colombo37
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Collezione di aeromodelli scal 1/72
colombo37 ha risposto a Ufologo 555 nella discussione Modellismo
Sono rimasto a bocca aperta! Francamente un poco ti invidio, dato che la mia collezione in 1/48 di aerei del primo periodo della seconda guerra mondiale, assomma ora a sei esemplari e non so più dove metterò il settimo (ma come faccio a tracurare l'Hurricane?). D'altro canto dopo 50 anni di matrimonio felice non credo valga la pena di litigare con la moglie per invasione dei suoi spazi vitali. A parte gli scherzi, complimenti! -
Molto interessante. La decisione di non porlo in produzione (siamo nel '42) mi sembra sia stata più che logica, visto come stavano volgendo le sorti della guerra. All'epoca erano certamente più necessari i caccia per la difesa aerea che apparecchi di attacco, che, anche con le caratteristiche stimate della macchina in questione, avrebbero sempre necessitato di una scorta. La disponibilità degli "Stuka" era probabilmente sufficiente per un'adeguata condotta degli attacchi al naviglio inglese nel Mediterraneo, in collaborazione con i siluranti. Comunque complimenti per la bella descrizione.
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Nakajima Ki43 Oscar. Colori dell'abitacolo
colombo37 ha risposto a colombo37 nella discussione Modellismo
Ho avuto del tempo libero e ho completato l'abitacolo, Non ho utilizzato i componenti del kit, ma mi sono procurato la versione in resina, che, malgrado risulti terribilmente fragile, ha dettagli molto più fini. Certo che lavorare su pezzi così piccoli è stressante, comunque il risultato mi pare accettabile, anche se non paragonabile a ciò che si vede sulle riviste specializzate (ma come faranno?). In attesa di proseguire col lavoro, vi faccio vedere due componenti assemblati e verniciati, con un terzo oggetto per rimarcare le dimensioni. A presto per ulteriori avanzamenti e in attesa di critiche. Buon lavoro a tutti. -
Nakajima Ki43 Oscar. Colori dell'abitacolo
colombo37 ha risposto a colombo37 nella discussione Modellismo
Alberto, sei veramente un forte! Francamente, malgrado anche io abbia scansionato internet sull'argomento, non avevo trovato qualcosa di esauriente; l'articolo tratto dal sito svedese che mi hai indicato è veramente una miniera di informazioni utili e te ne ringrazio. Ciò che se ne trae è però l'indicazione che le varianti erano innumerevoli, quindi vedrò di scegliere quella più probabile (nella gamma dei verdi chiari). Appena sarò arrivato ad uno stadio sufficiente di avanzamento posterò qualche foto dell'abitacolo, anche se mi sono accorto che, in scala 1/48, sarà quasi impossibile vedere i dettagli interni a fusoliera assemblata. -
Un cordiale saluto a tutti gli amici del forum. Cerco aiuto su un dubbio di colorazione. Devo iniziare la costruzione dell'aereo in oggetto in scala 1/48, da kit Hasegawa (la scelta è forse inusuale, ma congruente alla mia collezione che si basa sugli aerei da caccia della WWII, periodo 1941-1943). Naturalmente inizierò dal cockpit, ma qui è nato il problema. La mia documentazione è esauriente sulle colorazioni esterne, ma purtroppo nulla dice sugli interni; le istruzioni del kit indicano per gli interni la vernice acrilica "Mr Color" n°127 (Nakajima cockpit color) che sembrerebbe l'ideale, ma non mi risulta reperibile presso i fornitori di Milano, per cui mi sarebbe molto comodo poter utilizzare miscele di Tamiya o Gunze, ma quali? L'immagine della boccetta consigliata mostra un colore verdino, ma sappiamo quanto sia difficile centrare i colori dalle immagini, specie per un individuo come me leggermente daltonico. Qualche esperto di aerei giapponesi mi potrebbe dare delle indicazioni? Grazie in anticipo.
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Bellissimo (come tutte le tue realizzazioni). Aspetto il proseguimento dei lavori e colgo l'occasione per una domanda. Io mi trovo generalmente in difficoltà con le stuccature; utilizzo lo stucco Tamiya in tubetto, ma lo trovo troppo denso per il riempimento di solchi poco profondi, con conseguente rischio di cancellare le pannellature vicine in sede di lisciatura, e il loro ripristino non nascondo che mi crea problemi. Mi pare che esistano in commercio dei riempitivi semiliquidi per applicazioni locali a pennello, ma, non avendoli mai usati, mi piacerebbe sentire il parere di un modellista più esperto di me. Hai esperienza in proposito? Grazie in anticipo
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Grazie Alberto, i tuoi complimenti mi incoraggiano a proseguire. Per il momento, mentre programmo l'esemplare giapponese, mi prendo pure io le vacanze (in montagna), e del modellismo ne riparliamo a settembre. Buona estate!
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Belle domande, ma risposte inevitabilmente di carattere personale. La scelta della scala dipende essenzialmente dagli spazi a disposizione per esporli e, soprattutto, da che tipo di modelli si intende realizzare. Ad esempio, se ti piacciono gli aerei moderni oppure pensi a plurimotori ad elica, la scala più adatta è, a mio parere, la 1/72 in quanto per questi tipi in 1/48 uscirebbero oggetti con dimensioni attorno ai 50 cm (inoltre il costo delle scatole 1/72 è in genere non elevato). Io ho scelto di riprodurre aerei da caccia della seconda guerra mondiale, che in scala 1/48 hanno aperture alari di circa 25 cm e con sufficienti dettagli (però al quinto modello realizzato sono già in carenza di spazio). La scala 1/32 darebbe molte soddisfazioni per la finezza dei particolari, però i modelli sono grandi e in genere la difficoltà di finitura è elevata. Quello che mi sembra importante è di decidere un tema e attenersi a quello. In totale, io ti consiglierei di partire con un modello di linea pulita, se moderno un jet anni 60-70, se ad elica un caccia monoplano tipo Spitfire, e in scala 1/72, tanto per vedere come te la cavi con una finitura a pennello. Se ne sarai soddisfatto potrai pensare di continuare con maggiori elementi di giudizio. Auguri di buon lavoro, e poi facci vedere i risultati, vedrai che diversi amici saranno prodighi di consigli.
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L'aereo che ho riprodotto era pilotato dal tenente Vasiliev, del reggimento Guardie della flotta del Baltico, nella primavera del 1942. Il pilota era creditato all'epoca di 24 vittorie, poi nel Giugno '43 fu abbattuto da un Fw190. Dalla letteratura si apprende che l'I16 era in effetti molto difficile da pilotare (si tenga conto che il progetto risale al 1931 e che l'aereo era già largamente utilizzato all'epoca della guerra di Spagna) tanto che si diceva che un pilota in grado di controllare bene l'I16 sarebbe stato in grado di domare qualsiasi altro aereo. Naturalmente era inferiore sia al 109E che al Mc200, molto più moderni, ma pare che fino al 1942 i Russi non possedessero molto di meglio; comunque era in grado di cavarsela se in buone mani. Grazie del consiglio per le decals, ne terrò conto per la prossima realizzazione, probabilmente un ki43 Oscar giapponese.
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Io ho iniziato il modellismo circa un anno fa, partendo praticamente da zero. Per la costruzione non occorre poi molto, qualche limetta, una buona forbicina, una o due pinzette e carta abrasiva di diverse gradazioni, oltre a colla per plastica e cianoacrilica gel. Il perfezionamento viene col tempo e con un poco di esperienza. Per la finitura è un altro discorso, a mio parere l'unica scala per cui è possibile (per i comuni mortali, gli artisti sono un'altra categoria) utilizzare il pennello è la 1/72. Già per la 1/48, quella che uso io, la finitura a pennello è assai problematica. Io sono dotato di aeropenna e compressore non di prima qualità, ma tutto sommato funzionanti (a meno di non richiedere linee troppo sottili). Il tutto mi è costato 120 Euro, che non è una cifra trascurabile, ma indispensabile per ottenere una finitura decente
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Ho finito il modello in oggetto, e, come promesso, vi faccio vedere le foto. Al solito non è nulla di speciale, purtroppo non posseggo la mano di certi maestri, comunque mi sembra una occasione per alimentare questa sezione del forum che sta un pochino languendo. Per la finitura ho cercato di dare un aspetto vissuto e impolverato, il risultato lo lascio giudicare agli amici; per inciso il soggetto non è certo dei più belli, anzi, l'aereo è piuttosto bruttino per sua natura, ma tra gli aerei sovietici del periodo è il più rappresentativo. I colori potrebbero non essere perfettamente rispondenti all'originale, la documentazione è presa dal fascicolo della Eduard che di aerei sovietici dovrebbe intendersene. Ecco le foto Critiche e suggerimenti molto graditi, come al solito. Saluti a tutti, e, mi raccomando, fatevi vivi con le vostre realizzazioni! A presto C. Colombo
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Grazie Alberto, la lettura del file da te consigliato mi ha dato il suggerimento migliore; infatti l'apertura dell'abitacolo, anche lasciando aperto il lato ingresso del pilota, è talmente stretta che non si riesce a distinguere quasi nulla dell'interno. Pertanto anche se i colori non sono del tutto rispondenti all'originale nessuno sarà in grado di accorgersene. Non è un ragionamento da modellista puro, ma tutto sommato funziona. Per la colorazione esterna ho optato per una mimetica verde oliva chiaro con chiazze nere, secondo una delle proposte Eduard che si riferisce ad un esemplare della primavera 1942 appartenente al Reggimento Guardie della flotta del Baltico. Se mi riesce accettabile posterò le foto. Buona giornata.
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Sono d'accordo, ma oltre a un "gioco" è anche un passatempo affascinante. Personalmente provo molta soddisfazione quando termino un modello e mi sembra ben riuscito (anche se poi, guardando sulle riviste specializzate, vedo lavori che per bellezza letteralmente umiliano i miei poveri tentativi). Di conseguenza non riesco proprio a capire chi compra la scatola e la immagazzina; dove sta la soddisfazione e il passatempo?
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Cordiali saluti a tutti gli amici del forum. Finito il P40 Flying Tigers, sempre nell'ambito degli aerei da caccia del periodo 1941-42, ho iniziato l'I16, che è sicuramente l'aereo sovietico più rappresentativo del periodo scelto. La scatola è della Eduard, il costo è basso ma la qualità, anche se accettabile, non è certo paragonabile a quella di Tamiya o Hasegawa. Ora vengo alle domande. Il primo componente in fabbricazione è l'abitacolo pilota, per cui le istruzioni danno le seguenti colorazioni: Pareti interne = light grey (grigio chiaro) Pavimento, barra, pedaliera , sedile e schienale pilota = verde Impugnatura barra, poggiatesta, cinghie pedaliera = red brown (marrone-rosso) Il pannello di controllo, in fotoincisione, è nero. Avendo già commesso errori sulle colorazioni del cockpits di altri modelli, prese dalle istruzioni, vorrei sapere se qualcuno ha qualche idea o suggerimento in proposito da darmi. Per ora ringrazio in anticipo, mi farò vivo più avanti a lavoro iniziato.
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Alberto, sei forte! La scelta è inusuale, comunque interessante, sul risultato modellistico non c'è dubbio che sarà ottimo. Uscendo per un momento dal campo specifico, è interessante notare che il sito Wikipedia da te citato, parla dell'aereo in questione in modo molto poco lusinghiero (armi difettose, instabilità, pilotaggio difficile ecc.);in proposito lo scorso anno mi sono letto un libro di uno storico israeliano, che descrive le vicende della prima guerra arabo/israeliana e, naturalmente, parla della creazione e operatività dell'arma aerea in Israele. Bene, costui afferma che i piloti si erano trovati benissimo con gli aerei tedeschi/cecoslovacchi, i quali (sempre secondo lui) avevano surclassato gli aerei in mano agli egiziani, e, in particolare, gli aerei di costruzione italiana. Tenuto conto che il prodotto italiano altro non era che un derivato dei Macchi Mc205 e FIAT G55 , senz'altro buone macchine, ci sarebbe da fare qualche considerazione sull'attendibilità di ciò che si legge, in particolare quando non si è esperti del ramo. Scusa la digressione, buon lavoro e tienici al corrente del work-in-progress.
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Sono veramente stupito dalle fotografie di questi modelli! Ritengo però che le difficoltà intrinseche in tale tecnica siano tali da scoraggiare anche un discreto modellista ....... o no? Possedendo adeguate qualità forse si potrebbe anche tentare, ma purtroppo non tutti sono in grado di creare codici miniati o minisculture in avorio come quelle che si vedono in certi musei. Parlo per me, ovviamente, comunque complimenti a chi è riuscito a realizzare quella bellissima nave.
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Bellissimo! Confesso che un poco di invidia la provo. Ancora complimenti per la scelta del soggetto, certamente non facile sia per la ricerca storica che per i dettagli da autocostruire. In attesa del tuo prossimo capolavoro.
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Dopo un mesetto di lavoro ecco il modello finito. Nulla di speciale, solo, ritengo, un onesto lavoretto. Questa volta ho tentato di "invecchiare" il modello, ma sull'argomento ho evidentemente ancora molto da imparare. Prevengo una giusta critica: l'insegna personale del colonnello Scott è un poco spostata in avanti rispetto all'originale, me ne sono accorto esaminando meglio le foto dell'aereo; a questo punto non c'è nulla da fare, me lo tengo come è. Devo rimarcare l'ottima qualità del kit (Hasegawa) i cui pezzi sono stampati con particolari ben fatti, e combaciano veramente bene . A questo punto, per il prossimo lavoro e sempre rimanendo sul tema degli aerei da caccia del periodo 1941-42, potrebbe starci un aereo giapponese; lo "zero" però è troppo sfruttato, e poi lo inquadrerei nel tema "Guerra nel Pacifico", per cui sto pensando a un Ki43 Oscar. Quando avrò deciso mi farò vivo di nuovo. Buon modellismo a tutti
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Scusatemi la spiritosaggine, ma, visto il tipo di discussione, non è che qualcuno sta pensando alla realizzazione di un C5 Galaxy in scala 1/32?
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Anche io ho ripreso da circa un anno la passione che avevo da ragazzo; all'epoca le scatole di montaggio erano poche e decisamente orribili, se paragonate alle attuali, quindi questa ripresa mi ha riservato belle sorprese. Buona la scelta della scala 1/48, per ragioni di ingombro e, non ultima, anche di prezzo. Con una spesa affrontabile ci sono poi in commercio le fotoincisioni, che aggiungono ai modelli particolari che nulla hanno da invidiare per precisione alle scale più grandi, anche se vanno maneggiati con tecnica da orologiaio. Per non disperdere troppo le possibilità di scelta, ti consiglio di decidere un tema e di operare sui relativi soggetti; ne ricaverai una bella soddisfazione. Buon lavoro!
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Grazie del consiglio. In effetti le fotoincisioni Eduard che ho usato per i particolari permetterebbero di sostituire il sedile in plastica della scatola con uno in metallo da piegare in forma, ma i bordi di giunzione si vedono alla grande e non mi soddisfano affatto, si vede lontano un miglio che il risultato è brutto. Se me la sento tenterò di riverniciare il sedile di plastica in colore alluminio (anche se le istruzioni lo danno in verde kakhi) ma temo di fare un taccone peggiore del buco. Ci penserò. La figura della scatola riporta chiaramente le antenne come dici tu, che realizzerò con filo da pesca sottilissimo.
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Ho iniziato un nuovo modellino, sempre in 1/48. Nell'ambito degli aerei famosi del periodo iniziale della WWII, dopo il Me109E, lo Spitfire Mk5 e il Macchi Mc200 ho scelto di fare il P40E, e, come potete ben immaginare mi sono orientato verso le famose "Flying Tigers". L'unità scelta è l'aereo del colonnello Scott, operante in Cina nell'autunno 1942, e già con insegne USA. La scatola è dell'Hasegawa, molto ben fatta anche se molto cara. Per il momento ho finito il cockpit, di cui allego le foto. Richiesta di consiglio: le dimensioni dell'oggetto sono circa 2,5x1,7 cm, e francamente si fa fatica a vederne tutti i particolari già ora che non è inserito nella fusoliera. A parte qualche segno argento di scrostatura sui pedali e un pò di diluito nero per evidenziare le tubature, pensate si debba fare qualche ulteriore aggiunta? Grazie.
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Se nel 1941 avessimo avuto una diversa composizione delle FF.AA.
una discussione ha risposto a colombo37 in Eventi Storici
Interessante il compendio di quantità fatto da Alberto. In pratica, trascurando i Reggiane di cui sono stati costruiti poche centinaia di esemplari, appare che l'unica serie di cui si sono sfruttate le capacità di sviluppo è stata quella degli aerei Macchi. La produzione FIAT, anche se ragguardevole (in termini di quantità italiane), non appare avere caratteristiche di sviluppo convincenti; non si può di sicuro affermare che le linee di produzione dei CR32 e CR42 fossero immediatamente utilizzabili per il G50! La riduzione delle ore di fabbricazione degli aeroplani USA in funzione delle quantità prodotte è un classico esempio che si studia nei seminari di organizzazione del lavoro, è la famosa "economia di scala". Certo l'industria italiana dell'epoca non era in grado di sfornare le quantità uscite dai contemporanei paesi in guerra, ma una più accorta distribuzione degli ordini (e mi rifaccio al mio post precedente) non ci avrebbe sicuramente messo in condizioni pari alla Germania, ma diverse centinaia in più di unità prodotte ci avrebbero fatto comodo. Che poi fossero fatti in FIAT o presso Macchi non ha importanza, i tedeschi hanno fatto produrre lo stesso tipo di aereo a fabbriche diverse su licenza, evidentemente imposta da responsabili che di organizzazione industriale se ne intendevano. -
Se nel 1941 avessimo avuto una diversa composizione delle FF.AA.
una discussione ha risposto a colombo37 in Eventi Storici
Secondo me non si tratta di genetica, ma di cultura civica e di Patria. Non dimentichiamo che il motto imperante in tutta Italia fin dal 1500 era "Francia o Spagna, purchè se magna....." e, con le dovute eccezioni e modifiche, penso che il concetto valga a tutt'oggi. Posto che (secondo le teorie) col tempo si dovrebbe migliorare, se facciamo una considerazione sui recenti scandali di corruzione, possiamo benissimo immaginare che florilegio di camarille vi sia stato all'epoca per accaparrarsi i grassi ordini dovuti alla guerra. Un pò per uno non fa male a nessuno, dicono, ma invece tanti tipi diversi di aerei e in poca quantità si è dimostrato che hanno fatto male, e molto! -
In effetti, avendo tempo e molto spazio (un B25 in scala 1/32 ha un'apertura alare di circa 70 cm.....) l'avventura dell'amico Paolo è senz'altro affascinante. Però con tutti i materiali aggiuntivi da mettere in posizione, l'impegno in termini di tempo necessario non è trascurabile. Il mio consiglio (da vecchietto) sarebbe di non fare il Giamburrasca e quindi di tenere in debito conto anche gli impegni universitari!