verso Kandahar. Lì sono avvenuti alcuni degli scontri più feroci dell'ultimo anno e anche dei bombardamenti che hanno provocato decine e decine di vittime civili. Ma anche una fetta rilevante dei rinforzi che il presidente americano sta mandando in Afghanistan prenderà posizione tra gli avamposti della Folgore. L'obiettivo è potenziare e motivare i reparti della polizia afgana, quelli che devono gestire il controllo di strade e paesi. Da giugno, 1.800 marines li affiancheranno, presidiando otto nuove postazioni nella regione 'italiana'. In particolare, stanno costruendo una grande base intorno all'aeroporto di Shindand, una struttura colossale creata dai sovietici e strategica anche per la vicinanza al confine iraniano. Altri fortini avanzati, sempre con guarnigione mista americana-afgana, vengono edificati in tutta l'area di Farah, spesso a pochi chilometri da quelli dei nostri parà in modo da garantire appoggio reciproco in caso di attacco. La strategia del Pentagono è chiara: isolare la regione di Helmand, il cuore dell'etnia pashtun e della presenza fondamentalista. Per questo un'ala della nuova armata statunitense si muoverà dal confine pachistano; l'altra invece opererà a cavallo della regione di Herat per sigillare le vie di fuga verso Iran e Turkmenistan. Gli scontri attesi per giugno saranno solo una prova generale della battaglia prevista per agosto, quando i fondamentalisti tenteranno di ostacolare le elezioni presidenziali. "Quella che abbiamo vissuto finora è stata la quiete prima della tempesta, legata al raccolto del papavero da oppio, ma la minaccia d'ora in poi continuerà a crescere fino alle elezioni", spiega il generale Rosario Castellano, comandante delle forze italiane e di tutto il dispositivo Nato nella regione sud-occidentale. Anche gli italiani riceveranno altri rinforzi. Truppe scelte, per potenziare la Task Force 45: l'élite dei commandos che opera nella terra di nessuno lontano dai fortini. E un reparto di nuove autoblindo Freccia, con torrette e cannoncini per proteggere i convogli. "L'aspetto militare è solo una componente della missione", insiste il generale Castellano, che sottolinea l'attività svolta dai centri per il sostegno alla popolazione: "Siamo qui per insegnare a pescare, non per distribuire pesci". Ma anche gli afgani chiedono più fondi, per finanziare progetti e iniziative. E a fronte di un costo che quest'anno rischia di arrivare a mezzo miliardo per la spedizione armata in Afghanistan, i finanziamenti disponibili per attività umanitarie sono di poche decine di milioni. Una cosa è certa. Nessuno in Afghanistan parla più di missione di pace. Che si tratti di una guerra è chiaro sin dai simboli. In tutte le basi della Nato le bandiere sono sempre a mezzasta: il segno di lutto viene dedicato a ogni caduto, occidentale o delle forze governative afgane. E sono mesi che non si vedono le bandiere sventolare in alto. http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2...&print=true
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Sì, erano mortai da 120 mm... "Parà della Folgore, al fianco dei soldati afghani, sono andati a stanarli. I talebani li aspettavano al varco ed è scoppiata la battaglia. Tre militari italiani sono rimasti feriti, ma l’esercito afghano ha perso tre uomini. Altri sei risultano dispersi e tre sono stati catturati dai tagliagole islamici. Le postazioni talebane sono state spazzate via. Gli insorti hanno lasciato 25 cadaveri sul terreno e 5 miliziani sono stati fatti prigionieri. La battaglia è iniziata ieri all’alba a due chilometri dalla base avanzata di Bala Murghab. Il fortino più a nord del settore occidentale dell’Afghanistan comandato dal generale Rosario Castellano. «Fra le sei e le sette del mattino, piena notte in Italia, è stata attaccata la colonna dell’esercito afghano che precedeva i paracadutisti del 183° reggimento Nembo» racconta il maggiore Marco Amoriello, portavoce del contingente italiano a Herat. L’operazione congiunta puntava a stanare i talebani in una valle a due chilometri dalla base di Bala Murghab nella provincia di Badghis. In tutto 130 uomini pronti a combattere. I talebani li aspettavano e si sono trincerati in due postazioni fisse ed elevate. Quando gli afghani sono giunti a tiro si è scatenato un fuoco d’inferno. Non solo fucili mitragliatori kalashnikov, ma lanciarazzi Rpg e qualche mortaio. «Lo scontro è durato circa un’ora» spiega il maggiore Amoriello. I ragazzi del Nembo hanno tenuto duro sparando una valanga di colpi. Il primo ferito è un parà che stava scendendo dal mezzo blindato Lince per prendere posizione. Un proiettile lo ha colpito a un piede, ma è fuori pericolo. Un razzo Rpg, lanciato a spalla dai talebani, è esploso a tre metri da un altro paracadutista. Il militare italiano è stato investito dall’onda d’urto, ma pure le sue condizioni non destano preoccupazione. Delle schegge hanno colpito il terzo ferito lieve. Nell’infuriare della battaglia i parà del 185° reggimento acquisizione obiettivi hanno inchiodato i talebani. I militari di questo reparto sono addestrati a infiltrarsi dietro le linee nemiche. Quando i talebani hanno aperto il fuoco sono stati individuati. Prese le coordinate delle loro postazioni i parà del 185° hanno chiesto l’intervento dei mortai. I micidiali colpi da 120 millimetri sono stati lanciati dalla base di Bala Murghab e hanno centrato in pieno gli obiettivi. Gli specialisti del Fac (Controllo aereo avanzato) hanno chiamato l’appoggio aereo. Nella zona di combattimento sono piombati gli elicotteri d’attacco Mangusta e i caccia bombardieri alleati. «I Mangusta sono serviti come “occhi” dall’alto per individuare i talebani. I nostri ragazzi sul terreno ne hanno catturati cinque» dichiara il portavoce del contingente. Gli insorti erano almeno una cinquantina o forse più. I talebani uccisi sono 25, ma anche ai soldati afghani non è andata bene. Oltre alle vittime e ai feriti, sei militari sono dati per dispersi e tre sono stati catturati. Gli italiani hanno lanciato un’operazione di soccorso, ma non sarà facile. I talebani punteranno a uno scambio di prigionieri, altrimenti sgozzeranno gli ostaggi..." http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=354975&...ART=0&2col=
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Herat (Afghanistan) - È salito a tre il bilancio dei paracadutisti italiani feriti oggi in conseguenza dello scontro a fuoco con postazioni di "insorgentI" talebani a due chilometri da Bala Morgab. Oltre al militare ferito ad un piede, un altro paracadutista ha riportato lievi ferite alla gamba sinistra per una scheggia mentre un altro militare italiano ha subito uno choc causato dall’esplosione ravvicinata da un razzo Rpg. Tre soldati afghani morti Più pesante il bilancio per le pattuglie di militari afghani che prendevano parte all’operazione congiunta insieme agli italiani: tre soldati afghani sono morti, quattro sono rimasti feriti, mentre altri tre sono stati catturati dai guerriglieri talebani. Sono sei i militari afghani che risultano dispersi. Nel corso dell’operazione sono stati catturati cinque "insorti" ed altri 25 sono stati uccisi. Mortai e lanciarazzi I parà del 185/o Reggimento "acquisizione obiettivi", che erano schierati nell’area, hanno subito individuato le postazioni dalle quali gli insorti stavano facendo fuoco ed hanno dato le indicazioni per poter effettuare il tiro con i mortai. Le postazioni nemiche sono state "immediatamente eliminate" dai paracadutisti del Reggimento Nembo. Durante la battaglia è stato anche chiesto l’intervento aereo dei velivoli della Nato, che c’è stato: non è chiaro se dei caccia abbiano bombardato i covi degli insorti, se siano intervenuti elicotteri d’attacco italiani Mangusta o se siano avvenute entrambe le cose. http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=354892
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Per completarlo altrettanto bene bisognerebbe fucilarli sul posto quei pirati.
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http://marianna06.blog.lastampa.it/il_mio_...i-che-fare.html Ora anche i Russi intervengono.
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Caspita, se è vero che l'elicottero del Borsini ha mitragliato (spero a vuoto) le barchette dei poveri pirati, c'è da aspettrsi una denuncia da parte della autorità del Puntland contro il nostro governo per attività criminosa e neo colonialista. Si profilano altre spese riparatorie come nel caso di quelle pagate alla Libia.
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Quanto costa riunire le navi in convoglio e quindi scortarle? E quanto può durare questo stato di cose? Impiegare le navi militari nelle scorte costa parecchio, senza contare che si usurano... Ma allora caro Sangria, pensi proprio che Americani e Francesi abbiano sbagliato ad usare la forza contro dei volgari rapitori? Che pena prevede il reato di pirateria nel codice di navigazione marittimo?
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Azioni di pirateria a largo delle coste somale
SM79 ha risposto a paperinik nella discussione Discussioni a tema
Qui di bucaniere c'è solo il nostro rimorchiatore, che dopo questa disavventura cambierà sicuramente nome: Proporrei "Colomba bianca" o "Neutralità disarmata". -
Sangria, secondo te, quando la nave attracca o molla gli ormeggi alla banchina, dove si trova il comandante? In plancia o sulle alette di plancia, mentre con fare preoccupato controlla la manovra dei suoi uomini?
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E pensare che i Francesi hanno previsto delle alette di plancia ben più voluminose delle nostre: http://www.meretmarine.com/objets/500/11118.jpg
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Azioni di pirateria a largo delle coste somale
SM79 ha risposto a paperinik nella discussione Discussioni a tema
Non siamo nella stessa situazione degli Americani con un solo ostaggio. Noi ne abbiamo 16, vigilati da almeno 10 tizi armati. Ci vorrebbe almeno un'azione ad opera di diversi teams di incursori e su nave Maestrale non ne abbiamo così tanti. Comunque la cosa più importante a mancare è la volontà politica. Sicuramente vincerà il partito della tratttiva e del pagamento del riscatto, come è sempre successo, tanto paghiamo noi. Eh... beati i Francesi e gli Americani...