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Dominus

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  1. L'algeria si sta riarmando pesantemente in questi anni grazie ai soldi ricavati dalle sue materie prime, anche in campo aereonautico e terrestre ha finalizzato commesse veramente importanti con la russia negli ultimi tempi. Che poi non sappiano gestirle (volesse il cielo) potrebbe anche darsi, ma per comprarle e mantenerle non dovrebbero avere problemi.
  2. Dominus

    Israele - Iran

    Al massimo noi lo bombardiamo ad Israele, altro che supporto... E' da 60 anni che siamo filoarabi.
  3. L'anarchia individualista e di mercato è una bella utopia, ma sono abbastanza realista da accontentarmi di uno stato minimo quindi, in un certo modo, ci hai visto giusto.
  4. Bisogna essere fieri di un paese talmente attrattivo per i capitali che li vede fuggire tutti all'estero e che è costretto ciclicamente a queste misure. Bene fa chi si vede derubare dallo stato buona parte dei suoi soldi a metterli in paesi che gli permettono migliori investimenti, è logico e giusto.
  5. Ma si parla di bronco come paradigma, non necessariamente di quell'aereo o di un aereo americano. Ci sono tanti aerei del genere sul mercato, a partire dal già moderatamente sofisticato Super Tucano che fa questo lavoro egregiamente, oppure ci vuole poco a modificare un aereo già esistente. Per esempio sul numero di RID del mese scorso mi pare che si presentava un aereo COIN derivato da quelli che si usano per irrorare e distruggere i campi di droga, purtroppo non mi ricordo il nome e non ho qui il giornale. Un aereo del genere si progetta in pochi mesi, si mette in produzione in altrettanto poco tempo ed è molto semplice da utilizzare e mantenere, a differenza del già citato aereo brasiliano o del p-21, e di certo garantisce prestazioni superiori ai costosissimi Hind ad un prezzo di molti ordini di grandezza inferiore.
  6. Politichese, fuffa, aria fritta. Se le parole si pagassero a peso saremmo il paese più ricco del mondo. E tutto questo per cercare di mendicare voti ipocritamente, pur non potendo spingersi troppo oltre perchè unminimo di ragion di stato rimane: si limitano solo a destabilizzare. Sia chiaro non faccio un discorso di parte, si comportano tutti alla stessa maniera a seconda che stiano al potere o all'opposizione.
  7. Mah non credo che sia questo il punto, alla fine sia in Iraq che in A-stan rimarrà sempre qualche base e i consiglieri militari per addestrare le loro forze armate, ma bisogna ragionare pensando al rapporto costo-effettività. Ad oggi agli afghani serve più un reattore comunque complesso in grado di fare CAS di precisione con armi guidate o un robusto turboprop, o addirittura un aereo con motori a pistoni, grezzo e corazzato che si limita a mitragliare e riempire di stupidissimi razzi un nemico comunque arretrato? Un aereo del genere avrà capacità scarse ma parte su qualsiasi pista, ha scarsa manutenzione e non ha bisogno di linee logistiche pesanti, cosa che l'ANA non si può permettere e non si potrà permettere in futuro. Agganciandomi a questo se dobbiamo considerare un ritiro e un afghanizzazione bisogna pensare che mezzi complessi non potranno essere mantenuti da un paese povero, di conseguenza gli AMX, o chi per loro, finirebbero esattamente come i vari farmer, fishbed, fitter ecc (non flanker) abbattuti dalla ruggine quando sono mancati gli aiuti sovietici.
  8. Concordo, ma al momento vedo più utile e gestibile, sia economicamente sia tecnicamente, un mezzo COIN leggero e cost-effective, faceva bene cama a citare il bronco 2.0 Tra l'altro ho visto che mezzi di questo tipo, anche derivati da aerei civili o per compiti particolari (antincendio o irrorazione), stanno cominciando ad essere proposti dalle industrie e potrebbero interessare proprio a questo tipo di aereonautica visto che le spocchiose forze aeree occidentali neanche li considerano. Basta solo pensare che, ad esempio, in sri-lanka hanno fatto più i modestissimi SF-260 che i Kfir. Poi se l'afghanistan si prende un bel pò di AMX in surplus sono il primo ad essere contento, sia chiaro.
  9. Dominus

    Israele - Iran

    Avevo già letto l'articolo sul journal, non sapevo l'avessero tradotto in Italiano. Bret Stephens è uno dei miei editorialisti preferiti
  10. Dominus

    Israele - Iran

    Non mi venire a dire che ci voglia chissà quanta tecnologia per fare una bomba all'uranio: la seconda bomba atomica della storia, little boy, aveva un primario ad uranio arricchito, e si parla di tecnologia dei tempi del mustang, non del raptor. Che poi sia più comodo sia produrre che usare plutonio non ci sono dubbi, ma già il fatto che gli Iraniani abbiano, con le centrifughe, abbastanza u235 per un primo ordigno preoccupa. Quanto al CEP e alla potenza anche lì non si tratta di nulla che gli interessa: vogliono usare la bomba in modo terroristico, non da grande potenza nel quadro di una strategia nucleare tesa ad annullare i vantaggi dell'altro quindi gli basta che l'ordigno arrivi più o meno dove vogliono, anche con 5 km di errore. E tu pensi che te ne possa fregare qualcosa quando rischi che una bomba atomica, non fallout, ti piova sulla testa? In ogni caso è praticamente ovvio che se lo fanno potrebbe scoppiare una guerra e, anche senza, il petrolio schizzerà a 300 dollari al barile, ma, a quanto pare, l'unica soluzione lì è combattere. La domanda principale rimane sempre: cosa faranno gli usa?
  11. Finchè avranno la possibilità di dettare le regole in campo economico fanno solo bene ad approfittarne: la gente vuole lo stato sociale, di conseguenza si tenga anche i politici che si arricchiscono grazie ad esso.
  12. Enrico te lo dico chiaramente e per l'ultima volta e pubblicamente, visto che non devono essere costretti i semplici utenti a fartelo presente: non amiamo i provocatori, non ci piace il tuo tono. Se vuoi che la tua permanenza sul forum sia lunga e produttiva ti prego di correggerti e non tentare di venire qui a criticare gente che partecipa a questa comunità da un bel pò di tempo pur essendo l'ultimo arrivato, se non sei daccordo o non lo trovi giusto quella è la porta: non è obbigatorio postare qui. Spero che il messaggio venga recepito e che il forum possa ancora beneficiare dei tuoi commenti.
  13. A me sembra, invece, che tu abbia memoria corta e non ti ricordi la situazione del 2006. Poi che l'Iraq non sia la svizzera siamo d'accordo, ma nessuno pensa possa diventarlo, ma i fatti sono che i soldati americani si sono ritirati nelle loro basi e intervengono solo in caso di estremo bisogno e che il governo ha il controllo del paese al punto che, entro 2 anni, il contingente internazionale sarà quasi del tutto ritirato. Poi le bombe e i morti continueranno ad esserci per anni e anni, ma non è quello il punto. Far arrivare l'Afghanitan al livello dell'iraq odierno sarebbe una grande vittoria ed è a quello che bisogna puntare.
  14. Dominus

    Israele - Iran

    Non so, tutto fa pensare che se le trattative non faranno passi avanti probabilmente l'attacco avverrà prima dell'arrivo degli S-300 in Iran, quindi massimo entro la prossima primavera-estate.
  15. Dominus

    Israele - Iran

    Ormai sono ricognitori e ne voleranno una decina rattoppati se allah vuole...
  16. Ho capito cosa dice mccrystal, ma io dico che secondo me con cooperazione e caramelle di guerre non se ne vincono e penso che ormai i generali debbano inserire questi aspetti nei loro rapporti per questioni di ipocrisia e opportunità politica. Cosa c'è voluto in iraq per vincere? Cooperazione o una surge con oltre 300.000 uomini complessivi per spaccare le gambe ai vari insorti? L'afghanistan è un territorio molto più difficile di quello iracheno sia a livello di dimensioni sia a livello orografico e ci saranno sul terreno 60-70.000 uomini di cui solo americani, canadesi e olandesi combattono veramente, meno mezzi, meno aerei ecc. E in tutto questo il presidente americano se ne esce con "non è ancora chiara la strategia da seguire nel paese" e valuta le mosse in base all'opportunità politica. E' per questo non si vince, non perchè karzai è cattivo o perchè non costruiamo abbastanza ospedali.
  17. Ci stanno proprio male, sembrano un qualcosa di estraneo alla linea dell'elicottero, però alla fine è la funzionalità che conta.
  18. Guarda che non c'è nulla da stupirsi: è un' idea fin troppo diffusa e non devi andare nei centri sociali per ascoltarla. Pure tra i cosiddetti moderati, per non parlare degli intellettuali, la si pensa così solo che o non lo si dice in pubblico per ipocrisia o lo si dice con altri termini. Almeno i due blogger ci hanno messo nome e cognome e ne pagheranno le conseguenze, ma non millanteranno in giro il pacifismo e tanti begli ideali per nascondere la loro ideologia malata e sconfitta che li rende sempre più avvelenati.
  19. Comunque ancora più grave di questi quattro stupidi è la dichiarazione di un parlamentare Italiano e capo partito, Umberto Bossi «Li abbiamo mandati noi e sono tornati morti». Lo dice il leader della Lega nord, Umberto Bossi, entrando nella basilica di San Paolo fuori le mura per i funerali dei caduti italiani morti nell'attentato a Kabul. E poi all'uscita ribadisce: «Ho votato anche io. Eravamo convinti che servisse non certo a farli morire». facile così! Tu voti per mandare i soldati in missione e poi "non l'hai fatto per farli morire" quando tornano in una bara?!? Molto semplice, molto bello pulirsi la coscienza così. Un vero politico si prende le responsabilità delle sue azioni e quando vota sa che dei soldati possono morire e con tutta probabilità moriranno e si prende questa responsabilità con i relativi pesi di coscienza. Facile fare mea culpa davanti all'opinione pubblica per sentirsi sollevati o, peggio, per mendicare qualche voto speculando sui cadaveri ancora caldi, ma non è colpa sua: sono gli Italiani che premiano questi atteggiamenti da sempre. Sempre più deluso del paese in cui sono nato.
  20. Niente denunce e pubblica gogna per questa gente, semplicemente diamo il loro indirizzo con chi ha condiviso la branda e ha sputato sudore insieme a questi sei ragazzi e stiamo a guardare.
  21. Mah mike non erano forse gli stessi discorsi che si facevano in Iraq prima del surge? Non è altrettanto vero che le truppe in A-stan sono troppo poche per il territorio e la sua peculiare conformazione? I discorsi politici contano poco: non si tratta di bilanciare cooperazione e cavolate vare, bisogna disporre di più uomini, più mezzi e più potenza di fuoco. Così si vincono le guerre. Poi che karzai sia corrotto o poco democratico poco me ne importa, altrettanto poco mi importa che si facciano elezioni o che gli afghani hanno diritti che non gli interessano e che non hanno mai avuto o voluto: l'importante è che non siano un rischio per la nostra sicurezza. Poi se vogliono davvero libertà, prosperità e democrazia meglio per loro, ma non possiamo essere noi ad imporgliela.
  22. Informazione di servizio. Vi ricordate Chavez in versione laguna? “Ho l’Italia nel cuore,” diceva, mentre si faceva fotografare tra le star del cinema al Festival di Venezia, con la gente (che un tempo votava PCI), che lo accoglieva come un eroe. Ricordate le bandiere rosse, il veterocomunismo nostalgico, il castrismo in salsa venezuelana di quei compagni falce e martello? Che scene commoventi nell’Italietta berlusconizzata, dove mamma RAI non manda in onda il film anti premier intitolato Videocracy, giudicato – a ragione – dai più un vero e proprio spot senza contraddittorio a sfavore del Cavaliere, la cui dimensione artistica è pari a zero. Comunque sia, ricordate Chavez e la sua vacanza a piazza San Marco? Pagato dai contribuenti venezuelani, ovviamente. E questo perché il Caudillo è stato celebrato nel film di Oliver Stone (South of the Border); un film che però – come è facile intuire – sfiora soltanto la reale sostanza politica di questo signore, amico di Castro e Ahmadinejad. Del resto, Stone si limita a fotografare il presidente del Venezuela nel suo aspetto formale, senza scavare a fondo nella reale situazione di un paese allo sbando che rischia di crollare economicamente e socialmente da un momento all’altro. Ma non importa: lo spettacolo è spettacolo. E Oliver Stone è un grande registra che certo non ha interesse a inimicarsi un politico che non ci penserebbe due volte a impedirgli l’ingresso nel suo paese o a impedire la trasmissione dei suoi film nelle sale cinematografiche venezuelane. Perciò, viva il politicamente corretto, anche quando invece dovrebbe essere scorretto. Fortunatamente a questo incombente hanno pensato due giovani registi semisconosciuti: Luca Bellino e Silvia Luzi, delusi da Chavez dal momento in cui hanno potuto finalmente toccare con mano il Venezuela e la politica del presidente con aspirazioni totalitarie. Da quando cioè hanno appreso che Chavez, nella sua infinita “vocazione democratica”, ha chiuso d’imperio quaranta radio private; ha voluto (e ottenuto) la nuova legge sull’educazione con un cambio dei piani di studio in chiave castrista (immaginiamo che educazione riceveranno i giovani venezuelani!); ha imposto (non trovo altro termine) il definitivo passaggio della legge che gli permette di essere eletto all’infinito, o meglio fino alla morte. Ha vietato l’uso delle armi giocattolo ai bambini, ma nel contempo ha investito moltissimo denaro per armare fino ai denti il Venezuela. Insomma davvero un buon presidente autoritario che usa la democrazia solo come propaganda elettorale e sempre in chiave antioccidentale e antiamericana. E il film narra questi e molti altri aspetti della contraddizione Chavez; una contraddizione che è stata qualificata da uno studio militare americano “la più grande minaccia dai tempi dell’Urss e del comunismo”. Ma evidentemente, a mamma RAI questo piccolo dettaglio sembra essere sfuggito. Così, nel 2007, dimentica del suo impegno, cancella la prima visione del film documentario dalla sua programmazione senza dare spiegazioni. Il che fa domandare: sarà forse perché quella mamma RAI, anno 2007, era amministrata sotto il governo Prodi, sostenuto, tra gli altri, dai comunisti? Domanda sicuramente suggestiva che però non pare trovare concreti riscontri ideologici, visto che pure il governo Berlusconi non si è comportato diversamente, posto che, sotto la sua vigilanza politica, la RAI ha fatto scadere l’opzione sul film (nonostante questo fosse in lizza per il Premio Donatello). E allora? Dove stanno i reali motivi che hanno indotto la RAI a non trasmettere il film su Chavez? Be’, dubito fortemente che i motivi siano meramente politici. A me pare – e gli autori la pensano allo stesso modo – che i motivi sono eminentemente economici. L’Italia in Venezuela ha diversi interessi economici, e in Venezuela inoltre è presente una forte comunità italiana. Peraltro, proprio a ridosso del Referendum venezuelano, l’Eni si accingeva a stipulare col Venezuela un accordo per la raffinazione del petrolio dell’Orinoco. Il che la dice davvero lunga sui reali motivi che hanno indotto la nostra TV pubblica a soprassedere sui peccati veniali di Chavez. Perché – come si impara presto in questo mondo – prima vengono gli interessi economici, e poi quelli etici della libertà e della dignità degli individui. Il film comunque potrà essere visto sul canale 130 di Sky, lunedì 21 settembre in prima serata.
  23. Per una curiosa legge del contrappasso ora ci troviamo a subire da parte di un governo ancora più pavido del nostro (attuale e precedente) la stessa cosa che gli alleati hanno dovuto sopportare da parte dei nostri. Il Cavaliere aveva dato per certo che un generale spagnolo avrebbe sostituito l’ italiano Claudio Graziano alla guida dei caschi azzurri in Libano, non appena concluso il suo mandato nel febbraio prossimo. Cosa che il ministro della Difesa spagnolo Carme Chacón non dava certo per scontato. Questo fu il gesto amabile. La pugnalata, invece, arrivò dopo pochi giorni sotto forma di un articolo senza firma sulla prima pagina de Il Foglio- il cui direttore Giuliano Ferrara-scrive el Pais -è un fedelissimo del Premier. In una critica tanto furibonda, quanto ben documentata, al punto che gli ambienti diplomatici spagnoli non dubitano di attribuirla al ministero della Difesa italiana, l’articolo assicurava che la spedizione italiana in Afghanistan ha dovuto combattere quest’inverno numerose battaglie senza poter contare sui 780 militari spagnoli che hanno portato a 1250 il contingente per assicurare lo svolgimento delle elezioni. Tutto questo per le rigidissime limitazioni imposte dal governo Zapatero e che impediscono agli spagnoli di prendere parti ad azioni offensive comprese quelle al fianco degli afgani e permettono l’ uso delle armi solo ed esclusivamente per autodifesa. GLI SPAGNOLI NON COMBATTONO – “La scarsa combattività degli spagnoli” si legge nell’ articolo “ha favorito l’offensiva talebana e quando si muovono dalla base Qala-i-Naw cadono spesso in imboscate dalle quali solo i caccia americani e più frequentemente gli elicotteri italiani Mangusta A-129 riescono a liberarli”. Come aveva pubblicato recentemente El Pais la Spagna aveva deciso di spostare nella base di Qala-i-Naw la Compagnia di Reazione Rapida che era presente ad Herat per formare, insieme con i 220 militari inviati come rinforzo, un Gruppo Tattico di Manovra. La interpretazione che ne ha dato invece Il Foglio, su questo spostamento, è stata radicalmente contraria. “Il comando italiano”-affermava-”ha dovuto sciogliere il battaglione misto italo-spagnolo per crearne due di paracadutisti italiani. Uno di questi, nella violenta zona di Bala Murghab, nella provincia di Badghis, ufficialmente assegnata agli spagnoli, ma di fatto difesa dagli italiani”. “Nelle battaglie combattute in questa zona tra maggio e giugno non ha partecipato nessuna unità spagnola, Madrid ha negato l’ aiuto dei suoi elicotteri da trasporto e degli apparati telecomandati Seacher, allineandosi ad Herat come corpo nazionale sì, però non disponibile per gli Alleati”. Di sicuro, secondo fonti spagnole, gli elicotteri di trasporto ed evacuazione medica non sono elicotteri di attacco come i Mangusta ed accorrono solo quando vengono richiesti, mentre i Searcher vengono impiegati solo per le missioni comandate dalla NATO e quindi soggetti alla sua limitata autonomia. E dunque, si chiedono a El Pais, “qual è lo scopo di queste critiche ?” LA POSTA IN GIOCO – La chiave sembra essere proprio nell’ articolo. “Gli spagnoli hanno il comando della base di Herat e questa leadership è sempre stata condannata da Roma, visto che l’ Italia supporta la missione con 3000 militari, 18 elicotteri e 5 aerei”. Però non è solo il comando della base di Herat che sfoggia un Colonnello dell’ Aviazione spagnola, la posta in gioco.Soprattutto il posto di Capo di Stato Maggiore del Comando Regionale Ovest che corrisponde ad un altro colonnello spagnolo. Il Capo di Stato Maggiore è di fatto il numero 2 della NATO nella regione. In un posto decisivo, perché nelle sue mani passa l’ organizzazione di tutte le operazioni. Fonti spagnole ammettono le pressioni italiane per far cedere il comando, ma avvertono che la Spagna ha pienamente diritto allo stesso posto. In particolare, proprio perché l’apporto italiano è superiore, gli spagnoli hanno sempre accettato che il massimo comando regionale sia sempre di un generale italiano, senza rotazioni, come si usa in questi casi. Nello stesso giorno dell’ attacco de Il Foglio alle truppe spagnole, scrive El Pais, sei militari italiani sono caduti in Afghanistan. E non sono caduti ad Herat, ma a Kabul, vittime di un attentato esplosivo.Segno che né gli elicotteri di attacco, né le regole di ingaggio del contingente italiano servono di fronte al terrorismo suicida. Insomma l’ attacco di in giornale che orbita nell’ area berlusconiana viene visto in Spagna come un attacco diretto del premier italiano alla politica estera del Governo Zapatero. Di certo c’è che pure la Spagna ha le sue belle gatte da pelare sulla decisione di inviare truppe in Afghanistan.”Non ci ostiniamo con gli errori” ha detto ieri, nell’assemblea della Camera , il deputato dell’ IU Gaspar Llamazares, chiedendo il ritiro delle truppe dall’ area. Zapatero ha risposto alla richiesta giustificando il ruolo delle truppe spagnole che in questi mesi hanno costruito in Afghanistan 150 chilometri di strade, un terminal dell’ aeroporto,hanno fornito assistenza sanitaria a 50000 afgani e portato acqua potabile ed elettricità a popolazioni che non ne avevano.
  24. Dominus

    Marina militare russa

    Ma che elettronica può avere la mistral? Senza contare che probabilmente la prenderanno "nuda" per integrarci i loro apparati.
  25. Dominus

    Topic di compleanno

    Inseriamo qui gli auguri a chi compie gli anni ogni giorno, per evitare la proliferazione di troppi topic in sezione OT
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