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Non credo, sono aerei differenti. Da quel che so era: F-14 - Mig-31 F-15 - Su-27
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Scusa, ma mi sembra impossibile. Sicuro che è tutto qua? Non è che la ragazza ha detto che ha una sindrome mestruale ribelle agli antinfiammatori? JAR-FCL 3.315 (continued) Class 2 (b) An applicant with a history of severe menstrual disturbances unamenable to treatment shall be assessed as unfit. (non so se è ancora valido)
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Io non ho mai sentito niente del genere e sono passati 20 anni. E poi, a che scopo scatenare un immenso casino internazionale usando l'atomica in Iraq? Per fare cosa poi? Quelli scappavano a gambe levate appena potevano. Si sono arresi perfino ad una troupe di giornalisti della CNN! Solo la Guardia Repubblicana resistette un po', poi la polverizzarono. Quindi a che scopo usare l'atomica? L'atomica è tabù e tale deve rimanere. Se oggi la uso io, perchè non la puoi usare tu domani? E così via... Sarebbe un macello radioattivo. I tumori e le leucemie forse derivano dall' uranio esaurito. No, io non credo proprio. Inoltre, il terremoto causato da grandi bombe, che invece di esplodere in aria o a contatto con il suolo esplodono sotto terra, è una cosa vecchia.
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Posso dire la mia? Se Bush figlio si fosse limitato a quello che aveva fatto il padre, non ci sarebbe la situazione che c'è adesso laggiù. Se Bush-padre fermò Schwarzkopf sulla via per Baghdad, un motivo doveva pur esserci, o no? Saddam era un formidabile figlio di put**na e un fortissimo deterrente per ogni tipo di terrorista... In Iraq c'erano chiese cattoliche e perfino sinagoghe e nessuno si sognava di disturbare nessuno. Le ragazze giravano con le maniche corte, con la gonna alle ginocchia, truccate e a viso scoperto; la mattina, i bambini andavano a scuola, i padri al lavoro e quelli che erano così stupidi da deludere Saddam sparivano nel nulla. Ogni cosa era al suo giusto posto. Guardate l'Iraq ADESSO, dopo la cura di Bush-figlio e fatevi due conti su chi è stato più fesso, se il padre o il figlio... La storia del petrolio è probabilmente vera. Il Q8 (perchè da quanto ne so io, ma posso sbagliarmi, il Q8 non era che un settore pieno di petrolio sulle carte inglesi, prima di diventare il "Kuwait") forse stava davvero succhiando il petrolio intorno ai giacimenti sul confine. Quando si trivella in profondità, la trivella può deviare lateralmente in ogni direzione per chilometri e chilometri: questo può essere un caso, oppure.... Ops! Ci siamo sbagliati, scusate.... stavamo pompando a tutta il vostro petrolio, non ci siamo accorti... Per me è come se uno mi dicesse: "Oh mamma! Scusami tanto! Sono finito dentro tua moglie, non mi ero accorto...". Saddam è stato un pazzo a reagire con i carri armati (ancora oggi non si sa bene come cav**lo abbiano fatto i satelliti da ricognizione strategica americani a lasciarsi sfuggire le divisioni corazzate di Saddam mentre sollevavano nuvoloni di polvere di proporzioni bibliche, correndo come impazzite attraverso il deserto e verso il Kuwait). Saddam ci ha provato (probabilmente voleva per sè il Q8) ed è finito com'è finito, ma ancora oggi le sue mitiche armi di distruzione di massa che secondo Bush-figlio Saddam stava approntando non sono venute fuori e siamo ormai a sette anni dalla "seconda guerra del Golfo". Al contrario, ora l'Iraq è un vero ricettacolo per ogni tipo di terrorismo e l' Iran sta diventando nucleare, stavolta per davvero... Gli americani al contrario, non sanno più bene neanche loro come andarsene e come uscire da una situazione che definire incasinata è poco. Detto questo, si la Coalizione non usò armi nucleari e quello che dice Vortex (come sempre) è vero. Io ero al campo dei boy scout quel 2 agosto 1990 (e il Cessna su cui mi capitò di montare per fare delle foto perse una pala dell'elica e venimmo giù senza motore, ma questa è un'altra storia...). Ci dissero che era successo qualcosa in Iraq e che stava succedendo un casino internazionale. Me ne fragava assai: avevo 18 anni ed ero in montagna, d'estate, con la mia ragazza (che era bellissima) e circondato da amici... La guerra poteva anche scoppiare e durare cent'anni per me... Però ricordo che io e un mio camico che poi entrò in Accademia a Pozzuoli pensammo subito: "Adesso l'USAF gli farà passare la voglia per la guerra.." E in parte ci prendemmo mi pare. Nei mesi seguenti mi godetti i telegiornali italiani, specie i nostri giornalisti, per i quali qualsiasi aereo militare americano era "un F-14" (forse Top Gun era ancora troppo recente ed aveva fatto la sua parte...). La vera star comunque fu suà maestà l' F-117 che fece la sua comparsa dal nulla letteralmente!!!! Ricordo che lo scalpore fu grande, quando quei mostri neri iniziarono a comparire a Khamis Mushahid. Non so se l'ho vidi solo io, ma la notte in cui iniziò Desert Storm, il corrispondente della RAI a New York, che probabilmente era in piedi da giorni per beccare il momento dell'inizio dell'attacco, pensando di non essere in onda, tirò fuori da sotto la scrivania uno spettacolare scartozzo di carta con dentro una bella bottiglia di JD Tennessee Whiskey e ci si attaccò, davanti a tutta l'Italia, con tutta la forza della disperazione, qualcuno se lo ricorda? Mitico! Il giornalista del TG qua in Italia lo vide e non sapeva più cosa dire! Il 16 febbraio 1991, i B-52G della base aerea di Barksdale, Louisiana, fecero il pieno di armi e carburante per andare direttamente a svegliare Saddam: credo che sia questa la più lunga missione di bombardamento della storia (superando anche le Black Buck britanniche alle Falklands).
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Grazie, ma è solo quello che ho letto. Curiosità geografica. Le isole Aleutine sono la "punta" più occidentale dell'Alaska, che è a occidente rispetto agli USA. Attu è però così orientale che arriva a poco meno di 7° a ovest del 180° meridiano di longitudine, di conseguenza Attu dovrebbe risultare in realtà il territorio abitato da esseri umani più orientale di tutti gli Stati Uniti d'America: 173° ed 11 primi di longitudine est. Semisopochnoi è ancora più ad oriente, essendo situata a 179° e 37 primi di longitudine est, ma mi risulta disabitata. Quindi le Aleutine, pur rappresentando la punta più occidentale dell'Alaska, sono in realtà i territori più orientali di tutti gli Stati Uniti: sono così occidentali da diventare orientali.
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Nella vita tutto è possibile: è il museo galleggiante sulla portaerei Intrepid a New York, molo 86 se non l'hanno spostata. Ci sono aerei di tutti i tipi, pure un MB-339 della nostra PAN se non l'hanno levato. Vicino c'è pure un bellissimo Concorde, ma non a bordo, ma su una chiatta.
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Perchè no, una ventina di B-52, ognuno con almeno una dozzina di Harpoon, fanno 240 missili. Credo che una flotta russa con una portaerei e un Kirov non meriti niente di meno... sennò i russi potrebbero offendersi e dire che non li si prende mai sul serio.
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"La mattina del 4 giugno 1942, il Giappone era una potenza invincibile: la sera di quello stesso giorno, era vinto". Raymond Cartier, storico. Può darsi, ma al Giappone, una volta stipulato nel '41 un patto di non aggressione con i sovietici (che la diceva lunga sulle future intenzioni del Sol Levante...) non interessava tanto il distruggere gli USA, ma l'espandersi in Asia. Per fare questo i giapponesi avevano due strade: o attaccavano a nord i russi e invadevano la Mongolia esterna, l' Estremo Oriente Sovietico e la Siberia, cosa resa impossibile dal trattato, oppure andavano a sud, scalzando gli imperi coloniali inglesi, francesi e olandesi nel sud-est asiatico e in India. Il Sol Levante scelse la seconda e per un solo pelo non ci riuscì, quando l'ammiraglio Nagumo, nell'aprile del '42, a un passo dal prendere Ceylon (Sri lanka), venne invece fatto tornare in dietro. Fu probabilmente questa la decisione che impedì al Giappone di raggiungere i suoi scopi. Invasa la Cina e la Manciuria (la più strategica regione cinese) nel '37 (anno cui molti farebbero risalire la vera data d'inizio della seconda guerra mondiale), conquistata la costa cinese del sud, l'Indocina francese, aggredite Singapore, la Birmania, le Filippine e l'Australia, sbriciolata Darwin, i giapponesi parvero (per fortuna) non accorgersi che avrebbero potuto sfruttare certe correnti sotterranee anti-inglesi in India per provocare un terremoto dalla conseguenze incalcolabili. Conquistata l'India, o comunque strappatala al controllo inglese, messi i piedi nell'oceano indiano e resolo un "lago" giapponese, portati i mussulmani e gli indù dalla parte del Giappone contro gli imperialisti occidentali e invaso il Madagascar, i giapponesi avrebbero potuto per davvero vincere e diventare una superpotenza che avrebbe potuto trattare alla pari con gli USA. Non ne parliamo poi se fossero riusciti a stringere la mano, nel Caucaso, a un Rommel vittorioso proveniente dall'Egitto! Robe da brivido... Infatti, cè meno strada da fare tra Ceylon e Suez di quanta non ne abbia fatta la Kido Butai dal porto di Kobe a Ceylon!!! Messo piede a Ceylon e in Madagascar, i Giapponesi non avrebbero più trovato alcun ostacolo fino a Suez e a Rommel!!! La storia andò diversamente. Gli inglesi, sapendosi in inferiorità numerica nell'oceano indiano, non si lasciarono attirare nella trappola di Nagumo. Gli americani capirono le intenzioni del Giappone e capirono anche che la linfa vitale di tutto l'impero che si stava sviluppando in estremo oriente scorreva sui mari, di conseguenza gli USA dettero la priorità alla potenza aeronavale nel Pacifico, attuando nel contempo una tattica nella guerra sottomarina che era la fotocopia della battaglia atlantica ai convogli combattuta dagli U-boot: i sommergibili americani fecero lo stesso con le navi giapponesi, tagliando così le vie di rifornimento al Giappone. Le Aleutine vennero attaccate come presupposto all'invasione di Midway. Buttando fuori gli americani da Midway e con dei capisaldi giapponesi ad Attu e a Kiska nelle Aleutine, tutto il Pacifico occidentale sarebbe diventato un lago giapponese e che lago... Gli USA sarebbero stati tagliati fuori dall'estremo oriente ed il gioco era fatto. Così non fu.
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No, da quel che so si può anche essere vie di mezzo. Il famoso paragone del 747 e del furgoncino da tre tonnellate: il 747 ha una sezione radar enormemente inferiore a quella di un normalissimo Van da 3,5 tonnellate. Tutto ciò a causa della forma delle cose: il Van ha grandi superfici piane e squadrate con angoli netti che rappresentano un'elevata percentuale della sua supeficie radar-riflettente, di conseguenza in proporzione riflette le onde radar molto (ma molto) di più di quanto non faccia un 747. Dipende poi anche da che frequenze si usano per scovare gli aerei.
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E pensare che qualcuno aveva dato l'A-10 per morto prima di Desert Storm. Sono passati 20 anni ed ora lo aggiornano. E' un po' come il B-52.
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Da quel che so, i giapponesi strategicamente si trovarono di fronte a due opzioni: attaccare "a Nord" i Russi, già invasi dai tedeschi in Europa, oppure attaccare "a Sud", in direzione della Manciuria e dei possedimenti inglesi, francesi e olandesi nelle Filippine, in Australia e a Singapore, come poi effettivamente fecero, dirigendosi verso l'India di Sua maestà Britannica e verso l'Australia. Le Aleutine vennero attaccate e le Curili ospitarono in mezzo alla loro nebbia la flotta combinata che poi attaccò Pearl Harbour. Richard Sorge, una delle spie comuniste più famose di tutti i tempi, informò da Tokyo i russi e gli inglesi che Hitler avrebbe invaso la Russia domenica 22 giugno '41 e che i giapponesi sarebbero andati a sud e non a nord, nessuno gli credette, tantomeno Stalin.
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Si credo anch'io, ma di mezzo ci sta il Mig-25. Su-15 e Mig-21 erano stati sviluppati soprattutto come distruttori bisonici di B-52. Il Mig-21 però dipendeva da terra per l'intercettazione.
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17 B-25 per commemorare il bombardamento di Doolittle
Hobo ha risposto a matteo16 nella discussione Eventi Storici
“Remember Pearl Harbour! …What do you say America?” Il mondo avrebbe scoperto presto quel che l’America aveva da dire. Nel frattempo, la mattina del primo aprile 1942, un tenente colonnello dell’ Air Force dell’esercito si presenta agli 81 uomini radunati nella mensa ufficiali vuota di una grande portaerei. La nave è la USS Hornet CV-8 ed il tenente colonnello si chiama James (Jimmy) H. Doolittle. La portaerei sta lasciando la base aeronavale di Alameda per filare silenziosa sotto il Golden Gate Bridge, diretta verso il Pacifico. Il tenente colonnello guarda negli occhi tutti i suoi uomini, poi svela loro il piano pazzesco: “... andiamo a bombardare Tokyo”. Gli uomini si guardano l’un l’altro soddisfatti. La cosa non li stupisce più di tanto; ognuno di loro infatti si è addestrato per mesi a far decollare il proprio B-25 da una pista non più lunga di 150 metri a Eglin, in Florida; era chiaro che qualcosa di misterioso bolliva in pentola: nessuno era stato addestrato ad atterrare... Il tenente colonnello sta finendo il suo briefing: “... siete tutti volontari, perciò se qualcuno vuole tirarsi in dietro, questo è il momento: può farlo tranquillamente”. Nessuno degli 81 uomini si tirerà in dietro, anzi, uno di loro rifiuterà la considerevole somma di 150 dollari offertagli da un pilota della riserva per prendere il suo posto. “... domande?”. “Colonnello che facciamo se siamo costretti ad atterraggi di fortuna in Giappone?”. “Non opporrete alcuna resistenza, vi lascerete prendere prigionieri e basta. [...] Quanto a me, farò lanciare il mio equipaggio, poi mi butterò sul primo obbiettivo che ne valga la pena: ho 46 anni, ho fatto il mio tempo”. E’ questo il tipo d’uomo che comanda una delle più audaci imprese della guerra, la ritorsione americana sul Giappone dopo Pearl Harbour. Stanco dei rovesci aeronavali inglesi e statunitensi nel Pacifico e in Estremo Oriente, il Presidente degli Stati Uniti Roosevelt chiama quello che è uno dei suoi uomini migliori, l’ammiraglio Edward J. King, il “Re” dell’Us Navy, per affidargli una missione impossibile atta a risollevare simbolicamente il morale dell’America: il pazzesco bombardamento del Giappone. King, come suo solito riesce dove altri non saprebbero dove mettere le mani; scova l’aereo giusto (un B-25 Mitchell dell’aviazione dell’esercito, ma appositamente modificato per volare per 4000 chilometri con 1000 chili di bombe nella stiva), poi seleziona uno per uno gli uomini, a cominciare dal loro comandante. Doolittle è un ingegnere pilota californiano. Il primo che abbia attraversato gli USA “coast to coast” in meno di 12 ore, il primo ad aver effettuato la gran volta d’ala acrobatica ed il primo ad aver compiuto un volo con atterraggio strumentale cieco. I giapponesi non sono dei fessi, essi si aspettano una cosa del genere, ma conoscono tutti i raggi d’azione degli aerei dell’Us Navy e sanno che le portaerei nemiche dovrebbero riuscire ad arrivare a meno di 800 Km dalla costa giapponese per poter bombardare il Giappone con gli aerei. La Flotta Imperiale stende un ombrello protettivo considerato impenetrabile, fino a 1400 chilometri dalla Madre Patria, quindi i giapponesi dormono sonni tranquilli: ma hanno fatto i conti senza King e Doolittle. I B-25 appositamente alleggeriti e modificati possono infatti decollare ad oltre 1200 Km dal Giappone e questo i giapponesi non lo sanno. Il 18 aprile 1942, la Hornet naviga su un mare agitato a più di 700 miglia nautiche dalla costa giapponese, quando prima un idrovolante nemico e poi la nave avviso Nitto Maru 23 la scoprono! Sulle prime i giapponesi la scambiano per una nave amica, non ci dovrebbero essere navi americane così vicine al Giappone, ma questo gli americani non lo sanno. Doolittle si consulta con l’ammiraglio Halsey, comandante navale dell’operazione e poi decidono che sono stati scoperti e che devono partire subito, quando ancora si trovano ad oltre 300 chilometri ad oriente del punto convenuto; non importa, si va. Doolittle è il primo; davanti al muso del suo B-25 stanno non più di 142 metri di ponte rivestito di legno. Il mare è agitato e la prua sale su enormi ondate prima di piombare nel cavo delle onde gigantesche sollevando enormi sbuffi di schiuma bianchissima. Sul ponte c’è il regista John Ford, che immortala l’incredibile operazione. Doolittle imballa i motori al massimo come se volesse bruciarli subito, poi estrae tutti i flaps . L’ufficiale alle operazioni del ponte di volo attende che la prua della portaerei abbia finito di scendere nell’avvallamento tra due onde e poi da il via: Doolittle molla i freni e si lancia giù per il ponte di volo, accelerando. Uno dei suoi piloti, in un B-25 che si trova subito dietro quello del comandante, mormora: “Se non ce la fa lui, non ce la fa nessuno...”. L’aereo di Doolittle frattanto ha raggiunto l’estremità prodiera del ponte, la supera, pare inabissarsi, scomparendo brevemente alla vista e finalmente riappare in lontananza sul mare, ancora basso, ma sicuro. Sono le 07:20 del 18 aprile 1942. Dietro di lui, decollano tutti gli altri. Ad un certo punto, per il mare mosso e a causa delle grandi dimensioni dei B-25, che ingombrano tutto il ponte di volo, un aviere della Marina, forse non abituato ad avere sul ponte aerei così grossi, viene scagliato contro un’elica di uno dei bimotori in moto: si salverà, ma perderà tutto un braccio e una spalla. Alle 08:20 tutti gli aerei sono in volo verso il Giappone. A mezzodì, quando mancano ancora circa 100 chilometri per arrivare a Tokyo, Doolittle incrocia senza saperlo l’aereo (di fabbricazione americana, probabilmente un DC-1!) del primo ministro giapponese Tojo, che si sta recando all’accademia aeronautica della base aeronavale di Mido. Il segretario particolare del ministro segue distrattamente con gli occhi gli strani aerei che gli passano vicino, poi salta su ed urla come impazzito: “Ma sono americani!”. Si scatena il putiferio. Dalla base navale di Yokosuka partono gli incrociatori pesanti dell’ammiraglio Kondo, per cercare le navi americane, ma non le troveranno mai. Tutta la caccia posta a difesa di Tokyo (circa 100 aerei) è stata intanto già messa sul chi vive dall’allarme della Nitto maru 23. Tuttavia ci sarà un’enorme confusione (provvidenziale per gli americani) a causa del fatto che per quella mattina su Tokyo era stata indetta una grande manifestazione aerea e la gente e i soldati dell’antiaerea scambieranno gli aerei nemici per aerei giapponesi, almeno finchè non cominceranno a piovere bombe. Doolittle sgancia e così fanno i suoi aerei. E’ vietato colpire edifici che possano rassomigliare a scuole e ospedali. E’ severamente vietato colpire il palazzo dell’Imperatore, che Doolittle in persona sorvola a tutta forza alle 12.30. Tredici aerei colpiranno Tokyo, tre colpiranno rispettivamente Kobe, Osaka e Nagoya, poi dirigeranno sulla Cina di Chiang Kai Shek. Dei 16 B-25, uno, quello del tenente York riesce ad arrivare dai russi a Vladivostok. Gli altri 15 finiscono in Cina, ma in territorio conquistato dai giapponesi. Doolittle riesce a fuggire avventurosamente e raggiunge la Cina di Chang Kai Shek. Tre piloti muoiono in atterraggi di fortuna finiti male; otto piloti americani vengono fatti prigionieri, tre verranno fucilati, suscitando immenso sdegno in America ed aumentando la volontà di combattere degli americani. L’impressione è enorme, sia in Giappone, che in America. Per la figuraccia, l’ammiraglio Yamamoto, che aveva garantito che nessun aereo nemico si sarebbe avvicinato a meno di 1000 Km dal Giappone, si rinchiude nei suoi alloggi e non ne esce per giorni. Gli Stati Uniti infine hanno dimostrato al Giappone che non sono affatto sconfitti, che il territorio giapponese non è affatto inviolabile e che la guerra durerà ancora molto a lungo... (Io ho trovato che gli aerei erano 16). -
Io sapevo Mach 2,6. Il Flagon era un aereo eccellente e non solo per gli standards sovietici. Grande intercettore ognitempo, bireattore bisonico con ala a doppio delta più stabilizzatori di coda. Potentemente armato. In genere una coppia di AA-3 a guida radar, una coppia di AA-8 più uno o due pods ventrali, ciascuno dei quali poteva contenere due cannoni NR-23 mm. In arrampicata poteva fregare anche il Lightning inglese, che già era una vera bestia... Il Flagon arrivava ai 20000 m. Il suo abitacolo aveva un'ottima visibilità, cosa rara negli aerei sovietici a lui contemporanei. In velocità pura fregava tutti i caccia occidentali e questo gli tornava utile quando doveva pattugliare le enormi distese dell'Artico e dell'Estremo Oriente sovietico. Il Flagon divenne tristemente famoso per aver abbattuto il volo di linea coreano KAL 007 della Korean Air, un 747 in volo da Anchorage a Seoul, nel 1983. I civili avevano sconfinato di circa 250 nm quando vennero abbattuti da una coppia di Su-15 (questo è quel che so io).
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Ammesso e non concesso che gli F-14 lascino avvicinarsi gli F-18 (cosa difficile), io credo che l'F-18 possa rappresentare un aereo molto pericoloso sulla breve distanza per l' F-14, MA se il Tomcat riesce a non farsi impegnare in un duello su virate strette, ma si porta sui 7.000 metri o più sopra e si basa invece sulla velocità e sulla forza bruta, l'F-18 potrebbe trovarsi nei guai grossi. Avevo letto che un Phantom pulito (senza serbatoi esterni), poteva chiudere una virata a 8 G senza abbassare il muso perdendo quota. Se l'F-14 aveva doti per lo meno pari al Phantom (e credo proprio di si), un F-18 a quote medio-alte potrebbe trovarsi nei guai. A quote basse (Top Gun a parte) non saprei. Comunque l'F-14 aveva prese d'aria a geometria variabile, quindi è possibile che anche nell'aria più densa potesse dare filo da torcere, soprattutto con la potenza dei motori. Certo, con l'F-14 non credo che si dovrebbe lasciarsi attirare in una serie di virate, almeno io non lo farei e credo che neanche imposterei il duello sul piano verticale, ma baserei tutto sulla velocità e sui tanneau, su un piano orizzontale: arrivo, lo abbatto e mi dileguo a mach 2,4 e non si capisce nanche chi è stato o cosa è successo. In un duello conta la velocità. Oppure, arrivo, mi faccio inseguire, viro verso il mio collega che gli si mette in coda e lo fa fuori, senza ammazzare me possibilmente (vecchissimo trucco, credo che non ci caschi più nessuno...). Comunque, tolti radar e missili, restano solo una cosa: gli occhi. Chi viene visto per primo, in genere torna a piedi o a nuoto (quando gli va bene).
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Credo di si. Anche se forse il Mig-21 fu preceduto di poco dal Su-9 Fishpot
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Hai dato un'occhiata alla lista? Ci sono almeno tre o quattro threads che riguardano l'F-14: non ci capisco più niente manco io e mi sbaglio a rispondere.
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L'ultima delle tre. I russi non sono stati furbi, ma storicamente non avrebbero potuto farci comunque niente: i georgiani li odiano. Comunque è come andare a letto che la ragazza di uno che conosci il giorno dopo che si sono lasciati. E dei georgiani non si è mai fidato nessuno. Se la Georgia viene nella NATO, la cosa mi pare grossa... Detto questo, se non ci va a letto lo Zio Sam, ci va qualcun altro, magari i cinesi...
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L' F-14 è un aereo concepito negli anni sessanta, l'F-18 è un aereo degli anni settanta, l'F-18 E/F è un aereo degli anno ottanta. Questo come concezione. L' F-14 era un grande intercettore da oltre mach-2, nato per rimediare ai limiti dell' F-4 Phantom. Da notare, che mentre il Phantom era un aereo multiruolo con capacità multiple di intercettore e di cacciabombardiere, l'F-14 nasce invece come grande velivolo da intercezione "pura". Il duello aereo manovrato era una cosa considerata relativamente secondaria sul Tomcat (mai però quanto sul Phantom, che il cannone manco l'aveva). Probabilmente, la Marina aveva tentato di avere un aereo multiruolo che sostituisse il Phantom, ma l' F-111 navale si rivelò un fallimento, per cui la Grumman partì da alcune caratteristiche dell' F-111, come la velocità, e sviluppò il Tomcat, anche lui non a caso con l'ala a geometria variabile (il cui meccanismo pesa qualche tonnellata). L' F-14 però non nacque anche come "portatore di bombe" come invece era l'F-111. Questo secondo me significa che la necessità di avere un potente intercettore era più pressante di quella di avere un multiruolo, anche perchè c'erano anche gli ottimi A-6 e A-7 per il bombardamento. Il Phantom poi fu adottato anche dall' USAF e dal Corpo dei Marines, l'F-14 no. Secondo me questo vuol dire che il Tomcat era fatto per soddisfare criteri ben precisi dell'US NAVY; criteri che erano del tutto particolari, come particolare era la missione primaria del Tomcat: il pattugliamento a grandi distanze dalla portaerei e l'intercettazione dei bombardieri nemici e dei loro missili alla massima distanza possibile dalla flotta. Le prestazioni dell'F-14 erano uniche e specializzate. Era un grande aereo perchè aveva grandi motori, un grande radar e dei grandi missili, fatti per fare una cosa sola: abbattere bersagli multipli alla massima distanza di intercettazione possibile. Non a caso, tutto il sistema dell' AGM-54 Phoenix ce l'aveva solo il Tomcat; gli F-15 dell'USAF per esempio erano estranei al Phoenix. Anche questo significa che l'F-14 era una cosa unica nel suo genere e probabilmente derivava dalla comparsa in Russia di minacce antinave sempre più sofisticate e pericolose, come il T-22M per esempio. Essendo uno "specialista", quando la sua misione "specializzata" è venuta meno, oppure è diventata possibile anche usando mezzi più "semplici", o magari "unificati", come un aereo come l'F-18 E/F, che può funzionare anche come cacciabombardiere (come faceva il vecchio Phantom) l'F-14 ha cessato di avere un vero significato a bordo. Evidentemente la flotta può essere efficacemente protetta anche senza grossi aerei da mach-2, perchè probabilmente i nuovi radar e i nuovi missili possono supplire l'assenza dell'F-14, che comunque era un aereo con 34 anni di servizio e in 34 anni ne cambiano di cose.
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Metto le mani avanti, non ci capisco niente di geopolitica, ma io penso che non ci sarà nessuna guerra. Paesi come il Pakistan, che potenzialmente mi sembrano una vera polveriera, hanno armi nucleari da decenni e, a quel che so io, conoscendo parecchi iraniani e avendoci lavorato e studiato, l'Iran è un paese senza confronti molto più avanzato del Pakistan. Tutto questo per dire che gli iraniani mi sono sempre sembrati gente ragionevole, anche se devo ammettere che chi li comanda mi lascia un po' interdetto, MA questo non vuol dire che siano dei pazzi. In Iran non esistono "università" della Guerra Santa, in Pakistan si. Gli raniani sono ariani di ceppo indoeuropeo: sono la nostra stessa razza. Il problema dell'atomica è un problema politico non militare e la sua soluzione non può essere che politica e non militare. Temo che a qualcuno possa forse dare molto fastidio che un paese produttore di petrolio entri a far parte dell' élite nucleare. Sappiamo tutti come va il mondo: se non hai testate atomiche NON hai peso reale, ma se ce le hai... Di conseguenza, trattare il prezzo di un barile di petrolio, specie se inizia ad essercene poco, con un paese dotato dell'atomica non è esattamente come trattare il prezzo con un paese che l'atomica non ce l'ha. Inoltre, c'è il problema di Israele, che si sente giustamente "minacciata" da un Iran il cui "capo" le spara oggettivamente un tantino grosse, ma io credo che forse anche questo problema potrebbe essere ribaltato: e se fosse l'Iran a sentirsi minacciato da Israele? Con in più truppe statunitensi e un governo, almeno ufficialmente, filoamericano in Iraq e in Afghanistan? Insomma, perchè l'Iran vuole l'atomica? L'atomica da potere e potenza. E a parecchia gente può dare fastidio un Iran potente. Il potere, a rigor di termini, presupporrebbe una maggiore responsabilità. Hai visto mai che magari un Iran atomico rende tutti più "responsabili" in quell'area? Di sicuro molta gente si darà, volente o nolente, una bella calmata. Ed ora una frase fatta (detesto le frasi fatte, ma questa mi ha trovato d'accordo): "... Signor Presidente, non mi preoccupa quello che si procura cento testate nucleari, mi preoccupa quello che se ne procura una sola...". Da "The sum of all fears - Al vertice della tensione". 2002.
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Il Mig-19 non era bisonico.
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Perchè non possono permettersi vere portaerei e il loro ottimo caccia deve operare come meglio può.
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Uhm, mi sa di no. Da quel che c'ho capito ne veniva fuori una specie di aereo che non era nè carne nè pesce, ma che, soprattutto, mi sa di "stiracchiamento" generale di un progetto arrivato alla sua conclusione naturale, cioè: l'F-14 era un aereo "vecchio", invecchiato precocemente anche perchè gli eventi storici (crollo dell'URSS) hanno decretato la fine della sua missione pricipale (abbattere Tu-95, Tu-22M e missili antinave russi) e le sue potenzialità come cacciabombardiere non erano che una specie di forzatura. Hanno dovuto riprogettargli l'ala e gli equilibratori, snaturandolo. L' F-14 era un grande intercettore d'alta quota da Mach-2. Un ala più spessa e un maggior carico di carburante lo avrebbero fatto rassomigliare forse a un F-111, solo che l'F-111 portava 14 tonnellate di bombe; l'F-14 quante avrebbe potuto portarne e di che tipo? Un'ala più spessa dovrebbe avere anche una velocità di stallo più alta, di conseguenza hanno dovuto riprogettargli flaps e slats: tutto questo non è che suoni molto bene a bordo di una portaerei. Secondo me era un progetto troppo di compromesso, fatto su un aereo arrivato alla fine; mentre l' F-18 E/F è un aereo praticamente nuovo e agli inizi, quindi ha molte più possibilità di sviluppo e di ulteriori modifiche. Inoltre, cessata o superata la necessità di usare l' AGM-54 Phoenix, anche la presenza a bordo dell' F-14 perde significato perchè si vede che ci sono nuove armi che superano o equivalgono il Phoenix, abolendo così la necessità di avere a bordo due tipi diversi di aerei, F-14 e 18 (con tutto quel che ne consegue in termini di semplicità di rifornimenti di parti di ricambio e tutto il resto, come preparazione del personale, ecc...).
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Lo sbarco in Normandia - Topic ufficiale
Hobo ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Eventi Storici
Non si finisce mai di imparare. “La prima volta che mi ritrovai di fronte al Typhoon, provai una sensazione di timore reverenziale […], quell’aereo aveva qualcosa di misterioso e di pericoloso…”. Maggiore Charles Demoulin, pilota assaltatore, decorato con la Croix de Guerre. Quando Patton riesce a sfondare ad Avranches, dilagando a sud-ovest verso la Bretagna e la valle della Loira, Von Kluge riceve dall’OKW l’ordine di contrattaccare su una direttrice est-ovest, dirigendosi su Mortain verso il “collo di bottiglia” rappresentato dalla strada Avranche-Pontaubault, contro il fianco sinistro di Patton, per tagliare fuori tutti i rifornimenti alle truppe americane che si sono spinte a ovest e a sud di quel punto. Sulla carta l’idea è buona, ma Kluge sa anche due cose: la prima è che lui non dispone di forze veramente sufficienti per il compito assegnatogli; la seconda cosa, ancora più grave, è che così le truppe tedesche attaccanti si espongono al rischio mortale di essere presi nel mezzo e cioè tra gli americani a sud e gli inglesi e i canadesi di Montgomery a nord. Ed infatti così sarà. I tedeschi finiranno presi tra due fuochi: gli americani di Patton da sud e gli inglesi e i canadesi che partiranno a nord da Caen. Dopo il fallimento di questo attacco ed il mancato raggiungimento di Avranches, Von Kluge riceve allora l’ordine di attaccare con tutto quello che gli rimane il fianco destro delle truppe alleate che da Caen si dirigono oramai a sud-est verso Parigi e la Senna. La grande battaglia di carri che ne viene fuori passerà alla storia come quella della “Sacca di Falaise”, in cui rimasero intrappolati quasi tutti gli effettivi della 7° armata e della 5° armata corazzata del generale Eberbach, mandata a rinforzare il poderoso corpo d’armata corazzato del generale Funck. E’ l’ultimo vero disperato tentativo della Wehrmacht in Normandia. La mattina del 7 agosto 1944 chi si fosse trovato nei dintorni di Argentan avrebbe potuto osservare uno spettacolo indimenticabile. Seicento panzer, con i carri pesanti in testa e tutta la contraerea mobile al seguito, fanno tremare la terra e cadere le tegole dai tetti delle belle case lungo la dolce vallata appena ondulata dell’Orne, diretti verso nord. Contemporaneamente, altre tre panzerdivisionen attaccano ad ovest dirette su Mortain. Gli americani chiamano l’aviazione. Arrivano i Typhoon. Sarà una strage. Come raccontò il generale Speidel, essa fu “… la più decisiva operazione di guerra aerea nell’Europa occidentale”. “Localizzammo i panzer e non fu difficile: la scena fu indimenticabile. Come formiche ben disciplinate, centinaia di panzer stavano spingendosi in perfetto ordine di battaglia lungo una vallata poco profonda senza nessuna resistenza degna di nota! Ondate di Typhoon iniziarono a sbucare da ogni angolo del cielo, aggiungendo il rischio di collisioni ai consueti pericoli del loro ruolo. Il massacro cominciò subito, durò un intero giorno e quello successivo. Mettemmo a tacere la maggior parte della loro “Flak”. I “Tiffy” bloccarono l’avanzata nemica distruggendo i carri di testa e di coda, poi annientarono gli altri mezzi corazzati mentre cercavano scampo. Noi dovevamo portare a compimento i nostri attacchi attraverso un muro di fuoco che la Flak erigeva di fronte a noi, picchiando dai 7000 piedi di quota verso il suolo attraverso il fuoco difensivo, o volando rasoterra per quasi un miglio verso il bersaglio, con la Flak che ti inseguiva per circa un altro miglio lungo la rotta di scampo, […]. Ordinai alla mia sezione di distanziarsi bene: ognuno a 150 metri dalla coda del velivolo che lo precedeva. Picchiammo alla massima potenza. Un piccolo colpetto alla pedaliera per allineare il puntino rosso sul mio bersaglio, un tocco all’assetto per diminuire leggermente la picchiata, ecco, così… 724 chilometri all’ora… 740… ora 756… Quota 800 piedi, carro con antenna a ore 12 a 650 metri, fuoco! Prima coppia di razzi lanciata… 600 piedi, bersaglio a 450 metri, seconda coppia di razzi, poi la terza a 300 piedi e con il bersaglio a 180 metri; la quarta coppia di razzi praticamente a bruciapelo; richiama! Tirai violentemente contro il ventre la barra e schizzai verso il cielo digrignando i denti e perdendo temporaneamente conoscenza sotto le tre G della richiamata, mentre la forza centrifuga mi schiacciava contro il seggiolino. Mi portai nuovamente in picchiata, mentre controllavo che la mia sezione mi stesse seguendo. Evitai per un soffio un aereo e mi tuffai di nuovo, scaricando i miei proiettili su postazioni coperte di fumo nero anche se era impossibile vedere gli artiglieri tedeschi, il terreno era costellato di crateri, la Flak era ormai messa a tacere…”. (Maggiore Demoulin, n° 609 squadron della RAF; DFC, Croix de Guerre). Quando scese l’oscurità, quel giorno, più di 400 carri germanici rimasero a bruciare nel buio. L’attacco contro il fianco destro degli alleati diretti a est su Parigi era fallito. Hitler diede la colpa a Kluge, il quale non ne aveva alcuna: semplicemente al generale era stato affidato un compito impossibile da svolgere e con mezzi insufficienti. Il Fuhrer però ebbe a dire: “Il successo non c’è stato solo perché Kluge non lo ha voluto…” (!). Come già detto, per colmo di sfortuna, il 15 agosto Von Kluge rimase irreperibile per più di 12 ore, perché sotto attacco della artiglieria inglese e canadese. Questo acuì i sospetti paranoici di Hitler, che destituì Kluge, sostituendolo con Model il 17 agosto. Kluge, spaventato per la sua famiglia si suicida con il veleno.