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Armi chimiche e batteriologiche
Simone ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Armi superficie-superficie
Ci sono indizi storici che già nel passato , in condizioni disperate, alcuni comandanti abbiano fatto ricorso a "armi biologiche e chimiche" contro i loro nemici; di certo nel 1300 circa i Mongoli, stufi di assediare invano una fortezza costiera genovese sul Mar Nero difesa da un gran numero di balestrieri- non erano abituati ad assedi prolungati-, lanciarono con una o più catapulte i corpi di alcuni loro soldati morti di "peste". Questa misura fece scoppiare un'epidemia all'interno della fortezza, dove l'igiene era ovviamente approssimativa,e poco dopo i difensori si ritirarono verso Genova lasciando dei regali sotto forma di batteri di Yersinia Pestis nei vari porti toccati (Costantinopoli, Messina, Genova). Ancora prima gli Ateniesi avevano accusato gli Spartani di avere fatto scoppiare la "peste di Atene" durante l'assedio della loro città non ricordo più in quale occasione storica, ma non si sa se queste accuse fossero giustificate. Quanto alle armi cimiche, esistono testimonianze di assedi in cui gli assedianti tentarono di avvelenare i pozzi da cui si rifornivano gli assediati, una delle quali è storicamente documentata nel 1650 circa durante l'assedio cinese al monastero dei monaci buddhisti Shaolin (anche se altre versioni sostengono che invece di un avvelenamento ci fu un incendio). -
Secondo me in un Paese avanzato la stampa deve essere libera di difendere o attaccare, ed è bene-secondo me- che molti giornali e tv abbiano detto chiaramente "con chi stanno" e contro chi stanno. Posso dire per esperienza diretta che non è facile convincere Berlusconi di questo, anche se lui stesso lo sosteneva ancora nel 1990 (l'ho sentito di persona, pur giovanissimo, a Milano in occasione di non so quale evento), ma sono convinto che Fini -che in fondo in fondo è da Berllusconi stimato e rispettatissimo- lo convincerà in qualche modo, in dfondo le persone come Berlusconi sembrano dei Rambo, ma poi quando li si fissa negli occhi con decisione smettono di essere aggresivi e diventano quello che sono davvero, cioè persone ragionevoli ( lo so perchè l'ho fatto, ed ha subito smesso di urlare e sbraitare... il problema sono piuttosto le sue guardie del corpo... )
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E' un peccato che sulla "storia" della NATO si sia riflettuto poco, forse è perchè l'argomento è tutt'ora troppo attuale per essere oggetto di discussioni lucide e non ideologicizzate, forse perchè ancora tanti documenti sono segretati, perchè a mio avviso di spunti di riflessione ce ne sarebbero,e non pochi. il primo è che a differenza dei "patti" e delle "alleanze" pre 1939 ha effettivamente funzionato come deterrente; non è un risultato da poco, soprattutto se si guarda come NON avessero funzionato le solenni dichiarazioni di unità di intenti ed amicizia negli anni immediatamente precedenti la IIWW. E' possibile che questo sia dovuto a due "fattori", ovvero l'avere fortemente voluto stata una clausola di aiuto reciproco automatico (art.5), non necessariamente fin da subito militare, ma pur sempre un intervento a sostegno dell'alleato attaccato.In effetti senza una simile clausola iussiva potrebbe benissimo esserci la tentazione di mettere la testa sotto la sabbia... L'atro fattore è considerata la presenza degli Stati Uniti con il loro immenso potenziale bellico abbondantemente sciorinato solo pochi anni prima, e soprattutto con la loro "volontà politica" di non sottrarsi agli scontri qualora essi diventassero un'eventualità concreta, i quali hanno sicuramente dato parecchia credibilità all'Alleanza nel suo insieme, contando che nel 1948-1949 l'Europa era tutto tranne che ridente, una grande parte dell'antica prosperità e delle risorse, umane[/b e materiali non esisteva più, mentre cominciava a farsi sentire pesantemente la voglia di dominio dell'Impero "Zarcomunista", e non si sa se per motivi psicologici (=spaventare l'opinione pubblica in modo da fare accettare l'alleanza Atlantica?) o per buona fede circolavano resoconti spaventevoli sulle masse umane e corazzate dell'Armata Rossa dell'epoca. Per la cronaca Mario silvestri, fisico e appassionato storico, avrebbe anni dopo mostrato che l'URSS fino agli anni '50 inoltrati era un "paese di anziani, donne e bambini" dove paradossalmente se si volevano trovare degli uomini giovani bisognava cercarli nei Gulag... Con la notevole eccezione dell'Italia, anche se già dal 1943 de Gasperi e compagnia erano stati co-belligeranti, e del Portogallo (!), nel 1949 la NATO era costituita dagli stessi Stati che avevano combattuto il Reich nei fronti occidentali, quindi l'alleanza militarmente parlando de facto esisteva già; i politici avevano da anni contatti e relazioni strette fra loro- molti erano stati "ospiti" Londra- e le Forze Armate utilizzavano materiale bellico in buona parte anglo americano fin dal 1945-1946. Anche se non sono uno storico professionista, ho trovato diocumenti- poco difficile, sono open source- secondo cui da parte dell'URSS e amici si ci aspettavano 4 tipi di minacce, che poi erano le stesse attuate da Hitler 10 anni prima a)infiltrazione dall'interno cercando di vincere le libere elezioni b)attacco terrestre sulla falsariga delle offensive del 1943-1945 sul Fronte Orientale c)bombardamento con razzi tipo V2 o superiori,o bombardieri- si sapeva che era in costruzione il Tupolev 4- soprattutto contro obiettivi civili d)guerra sottomarina senza restrizioni -facendo ricorso a tecnici ed esperienze tedesche-. Da quello che posso vedere, già l'alleanza del 1949 sembrava piuttosto ben messa per contrastare tali minacce, tranne forse quella delle offensive terrestri massicce: i porti e le piste di Norvegia, Islanda e Groenlandia, nonchè il ferreo controllo sullo Stretto di Danimarca costituivano un severo ostacolo alle proiezioni oceaniche, già nel 1946 una esercitazione combinata aereonavale aveva mostrato che il blocco del "canale GIUK" era fattibile,l'infiltrazione politica destabilizzante era limitabile e grazie all'esperienza di polizie, servizi segreti e... uomini di Chiesa, e almeno Churchill nutriva fondate speranze che alla disperata lo Strategic Bombing avrebbe piegato l'URSS come aveva fatto con il Reich, soltanto impiegando più tempo.
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Vorrei allegare questo interessante parere personale da parte di un militare professionista Se dalla prima guerra mondiale (1915-18) l’Europa ne era uscita assai male, dalla seconda (1939-45) fu il mondo intero ad uscirne peggio. Comprensibile quindi che i 49 Stati vincitori si riunissero a San Francisco il 25-26 giugno 1945 per fondare l’ONU ed approvarne lo Statuto, impegnandosi in particolare a salvare le future generazioni dal flagello della guerra ed a tal fine a: • praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato; • unire le forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale; • impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli. In sintonia con questi principi si collocò l’articolo 11 della nostra Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, in base al quale l’Italia: • ripudia la guerra come strumento di offesa... e mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; • consente... limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; • promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Debellato il nemico comune, ripresero però vigore gli interessi geopolitici delle Potenze in causa. L’URSS pretese la modifica a suo favore dei confini internazionali esistenti pre-guerra a danno di Finlandia, Stati Baltici e Polonia; installò e consolidò governi comunisti nelle aree occupate dall’Armata rossa; creò il Cominform (5.10.47) per un organico sostegno propagandistico nel mondo; aiutò materialmente i guerriglieri greci, iraniani e cinesi; intensificò l’azione di spionaggio che, fra l’altro, le consentì di sperimentare nel settembre 1949 il suo primo ordigno nucleare. La reazione degli USA non tardò a farsi sentire. Il 12 marzo 1947 il Presidente Truman annunciò infatti al Congresso la sua dottrina del contenimento impegnandosi ad aiutare i popoli amanti della libertà nel mantenere le loro libere istituzioni e la loro integrità nazionale contro movimenti aggressivi che cercano di imporre i propri regimi totalitari. Spinte da analoghi timori, Gran Bretagna e Francia siglarono il trattato di Dunkerque per la difesa comune in caso di aggressione, cui aderirono subito Belgio, Lussemburgo ed Olanda. Ad immediato seguito, l’America lanciò l’ERP (European Recovery Program), più noto come Piano Marshall, per sollecitare i Paesi europei a raggiungere un accordo sui rispettivi fabbisogni onde coordinare i possibili aiuti di sostegno alla ripresa economica di tutti. Gran Bretagna e Francia aderirono con immediatezza ed organizzarono il 17 giugno 1948 una Conferenza in Parigi ove, invitato, intervenne anche Molotov che, a nome del Governo sovietico, oppose un chiaro niet nella dichiarata convinzione che i crediti americani servirebbero non a ricostruire l’Europa, ma a porre una parte dei Paesi europei in antagonismo con gli altri. Eccoci così alla Guerra fredda che divise il globo in due blocchi e che tanto preoccupò coloro che, in buona fede, avevano sottoscritto lo Statuto ONU ed ancora pensavano a promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli. Quanto all’Italia la politica - condizionata da un forte e virulento Fronte popolare social-comunista, oltre che dai credenti nel pacifismo assoluto e/o nella pace perpetua - fu piuttosto debole ed orientata alla neutralità, rinviando a tempi migliori l’adesione al patto di Dunkerque. De Gasperi si aprì all’alleanza atlantica solo in un discorso pronunciato a Bruxelles il 20 novembre 1948 che provocò un immediato dibattito parlamentare durato ben 5 giorni e conclusosi a favore del suo Governo. Meno condizionati dei politici, furono invece i militari che trovarono subito intese concettuali e programmatiche con le Potenze occidentali. Già nel gennaio 1946, a fronte dell’atteggiamento intimidatorio dell’esercito jugoslavo, la formazione partigiana Osoppo-Friuli si era riarmata con il consenso degli Stati Maggiori; il Capo di SME Efisio Marras nel dicembre 1947 effettuò una missione esplorativa a Washington; i Servizi di sicurezza intanto collaboravano con gli enti paritetici anglo-americani nella creazione in tutto l’occidente europeo (Italia compresa) dell’organizzazione Stay behind (stare dietro), che ricalcava in forma aggiornata le forze di resistenza antinaziste e che tanto scandalo e rumore mediatico creò negli anni «90». Visto il respingimento del Piano Marshall da parte di Mosca e dei Paesi satelliti, il blocco occidentale (di cui noi non facevamo ancora parte) avviò le trattative per la costituzione di un’alleanza militare difensiva. Contrariamente alle comuni credenze che siano stati gli USA a voler l’Italia come alleata, furono invece i francesi a superare le resistenze anglo-americane al riguardo, preoccupati di: • difendere la loro frontiera sulle Alpi Carniche, piuttosto che su quelle piemontesi; • avere da Roma un valido sostegno nella tutela dei loro interessi coloniali, specie per i territori nordafricani (la presenza italiana avrebbe abbassato il parallelo di riferimento del patto, avvicinandolo all’Algeria). L’adesione italiana fu approvata dalla Camera dei Deputati il 18 marzo 1949, dopo una seduta durata ininterrottamente tre giorni e tre notti, con 342 si, 170 no e 19 astensioni. Il nostro Ministro degli esteri Carlo Sforza - che, per opposizione inglese, non aveva partecipato all’attività preparatoria - intervenne alla solenne firma del Patto atlantico siglato in Washington il 4 aprile 1948 da 12 Stati: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d’America. La chiave di lettura più importante dell’accordo sta nell’articolo 5, in forza del quale ogni attacco ad un singolo Stato viene considerato attacco alla Coalizione e comporta un’autodifesa collettiva. Ciò fece dire al Ministro Sforza nella circostanza che questo Patto... scoraggia qualsiasi mossa aggressiva. Se fosse esistito nel 1914 e 1939 avrebbe impedito le due guerre mondiali. La struttura organizzativa della NATO prevede un Consiglio, composto da delegati permanenti di tutti gli Stati membri (oggi sono diventati 28) e guidato da un Segretario generale. Dal Consiglio dipende il Comitato militare (e vari altri) composto dai Capi di S.M. delle FF.AA. dei Paesi aderenti che si riuniscono almeno due volte l’anno. I primi passi dell’Alleanza furono compiuti grazie al contributo USA ma, checché ne abbia detto e continui a dirne la propaganda avversa, sia questi che il loro seguito furono sempre funzionali alla sicurezza dell’Europa. Il muro di Berlino è oggi un ricordo storico ed il contrapposto Patto di Varsavia si è miseramente sciolto, senza rimpianti di sorta. Agli indubbi successi politici acquisiti dalla Nato nei 60 anni di esistenza, quale militare vorrei ricordare i grossi vantaggi che il nostro apparato ha tratto con l’inserimento e la permanenza nella struttura NATO, specie se si tiene conto del fallimento della CED (Comunità Europea della Difesa) avvenuto negli anni ’50. L’Italia del ’45 usciva da quasi due anni di guerra civile dove i professionisti in uniforme si erano trovati in campi avversi, prigionieri degli anglo-americani e dei tedeschi, con il morale distrutto. Al primo concorso postbellico per l’Accademia di Modena bandito nel 1947 per 250 posti, gli aspiranti furono solo 176, dei quali 139 furono eliminati per insufficienza dei titoli richiesti. La ricostruzione - sia morale che materiale - non fu dunque facile, ma avvenne in buona parte grazie al sostegno degli alleati, all’abitudine al lavoro integrato (e di gruppo), all’adozione di metodologie operative standardizzate, alla riorganizzazione della logistica in chiave moderna, all’apprendimento delle lingue estere, alla condivisione dei sistemi informativi, e via elencando. Oggi i nostri reparti primeggiano fra gli ottimi in molti teatri operativi internazionali, interessati dalle cosiddette guerre asimmetriche, grazie all’iniziativa ed alla fantasia dell’italiano, coniugate con l’organizzazione ed i moderni sistemi di lavoro C4 (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer) applicati alla NATO. di Giuseppe Richero
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provocazioni e attacchi libici negli anni '80
Simone ha risposto a lender nella discussione Eventi Storici
A mio parere, ma è un parere,una risposta "esagitata" non avrebbe giovato; in Libia Gheddafi non teneva in alcun conto la così-detta "pubblica opinione", e in definitiva qualunque cosa facesse o dicesse andava bene in quel Paese, mentre da noi, almeno negli anni '80, azioni militari avrebbero potuto avere serie conseguenze. Mi ricordo che all'epoca quando tirava aria di scontro militare Piazza affari subiva grosse perdite, e c'erano ondate di vendite da record-in una situazione finanziaria buona, ma alquanto instabile- ed erano molto forti le tensioni fra "pacifisti" e "militaristi", per non parlare del fatto che gli esecutivi erano tutti in equilibrio precario e c'erano molti parlamentari pronti ad approfittare di ogni pretesto per aprire l'ennesima crisi di governo. In effetti, se anche c'era l'intenzione libica di uccidere e distruggere, non hanno nè ucciso nessuno-tranne forse qualche pesce spaventato- nè distrutto alcunchè, per cui una risposta militare efficace come quella a cui fa cenno Cossiga (Craxi non può più dire la sua opinione...) sarebbe stata addirittura sproporzionata. -
La mia considerazione nasce dal "fatto" che in caso di scontro diretto fra unità di superficie (ipotesi, fantascientifica, di blocco navale sovietico) i missili-anti-missile, ritenuti da alcuni meglio costruiti dei pessimi SAM con base a terra, imbarcati avrebbero potuto neutralizzare i subsonici Harpoon, obbligando la Navy a, passatemi il termine, "farsi sotto" con ordigni aviotrasportati. Visto che mi sembra sarebbe stato insufficiente inviare gli A-7 soltanto, una parte dello sforzo avrebbe potuto essere sostenuto dagli F-14 nell'inedita versione anti-nave, ed in questo ruolo avrebbero potuto trovarsi in difficoltà se inseguiti da un missile ampiamente supersonico. Un'altra soluzione che forse avrebbe potuto essere sperimentata era l'abilitazione al lancio degli AMRAAM, che- parere mio- avrebbero potuto intercettare efficacemente i vari tipi di missili anti-nave esistenti, con in più rispetto al Phoenix il vantaggio dell'essere trasportabili in grandi numeri. Infatti l'F-18 di AMRAAM ne porta parecchi, se non vado errato, proprio in funzione anti- SS-N-19 e derivati!
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Quello che mi sorprende, ma non troppo a dire il vero, è l'efficacia in condizioni "reali" di una macchina così sofisticata, per l'epoca, sia per quanto riguarda l'avionica, che la meccanica- due motori che portavano i materiali al limite delle caratteristiche meccaniche, l'ala a geometria variabile, ed ancora di più se immaginiamo che deve "sopravvivere" ai duri appontaggi sulle portaerei. Forse l'unica pecca era la non eccessiva agilità, che avrebbe potuto metterlo in seria difficoltà contro i missili superficie-aria imbarcati sovietici superveloci, perchè è presumibile che in caso di scontro aperto le unità di superficie nemiche avrebbero potuto assorbire/sviare gli Harpoon, obbligando di fatto a portare degli attacchi aerei, magari ravvicinati, anche con gli F-14.
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Perdonate l'ingenuità, il problema dell'imbardata dovuta alla coppia dell'elica avrebbe potuto essere alleviato rendendo le ali asimmetriche, come è stato fatto per un velivolo di cui ora non ricordo il nome?
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ci sono dati contraddittori su quando i P-51 siano stati ritirati effettivamente dal servizio attivo presso l'USAF prima e dalla Guardia Nazionale (ma si chiama proprio così?). mi sembra di avere capito che nei primi anni della Guerra fredda lo strategic air command ritenesse ancora molto utile l'esistenza di di caccia "di scorta"- cosa praticatra anche nella guerra di Corea, tra l'altro- ,ma che i modelli a reazione allora disponibili erano ben lontani dall'avere l'autonomia necessaria per un raid in profondità nel blocco comunista. e che ancora all'epoca della crisi cubana sarebbero stati prioprio i p-51/p-82 Twin mustang a scortare i bombardieri strategici allora esistenti fino a Mosca. Confesso che mi sembra strano, capisco che l'aereo sia eccezionale, ma nel 1961 non so che aiuto effettivo avrebbero potuto dare, probabilmente non c'è niente di vero
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SM-3 Scores Hit After Fixes Implemented
Simone ha risposto a diavolo rosso nella discussione Armi superficie-aria
Dai documenti accessibili pubblicamente- globalsecurity e siti derivati, sostanzialmente- consultati sembra di capire che lo Standard missile 3 sia di dimensioni "relativamente conntenute", comunque minori rispetto all'intercettore dell'S-400, e secondo me potrebbe valere la pena condurre quantomeno uno studio di fattibilità sul lancio dello SM3 da un aeroplano. Questo perchè da alte quote la minore resistenza dell'aria porterebbe ad un sostanziale aumento della quota massima raggiungibile, e in subordine della portata complessiva, ed in più un aereo, a maggior ragione se di grandi prestazioni, potrebbe raggiungere il desiderato punto di partenza -ottimale in base ai calcoli- in tempi molto ristretti. Un altro vantaggio potrebbe essere il fatto che questo "sistema" legalmente sarebbe definibile come "aria-aria" e non anti-balistico/anti-satellite (i trattati fanno riferimento a missili intercettori con base sulla SUPERFICIE),mentre de facto sarebbe proprio anti-balistico. Ancora, potendo essere lanciato da aerei, e non esistendo limitazioni legali su dove gli aerei militari NATO possono stazionare nell'ambito del territorio dell'alleanza, sarebbe effettivamente disponibile un sistema anti-balistico dislocabile sul territorio continentale europeo senza che la Russia possa obiettare alcunchè. Che ne pensate? -
Mi pare di aver capito che la difesa anti-balistica USA avrà due "linee-di-placcaggio", per usare un linguaggio ruigbystico/footballistico, contro le minacce maggiormente realistiche, ovvero possibili lanci della disperazione da Iran e NordCorea: un primo tentativo con i sistemi AEGIS- standard Missile dai mari immediatamente adiacenti, e una successiva difesa- posso dirlo?- di punto con i Patriot o eventualmente gli Arrow. Mi sembra, da profano, un buon compromesso, fra necessità di contenere i costi di un sistema che deve essere in allerta 24h su 24, e quella di garantire una effettiva protezione, usando tecnologie e logistica già esistenti o comunque dallo sviluppo già assicurato. Ci sono però ancora alcuni passaggi da compiere: fino ad oggi i test compiuti con gli SM3 erano rivolti ad intercettare bersagli la cui traiettoria era già nota in anticipo agli operatori di bordo, tanto è vero che le navi-radar e la nave-lanciatrice avevano occupato le opportune posizioni-presumibilmente quelle ottimali- già molto tempo prima della partenza del bersaglio, mancano degli esperimenti contro missili di cui NON si conoscono nè punto di lancio, nè traiettoria.
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IDAS, ovvero l' antiaereo sottomarino
Simone ha risposto a MC72 nella discussione Armi superficie-aria
Non vorrei riaprire a sproposito questa discussione, però se non ricprdo male appartiene alla "scuola tedesca" la volontà di dotare i sottomarini di armi davvero efficaci contro navi ed aeromobili, ed in effetti con una buona scorta di questi IRIS-T modificati i sottomarini diventerebbero di colpo molto meno vulnerabili, almeno nei confronti di velivoli relativamente poco adatti alle manovre evasive come elicotteri o pesanti ricognitori plurimotori -
beh, il secondo effetto collaterale permetterebbe all'arronautica russa di risparmiare sui "servizi accessori" ai piloti di Pak-Fa; se non sono sposati, non hanno bisogno di compagnia femminile dopo le missioni a spese dello Stato, se sono sposati, non hanno figli e quindi non hanno diritto agli assegni famigliari, e non chiedono congedi congedi straordinarii per paternità e in definitiva gli alti comandi sono contenrti. Non è geniale come trovata? Scherzi a parte, nuova tuta, nuovo software... c'è il rischio, secondo me, che vi sia troppa carne al fuoco e che i tempi di sviluppo si dilatino all'infinito. Va bene che devono recuperare il tempo perduto, ma la fretta è una pessima consigliera
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Sembra che su questo fronte sia tutto fermo, e per la versione "solo supersonica", che per il futuribile progetto "ipersonico"; segno che le difficoltà tecniche sono di grado elevato e dfficli da aggirare/superare, oppure al contrario il percorso di test e collaudi è già a buon punto?
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Sukhoi SU-35 Super Flanker - discussione ufficiale
Simone ha risposto a AlfaAndOmega86 nella discussione Caccia
Ho letto che secondo molti, sul forum ed altrove,, il Su-35 qualora tutto a bordo funzioni a dovere potrebbe giocarsi tranquillamete la palma di miglior aereo non stealth esistente nel "suo" ruolo. Secondo voi ora che il Pak-fa non è più ectoplasmico, e davvero si vede il traguardo della sua entrata in servizio, il su-35 potrebbe essere considerato il "caccia-a-minore-costo" dell'Aeronautica Russa? Mi spiego, in una composizione tipo flotta mista, con il Pak-fa a coprire il ruolo del Raptor, e Su-35 e Mig-? a fare il ruolo dell'F-35, o prima di lui l'F-16, non so se ho reso l'idea. Invece di perdere risorse preziose nello svilupare un altro mezzo, usare quanto di moderno esiste già Altrimenti sarebbero risorse buttate, quelle investite nel suo sviluppo -
Sicuramente chio è tecnico può rispondere meglio di me, ma AlfaEdOmega,il quale sembra assai esperto di ingegneria aerospaziale , ed anche altri (senza scomodare Kopp), hanno ipotizzato una certa "minore invisibilità" del B2 ai radar innovativi operanti in "bandaL"-fra cui uno che equipaggerà il Su-50-, pur ancora ben lontani dalla piena operatività, e con limiti intrinseci notevoli per quanto riguarda l'elaborazione del segnale e le possibilità di tracking e ranging. C'è un'interessantissimo Topic nella sezione aerotecnica, mi pare, dove viene spiegato molto di questi apparecchi. Per carità, "minore invisibilità" non vuol dire "scoperta assicurata", ma non è escluso che i grossi problemi di elaborazione utile dell'eco radar in bandaL possano essere, se non risolti, quantomeno alleviati nel medio-termine, portando ad una situazione di eccessivo rischio in caso di missioni ad alta quota. Ovviamente si parla di teoriche missioni entro la Federazione Russa o la Cina , non contro il Regno di Sealand...
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Impiego dei razzi aria-terra non guidati
Simone ha risposto a W L'ITALIA nella discussione Armi aria-superficie
Non vorrei dire stupidaggini, ma forse nel ruolo anti-tank/mezzo semovente il razzo semplice-semplice, purchè di calibro adeguato e con sufficiente energia cinetica, potrebbe dire ancora la sua, se è vero che può possedere gittate utili dell'ordine dei 3-5 km. E contro i quali non ci sono ECM che tengano, visto che non avendo guida, non possono essere sviati. Certo, non sono precisi come un Hellfire, ma sono molto meno costosi (un ordine di grandezza, presumo). Che voi sappiate, l'A-10 può portare anche razzi? -
A-10 Thunderbolt II
Simone ha risposto a speedyGRUNF nella discussione Bombardieri & Attacco al suolo
Secondo le vostre stime, quale era egli anni ’80 il rapporto numerico min imo per poter arrestare in tempi ragionevoli un attacco di mezzi corazzati stile seconda Guerra Mondiale, tenendo conto dell’efficacia di fuoco durante le esercitazioni e del prevedibile (piccolo, ma non nullo) rateo di abbattimento? Sembra che in Iraq nel 2003 2 A10 riuscirono a bloccare una colonna di 1000 mezzi nemici “misti”-camion, blindati, camionette-, ma mi sembra un rapporto di gran lunga eccezionale, dovuto alle circostanze locali. Se invece fosse una prestazione ritenuta normale, allora negli anni ’80 la NATO poteva vincere in 15 minuti -
Davvero, tanta, tanta carne al fuoco, perchè anche una persona profana come me immagina che "sviluppare" un'arma AA o aria-terra davvero efficace, e non un "modellino in grandezza naturale", richiede molto lavoro, e anche molte false partenze. tra le righe, sembra che il T-50/su-50 possa portare il possibile nuovo missile di 400km di portata con booster a propellente solido+motore tradizionale, con un ruolo presumibilmente anti-AWACS, aprendo un possibile scenario interessante. Una domanda, ma nessun pilota collaudatore indiano si è avvicinato all'aereo anche solo per riportare impressioni di prima mano ai finanziatori di New Delhi?
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Secondo Astronautix.org e globalsecurity la Federazione ha proseguito, pur con le grandi difficoltà finanziarie, dal 1993 cal 2006 il programma EORSAT, di cui si fa cenno in altre sezioni del Forum, che prevedeva di collocare in orbita bassa radar-satelliti alimentati ad energia solare, con strumentazione migliorata rispetto al controverso programma RORSAT (mi dicono che ci volesse poco a migliorarla...), e di cui si favoleggiavano/supponevano cautamente potenzialità antisommergibile. Sembra anche che i dati sulla posizione , entro certi limiti di approssimazione,delle navi individuate fossero resi disponibili direttamente ai missili SS-N-19. Si faceva anche cenno alla sostituzione degli EORSAT con una nuova serie di radar-satelliti "completamente innovativi" a partire dal 2009, ma che sembrerebbe essere stata rinviata sine die. O questo rinvio/annullamento è dovuto a meri sacrifici di natura economica, per favorire altri programmi considerati prioritari, e però a costo di un peggioramento complessivo del sistema, oppure si ci è resi conto della sua inutilità/vulnerabilità.
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La storia segreta dello spionaggio sottomarino
Simone ha risposto a VittorioVeneto nella discussione Marina Militare
mi ermetto di riaprire la discussione, il sito astronautix.com -riportando dati di globalsecurity, riporta la cronologia dei lanci della serie "US-PU / EORSAT" dal 1993 al 2006, e una ricostruzione più o meno verosimile di questi satelliti che avrebbero dovuto costituire la continuazione, con mezzi alimentati fotovoltaicamente, del controverso programma "RORSAT" di cui si è fatto cenno più sopra. Dal 1993 al 2006 risultano essere stati lanciati 13 satelliti, tutti sulla stessa orbita pressochè circolare a 420km di quota intervallati di 120gradi sessagesimali l'uno dall'altro, con durata di circa 500giorni prima del decadimento, e successivo rientro. Alcuni rumors dicono che le immagini radar della superficie oceanica , opportunamente elaborate, permettessero di individuare delle "caratteristiche" disposizioni delle onde compatibili con il passaggio di un sottomarino in immersione a profondità non troppo elevata, (a patto che il mare sovrastante fosse calmo?) , e se il prpgramma è stato fatton proseguire anche negli anni bui del post comunismo, qualche utilità la deve avere avuta, se non altro "psicologica". omunque, negli anni '60 e '70 l'URSS non aveva nulla di simile, e i sottomarini-spia mom credo avrebbero dovuto temere di essere scoperti dal cielo -
questi video pubblici, addirittura caricati su YouTube, contrastano molto con la segretezza spinta della fase di sviluppo, eppure gli analisti stranieri da queste immagini potrebbero arrivare a capire senza troppo sforzo anche particolari "sensibili", e comunque è una differenza rispetto al contemporaneo sviluppo, per esempio, dell'F-35. addirittura ci sono fotografie ravvicinate della parte posteriore. Non so cosa pensare
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Scrivo da non esperto, ho letto che un obiettivo molto importante della airLandBattle è il creare un muro invalicabile alle spalle della "prima linea" attaccante in modo che non possa ricevere nè rinforzi, nè rifornimenti , cosa che con l'inevitabile consumo di munizioni in uno scontro moderno, avrebbe consentito una capacità operazionale di pochi giorni, se non di poche ore, alle prime linee. Secondo voi, per creare questo "muro invalicabile", sarebbe stato negli anni '80 più pratico usare l'artiglieria, missili a corto raggio gps-guidati compresi, oppure l'arma aerea+ smart-bombs?
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Si sa come la presero da parte sovietica? Nonostante la difficile situazione ci furono analisi sulle nuove tattiche viste all'opera, oppure la "snobbarono"?
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Insomma, già 13 voli in poco meno di 6 mesi non sono proprio pochi, soprattutto contando che sembrano essere stati tutti proficui sotto l'aspetto delle esperienze, e dei dati raccolti. Mi pare di capire che in Sukhoi abbiano compiuto notevoli progressi, sia tecnici, che organizzativi, perchè dopo i problemi degli anni scorsi riuscire materialmente ad organizzare in dettaglio tutti questi test e soprattutto farli eseguire con successo, non è afare da poco. Mi piacerebbe chiedere ad AlfaEOmega che cosa è successo dentro la Sukhoi in questi ultimi anni, come sono riusciti a fare questo "scatto-in-avanti"? Nei primi anni '2000 non mi sembra avessero la capacità tecnica ed organizzativa di adesso, davvero devono esserci stati grossi cambiamenti