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-{-Legolas-}-

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  1. C'era gia stato un commento a questa storia, puoi trovarlo cliccando qui. Ti riporto anche il link ad una vecchia discussione sul F-104, in cui risponde Gianni065 ad una domanda diretta sullo spillone.
  2. Chiedevo perchè invece io mi ricordavo parlassero bene dell'Osprey. ti do il link. http://www.freerepublic.com/focus/news/2230092/posts?page=2
  3. Ma quali rilievi? Hai un articolo da far leggere?
  4. Si perchè secondo la tua ragione tutti la devono pensare come te. E' uno sfogo il suo, e l'ha scritto sulla sua pagina di facebook e sta tranquillo che è anche condiviso, se non lo sai forse vivi chiuso in una scatola. Pensi che internet si usi solo come credi utile tu? Lui ha ritenuto sfogarsi così, manifestare il proprio pensiero che sentiva di non potere tenere chiuso dentro di se così, non mi pare abbia scritto cazzate, l'ha postato Intruder, se non lo capisci lasciaci vivere ragazzo!!!! Paperinick stai attento con le parole, perchè tu hai il brutto vizio di cambiare il senso dei discorsi come ti conviene, come ti permetti di dirmi: "Che ti debbo dire, se a te sembrano condivisibili e meritorie quelle parole, fai altrettanto..." io non ho mai detto di condividere quello che ha detto, ma le sue parole le comprendo come sfogo e ha diritto di farlo, dato che quello che scrive è condivisibile da qualsiasi persona onesta d'intelletto, io infatto precedentemente ho scritto: questo è l'unico punto in cui la parola condivisione compare in un mio messaggio, e ha a che fare con te: ho scritto infatti: "..che magari non condividi", così facendo non ho detto che condivido io. Ma comprendo. Spero tu abbia compreso.
  5. E fai bene, tanto non ti sto dicendo cosa devi fare. Anzi se ricavi qualche informazione, pro o contro l'argomento dei fondi, rendicene parte perfavore.
  6. Paperinick leggi bene, lui scrive: Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. e non dice come gli attribuisci tu che la cosa migliore che si possa fare per i terremotati (anzi per l'Italia tutta!!!) sia non scucire un centesimo sono de cose ben diverse, e gli metti in bocca parole non sue! Si scusa pure! Perchè fa AUTOCRITICA e sa di dire qualcosa che a tanti farà storcere il naso, ma poi SI SFOGA! Capisci uno sfogo cos'è? La sua è un'opinione, ed è stata riportata come tante alre qui, ed è anche meritevole di rispetto in quanto portata in modo "educato". Quindi cialtrone non mi sembra proprio la parola giusta. Quanto al resto, pensi davvero che qui nessuno abbia dato il proprio contributo?... se lo pensi tu. ------------------ Rispondo anche ad Itruder va: alla Radio ho sentito nei giorni scorsi, che un responsabile di Vodafone si è impegnato personalmente ad assicurare che ogni centesimo del famoso 48580 è riversato nell'ente (la Protezione Civile ora) a cui è associato il numero, e non viene trattenuto un centesimo. Io mi fido.
  7. Forse intendevi dire "gli uffici pubblici dove si lavora d'Italia", perchè è noto che talvolta i pubblici dipendenti evacuano anzitempo...
  8. Perfettamente d'accordo col vostro pensiero Tuccio e Lender, tra l'altro Travaglio (che mi prendo la briga di ascoltare) non si capisce dove abbia preso la notizia che a mezzanotte il personale del Tribunale sia stato evacuato, mi piacerebbe davvero saperlo.
  9. Basta guardare le immagini del naviglio al momento dello sbarco, e confrontarle con quelle del D-Day per vedere che c'era una bella differenza di operatività.
  10. Papernick non so nemmeno da dove ti venga la forza di dare del cialtrone ad una persona che scrive il suo pensiero, che non conosci ma che scrive il suo dolore e sdegno per i fatti suoi che magari non condividi, ma di sicuro sono rispettabilissimi in quanto in quello che ha detto ci si può benissimo riconoscere qualunque persona onesta. Chissà perchè ti senti sempre in dovere di prendere di petto, qualsiasi cosa non sia considerata plausibile dal tuo pensiero. Riporto un'altra ANSA di oggi, finalmente sono messi nero su bianco gli esposti dei cittadini abruzzesi a cui la procura sarà chiamata a rispondere, per rilevare le responsabilità sui crolli, riporto qui l'articolo. Prendo un passo dall'articolo, non tutto in Irpinia è arrivato chiaro e limpido alla popolazione: GRASSO: ATTENZIONE A RISCHI INFILTRAZIONI "Non voleva essere un allarme sui rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle ricostruzione delle zone terremotate perché non ci sono ancora le condizioni. La fase della ricostruzione comincerà quando sarà finita quella delle emergenze. In realtà è una attenzione vigile che viene fuori dalle esperienze passate". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ospite del programma Panorama del giorno. "Ancora forse non sono nemmeno definiti i processi per le responsabilità della ricostruzione in Irpinia - ha spiegato - e quindi è giusto che tutti i soldi dello Stato vadano interamente ai cittadini della provincia dell'Aquila e non ad arricchire persone e fare in modo che non facciano gli sciacalli con le casse dello Stato così come hanno fatto con le case".
  11. Io non sono analista costituzionale, ma se non ci sei arrivato da solo te lo dico io: si tratta della riforma della Giustizia, della separazione delle carriere di giudici e procuratori, e tu prega che si fermi li perchè conoscendolo... Ti dice niente Lodo Alfano, caso Englaro, il riferimento alla Costituzione di stampo sovietico, di tutte quelle cavolate alla convention del PDL sottobraccio a Fini e le ultime sberciate sui leader europei che hanno più potere di lui? P.S. Per ME ha il carisma di una formica, su di me. Capiscimi.
  12. Santissime parole, grazie del post Intruder.
  13. Attaccati ai principi costituzionali, e difendili se ci credi davvero, perchè Berlusconi ci vuol mettere la zampa sulla Costituzione, e ci riuscirà perchè ha potere, ma per quanto mi riguarda ha il carisma di uan formica, se gli credi vacci dietro, io sarò qui a vedere che fine fanno le sue promesse sull'Abruzzo anche perchè mi riguarda da vicino. P.S. Quelle dal '94 non sono favolette, sono un incubo... svegliati! PP.SS. Quoto Hicks, grande intervento!
  14. Poi e poi e poi... ti sei sbagliato sul peso, vuoi che ti si dia ragione sul resto se prima non ammetti i tuoi errori? Poi: l'AR70/90 pesa circa 6Kg carico, se si faceva il fuciliere con quello prima, si continuerà a farlo anche poi...
  15. Paperinick, tu credi ancora alla favoletta della stampa libera, povero ingenuo che sei, che in Italia non conta, però il tuo commento ha un punto di forza, secondo il tuo ragionamento anche Berlusconi dovrebbe dimettersi, dice un sacco di frottole, è disgustoso, gli italiani sono stufi di lui, usa lo spazio televisivo come vuole lui e mi limito qui!!!
  16. Bertolaso sputa fuori il rospo. E' la prevenzione che serve, e ricordo che gli stanno tagliando i fondi. Link all'articolo sulla Stampa
  17. Ma non hai capito bene: la frase era solo la mia manifestazione di un interesse, ed infatti nel post dove c'è quella frase, c'è subito un link che rimanda ad un'altra discussione aperta ad hoc dal titolo "Considerazioni post terremoto". Invece di scrivere: Invito tutti a parlare d'altro di la, ho scritto così... Qui puoi dire cosa vuoi di Annozero, non m'interessa.
  18. Quando è stata messa in preallarme la zona, se si può sapere?
  19. Vorrei che si finissero le discussioni sterili su Annozero, ma che si pensasse di più che laggiu, la gente convive col terremoto. Riposto la testimonianza di un medico ad una settimana dal sisma. Link a Considerazioni post Terremoto
  20. http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/c...ma-lettera.html L DIARIO/ Una settimana dopo, da un ospedale di Roma una domanda: perché 200 scosse non hanno provocato reazioni? "Io, medico ferito e sfollato dico: l'allarme alla città andava dato" di MASSIMO GALLUCCI* "Da gennaio, quasi settimanalmente si faceva sentire. Ma, un po' come nel film X-men 2, il verme divoratore era sotto controllo. Così ci era stato detto più e più volte dalla stampa e dalle televisioni locali. E così parcheggio, senza particolari precauzioni, nel piazzale alberato a 100 metri da casa. Casa: una palazzina cielo-terra di 3 piani e piccolo attico, di stesura settecentesca, manipolata più volte in seguito, e da noi restaurata 12 anni fa. Per strada, davanti il mio ingresso, gli studenti che alloggiano in affitto negli appartamenti di fronte in cemento armato. Sono una decina, in strada. Una ragazza piange: "non ne posso più, ho paura voglio andare via". Un ragazzo l'abbraccia protettivo. Stai tranquilla. Sono scosse di assestamento. Ormai ci siamo abituati. Così ci prepariamo, come ogni sera quasi tranquilli. A letto. Io, mia moglie e mia figlia. Un letto d'epoca, veneziano, con una spalliera piuttosto alta, che avrà un ruolo in questa storia. Stranamente essenziale e per questo bellissimo. Lascio la luce dell'abat-jour accesa. All'una circa sono svegliato da un'altra scossa. O l'ho sognata? Resto sveglio. Dopo un po' ne arriva un'altra. Alle 3 e mezzo il letto salta, si muove. Non c'è più luce elettrica, polvere dovunque, si fa fatica a respirare tra la polvere e l'odore acre, inconfondibile del gas di città, e il ballo continua, accelera, è forsennato, sale il rumore, quel borborigmo che diventa un ululato rotto dagli allarmi delle auto e da grida, grida, grida attorno. Virginia chiama. Mi butto su di lei per ripararla dalla pioggia di calcinacci e urlo: "Non preoccuparti, è finito, è finito!" Ripeto istericamente quella frase per 22 secondi. E' finito! Grido finalmente per l'ultima volta e "ordino" a mia moglie e mia figlia di seguirmi, di scappare via, subito. Scendo dal letto. Macerie sul pavimento. Polvere e odore di gas. Urla da fuori. Non si vede nulla. Cerco a tentoni la porta, ma non riconosco la camera da letto: la stanza è cambiata. O almeno il letto è in un'altra posizione. La trovo. Si apre. A tentoni raggiungo la rampa delle scale con la sensazione di non trovare le pareti al posto giusto. La rampa non c'è: è un cumulo di macerie. A piedi nudi su quei sassi, poi sui vetri e i resti dei quadri dell'ingresso. Voglio vedere se si apre la porta. Sembra di no, poi qualche spallata e ci riesco e un po' di luce delle stelle penetra la nebbia e lenisce l'angoscia. Grazie a Dio non siamo prigionieri. Corro di nuovo su. Prendo Virginia e chiamo Lucilla. E approccio di nuovo la discesa. Ma stavolta perdo l'equilibrio e cado di schiena, assieme a Virginia, violentemente sul pavimento dell'ingresso. Un bel volo, forse di un metro e mezzo - due? Per un paio di secondi ho fosfeni. "Virginia, Lucilla, uscite! Uscite, sto bene!" Intanto verifico che muovo le gambe e le mani. Ho un dolore terribile nell'intero tratto lombare. Sicuramente mi sono fratturato. Mi faccio forza ed esco quasi carponi, poi mi metto in piedi e vedo l'orrore che mai avrei creduto o pensato. Il palazzo di fronte: 5 piani di cemento armato accartocciati, stratificati come carte da gioco. Non sarà più alto di 3-4 metri, ora. Non viene una voce da lì dentro. Un silenzio feroce. Mani nei capelli, piango, Daniela amica cara e i bimbi Davide e Matteo; Maria Pia e i figli e quell'anomalo pitbull buono, l'avvocato Fioravanti e la moglie, così dolci e pacati. Che gentiluomo, con la sua piccola collezione di auto d'epoca e il sorriso nonostante la leucemia, e gli altri e gli studenti, quelli che piangevano e si consolavano.Travi di cemento armato di vari metri schiacciano i resti di quella casa. Senza una gru è impossibile fare qualunque cosa. A piedi nudi, sui sassi della città atterrati per terra, come tre zombi facciamo i 50 metri che ci separano da via XX Settembre dove altri zombi seminudi si aggirano senza meta, con gli occhi sbarrati, senza saper dire una parola, guardandosi attorno e piangendo, alcuni. Attraversiamo il parco alberato nel cui piazzale ho parcheggiato e raggiungiamo la macchina. E' coperta di detriti e polvere, ma agibile. Con lucidità sia io che Lucilla avevamo preso le chiavi della macchina dal portaoggetti sul tavolo dell'ingresso fortunatamente in piedi. In auto passiamo qualche ora, mentre la folla aumenta nel piazzale, assieme al dolore lombare. Continuano le scosse. Sento un ragazzo chiamare Maria, Mariaaaa da sopra le macerie: "c'è mia sorella lì sotto, Mariaaaa!" Alcuni hanno piccole torce elettriche e scavano con le mani. Il termometro della mia auto indica 3 gradi. Chiedo a mia figlia di avvolgermi una pezza da vetri attorno ai piedi congelati. Passano amici e volti noti. Non vedo traccia di isteria. Uno stupore silenzioso e controllato. Tutti si chiedono tra le lacrime: ha bisogno di qualcosa? Sapendo di aver poco o nulla da offrire. Aspettiamo, come bombardati, le luci dell'alba. Per capire. Ma da capire c'è poco. Mia moglie torna a casa. Entra per qualche secondo. "Casa non c'è più. Abbiamo perso tutto. Sai a chi dobbiamo la vita? Alla spalliera del letto che ci ha riparato dai massi della casa a fianco, accasciata come un vecchio sulla nostra. I massi hanno forzato, curvato su di noi la spalliera spingendo il letto contro l'altra parete. Senza di essa, ci sarebbero venuti addosso, sulle teste". Deo gratias. Una serie di coincidenze ci ha salvato la vita. Il resto non conta. Il resto si rifarà. Sono indeciso ora. Andiamo in ospedale a L'Aquila, dove troverò certamente il caos dei feriti ammassati, o direttamente fuori. Ma chissà cosa ha combinato il terremoto da quelle parti? Chissà le strade? Pensieri contorti che trovano soluzione presto: "Portami in ospedale a L'Aquila. Sto per svenire dal dolore". Sono quasi le otto. Passiamo per una circonvallazione fuori città evitando scientemente il centro con l'auto, e ai nostri occhi si offre anche qui lo scenario di guerra che immaginavamo. Arriviamo e troviamo un'apocalisse ben oltre le previsioni: l'accesso al pronto soccorso bloccato da un crollo e il magnifico costosissimo-ma-solido ospedale è provato, inginocchiato, macilento. Dico a mia moglie di andare direttamente nel mio reparto. Inutile intasare il Pronto Soccorso. E qui trovo gente che dalle 4 del mattino lavora indefessa e già sconvolta dai primi orrori. Riesco a essere studiato. Sento l'affetto di chi mi sta intorno. Sono su una barella, finalmente, con un toradol in vena, e il dolore si lenisce. Ho eseguito RM e TC mentre le scosse continuavano impetuose ed impietose. Ho una diagnosi di frattura vertebrale somatica di L2 e varie contusioni. Non ho notizie di mia madre, mio fratello, mia sorella, i nipoti: non ho potuto prendere il cellulare, sepolto dentro casa. Quanto siamo stati viziati dalla tecnologia! Col mio cellulare ho perso la rubrica telefonica e quindi tutti i contatti col mondo. In tarda mattinata l'ospedale è dichiarato inagibile ed evacuato. Mi cerco un ricovero altrove con la difficoltà di non conoscere più i numeri di telefono di nessuno e approdo in qualche ora al Policlinico Umberto I a Roma. E' già tempo di leccarsi le ferite e proporre rapide soluzioni. E' vero. E' anche vero che se il dolore non deve alimentare né rendere faziosa la rabbia, non deve neanche occultare le legittime domande del caso. Non ho velleità polemiche, e la gratitudine a tutti coloro che si sono adoperati per la mia città è infinita. Non posso, nel nome di quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione preventiva e all'informazione fuorviante. Da quasi 4 mesi erano state registrate quasi 200 scosse con epicentro a L'Aquila e dintorni. Non poteva essere un evento che rientra nei limiti del normale, come si è sentito dire. Nelle ultime settimane erano incrementate di numero ed intensità. Eppure le voci ufficiali erano rassicuranti. "Non creiamo allarmismi". Ma perché essere preoccupati di dare un allarme consapevole? Noi medici siamo obbligati da anni al consenso informato. Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale sono COSTRETTO giustamente a dire e quantificare il rischio percentuale di mortalità. E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti inconsulti. Questo è il mio principale rammarico. Nessuno ha offerto istruzioni calme, rassicuranti, civili, informate. La mia piccola storia assieme alle centinaia di storie di amici, mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia elettrica sul comodino non mi sarei fratturato la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare a portata di mano avrei chiesto aiuto per me e per il palazzo accanto, se molti avessero parcheggiato almeno un'auto fuori dal garage ora l'avrebbero a disposizione, se in quell'auto avessero (e io avessi) messo una borsa con una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia d'acqua, si sarebbero tollerati meglio i disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d'acqua sul comodino, se si fosse evitato di chiudere a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare con l'esterno perché aveva il cellulare in un'altra stanza, o perché non trovava al buio le chiavi di casa, come le ragazze di un palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore sotto un letto, con la terra che continuava a tremare, perché la porta era chiusa a chiave, senza una torcia elettrica e senza cellulare per chiedere aiuto! E inoltre, se invece di una decina di vigili del fuoco in servizio ci fosse stata una maggiore disponibilità di forze con mezzi già sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove, quegli eroi del quotidiano che sono i nostri vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni migliori. Piccole cose. A costo irrisorio. Spero che i nostri figli possano fare affidamento su una società più civile". * L'autore è professore e direttore Uoc di Neuroradiologia Università-Asl dell'Aquila --------------------------------------------------------------------------------------------- Le vittime del terremoto non sono solo numeri, hanno un nome Le Pagine del Ricordo dall'iniziativa del giornale Il Centro
  21. Avendo visto Annozero, almeno per metà, posso garantire per Levi che si capisce bene che quello che dice ha a che fare con i momenti precedenti di poche ore il terremoto. Inoltre si parlò del fatto che il tribunale fu fatto evacuare a mezzanotte, ma è vero?
  22. Rivolto a tutti: finiamola di attribuirci l'un l'altro etichette politiche. Quanto al coordinamento, io so che a 5 gg dal disastro, mancavano ancora certe figure cardine per coordinare i soccorsi sul posto, e forse per questo c'erano casi in cui i volontari e gli effettivi stavano con le mani in mano, non per colpa loro ma per mancanza di un livello capillare di coordinamento. Quanto alla prevenzione, io sarei d'accordo per un piano più vasto sul modello di quello giapponese, esercitazioni almeno annuali, punti di raccolta prestabiliti, ecc... non mi sembra di pretendere l'america, il grosso salto di qualità sta nel pensare all'Italia come ad un paese sismico, e non sismico "forse" poi ci pensiamo quando succede.
  23. Vorthex, il punto non dovrebbe essere Santoro che effettivamente ha rotto le scatole, quanto cosa andava fatto e cosa si può fare perchè si possano migliorare le cose. Un punto su tutti, il bilancio della P.C. è stato tagliato di 5-6 volte negli ultimi tre anni, e non è possibile che questo porti la stessa a lavorare meglio, quindi vuol dire che dovremo aspettarci tempi duri se non facciamo noi qualcosa prima, e necessariamente un'opera di revisione di tuta la faccenda ci vuole.
  24. Dominus, tu chiedevi se la carica di responsabile della P.C. è rinnovabile sempre, non ti so rispondere, ma di sicuro il fatto che sia sempre li non è normale.
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