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Dominus

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  1. Si usano da parecchi anni, all'inizio erano piloti in sovrannumero della WWII o della Korea, adesso sono in maggioranza ex-sovietici.
  2. Il gripen, come i Falcon di seconda mano o ceduti con accordi FMS particolarmente vantaggiosi (non parlo delle versioni fulloptional come il desert), ha un altro target rispetto al rafale, sostituisce caccia leggeri come il Fishbed, il Tiger o le varie versioni dei caccia leggeri francesi in aereonautiche che non si possono permettere niente di più avanzato, ed è questa la sua forza, ma il problema del caccia francese non è tanto il reattore della saab quanto l'incapacità di proporsi in quei mercati che gli si adattavano vuoi perchè battuto da caccia di una generazione precedente aggiornati, utili per chi ha bisogno di un caccia subito "combat ready" e, soprattutto, combat proved (è il caso di singapore, RoK o UAE per fare i primi esempi che mi sovvengono) o perchè sorpassato dalla maggior penetrazione commerciale dei paesi del consorzio EFA (anche se è una lotta tra poveri, non c'è che dire) o perchè chi vuole il meglio preferisce aspettare qualche anno e avere uno stealth di quinta generazione piuttosto che un aereo arrivato in ritardo e nato vecchio.
  3. Dovrebbe essere di falkenberg, collabora con qualche giornale e ha un suo blog (the mote in god's eye" se non erro)
  4. Bel topic, trattandosi di un argomento interessante e seguendo la consuetudine del forum lo sposto in "Esercito" Buona continuazione.
  5. Intanto in mezzo ai vari "mafiosi, ladri ecc" passa inosservata la vera schifezza della politica italiana, un nuovo baraccone statale che promette di farci riprovare di nuovo tante belle sensazioni. Giulio Tremonti ha ottenuto in consiglio dei ministri il via libera per il ritorno al passato: quello privo degli orridi “mercatisti” che tanto detesta, ma affollato dei fantasmi dei disastri statali nel Meridione d’Italia. La Banca del Mezzogiorno arriverà al voto in Parlamento nei prossimi giorni e già Tremonti si sta impegnando in acrobazie verbali per deviare le perplessità in materia. Il primo scoglio da superare è evidente: già il nome, Banca del Mezzogiorno, evoca la sciagurata esperienza della Cassa del Mezzogiorno, un vero buco nero capace di inghiottire migliaia di miliardi delle vecchie lire, lasciando in eredità impianti industriali cadenti, devastazione ambientale e disagio sociale. Il risultato dell’intervento nel Mezzogiorno tramite la Cassa era una tragedia evitabile: Luigi Einaudi fece notare per tempo che sarebbe stato molto meglio favorire la vocazione turistica ed agroindustriale del Sud d’Italia, invece d’incentivare un processo d’industrializzazione pesante per cui le regioni meridionali non avevano i vantaggi comparati di altre zone dello Stivale. Luigi Einaudi, varrebbe notarlo, non era un inascoltato accademico, ma un economista ed opinionista di fama europea e fu Presidente della Repubblica; la scelta per la strada peggiore non fu quindi inevitaible o frutto d’ignoranza. La nuova Banca del Mezzogiorno è un’altra evitabile tragedia, se soltanto questo governo ricordasse le parole di uno dei suoi padri nobili. STATALE O PARASTATALE? - Secondo il ministro, non si tratterebbe di una banca statale, ma di un’istituzione “disegnata dallo stato” , ed affidata ai privati. Purtroppo non si vedono al momento soggetti privati con un minimo di entusiasmo per il progetto: nonostante le agevolazioni fiscali che vengono promesse alla nuova entità. Il ministro starebbe quindi facendo pressione per una partecipazione delle Poste, ossia di una entità statale, nonché delle Casse di Risparmio e delle fondazioni bancarie, tutte entità parastatali controllate dalla classe politica locale. Il mondo delle banche di credito cooperativo sembra essere reticente, almeno alle attuali condizioni; il sistema delle BCC ha già i suoi problemi e le sue opportunità con l’espansione dei propri bilanci ed il supporto alle piccole e medie imprese nelle proprie aree di competenza. D’altronde, il modello citato ad esempio è quello del Crédit Agricole: una banca che di privato ha davvero poco, controllata com’è da una costellazione di banche cooperative. Un colosso funzionante grazie ad una dirigenza che talvolta finge di non ascoltare i propri referenti politici e, soprattutto, alle facilitazioni fiscali ed al trattamento estremamente benevolo in tema di antitrust e trattamento dei consumatori che il governo francese accorda alla “Banca Verde”. Un modello da valutare attentamente, per una nazione dove le grandi banche già non coccolano il picoclo risparmiatore. Per inciso, vanteria secondo la quale nella neonata banca “non si parla inglese” suona inquietante. Il ministro dimentica forse che i maggiori critici degli eccessi degli ultimi anni sono stati proprio alcuni fra i più accesi liberisti di lingua inglese, mentre i maggiori sostenitori della grande bolla sono stati i governi più interventisti. La crisi finanziaria nasce da abusi che le banche italiane praticano assiduamente da decenni senza nessun bisogno di lezioni dall’estero: obbedire ai politici ed ai propri padrini, nascondere i problemi sotto il tappeto e ricorrere al contribuente quando questo non è più possibile; vantarsi di non guardare alle esperienze anglosassoni significa semplicemente applicare la politica dello struzzo. Ricordiamo infatti che il Sud non è privo di banche per la cattiveria della finanza milanese, ma perché le banche meridionali sono affondate una dopo l’altra sotto il peso di pratiche scandalose e di gestioni antiquate. E’ avvenuto sia per il Banco di Napoli e per il Banco di Sicilia, di proprietà del governo centrale, sia per le casse di risparmio meridionali, istituzioni mutualistiche di fatto controllate dai notabili locali. CRACK NAPOLETANI Il salvataggio del Banco di Napoli è costato alle casse statali ed al sistema bancario qualcosa come 3,7 miliardi di euro; il Banco di Sicilia venne acquisito dal Mediocredito Centrale quando era sull’orlo della bancarotta. Le casse di risparmio meridionali confluite in Carime vennero tutte salvate da Cariplo dietro ordini diretti di Banca d’Italia, ma riuscirono successivamente ad affondare i conti di BancaPopolare Commercio e Industria. Chiunque si lamenti del colonialismo bancario settentrionale dovrebbe cominciare con il riconoscere che l’alternativa era, in ogni caso, un fallimento che avrebbe condotto a perditeingenti. Sono state tutte realtà devastate non da avventure finaziarie globali, ma da un rapporto perverso con il territorio, lo stesso tipo di rapporto che si vorrebbe ora esaltare: il denaro raccolto dai depositanti viene prestato a tassi d’interesse troppo bassi rispetto ai rischi effettivi dell’investimento in loco. Il risultato è uno squilibrio gestionale, perché gli interessi sui prestiti ad aziende meritevoli non bastano a coprire le perdite su quelli non andati a buon fine. Aggiungiamo a questo le pratiche clientelari endemiche di una gestione dominata da imperativi di natura politica ed è semplice comprendere i rischi di un progetto come quello tremontiano, dove questi problemi si riproporranno in maniera drammatica. Il coordinamento del progetto è poi stato affidato al ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola. Ci si permetta di avere perplessità sul ruolo di sorvengliante della costruzione di una banca che si vorrebbe indipendente dal governo e, si spera, dalle manipolazioni politiche: oltre ad una ben pubblicizzata nostalgia per le partecipazioni statali, ha anche un certo pénchant per iniziative quali lo stanziamento di un milione di euro per ripristinare il volo Roma-Albenga, che per una curiosa coincidenza è l’aeroporto più vicino ad Imperia, residenza del ministro. Non vediamo perché gruppi privati potrebbero entrare nella compagine societaria di una istituzione di questo genere, se non dietro promessa di una contropartita, esplicita od implicita, da parte governativa. A questo punto, rischieremmo di nuovo un copione già visto: socializzazione delle perdite, privatizzazione dei profitti, da parte di soggetti privati che non andrebbero definiti imprenditori, ma prestanome o meglio ancora favoriti del principe. Esistono alternative migliori: ad esempio, l’ipotesi di una no-tax area permetterebbe di incentivare lo sviluppo locale senza distorcerlo, mentre un maggiore investimento in sicurezza ed una politica liberale sulle infrastrutture permetterebbero un maggiore coinvolgimento di capitali privati. Una strada forse rischiosa, ma sicuramente una novità rispetto a grandiosi piani burocratici che si rifanno al passato e che rischiano di tramutarsi , di nuovo, nella solita grande abbuffata a spese del contribuente."
  6. Dominus

    B-2 spirit

    No, hai detto bene, molte delle capacità che avrà l'F-35, come quella di programmare le armi a guida gps in volo, fin'ora sono di solo appannagio dello Spirit, senza contare che avrà anche qualche caratteristica superiore, ma rimane sempre il fatto che uno è un cacciabombardiere con sia pur buona autonomia ma sempre limitato al teatro e con un carico bellico rapportato al suo peso mentre l'altro è un bombardiere intercontinentale in grado di andare in qualsiasi punto del globo indisturbato con oltre 20 tonnellate di armamenti, senza contare la sua utilità nel campo della sempre più dimenticata deterrenza nucleare.
  7. Si parla di afghanistan, valerio sei pregato di moderarti.
  8. Dominus

    B-2 spirit

    Gli ultimi impieghi operativi dicono esattamente il contrario, il B2 ha capacità veramente utili e probabilmente averne qualcuno di più non guasterebbe. Conta anche che i costi sono così alti perchè l'ingente programma di sviluppo è ripartito su soli 20 esemplari, la northrop aveva proposto la riapertura della linea di produzione a 500 milioni circa al pezzo, per farti un esempio (sempre tanti ma già più ragionevoli).
  9. Si, se vai nel topic sull'eurofighter se ne parla con più dettaglio se non erro (o forse è il topic sulle esportazioni dell'efa...)
  10. Non so quanta protezione possa offrire un hangar in caverna oggi...
  11. Non dimentichiamo che in america, pur con un mercato di vari ordini di grandezza superiore, ormai i costruttori di velivoli da combattimento sono essenzialmente due, con solo uno che sta costruendo entrambi i caccia di quinta generazione, così come due sono rimasti i motoristi, la russia fa fatica a finanziare un solo programma per volta, figurarsi se può permettersi più "bureau" in concorrenza.
  12. Dominus

    Moab

    No, per colpire un aereoporto si usano o armi di saturazione d'area per colpire mezzi e personale e/o bombe antipista per creare gravi danni agli impianti. La Moab serve essenzialmente come bomba da demolizione, contro i concentramenti di truppe all'aperto e, potenzialmente, per ripulire vaste aree dalla vegetazione, scopo originario della daisy cutter.
  13. Si parlava solo delle capacità attuali dell'aereo, il desert falcon è una macchina all'apice dello sviluppo con tutti i sistemi allo stato d'arte, radar AESA di ultima generazione e quant'altro, mentre l'EFA ancora latita in queste capacità. Neanche a dirlo, lo si è ripetuto ampiamente, se l'EFA fosse sviluppato a dovere non ci sarebbe storia, trattasi di una macchina comunque di almeno mezza generazione più avanzata, ma il problema è che in europa si fatica nei "dettagli", ovvero nel portare allo stato d'arte le macchine, forse perchè purtroppo c'è ancora una diffusa mentalità che non prende davvero in considerazione l'utilizzo delle FFAA in guerra. Ovvio trattasi di opinione personale
  14. Dominus

    f-15 active

    Tra STOL e STOVL ne passa...
  15. Dominus

    Moab

    Beh può dire quel che vuole AD, ma rimane il fatto che la moab non è integrata nè ne è prevista l'integrazione su nessuno dei 3 bombardieri in servizio con l'USAF
  16. Mi sa che ti sei un pò confuso tra stati scandavi, il premio lo danno gli svedesi che sono sudditi di carlo gustavo, lo dico anche per ricordarlo ai nostri anonimi lettori che, convinti di saper tutto, hanno commentato l'accaduto Già peccato che era stato inteso con intento celebrativo, mentre credo che a obama non piaccia assolutamente essere affiancato ai due più illustri trombati della storia del partito democratico nel XX secolo. Avessero detto ancora ancora Obama come TR...
  17. Beh sembra assolutamente logico, chissà che alla fine la boeing non la spunti... Di certo una doppia linea per le necessità svizzere è decisamente ridondante.
  18. Concordo su tutto, è un premio svuotato del suo significato ormai da anni, ma in europa gli si sta dando un risalto immane alimentando la santificazione di obama (con titoli decisamente geniali come quello di repubblica online "Obama come Carter e Gore" ). Però temo che i sudditi di harald c'entrino poco nella questione
  19. Dominus

    Marina Cinese

    Se davvero quelle cornici preludono ad un radar a facce planari allora non sarà solo una "nave esperienze" ma contano di farla diventare la prima vera portaerei cinese.
  20. C'è pure scritto bello grosso, il genX della general electric che equipaggia il nuovo 787.
  21. Flaggy credo che si sia confuso con l'IRIS-T citato nel tuo precedente messaggio
  22. E' quasi 15 anni che sono disponibili dappertutto.
  23. Dominus

    SR-71 Blackbird

    Visto chi è ritratto in quella foto direi che si riferiscono così ad una nave ausiliaria in generale, non alla classe canadese nello specifico per ovvi motivi.
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