madmike
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madmike ha risposto a ale92 nella discussione Aerei da Trasporto, AWACS e Aerocisterne
Il Jedi è un aereo che fa bene il suo mestiere, e che prosegue la ottima attività fatta, a suo tempo, dalle versioni speciali del G222. http://www.aviationweek.com/Article.aspx?id=/article-xml/AW_06_04_2012_p64-458484.xml Il discorso C27 in USA è invece purtroppo abbastanza semplice: la USAF non ha mai digerito l'aereo, che aveva un uso rivolto soprattutto alle necessità dello US ARMY (che lo scelse nel 2007 per 'provide intra-theater airlift support in austere environment' e lo dovette cedere alla USAF due anni dopo). Paga le problematiche 'politiche' interarma, non certo problemi tecnici inesistenti. -
Partiamo dal primo punto. Se Sun Tzu è vecchio e rivolto al 'mercato interno', diciamo pure a West Point di archiviarlo e smettere di studiarlo. The study of Sun Tzu on the Art of War became an American military education staple after the Vietnam War. As a case in point, the U.S. Marine Corps book of strategy, Warfighting, builds upon ideas about maneuver warfare taken directly from Sun Tzu on the Art of War. Recently, business and law schools worldwide added Sun Tzu on the Art of War to their course of study. Why? The use of a weapon of the mind – which Sun Tzu on the Art of War fundamentally is – does not require the physical manifestation of the sword. To read Sun Tzu’s words, however, is not to immediately understand them. That would be equivalent to picking up a sword for the first time and expecting to fight well with it. To understand Sun Tzu’s words means to put them into practice within the context of the Taoist philosophies from which he wrote them. These Taoist philosophies formed the cornerstone of philosophical thought for Sun Tzu’s audience. They fill in the detail between the lines of Sun Tzu’s own words. Sun Tzu described a lot more in his book than meets the eye. We will therefore take the next step of our exploration into China where history tells us an enlightened philosopher named Lao Tzu wrote a book called the Tao Te Ching. http://www.artofwarsuntzu.com/1stChapter.pdf Solita boutade incommentabile Sulla prima parte, incommentabile anche quella, visto che i 'constraints' (??) si superano appunto mediante l'espansione commerciale e\o militare, vedasi Compagnia delle Indie, o il sistema di basi carboniere della Royal Navy, o la stessa catena di basi USA attuali, bisognerebbe chiedere ai cinesi come mai si espandono in maniera esponenziale in Africa, e anche da qualche altra parte, senza prima chiedere a Holmes che gli direbbe che stanno facendo una colossale e inutile sciocchezza.
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Visto che è stata citata una fonte autorevole, direi che basterebbe leggerla (i 'miti' discussi non sono stati messi in discussione, o sollevati, da NESSUNO qui, se non da Holmes). China’s activities are generally more commercial—most of its aid comes in the form of low-interest loans, for instance—and it adheres to a “noninterference policy” in African politics. U.S. aid is often conditional and the United States is more frequently involved in Africa’s internal political affairs. Gia qui, si capisce che l'approccio è totalmente diverso, e se c'e' una certa 'simpatia' si capisce perchè. During 2000-2010, Africa’s merchandise trade with China grew at an annual rate of 29 percent (from $9 billion to $119 billion) and with India at an annual rate of 18 percent (from $7 billion to $35 billion). While these growth rates are very robust, they are building on a very low base. So far, Africa’s economic partnership with Europe dominates that with China or India. In 2010, Europe received 36 percent of Africa’s exports, compared with 13 percent for China and 4 percent for India. Over 37 percent of Africa’s total imports came from Europe, vs. 12 percent from China e direi che anche qua il discorso è chiarissimo: nei 10 anni considerati, l'apporto cinese verso l'africa è pari a 1\3 del apporto verso l'intera Europa, che come sappiamo intrattiene rapporti secolari verso il continente. Vogliamo dire che è poco? ps: gli USA non appaiono in classifica. E' un caso? Qui parliamo di "contraints" geostrategici in relazione ai rapporti di forza in Asia e nell'ipotesi di un confronto diretto con gli USA. Interscambiare 200 miliardi di dollari con l'Africa su di un pil totale di quasi 8 trillioni non e' un elemento cosi strategico Questo è il solito Holmes-pensiero: se i rapporti commerciali non sono così importanti, perchè gli USA con rapporti commerciali addirittura inferiori hanno un comando militare per l'Africa? Per sport? E comunque, questione di punti di vista: come dice la stessa autorevole fonte, ai cinesi frega nulla di avere una presenza militare: sono interessati a scambi economici, le spese le lasciano agli altri. fessi? secondo lo Holmes-pensiero si, ma sfortunatamente per lui non è quello dominante nelle cancellerie. Sempre dalla fonte citata, arriva la ulteriore smentita dello Holmes pensiero di ieri (toh, lo diceva anche il Sole24 ore), cosa peraltro prevedibile, perchè risaputa da anni: Chinese companies are also not just focused on Africa’s natural resources. China has taken a growing interest in helping build Africa’s infrastructure such as roads, railways, bridges, ports, and power stations. At the 2009 China-Africa Summit, China pledged to build 100 clean energy projects in Africa covering solar, biogas, and hydropower. Ma va? non compravano solo le banane? Ecco, le solite cazzate sparate a caso per tenere in piedi teorie pseudorazzistiche sulla superioritàUSA indipendentemente dai fatti. Leggere Sun Tzu, o magari partire da Giovanbattista Vico se si conosce l'italiano, farebbe bene.
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Ma quale completo ed esaustivo? C'e' un articolo dettagliato del Sole24 ore che parla di tutto quanto fanno i cinesi in africa, e viene liquidato con 'vabbè il sole24 ore' senza entrare nel merito? Oh Legolas, ma non vedi che non entra mai nel merito, ma parte solo da convinzioni senza postare nulla di oggettivo a supporto delle proprie tesi? Che continua a parlare di 'acquisto di materie prime' mentre sono da anni i principali costruttori di infrastrutture del continente, e lo nega? Ammazza che modo di fare una discussione .....
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Non so, sono li da 10 anni, dovevano avere gia insegnato a tutti a mangiare con le bacchette?
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Chiaro, infatti non si trova più un ristorante cinese manco a pagarlo, a Bengasi.
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è stato lanciato ma non recuperato, ha fatto solo alcuni avvicinamenti http://www.defensenews.com/article/20130514/DEFREG02/305140016/US-Navy-Successfully-Launches-UAV-From-Aircraft-Carrier
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Eh ma parlare con Holmes è sempre complicato. Adesso siamo al 'la conquista dell'Africa è una balla', cosa che peraltro nessuno aveva detto, o forse lui intendeva manu militari, chi può saperlo.... per i dati, li tarocca abitualmente, e anche qui nulla di nuovo. Pazienza, le discussioni prenderanno la solita piega, si passerà di palo in frasca, e via così. Film purtroppo gia visto. Questo è un articolo, datato qualche anno, del Sole24 ore. Si vede quanto sia vero che i cinesi son li solo per le materie prime. 3 novembre 2006 La mappa dell'invasione cinese in Africa Ri.Ba. Negli ultimi cinque anni gli scambi commerciali tra Cina e Africa sono decuplicati. Se nel 1999 il volume degli scambi era di 5,6 miliardi di dollari, per il 2006 il ministero del Commercio cinese prevede di superare i 50 miliardi di dollari. Sono ottocento le aziende cinesi presenti in 28 Paesi africani, dove hanno investito 6 miliardi di dollari solo nel 2005 per progetti che vanno dalle costruzioni all'energia, dal petrochimico all'agricoltura. Ma la presenza cinese è molto più articolata e diffusa in tutto il continente. Le relazioni economiche vanno spesso di pari passo con i rapporti diplomatici e i valori crescono in maniera più rapida dei dati aggregati. Ecco una mappa, per forza di cose parziale, della presenza cinese in Africa. Paesi del Maghreb, edilizia e commercio Marocco. Nel 2005 il volume del commercio fra Cina e Marocco ha raggiunto 1,484 miliardi di dollari; le esportazioni cinesi verso questo Paese sono cresciute del 30% rispetto all'anno precedente e le importazioni del 121% (principalmente la Cina importa fosfato e metalli di cobalto). In Marocco i cinesi sono i primi costruttori di infrastrutture, imbattibili per la rapidità e il basso costo della mano d'opera. Lo scorso anno si sono aggiudicati importanti gare d'appalto per la costruzione di case popolari e di reti ferroviarie. La Cina preme, però, soprattutto per la creazione di un'accordo di libero scambio con il Marocco, porta d'ingresso per il mercato dei Paesi arabi e della stessa Europa. Algeria. Oltre alle aziende del settore delle costruzioni, qui sono presenti anche i giganti cinesi del petrolio che si sono assicurati la gestione dei pozzi più grandi del Paese. Sinopec ha già firmato un contratto da 525 milioni di dollari per sviluppare il giacimento di Zarzatine, nel sud dell'Algeria, e China National Petroleum Corporation ha ottenuto un contratto simile del valore di 350 milioni di dollari per importare il petrolio algerino. Dal canto suo, la Cina è il quarto fornitore dell'Algeria con 954 milioni di dollari spesi nei primi otto mesi del 2006. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due Paesi era stato di 1,77 miliardi di dollari. Tunisia. La Tunisia è un Paese in cui la presenza cinese è ancora debole e gli scambi commerciali con il gigante asiatico ancora marginali. Privo di grandi risorse naturali ma uno dei primi produttori tessili dell'Africa, la Tunisia ha ancora poco da offire alla Cina. Nel 2005 l'interscambio è stato solo di 340 milioni di dollari, ma la Cina non dispera di rilanciare una cooperazione più fruttuosa. All'inizio di quest'anno ha siglato un accordo per erogare prestiti preferenziali alla Tunisia per un valore di 37,5 milioni di dollari, ed ha già iniziato la costruzione di una rete di telefonia mobile. Libia. Nel 2005 il volume del commercio totale con la Cina è stato di 1,3 miliardi di dollari, una larga parte del quale rappresentato dalle importazioni di petrolio. Ma gli umori instabili del governo libico rendono più difficile la penetrazione cinese. La Cina sta da lungo tempo corteggiando la Libia con investimenti in infrastrutture e nelle telecomunicazioni (è la cinese Zet che sta fornendo il sistema di telefonia di terza generazione alla compagnia telefonica Libyana) e visite bilaterali, l'ultima effettuata a gennaio dal Ministro degli Esteri Li Zhaoxing. Mauritania. Recentemente la Cina ha accordato alla Mauritania un prestito senza rimborso di 4,5 milioni di dollari, che come molti altri di questo genere erogati ai paesi africani, sono in parte spesi per la costruzione di infrastrutture da parte di compagnie cinesi. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi e' stato di 78 milioni di dollari. Africa dell’Est, armi e materie prime Egitto. La Cina diventerà nei prossimi 5 anni il primo partner commerciale dell'Egitto, fonte di investimenti e di trasferimento di tecnologie. Nel 2005 l'interscambio commerciale ha raggiunto i 2,145 miliardi di dollari, e per quest'anno gli iinvestimenti previsti in Egitto dovranno assestarsi intorno ai 2 miliardi di dollari. Lo scorso settembre le grandi compagnie cinesi sono riuscite a strappare contratti milionari per la costruzione di infrastrutture (500 milioni di dollari per un centro congressi alla periferia de Il Cairo) e acciaierie (da 100 milioni di dollari) finanziate dal governo egiziano che utilizzeranno esclusivamente tecnologia cinese. Durante il forum l'Egitto chiederà alla Cina il sostegno per l'avvio di un programma nucleare ad uso civile, per il quale si aspetta anche di firmare contratti di trasferimento tecnologico e aiuti economici. Eritrea. Pur mantenendo buoni rapporti con tuttii paesi del Corno d'Africa, la Cina ha nel corso degli anni alimentato il conflitto fra Etiopia ed Eritre attraverso la vendita di armi ed equipaggiamenti militari ad entrambe le parti, accompagnata da frequenti consultazioni delle alte gerarchie dell'esercito. Oltre a ciò essa è presente nel settore delle costruzioni, nella vendita di macchine industriali e di prodotti medici. Nel 2005 l'interscambio commerciale e' stato del valore di 8,41 milioni di dollari. Etiopia. Solo all'inizio di quest'anno il ministro del Commercio etiopiano aveva dichiarato che «la Cina è il partner più affidabile», essendo l'Etiopia, assieme al Sudan, il principale beneficiario degli investimenti cinesi nella regione. Prestiti a basso tasso di interesse, cancellazione del debito e tariffe preferenziali sono la strategia di Pechino per lusingare un partner che non ha grosse potenzialità energetiche ma ha una posizione strategica di sbocco sul mare per i ricchi vicini come Sudan ed Egitto. Le compagnie cinesi oggi si aggiudicano le costruzioni di quasi tutte lel infrastrutture, collegamenti stradali e ferroviari, aeroporti e così via. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi è stato di 370 milioni di dollari. Sudan. È il secondo fornitore africano di petrolio per la Cina, secondo solo all'Angola, che per questo il gigante asiatico difende su tuttii forum internazionali dalle accuse di violazione dei diritti umani e di genocidio nella regione del Drafour. Recentemente la Cina si è opposta alla proposta dell'Onu di sanzioni contro il regime sudanese e ha minacciato l'uso del veto contro l'invio di una forza internazionale nella regione. Dal canto suo il governo cinese ha inviato 4 mila soldati dell'Esercito di liberazione nazionale per controllare le zone di suo interesse e vegliare sugli oleodotti costruiti e sfruttati dalle compagnie cinesi, esprimendo oltretutto l'intenzione di voler rafforzare la cooperazione militare con l'esercito locale. Oltre alla fornitura di armi, la Cina ha anche aiutato il governo sudanese nella costruzione di 3 industrie belliche. Tutto ciò per difendere gli interessi asiatici nel settore petrolifero: il Sudan fornisce da solo il 7% di tutte le importazioni cinesi di petrolio, il 50% della sua produzione finisce in estremo oriente e beneficia i piu' consistenti investimenti nella regione. Tredici delle 15 compagnie petrolifere straniere presenti in Sudan sono cinesi, la China National Petroleum Corporation (Cnc) possiede il 40% della Greater Nile Petroleum Operating Company, che controlla i giacimenti petroliferi del paese, e ha investito 3 miliardi di dollari nella costruzione di raffinerie e eoleodotti. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi ha raggiunto 3,9 miliardi di dollari. Uganda. Nel 2005 il volume complessivo del commercio con la Cina è stato di 99,37 milioni di dollari, dovuto soprattutto agli investimenti cinesi nei settori delle costruzioni e delle infrastrutture. China Petroleum Pipeline Engineering Corporation costruirà un oleodotto di 320 km a collegare l'Uganda con il vicino Kenya produttore dipetrolio. Al forum il governo ugandese intende chiedere l'aiuto cinese per la costruzione di una linea ferroviara che collegherà il paese con il Sudan. Kenya. Dopo il passaggio di Hu Jintao lo scorso aprile, la Cina ha concluso nuovi accordi la ricerca di giacimenti petroliferi in Kenya, una regione in cui le compagnie occidentali non vogliono più investire. La compagnia petrolifera Cnooc condurrà i lavori di esplorazione in mare e sulla terra ferma, oltre a fornire tecnologia e formazione. Altra merce di importazione sono il cemento e i minerali. Lo scorso anno la Cina ha elargito prestiti per 36 milioni di dollari al governo kenyano per la modernizzazione dell'industria energetica, l'impiantazione d iindustrie per beni di consumo e la costruzione di infrastrutture. I lavori sono poi stati condotti dalle grandi aziende cinesi presenti anche qui, la cui ultima opera è stata la costruzione della strada che collega Mombasa a Nairobi. Nel 2005 l'interscambio commerciale è stato di 475 milioni di dollari. Somalia. È un altro porto di sbocco per i prodotti petroliferi provenienti dall'entroterra, che la Cina intende ammodernare con la costruzione di infrastrutture, strade, porti e ferrovie. Vista la crescita del settore delle telecomunicazioni somalo, le imprese cinesi, come Huawei, investono nel paese per erigere le infrastrutture necessarie e fare ingresso nella telefonia mobile. Africa dell’Ovest, petrolio, edilizia e tecnologie. Senegal. Il governo cinese ha appena annullato un debito di 20 milioni di dollari al Senegal e accordato un prestito di 7 milioni di dollari per la costruzione di scuole, strade e centrali elettriche. L'accordo include la clausola di realizzazione dei lavori da parte di imprese costruttrici cinesi, nonostante gli asiatici non godano di buona reputazione presso la popolazione locale. Da alcuni anni, infatti, è in corso una battaglia dei senegalesi contro l'invasione di prodotti cinesi a basso costo che distruggono l'industria locale specializzata anch'essa nei beni di consumo. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi è stato di 141 milioni di dollari. Mali. La Cina è saldamente insediata nei settori delle costruzione e dell'industria leggera (zucchero, farmacia tessile), dal 1994 possiede l'80% della più grande industria cotoniera del paese, la Comatex (il restante 20% è detenuto dal governo malese). Ma anche qui l'invasione di prodotti cinesi e di manodopera a basso costo ha destabilizzato l'equilibrio del paese. Nel 2005 il valore totale del commercio tra i due paesi è stato di 145 milioni di dollari, principalmente dovuto alle importazioni cinesi di oro. Niger. Come anche in Mali, qui la Cina finanzia un progetto di esplorazione di giacimenti petroliferi, nonostante la rentabilità' non sia assicurata, e prevede di allargare la cooperazione economica. Nel 2005 il commercio complessivo è stato solo di 34 milioni di dollari. Ciad. Ha scelto di abbandonare il fronte taiwanese e riallacciare i rapporti diplomatici con la Cina appena ad agosto di quest'anno, ma nonostante ciò l'interscambio commerciale nel 2005 ha ragiunto 206 milioni di dollari. I legami del paese con Taiwan non hanno impedito alla China National Petroleum Corporation (Cnpc) di sviluppare progetti per lo sfuttamento dei giacimenti petroliferi del Chad. Guinea. I paesi del Golfo di Guinea, che producono 5 milioni di barili al giorno, sono la risorsa pretrolifera più promettente della regione su cui la Cina ha già messo gli occhi. La compagnia cinese CNOOC ha firmato un accordo, all'inizio del 2006, per l'estrazione di petrolio in una piattaforma al largo della costa della Guinea, su una superficie di 2.300 km quadrati. Nel 2005 l'interscambio commerciale è stato di 147 milioni di dollari. Liberia. La Cina è stata ripetutamente accusata di alimentare il traffico di armi in Liberia e negli stati vicini della Costa d'Avorio e Sierra Leone, per ottenere in cambio le risorse naturali della regione, quali legno e diamanti. Ma dal 2003 la Cina partecipa alla forza di pace dell'ONU stanziata in Liberia con 550 uomini, la sua più grande missione all'estero. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi ha raggiunto 164 milioni di dollari. Costa d’Avorio. Nel 2005 gli scambi totali con la Cina hanno raggiunto 222 milioni di dollari, costituiti essenzialmente dall'esportazione verso l'Asia di materie prime (oro, alluminio, rame). Per l'esplorazione petrolifera la Costa d'Avorio è già stata indicata da Pechino come zona di interesse per futura cooperazione. Togo. Paese destinatario di prestiti agevolati da parte del governo cinese, che negli ultimi hanni ha finanziato e costruito il palazzo presidenziale ed altri uffici governativi. All'inizio di quest'anno i due governi hanno firmato accordi per la costruzione da parte della Cina di una centrale idroelettrica e di altri progetti nel settore delle telecomunicazioni. In cambio la Cina riceve dal Togo materie prime importanti come cemento, fosfati e cotone. Nel 2005 l'interscambio commerciale ha raggiunto 570 milioni di dollari. Benin. La Cina è diventata il primo partner commerciale e primo investitore del Benin, con un interscambio che nel 2005 ha raggiunto 1,09 miliardi di dollari. Imprese cinesi hanno rilevato parti delle più importanti industrie del paese, da quella cotoniera a quella della pesca e dell'agroalimentare. Grandi aziende come Zet e Huawei forniscono le tecnologie per l'installazione di una rete di telecomunicazioni GSM e telefonia di terza generazione. Nel 2004 il Benin ha esportato verso la Cina cotone per un valore di 110 milioni di dollari. Nigeria. È il terzo fornitore africano di prodotti petroliferi alla Cina. Lo scorso anno Petro China ha concluso un accordo da 800 milioni di dollari con la Nigerian National Petroleum Corporation per l'acquisto di 30 mila barili di petrolio al giorno per un anno. All'inizio di quest'anno è stata Cnooc a siglare un'intesa con il governo nigeriano per una partecipazione del 45% in un giacimento offshore. La Cina ha anche realizzato il primo satellite nigeriano per le telecomunicazioni che sarà lanciato ad inizio 2007, costruito dalla China Great Wall Industry e finanziato dalla banca cinese Eximbank. Dal punto di vista politico, la Cina sostiene nei forum internazionali il conferimento alla Nigeria di un seggio permanente all'Onu. Nel 2005 l'interscambio commerciale e' stato di 2,83 miliardi di dollari. Camerun. Lo scorso anno la Cina ha elargito al Camerun un prestito di 2,5 milioni di yuan in cambio di accordi con imprese locali per l'esplorazione di giacimenti petroliferi e di gas naturale. Nel 2005 il volume degli scambi commerciali fra i due paesi è stato di 197 milioni di dollari. 3 novembre 2006 © Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti sono riservati qui un estratto del seminario Ambrosetti del 2012, leggere paragrafo 3 www.ambrosetti.eu/en/download/lettera-club/2012/lettera-club.../italian oppure la BBC se si preferisce l'inglese Africa is becoming more integrated in the world economy and its partnerships are diversifying, revealing unprecedented economic opportunities. In 2009, China surpassed the US and became Africa’s main trading partner, while the share conducted by Africa with emerging partners has grown from approximately 23 percent to 39 percent in the last ten years. Africa’s top five emerging trade partners are now China (38 percent), India (14 percent), Korea (7.2 percent), Brazil (7.1 percent), and Turkey (6.5 percent) .http://news.bbc.co.uk/2/shared/spl/hi/africa/05/africa_economy/html/poverty.stm basta cercare: ovvio che è piu comodo sparare panzane per supportare le proprie incrollabili convinzioni,.
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Eh, e 110 miliardi in 10 anni, contro 500 miliardi del resto del mondo, è poca roba? Non giustifica il poter dire che c'e' grande penetrazione della Cina? Noi che compriamo dal Burkina faso, le famose Maserati del Burkina Faso, o le noci di cocco? Ebbasta....
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questa è la percezione del rapporto CINA-USA nella visione Australiana, tratta dal Libro Bianco appena pubblicato: More than any other, the relationship between the United States and China will determine the outlook for our region. Some competition is inevitable, but both seek stability and prosperity, not conflict. On this basis, Australia sees the most likely future as one in which the United States and China are able to maintain a constructive relationship encompassing both competition and cooperation. It will be important for the United States and China to grow their political and strategic relationship to match their deep economic integration. Both countries have a clear interest in preserving regional stability and security. We expect that both the United States and China will work hard to maximise cooperative aspects and minimise the competitive elements in the relationship. At the heart of continued stability and prosperity in the Indo-Pacific is a positive and enduring bilateral US-China relationship at every level – economic, political, strategic and military-to-military. Australia welcomes China’s rise, not just because of the social and economic benefits it has brought China’s people, but also in recognition of the benefits that it has delivered to states around the globe. China’s continued economic growth has been a positive contributor to the economies of Australia and other states, helping to offset the economic troubles of Europe and relatively low growth in the United States. questo per comprendere, allo stato, le 'preoccupazioni' di chi è nell'area, nei confronti della CINA. http://www.defence.gov.au/F534F809-8B53-414B-9288-B843F7C233EA/FinalDownload/DownloadId-64DFA980FCA7D9C776AFC205929D3681/F534F809-8B53-414B-9288-B843F7C233EA/whitepaper2013/docs/WP_2013_web.pdf
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Ti rendi conto, spero, che stai continuando, da decine di post, a fare un confronto con un aereo che NON ha avuto problemi tecnici, ma economici, per una pessima gestione del programma, mentre qui LM fa quello che vuole, i soldi non li ha mai negati nessuno, e il programma è di anni in ritardo per problemi TECNICI? Ancora, questa solfa? mamma mia...
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A integrazione dello squadron 'misto' di cui si parlava sopra: US Navy creates first hybrid manned/unmanned helicopter squadron The US Navy (USN) is to stand up its first composite squadron to operate both manned and unmanned helicopters, it was revealed on 2 May during a press event to mark the announcement. According to local media invited to the occasion at Naval Air Station (NAS) North Island in southern California, Helicopter Maritime Strike Squadron (HSM)-35 'Magicians' will field a mixed-force of eight Sikorsky MH-60R Seahawk and 10 Northrop Grumman MQ-8B/C Fire Scout helicopters
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sempre della serie 'ma che ci siamo andati ad inventare'..... Il Pentagono ha riunito nella base siciliana di Sigonella la forza d'intervento rapido approntata per evacuare in caso di necessità l'ambasciata di Tripoli e i cittadini statunitensi che non hanno ancora lasciato la Libia ormai in preda al caos. Si tratta di unità di forze speciali appartenenti ai Navy Seal e a circa un centinaio degli oltre 500 marines presenti nelle basi spagnole di Rota e Moròn, la cui mobilità è assicurata da due aerei cargo C-130 e 6 "convertiplani" MV 22 Osprey, aerei in grado di mutare l'assetto dei motori atterrando e decollando come elicotteri. Velivoli già impiegati dai marines in Afghanistan rivelatisi preziosi in operazioni d'emergenza in cui non è sempre possibile disporre di aeroporti. "Così saremmo pronti a rispondere rapidamente se necessario, se le condizioni in Libia peggiorassero o se ci fosse richiesto" ha spiegato il portavoce del Pentagono George Little. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-14/marines-navy-seal-sigonella-110651.shtml?uuid=AbdtkjvH
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Ma la Cina è da 50 anni una potenza regionale, come abbiamo detto prima. E, sempre come gia detto: a parte scaramucce per il possesso di isole (peraltro il cui torto da parte cinese è tutto da dimostrare) quale sarebbe la politica aggressiva o preoccupante per noi?
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All'aereo è stata data una roadmap che non rispetta da sempre: vedremo se lo farà in futuro (ricordo che doveva gia essere in servizio). Riguardo alla solita, e ritrita, solfa sul fatto ch non ne sono caduti (e speriamo continuino così, lo dico col cuore) io chiederei quale aereo da combattimento abbia volato, in prova o come prototipo, con queste limitazioni, che sono quelle attuali. 1) Effettuare sotto i 20.000 piedi (6.000 metri) discese a ratei maggiori di 6.000 piedi al minuto (30,48 metri a secondo), in attesa che venga riprogettato il sistema di gestione dei gas residui nei serbatoi. 2) Volare a più di Mach 0.9 (l’F-35 può arrivare a 1.6). 3) Assumere angoli d’attacco non superiori a -5/+18 gradi (il limite massimo è +50, valore al quale peraltro la perdita di energia dell’F-35 è recuperabile solo in tempi lunghi). 4) Manovrare a non più di -1/+5 g (il limite di progetto è 9 g). 5) Decollare e atterrare in formazione. 6) Volare di notte o con cattivo tempo. 7) Impiegare armamento reale o simulato. 8) Imprimere impulsi rapidi alla cloche e alla pedaliera; 9) Manovrare per l’ingaggio di bersagli sia nell’aria-aria che nell’aria-suolo. 10) Rifornirsi in volo. 11) Volare entro 25 miglia nautiche di distanza dai fulmini. 12) Usare le contromisure elettroniche. 13) Aprire i portelloni dei vani bombe in volo. 14) Usare sistemi di anti-jamming, secure communications o data-link. 15) Usare l’apparato di puntamento elettro-ottico. 16) Usare il sistema di scoperta dei bersagli EO-DAS 17) Usare il sistema IFF (identificazione amico-nemico). 18) Usare l’Helmet Mounted Display come sistema primario di condotta del velivolo. 19) Usare i “mode” aria-aria e aria-suolo del radar per l’attacco elettronico, la ricerca di bersagli in mare, di bersagli mobili sul terreno e il combattimento aria-aria ravvicinato. In sostanza, come ho detto qualche settimana fa, sono i piu costosi Cessna mai costruiti, ad oggi. Con un tasso di missioni abortite che è, anche esso, fuori dalla norma. Ci mancherebbe pure che cadessero.
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ma certo, lo avrebbero cassato.....
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Legolas, quale è il TUO di problema. Io sto riportando quello che non va dell'aereo, detto da enti governativi o altro. Se l'ordine di scuderia è 'scriviamo sul topic solo le notizie positive', basta saperlo. Che il progetto sia mirabolante, e per questo fatichi a decollare, è palese. Si può dire, o LM taglia i fondi=?
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Certo, è come leggere la brochure. Non è in dubbio quello che SI SPERA faccia, o SI PENSA faccia, ma quello che farà (oltre a tutto l'aspetto economico industriale, che è altra faccenda). Quello che SI DICE faccia lo F35 lo si sa da 10 anni, il problema è che ad oggi non funziona. Ribadire i motivi che hanno portato al progetto, penso sia inutile. Oppure che sia da brochure LM, che giustamente deve portare acqua al suo mulino.
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Mi sa che ce lo siamo persi in diversi allora.
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la prossima volta metti direttamente questa: http://www.lockheedmartin.com/content/dam/lockheed/data/aero/documents/f-35/collateral/2012%20update/F-35_Defining%20the%20Future.pdf fai prima, e ci sono anche le fotografie.
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E ancora stiamo a parlare delle task forces USA...... proprio non si riesce a capire che gli USA e la CINA di arrivare a un confronto militare non ne hanno bisogno, e che gli USA senza la roba che importano quotidianamente dalla Cina chiudono i Wal Mart entro 5 giorni. Niente, non si riesce a ragionare in un ottica che non sia quella tradizionale. Che noia.
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Il concetto è un altro. Militarmente, la Cina non ha nemici. E dal suo punto di vista, non ha necessità di avere una politica aggressiva nei confronti dei vicini (il discorso sulle isole contese non fa particolare testo: con questo concetto sarebbe da considerare politica aggressiva anche quella dell'Islanda per la guerra del merluzzo). Il tutto si risolve in deterrenza verso le grandi potenze, mediante la presenza di un arsenale nucleare strategico (peraltro, nemmeno molto grande: QB direbbe un cuoco), e delle FFAA peraltro dimensionate alle dimensioni e alla popolazione del paese. Siamo noi che ci facciamo un poco il 'viaggio' della Cina iperpotenza minacciosa dal punto di vista militare. Mentre è chiarissimo che sta cercando di acquisire spazi mediante il commercio e\o gli aiuti al terzo mondo, non certo mediante un confronto militare con l'occidente che la vedrebbe perdente, e di cui non ha alcun bisogno.
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However, the capability is not emphasized because the F-35B would not be able to carry a tactically significant payload in that configuration. ....... The original X-35B prototype demonstrated the ability to take-off vertically in 2001. Nulla di nuovo.
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Ma infatti per fortuna che ci sei tu, che da quando sei qui il trolling di sicuro è decollato. La frase poi sulla scelta del B si commenta da sola. La tua arroganza è pari solo alla tua ignoranza, ma questo lo so da anni. Over.
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Ah sul Bedford Array, interessante quello che si legge sul sito Qinetiq (ovviamente lo SRVL è una cosa praticata senza alcun problema dagli Harrier da anni): Early studies showed that the F-35B has a critical vulnerability to deck motion for the SRVL manoeuvre and that this type of landing is not viable in all desired conditions. As a result, the MOD placed a contract with QinetiQ in 2007 to analyse the root cause of the problem and design a solution. Altro, ennesimo problema dello F35B, che dovrà quindi essere corretto in altro modo (forse). Peraltro, il sistema citato è semplicemente un nuovo sistema di luci di atterraggio, che invece potrà essere sicuramente utilizzato sulle CV. Per 'l'aereo testato in tutte le versioni' ricordo al ripetente che l'aereo NON E' IN CONFIGURAZIONE DEFINITIVA, ed è anche questo uno dei motivi della preoccupazione del MOD.