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Anche se sono passati anni dall'ultimo post, ho trovato molto interessante questa discussione, credo che quasi nessuno conosca al di fuori della germania e di pochi appassionati al di fuori l'esistenza di questa arma decisamente innovativa, secondo me, per l'epoca e che avrebbe forse potuto permettere alla pur esausta Wehrmacht di difendere quantomeno il territorio nazionale negli ultimi mesi del conflitto, se fosse stato prodotto in quantità sufficienti per equipaggiare soldati e volontari in numero adeguato. A quanto risulta i fanti sovietici non erano molto contenti di vedersi di fronte queste armi, tanto è vero che il progetto di Kalashnikov sarebbe stato approvato senza troppe difficoltà-cosa molto rara in un ambiente molto resio ad accettare novità come il gruppo dirigente dell'Armata Rossa e del partito comunista- segno che ebbe effetti importanti in quegli accesi scontri armati che caratterizzarono l'inverno 1944-1945. Chiedo,però, una delucidazione: usare le munizioni "lunghe" lo avrebbe reso davvero incontrollabile in modalità automatica? Lo chiedo perchè le munizioni "kurz" erano inevitabilmente meno potenti delle corrispettive "lunghe" e questo si traduceva in gittate minori
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Mi scuso innanzitutto per le inesattezze del post precedente, certo credevo che fosse impossibile che una ragazza italiana potesse sposare un Indiano "di buona famiglia" e che fossero tutte invenzioni, invece è tutto vero! Però se ci sono dei problemi con questo fatto, ovvero che una cittadina iniana per matrimonio e,a quanto risulta, molto attenta a non far trapelare le sue origini, possa diventare parlamentare, mi sembra una concezione che rasenta il razzismo. Diciamo che Gabriele forse non è stato "diplomatico" nell'ultimo suo post,ma resta il fatto che un Paese che voglia essere non dico potente,perchè l'Italia ha già i suoi problemi e le ambizioni egemoniste è meglio siano lasciate perdere, ma rispettato come dovrebbe essere, non si deve lasciar passare senza reagire questo fatto, ovvero che per assecondare l'incavolatura della gente povera di Kerala e di media locali ben poco seri si faccia un processo-farsa. Se si dimostrerà che i due malcapitati indiani sono stati colpiti da proiettili partiti dalle armi dei due Marò, allora sarà un fatto, ma fino ad ora,per quello che è dato sapere, prove non ne sono state fornite. Ad oggi non vi è un'autopsia seria, secondo i criteri che abbiamo noi e che, stando alla legge, sono severi, sui corpi degli sfortunati pescatori ,che, anzi, sarebbero già stati sepolti piuttosto frettolosamente, sulla barca vi è un segno di proiettile che pare proprio sparato dal basso verso l'alto e nessuno lì se ne è curato, non si sa bene chi era effettivamente a bordo del peschereccio al momento degli spari nè chi reggeva il timone e manovrava. L'India, grande Paese che vuole essere indipendente, ha il diritto di tutelare i propri cittadini (cosa che non sempre ha fatto con questo zelo...) ,ma non di prendere due italiani a caso e di condannarli solo per far eleggere questo o quel candidato
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Può darsi che a complicare le cose vi sia un certo "sentimento anti italiano" che vede come causa i racconti non certo lusinghieri che molti Indiani fanno del Nord est-dove magari hanno lavorato nell'agricoltura- una volta tornati in patria e dal fatto che,per motivi che davvero non capisco, una importante esponente di un partito molto seguito in India, Sonhia Ghandi, secondo i suoi avversarii sarebbe in realtà un' italiana che risulta scomparsa da Torino molti anni fa di nome Sonia Maino, che all'epoca era partita per Londra per poi non fare più ritorno, e che questa Sonhia Ghandi alias Maino sarebbe un'agente del nostro governo. Io penso che questa tesi sia talmente assurda che non può non essere una boutade giornalistica locale, comunque hanno molta fantasia da quelle parti. Fatto sta che c'è ostilità verso l'Italia e questo rende i Marò colpevoli secondo quasi tutti i media locali, a tal punto che non so quanto possa essere imparziale un processo penale da quelle parti, c'è il rischio che la sentenza sia già stata decisa, anche perchè ci sono molte perplessità sulle indagini fatte fino ad oggi. Sono state "periziate" le armi a bordo della nave, che già si sapevano avevano sparato dei colpi, mentre non risultano misurati i calibri delle pallottole rinvenute nel peschereccio e tantomeno quelle che avrebbero ucciso i malcapitati pescatori. Sono ignorante,però queste non mi sembrano prove schiaccianti come i loro giornali dicono
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Secondo me questa vicenda ,sotto un aspetto "legale" non è una questione soltanto di trattati internazionali,ma che riguarda le leggi indiane locali e federali. Da quello che ho letto l'equivalente del codice penale indiano stabiliscono che chi commette un'azione che danneggia un cittadino indiano è perseguibile dalla legge, senza indicare esplicitamente una giurisdizione. Ovviamente nessuno Stato può andare a catturare un sospetto che si trovi in altri Paesi senza un accordo fra gli Stati coinvolti, però se questa persona va di sua volontà in India diventa automaticamente perseguibile. Così come negli uSA e da noi , la Polizia può "mentire" ai sospettati per indurli ad andare in India, cosa che è appunto successa. Molto spesso anche gli Stati uniti d'america ricorrono ad espedienti per attirare da loro ,ad esempio, hacker che da casa loro hanno attaccato siti americani causando gravi danni, così come sono stati processati per terrorismoTalibani che sono sempre stati in Afg La cosa che, secondo me, è peggiore è il fatto che ad ioggi non si sa quale tipo di arma abbia causato la morte dei due indiani, nè si è capito chi era effettivamente a bordo del peschereccio al momento dell'incidente con i Marò o chi se ne fosse eventualmente impadronito. Questo i legali inviati dall'Italia dovrebbero appurare, a meno che anche da parte nostra ci sia paura di scoprire la verità...
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a distanza di qualche settimana dalle tensioni di fine 2011, sembra che la situazione si sia quantomeno raffreddata; certamente vi è stata una diminuzione dell'attenzione che i media dedicano all'Iran,presi come sono dalla "crisi del debito" dell'area-euro e dal possibile fallimento finanziario dello Stato greco,però da quello che emerge credo si possa parlare di "regua vigile" in questi giorni. Sicuramente i motivi di attrito non sono venuti meno e si sa che più passa il tempo, più un Paese minacciato può allestire misure difensive, insomma, il tempo lavora per chi si deve difendere, ma a mio parere non credo che ci sarà un'azione di forza contro l'Iran,poichè la finestra utile potrebbe essersi già chiusa. Non si può escludere che questa opzione venga rispolverata nel prossimo futuro,magari con altri piani,però bisogna riconoscere che questa è una situazione piuttosto spinosa dove non esistono soluzioni facili ed indolori e gli Stati che rispettano il diritto internazionale e una certa etica nei rapporti fra Nazioni sono in difficoltà.
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Via, le prove a discolpa non sono state ancora ammesse perchè... ancora non c'è un procedimento aperto, per certe cose mi sa che l'India è come l'Italia, i tempi della giustizia sono piuttosto lunghi. Al momento i Marò, che stanno dimostrando molta calma, nonostante la situazione difficile, sono in stato di arresto perchè sono indiziati di reato, a giorni dovrebbero essere condotti di fronte al magistrato per il giudizio preliminare, simile al nostro GUP,lì le prove potranno essere legittimamente presentate e ne sapremo di più. Non vorei avanzare delle ipotesi peregrine,ma credo che una via d'uscita potrebbe consistere nel ritiro della denuncia da parte dei parenti delle vittime (=risarcimento extragiudiziario?) oppure nella presentazione di una opportuna domanda di grazia in cambio di opportune contropartite. Una cosa che secondo me non dovrebbe preoccuparci è l'eventuale "imprigionamento" dei nostri soldati in una prigione vera in attesa delle udienze, l'India non è gli Stati uniti dove le prigioni sono popolate da persone più che pericolose e minacciose, poi i nostri soldati sono Marò che si allenano tutto il giornop, cosa avrebbero da temere da persone che sono minute o obese? Fossero negli uSA dove ci sono prigionieri di colore fisicamente molto grossi e dove girano coltelli, avrebbero forse qualche difficoltà, ma io non vedo per loro particolari difficoltà.
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Non sono un esperto, magari sul forum partecipano avvocati o cultori della materia che potrebbero dare notizie più dettagliate, però posso dire che per delle persone"normali" affrontare un processo in un altro Paese non è facile, soprattutto se questo Paese ha un passato di colonia con tanto di razzismo e c'è molto senso di rivalsa verso gli occidentali. Sembra strano,ma in pratica l'unico posto dove è considerato giusto e normale trattare uno straniero come un abitante del luogo-almeno in teoria- è proprio l'Occidente Europa in particolare, mi sa che in India, al di fuori delle grandi città, ci siano sentimenti di tutt'altra natura. A mio parere si saprà di più quando la petroliera sarà arrivata in italia e si potrà avere la loro versione dei fatti , sperando che qualcuno abbia ripreso il tentativo di attacco piratesco con una telecamera e/o con un videofonino, in tal caso il Governo Italiano tramite gli avvocati potrà chiedere di esibire il video come prova.
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Brando, su questo hai più che ragione, e spero che a provvedere non siano solo i diplomatici, ma anche l'armatore perchè i nostri militari stavano rischiando, comunque, la vita per proteggere quella nave. Credo sia gusto che l'armatore, a cui non mancano certo i mezzi, contatti uno studio legale indiano esperto in fatti criminali per fornire la massima assistenza possibile. C'è forse un fatto positivo: in India i reati federali non sono giudicati da giurie,ma da giudici professionisti e- almeno credo- indipendenti, credo che ascolterebbero tutti senza troppi pregiudizi, soprattutto se si troveranno prove che chi era nel piccolo battello stesse davvero cercando di fare un atto di pirateria e che gli spari sono stati esplosi per pura difesa. Una delle ricostruzioni dell'accaduto afferma che in India esistano persone ,magari appartenenti alla locale criminalità, che provano ad assalire piccoli e grandi natanti, anche conquistando con la violenza degli innocui pescherecci per usarli come "cavalli di tro*a" con cui avvicinarsi alle grandi navi che transitano abbastanza vicino. Non si può escludere che ad uccidere i malcapitati pescatori siano stati questi delinquenti, i quali magari hanno avuto la faccia tosta di sporgere denuncia alla polizia locale
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Capisco l'indignazione perchè due robusti nostri Marò, soldati addestrati più che bene, sono prigionieri della scalcinata polizia dello stato indiano di Kochi i cui membri non mi sembrano fisicamente proprio in forma, però bisogna anche considerare che due uomini indiani, presumo con moglie e tanti figlioli che vivevano di quel poco che portavano a casa pescando, sono morti e i loro compagni di barca hanno denunciato senza esitazioni di essere stati presi di mira da bordo della Erica Lexie. queste accuse, anche se io personalmente posso pensare ad altri scenari, non dovrebbero essere ignorate
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E' vero che l'incidente è avvenuto in acque internazionali e che la nave battente bandiera italiana è considerata per le nostre leggi "una parte d'Italia" , quindi nel caso in cui l'India vesse chiesto l'estradizione questa non sarebbe molto probabilmente stata accordata,però una volta che il comandante ha accettato-forse molto ingenuamente- di entrare in acque territoriali indiane la nave è diventata sotto l'aspetto legale territorio indiano. Posso dire che un comandante esperto avrebbe potuto subodorare qualche inganno, visto che molto probabilmente tutti a bordo hanno visto l'accaduto, decidere di far rotta verso Kochi è stata una decisione che ha portato i Marò nella bocca del Lupo. Soprattutto nell'Oriente, pensare male è un peccato,però non si ci sbaglia! Da uello che ho letto le leggi indiane consentono di processare chiunque sia sospettato della morte di cittadini Indiani ovunque siano accadute,per cui il processo ,sotto questo aspetto, appare perfettamente legale. anche la legge penale federale degli USA ha un articolo simile, non è una cosa molto rara nel Mondo, per cui a poco valgono le obiezioni dei nostri diplomatici in merito alla giurisdizione. A questo punto ciò che si può fare,sempre secondo me, è accettare il processo e portare le prove, magari riprese da bordo della nave con le videocamere di sorveglianza, o immagini satellitari NATO, che non sono stati i proiettili italiani ad uccidere i due malcapitati pescatori locali, che però sono stati uccisi da qualcuno. Ricordiamoci che la polizia indiana non è intervenuta di sua iniziativa,ma perchè qualcuno che ha visto l'accaduto-presumibilmente sul piccolo battello è andato in fretta a fare denuncia e dentro c'erano due persone di nazionalità indiana morte. Non è dato sapere se a bordo c'erano armi di qualsiasi genere, nè se siano stati rilevate le tracce dei proiettili nello scafo del battello (se ce ne sono), cosa che potranno fare gli avvocati indiani ingaggiati dal nostro governo. Devo essere franco, non mi spetto una soluzione positiva per noi da questo caso, nel caso di condanna senza prove secondo me l'Italia dovrebbe fare una protesta formale col Governo Indiano e magari accusare di rimando gli Indiani di pirateria, minacciando magari l'embargo verso le merci indiane oppure l'epulsione dei suoi cittadini dal nostro territorio nazionale
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penso che se l'economia Giapponese dovesse continuare la fase di ripresa e se si riuscirà a contenere i danni dell'incidente di Fukushima, l'acquisto dell'f-35 potrebbe davvero diventare realtà,tenendo conto che la tendenza all'"elefantizzazione" dello sviluppo dei nuovi aerei nelle nazioni occidentali rende quantomeno improbabile la realizzazione in tempi umani di un aeroplano di quinta generazione interamente giapponese. Dove troverebbero i soldi necessari per fare fronte agli immaginabili problemi di sviluppo?
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Ho letto che una navetta è completata al 95% e,in teoria, potrebbe anche essere finita (se si trovassero i componenti mancanti) , visto che il vettore "Energia" può essere ancora costruito,dato che il progetto esecutivo esiste da qualche parte, potrebbe essere verosimile l'ipotesi di rimettere in funzione il programma Buran
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Più a lungo del rover "opportunity" che sta operando, sia pure con crescenti difficoltà, dal 2004 sarà difficile,anche perchè è alimentata da un generatore a radioisotopi invece che da un efficiente pannello solare,però ho letto che gli strumenti scientifici a bordo sono molto sofisticati. Tra l'altro bisognerà vedere se un rover pesante più di 900kg potrà muoversi agevolmente fra i sassi e,soprattutto,la polvere marziani, Resta il fatto che con la crisi economica che ha interessato gli Stati Uniti nel 2008 in pochi pensavano che sarebbe stata prevista un'altra missione su Marte, questo lancio ha colto molti oggettivamente di sorpresa
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indian's medium multi role combact aircraft
Simone ha risposto a red giacomo nella discussione Caccia
Decisione entro Dicembre,ma di quale anno? A questo punto l'esecutivo Indiano dovrebbe prendere una decisione oppure dichiarare apertamente che una decisione non è possibile per tot motivi, qui ,a mio avviso, stanno davvero perdendo di credibilità -
Beh, sicuramente lo spesso strato di terra o roccia che sovrasta i varii tunnel dovrebbe costituire per i complessi sotterranei una certa protezione contro le detonazioni, almeno quelle che potrebbero capitare ad una certa distanza, però bisogna tenere conto che scavare gallerie non è uno scherzo, ed a maggior ragione non lo è realizzare le volte. Per scavare i moderni trafori ci vogliono anni, occorre installare delle macchine perforatrici (="talpe") di grabndi dimensioni, rimuovere i detriti con regolarità, far circolare aria non tanto per gli uomini, quanto per i motori che fanno funzionare tutto l'armamentario di macchine utensili che c'è nel fronte di scavo. In più bisogna far affluire il materiale da costruzione, si tratta di miglisaia di m3 di mattoni o cemento+ tondini di acciaio per le volte. Quanto più il fronte di scavo avanza, tanto più tutte le operazioni si fanno difficili,e la velocità di scavo tende a diminuire Questa cartina mostra delle zone "tunnelizzate" lunghe centinaia di km, onestamente credo che scavare gallerie larghe abbastanza per far passare un autoarticolato grosso presumibilmente come i nostri mezzi d'opera e lunghe centinaia di km sia un po' al di sopra delle attuali possibilità tecnologiche,o meglio, sarebbe anche possibile realizzarli,però in tempi lunghissimi. Non conosco i tempi esatti,però i trafori realizzati in Europa,anche quando la sicurezza sul lavoro non era molto tenuta in consderazione, hanno richiesto molti anni pur essendo scavati da due fronti o più. Il progetto che più si avvicina a questo sarebbe il contestatissimo "swissmetro" di cui Motogio saprà di certo più di me,progett sulla cui fattibilità c'è più di un dubbio. In Svizzera, cio tutta l'esperienza e la tecnologia che c'è. realisticamente, penso che i complessi di tunnel possano estendersi per zone abbastanza limitate, più o meno come la galleria del CERN di Ginevra, oppure come le nostre metropolitane,con gli estremi distanti qualche decina di km fra loro,non con gallerie continue ,senza nessun pozzo di areazione, ininterrotte fra Pechino e Xian
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Incidentalmente, sembra che vi siano delle "ricostruzioni in scala 1.20 di tratti del confine Indo-cinese", presumibilmente tratti attraverso cui è possibile muovere offensive imponenti, questo fatto non può essere,di per sè, considerato come un'azione di natura ostile nei confronti dell'India? Credo che occorra non sottovalutare certi segnali che non sembrano del tutto pacifici,certamente la Cina ha il diritto di fare ciò che vuole in casa sua,ma le minacce sono sempre minacce
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Primo volo ad ala battente e propulsione umana
Simone ha risposto a Follow the Piper nella discussione Prototipi ed Aerei Sperimentali
Seriamente, avevo letto che una ventina di anni fa è stato realizzato un velivolo a pedali che, pilotato da un atleta con un buon passato da professionista, aveva volato da Creta a Santorini all'incredibile velocità di 29 km/h,anche se nella letteratura in lingua inglese ci sono Autori che non credono che ciò sia mai avvenuto. Girando su Internet ho trovato più particolari su questa notevolissima impresa e sul velivolo,purtroppo andato gravemente danneggiato in fase di atterraggio,di nome,proprio adatto, di "Daedalus" -
dai Ragazzi, non litigate per così poco! Su queste strane costruzioni, qualcuno è preoccupato perchè ,da quello che si può pensare guardando alla storia della Cina, la grande segretezza è riservata ad iniziative che promettono poco o nulla di buono per coloro i quali sono visti, nella neo città proibita, come ostili o nemici,su queste installazioni aleggia il massimo riserbo, queste installazioni sono molto probabilmente una minaccia. Non voglio fare il paranoico, ma non sono per niente tranquillo
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Qualcuno all'interno dell'ipertrofico Apparatcnik cinese deve pur saperne qualcosa,però -secondo me- tenerle sotto assiduo controllo satellitare potrebbe essere controproducente;modificare i parametri orbitali per ottimizzare le riprese potrebbe comportare la "perdita" di altre zone della Cina dove,magari, ci sarebbero cose ben più minacciose da controllare. A mio parere si potrebbe inoltrare una richiesta ufficiale al governo cinese volta a chiarire lo scopo di queste costruzioni,quantomeno se civile o militare,e "paventare" sanzioni commerciali in caso di rifiuto. In fondo se sono iniziative militari si deve assumere che hanno un potenziale scopo offensivo,cosa che giustifica un'azione decisa di tipo diplomatico
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Beh, un Paese gestito da persone competenti e senza "debiti morali" verso altri Stati molto probabilmente rifiuterebbe certe proposte,però la Libia che verrà -sperando per loro che non vi siano scontri aperti fra fazioni e gruppi vari- in un certo senso ha qualche "debito morale" vero i Paesi che l'hanno sostenuta nei primi momenti della sollevazione,quando il risultato era a dire poco incerto. Anche se non è,lo ammetto, del tutto etico, una forma di "sdebitamento" potrebbe essere questa, noi abbiamo dei velivoli che sarebbe forse meglio cedere (possibilmente a buon prezzo) in questo caso i T1: la Libia comunque è rimasta quasi senza aerei militari,se non sbaglio si sono salvati un paio di Mirage F1 atterrati qualche mese fa, uno Stato sovrano che vuole godere di un certo rispetto internazionale dovrebbe comunque disporre di un'Aeronautica militare almeno esistente,se non proprio imponente,a maggior ragione in un'area non del tutto pacifica. La Libia avrebbe comunque nei Typhoon T1 degli aerei ancora nuovi,con poche ore di volo e sicuramente migliori di quello che aveva prima, noi avremo i soldi per tutta o una parte della Tranche 3,l'azienda potrebbe continuare a vivere salvando i posti di lavoro. Con l'F-35 in servizio ed il Meteor e/o il nuovo AMRAAM,mi insegnate, lee possibilità che gli Eurofighter T1 libici -con poca avionica- possano raggiungere l'Italia e scaricare le loro bombe sono bassissime. Credo, ma è una mia opinione,che un tentativo si possa fare,in fondo i leader del Consiglio Rivoluzionario non sono tutti esperti,magari esiste la possibilità che si possano lasciar convincere
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Forse non sarà una scelta del tutto priva di rischi,però la "nuova Libia" è un paese più che ricco di risorse naturali e quasi senza debito sovrano,ovvero potrebbe anche permettersi qualche investimento,essendo anche,fino ad oggi, molto vicina ai governi di Francia e Gran Bretagna (ed anche all'Italia,sembra),si potrebbe pensare da parte nostra di vendere loro i vecchi Typhoon T1 "privi di tutto" ,ovvero senza radar potenti e con poca avionica in cambio di petrolio .Potremmo quindi disporre dei soldi per completare la Tranche 3 e nel contempo espandere il numero di Paesi che operano l'Eurofighter,cosa che fa sempre bene alle aziende produttrici
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In merito al commercio di oppio una donna molto disprezzata dai politici (forse perchè intelligente e non troppo bella?) emma Bonino aveva suggerito di comprare dai piccoli proprietari Afghani,legalmente, ed a prezzi più alti rispetto alla miseria che i Talibani pagano loro adesso (1 euro per svariati chili di papaveri) il loro oppio,che in Europa servirebbe come il pane per produrre gli antidolorifici che oggi sono in pratica razionati.Questa soluzione Emma Bonino l'aveva prospettata nella relazione finale della missione degli osservatori Ue che aveva guidato a Kabul per le elezioni del 2005. «L'annuncio di Amato (che si dice d'accordo con questa proposta e avrebbe cercato di convincere Bush e Cheney) è una svolta positiva, si potrebbe eliminare il paradosso afghano: un Paese ricco di oppio ma senza farmaci dove la gente viene operata senza anestesia. La strada battuta finora non ha dato risultati». cito le sue parole,da un'intervista del 2005 : Però gli esperti americani di antiterrorismo non hanno voluto prendere in considerazione la proposta dicendo,in pratica, che non era compresa nella loro prassi e i Paesi Europei,era il 2007 se non ricordo male, non riuscirono a far loro cambiare idea. Col senno di poi questa idea sarebbe stata importante per dare un po' di denaro ai contadini afghani e toglierlo ai Talibani,però chi di dovere non la ha apprezzata come avrebbe potuto e,forse,dovuto
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La classe politica Israeliana,che per certi aspetti ricorda quella nostra della prima repubblica, non è certamente priva di soggetti usi alle dichiarazioni violente,populiste e che incitano all'odio,nè manca di elementi che propugnano l'integralismo religioso,però almeno deve rispondere alla gente durante le elezioni e il popolo Israeliano può allontanare dal potere chi desidera. In iran c'è ,come mi insegnate, dietro le istituzioni formalmente elettive una gerontocrazia religiosa molto integralista,piena d privilegi e senza troppi scrupoli quando deve difendere il proprio potere,minacciato soprattutto dalle conseguenze di una gestione della Cosa Pubblica che è tutto tranne che improntata al bene comune. Noi tutti sappiamo che quando un Paese ha grossi problemi interni,dovuti al malgoverno ed ai privilegi di pochi, cerca prima o poi di trovare uno sfogo con un conflitto esterno, concedere all'Iran l'arma atomica vorrebbe dire esporre i vicini a minacce e ricatti non da poco,soprattutto se i vicini appaiono più deboli e più ricchi. Non è un mistero che nel Mondo in cui ci accingiamo a vivere, gravato da ideologie,sovrappopolazione (aci spero si trovi una soluzione umanamente accettabile) carenza di risorse tutto serve tranne che un regime come quello iraniano,e non è un mistero che la sua "eradicazione" è un obiettivo dei Paesi Occidentali,ovviamente non tutti ugualmente decisi a mettere queste intenzioni in pratica Certo, nessuno lo ha ancora detto pubblicamente,ma le varie amministrazioni americane almeno a partire dagli anni '80 considerano l'Iran degli Ayatollah una minaccia da eradicare per motivi forse discutibili,però certamente non privi di logica,altri Paesi vedono vedono invece negli stessi Ayatollah una sorta di opportunità (di fare affari),anche questa è politica e non mi scandalizzo più di tanto
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Forse sbaglierò,però 90 ordigni ad Incirlik potrebbero costituire un rischio in quanto al momento attuale non è peregrino pensare che elementi integralisti islamici (magari supportati da esponenti politici locali) oppure vicini ad altre ideologie potrebbero organizzare una qualche azione per impadronirsi delle stesse;fatto difficle,ma non impossibile essendo,in pratica,nella tana del lupo. Visto che bisogna pensare alla possibile minaccia proveniente dall'Iran o da potenze poco raccomandabili nella zona del Caucaso,si potrebbe pensare di custodire una parte di questi ordigni in Romania ed n'altra nella sicura base di Diego Garçia,magari è una visione un po' paranoica,però a mio parere è meglio prevenire possibili episodi spiacevoli
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Mi pare dicapire che i Talibani diano segni "di stanchezza", le loro operazioni non sono più eclatanti come in passato e molto probabilmente la loro consistenza numerica è limitata a numeri ben minori rispetto al 2001; per contro il contingente NATO continua a presidiare aree molto importanti nel Paese e le azioni anti-terrorismo hanno buoni esiti. Molti propagandisti dicono che ci sono forti analogie fra questa missione e l'occupazione sovietica negli anni '80,ma da quanto vediamo lì ogni giorno i Mujhaiddin ottenevano successi e rafforzavano la loro posizione, adesso sono i Talibani a perdere terreno e materiale a causa dell'incessante attività dei droni armati. Mentre i Sovietici erano incudine e i Muhaiddhin martello,adesso è il contingente ad essere martello e i Talibani ad essere incudine. Certamente bisognerebbe evitare quanto più possibile la violenza contro i non-combattenti, ricordiamo che anche fra la gente Afghana i Talibani sono visti come i politici privilegiati da noi, magari sbaglierò,ma la strada intrapresa è quella giusta