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typhoon

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  1. Nuova tranche per l'Eurofighter
  2. L'articolo dice che il bersaglio è stato individuato in modalità passiva, quindi penso che le portate cambino.
  3. Queste "leggi porcata" potranno anche passare il parlamento, ma prima o dopo si trovano sempre a fare i conti con la costituzione e con i ricorsi dei cittadini. La legge sul testamento biologico credo (e spero) che subirà la stessa sorte. La Consulta boccia la legge 40, è parzialmente illegittima Il limite dei tre embrioni posto dalla legge 40 non va bene. Per questo la Consulta lo ha bocciato come illegittimo. La legge del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita è stata esaminata oggi: i 15 giudici hanno terminato l'udienza pubblica, in cui hanno ascoltato le motivazioni in base alle quali è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale su alcuni articoli della normativa, e la difesa dell'Avvocatura dello Stato. Un'udienza di due ore e mezza, animata dallo scontro tra le parti. Alla fine, la decisione: almeno sul limite dei tre embrioni, la legge 40 non funziona. Se si potranno creare più di tre embrioni, la conseguenza sarà anche che gli embrioni potranno essee selezionati, anche se in realtà la legge lo vieta: un gran caos, che spingerebbe forse il Parlamento a riaprire il caso e a rivedere il tutto. Già nel 2006 la Consulta aveva ritenuto inammissibile la questione di legittimità relativa all'articolo 13, sollevata dal tribunale di Cagliari chiamato a giudicare il caso di una coppia talassemica che aveva richiesto di effettuare la diagnosi embrionale preimpianto. Questa volta sono state esaminate tre distinte ordinanze del 2008, emanate dal Tar del Lazio e dal Tribunale di Firenze, relativi all'articolo 14 della norma, che prevede la formazione di un numero limitato di embrioni fino a un massimo di tre, da impiantare tutti contestualmente, vietando la crioconservazione al di fuori di ipotesi eccezionali. "Se, come pare, la decisione della Corte ha come obiettivo quello di eliminare il divieto di creare più di tre embrioni e dell'obbligo di impianto degli embrioni creati, si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri", avverte il professor Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e direttore del Centro di ricerca in scienze umane dell'Università europea di Roma. Quindi la Legge 40 sarebbe tutta da rivedere.
  4. typhoon

    FX05 Xihucoatl, ARX 160 e G36

    Programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2009, relativo alla digitalizzazione dei principali mezzi, sistemi e componenti di una Forza NEC (Network Enabled Capability) articolata su una Forza media digitalizzata a connotazione terrestre e su una Forza da sbarco digitalizzata (prima fase). - Relatore alla Commissione DEL VECCHIO. (Parere al Ministro della difesa, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 4 ottobre 1988, n. 436) Seguito e conclusione esame. Parere favorevole (n. 67) Che donna! :rotfl:
  5. typhoon

    Esercito e LAW

    Se vi interessa, dal bollettino dei contratti di Febbraio: http://www.difesa.it/NR/rdonlyres/A7210B5C...bbraio20091.pdf Si apprende che L'EI vorrebbe prendere un pò di LAW M72A5. Visto il numero penso per testarli.
  6. Il presidente Obama aveva dato alla Chrysler 30 giorni per realizzare un'intesa con Fiat o con un altro partner per accedere al finanziamento chiesto al governo Fiat-Chrysler: accordo fatto E arrivano 6 miliardi di dollari di VINCENZO BORGOMEO Il presidente Obama gli aveva dato 30 giorni, ma alla Chrysler sono bastate 3 ore e poco dopo il discorso del numero uno della Casa Bianca è arrivato l'annuncio ufficiale: "Fiat e Chrysler hanno raggiunto un accordo sulla struttura di un'alleanza globale che ha il sostegno del Tesoro Usa". Queste le parole del Ceo di Chrysler, Bob Nardelli, che di fronte alla prospettiva di perdere sei miliardi di dollari si è mosso come un fulmine. Per il colosso Usa non si tratta però di sottomissione. E subito da Detroit hanno fatto sapere che "Chrysler con l'alleanza con Fiat rafforza il suo modello di business e la capacità del gruppo Chrysler di creare e preservare posti di lavoro negli Usa". In ogni caso l'accordo Chrysler-Fiat è la prima grande vittoria per il presidente Obama che dopo aver chiesto (e ottenuto) la testa di Wagoner, Ad General Motors, e aver lanciato una coraggiosa politica di controllo sull'operato delle case automobilistiche (storica e memorabile l'affermazione "La crisi dell'auto negli Usa è un fallimento delle leadership da Washington a Detroit") ora vede una grande azienda Usa seguire, velocemente, le sue indicazioni. Non mancano però, come ha spiegato lo stesso Nardelli, "notevoli ostacoli da superare". Il riferimento va al fatto che questo clamoroso annuncio avvenuto a velocità record è un accordo basato sulla revisione del precedente accordo non vincolante siglato fra Fiat e Chrysler. "Sebbene riconosciamo le difficoltà - spiega però l'Ad del colosso Usa - noi ci impegnamo a lavorare a stretto contatto con Fiat, il governo americano, il dipartimento del tesoro Usa e la task force, al fine di assicurare il sostegno degli azionisti necessari". Nel comunicato ufficiale poi il presidente di Chrysler racconta che "Fiat rafforzerà la capacità di Chrysler di creare e conservare posti di lavoro negli Stati Uniti; darà ai consumatori americani più scelte per l'acquisto di veicoli avanzati che rispettino l'ambiente; fornirà ai concessionari più di quei prodotti di cui necessitano per operare con successo; aiuterà a stabilizzare la base dei fornitori; e permetterà a Chrysler di restituire più presto i prestiti governativi". Nardelli in pratica precisa con chiarezza un aspetto fondamentale dell'intera vicenda: i 6 miliardi non sono un regalo ma un prestito. Un prestito, va detto, che non ha riguardato solo i soldi: Obama stavolta ci ha messo la sua faccia e la sua possente immagine. "Se comprate una vettura Chrysler o Gm - ha spiegato il presidente Usa - continuerete a ricevere i servizi come sempre. Le garanzie saranno al sicuro, infatti saranno più al sicuro che mai perchè a partire da oggi il governo americano sarà dietro le vostre garanzie". Più di così... E la Fiat? Sergio Marchionne ringrazia "pubblicamente il Presidente Obama a nome di tutto il management del Gruppo Fiat per le parole di apprezzamento che ha avuto nei confronti del lavoro fatto negli ultimi cinque anni e per il suo incoraggiamento a finalizzare una solida alleanza tra Chrysler e Fiat". "Siamo fermamente convinti - ha spiegato l'Ad Fiat - che le tecnologie ecologiche e le piattaforme per vetture medio-piccole sviluppate da Fiat giocheranno un ruolo fondamentale nel ricostruire uno stretto rapporto tra i marchi del Gruppo Chrysler e i consumatori americani". Per l'amministratore delegato della Fiat l'alleanza " riuscirà ad accelerare in modo significativo gli sforzi per produrre veicoli a basso consumo, portando quindi ad un più rapido rimborso dei fondi pubblici messi a disposizione della società americana". "I colloqui con la Task Force del Presidente Obama - conclude Marchionne - sono stati serrati ma leali. Siamo convinti di poter conseguire un risultato che, assegnando la giusta priorità alla restituzione dei fondi dei contribuenti, darà un futuro credibile a questo settore industriale che è cruciale per l'economia. Siamo davvero felici che Fiat possa giocare un ruolo chiave in questo importante sforzo".
  7. Obama: per Chrysler la salvezza può arrivare dalla tecnologia Fiat
  8. Però i soldi per la cassa integrazione dovuta ad una mal gestione dell'azienda ce li deve mettere lo stato mica gli azionisti, azionisti che spesse volte sono loro stessi alti manager dell'azienda stessa... Poi scusa se lo stato deve mettere soldi pubblici per salvare un azienda trovo giusto che pretenda che chi ha contribuito con la mal gestione a farla andare in crisi se ne vada.
  9. Se un'azienda va male penso che la colpa principalmente ricada verso chi fa le "politiche aziendali", se la macchina XYZ non vende non penso sia colpa del povero cristo che monta i fari ma di chi ha approvato il progetto. Trovo giusto quindi che le prime teste a cadere siano quelle dirigenziali. Purtroppo spesso accade il contrario.
  10. I tagli al bilancio metteranno l'Aeronautica a terra nel 2010? Gli scenari preoccupanti emersi dal seminario CESMA Per il generale Giuseppe Bernardis, sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, «il margine di manovra per nuovi recuperi di efficienza è molto limitato.» Per il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto «In questa fase le risorse le dobbiamo trovare al nostro interno». Frasi emblematiche delle due polarità del seminario "Crisi finanziaria della Difesa: riflessi sullo strumento aereo" svoltosi presso il Centro Alti Studi Difesa. Da una parte una recessione evidente con qualunque parametro la si misuri. Dall’altra la complessità intrinseca delle aviazioni moderne che - nelle parole di Bernardis - «sono come gli squali: se si fermano, muoiono». Il tema del convegno svoltosi giovedì non è nuovo. Già tre anni fa l‘allora capo di Stato Maggiore Leonardo Tricarico aveva parlato della difficoltà di «arrivare vivi» al «futuro roseo» costruito con una durissima riorganizzazione. Da allora la situazione delle spese di esercizio non è migliorata. Di qui l’idea del Centro Studi Militari Aeronautici dell’Associazione Arma Aeronautica di una riflessione - supportata da Alenia Aeronautica, Northrop Grumman, Elettronica, Aerea e Wing Consulting - sugli effetti della crisi, con un programma articolato su due sessioni presiedute dagli ex capi di Stato Maggiore Mario Arpino e Sandro Ferracuti. La cornice di riferimento è stata tracciata da Gustavo Piga, ordinario di Economia Politica all’università di Roma Tor Vergata, in un provocatorio "keynote address" che si riassume con lo slogan "Il miglior attacco? La difesa!". Una provocazione che parte dalle considerazioni sulla funzione anticiclica della spesa per la difesa e sulle ricadute tecnologiche per approdare a posizioni molto originali. L’Italia e l’Europa dovrebbero portare la spesa per la difesa oltre il 4% PIL, cioè a livello americano, ed utilizzarla per rafforzarne la funzione di collante per l’unità europea anche tramite la creazione di un’agenzia continentale per il settore difesa per «generare forti aumenti di innovazione tecnologica che si estenderanno poi al settore civile, aumentandone competitività e ricchezza». Trasferire all’Europa la propria difesa sarebbe - questo il ragionamento di Piga - un incentivo a rimanere nell’Unione anche in presenza di spinte centrifughe. Per la funzione difesa - ricorda il gen. isp. Francesco Landolfi, da poche settimane d.g. di Bilandife - sono disponibili circa 4,8 miliardi di euro di cui 2,9 di investimenti e 1,9 di esercizio. In una prospettiva storica, nel 1992 queste risorse erano pari all’1,25% del prodotto interno lordo, che quest’anno sono pari allo 0,92% e che nel 2011 scenderanno addirittura allo 0,86%. Persino dal capo dell’Ufficio Generale P.P.B. dello Stato Maggiore Difesa amm. d. Valter Girardelli - che sottolinea come le risorse non siano né troppe, né poche: semplicemente «sono» - ammette che in queste condizioni tra il 2010 ed il 2013 si avrebbero zero ore di volo, zero ore di moto delle navi, zero ore di esercitazioni. Cifre eloquenti che spiegano perché il comandante logistico dell’Aeronautica gen. s.a. Giuseppe Marani apra il suo intervento dicendo «Bene bene che va, siamo rovinati». Il paradosso è che la riduzione dello strumento aereo - e dell’intera funzione difesa, come ha sottolineato Crosetto dicendo che un «un problema dell’Aeronautica è un problema di SMD, del sottosegretario, della Difesa e di tutti» - impatta non solo sui "consumi intermedi" (combustibili, fotocopie, divise …) ma su quegli investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo che hanno maggiore impatto sulla competitività e la crescita del paese. Le spese incomprimibili Lo "zoccolo duro" di spese incomprimibili (dai viveri al meteo, dai radar alla sanità), ha spiegato il gen. b.a. Giacomo De Ponti, vice capo del 3° Reparto SMA - è di 250 milioni. A questi bisogna aggiungere le altre spese, a partire dal combustibile, per le quali quest’anno sono disponibili 275 mln, che scenderanno a 100 nel 2010 ed a 14 nel 2011. Il risparmio selvaggio ha conseguenze gravi: ridurre i contratti per la revisione dei motori significa spingere le ditte al limite della non economicità (e quindi chiusura) di queste attività. E senza revisioni, il fermo dell’attività è vicino. In passato i risparmi sono venuti dalle riduzioni: in cinque anni Aeronautica ha tagliato il 57% dei velivoli, il 49% del personale, il 28% dei reparti. Così nel 2008 sono stati prodotti i due terzi delle ore di volo del 1995 spendendo solo il 45%. Ora si inizia a tagliare il futuro, dall’addestramento ai nuovi velivoli. È già saltata la presenza italiana nella forza C-17 NATO e sono a rischio gli aerei radar e multi-missione (AEW e MMA), tutte componenti qualificanti e moltiplicatrici dell’efficacia. Siamo quindi alla vigilia di quello che De Ponti ha definito un «annichilimento delle capacità operative che ben difficilmente potranno essere ricostituite in futuro anche in condizioni finanziarie favorevoli.» Concetti analoghi sono stati espressi e quantificati da tutti i rappresentanti dell’Aeronautica Militare. Di fronte alle rigidità di bilancio che derivano dalla lunghezza dei programmi e dagli impegni internazionali, ingessando di fatto quasi il 90% degli stanziamenti, il gen. b.a. Gabriele Salvestroni, capo del 4° Reparto SMA, ha auspicato il finanziamento dei programmi principali con leggi specifiche, svincolandoli dalle contingenze annuali. Anche qui, ha sottolineato Salvestroni facendo l’esempio degli elicotteri AB.212 passato dal 2016 al 2020, il rinvio della sostituzione è un falso risparmio perché comporta maggiori oneri manutentivi (o addirittura costi di aggiornamento) e maggiori spese di acquisizione per la tendenza all’aumento del costo dei programma. In questa situazione «esiste la concreta possibilità di dover valutare se ed in che misura procedere con la fase di acquisizione di alcuni sistemi d’arma» alla cui fase di sviluppo la Difesa ha già partecipato anche con costi rilevanti. Tra questi, secondo la diapositiva proiettata in sala, potrebbero esservi i sistemi missilistici Meteor e MEADS, «ma la cosa potrebbe succedere in qualsiasi programma». La «fondamentale disarmonia tra compiti assegnati e risorse disponibili» è al centro dell’intervento di Marani, tanto appassionato quanto difficile da riassumere. Due i punti chiave: poiché non esistono riorganizzazioni a costo zero, è difficile fare cambiamenti in momenti di tagli di bilancio. E siccome «i soldi si possono prendere solo dove ci sono», finanziare "in proprio" le ristrutturazioni significa incidere maggiormente sulle linee più "costose" perché più "pregiate". Si tratta in pratica delle linee tattiche e da trasporto (dall’Eurofighter al C-27J, dall’F-16 ai ricambi per i C-130J), mentre quelle minori (dagli NH-500 agli SF-260, dai P.180 agli alianti) sono «peanuts», noccioline. Né deve ingannare la produzione di ore di volo prevista per il 2009 - per la cronaca, 94.000 ore - in quanto resa possibile da contratti manutentivi pagati negli anni precedenti. Lo slittamento al 2010 di altri contratti impedirà invece di mantenere lo stesso livello negli anni successivi, ed è «tutto da dimostrare che saremo liberi di rinegoziare i contratti di supporto.» A sostegno del fortissimo grido di allarme Marani riporta dati e cifre in parte analoghi a quelli De Ponti ed in parte troppo complessi da sintetizzare. Le conclusioni sono però chiarissime. Nel 2009 dovranno essere prese decisioni che portano «ad un decremento permanente della capacità operativa». Il decremento «non è lineare: da un certo punto in avanti c’è il tracollo». Due i paradossi. Il primo è che «abbiamo speso soldi per ammodernare certi sistemi d’arma che poi non riusciremo a utilizzare». Il secondo è che «il rischio di mutilare irreversibilmente la forza armata» dipende dalla mancanza di «meno di 150 milioni di euro, pari a meno dell’un per cento del bilancio difesa per la funzione difesa». Un esempio di "ristrutturazione permanente" è stato illustrato dal gen. s.a. Giampiero Gargini, comandante generale delle scuole A.M. e della 3a Regione Aerea, accorpate a Bari in una precedente riorganizzazione proprio per ridurre le sedi e concentrare il personale. La rimodulazione del programma addestrativo dei piloti, con 39 ore di jet in meno, si traduce in un risparmio di oltre 200.000 euro ad allievo. Il passaggio dall’insegnamento frontale a quello elettronico ha ridotto del 65% il costo di un corso d’inglese. È in corso il graduale ritiro dal programma di addestramento piloti in Canada, rivelatosi troppo oneroso. Altri risparmi sono previsti con la soppressione di enti quali di CIFSTAM di Guidonia, che chiuderà nell’estate 2009 dopo appena due anni di vita, oppure concentrando in un unico luogo le attuali scuole marescialli (Viterbo), specialisti (Caserta) e volontari di truppa (Taranto). Ma queste misure promettono risparmi futuri a fronte di investimenti oggi per risparmi futuri. Intanto il rischio immediato è quello di non poter arruolare già dal 2009 il personale previsto (per la cronaca: 169 ufficiali di vario tipo, 648 sottufficiali e 2100 truppa). A medio termine si rischia di non poterci più permettere l’addestramento dei piloti negli USA e di non riuscire a produrre le necessarie ore di volo per farlo in Italia, ma anche di compromettere la capacità di operare in ambiente internazionale a causa dei livelli insufficienti di lingua inglese. «Se questa è la situazione», ha detto con amara ironia Arpino nella sua veste di presidente di Vitrociset, «visto che noi viviamo di fornitura di servizi questo pomeriggio torno in ufficio e chiudo la ditta». L’industria Per cambiare la situazione- ricorda in apertura della sessione pomeridiana Ferracuti, oggi capo dell’Ufficio Politica Militare del ministro Ignazio La Russa - è stata varata una "commissione di alta consulenza e studio" incaricata di una ridefinizione complessiva del dicastero e delle forze armate. SMD rivedrà la propria pianificazione pluriennale e sarà rivista la pianificazione pluriennale. Intanto la difficile situazione economica si riflette sui grandi gruppi industriali. Il direttore strategie di Finmeccanica Giovanni Soccodato ne dato alcuni esempi, dal blocco di un pagamento in valuta perché nessuna banca si fidava di trasmettere i fondi alla possibilità che alcuni grandi integratori tornino a verticalizzare la produzione acquisendo alcuni fornitori strategici oppure dismettano - come pare stia facendo l’americana Textron - gran parte delle proprie attività per la difficoltà di gestirle. L’unico settore in crescita è quello della sicurezza, che registra un solido +9%. Più immediate e concrete le preoccupazioni della piccola e media industria per bocca dell’ing. Silvano Mantovani di Aerea spa. Il mercato interno italiano non esiste più e sotto un certo volume di ordini la PMI «non si ferma: chiude». Dai ritardi nei pagamenti alla «burocrazia infernale», dalle banche «che concedono soldi "bacati" perché a tassi altissimi» alla legge 185/90 sull’esportazione di armamenti, Mantovani è un fiume in piena. «Se alla crisi sopravviverà un terzo dei fornitori è grasso che cola». La prospettiva di Mantovani è marcatamente nazionale, a partire dai tre fattori chiave che fanno la posizione di un paese nel mondo (tecnologia, cultura e conquista dei mercati esteri). «Un paese che si chiama Italia e che molti lasciano intendere che non è politicamente corretto chiamare Patria», conclude tra lunghi, scroscianti applausi. Fatturare i servizi Le risorse mancanti potranno venire in parte dalla costituenda Difesa Servizi spa, un caso di "finanza creativa" nel quale - per il relatore Girardelli - dovrà esserci «poca finanza, molta creatività». La società, il cui disegno di legge istitutivo è all’esame del senato, sarà controllata al 100% dal ministero della Difesa ed avrà un cda nominato direttamente dal ministro. Il suo scopo dovrebbe essere quello di passare «dalla cultura della spesa a quella dell’entrata», dalla «logica della permuta a quella della fatturazione», con un «nuovo approccio concettuale» di creare valore anziché bruciarlo. Le entrate dovrebbero venire dalla gestione del patrimonio immobiliare, dalle licenze per l’uso dei distintivi delle forze armate e dalla fornitura di servizi. Sarebbero considerati "servizi" - e quindi fatturati - anche l’opera di promozione dei prodotti dell’industria della difesa, l’uso delle strutture militari per prove sperimentali ed altre voci. Difesa Servizi dovrebbe permettere di superare l’attuale problema delle riassegnazioni di bilancio, sempre aleatorie, per distribuire utili al suo azionista unico, cioè la Difesa. «Ulteriori riduzioni più che riorganizzazioni saranno amputazioni», ha sottolineato Bernardis ricapitolando quanto già fatto. «Bisognerà decidere a quale parte dello strumento aereo si vorrà o dovrà rinunciare», con un rischio concreto di «fermarsi». Questo significherebbe «smettere di esistere per la distruttiva reazione a catena innescata distruggendo quanto costruito dal paese in decenni». Lo strumento aereo, per le sue peculiarità, «sarà il primo a subire danni irreparabili». E qui, ha detto Bernardis, non si tratta tanto di Aeronautica quanto di aviazione, perché le caratteristiche ed i problemi sono proprie del mezzo aereo e non del suo utilizzatore. Un appello accorato raccolto solo in minima parte da Crosetto, che ha detto di condividere molte delle singole osservazioni ma ha ribadito con forza la situazione economica. «Se qualcuno chiede soldi, Tremonti gli dirà che non li ha. Stimo alla fine dell’anno un extra deficit di 30-35 miliardi di euro». La situazione «non è colpa di nessuno, ma dobbiamo renderci conto che c’è qualcosa da fare». Per il sottosegretario integrazioni potranno venire dai fondi per le missioni internazionali calcolate finalmente sul loro pieno costo anche indiretto, ma bisogna comunque continuare a guardare innanzi tutto al proprio interno, citando come esempio la preparazione separata delle buste paga da parte delle singole forze armate, così come bisogna evitare sprechi quali le ristrutturazioni di caserme utilizzate da poche decine di persone e magari in procinto di essere cedute. Crosetto è intervenuto anche su Difesa Servizi garantendo che la società «non spenderà nulla del bilancio Difesa e non occuperà spazi di potere della Difesa». Per il sottosegretario «L’opposizione che sento sempre più crescere» intorno alla spa «credo confermi che ci siano in giro cose che consentono di fatturare ma che oggi non sono "in bianco"». A rendere possibili i tagli alla difesa sarebbero innanzi tutto questioni culturali. «Il taglio della manutenzione degli aerei è finito insieme al taglio delle fotocopie degli altri ministeri», ha ricordato il sottosegretario perché «nessun politico può capire la manutenzione degli aerei. Io me la sono fatta spiegare da Bernardis.» Allo stesso modo, «Tremonti può permettersi di tagliare a noi in misura più che proporzionale perchè è minore la percezione sociale» dell’utilità della difesa. «È su questo che dobbiamo lavorare». Nell’attesa, la sintesi dell’intensa giornata di lavori si può trovare in una battuta di Marani («Ci siamo mangiati la dote, stiamo mangiando l’involucro e tra un po’ ci mangeremo il nastrino») o nelle parole scelte da Ferracuti per chiudere il proprio intervento. «Fare meglio con meno si può. A patto di fare meno, limitando cioè quantità e ambizioni». invia l'articolo per posta elettronica http://www.dedalonews.it/it/index.php/03/2...eminario-cesma/
  11. La domanda mi sembra un pò banale e confusa. Cosa significa "distruggere la terra"? ... si intende il pianeta vero e proprio? La più grossa bomba nucleare mai testata (la TSAR da 50 megatoni) in fondo ha fatto il solletico al pianeta!
  12. Al prossimo topic OT chiudo il thread e ne riapro uno uguale ...
  13. Sul sito dell'EI nell'elenco delle Armi di Reparto c'è anche il lanciafiamme T-148/B con tanto di foto in bianco e nero
  14. Premettendo che la tua domanda è assolutamente OT con il thread L'Italia non ha bombe nucleari proprie, al massimo sul suolo Italiano c'è ancora qualche B61 Americana
  15. Anche oggi per l'ennesima volta ringraziamo San Lince
  16. Dubito che si tratti del CAEW, penso proprio che si tratti dei una delle varie configurazioni SIGINT del G550 sempre della IAI, quindi l'AISIS: http://www.iai.co.il/sip_storage/files/3/36283.pdf Oppure il MARS: http://www.iai.co.il/sip_storage/files/1/33021.pdf Visto che si parla di "multi mission" magari è ques'ultimo. Magari!
  17. Tra l'altro visto il suo alto rateo di fuoco il KBA 25mm non dovrebbe essere affatto male accoppiato con munizioni AB
  18. Pordenone, Italia - Il pilota del caccia ha sganciato i serbatoi ed ha planato fino alla base (WAPA) - L'ufficio stampa dell'Aeronautica militare ha comunicato ad AVIONEWS che l'inchiesta Usaf sul problema che ha coinvolto ieri un caccia F-16 decollato dalla base di Aviano (vedi AVIONEWS) ha confermato le prime ipotesi. Il pilota poco dopo il decollo ha perso completamente l'uso del motore e, per evitare di precipitare distruggendo l'aereo e provocando danni enormi, ha optato per la procedura d'emergenza che prevede lo sganciamento di tutto ciò che potrebbe appesantire l'aereo. Ha poi planato fino alla base atterrando senza ulteriori problemi. (Avionews)
  19. F-16 Usa sgancia i serbatoi: centrata una casa PORDENONE. Un caccia americano, in difficoltà per una probabile avaria al motore subito dopo il decollo dalla base di Aviano, ha sganciato i due serbatoi sui cieli di Tamai e Brugnera ed è poi rientrato alla base. Uno dei due serbatoi, del peso stimato di circa mezza tonnellata, è caduto su una casa colonica del principe Guecello di Porcia e Brugnera, sfondando il tetto e distruggendo una utilitaria che era ricoverata in un’autorimessa. Il secondo è caduto tra due abitazioni, nei pressi della strada di accesso. Per fortuna non vi sono stati feriti, ma alcuni bimbi sono stati sfiorati dal secondo proietto. L’aereo, che era decollato poco dopo le 15.20, è atterrato ad Aviano senza ulteriori problemi. http://messaggeroveneto.gelocal.it/multimedia/home/5283288/1 --- Pordenone, Italia - Il pilota del caccia ha sganciato i serbatoi ed ha planato fino alla base (WAPA) - L'ufficio stampa dell'Aeronautica militare ha comunicato ad AVIONEWS che l'inchiesta Usaf sul problema che ha coinvolto ieri un caccia F-16 decollato dalla base di Aviano (vedi AVIONEWS) ha confermato le prime ipotesi. Il pilota poco dopo il decollo ha perso completamente l'uso del motore e, per evitare di precipitare distruggendo l'aereo e provocando danni enormi, ha optato per la procedura d'emergenza che prevede lo sganciamento di tutto ciò che potrebbe appesantire l'aereo. Ha poi planato fino alla base atterrando senza ulteriori problemi. (Avionews)
  20. Le immancabili minchiate del manifesto http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+...amp;pdfIndex=40
  21. http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/p...dratazione.html Il Senato boccia gli emendamenti che avrebbero voluto cancellare il divieto Nonostante il voto segreto, la maggioranza tiene. Marino: "Tradito principio di libertà" Biotestamento, "Nutrizione e idratazione vietate nella dichiarazione di volontà" Gasparri: "Difendiamo la vita". Finocchiaro: "Avevamo lanciato un ponte" --- Tra l'altro mi sa che la norma è pure palesemente anticostituzionale Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Penso che si siano chiaramente violati "i limiti imposti dal rispetto della persona umana", non viene rispettata in questo caso una volontà dichiarata.
  22. Tutti i dettagli sul programma http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/docnonleg/17434.htm
  23. Aborto: i Vescovi spagnoli si mobilitano contro la riforma Zapatero La donna che ricorre all'interruzione volontaria di gravidanza? Una terrorista. Questo il commento con cui il vescovo di Bilbao, Ricardo Blazquez, esprimendo un sentimento diffuso tra i fedeli e la curia spagnola, ha accolto il progetto del governo Zapatero di riformare la normativa che dal 1985 regola il ricorso all'aborto. La legge attualmente in vigore prevede che l'interruzione della gravidanza possa decisa dal medico in tre soli casi: quando la gravidanza sia causata da violenza sessuale (entro 12 settimane), quando il nascituro sia affetto da gravi menomazioni fisiche e psichiche (entro 22 settimane), quando vi sia un grave pericolo per la salute fisica o psichica della madre (non esiste un limite di tempo). Nei fatti, tuttavia, esistono numerose differenze tra le 17 differenti comunità autonome dello stato spagnolo. In alcune - Madrid e Baleari - l'aborto è di fatto impraticabile, a causa dell'obiezione di coscienza e del costo elevato dell'intervento; altre invece - Cantabria e Asturie - sono più "permissive". Secondo alcune indiscrezioni, il testo allo studio del governo - l'entrata in vigore della nuova legge è prevista a cavallo tra fine 2009 e primi mesi del 2010 - dovrebbe riconoscere alla donna la facoltà di interrompere volontariamente la gravidanza, non oltre la 12-14 ma settimana di gestazione, senza obbligo di "giustificazione" medica. Alle proteste della Chiesa Cattolica, «Sono intristito - ha detto il prefetto della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede, cardinale William Levada -. L'aborto non è questione meramente politica, ma anche religiosa, culturale, sociale, tocca le radici dell'essere umano», il governo ha replicato assicurando che la futura legge «sarà frutto del maggior consenso possibile e di un dibattito completo, ragionevole, senza dogmi o posizioni preconcette. Nel solco della Costituzione ». Nei prossimi mesi, dunque, è destinato a inasprirsi quello scontro frontale che da ormai cinque anni contrappone il socialista Zapatero alla gerarchie cattoliche, che non hanno gradito la "deriva laicista" della fedelissima Spagna e le leggi in materia di matrimoni omosessuali, adozioni gay, divorzio breve, ricerca scientifica sulle staminali, fecondazione assistita. Polemiche che hanno sì spaccato l'opinione pubblica iberica, ma non impedito al premier socialista di ottenere un secondo mandato con il 43,7% dei consensi. Certo è che oggi la Chiesa Cattolica, turbata da polemiche, sospetti e attacchi non solo esterni, appare indebolita rispetto ad alcuni mesi fa quando - forse - il ricordo di Giovanni Paolo II era ancora impresso nella memoria di fedeli e governanti.
  24. Speriamo realmente che sviluppino munizionamento "Air Bursting" anche per il calibro 25mm. Ritenete che questo cannoncino sia un punto debole del VBM?
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