madmike
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ma siamo sicuri che l'EFA primolotto/tranche siano così superiori aimig-29/su-27 moldavi da giustificare le prevedibili spese di manutenzione? Da alcuni post sembrerebbe che l'EFA prima-tranche rischierebbe una disfatta Credo proprio che non ci sarebbe storia.... ma nell'altro senso.
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Afghanistan - Topic ufficiale
madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
Guarda, senza volermi mettere a discutere uno che e' sul campo, fa quello di mestiere, e ha 1.000.000 di informazioni più di me, se il problema sono: - corruzione endemica del Governo DA NOI (OCCIDENTALI, INTENDO) imposto nel 2004; - popolazione civile che si allontana da noi - a pagina 1 del rapporto si legge, testualmente: Una percezione che la nostra vittoria sia incerta rende gli Afghani riluttanti ad allinearsi con noi contro gli insorti Io francamente ritengo che solo questi punti richiedano ANNI. Tempo che non abbiamo. Se leggi il rapporto (e lo consiglio a tutti) e' la cronaca di un disastro. A pag 1.2 si legge: 'preoccupati dalla protezione delle nostre forze, ammiamo operato in una maniera che ha distanziato - fisicamente e filosoficamente- noi dallla gente che dovevamo proteggere. Gli Insorti non possono sconfiggerci militarmente: ma noi possiamo sconfiggerci da soli. pagina 1.3: paragrafo LA NUOVA STRATEGIA: FOCUS SULLA POPOLAZIONE: si chiude dicendo 'la miglior protezione (per noi) viene da meno corazza (veicoli ecc.) e meno distanza dalla popolazione' Il che, aggiungo io, vuol dire, almeno nel breve, molti più morti e feriti, perche' e' chiaro che questa strategia e' a medio-lungo termine, viste le premesse. venendo al dunque, ISAF deve cambiare strategia, immediatamente, in questo modo: - sviluppare le FFAA Afgane (ANSF) con partnership delle forze alleate ad ogni livello ('at every echelon') - priorità a sviluppare un governo responsabile e credibile (che gli Afgani trovino accettabile) che sia in grado di mostrare sicurezza - prendere l'iniziativa e rovesciare il 'momentum' degli insorti - dare priorità alle risorse disponibili a quelle aree dove le popolazioni sono più in pericolo Ora, mi fermo solo a quest'ultima frase: l'attentato che ha ucciso i nostri, è stato a Kabul, in teoria una delle zone più sicure. Già questo rende l'idea di quanto queste (giuste) teorie siano drammaticamente in ritardo. Ragazzi, non malediremo mai abbastanza GWB per avere tolto 150.000 dall'Afghanistan, in piena stabilizzazione, per mandarli in Iraq. Il treno e' passato allora, adesso non abbiamo più credibilità nei confronti della maggioranza degli Afghani (come lo stesso Christal dice) e la credibilità, una volta persa, la si recupera in anni e anni. Lui non puo' dirlo: non gli compete, e anzi gli compete, da militare impegnato in teatro, di trovare le soluzioni per fare andare meglio possibile le cose: ma se leggete bene il rapporto, l'unica soluzione e' andarsene, perche' leggendo le conclusioni: "La situazione afgana e' seria. la missione può essere compiuta, ma richiede due cambiamenti fondamentali. Primo, ISAF deve concentrarsi sui diritti basici per ottenere una nuova cultura, centrata sulla popolazione e migliori scopi per ottenerla. Secondo, ISAF deve adottare una nuova strategia, che sia dotata di risorse in modo appropriato, per aumentare in modo radicale la partnership con l'ANSF, enfatizzare la governance, priorizzare le risorse dove la popolazione e' in pericolo, prendere l'iniziativa sugli insorti. Questo significa aumentare significativamente i costi a breve termine e i rischi: tuttavia, il rischio a lungo termine nel non aderire a questa strategia e' più grande. La strategia USA E NATO in afghanistan mostrano entrambe i rischi per un Afghanistan instabile ed insicuro. Attraverso risorse propriamente assegnate, una implementazione rigorisa, e sostegno politico, il refocus della strategia offre all ISAF il migliore prospetto per il successo in questa importante missione" Sai che ci leggo io (opinione personale...): che lui dice quello che puo', visto il ruolo, ma alla fine, permettimi, sono cose banali e di puro buon senso: il problema che, se hanno fallito 5 anni fa (parlo di Karzai, ad esempio, ora riconfermato con evidenti brogli) perche' dovrebbero funzionare ora? Ripeto: lui non lo puo' dire, ma a mio avviso anche lui non ci vede via d'uscita. -
Afghanistan - Topic ufficiale
madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
Il comandante delle forze americane e Nato in Afghanistan, d'altronde, parla di un governo - quello afgano - malato di corruzione e di una coalizione internazionale messa in grave difficoltà da tattiche che, di fatto, allontanano la popolazione civile. McChrystal fornisce poi nuove dettagliate informazioni sui talebani, che definisce come un nemico forte e sofisticato che usa sistemi moderni di propaganda e raggiunge le prigioni per reclutare adepti o, addirittura, programmare i suoi attacchi. se questa e' la situazione, e vista la fonte non ho modo di dubitarne (mi son letto tutte le 66 pagine, che potete scaricare qui: http://media.washingtonpost.com/wp-srv/pol...f?hpid=topnews) la guerra e' bell'e' che perduta. -
vi posto un interessante link sugli ultimi sviluppi delle munizioni US ARMY e dintorni: http://www.dtic.mil/ndia/2009infantrysmall...ysmallarms.html
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Io proverei a focalizzarmi sul fatto che la figlia, cresciuta in Italia, volesse affrancarsi da quella cultura. E' su questo che bisogna puntare il dito, e la nostra intelligenza, non su qualche retrogrado che sarà, come sempre e' successo, superato dalla storia e dai fatti. O vi siete gia dimenticati che 50 anni fa i meridionali, al nord, venivano guardati come non-integrabili? Poi, un po cambiati noi nordici, un po cambiati quelli del sud, e mi pare che alla fine l'essere di Barletta o di Modena a Bologna non conti piu nulla. Fra 20 anni sarà cosi con gli stranieri, e con molti di loro e' GIA' cosi'. Ma questo verrà da loro stessi, esattamente come la povera Sanaa, o come la marocchina (di cui non ricordo il nome) ora deputato PDL.
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madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
La parte che mi preoccupa di più in tutta questa faccenda è "mister Obama" che essendo musulmano (tra l'altro in gioventu era abbastanza integralista ma nelle tv americane non hanno toccato l'argomento pe non essere presi per razzisti) indottrinato a giacarta non so fino a che punto non sia un doppio giochista; e questo preoccupa me, e suppongo anche alcuni premier (tipo il nostro) che non sanno bene che fare e stanno col piede in due staffe (cercando di disarcionarlo alla prima occasione). prego??? -
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madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
supporto logistico ed economico di uno stato come l'A-stan non avrebbero mai potuto fare niente. no: senza il supporto economico dell'Arabia Saudita, da cui proviene BinLaden, e il supporto logistico e' stato smantellato nel 2001 (sulla cui missione nessuno ha nulla da dire). ora i Talebani NON rappresentano certo un problema internazionale, se lo vogliamo credere per darci una giustificazione lo possiamo fare ma non e' cosi'. Comunque Dominus, se (ammesso e NON concesso) la tua teoria fosse vera, l'unica missione e' restare in Afghanistan PER SEMPRE. Non mi pare una grande idea. -
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madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
Secondo te è davvero meglio aspettare che i terroristi vengano qui? Credi che si possa evitare un attentato controllando l’immigrazione? Ma non diciamo ca...te! L’11 settembre è stata un’operazione militare condotta da un rispettabilissimo ingegnere laureato in Germania, un uomo tranquillo che tu stesso avresti regolarizzato ad occhi chiusi. Vuoi cacciare tutti i musulmani? Fai pure: non risolvi niente, perché Al Qaeda inizierà a reclutare fanatici non musulmani se serve: di fanatici ne trova tantissimi in Occidente, gente disposta a massacrare nel nome di ideologie morte e pronta a farsi pagare dal primo jihadista deciso ad agire. Se credi di poter combattere il terrorismo con l’intelligence, sappi che non sarai mai al sicuro. L’intelligence da sola non ha mai vinto una guerra che è una. questo, ad esempio, che fra l'altro e' un ossimoro. Se possono reclutare qui, che stiamo a fare, la? E chi, recluta, i TALEBANI? ma quando mai. E quindi, in attesa di "un fungo di fumo e detriti al posto della cupola di San Pietro o della cattedrale di Bologna. Pensa bene a queste immagini, sappi che rischiamo di vederle da un momento all’altro. ", l'Afghanistan che c'entra? No dai, questo e' populismo allo stato puro. parli di ideale: e qual'e'? La lotta al terrorismo, se sottintende quella, non e' un ideale, semmai una azione di buonsenso. E con la missione Afghana, oggi, non ha nulla a che fare. Ma non lo dico io: lo dice il piano di missione. -
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madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
direi che e' un classico esempio di risposta populista al populismo. -
da noi non è assolutamente consigliabile non e' consigliabile, e' reato.
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dobbiamo rimanere perchè ci siamo imposti di portare la pace in un paese non nostro, un atto di generosità gratutita,mettiamo che non ci fossero le truppe isaf e italiane....quel paese sarebbe popolato la metà per via dei continui attentati. a volte non capisco la gente che dice bisogna combattere il terrorismo e altre cose brutte ma in quanti risponderebbero "si" alla domanda di andare a fare DAVVERO qualcosa laggiù....se va bene un quarto ci siamo imposti chi? la missione e' questa: Missione In accordo a quanto previsto dall'OPLAN 10302 REVISE 1 del 4 mag. 2006 che ha sostituito l'OPLAN 10302 del 2 apr. 2004, la missione di ISAF è quella di "condurre operazioni militari in Afghanistan secondo il mandato ricevuto, in cooperazione e coordinazione con le Forze di Sicurezza afgane ed in coordinazione con le Forze della Coalizione, al fine di assistere il Governo afgano nel mantenimento della sicurezza, favorire lo sviluppo delle strutture di governo, estendere il controllo del governo su tutto il Paese ed assistere gli sforzi umanitari e di ricostruzione dello stesso nell'ambito dell'implementazione degli accordi di Bonn e di altri rilevanti accordi internazionali". In particolare, i principali compiti sono: sostenere le campagne d'informazione e dei media; supportare i progetti di ricostruzione, comprese le infrastrutture sanitarie; sostenere le operazioni di assistenza umanitaria; fornire assistenza ed aiuto alla riorganizzazione delle strutture di sicurezza della Interim Administration (IA); formare ed addestrare l'Esercito e le forze di polizia locali. Le forze italiane in ISAF possono operare all'interno delle aree ovest e di Kabul o anche nord. Per richieste di impiego al di fuori di esse, l'Italia si è impegnata a decidere entro un tempo di 6 ore. tratto da qua, fonte ufficiale: http://www.difesa.it/Operazioni+Militari/O...UL/missione.htm quindi NON siamo li per combattere il terrorismo, le elezioni ci sono state, gran parte della popolazione non ci vuole. Una riflessione POLITICA mi pare ora di farla.
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madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
la domanda da farsi e' un altra: la Russia perche' mai dovrebbe re-imbarcarsi in questa avventura, che ancora adesso le sta provocando dei problemi interni? -
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madmike ha risposto a Thunderalex nella discussione Discussioni a tema
sarebbe ora che iniziassero a lanciare qualche bomba in più in Afghanistan a chi, a tutti quelli che guidano una Toyota? -
Mi sembra che la facciate troppo complicata: gli USA non hanno il denaro per potere investire in un sistema di dubbia efficacia e di dubbia utilità, che serve solo ad esacerbare i rapporti con una potenza nucleare che, ad oggi, puo' esercitare il suo potere solo a chiacchiere o attraverso il rubinetto del gas. Non ci sono gia abbastanza problemi, da gestire, ad oggi, Afghanistan in testa? anyway... vi posto una lucidissima analisi di Ezio Bonsignore apparsa su altro forum, perche' la condivido parola per parola. E' veramente spassosissimo ricordare come, a suo tempo, ci venne chiaramente "spiegato" come il previsto "Terzo Sito" da difesa antimissile in Polonia e Repubblica Ceca non avesse in alcun modo una funzione anti-russa, e fosse invece concepito esclusivamente per proteggere l' Europa dai missili iraniani a lunga portata (che peraltro non esistono) dotati di testate nucleari (che peraltro non esistono). Quindi, ci venne detto, le reazioni di Mosca erano solo isterismo ingiustificato. E adesso, che Obama per motivi suoi ha deciso che il "Terzo Sito" non si farà, ecco levarsi gli altissimi lai perchè si abbandonano Polonia a Repubblica Ceca all'orso siberiano... Viene la chiedersi se fossero più buffonesche le affermazioni di allora, o quelle di adesso. Per chiarire. La prevista installazione del "Terzo Sito" era una mossa azzardata al limite dell'incoscienza, e destinata a de-stabilizzare l'equilibrio strategico nucleare tra Russia e Stati Uniti - con in più il vantaggio addizionale di creare, all'interno della NATO, un gruppo di paesi, che sono più "alleati" degli altri ( la "vecchia Europa" e "nuova Europa" di Rumsfeld). Obama ha semplicemente deciso che il gioco non vale la candela, e che gli interessi strategici degli Stati Uniti (che, beninteso, rimangono gli stessi) sono meglio serviti con una politica diversa. Il "Terzo Sito" è in effetti morto un tre mesi fa, quando la Russia ha aperto il suo territorio e il suo spazio aereo all'invio di rifornimenti (compresi materiali militari) verso l' Afghanistan - senza di che, la guerra sarebbe già bella che finita. E adesso, è praticamente certo che la Russia non consegnerà all'Iran le batterie di missili antiaerei S300 (che renderebbero un attacco aereo israeliano e/o americano molto più rischioso), e molto probabilmente non opporrà il suo veto all'imposizione di sanzioni più pesanti.
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Sono assolutamente d'accordo. Peraltro, Italia Oggi apre anche altri scenari: Il Giornale, Feltri studia da editore PRIMO PIANO Di Sabina Rodi Paolo Berlusconi sta meditando di cedergli il quotidiano di via Negri in eterno deficit Ha alzato troppo il tiro creando problemi. Resta il nodo del prezzo La fonte non vuol comparire ma è attendibilissima, essendo la stessa che, a suo tempo, confidò a ItaliaOggi (che per prima pubblicò la notizia) che Vittorio Feltri stava andando a ri-dirigere il Giornale. La notizia è questa: Paolo Berlusconi (in ciò spinto soprattutto da Silvio) sta meditando di cedere la testata il Giornale. E il più favorito ad acquisirla, con altri soci di minoranza eventualmente da lui scelti, è l'attuale direttore Vittorio Feltri. Contrariamente a ciò che pensa la sinistra (e anche gli ammaccati dagli articoli di Feltri che stanno nel centro destra) Feltri fu chiamato dalla famiglia Berlusconi a ri-dirigere il Giornale, non per dargli in mano uno strumento giornalistico al fine di ridurre al silenzio l'artiglieria di la Repubblica, ma per risolvere, con un drastico aumento della tiratura, il profondo deficit del Giornale che, oltre che essere un deficit cronico, è anche in vertiginoso aumento e perciò ha anche raggiunto livelli che non vuol più sopportare la proprietà (che poi, in un modo o nell'altro, è la stessa che, per fare cassa, si è liberata addirittura di Kakà). Ma per aumentare la tiratura, Feltri non può che alzare il tono e non limitarsi a camminare sulle uova. Da qui, ad esempio, l'attacco a freddo del direttore di Avvenire, Dino Boffo, che ha portato all'esaurito in edicola delle copie del Giornale, che pure erano state aumentate fino al raddoppio. Ma la fortuna di Feltri presso i suoi lettori ha subito portato grosse grane a Silvio Berlusconi (si è parlato di fuoco amico). E le grane non sono state con la sinistra, ma addirittura con la Conferenza episcopale italiana (Cei) e con il Vaticano. Berlusconi ha cercato di uscire subito, come poteva, dall'empasse, dichiarando esplicitamente che non condivideva la campagna di Feltri contro il direttore di Avvenire (ma ci ha creduto nessuno) e che, in ogni caso, il Giornale appartiene a suo fratello Paolo (e a questa sua ulteriore precisazione, vera o falsa che essa sia, ci ha creduto meno di nessuno). Cicatrizzata alla meno peggio la rottura con la Chiesa, Feltri ha cominciato subito a sparare, senza nessuna prudenza, contro Gianfranco Fini. Anche qui, non creduta (perché non credibile?), è subito arrivata la dissociazione di Silvio Berlusconi. Fini però ha ugualmente alzato la voce contro il Giornale. E Feltri allora ha mostrato, da sotto le lenzuola, un accenno a luci rosse che, secondo Feltri, potrebbe interessare l'ex cupola di An (questo malcostume inventato da la Repubblica, che a lungo ne ha avuto il copyright, sta infatti dilagando. Anche se, forse, per uscire dal letamaio giornalistico, bisognava toccare il fondo per poi poter esibire, anziché l'equilibrio del terrore, che ha funzionato benissimo ai tempi della guerra fredda, l'equilibrio delle mutande che ora potrebbe funzionare anch'esso nelle redazioni italiane). Sta di fatto che questi episodi dimostrano che Feltri non è manovrabile. E' come quei pitt bull che, essendo stati addestrati a mordere, poi fanno fuori anche la figlia del proprietario che pure lo giudicava “tanto buono, il mio cucciolone” e soprattutto inoffensivo. Né, realisticamente, allo stato dei fatti, Feltri è licenziabile. Quindi, Berlusconi, non potendo tollerare (anche se gli piacerebbe tollerare) che l'agenda politica la stabilisca Feltri (perché egli sta dirigendo un giornale di casa Berlusconi), per uscire dall'empasse, per lui insostenibile politicamente, deve trovare una soluzione. Che potrebbe essere quella della cessione del Giornale e a Feltri. In tal modo, Feltri potrebbe fare quel che vuole senza per questo coinvolgere il premier, pur continuando ad avere un occhio di riguardo per il premier. Ecco perché l'operazione è stata politicamente approvata ma, economicamente, presenta molti problemi. Feltri infatti, per mettere le mani, da proprietario, in un Giornale in cronica perdita, non solo lo vuole gratis ma vuole anche una sostanziosa e pluriennale dote del tipo di quella che, in Francia, è stata data recentemente all'editore che ha comprato (sia fa per dire) il quotidiano economico La Tribune da LVMH che se ne voleva disfare perché non riusciva a portarlo in attivo ed aveva nel frattempo acquistato il quotidiano economico concorrente Les Echos. http://www.italiaoggi.it/giornali/dettagli...codiciTestate=1
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Su quanto pubblicato, e sulle modalità, dal Giornale, ecco un acuto editoriale di Oscar Giannino: Caro direttore, la polvere della battaglia era lo strumento dietro cui Ares – Dio della guerra – faceva fare agli uomini cose diverse da ciò che essi credevano. Nella mitologia greca, era la classica metafora per indicare le conseguenze inintenzionali dell’agire umano, su cui a lungo si soffermerà Von Hayek contro ogni pretesa assoluta di razionalità umana strutturalista. Penso che ne abbiamo appena avuto l’ennesima conferma, nella vicenda giornalistica che ha portato alle dimissioni del direttore dell’Avvenire, Dino Boffo. Va di moda sui giornali italiani di questi tempi stilare elenchi di dieci domande. Solo che ormai i decaloghi non condensano la propria volontà di aprirsi a un confronto vero. Sono domande retoriche. Mascherano in forma fittiziamente interrogativa convinzioni inossidabili già raggiunte. A prescindere, come diceva Totò. Cercherò qui di evitare l’errore. Primo. La giustificazione data da chi guida il Giornale è che una notizia è una notizia, e i giornali servono per pubblicarle. In questo caso, si è detto che il precetto evangelico era “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Tradotto: non critichi la vita privata di Berlusconi, chi ha pecche nella propria vita privata. Vale questo criterio a prescindere dalle funzioni svolte, solo basandosi sul criterio di chi è “personaggio pubblico” ai sensi della legge sulla stampa (dunque Boffo compreso, che pure non è premier)? Secondo. Ma allora perché non dovrebbe valere il principio per il quale chiunque può dire di un qualunque giornalista che ha avuto condanne per diffamazione che è un diffamatore conclamato, e che dunque dovrebbe stare zitto per sempre e deporre la penna? Io non lo penso. Ma fatto sta che di condanne per diffamazione nella mia carriera non ne ho mai subite, l’attuale guida del Giornale ne ha rimediate diverse. Con il criterio “da che pulpito viene la predica” a quali regole bisogna sottoporre il criterio per essere ammesso alla direzione di un giornale, se non una fedina penale monda da ogni condanna ricevuta nell’esercizio della propria professione? Terzo. Ma il criterio per il quale si è sempre difeso il ruolo pubblico di Berlusconi non è forse quello per cui a contare è il voto espresso di volta in volta dagli italiani scegliendolo per governare, a prescindere dalle vicende giudiziarie e dal conflitto d’interesse? Perché dovrebbe valere quando gli italiani scelgono un premier, e non quando un editore sceglie un direttore che magari ha avuto le sue pecche? Quarto. Se invece il fine della pubblicazione della notizia non era solo la persona di Boffo, ma innanzitutto il ruolo che rivestiva come direttore del quotidiano della Cei, e le critiche che il quotidiano stesso aveva espresso nei confronti dello stile di vita personale del premier, è vero o non è vero ciò che successivamente ha detto poi il ministro Sacconi, e cioè che Boffo stesso e la sua direzione di Avvenire non erano certo espressioni da considerarsi ostili al premier, visto che sarebbero state avversate negli anni da parti dell’episcopato e della Chiesa italiane ben più ostili a Berlusconi stesso? Quinto. E se poi, procedendo ancor oltre nella dietrologia, il fine non era neppure il solo energico massaggio alle posizioni della Cei, bensì piantare un picchetto tra la Cei stessa e la Santa Sede attraverso la Segreteria di Stato, si può pensare davvero che quanto avvenuto renda più probabile un riallineamento della Cei a posizioni meno critiche verso il premier, posto che questo fosse l’obiettivo, oppure è più che probabile che avvenga il contrario, stante che il primo a indicare l’opportunità delle dimissioni di Boffo è stato il presidente della Commissione Affari Giuridici della Cei stessa, sua eccellenza monsignor Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, che pure non aveva mancato in precedenza di essere molto esplicito anche in interviste pubbliche, indicando che meglio sarebbe stato che il premier desse risposta in Parlamento alle domande rivoltegli dai critici della sua vita privata? Sesto. E ancora, posto che fosse non solo la Chiesa italiana l’obiettivo, bensì una svolta nei rapporti con la Chiesa universale attraverso il suo capo protempore, alla luce di quale considerazione si può ritenere che il Soglio di Pietro reagisca meglio a un calcio nei denti che a sollecitazioni di ordine molto diverso? Settimo. Che cosa fa pensare che non sia vero ciò che ha scritto sul Sole Stefano Folli, non certo sospettabile di essere pregiudizialmente del partito filo Cei, e cioè che «la Chiesa non dimentica. Ci vuole molta ingenuità per credere che la storia finisca qui, con l’uscita di scena di un uomo la cui vita – sono le sue drammatiche parole – “è stata violentata”. Le vendette di Berlusconi si consumano subito, quelle dei vescovi richiedono tempi lunghi, alle volte molto lunghi, ma sono spesso implacabili»? Ottavo. È davvero stato un effetto voluto come positivo o è un boomerang imprevisto, l’aver risospinto la Cei e parti non secondarie della Chiesa italiana ad apprezzare inevitabilmente le sia pur dell’ultim’ora difese venute dai media e dai capi del centrosinistra, contro quella che è stata inevitabilmente presentata come un’operazione anticristiana? Nono. Si sarà pur fatto un favore alla nuda verità, dicono al Giornale. Ma a Berlusconi giova davvero, che Gianni Letta con la sua linea della moderazione denegata torni ad essere oggi l’unico interlocutore possibile per la Pdl di Oltretevere e della Chiesa italiana? Oppure è un passo indietro drammatico, per la credibilità del ruolo di un premier quale per una ragione o per l’altra si allunga ogni giorno l’elenco delle mani di coloro ai quali non può più stringerle di persona? Decimo. Che cosa fermerà la spirale, stante che di carte e cartuscelle giudiziarie sono pieni gli archivi di tre quarti d’Italia? Pretendere che il direttore dell’Avvenire sia mondo di ogni peccato non è una visione spiritualmente da catari e manichei, e politicamente da inguaribili irrealisti o sprovveduti e rovinosi mentitori? Temo che si dimentichi una cosuccia da niente. Pare proprio che la Chiesa sia stata fondata come prima fondamenta su un certo Pietro, malgrado avesse denegato egli per primo tre volte il Signore. Non voglio pensare che cosa ne avrebbe detto il Giornale. http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=36901 Sulla indipendenza di Feltri nessuno puo' avere prove, io no di certo, un poco di fatti si possono riportare: - il Giornale di Giordano fu il primo (assieme alla fondazione FareFuturo) a parlare delle candidature delle 'veline' all'Europarlamento: Giordano e' stato rapidamente giubilato. -Silvio Berlusconi era il proprietario del Giornale, che vendette a suo fratello onde non incorrere negli strali della legge sulla concentrazione dei media. divertente invece quanto riportato da questo blog (agosto 2009...) Ricordiamo che 12 anni fa Feltri lasciò la direzione di quel quotidiano perchè erano arrivate una valanga di querele per l’aggressività dei suoi servizi. Accetto scommesse: gia a settembre verranno fuori da quella parte rivelazioni molto pesanti sulla vita privata di politici, editori e giornalisti del centro sinistra. Ce ne sarà per tutti i gusti: mignotte e cocaina, perversioni sessuali varie ed alcoolismo e, all’occorrenza, tangenti, affari, vita dispensiosa… Notizie vere, inventate, forzate, colorite, suggestive: come vi pare, ma sarà quello che servirà a dire: “ve la siete voluta”. http://www.aldogiannuli.it/?p=639
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http://www.oshkoshdefense.com/defense/products~matv~home.cfm Sicuramente sarà un buon mezzo. Il fatto e' che ne comprano 2244.... i numeri USA sono sempre mostruosi.
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Sentite, credo che la discussione possa finire qui: se non si prendono in considerazione dati UFFICIALI, ed univoci, su cui si basano TUTTI per una analisi della situazione, credo abbia poco senso continuare. Credo che la credibilità venga data anche dal fatto che fra i primi paesi non troviamo la Russia, o il Burkina Faso, ma il Giappone, e i paesi Europei. vengono presi in considerazione oltre 100 parametri, se le vostre sfortunate esperienze personali contano di più...ok, va bene. http://www.who.int/whosis/en/index.html Poi ripeto, vogliamo dire che facciamo schifo? diciamolo. E diciamo anche che ovunque ti danno antidolorifici a manciate, cosi' siamo contenti (e addolorati). Buona serata.
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Mi sembra una ricostruzione smentita dagli eventi successivi.....
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Solo un ingenuo puo' credere che l'aspettativa di vita, dato statistico, per sua natura, puramente ipotetico, sia direttamente connessa esclusivamente, o anche solo principalmente, alle capacita' di un servizio sanitario nazionale. Io ne conosco almeno uno! Se hai altre notizie, sicuramente più credibili di quelle evidenziate sopra, spero verranno pubblicate: non si finisce mai di imparare. Attendo.
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Ma le differenze non mancano anche all’interno dei Paesi più sviluppati, e in particolare fra quelli del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Tra i sette Paesi più industrializzati, quello che fa registrare i risultati più brillanti è il Giappone: per esempio, 79 anni di vita media per i maschi, 86 per le donne, una mortalità infantile di 3 ogni 1000 nati vivi. Al secondo posto l’Italia: 78 anni di vita media per gli uomini, 84 per le donne, una mortalità infantile pari a 4 per 1000 nati vivi. Tra i Paesi del G7, gli Stati Uniti hanno la più alta mortalità dovuta a malattie croniche (460 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 398) e la seconda per morti provocate da incidenti (47 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 36). Gli Usa hanno anche la più alta incidenza del contagio da Hiv tra persone adulte: 508 ogni 100.000 abitanti, contro i 300 dell’Italia e i 69 della Germania. non c'e' nessun sordo di chi non vuol sentire, eh? Qui sopra sono valutati i RISULTATI, pur ottenuti con impieghi economici inferiori a quelli degli altri paesi. la salute, evidentemente, si puo' misurare in termini di 'customer satisfaction', e si entra molto nel personale (per dirne una, non so Dominus che competenza abbia per valutare la somministrazione o no di antidolorifici... ma tant'e'), oppure si puo' vedere il risultato finale (aspettativa media di vita, mortalità ecc ecc). E li siamo SECONDI dietro il Giappone che spende, in termini percentuali e, ovviamente, assoluti, MOLTO più di noi. Questi sono i fatti.
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Scusa Dindon, con quel discorso cosa vuoi dimostrare? che si potrebbe spendere meglio e di più? e grazie tante! Qui il discorso era nato sul confronto privato-pubblico, che dati alla mano e' assolutamente perdente per il privato, e si era spostato su una sanità 'a pezzi' che, guardacaso, e' smentita dai fatti. Alle favole mi sa che credi tu. Soprattutto a quella del lupo cattivo. Poi: migliorabile? certo, e di molto! ma che sia tutto uno schifo, proprio no. Ps per Vorthex: cambia medico di base..... in America gli antidolorifici te li danno sempre, quà, anche se ti spezzi in più parti un braccio, sei destinato a soffrire e non ci sono caz*i, gli antidolirifici non te li danno manco in punto di morte e lo so per direttissima esperienza personale. ??????? decisamente, cambia medico di base.
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Io più che alle favole credo ai numeri: http://www.who.int/whosis/whostat2007.pdf da dove si evince che l'Italia e' superiore agli USA in: - aspettativa media di vita (78-84 contro 75-80) - indice di mortalità adulta (137-81 per 1000 abitanti contro 89-46) - mortalità infantile (7 ogni mille contro 4, quasi il doppio) - mortalità neonatale (4 su mille, 3 su mille) - mortalità alla nascita (14 su 1000, 5 per mille) questa la presentazione del rapporto: L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il World Health Statistics 2007, il quadro statistico della sanità nei 193 Paesi membri dell’Oms. Il rapporto, che è giunto alla terza edizione, non segnala particolari novità: le diseguaglianze di salute nel mondo sono enormi, come dimostrano i 47 anni di differenza che corrono tra la vita media di un uomo nato in Sierra Leone (39 anni) e quella di una donna nata in Giappone (86 anni). Ma le differenze non mancano anche all’interno dei Paesi più sviluppati, e in particolare fra quelli del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Tra i sette Paesi più industrializzati, quello che fa registrare i risultati più brillanti è il Giappone: per esempio, 79 anni di vita media per i maschi, 86 per le donne, una mortalità infantile di 3 ogni 1000 nati vivi. Al secondo posto l’Italia: 78 anni di vita media per gli uomini, 84 per le donne, una mortalità infantile pari a 4 per 1000 nati vivi. Tra i Paesi del G7, gli Stati Uniti hanno la più alta mortalità dovuta a malattie croniche (460 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 398) e la seconda per morti provocate da incidenti (47 ogni 100.000 abitanti, contro una media di 36). Gli Usa hanno anche la più alta incidenza del contagio da Hiv tra persone adulte: 508 ogni 100.000 abitanti, contro i 300 dell’Italia e i 69 della Germania. Diversa è la situazione per quanto riguarda i servizi sanitari: se infatti gli Stati Uniti sono ultimi nel G7 per numero di posti letto ospedalieri ogni 1000 abitanti (33, contro i 40 dell’Italia, i 75 della Francia, gli 84 della Germania e i 129 del Giappone), sono invece nella media per numero di medici ogni 1000 abitanti (2,56: un dato inferiore rispetto ai 3,37 di Francia e Germania e ai 4,20 dell’Italia, prima assoluta, ma superiore agli 1,98 del Giappone). Il Giappone vanta quindi la minore presenza relativa di medici tra i Paesi del G7 ma anche le maggiori performance sanitarie del mondo. Agli Stati Uniti spetta invece il primato sul fronte della spesa: investono infatti in sanità il 15,4% della ricchezza che producono ogni anno, contro il 10,6% della Germania, il 10,5% della Francia, il 9,8% del Canada, l’8,7% dell’Italia, l’8,1% del Regno Unito e addirittura il 7,8% del Giappone. La spesa pro capite di un americano è di 6096 dollari all’anno, contro i 3171 di un tedesco, i 2414 di un italiano e i 2293 di un giapponese. Gli Stati Uniti sono l’unico Paese del G7 dove la spesa privata in sanità (55,3%) supera quella pubblica (44,7%), mentre in tutti gli altri Paesi la spesa pubblica è pari o superiore al 70%, o addirittura all’80% in Giappone e nel Regno Unito. Negli Stati Uniti, comunque, lo Stato spende di più che in ogni altro Paese del G7: 2725 dollari all’anno a persona, contro i 2440 in Germania, i 2382 in Francia, i 2215 in Canada, i 2209 nel Regno Unito, i 1864 in Giappone. Lo Stato italiano, con 1812 dollari per cittadino all’anno, è quello che spende di meno nel G7. quindi: spendendo MOLTO meno, abbiamo performances migliori degli USA. e SIAMO MESSI COME SIAMO MESSI (ecco cosa intendo quando parlo di sacche di eccellenza da cui prendere esempio...) se poi voi mi dite che e' un caso, o e' sfiga, allora gliela diamo su e parliamo di calcio.
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Ma non è il morire, è quello il punto mad! Il problema è che un servizio medico non si valuta da quanti muoiono ma dalla qualità del servizio e in Italia abbiamo un servizio schifoso, senza contare che gli ospedali del nord sono intasati di pazienti del sud che per ogni cura un pò più complicata si trasferiscono, quando possono. Per me la professione sanitaria non si può ridurre solo a fare un bel taglia e cuci in sala operatoria, ma nella gestione complessiva del paziente che in Italia viene, nella maggior parte dei casi, trattato o come un pezzo di carne o come un idiota, il tutto perchè il medico ha tutti i poteri non avendo concorrenza nè alcuno stimolo a migliorarsi. alt: questa frase l'hai detta tu: Conosco più della metà dei cittadini Italiani che per avere uno straccio di cure decenti devono emigrare, e se non possono farlo crepano dove sono, e l'altra metà che non ha servizi comunque all'altezza di un paese civile. di morire, hai parlato tu, io ho seguito quello che mi pare, tuttora, un discorso fasullo. Poi possiamo parlare di migliorare e rendere efficente il servizio, ma non che la privatizzazione del servizio dia, per definizione, servizio migliore: TUTTE le esperienze in tal senso (su larga scala: certo che se sono Berlusconi ho le migliori cure possibili al mondo...) danno risultati esattamente contrari. Il discorso partiva da qui. A meno che tu non ritenga che il privato, riempito di soldi ed inserito in un contesto del SUD, dia risultati migliori e più efficenti del pubblico: e perche', poi?
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Per il resto dico cose false affermando che metà, o più, degli Italiani, con particolare accento a quelli del sud ma non solo, non ha cure mediche adeguate? Io dico che se l'aspettativa media di vita e' quasi raddoppiata, in questo Paese, negli ultimi 100 anni (e soprattutto al Sud, in proporzione), e se le statistiche ci danno al 2 posto nel mondo come qualità dei servizi, dico che in medio stat virtus. Non mi pare che a Palermo muoiano come mosche, per intenderci. E neanche a Napoli.