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typhoon

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  1. Mi sa che ancora non ti sei reso conto di qualche numero: L'esercito si addestrerà un terzo di quanto faceva nel 2008, l'aeronautica volerà 30mila ore invece di 90mila, la marina potrà fare la metà delle esercitazioni" Ti sembra che Francia e Uk siano a questi livelli?, Tremonti ha ridotto le nostre FA con le "pezze al culo", la nostra situazione non è minimamente paragonabile a quella degli altri, abbiamo subito gli stessi tagli miliardari ma con un bilancio che è la metà o un terzo di quello di Francia e Uk e completamente contratto dalle spese per il personale. E' assolutamente ridicolo sostenere che la nostra situazione sia simile a quella degli altri paesi Europei ed è anche sbagliato attribuire questa situazione alla "crisi internazionale", è sotto gli occhi di tutti il fatto che per questa coalizione la difesa non è importante, visto che la stessa coalizione nella precedente legislatura ha portato il ministero all'insolvenza.
  2. Eh no, con la precedente legislatura si è dato una sterzata alle catastrofiche finanziare del governo berlusconi aumentando in modo consistente il bilancio della difesa e si stavano mettendo in cantiere importanti riforme come quella che avrebbe portato ad una riduzione del modello 190000 ed un altra importante riforma riguardante gli arsenali e le strutture manutentive. E' inutile che continui a difendere l'indifendibile, guardando tutta la storia di quasta coalizione è evidente che per questa la difesa non è prioritaria, il precedente governo prodi ha preso in mano il ministero in stato di insolvenza ed è stato chiaro che si sarebbe messo male per la difesa anche quest'anno ancora prima che scoppiasse la crisi internazionale.
  3. Non è che ci sia proprio da ridere eh ...
  4. Rapporta le cifre alla situazione Italiana, pure le nostre hanno subito da questo governo un taglio miliardario, ma il bilancio della difesa Italiano non ammonta a 60/70 miliardi di dollari all'anno come quello Inglese e sopratutto non è contratto esclusivamente dalle spese per il personale e poi come ti ripeto è prassi per questa coalizione massacrare il bilancio della difesa.
  5. La gravità della situazione delle forze armate Italiane dal punto di vista del saldo e sopratutto della sua ripartizione (tutti i fondi per il personale) non è minimamente paragonabile con nessuna forza armata Europea, noi stiamo veramente "con le pezze al culo". Poi smettiamola con stà storia della "congiuntura", anche nella precedente legislatura questo governo ha letteralmente massacrato il bilancio della difesa portando il ministero all'insolvenza, ammetti che la Difesa per questa coalizione è importante solo a parole, ma nei fatti mai nessun provvedimento di sostanza, i soldi per ripristinare i fondi tagliati alle scuole cattoliche li hanno trovati Link, come vedi è questione di priorità, evidentemente la Difesa non è una di queste.
  6. Anche perchè non è vero che gli altri stanno peggio, gli Inglesi non avranno il mostruoso taglio all'addestramento dei nostri, solita tattica, "se non puoi convincerli, confondili"
  7. Vedo molti lati dubbi in questo programma, secondo me le macchine costano troppo (90 milioni a pezzo) considerando anche che da quel che dicono è una soluzione ad "interim", non era meglio comprare delle macchine in leasing? in parlamento giustificano il prezzo parlando di "specifici requisiti tecnici", vorrei proprio sapere quali sono
  8. typhoon

    Accordo sul Clima

    Italia finalmente prima al mondo Ma per la «vergogna ambientale» Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiamo accusato di sabotare il pacchetto su clima e energia nella Ue POZNAN (POLONIA) - L'Italia ha vinto il peggior premio che potesse ricevere alla Conferenza mondiale sul clima in corso a Poznan: il «Fossile del giorno», un'onoreficienza sicuramente un po' goliardica, ma che di fatto rappresenta un attestato di vergogna ambientale. Il «Fossile» ce lo hanno assegnato venerdì sera, e ovviamente non c'era nessuno a ritirarlo, nel corso di una cerimonia seguita da centinaia di delegati e giornalisti di tutto il mondo, punteggiata da cori di disapprovazione. Si tratta di uno stendardo raffigurante un dinosauro che sputa fuoco, simbolo dei Paesi che non sono capaci di affrancarsi dall'uso massiccio dei combustibili fossili. LA STORIA - Il premio viene spesso accompagnato da un blocchetto di carbone da recapitare al vincitore. Istituto per la prima volta nel 1999, durante la conferenza mondiale sul clima di Bonn, il «Fossile del giorno» viene assegnato quotidianamente a uno o più Paesi che, secondo la giuria, si sono distinti per le loro azioni di disturbo, o addirittura di sabotaggio, al processo negoziale sul clima. Venerdì sera, oltre all'Italia, sono stati premiati anche, al secondo posto ex aequo, Giappone, Australia e Canada, e al terzo posto la Russia. La giuria è composta da diversi rappresentanti del Climate Action Network (CAN), la rete internazionale di oltre quattrocento associazioni non governative che partecipano ai lavori della conferenza. PRESTIGIACOMO - Ma che cosa ha fatto il nostro Paese per meritarsi il «Fossile del giorno»? «La sua delegazione, in questi primi giorni della conferenza, sembra silenziosa e addirittura inesistente -scrivono nella motivazione i rappresentanti del CAN-. Ma di fatto si sta dando da fare sia a Bruxelles sia a Roma per distruggere il buon esito del processo negoziale di Poznan». Il ministro dell'ambiente italiano Stefania Prestigiamo, in particolare, è accusata dai rappresentanti del CAN di sabotare il pacchetto su clima e energia in discussione alla UE, affermando che gli obiettivi del 20% entro il 2020 (riduzione delle emissioni, aumento dell' efficienza e delle rinnovabili) sarebbero irrealistici e costosi. GLI UNICI IN EUROPA - «L'Italia è convinta di riuscire a minare alle basi la conferenza di Poznan con i suoi complotti -si legge nella sferzante conclusione delle motivazioni-, tanto che i suoi ministri affermano che prima della prossima conferenza di Copenhagen tutti gli obiettivi dovranno essere ridefiniti. L'Italia è molto intelligente, ma il CAN ha occhi dappertutto. E così, Fossili per voi! ». Nessun commento dalla delegazione italiana che, per altro, in questi primi giorni della conferenza, è rappresentata solo a livello tecnico: il ministro dell'Ambiente con i suoi funzionari arriveranno la metà della prossima settimana. «Il Fossile del giorno è un segnale -commenta la responsabile delle Campagne Internazionali del Wwf Maria Grazia Midulla-. L'Italia con le sue posizioni, è rimasta sola in Europa. Finanche il ministro dell'Ambiente polacco ha dichiarato che il suo Paese perseguirà il taglio del 30% delle emissioni. Ci auguriamo che nel seguito delle trattaive internazionali faremo una figura migliore, anche in vista del ruolo di presidenti del G8». http://www.corriere.it/cronache/08_dicembr...44f02aabc.shtml
  9. Il Ministro della difesa, con lettera in data 3 novembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 4 ottobre 1988, n. 436, la richiesta di parere parlamentare in ordine al programma pluriennale di A/R SMD n. 03/2008, relativo all’acquisizione di small diameter bomb (bombe di piccolo diametro) e alla relativa integrazione sul velivolo Tornado. La richiesta è stata quindi assegnata, in data 10 novembre 2008, alla IV Commissione (Difesa), che è chiamata ad esprimere il prescritto parere entro il 10 dicembre 2008. Il programma pluriennale di A/R SMD n. 03/2008 relativo all’acquisizione di small diameter bomb Il programma pluriennale in esame si inserisce nell’ambito di una campagna di ammodernamento degli armamenti in dotazione della Difesa ed è finalizzato all’acquisizione di 500 small diameter bombe alla relativa integrazione sul velivolo Tornado. La scheda illustrativa che accompagna la richiesta di parere in esame sottolinea come l’acquisizione di tale sistema d’arma sia finalizzata alla possibilità di condurre attacchi contro le difese aeree nemiche, riducendo al minimo i danni collaterali “grazie alle limitate dimensioni, al limitato carico bellico di cui ciascuna bomba è dotata e all’elevato livello di precisione del sistema di guida”. La Small Diameter Bomb (SDB) è, infatti, un ordigno militare di piccole dimensioni contenente una carica esplosiva avvolta in fibra di carbonio, più economica e leggera del tradizionale acciaio. Le SDB hanno, in particolare, un corpo bomba sviluppato per perforare strutture in cemento armato e pertanto possono neutralizzare obiettivi protetti. Le Small Diameter Bomb vengono caricate mediante utilizzo di carriage (sistema questo che che si interfaccia direttamente con il velivolo) ciascuno dei quali può contenere fino a quattro small diameter bomb. Il carico è guidato da un dispositivo GPS[2] che garantisce un elevata precisione di tiro. Come evidenziato nella scheda allegata alla richiesta di parere, “il sistema d’arma è dotato di ali che si dispiegano subito dopo il rilascio. Questa caratteristica permette al carico di planare per lunghe gittate, fino ad una distanza di 40NM (74 chilometri) permettendo così di condurre attacchi in sicurezza con bersagli protetti da sistemi anti-aerei”. La medesima scheda illustrativa precisa, altresì, che le bombe SDB verranno integrate sul velivolo Tornado. Da un punto di vista tecnico, il Tornado è un cacciabombardiere supersonico per penetrazioni a bassa quota, biposto in tandem, caratterizzato da geometria alare variabile, impennaggio verticale a deriva singola e impianto propulsivo suddiviso in due unità. L'elemento fondamentale della dotazione avionica interna è il radar TFR che è collegato al pilota automatico per un volo autonomo alle basse quote con condizioni di scarsa visibilità. Tale velivolo è nato dalla collaborazione tra l’Italia, la Germania e il Regno Unito che necessitavano di dotarsi di un nuovo cacciabombardiere per sostituire i vecchi velivoli. Il patto venne siglato nel 1969 con la creazione del consorzio industriale Panavia. L’Italia ha acquistato complessivamente 100 velivoli Tornado nella versione IDS (Interdictor / Strike, destinata all'interdizione e all'attacco al suolo) consegnati a partire dal 1982. Alla fine degli anni Novanta, 16 velivoli IDS furono riconvertiti nella versione ECR (Electronic Combat Reconnaissanceper la guerra elettronica). Secondo la pubblicazione The Military Balance 2008 dell’IISS (Istituto Internazionale di Studi Strategici), sono attualmente operativi 84 Tornado, di cui 69 velivoli nella versione IDS e 16 nella versione ECR. In futuro, precisa sempre la citata scheda, il sistema SDB sarà l’armamento principale del velivolo JSF e verrà integrato anche sul velivolo Eurofighter (EF- 2000). Il JSF (Joint Strike Fighter), risultato di una cooperazione internazionale tra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca è un caccia multiruolo di quinta generazione, con caratteristiche stealth (bassa osservabilità da parte dei sistemi radar). Le principali missioni assegnate al JSF sono quelle di interdizione di profondità; di distruzione delle forze aeree avversarie; di attacco strategico; di difesa aerea; di appoggio tattico; di controaviazione offensiva. La partecipazione dell’Italia alla realizzazione e all’acquisto del JSF, risponde all’esigenza operativa di sostituire circa 250 velivoli: i 136 AM-X da attacco al suolo (80 in servizio) e i 100 Tornado IDS dell’Aeronautica (72 in servizio), nonché i 18 Harrier AV8B-Plus a decollo verticale della Marina (15 in servizio), che le rispettive Forze armate provvederanno ad eliminare gradualmente negli anni dal 2015 al 2020[3]. I nuovi F-35, che inizieranno ad essere introdotti nella flotta aerea militare a partire dal 2012, costituiranno, affiancati dall’Eurofighter Typhoon quale velivolo di difesa aerea, la spina dorsale della dotazione dell’Aeronautica militare del futuro. Per quanto riguarda, invece, L’Eurofighter-Typhoon, si ricorda che tale veivolo è un bireattore monoposto supersonico destinato alla difesa aerea, con compito primario di contrasto delle forze aeree e con capacità secondaria di svolgere missioni di attacco al suolo. Il velivolo è compatibile con operazioni condotte da forze di coalizione e capace, grazie alla estrema manovrabilità ed alla grande versatilità nei suoi ruoli operativi, di operare la difesa e l’attacco in condizioni di ogni tempo. La durata del programma è stimata in tre anni, con previsione d’inizio nel 2008, mentre il costo del programma è considerato complessivamente pari a 84,0 milioni di euro, suddiviso in tre esercizi finanziari a partire dal 2008, secondo le seguenti modalità: E.F. 2008 2009 2010 Totale Milioni 5,0 37,0 42,0 84,0 Con riferimento al munizionamento Small Diameter bomb si segnala che la Nota aggiuntiva allo stato di previsione della difesa per il 2009 indica uno stanziamento di 1,6 milioni di euro, mentre l’onere indicato nello schema di programma in esame, relativamente al medesimo anno, è di 37,0 milioni di euro. Per quanto concerne, invece, il ruolo delle aziende interessate al Programma, il documento in esame indica nel dettaglio le ditte coinvolte, distinguendo, in particolare, la partecipazione alle attività di integrazione delle small diameter bomb sul velivolo Tornado e la partecipazione alle altre attività. Nello specifico, le citate operazioni di integrazioni vedranno coinvolte l’Alenia e il citato consorzio Panavia; le restanti attività, saranno affidate alle ditte italiane Otomelara e SEI e alla statunitense Boeing, quest’ultima proprietaria esclusiva del progetto Small Diameter bomb. Va, da ultimo, segnalato che le Small Diameter Bomb, secondo quanto precisato nel programma in esame e nella relativa relazione illustrativa, sono destinate a ”sostituire definitivamente armamenti di tipo clusterdi cui l’Italia ha deciso di disfarsi”. http://documenti.camera.it/
  10. Dopo i gay è l'ora dei bimbi handicappati, l'esemio vescovo Javier Echevarria ci illustra una teoria ad alto valore scientifico, tipo gli esperimenti di mengele (nel senso che come contenuto scientifico più o meno siamo li)... Bimbi disabili frutto del peccato? Polemica tra Opus Dei e genitori di Gerardo Marrone (fonte: Giornale di Sicilia) Catania. Il vescovo Javier Echevarria: in 90 casi su 100, gli handicap sono causati da chi non ha mantenuto la purezza del corpo prima del matrimonio. Le associazioni che tutelano i "down": non c'è fondamento scientifico, questo è terrorismo religioso CATANIA. «ll novanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo prima del matrimonio» dice Javier Echevarria, il vescovo responsabile dell'Opus Dei, durante un dibattito. E a Catania esplode la protesta delle associazioni dei genitori di bambini disabili: «Non si possono usare gli handicappati per fare terrorismo religioso». Echevarria, a Catania per un incontro con mille e 500 laici e sacerdoti dell'organizzazione ecclesiastica; s'è scagliato contro gli abusi sessuali invitando alla «santa purezza» e affermando: «Un sondaggio indica che il no- vanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo prima del matrimonio». L' Aias, l' Associazione Italiana Assistenza Spastici, affida al segretario nazionale Francesco Lo Trovato la sua replica: «Si tratta di un'affermazione gratuita, del tutto priva di alcun fondamento scientifico. Trovo, inoltre, la frase offensiva per tutti i disabili e le loro famiglie, in particolare per quei tantissimi genitori di fede cristiana che alla morale cattolica si attengono scrupolosamente». Ieri, dalla sede romana dell'Opus, il portavoce Giuseppe Corigliano precisa: "Innanzitutto, le cose dette dal Prelato non hanno un valore testuale, perchè pronunciate in un contesto di conversazione libera, in un clima di famiglia, sia pur numerosa come quella dei simpatizzanti dell'Opera. In secondo luogo, il riferimento a un dato scientifico può essere ritrovato nella percentuale di neonati sieropositivi che nascono da madri sieropositive. Il termine handicappato è del tutto generico e, quindi, è completamente fuori luogo ogni riferimento a malattie di natura genetica». Ma, sempre da Roma, l'Associazione Italiana Persone Down non ci sta: «Non si possono usare gli handicappati per fare terrorismo religioso» , E in un comunicato spiega: «Crediamo che non ci resti che esprimere orrore e disagio per una tale affermazione, non solo priva di ogni validità scientifica (e ci piacerebbe che il capo dell'Opus Dei citasse altrimenti le sue fonti), ma anche priva di ogni forma di sensibilità e di rispetto umano. "Sappiamo", continua l'Associazione Persone Down, "quanto spesso i genitori degli handicappati vivono con colpa la condizione dei loro figli, anche quando non esiste nessuna forma di responsabilità proprio per l'ignoranza che affermazioni come quella indicata alimentano e come tali sentimenti possano essere di pregiudizio a uno sviluppo e a un inserimento sociale di queste persone. Il fatto che tale mancanza di attenzione e sensibilità venga da un autorevole membro della Chiesa ci fa vivere con maggior dolore tale evento. Ci auguriamo, quindi, che monsignor Echevarria provveda quanto prima a correggere quanto affermato e a chiedere scusa agli handicappati e alle loro famiglie». Handicap, scuse dell'Opus Dei ma lo scandalo non si ferma CATANIA. "Confesso che sono addolorato dall'interpretazione che s'è voluta dare alle mie parole. A Catania, nel corso di un incontro informale, ho voluto ricordare alcune considerazioni morali sulla virtù della castità, Ho fatto presente il rischio delle possibili e dolorose conseguenze della promiscuità sessuale" Javier Echevarria, il vescovo spagnolo a capo dell'Opus Dei dal '94, ha dato ieri la sua "interpretazione autentica" alla frase pronunciata a Catania, durante una riunione con mille e 500 sacerdoti e laici dell'organizzazione cattolica che presiede: "Stando, a un sondaggio il 90 % degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo", Echevarria, ieri, ha precisato: "Non ho fatto altro, ritengo, che ribadire la dottrina cattolica in materia" , Ma in polemica con Echevarria un altro esponente della Chiesa, monsignor Vinicio Albanesi, presidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, ha chiesto ieri alla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede "l'apertura di un'inchiesta per analizzare correnti anticonciliari e anticristiane che negano l'umanità di Cristo e la sua morte redentrice" , Albanesi accusa: "La gaffe di Echevarria non è estemporanea, fa parte di una concezione della spiritualità che rende disumano ogni rapporto con la virtù. Il portavoce dell'Opus Dei, Giuseppe Corigliano, aveva specificato "che il riferimento del Prelato era per i figli sieropositivi di madri sieropositive" . Monsignor Echevarria, ha rettificato le sue affermazioni facendo, però, cenno ai soli bambini Down: "Mi spiace sinceramente che le mie parole siano state fraintese. A tutti coloro che sono stati colpiti dalla sindrome di Down e alle loro famiglie desidero confermare la mia preghiera e tutto il rispetto, la solidarietà e I'affetto di cui sono capace". Le salesiane del convitto Smaldone per audiolesi, da Roma, hanno e detto: "Dichiarazioni simili sono troppo forti, non abbiamo mai sentito tesi del genere,fanno ridere". La madre superiora della Casa romana di Santa Maria Bambina: "I fattori che determinano queste nascite sono molteplici ma escluderei l'impurità dei genitori". Il consigliere comunale palermitano della Rete, Ninni Terminelli: "È scandaloso. A chi vive la difficile condizione di genitore di portatori di handicap non può essere rivolta una simile accusa". Edoardo Cernuschi, presidente della 'Ledha', Lega di associazioni per la difesa dei diritti degli handicappati, dice: «Ritenevamo che certi pregiudizi frutti di un retaggio popolare... non avessero più diritto di cittadinanza nella società civile. Invece periodicamente e un lapsus verbale o una frase ambigua ci avvertono che tanti stereotipi sull'handicap sopravvivono».
  11. L'eccelso Parisi (l'aggettivo ci stà tutto) ha ripianato il bilancio del ministero che ricordiamo era in stato di isolvenza dopo 5 anni (non 5 mesi) del "mediocre" Martino, cercare che sminuire l'opera di Parisi a fronte delle prodezze fatte dai ministri di destra è tanto meno risibile, ci starebbe bene il proverbio della trave e della pagliuzza.
  12. I figli sono di chi li cresce, come i programmi sono di chi ci mette i soldi (e LUI li ha sempre tagliati), cmq se vuoi fare dei confronti su chi ha avviato più programmi negli ultimi anni perdi in partenza.
  13. Era solo per far notare che quando si parla di qualche intrallazzo all'Italiana LUI o uno dei suoi tirapiedi in mezzo c'è sempre ... Venon84 da quand'è che decidi tu con quale intendo è stato aperto un thread e di chiederne la modifica? da quando è contro il regolamento essere molto critici contro l'opera di Governo? tanto più che questa cosa ha avuto ampio risalto sui media. Non mi sembra molto corretto sentenziare arbitrariamente che "il fatto non sussiste".
  14. Sono assolutamente fuori dal mondo. Parole piene di inciviltà e arroganza, sempre più orgoglioso di essere ateo
  15. ... Berlu-Sky: la vera storia di Peter Gomez e Marco Lillo L’Iva agevolata sulla pay-tv? Un favore fatto a Berlusconi nel 1991 dal ministro socialista Rino Formica e dal governo Andreotti. E dietro lo sconto, secondo la Procura di Milano, c’era anche un tentativo di corruzione «Ma quale conflitto di interessi. La sinistra ha concesso a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell'Iva. Abbiamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto ritornare l'Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri». E' proprio questa la vera storia del trattamento fiscale agevolato per la pay tv? "L'espresso" ha fatto una piccola inchiesta per ricostruire la vicenda dello sconto dell'Iva a Telepiù, il primo nome della tv a pagamento che fu fondata dal gruppo Fininvest per essere ceduta prima a una cordata di imprenditori amici, poi ai francesi di Canal Plus e infine nel 2002 a Murdoch che la denominerà con il nome del suo gruppo: Sky. Si scopre così che l'Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c'era persino stato un tentativo di corruzione. Nel 1997 Il pubblico ministero Margherita Taddei chiese il rinvio a giudizio per Berlusconi. Lo chiese anche sulla base di un fax che fu trovato durante una perquisizione. La missiva era opera di Salvatore Sciascia, allora manager Fininvest e oggi parlamentare del Pdl nonostante una condanna definitiva in un altro procedimento per le mazzette pagate dal gruppo alle Fiamme Gialle. Nel fax, diretto a Silvio Berlusconi, Sciascia chiedeva di spingere per far nominare alla Corte dei Conti il dirigente del ministero delle Finanze Ludovico Verzellesi, meritevole perché in precedenza si era speso per fare ottenere l'agevolazione dell'Iva al 4 per cento per Telepiù. In pratica, secondo la ricostruzione dei magistrati, la raccomandazione era il ringraziamento di Fininvest per il trattamento ricevuto. Il fascicolo processuale però fu trasferito nella Capitale per competenza nel 1997. Nel 2000 il Gip Mulliri, su richiesta del procuratore di Roma Salvatore Vecchione e del pm Adelchi D'ippolito (oggi capo dell'ufficio legislativo del ministero dell'economia con Giulio Tremonti) archiviò tutto.Nessuna rilevanza penale, quindi. Ma restano i dati oggettivi sulla trattativa tra la Fininvest e il ministero per l'abbassamento dell'Iva sulla pay tv: dal 1991 al 1995 quando era controllata o partecipata dal gruppo Berlusconi, Telepiù ha goduto di un'aliquota pari al 4 per cento. Un'agevolazione che allora Berlusconi non considerava scandalosa. Mentre oggi definisce "un privilegio" l'aliquota più che doppia del 10 per cento. L'innalzamento dal 4 all'attuale 10 per cento fu introdotto alla fine del 1995 nella legge finanziaria del Governo Dini. All'epoca i manager di Telepiù, scelti dal Cavaliere, salutarono così il provvedimento: «È l'ultimo atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv». Il 25 ottobre del 1995, Mario Zanone Poma, (amministratore di Telepiù sin dalla sua fondazione) dichiarava alle agenzie di stampa: «L'innalzamento dell'aliquota Iva: 1) contraddice la sesta direttiva della Comunità Europea; 2) contraddice l'atteggiamento degli altri paesi europei verso aziende innovative quali le pay tv; 3) crea una grave discriminazione tra la pay-tv e il servizio televisivo pubblico». In pratica il manager scelto da Berlusconi diceva le cose che oggi dicono gli uomini di Murdoch. Effettivamente un ruolo dei comunisti ci fu. Ma a favore del Cavaliere. Il Governo Dini voleva aumentare l'Iva fino al 19 per cento (come oggi vorrebbe fare Berlusconi) ma poi fu votato un emendamento di mediazione che fissò l'imposta al 10 per cento attuale. L'emendamento passò con il voto decisivo di Rifondazione Comunista: il suo leader dell'epoca, Fausto Bertinotti, in un ribaltamento dei ruoli che oggi appare surreale, fu duramente criticato dall'allora responsabile informazione del Pds (e attuale senatore del PD) Vincenzo Vita: «È squallido che Bertinotti abbia permesso un simile regalo a questo nuovo trust della comunicazione, figlio della Fininvest». http://espresso.repubblica.it
  16. Eh si perchè è propio grazie all'attuale governo in carica che il nostro Esercito ha i VTLM, stiamo parlando sempre di quel governo che anche nella precedente legislatura i fondi per gli investimenti li ha sempre tagliati?
  17. Estrapoliamo una parte di questo articolo: http://www.borsaitaliana.reuters.it/news/n...IFESA-TAGLI.XML [...] LE PALLOTTOLE? "FINITE" "I tagli al bilancio della Difesa sono di un miliardo e mezzo in tre anni. L'esercito si addestrerà un terzo di quanto faceva nel 2008, l'aeronautica volerà 30mila ore invece di 90mila, la marina potrà fare la metà delle esercitazioni", dice a Reuters Rosa Villeco Calipari, capogruppo del Pd in commissione Difesa a Montecitorio. La preoccupazione più immediata è proprio per i tagli all'esercizio: per il 2009 sono destinati a questa voce 1.887,9 milioni di euro, in calo del 29,11% rispetto al 2008. "Non basta finanziare le missioni. Non è che il personale si prepara quando sta fuori: le strutture che si muovono devono essere perfettamente pronte prima", spiega il generale e senatore del Pd Mauro Del Vecchio, membro della commissione Difesa di Palazzo Madama. Del resto lo stesso ministro Ignazio La Russa, intervenendo alla commissione Difesa della Camera lo scorso 8 ottobre, ha riconosciuto che il forte calo di risorse destinate all'esercizio rischia di produrre, già l'anno prossimo, "il progressivo abbassamento operativo dello strumento militare, con diminuzione dei livelli di efficienza dei principali mezzi e sistemi d'arma". I militari lamentano di non avere quasi più le munizioni in addestramento. "Ce ne sono scorte molto limitate", dice il generale Del Vecchio, per poi ammettere: "Sì, abbiamo finito le scorte". [...] E pensare che qui qualcuno sostiene che "Non è vero che il Governo se ne frega delle forze armate e che queste non sono solo navi, aerei e carri" ... peccato che questa disastrosa finanziaria colpisca proprio gli uomini andando a ridurre l'addestramento e quindi la loro sicurezza, senza dimenticare che possedere un mezzo vecchio invece di uno nuovo va sempre a discapito anche li del personale stesso.
  18. Non abboccare alla solita strategia del "se non puoi convincerli confondili" ... la situazione Inglese ci azzecca come i cavoli a merenda con quella Italiana
  19. C'è una bella differenza tra i tagli preceduti da una pianificazione a lungo termine e quelli fatti "a caso" di questo governo che taglia su investimenti/esercizo aumentando ancora di più il disequilibrio rispetto ai costi per il personale. Questi incompetenti finiranno per massacrare le forze armate riducendole a un mero stipendificio. Caro Picpus secondo me sei proprio tu a fare propaganda politica, dopo l'ultimo disastroso bilancio della Difesa vuoi cercare di convincerci che questo governo "non se ne frega delle FF.AA.!!!" postando due articoli che parlano di provvedimenti che a fronte dei due e rotti miliardi di tagli sono una vera presa in giro?
  20. Ottime le mosse di La Russa ... si prosegue l'opera per fare diventare le FA uno "stipendificio" ... militari già lautamente pagati lo saranno ancora di più, militari ben pagati armati di (pochi) schioppi arrugginiti. Un Esercito da calendario. Ogni giorno questo governo ci dimostra quanto sia inetto per quanto riguarda la gestione della Difesa sbilanciando sempre di più la spesa da investimenti/esercizio (cancellandola di fatto dal bilancio) verso la voce "stipendi". Inutile anche da parte dei Berluschini cercare di convincerci che il Governo stà facendo qualcosa per la Difesa, i tagli miliardari e le lamentele dei capi di stato maggiore sono li sotto gli occhi di tutti. In effetti carri, navi ed aerei non servono a niente, faremo la guerra scagliando contro il nemico i CD di Apicella.
  21. C'entra più qui che nel thread sulla scuola Dio non si taglia di Roberta Carlini La scure della Gelmini risparmia gli insegnanti di religione. Che sono 25 mila. E costano 800 milioni l'anno Il presidente della Cei Angelo Bagnasco Zona protetta, qui non si taglia. E neanche si riordina. I 25.694 insegnanti di religione nella scuola pubblica italiana sono al riparo dallo tsunami di tagli e proteste che l'ha investita. Anzi, sono destinati ad assumere un peso crescente, essendo le loro ore intoccabili nella generale riduzione dell'orario delle lezioni in classe. Lo dice anche la Gelmini: macché maestro unico, c'è anche l'insegnante di religione. Che alle elementari e alle materne fa due ore a settimana per classe. Solo che adesso sono due su 30 (o 40, se c'è il tempo pieno), dall'anno prossimo saranno 2 su 24: l'8,3 per cento dell'orario curricolare. Quadro orario a parte, a fare i conti in tasca alla spesa della scuola pubblica per gli insegnanti di religione si trova qualche sorpresa. A partire dal numero complessivo: in aumento costante, per le massicce immissioni in ruolo fatte negli ultimi anni. Tra il 2004 e il 2007 sono stati assunti oltre 15mila tra maestri e professori di religione. Adesso superano i 25mila, e cifra più cifra meno costano 800 milioni all'anno. Ottocento milioni pagati da tutti, incomprimibili e insindacabili. E non solo perché oggetto di un accordo sottoscritto con uno Stato estero: non è che nei patti col Vaticano siano stati scritti anche i dettagli organizzativi e burocratici, e spesso sono questi a fare la differenza. Un esempio: mentre da tutte le parti ci si affanna per razionalizzare, accorpare, risparmiare, l'insegnante di religione è attribuito rigidamente per classe. Questo vuol dire che c'è sempre, anche se solo uno studente di quella classe opta per l'insegnamento della religione. Ma anche senza arrivare al caso estremo, facciamo un'ipotesi vicina alla realtà di molti quartieri delle grandi città: se ci sono due classi con dieci studenti ciascuna che scelgono la religione, queste non si possono accorpare per quell'ora. Un meccanismo che moltiplica le ore e le cattedre. Diventa interessante, a questo punto, sapere quanti studenti scelgono l'ora di religione, per capire perché il numero degli insegnanti è cresciuto e se potrebbero essere utilizzati meglio: senonché la Pubblica istruzione questa informazione non la fornisce. È un dato che gli uffici statistici del ministero hanno, ma non è a disposizione del pubblico. Allora bisogna andare alla fonte direttamente interessata, la Cei, per sapere qualcosa. E la Cei ci dice che nella media italiana il 91,2 per cento degli studenti si avvale dell'ora di religione: si va dal 94,6 delle elementari all'84,6 delle superiori. Sembrano tantissimi. E però sono in calo dal 2000 (allora erano sul 94 per cento). Il che segnala un primo paradosso: mentre diminuiva il numero degli studenti 'avvalentisi', aumentava quello dei maestri e prof di religione. I quali sono per la maggioranza donne, quasi sempre non ecclesiastici, mediamente un po' più giovani degli altri insegnanti. Quello che la Cei non dice (e il ministero si guarda bene dal far sapere) è come sono distribuiti: si sa che nelle scuole delle grandi città e nei quartieri con maggiore presenza di stranieri le percentuali scendono molto, ma nel dettaglio non si può andare. Anche perché, qualunque numero venga fuori, vale la rassicurazione del ministro Gelmini: "Gli insegnanti di religione non si toccano". Può toccarli solo la stessa Curia che ha dato loro l'idoneità all'insegnamento, revocandogliela, anche per motivi morali o personali, come una convivenza fuori dal matrimonio o cose simili. In quel caso, si è stabilito qualche anno fa, l'insegnante di religione immesso in ruolo non perde il posto, ma può far valere i suoi titoli per insegnare altre materie: scavalcando altri precari con meno santi in paradiso. (26 novembre 2008) http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2...&print=true
  22. Ma stai ancora li a chiederti se questo governo abbia una minima competenza per quanto riguarda la gestione della Difesa? ... non ne ha nessuna, lo ha dimostrato decine di volte ormai.
  23. typhoon

    Il Tornado E...i Telelaser

    Da quando il Sidewinder è air-to-ground missile?
  24. I nostri staranno a Mazar fino a primavera poi ad Herat quando la pista sarà pronta, partiranno dotati di Reccelite
  25. Aldo Moro, le carte segrete "Presidente, dica no al divorzio" Aldo Moro (a destra) con Giuseppe Saragat ROMA - Tra l'incudine della Santa Sede che gli indicava come modificare i testi delle leggi e il martello del Quirinale che tuonava contro il Papa e le ingerenze del Vaticano. E' un ritratto inedito quello di Aldo Moro che emerge da una attenta analisi delle sue carte personali. Sono migliaia di documenti che da alcuni mesi è possibile consultare all'Archivio centrale dello Stato di Roma. Quelle tracce di 40 anni di attività politica, riviste oggi, offrono spunti per una rilettura di alcune pagine della storia Repubblicana. Come, ad esempio, i rapporti che intercorrevano fra il Vaticano e la Dc e, soprattutto, fra la Santa Sede e gli uomini democristiani di governo. Alcuni luoghi comuni quasi assurti a certezze, leggendo la corrispondenza di Moro, oggi vacillano. È il caso della reale autonomia della Democrazia Cristiana - rispetto ai partiti di oggi - dai diktat vaticani. Leggendo le carte, si ha la conferma delle enormi pressioni del Vaticano che non esitava a inviare ai politici democristiani vere e proprie disposizioni politico-religiose. Gli esempi non mancano. C'è il Nunzio Apostolico monsignor Carlo Grano che, il 13 aprile del '64, invia a Moro presidente del Consiglio le modiche da apportare al testo sulla legge urbanistica che, così come la voleva il Parlamento, avrebbe arrecato "notevole danno agli interessi religiosi del popolo italiano". E poi c'è il segretario della Commissione episcopale Franco Costa che (il 7 luglio del '65), chiedeva a Moro presidente del Consiglio, di "tagliare i fondi alla cinematografia che produceva film pornografici". Ancora Costa che, il 17 aprile del '66, lo redarguiva affinché non venisse approvata la proposta di legge dell'onorevole Fortuna, socialista, sul divorzio "essendo il Governo nella maggioranza democristiana". In perfetto stile moroteo, Moro si barcamena, e rassicura, ad esempio, il segretario della Commissione episcopale così: "io stesso sono partecipe delle preoccupazioni dei cattolici italiani. E il progetto sul "piccolo divorzio" ha carattere individuale e non ha l'appoggio del Psi". La bozza di una lettera sta a testimoniare che Moro rassicurava il Papa in persona sul fatto che "la Dc non verrà mai meno, pur nel necessario adattamento alle contingenze politiche, in vista della salvezza della democrazia, alle sue caratteristiche di raggruppamento di cattolici militanti preoccupati di assicurare la libertà alla Chiesa, la piena efficacia della sua azione apostolica in Italia". Ma è nel 1967 che Aldo Moro, presidente del Consiglio, ha vissuto i suoi momenti più difficili, quando la tensione fra il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e il Pontefice arriva ai limiti della crisi diplomatica. Le carte dell'archivio privato del politico ucciso dalle Bierre svelano a questo proposito uno squarcio di storia inedito. Come la sfuriata di Saragat contro Paolo VI, che il 23 gennaio del '67 parlando ai componenti della Sacra Romana Rota (intervento riportato sull'Osservatore Romano), aveva sparato a zero contro quei politici che "sostengono non essere contraria alla Costituzione una proposta di legge per l'introduzione del divorzio nella legge italiana". Dal Quirinale era arrivata il giorno stesso alla presidenza del Consiglio una lettera al vetriolo, intimando a Moro di intervenire perché "gli apprezzamenti e i giudizi" del Papa, "riferendosi a atti del parlamento nazionale, rappresentano una non consentita ingerenza nella vita dello Stato". Saragat non era nuovo a quelle scenate contro Paolo VI. All'Archivio centrale dello Stato se ne trova almeno un'altra testimonianza. Si tratta di un appunto riservato dell'8 aprile del '67 che il capo ufficio stampa della presidenza aveva redatto per lo stesso Moro su ciò che il presidente della Repubblica, qualche giorno prima, aveva detto durante una conversazione con l'allora direttore del Corriere della Sera. Quel colloquio verteva sull'Enciclica Populorum Progressio, nella quale il Papa dimostrò una notevole attenzione nei confronti dei paesi del Terzo Mondo, portando inevitabilmente ad una diversa considerazione della questione vietnamita. Ebbene, commentando l'Enciclica - si legge nella nota del capo ufficio stampa di Moro - Saragat - preoccupato per l'accentuarsi dell'antiamericanismo fra l'opinione pubblica anche cattolica - disse che "il Papa ha offeso tutto l'Occidente, ha dimostrato di non capire niente del capitalismo il quale ha svolto una determinante funzione in difesa della nostra civiltà. Non si rende conto che l'aiuto ai Paese sottosviluppati costa enormemente e solo il capitalismo l'ha realizzato". "Al Papa - si legge ancora nella nota riservata - Saragat ha riservato una serie di apprezzamenti personali sulle sue doti e capacità sul modo di esercizio delle sue funzioni papali così sprezzanti che per opportunità non si riferiscono". Oltre alle crisi Quirinale-Vaticano, sempre nel '67 Moro ha dovuto gestire il deflagrare del caso Sifar, la scoperta (fatta grazie a una inchiesta dell'Espresso di Eugenio Scalfari), che i servizi segreti militari del generale Giovanni De Lorenzo, anziché occuparsi di sicurezza nazionale, avevano messo su una centrale di spionaggio raccogliendo 200 mila dossier con informazioni su abitudini private e sessuali di politici e dei loro parenti e conoscenti. Fra questi dossier, ce n'erano 40 con la copertina gialla dedicati ad altrettante super personalità di entrambi gli schieramenti politici. Anche qui, dalla corrispondenza Moro-Saragat, saltano fuori elementi illuminanti su quei fatti. Fu Saragat - stando ai documenti dell'archivio - a chiedere al Governo la testa del generale De Lorenzo che, sempre nel colloquio "spiato" dal capo ufficio stampa di Moro, non aveva esitato a definire "un generale messicano. Un delinquente. Lo mando in galera, disgraziato, ha fatto 200 mila fascicoli". (19 novembre 2008) Tutti gli articoli di politica http://www.repubblica.it
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