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madmike

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  1. madmike

    italia e guerra nucleare

    Un po quello che dicevo: 7\8 testate, non certo le decine di cui si parlava. Con 'porto', inytendevo ovviamente anche la rada, perchè le CV ormeggiavano a circa 1 miglio dalle banchine: piu che sufficenti per una testata nucleare......
  2. madmike

    italia e guerra nucleare

    Greenham Common e Comiso erano praticamente presidiati da pacifisti e simili. Specie in caso di tensione, avrebbero di certo segnalato, se non seguito, i mezzi. Parliamo di centinaia e a volte migliaia di persone, un problema che evidentemente i russi non avevano.
  3. madmike

    italia e guerra nucleare

    Avete rarione, o torto, tutti e due. Nessuno ha mai pensato di lanciare 100\200 atomiche su Napoli (ma perchè poi???) o sulla Sicilia, e francamente non so questi numeri da dove saltano fuori, se non appunto da interviste di personaggi non del settore. I Cruise a Comiso non è che, in caso di problemi, sarebbero andati chissà dove: esattamente come quelli in UK, erano ospitati i9n shelter corazzati, e da li sarebbero usciti per spostarsi, al ,massimo, pochi chilometri. Perchè tutti sapevano che in caso di guerra ci sarebbero state 'vedette' pronte a segnalarne uscita, direzione e probabilmente anche la locazione dove si sarebbero fermati. Non pensiate che avrebbero fatto 200 km per andare a trovarsi un posto dove lanciare. Non era questa la missione. Gia il fatto di essere a 10 km da Comiso avrebbe consentito di sfuggire, con ragionevole certezza, ad un attacco SU Comiso: ed era questa la logica del sistema mobile. Esattamente come i russi con lo SS20. Ma la contromisura non poteva, come nel nostro caso, essere di intelligence (o di ricognizione, se preferite) non certo quello di lanciare 200 atomiche su tutta la Sicilia, per evitare di riceverne una sessantina (che poi ne sarebbe arrivata, comunque, una scarica di qualche centinaio da altrio vettori, non ultimo gli SSBN in mediterraneo che avevano eminentemente compiti tattici, oltre che strategici). Per Napoli, si può ragionevolmente presumere un numero inferiore alla decina: aeroporti e porto, non c'era altro da colpire (e il porto, leggasi base USA, solo se ci fossero navi in rada). Stessa cosa per La Maddalena e Santo Stefano, a cui magari sarebbe stato riservato qualcosa di 'pesante' (anche se i depositi sotterranei sono sempre stati poco induriti per la minaccia N). Considerate che i Russi avevano 20.000 testate: se i numeri fossero quelli citati, ne sarebbero servite un migliaio solo per l'Italia, che francamente non era in cima alle priorità: e agli USA, allora, quante ne destinavano. Poi, concordo che anche 50 sono un numero pazzesco: ma erano tempi in cui si ragionava su questi ordini di grandezza.....
  4. Ma infatti non c'è nulla di cui meravigliarsi: sono a confronto due tendenze culturali, se non tre (Tea Party e Conservatori fanno parte dello stesso partito, ma non sono certo la stessa cosa). Comunque il debito USA è storico: prima o poi dovranno metterci mano, oppure spiegare a tutti quanti gli altri indebitati che c'è debito e debito, rating e rating, ecc ecc.
  5. E' comunque una cosa decisamente diversa rispetto alla nostra. Qui si parla, pare, di una detenzione non segnalata di armi a bordo, che è una cosa per cui sarebbero stati arrestati anche dalla nostra Capitaneria di porto. Non sono due casi paragonabili, specie per l'entità dell'eventuale reato ascritto.
  6. madmike

    SIRIA - Topic Ufficiale

    chi l'avrebbe mai detto..... Adnkronos/Washington Post – Molti analisti di questioni militari, apparsi frequentemente sui media nei giorni in cui si discuteva della possibilità di un attacco degli Stati Uniti contro la Siria, sono legati a contractor della difesa Usa o ad altre aziende i cui interessi erano connessi all’esito di quel dibattito. Si tratta di un possibile conflitto di interessi che viene denunciato in un rapporto di Public Accountability Initiative, un osservatorio nonprofit di Buffalo, nello stato di New York. Il documento da’ conto delle apparizioni di 22 commentatori, che attualmente hanno rapporti con l’industria militare, intervenuti nelle scorse settimane sui principali organi di informazione, In alcuni casi, secondo il rapporto, il potenziale conflitto di interessi era evidente. Si tratta di commentatori che compaiono nei consigli di amministrazione o possiedono azioni di aziende che producono armamenti che probabilmente sarebbero stati usati nell’eventuale azione militare Usa contro la Siria. In altri casi, non é stato invece possibile stabilire un nesso diretto. E’ il caso di quegli analisti e commentatori che hanno incarichi per investitori privati o aziende di consulenza, delle quali non é stato possibile rendere noti i clienti. Il rapporto rileva anche il ruolo importante svolto nel corso del dibattito sulla Siria da parte di sette think-tank che hanno stretti legami con aziende del settore della difesa. “Abbiamo trovato molti legami con le industrie”, spiega Kevin Connor, direttore dell’osservatorio e co-autore del rapporto. “Alcuni -prosegue- più evidenti di altri e in alcuni casi c’è un chiaro conflitto di interessi”. Tra gli esempi citati, c’è quello di Stephen Hadley (nella foto), ex consigliere per la sicurezza nazionale del presidente George W. Bush, intervenuto ripetutamente sui media, schierandosi a favore dell’attacco contro Bashar Al Assad. Se il suo ruolo nell’amministrazione Bush era indicato chiaramente, non si faceva invece alcun cenno ai suoi legami con la Raytheon, azienda costruttrice dei missili da crociera Tomahawk, gli stessi che sarebbero stati lanciati dalle navi della Marina Usa in caso di attacco. Hadley è nel cda di Raytheon dal 2009 e, secondo i documenti depositati presso la Sec, possiede azioni dell’azienda per un valore di 875mila dollari, oltre ad avere percepito lo scorso anno un compenso dalla Raytheon per 128.500 dollari. http://www.analisidifesa.it/2013/10/analisti-pro-guerra-alla-siria-sul-libro-paga-dellindustria-delle-armi/
  7. madmike

    italia e guerra nucleare

    Roma era sicuramente fra i bersagli, occupando tutti i principali comandi politici e militari. Oltre alle città, che comunque sarebbero state bersagli solo in caso di guerra termonucleare globale, sicuramente nel mirino c'erano tutti gli aeroporti, le basi navali, e le basi militari di cui si era a conoscenza. In sostanza, quasi tutto. Questo almeno fino agli anni 70: tenete presente che non avevamo sul nostro territorio i fornelli per le ADM, quindi che ci fossero esplosioni nucleari sul ns territorio era scontato: le facevamo noi.
  8. Ripeto: il volo dell'aereo (qualsiasi, o credete che gli USA non lo facciano mai???) verso un altro paese, qualunque esso sia, è assoluta ROUTINE. Loro arrivano, fanno partire il cronometro, vedono quanto ci mette l'aereo ad arrivare, registrano, tornano a casa. Noi facciamo partire il cronometro, vediamo quanto ci mettiamo ad intercettare,. registriamo, torniamo a casa. E' addestramento per chiunque, poi se un politico vuole mettersi in mostra, come giustamente dice Scagnetti di possibilità (serie) ne ha fin che vuole. Se poi pensate che i bear vadano a strofinarsi in UK o Giappone con a bordo armi, avete letto troppa fantascienza di serie B.
  9. un gioco che va avanti da decenni, appunto.
  10. No, semplicemente non mi pareva esprimesse un parere personale. Ma potrebbe dirlo LUI.......
  11. Stanno stancando chi? E' un gioco che si fa da decenni, e nessuno si preoccupa.
  12. SI E NO. Su alcune cose, di certo. Ma su altre, le sorprese post caduta muro (anche sulle dottrine) furono molte. Cito lo SSN14 e gli incrociatori lanciamissili che servivano a tutt'altro, i 'bastioniì' a protezione degli SSBN, ecc ecc.
  13. Ma la produzione è relativa: qui si parla invece di IMPIEGO, perchè se ho 300 B non operativi al 100%, devo comunque tirare avanti con gli Harrier.- Mi pare evidente.
  14. tornano, visto che ad oggi non è certissima la IOC, e che sarà meglio pensare al piano B. Oltre a questo, si parla dei programmi Boeing, non solo per i Marines, ma anhe per Italia e Spagna.
  15. madmike

    SIRIA - Topic Ufficiale

    Nessuno ha mai pensato di disarmare i contendenti, tanto meno il regime, operazione peraltro impossibile.
  16. Il caricatore GROSSO sembra quello dell'automatico cal.12
  17. per metà all’Aviazione Navale e per metà all’Aeronautica. Quest’ultima teme di dovervi rinunciare a causa delle ristrettezze di bilancio, ma non perde la speranza di poterli rimpiazzare con un maggior numero di F-35A a decollo convenzionale, che costano meno. Da parte sua di recente la Marina ha stimato il raggiungimento della Initial Operational Capability dei propri aerei intorno al 2023. Oddio, certo che messa così non si capisce dove sia il risparmio per AMI: se prendiamo 15 B e invece 20 A e la spesa è la stessa.... pù che altro forse si sono resi conto che il B per AMI non è sta gran scelta-
  18. madmike

    SIRIA - Topic Ufficiale

    LA DISTRUZIONE dell'arsenale chimico siriano è iniziata, con un'operazione senza precedenti: si tratta di smantellare la scorta di agenti tossici più importante in Medio Oriente, e nel bel mezzo di una crudele guerra civile. Il compito è affidato all'Onu e a venti esperti dell'Oiac, l'Organizzazione per l'interdizione delle armi chimiche. I quali già il primo giorno, ieri, si sono dati daffare. "Mezzi pesanti schiacceranno e distruggeranno ogive di missili, bombe chimiche, miscelatori e unità fisse o mobili di riempimento", annuncia un ispettore. La prima fase, cioè la consegna dell'inventario da parte della Siria, è stata conclusa il 21 settembre. "Ora siamo alla seconda fase: la verifica, la distruzione e la disattivazione", dice l'esperto. http://www.repubblica.it/esteri/2013/10/07/news/siria_al_via_la_distruzione_dell_arsenale_chimico_di_assad-68059677/
  19. Si, l'operazione non è stata per nulla un successo. Beh, può accadere. L'operazione libica compensa del tutto la cosa.
  20. Provo di dirlo per la millesima volta. Ammirazione per gli americani, che da questo punto di vista (avendoci lavorato per anni) hanno solo da insegnare a tutti per trasparenza. Come diceva un mio vecchio commiltone 'hanno una testa che non la mangia un gatto, ma se si parla di soldi bisogna lasciarli stare'. Massima forse cruda, ma sicuramente molto vera. detto ciò, e rimarcando che tutta questa (ahinoi) non è presente in molti paesi (fra cui il nostro) ma anche in molti altri programmi USA (e non credo di dire oggi per la prima volta che lo F35 è oramai da un paio di anni 'budget driven' e non 'perfomance driven', checchè se ne dica), non mi pare che il topic sia 'trasparenza del programma F35'. Vogliamo provare di prendere qualche voce del report, e commentarla, dal punto di vista tecnico, che spunti ce ne sono parecchi, Hz dello schermo a parte?
  21. Si, gia sentita questa. Proviamo di entrare nel merito di quello che si dice?
  22. suggerisco una lettura, con calma, di questo: http://www.dodig.mil/0844A1C7-7B3F-43AE-82F8-AF5E1736E64E/FinalDownload/DownloadId-7D8276AD8D5B4E41F07174DD6605F58F/0844A1C7-7B3F-43AE-82F8-AF5E1736E64E/pubs/documents/DODIG-2013-140.pdf
  23. si, e della difesa in generale, salvo una Guardia Costiera per la protezione delle piattaforme petrolifere e delle aree di pesca (quello poi che stanno gia facendo)
  24. Non è esattamente così: ovviamente, trattandosi di importi limitati, ognuno tira l'acqua al suo mulino. ma la partita è essenzialmente politica: considerate che il Tea Party, ovvero i repubblicani più 'estremisti', se così si può dire, non disdegnerebbero nemmeno una corposa riduzione delle spese per la difesa. In soldoni: è finita l'epoca del denaro illimitato, si devono fare delle scelte. E con le elezioni fra un anno, portare a votare gli americani su 'burro o cannoni' non so a chi faccia comodo.....
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