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Dominus

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  1. Dimmi e tu queste certezze sotto questa terribile dittatura come te le sei fatte? Non dovresti essere vestito da figlio della lupa, brandire il moschetto e gridare "viva il papi"?
  2. Se tuccio ci facesse visita potremmo saperne qualcosa di più
  3. Già, peccato che lo faccia solo per rispondere a bersani, che aveva giocato per primo la carta del disconoscimento del gossip per accattivarsi i moderati, mentre fu proprio franceschini a portare il PD nella china della demonizzazione dell'avversario. Non dimentichiamo il "berlusconi deve rispondere il parlamento del caso noemi" o l'appoggio alle 10 domande. Solo un parolaio, per di più senza la classe che distingue quelli capaci.
  4. Della crisi malese prima e della konfrontasi poi non si parla quasi per niente, eppure sono importanti a livello storico e, soprattutto, militare visto l'estensivo impiego di forze speciali, il SAS e, soprattutto, il SASR, ma anche di bombardieri come i vulcan, i victor e i canberra o caccia come il Lightining e gli Hunter. Anche gli stessi americani avrebbero dovuto imparare molto dalle esperienze Britanniche e Australiane, che tra l'altro impiegarono quelle stesse unità subito dopo in Vietnam, per gestire il conflitto in indocina. A riguardo ho letto "The genesis of konfrontasi : Malaysia, Brunei and Indonesia, 1945-1965" di poulgrain, non so se sia disponibile in italia nè se ne sia stata mai fatta una traduzione.
  5. E questo gli ha dato molto più potere. Da quando in dittatura gli epurati diventano parlamentari? (per altro non facendo un benemerito...e dimettendosi, violando il mandato degli elettori, appena si è liberata una poltrona in rai) Da quando gli epurati di regime conducono un programma diffamatorio in prima serata? Ha ragione dindon, confondi santoro con matteotti, gobetti, carlo e nello rosselli e tanti martiri per la libertà, e li offendi non poco.
  6. Dominus

    le nostre auto

    Suppongo tramite assegno o bonifico bancario
  7. E tu pensi che un centro ospedaliero dirà mai che siamo peggiori? E loro di che mangiano?
  8. Dominus

    Come abbattere i Raptor?

    E' diverso pap, i risultati della cope india furono poi resi più o meno pubblici, e quando si videro le regole (niente supporto awacs e gli eagle hanno dovuto sparare solo dopo i flanker) la cosa rientrò
  9. Dominus

    "Rapporto Esercito 2008"

    Ma il reggimento non è lì da parecchi anni?
  10. Interessante, condivido quasi in toto. In particolare per le gaffe ho anch'io quest'idea da parecchio, lui stesso è pnllista così come tutto il suo staff e riguardo alla comunicazione potrebbe insegnare a molti, la vedo difficile che scivoli a questo livello. Riguardo a repubblica e alla censura ovviamente hai ragione, daltronde è logica basilare che non vale, però, per certi politici che si fanno beffe dei concetti aristotelici, ma anche di quelli del buon senso, per non dire "ha vinto lui perchè è stato più bravo e noi completamente idioti". Come disse quello che, a mio parere, è uno degli uomini più arguti e saggi mai comparsi su questo pianeta: In democrazia, un partito dedica sempre il grosso delle proprie energie a cercare di dimostrare che l'altro partito è inadatto a governare; e in genere tutti e due ci riescono, e hanno ragione.
  11. Dominus

    le nostre auto

    Dovresti informarti principalmente sulla macchina che ti interessa, a quanto ho sempre sentito sulle Yaris sono macchine fantastiche e non credo che ci abbiano messo una ciofeca di cambio. Ovvio, poi, che non sarà un cambio sportivo da grandi cilindrate, ma credo che per un utilizzo urbano vada più che bene.
  12. Dominus

    Come abbattere i Raptor?

    No, sono dei professionisti che se rivelano dati sensibili finiscono agli arresti e vengono congedati con disonore. Le forze armate non sono un' operetta.
  13. Mandati al confino a procida? Fucilati? Mandati al lager? A me pare che santoro stia ancora bello in prima serata e che usi i soliti mezzucci complottisti per farsi pubblicità, e tutto gli è garantito, mi pare che i due più grandi giornali Italiani siano ostili al premier e che uno in particolare abbia cominciato una campagna denigratoria sul nulla per abbatterlo, e in dittatura anche se dici la verità finisci male, mi pare che come accendo la tv su qualsiasi canale ci siano battute sul papi e cavolate del genere. Parlando di dittatura offendete solo tutti quelli che hanno combattuto e sono morti contro i regimi totalitari, dimostrando di non essere in grado di accettare che qualcuno dalle idee diverse dalle vostre sia al governo legittimato dal voto della maggioranza degli Italiani. La vera mentalità dittatoriale l'avete voi secondo me.
  14. Un bel discorso che dimostra solo ignoranza e pressapochismo.
  15. Ah no? Ho visto centinaia di calabresi e siciliani, giusto per fare un esempio, affollare le strutture sanitarie piemontesi per avere un trattamento oncologico degno di questo nome o, addirittura, una semplice PET. E con un tumore non curato bene si muore che io sappia. Quali esperienze? In Italia non ce ne sono state affatto, mentre all'estero ce n'è a bizzeffe ed è normale che un servizio in concorrenza si migliori. Per esempio il privato negli USA con una buona assicurazione ha diritto ad un ottimo servizio, non paragonabile a nessuna delle strutture d'eccellenza presenti in Italia. Perchè i primari non sarebbero scelti dai politici, gli appalti non verrebbero dati per amicizia o convenienza e le strutture in concorrenza per poter campare devono dare un servizio migliore degli altri ospedali. Ma tu l'hai mai vista una struttura ospedaliera del mezzogiorno? Poi, continuo a ripetere, io un modello l'ho indicato, la tua soluzione qual'è? Lasciare tutto com'è? Andrebbe pure bene se ne siete contenti, ma il problema è che entro pochi anni non sarà più sostenibile.
  16. Ma non è il morire, è quello il punto mad! Il problema è che un servizio medico non si valuta da quanti muoiono ma dalla qualità del servizio e in Italia abbiamo un servizio schifoso, senza contare che gli ospedali del nord sono intasati di pazienti del sud che per ogni cura un pò più complicata si trasferiscono, quando possono. Per me la professione sanitaria non si può ridurre solo a fare un bel taglia e cuci in sala operatoria, ma nella gestione complessiva del paziente che in Italia viene, nella maggior parte dei casi, trattato o come un pezzo di carne o come un idiota, il tutto perchè il medico ha tutti i poteri non avendo concorrenza nè alcuno stimolo a migliorarsi. P.S. Aggiungo: il modello elencato nell'articolo sottostante è così terribile o pericoloso? Con il “Libro Verde” del Ministro Sacconi si è finalmente aperta una discussione ad ampio raggio sulle necessarie ristrutturazioni del nostro Stato sociale, di cui la sanità è inevitabilmente magna pars. I trend demografici e i progressi della medicina ci impongono un ripensamento profondo, se si pensa che, secondo l’Ocse, a politiche invariate, la sola componente pubblica della spesa sanitaria, inclusiva della spesa per gli anziani non autosufficienti, potrebbe raddoppiare nell’arco di pochi decenni, in Italia come in molti altri paesi. Se i tre obiettivi da tutelare sono universalità dell’accesso, qualità del servizio e sostenibilità finanziaria, è evidente che il nostro attuale sistema non è adeguato. Alla luce di queste considerazioni, nonché dell’evidente e talvolta drammatica inadeguatezza delle risorse pubbliche a far fronte, già oggi, alle crescenti esigenze delle persone, sembra formarsi un consenso sulla opportunità di chiamare attori privati - siano essi fondi, mutue o assicurazioni - a partecipare alla spesa. La questione, obiettivamente molto complessa, su cui il Libro Verde ci impone di riflettere, è come far sì che l’apertura al privato non mini il carattere universalistico, e dunque l’equità, del sistema e contribuisca ad accrescerne la qualità. Sotto questo profilo, un caso di straordinario interesse, che ha già suscitato l’attenzione di studiosi e policy makers nel mondo, è rappresentato dalla riforma olandese entrata in vigore nel gennaio del 2006. Introdotta da un governo di centro-destra, la riforma è stata confermata dal successivo esecutivo di centro-sinistra. In quello che gli olandesi definiscono sistema di “assicurazione privata sociale”, l’universalismo è tutelato dal fatto che tutti i residenti maggiorenni sono tenuti ad acquistare una polizza sanitaria che copre un pacchetto base di prestazioni definito dallo Stato: l’assicurazione non può rifiutare la copertura e non può differenziare i prezzi in base alle condizioni di salute o all’età dell’assicurato. Lo Stato sovvenziona le persone a basso reddito e lo fa attraverso un meccanismo che esalta la libertà di scelta del paziente, ovvero tramite un “buono sanità” che viene devoluto direttamente all’assicuratore scelto dal singolo. Un fondo, detto di equalizzazione del rischio, garantisce la stabilità del sistema attraverso compensazioni a favore delle compagnie che assumono i rischi più elevati (anziani, cronici, disabili, ecc.). Il fondo è finanziato attraverso premi commisurati al reddito e riceve contributi dalla fiscalità generale esclusivamente per la copertura dei minori. Il sistema è calibrato in modo che circa la metà delle entrate che affluiscono complessivamente alle compagnie provenga dai premi in cifra fissa corrisposti dagli assicurati. Nei primi due anni, il valore medio di tali premi si è collocato attorno ai 1050 euro. Secondo i suoi promotori, il modello olandese risolve, o comunque affronta in modo decisivo, il problema della sostenibilità finanziaria, essenzialmente per due motivi: la maggiore efficienza, che deriverebbe principalmente dal fatto che la concorrenza fra assicurazioni le dovrebbe indurre a controllare i costi con maggiore rigore di quanto non possa fare una pubblica amministrazione, e la circostanza che, dal punto di vista della sostanza economica, il sistema diventa esterno al perimetro della PA in quanto è quasi interamente “premium funded”, ossia finanziato attraverso le due tipologie di premi, in cifra fissa e in percentuale del reddito, di cui si è detto. Un eventuale aumento dei costi dei servizi sanitari peserebbe non sui conti dello Stato, ma su quelli delle assicurazioni, che sarebbero costrette a reagire con gli strumenti standard, dolorosi ma inevitabili, di cui dispongono le imprese private: taglio dei costi o aumento dei prezzi. Inoltre cambiano radicalmente le dinamiche politiche che impattano sulle caratteristiche del sistema, perché il contenimento degli sprechi non è più solo una preoccupazione del Ministro dell’Economia, ma un interesse condiviso delle assicurazioni e dell’intera popolazione chiamata a pagare il premio assicurativo. L’introduzione da parte di una compagnia di meccanismi di responsabilizzazione degli assicurati, come un co-payment o una franchigia, non incontrerebbe le stesse resistenze che esso incontra quando la decisione è affidata ad un autorità politica. La libertà di scelta diventa il garante della qualità del servizio: il singolo è in grado di optare per la compagnia che, per le convenzioni e i servizi che offre, è più capace di soddisfarne le esigenze. Da questo punto di vista, è cruciale il fatto che, per legge, gli assicurati possono cambiare compagnia ogni anno e che una specifica autorità di settore, preposta ai controlli sulla qualità dei servizi, pubblichi indicatori sulla performance delle assicurazioni e delle strutture sanitarie Questo modello dunque utilizza la libertà di scelta da parte di cittadini informati e consapevoli come leva per fare emergere la qualità, mettendo in campo i tradizionali incentivi della concorrenza di mercato anche per la fornitura dei servizi alla salute. La libertà di scelta è anche la chiave per risolvere l’evidente conflitto d’interesse che caratterizza i sistemi interamente o quasi intermante pubblici, nei quali la pubblica amministrazione svolge contemporaneamente tre funzioni fra di loro incompatibili. Essa infatti non può al tempo stesso essere il regolatore, il controllore e il produttore del servizio. In un sistema siffatto, finiscono sempre per prevalere preoccupazioni di tipo politico. I controlli sono pro forma e, di fatto, viene garantita la sopravvivenza di tutte le strutture pubbliche, anche delle più inefficienti; la corruzione e gli sprechi sono mali pressoché inevitabili. Visto dall’Italia, l’elemento più rivoluzionario della riforma olandese sta dunque nel fatto che essa espunge quasi completamente la politica dalla gestione del sistema sanitario. Una precondizione per il buon funzionamento di un sistema siffatto è che le aziende sanitarie pubbliche vengano privatizzate o, quantomeno, trasformate in Spa, con identici diritti e doveri delle strutture private accreditate. E, come esse, siano sottoposte al vaglio del mercato e alla libera scelta dei cittadini. Fondi sanitari, eventualmente costituiti dalle parti sociali, possono dare un contributo assai utile, al pari delle assicurazioni, purché non venga messa in discussione la libertà di scelta delle persone e, con essa, il carattere concorrenziale del sistema. Nel 1967, proprio su queste colonne, Bruno Leoni, uno studioso dotato di straordinaria immaginazione e attenzione al buon funzionamento del mercato, suggeriva uno scenario nel quale si concedesse alle persone la possibilità di “impiegare la propria quota contributi... nel pagamento di un premio da pagarsi alla compagnia assicuratrice che credono, in base ad un contratto di assicurazione malattia”. Nell’Italia di allora, la proposta di Leoni non poteva che restare un grido nel deserto. Eppure, la sua attualità - attestata dal “modello olandese” - deve portarci a considerare strade troppo a lungo ritenute impossibili, ma che oggi ci appaiono quasi come vie obbligate per consentire alle regioni, nel quadro del federalismo fiscale prossimo venturo, di affrancarsi dal vincolo di risorse pubbliche sempre più inadeguate ed offrire servizi di qualità ai cittadini. Da Il Sole 24 Ore, 9 settembre 2008
  17. No? E le tangenti cosa sono? E la gente messa lì per incarico dato dai politici cos'è? E lo stato come più grande datore di lavoro Italiano cosa mi deve rappresentare? C'è una disfunzione dietro questo, la stessa disfunzione che vede i miei onesti profitti decurtati di oltre il 50% per finanziare una spesa pubblica paurosa.
  18. Io a queste favole non ci credo sinceramente, lo stato agisce esattamente come un cartello monopolista con i politici, che lo guidano, che si sparatiscono i dividendi, in chiave politica ma anche economica. P.S. Quando ti accorgerai che tutto ha scopo di generare profitto, pure i frati comboniani, sarà sempre troppo tardi, e non parlo solo di profitto economico. Non è un male, è una spinta dell'essere umano ed è grazie a questa che ci siamo evoluti sino a questo punto, ma non per questo devono provare ad infinocchiare il prossimo: lo scopo di lucro deve essere manifesto e la cessione di denaro per generare questo utile dev'essere esplicita. In parole povere non tentino di fregare il prossimo con bassa demagogia.
  19. No, perchè quelle zone di efficenza enormi e centri di eccellenza lo sono solo per nomea, ma dietro le quinte non sono affatto a livello. Mi spiego: a livello di pure cure mediche non sono male, ma non è solo quello che conta anche se nel nostro paese pare che solo la parte tecnico/scientifica della medicina abbia importanza. Per il resto dico cose false affermando che metà, o più, degli Italiani, con particolare accento a quelli del sud ma non solo, non ha cure mediche adeguate?
  20. La stessa cosa che fate voi, e non mi sembra di vederci nulla di sbagliato, con la differenza che io propongo delle alternative mentre sembra che per chi mi confuta sia tutto perfetto così. Di sicuro un cartello meno potente di quello che può fare lo stato, stanne pure tranquillo.
  21. Non è una frase fatta, e se non avessi i miei buoni motivi per farlo non te lo direi. Le liste infinite sono comuni in tutti i SS basati tutti sul pubblico, compresa la civilissima inghilterra. Già perccato che al centro dell'europa c'è uno stato che è passata ad un modello privato, sostentato dal pubblico, vedendo crescere sia la qualità del servizio sia i bilanci dello stato e questo paese si chiama Paesi Bassi. Poi se le assicurazioni fanno cartello e sono brutte e cattive, cosa non vera se ci sono i giusti pesi e contrappesi, allora cosa vorremmo dire del monopolio unico dello stato? Non è forse un cartello più potente di qualsiasi trust di privati? Però lo stato è buono a prescindere, giustamente, come ci hanno inculcato sin da piccoli facendoci il lavaggio del cervello.
  22. No, penso che berlusconi non abbia bisogno di pagare per avere una donna, è semplice logica, e anche tarantini lo ha ammesso.
  23. Sicuro lo conosco meglio di te che lo decanti tanto.
  24. Bene e se questo gli faceva conoscere "amiche" che ci stavano senza pagamento, B. non ne era a conoscenza, dov'è il problema? Ancora avere rapporti tra persone consenzienti non è un reato, per fortuna, e la morale non è legge dello stato.
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