Bonehammer
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Io sapevo un'altra versione, che riporto per completezza: il motore doveva azionare una pompa per sollevare l'acqua dai pozzi nelle colonie africane. Non escludo che sia una versione più "di comodo" per chi magari non gradiva che la Vespa fosse associata ad uno strumento bellico.
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La soda non l'ho mai usata, ma in linea teorica capisco che possa funzionare; non scioglie di certo il polistirolo, ma potrebbe infragilirlo. Prima che la Revell lo ristampasse, per avere un MiG-25 dovevi donare un rene... così ho usato il liquido per freni sul modello che avevo già costruito. Complice anche lo spessore dei pezzi e le superfici piuttosto lisce, il modello ne è uscito come nuovo; e avevo dato un bello strato spesso di Humbrol 147 lucido a pennello. Lo smalto si è rigonfiato e ammorbidito e dopo una passata con la paglietta verde da cucina ero pronta per fare un altro disastro. Una curiosità: le prime ad alterarsi sono state le decal, quindi il DOT 4 potrebbe essere il vostro asso nella manica se volete fare cose come questa: L'altra possibilità è lo spray per il forno, che è comunque soda caustica. Anche lì, una volta lasciato agire il prodotto, si porta via la vernice con paglietta verde e olio di gomito; anche un vecchio spazzolino da denti va bene per le zone meno accessibili. In entrambi i casi, poi occorre rimuovere i residui con detersivo per piatti. Ho visto annunci pubblicitari di prodotti specifici per rimuovere la pittura dai modelli, ma credo che farli arrivare qui da noi sia puro delirio, specie se devono passare la dogana di Milano Roserio.. N.B.: Se usate il fluido dei freni, ricordatevi che quando dicono di usare sempre una latta nuova per i rabbocchi non lo fanno per venderne di più... quella roba assorbe l'umidità atmosferica e se fate un rabbocco con fluido vecchio rischiate poi, a freni caldi, che l'acqua formi una bolla di vapore con il risultato che il vostro bolide non frena più. Quindi una volta fatto il rabbocco, quello che resta può essere usato per sverniciare modellini, senza patemi d'animo. Solo, non buttate nella fogna quello che resta dopo l'operazione, ma tiratelo su con sabbia o terra e portatelo al centro di raccolta comunale.
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Folgore, mi flagello e mi cospargo il capo di cenere. Su Replic il modello non era del Br.20 ma del Ca.313. Per il momento ho due articoli sul montaggio del kit Italeri apparsi su Aerei Modellismo, se mi dai un indirizzo te li mando in allegato.
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Hai una buona mano ferma, complimenti. Le cinture le farei di un colore in contrasto, ad esempio grigie con le fibbie argento, di modo che risaltino, altrimenti una volta chiuso il modello non si vedranno più. Per il settore in giallo del cruscotto, un suggerimento: con una mina HB ultra-appuntita, facci le righe diagonali. Per dare rilievo ai pulsanti, ci puoi appoggiare una gocciolina di Vinavil con la punta di un ago dopo averli dipinti del giusto colore. Tieni presente che qwuesti sono solo suggerimenti e non correzioni, e che io lavoro principalmente in 1/48, dove un abitacolo ben dettagliato è la ciliegina sulla torta: in 1/72, una buona rifinitura e una buona colorazione sono molto più importanti per il risultato finale di una miriade di dettagli finissimi.
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Che tenerezza, il Tempest della Matchbox è stato il mio primo modello. Mancavano le decals, così l'avevo dipinto con le tempere... Naturalmente anche quello, per gli standard di oggi, è da scansarsi se ve lo tirano dietro.
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Devo avere da qualche parte un Replic d'annata, uno dei primi che ho comperato, con il montaggio di questo modello. Credo che l'arretrato sia esaurito da un bel po'. Scannerizzo?
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Bravissimo... un maestro... non ho il dono della poesia e non so come altro esprimere la mia ammirazione. Se riuscissi a farne uno solo a questi livelli di finitura, poi potrei appendere l'X-Acto al chiodo (disse mentendo spudoratamente). Per curiosità, di quante ore di lavoro a modello si parla?
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Grazie per i complimenti, ma non vi preoccupate: appena metto mano ai colori, il disastro è assicurato. Oberst, purtroppo è più semplice fare una foto al pezzo finito e ben appoggiato su qualcosa di solido che cercare di verificare il Lamarckismo e farsi spuntare un altro paio di braccia per tenere pezzi, attrezzi e macchina fotografica... ma vedrò cosa riesco a fare. Intanto ecco un breve tutorial sui tubi dell'ossigeno. Purtroppo le foto sono scattate sul tavolo di cucina dove l'illuminazione è pessima, ma in camera non riuscivo a lavorare perché: ...nessun luogo è sicuro . Per prima cosa, si prende del filo elettrico e lo si spela. Una cosa che faccio prima di cominciare è passare il filo di rame sul manico zigrinato di un coltellino: serve a raddrizzarlo quel tanto che basta per lavorare bene. Poi si avvolge il filo attorno ad un qualunque supporto cilindrico: ago da siringa, tubetto, un filo appena più spesso, eccetera. E' meglio che sia dritto e levigato perchè poi il filo lo dovremo estrarre: Se una spira dovesse essere irregolare (qui per fare un esempio ho esagerato) si gira l'ultimo pezzo avvolto in modo da "tenderla". Bisogna che le spire siano a contatto tra loro, solo così il tubo riuscirà regolare: Si toglie la "molla" appena ottenuta dal supporto e la si tira, in modo da 1) allungarla e 2) separare bene le spire: Adesso infiliamo nella "molla" un fil di ferro un po' più sottile del precedente. Questo ad esempio veniva dai laccetti che vendono con i sacchetti del freezer, mentre quello di prima, che ho usato per arrotolare il filo di rame, chiudeva un pacco di biscotti. Il ruolo del filo interno è quello di permettere al tubo dell'ossigeno di assumere curve naturali, senza schiacciarsi o piegarsi. E finalmente una foto a fuoco (ho dovuto chiudermi a chiave però): Basta tagliare le estremità e il filo è pronto per essere installato dove serve. Prima di dipingerlo, però, bisogna dare una mano di Vinavil non dilutio, solo così acquisterà l'aspetto giusto e terrà bene colore, lavaggi, dry-brushing eccetera.
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L'unico caso nel quale lo stucco per plastica rende meglio è, secondo me, sulle superfici più minute, come un ritiro della plastica o il tondino di un estrattore. In queste situazioni lo stucco epossidico non riesce ad aderire appieno e quando carteggi, rimane un bordino. Questo l'ho riscontrato sia col Milliput bianco che col normale. Lo stucco per plastica scioglie là dove attacca, il Milliput no. In un caso in cui dovevo raccordare superfici estese (una conversione che prima o poi completerò...) ma non mi fidavo dell'adesione del Milliput, ho carteggiato con cartavetrata 00 e raschiato la plastica a mo' di Zimmerit per dare 'grip'. Per il resto, il Milliput è sempre migliore. Ha quasi la stessa durezza della plastica, quindi carteggiando non fai "scalini", e prende meglio anche il primer.
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Grazie a tutti per l'accoglienza e le foto! Praticamente finito il vano d'accesso. Manca solo una passatina di stucco e poi si dipinge: ed eccolo qui in posizione: Qualche miglioria nella postazione anteriore. Rifatti i tubi dell'ossigeno, aggiunto il motore della torretta o quel che se ne vede, asportato il derivometro per rifarlo con rod, ripulita la postazione laterale della Browning. I trasparenti del kit vanno sostituiti. Ho fatto incetta di bustine Falcon ma i finestrini più piccoli sono a carico mio Il rifacimento della postazione in fusoliera. Non è corretto al 100%, ma l'ho fatta simmetrica a quella di babordo che era rimasta inalterata. In ottemperanza alla Normativa 626, ho dovuto chiudere in qualche modo la voragine ai lati della postazione radio. Mi sa che quel pezzo è destinato ad entrare in conflitto con le ali. Alla prossima e buon lavoro a voi!
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Ah, e dimenticavo il peggiore di tutti: il Lancaster della Tamiya in 1/48. Non c'è niente da fare, davvero, è al di là dell'umana redenzione. Se ne avete uno, la cosa migliore è contattarmi: lo ritiro a domicilio e vi libero dall'incomodo.
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Ancora qualche foto dei carrelli: e un po' di bombole dell'ossigeno e poi vi lascio in pace per oggi:
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Una volta pareggiata la lunghezza di questi condotti, si chiude dall'interno con della retina metallica. Quella di cui disponevo era troppo grossolana (zanzariera in ottone), peccato. La maniera migliore di incollare la retina al suo posto è con lo sprue sciolto nella trielina. Da dentro è un paciugo: ma da fuori è accettabile (almeno per me): e che modello sarebbe senza bordi d'uscita spessi come fette di salame? L'ala sinistra a metà dell'intervento: L'interno dei carrelli è di fantasia. Tanto per cominciare, il vano va allungato nella parte posteriore: e si rimuovono gli orrendi pilastri che sostengono le gambe dei carrelli: dopodichè, con plasticard da 1 mm si ricostruiscono la paratia anteriore e quella posteriore e la paratia perforata longitudinale: Si comincia:
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Ciao a tutti. Sto lentamente riprendendo il mio hobby preferito dopo uno iato di circa un anno dovuto a motivi familiari (nuovo arrivo in famiglia). Volevo qualcosa di dimensioni spettacolari e la mia scelta è caduta sul B-17G Monogram. Il soggetto è un B-17G-50-DL, serial 44-6316 e codici VK-C, recuperato dai russi dopo un atterraggio d'emergenza, riparato e messo in servizio. L'Aviazione a Lungo Raggio usò sia B-17 che B-24 per addestrare gli equipaggi su bombardieri quadrimotori dopo il pensionamento del Pe-8 e prima dell'arrivo del Tu-4. Eccolo qua in tutta la sua gloria (il profilo viene dal solito WINGS PALETTE): Purtroppo il kit Monogram rappresenta un B-17G dei primi tipi, con le postazioni laterali in fusoliera simmetriche e la vecchia e inefficace torretta di coda. Il kit ProModeler invece ha le stampate modificate - nonché i figurini dell'equipaggio - ma costava troppo, quindi si fa tutto alla vecchia maniera. Cominciamo chiudendo la postazione di tribordo, che verrà spostata più avanti. Dal momento che lo stucco e il Natural Metal non vanno d'accordo, le fessure si riempiono con Attak Gel e si rifinisce il tutto con il Liquid Paper: e da dentro si ricrea una parvenza di centinature: Si apre il portello di accesso sotto la cabina di pilotaggio: e quello in fusoliera: e si comincia a dettagliare la zona: Le prese d'aria sulle gondole motori sono escrescenze solide, mentre quelle sotto il bordo d'attacco sono voragini senza fondo: quindi ho fatto delle paratie in plasticard per chiudere alla vista l'interno dell'ala:
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Nella mia limitata esperienza posso segnalare i seguenti modelli: Monogram 1/48 F-106 (bellissimo e dettagliatissimo, ma con l'ala svergolata da far paura... adesso saprei risolverlo, quella votla no, siete avvisati!) Hobbycraft 1/48 MiG-23 (copia dell'ESCI con pessima plastica, pessime pannellature e pessime decals) ESCI, Hobbycraft e Italeri MiG-27 1/48 (il muso è sbagliato e si vede) Hobbycraft 1/48 MiG-17PF (copia di un kit precedente, forse della Eagle Talon: errato nelle dimensioni e nei dettagli. Buono per provare le verniciature) Zhengdefu 1/48 F-111 (copia dell'Academy: la metà anteriore e posteriore vanno d'accordo come israeliani e palestinesi) ESCI 1/48 F/A-18 Hornet (aperta la scatola in negozio: visti i carrelli, scatola richiusa) Monogram 1/48 MiG-29 Fulcrum (poco dettaglio e tanta fantasia) Italeri 1/72 F-18 (pannellature in positivo orrende) ARII 1/48 P-51D (insufficienza toracica in fusoliera, da riformare) Revell 1/48 F-15A (totale mancanza di dettaglio) Italeri/Testors RF-4 1/48 (ormai c'è di meglio in giro) Italeri/Testors 1/48 P-47 (bellissimo dettaglio di superficie, perfetto per il natural metal... e pannellature in positivo)